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Periodico trimestrale numero 57 gennaio 2015

Nuova

Jeep Renegade



People

Al passo del futuro E ancora Buon Anno. Anche quello appena trascorso è stato un anno molto positivo per LaesePlan Corporation, che ha raggiunto numeri da record in termini di risultati economici e di flotta con 1,42 milioni di veicoli gestiti. Questo ci conforta e ci fa ben sperare per il prosieguo, perché significa che siamo stati in grado di intercettare e soddisfare al meglio le aspettative dei nostri clienti. Per quanto si voglia, questa capacità resta sempre il patrimonio più importante di un'azienda. Quando c’è ed è valido, vale sempre la pena di aggregare altre risorse, finanziarie e tecnologiche. Se manca, ogni altro investimento è messo ad alto rischio. Come squadra italiana, operando con grande impegno in un contesto molto complesso, condizionato da una congiuntura economica che stringe i consumi e le imprese in una morsa, siamo comunque riusciti a dare un contributo positivo, chiudendo il 2014 con un portafoglio di oltre 16.000 clienti e una flotta di 110.000 veicoli. Proprio le difficoltà del quadro socio-economico ci hanno spinto a elaborare nuove soluzioni, per essere al passo con le esigenze delle imprese che ci danno fiducia. Alcune novità sono già state annunciate ma altre sono in preparazione. La prima la state sfogliando: da oggi la nostra rivista rinnova la sua veste grafica per essere più leggibile e dinamica. Un segno di innovazione del nostro modo di comunicare, che verrà declinato in nuovi strumenti nel corso dei prossimi mesi. Ovviamente non dimentichiamo il nostro core business e i suoi servizi, che stiamo affinando sempre di più perché possano rispondere appieno a esigenze che troviamo sempre più specifiche, sempre meno uguali. Non ci accontentiamo infatti di essere mediamente bravi per tutti i segmenti di imprese: noi puntiamo a eccellere in ognuna della fasce di aziende che serviamo. Proprio questo ci ha indotto, negli ultimi tempi, ad ampliare la relazione con quei clienti che sono espressione del diffuso tessuto imprenditoriale italiano: le piccole imprese, gli artigiani, i professionisti. Ci conosciamo da anni, con reciproca soddisfazione. Per rivolgerci a loro in maniera ancora più ampia ed efficace abbiamo scelto lo strumento principe di queste relazioni, la televisione. Non è solo un film. È la comprensione di un linguaggio diverso, che abbiamo imparato a capire e a parlare. Alfonso Martínez Cordero Managing Director LeasePlan Italia Spa

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Sommario

Editore LeasePlan Italia Spa viale Alessandro Marchetti, 105 00148 Roma telefono: +39 06 96707428 email: carfleet@leaseplan.it www.leaseplan.it Direttore editoriale Alfonso Martínez Cordero Direttore responsabile Mauro Manzoni Direttore scientifico Pier Luigi del Viscovo Capo redattore Alessandro Palumbo Art director Indro Uttinacci Hanno collaborato Andrea Barbieri Carones Giampiero Bottino Francesca Carli Pier Luigi del Viscovo Nicola Desiderio Marco Di Pietro Alberto Motti Alessandro Palumbo Maurilio Rigo Prove su strada a cura di Nicola Desiderio Pubblicità GDN Marketing & Comunicazione Srl gianpiero.denigro@libero.it

Carfleet 57 gennaio 2015 05 Il cliente al centro (non “in mezzo”) Il noleggio a lungo termine sbarca in TV

38 Non solo futuro c’è Automotoretrò Presentazione di auto e moto al Lingotto di Torino

42 La Capitale Automobile Cars 09 Pharma benchmark by LeasePlan Lo studio di LeasePlan sul settore farmaceutico

Studi dalla IX edizione del convegno sull’automotive

44 Citroën C4 Cactus 12 Les voitures de Paris

Alle origini dell’originalità

Company car al Salone di Parigi

16 Jeep Renegade Un’americana in Italia

18 Jeep Cherokee Non solo offroad

23 Sicurezza ed easy service per i clienti delle flotte Intervista a A. Cerutti, Direttore Commerciale PLT di Continental

26 Mercedes Classe C SW L’ibrido viaggia a gasolio

48 Ford Mondeo Ritorno da ammiraglia

52 Addio cruscotto, avanti display Tecnologia in auto a vista d’occhio

Stampa Modulgraf Srl Via di Santa Procula, 23/23A 00040 Pomezia (Roma)

56 Più sicuri con Bosch e Chrysler

Registrazione Tribunale di Milano n.98/1997 Tiratura: 15.000 copie

59 Dal tacco 12 alle quattro ruote

Tecnologie per la sicurezza

Le Case auto parlano rosa

62 La macchina dei numeri Il mercato società e noleggio e i prezzi dell’automotive

30 News on the road

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Together

di Pier Luigi del Viscovo

Il cliente

al centro (non “in mezzo”) La pubblicità è l’anima del commercio. Così recitava un adagio di tanti anni fa, quando il Paese era giovane. Non giovane giovane, che forse non lo siamo mai stati. Ma giovane di cultura industriale e commerciale. Quando in pochi anni, persone cresciute in una cultura agricola, contadina, si trovarono a fare acquisti di prodotti confezionati in qualche lontano stabilimento, che sostituivano l’abitino cucito dalla sartina o le conserve della zia. Magari da sole, di fronte allo scaffale di un supermercato, senza l’assistenza del negoziante di fiducia. Già, la fiducia. In un acquisto, è una componente essenziale. Non è che ci puoi rinunciare. Se prima ti fidavi della zia o del signor

Mario, che da una vita ti vendeva i prodotti confezionati che usava pure lui, adesso occorreva fidarsi di qualcun altro. Ma per fidarmi di qualcuno, di una marca, devo conoscerla. Deve farsi conoscere. Questa conoscenza viene prima dell’informazione sul prodotto. È una presentazione, in cui si dichiarano i valori, lo stile, il linguaggio, in modo che il consumatore possa stabilire la sintonia e dunque riporre la sua fiducia. È la base, il fondamento di una marca, di un brand, come si dice oggi. Interessante, ma adesso i tempi sono cambiati. Non siamo più quelli cresciuti con le conserve della zia. Per molti prodotti abbiamo addirittura

superato l’acquisto, nel senso che siamo pronti a rinunciare alla proprietà di un bene, assicurandoci solo di poterlo usare. Prendiamo solo la polpa delle cose, come quando a ristorante non ordiniamo più della frutta, da sbucciare, ma una tagliata di frutta, pronta da mangiare. Altro che “chi vuole la metà di questa mela?”, la famosa frase di Luigi Einaudi durante una cena al Quirinale, pronunciata mentre si accingeva a sbucciare una mela, accertandosi prima che non andasse sprecata la metà che non avrebbe mangiato. ➔

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Together

Con l’auto sta accadendo proprio questo. Siamo consapevoli che ci può riservare delle sorprese in termini economici e comunque dei fastidi, per l’assistenza e per le coperture assicurative, per la gestione dei sinistri e per i casi di panne. Sappiamo pure che dopo quattro/cinque anni la dobbiamo rivendere per prenderne un’altra. Allora, molti stanno arrivando alla determinazione che non vale la pena di preoccuparsi di chi prenderà la metà che resta. Tanto meglio acquistare solo l’uso dell’auto per il tempo che vogliamo, con tutti i servizi accessori. È il noleggio a lungo termine! Lo conosciamo.

D’accordo, probabilmente tanti lo conoscono, forse non nei dettagli, ma a grandi linee sì. Solo che tra il conoscere un prodotto nuovo e acquistarlo ce ne passa. Occorre fidarsi. Specialmente per un prodotto come il noleggio a lungo termine, che in gran parte consiste nella promessa di un’organizzazione e di un sistema che saranno lì al momento giusto, con una qualità di risposta e di assistenza pienamente in linea con le aspettative. Per fidarsi bisogna conoscersi. Nessuno si fida dello sconosciuto. E non parliamo della notorietà. Parliamo di conoscere i valori, il sistema di riferi-

mento di un fornitore. Poter verosimilmente immaginare come si comporterà nell’esecuzione del servizio atteso. In questo contesto si incastra bene la strategia di comunicazione di LeasePlan, di presentarsi al grande pubblico con uno spot tv, in cui il racconto del servizio è quasi un mezzo, visto che la narrazione fondamentale sta nella forma prima che nel contenuto. Uno spot fatto sulle persone. Una banalità, a prima vista, mentre invece gli esperti di comunicazione sanno bene che il riconoscimento più immediato è dato sempre dai propri simili.


Non solo: le persone danno calore, empatia. Con uno stile chiaro, semplice e trasparente. Al punto da risultare trasversale a tipologie di clienti ben diverse tra loro: l’adulto, il giovane, la donna. Questo arriva al cliente da quei 15”. Un’azienda facile da capire, che parla di cose quotidiane in modo semplice. Con frasi e gesti immediati, che conferiscono serenità al tutto. Un tutto che, per quanto complesso possa essere nella realtà, deve risultare lineare e tranquillizzante grazie

alla grande esperienza: prendersi le complessità del cliente e gestirle in modo piano, sicuro. Sono queste le informazioni di cui il consumatore ha bisogno, prima di accordare la propria fiducia a un fornitore nuovo, per un prodotto che adesso si sta affacciando al grande pubblico. Oggi il ruolo della marca è più ampio che agli albori. Ora si parla addirittura di ‘Age of You’ del brand, costruito intorno al

cliente, con la missione di facilitargli la vita, che sia nel business o in qualsiasi altra attività di creazione di valore. Ma quella funzione di identità, di valori condivisi, su cui basare la fiducia, non è scomparsa. Anzi, resta più importante che mai. Perché il cliente oggi è felice se sta al centro, ma vuole anche la sicurezza di non essere messo in mezzo e capire che, in fondo, oggi si guida così.

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Profit

di Alessandro Palumbo

Pharma benchmark by LeasePlan Tra le numerose e diverse attività che rientrano nella sfera professionale del fleet manager c’è quella di confrontarsi con i colleghi di altre realtà aziendali al fine di conoscere e comprendere quali metodologie, prodotti e servizi questi mettono in atto per gestire in maniera efficiente la mobilità dei propri dipendenti. Ben vengano quindi tutta una serie di attività che favoriscono il confronto tra cui convegni, incontri, studi e iniziative editoriali. LeasePlan su questo versante mette in campo una serie di attività di ascolto, confronto e delivery di contenuti e soluzioni. Nelle righe seguenti di questo articolo rappresentiamo il Pharma Benchmark. Si tratta di uno studio relativo alle politiche di gestione della flotta di alcuni clienti internazionali di LeasePlan che operano nel settore farmaceutico. Tale analisi ha coinvolto 94 aziende di 32 paesi tra cui l’Italia ed è stato condotto dal Consultancy Services, un team internazionale di LeasePlan formato da esperti in gestione

della mobilità aziendale. Lo studio è basato sia su dati interni di LeasePlan, sia su un’attività di raccolta di informazioni presso i clienti. Se quasi tutte le aziende - l’84% - scelgono come modalità di acquisizione delle auto aziendali l’operational lease (che in Italia equivale al noleggio a lungo termine), non tutte hanno per la gestione della flotta la me-

desima unità decisionale: per il 36% delle stesse è il procurement l’ente preposto, seguono le risorse umane 27% e il finance 22%. Il campione si spacca a metà sulla modalità di gestione della flotta: il 52% la gestisce internamente, il 46% in outsourcing. L’open calculation, cioè la modalità a libro aperto, è preferita dal 49%, mentre il 46% pro-

pende per la closed calculation. I servizi di manutenzione, gestione degli pneumatici, assistenza stradale, finanziamento sono quelli più presenti nei canoni mensili – la percentuale oscilla tra il 90% e il 95%. L’assicurazione è presente nel 75% dei casi mentre il veicolo sostitutivo nel 66%. A livello più basso si colloca la gestione del carburante - 60%. ➔

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Profit

Focalizzandoci sul veicolo sostitutivo, questo non è previsto nel 34% dei casi. È prevista l’auto in sostituzione dello stesso segmento 36 volte su 100, mentre contrattualmente si sceglie il veicolo di livello inferiore nel 21% dei casi. Si ha diritto al veicolo sostitutivo direttamente nel 65% dei casi, dopo 24 ore per il 16%. Le car policy delle aziende stabiliscono anche i km e la durata media dei contratti per l’auto aziendale. C’è una discreta variabilità tra i diversi paesi, comunque i valori medi emersi dallo studio sono 44,7 mesi e 31.000 km per anno. Le car policy prevedono in alcuni casi limiti sulla scelta delle auto. Per quanto riguarda le alimentazioni il 39% delle aziende non prevede restrizioni. Mentre il 59% limita la scelta al solo diesel. Sulle emissioni di C02, non ci sono restrizioni nel 64% dei casi, mentre il 36% delle aziende intervistate limita la scelta in base a predeterminate soglie di emissione. L’assegnazione della vettura aziendale e la relativa tipologia dipendono dal ruolo in azienda. L’ammontare del canone mensile per ruolo aziendale è troppo variabile da paese a paese e da azienda ad azienda per poter creare delle categorie valide per il benchmark. Tuttavia si può affermare che il 64%

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delle aziende non consente al driver di effettuare un upgrade della company car prevista, solo per il 25% delle società intervistate questo è possibile. Così come non è quasi mai previsto che il driver possa optare per un’auto aziendale di livello inferiore a quello previsto dalla car policy ricevendone la differenza in danaro. Sempre sul versante driver, solo il 24% delle aziende farmaceutiche considerate attribuisce al dipendente il pagamento dei danni alla fine del contratto, il 72% non li prevede mai. Così come solo nel 25% dei casi il driver contribuisce di tasca propria in caso di incidente. Al centro dell’attenzione delle aziende c’è anche il driver: il

35% delle aziende ha programmi in atto con l’obiettivo di influenzare il comportamento di guida del driver. Questi programmi possono avere un focus sulla sicurezza,

sulla guida sicura e sull’ecodriving. Il 61% di queste aziende erogano programmi di guida sicura, il 39% aggiungono a questi anche programmi di eco-driving.



Future

di Andrea Barbieri Carones

Les

voitures de Paris Volkswagen, Jaguar, Ford e Nissan hanno presentato in anteprima le quattro nuove auto aziendali del domani. La parola d’ordine? Bassi consumi e alta tecnologia, per entrare nel cuore dei fleet manager.

In un anno in cui il settore automobilistico mostra dei risultati positivi sia per il numero di vetture consegnate ai privati sia in quello delle “company car”, molte Case auto continuano a puntare sull’innovazione e a presentare nuovi veicoli destinati a un mercato, quello aziendale, che se in Italia rappresenta circa il 35% delle immatricolazioni, in paesi come Germania o Regno Unito supera il 50%. Per il segmento business, una delle vetrine più importanti del vecchio continente è stata quella rappresentata dal Salone di Parigi, dove accanto a concept car, a veicoli elettrici, a city car e ad auto di lusso si sono viste delle interessanti novità che hanno riscosso l’interesse dei

fleet manager di mezza Europa. Ecco alcuni dei più significativi modelli presentati all’ombra della torre Eiffel. Volkswagen Passat Volkswagen ha presentato al pubblico una delle company car più diffuse nel mondo, che viaggia al ritmo di 3.000 immatricolazioni al giorno (contando anche la Magotan destinata al mercato cinese). A oltre 40 anni dal suo debutto, con 22 milioni di unità vendute e con una produzione annua di 1,1 milioni di auto la vettura tedesca continua a far parlare di sé anche nella sua ottava versione lanciata a fine 2014. Grazie a nuovi materiali, è stata alleggerita di 85 chili ed è stata costruita con motori sempre più parchi nei

consumi (circa il 20% in meno rispetto al recente passato con un taglio del 14% nelle emissioni), con conseguente risparmio nei costi di gestione. Ancora più “eco friendly” è la versione ibrida plug in da 218 CV, che permette di viaggiare fino a 50 km in modalità elettrica. A questo si affianca il nuovo Diesel da 240 CV, per il quale il costruttore di Wolfsburg ha dichiarato un consumo medio di poco più di 5 litri per 100 km. A salire a bordo della nuova Passat è anche la tecnologia, dalla funzione di frenata con riconoscimento dei pedoni all’assistenza di guida in colonna. Volkswagen ha reso noto che anche la nuova Passat sarà commercializzata nelle 3 versioni Trendline, Comfortline e Highline.


Jaguar XE L’auto del giaguaro è tornata sul mercato con una vettura di taglia media, che pur mantenendo inalterato lo charme, le dotazioni tecnologiche e stilistiche tradizionali dell’ex casa britannica (dal 2008 di proprietà Tata Motors) si rivolge a una clientela di fascia leggermente inferiore rispetto al passato. E per questo apre anche a 360 gradi alle flotte auto aziendali in Italia, in Europa e nel mondo con la XE, che ridefinisce il concetto di “berlina sportiva”. Anche in questo caso, Jaguar è intervenuta sul peso e sull’aerodinamicità, con una monoscocca ad alta densità di alluminio che garantisce comunque un’alta robustezza a tutto vantaggio di consumi ed emissioni, che raggiungono il record mai toccato dall’azienda nata a Coventry e storicamente fornitrice della Real Casa britannica: i nuovi motori Diesel “Ingenium”, infatti, permettono di consumare 3,8 litri di gasolio per 100 km a fronte di 99 g di CO2 emessi ogni chilometro. Tutto ciò con un motore a benzina da 3 litri V6 con prestazioni da sportiva e con interni di lusso e un nuovo sistema di infotainment basato sul touchscreen da 8 pollici che permette un accesso rapido a tutte le funzioni di gestione del veicolo. Ma la tecnologia è anche nel sistema che permette all’auto di acquistare trazione in caso di scarsa aderenza delle ruote, come sulle strade innevate, o è anche in una “stereo camera” che, attraverso una visione tridimensionale della strada, favorisce una frenata autonoma d’emergenza e un sistema di avviso di uscita dalla carreggiata. La Jaguar XE è in vendita

a un prezzo base di 37.750 euro, fino a un massimo di 55.400. Ford S-Max A Parigi Ford ha presentato una delle auto aziendali per eccellenza, ossia quella SMax a 7 posti che rappresenta un’evoluzione della precedente versione grazie soprattutto all’arrivo di nuove soluzioni tecnologiche. Rispetto al modello che ha vinto il titolo di Auto dell’anno 2007 e che è stata venduta in 400mila unità, la nuova versione dell’auto di casa Ford – che sarà commercializzata dalla tarda primavera del 2015 - assomiglia sempre più a un crossover e ha una linea leggermente più sportiva. Fra le novità presentate dagli ingegneri, spicca il sistema di sterzo adat-

tivo (Adaptive Steering), una tecnologia che varia dinamicamente il rapporto di sterzo in base alle condizioni di guida e alla velocità della vettura. Tra le peculiarità della nuova generazione della S-Max c’è che, per la prima volta nella sua storia, sarà offerta con la trazione integrale “intelligente”, che ne amplia le possibilità commerciali. Questa “Intelligent All-Wheel Drive” permette una trazione superiore anche nelle condizioni di guida più avverse, mentre la compensazione della coppia di sterzo (Torque Steer Compensation) e la riduzione attiva delle vibrazioni del volante (Active Nibble Compensation) riducono i movimenti involontari e le vibrazioni su fondi sconnessi o irregolari. ➔

La nuova VW Passat presentata al Salone dell’auto di Parigi

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Anche sulle alter auto di casa Ford – e non solo sulla S-Max – sono stati montati motori da minori consumi e minori emissioni (circa il 7% in meno rispetto al passato). Fra questi, spicca il nuovo EcoBoost 1,5 litri da 160 CV con cambio manuale e la versione a 2 litri con 240 CV e cambio automatico. Tra le possibili auto aziendali presentate da Ford anche la C-Max, con nuove tecnologie volte soprattutto a garantire una maggiore sicurezza di guida (sistema di monitoraggio di veicoli in arrivo e sistema di frenata assistita per velocità inferiori a 50 km/h) oltre a una migliore connettività di bordo, grazie a schermo attivabile anche con comandi vocali, che intervengono anche sul navigatore e il climatizzatore. Nissan Pulsar L’obiettivo è di ripetere il successo della Qashqai. E la Pulsar sembra avere le carte in regola per raccoglierne lo scettro di lea-

der e diventare il primo vero crossover della casa giapponese (o “berlina familiare”, come altri la definiscono), portandolo nel mondo come bandiera del know how del Sol levante. Presentata anch’essa in occasione del salone di Parigi, la Nissan Pulsar è stata pensata per i possessori di auto di segmento D che scelgono il “downsizing”: è infatti un concentrato di tecnologia e passione, dove i costruttori hanno voluto offrire un design intelligente e tecnologie innovative come il sistema Safety Shield con le tecnologie Moving Object Detection (che durante la retromarcia riconosce gli oggetti in movimento), Lane Departure Warning (che rileva eventuali deviazioni della vettura rispetto alla corsia di marcia) e Blind Spot Warning (per individuare i veicoli nell’angolo cieco nascosto su entrambi i lati dell’auto). O il sistema Around View Monitor – che incrocia le immagini delle proprie teleca-

La Nissan Pulsar punta a entrare nel mercato delle company car europee

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mere, dando sullo schermo dell’abitacolo una veduta aerea a 360 gradi - o il NissanConnect di ultima generazione che assicura un'integrazione perfetta con gli smartphone e funzioni complete di navigazione satellitare. La Pulsar sarà inizialmente equipaggiata con un motore DIG-T benzina da 1,2 litri e 115 CV e un dCi diesel da 1,5 litri e 110 CV. Secondo gli addetti ai lavori, si candida fin da subito a entrare nelle flotte auto di aziende di mezza Europa, soprattutto quando a queste 2 versioni se ne aggiungerà una terza, un turbo benzina da 1,6 litri a 190 CV. Tutte le versioni hanno un grande bagagliaio da 385 litri – che diventano 1.395 abbassando i sedili posteriori – hanno 6 airbag, il sistema Stop&Start e un sistema automatico di monitoraggio della pressione degli pneumatici . Le prime 2 versioni saranno in vendita a partire da 17.900 e 19.000 euro.



Drive

di Nicola Desiderio

È la prima piccola di casa, la prima ad essere fabbricata nel nostro Paese e, ad un Dna da vera yankee, associa qualità costruttiva e comportamento stradale da europea. Facile e divertente da guidare, vanta sicurezza e tecnica di prim’ordine e un abitacolo generoso che nel look e nelle soluzioni dà il sapore dell’avventura.

Jeep Renegade

Un’americana in Italia

La Jeep Renegade è il modello con il quale il marchio di FCA entra nell’arena dei piccoli Suv per partire alla conquista di oltre 100 mercati mondiali a partire da Melfi, dove l’americana viene costruita sulle stesse linee e la stessa base tecnica della Fiat 500X. Disponibile in tre allestimenti – Longitude, Limited e Trailhawk più l’Opening Edition di lancio – con tre motorizzazioni (1.4 da 140 cv, diesel 1.6 da 120 cv che proviamo e 2 litri da 140 cv e 170 cv), si pone con un prezzo a partire da 23.500 euro al vertice del segmento. Sette segni e due x Due fari tondi e 7 feritoie. Basta questo a fare una Jeep, anche se lunga solo 4,24 metri. Notevole l’altezza di 1,67 metri che, insieme alle linee squadrate e al parabrezza poco inclinato, danno alla Rene-

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gade un look da vera fuoristrada. Caratteristici i parafanghi squadrati e prominenti, originale e d’impatto la parte posteriore, con le luci posteriori dalla grafica hi-tech e solcate al centro da una X che ricorda quella delle taniche di benzina. Solida personalità La Renegade è un’auto fuori dal coro anche dentro, ma tutt’altro che americana per la qualità. Le plastiche sono morbide, eppure solide nell’aspetto e nelle forme. La scritta “Since 1941” rammenta le origini del marchio, la grossa maniglia di fronte al passeggero suggerisce invece che, come ogni Jeep, la Renegade è fatta per dare scossoni sui terreni più accidentati. E a suggerirlo c’è la macchia di fango disegnata sul quadrante del contagiri. La strumentazione è ricca di informazioni,

soprattutto con il grande display TFT da 7 pollici, lo stesso della Cherokee. Completo e facile da usare anche il sistema Uconnect con schermo da 5 o 6,5 pollici e retrocamera, di rilievo la possibilità di avere la presa a 230 Volt. Rimarchevole anche la dotazione di sicurezza: 6 airbag, ACC con sistema di allerta frontale, per l’angolo cieco e il superamento delle linee di carreggiata nonché i sistemi contro il ribaltamento e di assistenza per partire in salita e affrontare discese scivolose. Ottime l’accessibilità e la disponibilità di spazio all’interno, anche per i bagagli: si va da 350 a 1.297 litri, in più il vano ha un piano regolabile. Due le tipologie di tetto: panoramico apribile in cristallo e My Sky, ovvero in due pezzi da riporre nel bagagliaio per sensazioni di guida degne delle vecchie Jeep con carrozzeria torpedo.


Jeep Renegade 1.6 MJT II Limited 120 CV Dati tecnici e per l’impiego aziendale

Nove marce in più Tecnicamente la Jeep Renegade è basata sulla piattaforma 4x4 Small Wide, nata originariamente per la Fiat 500L e modificata per ospitare sospensioni posteriori indipendenti e la trazione integrale, di serie sulle versioni con motore a gasolio 2 litri, dotata di controllo elettronico e manopola Selec Terrain per selezionare una delle 4 modalità di marcia (Auto, Snow, Sand e Mud). Sono a trazione anteriore le versioni con l’1,4 turbo Euro6 da 140 cv e diesel 1.6 da 120 cv, oggetto della nostra prova. Il 2 litri Euro6 ha 140 cv o 170 cv con l’esclusivo cambio automatico a 9 rapporti. La versione Trailhawk, con assetto rialzato di 20 mm per avere un’altezza da terra di 210 mm, ha il rapporto al ponte accorciato e una strategia in più (Rock) nel Selec Terrain.

cilindrata 1.598 cc potenza 120 CV lungh./largh./alt. 4,24 x 1,80 x 1,67 m peso n.d. accelerazione 10,8” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 178 km/h cambio manuale a 6 rapporti trasmissione anteriore costo di esercizio al km (*) 0,35

Fuoristradista da strada La Renegade su strada è una bella sorpresa. L’altezza si sente poco e piace la facilità con la quale si districa nei percorsi guidati così come la souplesse con la quale viaggia in città o in autostrada, rispettando a turno la schiena e l’udito. Il diesel 1.6 Euro5 offre buone prestazioni, consumi contenuti e con 320 Nm a 1.750 giri/min, ha nella spinta ai regimi mediobassi la sua dote migliore trovando un ottimo alleato nel cambio a 6 rapporti, sportivo negli innesti. Soprattutto leggero lo

consumo medio 21,7 km/litro capacità di carico da 351 a 1.297 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislittamento SI (*) percorrenza annua 30.000 km

sterzo e potenti i freni. Una piccola da grande Il segmento degli small Suv sta esplodendo in tutto il mondo e anche da noi, con conseguente aumento dell’offerta e, in prospettiva, dei valori residui. La Jeep Renegade punta alla cima di questa montagna sempre più alta con prezzo, marchio, dotazioni, possibilità di personalizzazione e corredo tecnico da prima della classe. Una scelta da user chooser che risulta interessante anche per l’azienda.

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Drive

Jeep Cherokee

Non solo offroad Ăˆ il primo Suv del marchio americano che nasce su una base italiana, ha uno stile innovativo e offre una dotazione tecnica da prima della classe, che la rendono una fuoristrada degna del suo lignaggio, ma anche un’auto spaziosa e confortevole, al vertice per la sicurezza e anche appagante per la ricchezza del suo abitacolo.


Drive

di Nicola Desiderio

La nuova Jeep Cherokee è il primo Suv nato interamente sotto l’ombrello di FCA, si posiziona per dimensioni e prezzo (a partire da 39.000 euro) nel segmento medio, è disponibile in 3 allestimenti (Longitude, Limited e Trailhawk) e due motorizzazioni: V6 3.2 a benzina da 272 cv e diesel 2 litri da 140 e 170 cv che, accoppiato alla trazione integrale Active Drive II e al cambio automatico a 9 rapporti, è oggetto della nostra prova. I sette sigilli di Jeep La calandra a 7 feritoie è un vero e proprio marchio di fabbrica, ma il resto è davvero inedito per una Jeep, a cominciare dai fari sottili e dal profilo ascendente dei fianchi per finire ai passaruota squadrati e alla coda con le luci che lambiscono il lunotto. Un insieme forte, che sottolinea la propria natura attraverso protezioni, cromature e dimensioni – è lunga 4,62 metri, larga 1,86 e alta 1,67 – e proprio per questo non passa inosservato. Addio Sparta La Cherokee al suo interno è molto più un’auto di lusso che il Suv spartano che conoscevamo. L’abitacolo infatti è molto curato nel dettaglio e realizzato con materiali di qualità, ma soprattutto trasuda tecnologia e ricchezza attraverso il gran numero di pulsanti e la strumentazione, con al centro il display TFT da 7 pollici a colori che dispensa una quantità enorme di informazioni. Ricco di funzioni e tecnologia è anche il sistema infotelematico, disponibile in due livelli con schermo a sfioramento da 7 o 8,4 pollici e impianto audio Alpine. Esclusivo il sistema di ricarica wireless per lo smartphone. Lo spazio abbonda con i sedili anteriori riscaldati e dotati di ventilazione e quelli posteriori 60/40 scorrevoli in modo da avere da 591 fino a 1.267 litri. Ben rivestito e accessoriato il vano e comodo il portellone elet-

trico, con pulsante di chiusura di lato e non in alto. Di alto livello anche la dotazione di sicurezza, a 5 stelle EuroNCAP, con 7 airbag e i sistemi di allerta con frenata automatica in abbinamento all’ACC, per sorvegliare l’angolo cieco e il superamento accidentale della carreggiata e altro ancora. Fuoristrada tutto d’un pezzo La Cherokee ha una piattaforma che deriva dalla Compact sviluppata inizialmente per l’Alfa Romeo Giulietta. A differenza della precedente Cherokee, la nuova ha struttura monoscocca ed è composta per il 65% di acciai speciali e le sospensioni sono tutte indipendenti, posteriori multilink. I motori sono il diesel 2 litri Euro5 da 140 e 170 cv e un benzina V6 3.2 Euro6 da 272 cv, quest’ultimi due con cambio automatico a 9 rapporti fornito dalla ZF. Oltre alla trazione anteriore, ben 3 i sistemi di trazione integrale: Active Drive I, Active Drive II con riduttore e Active Drive Lock con differenziale posteriore bloccabile la cui presenza implica un assetto rialzato con distanza minima da terra di 221 mm e angoli caratteristici da vero fuoristrada. Tutti e tre hanno il sistema di disinserimento quando si viaggia a velocità costante per diminuire i consumi e sono regolabili attraverso la

manopola Selec Terrain su 4 posizioni, 5 con l’Active Drive Lock. Di supporto ulteriore i sistemi per agevolare le partenze in salita e affrontare le discese. Notevole la capacità di traino: 2.450 kg. Complimenti per la trasmissione La Cherokee è un’auto confortevole, ben piantata sulle ruote e con uno sterzo piuttosto preciso. Il 2 litri da 170 cv deve fare i conti con gli oltre 19 quintali da spostare, ma se la cava bene grazie alla coppia robusta (350 Nm a 1.500 giri/min) e ai 9 rapporti del cambio, anche se per innestare la nona e ottava occorre superare i 100 km/h viaggiando poi a regimi davvero minimi, a tutto beneficio di silenziosità e consumi. Il valore è la versatilità Una Jeep, il simbolo stesso del fuoristrada e dell’auto a ruote alte, può far parte di una flotta? Ovvio che sì. Per il prestigio del marchio, per i valori residui destinati a crescere, ma soprattutto per la qualità del prodotto, sia quella percepita sia quella tecnica data dalla dotazione di sicurezza e dai sofisticati sistemi di trazione per offrire, grazie anche allo spazio interno, una varietà di utilizzo davvero unica.

Jeep Cherokee 2.0 MJT II 4WD Limited 170 CV Dati tecnici e per l’impiego aziendale cilindrata 1.956 cc potenza 170 CV lungh./largh./alt. 4,62 x 1,86 x 1,67 m peso n.d. accelerazione 10,3” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 192 km/h cambio automatico a 9 rapporti trasmissione integrale costo di esercizio al km (*) 0,49

consumo medio 17,2 km/litro capacità di carico da 591 a 1.267 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislittamento SI (*) percorrenza annua 30.000 km

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People

di Marco Di Pietro

Sicurezza ed easy service per i clienti delle flotte

Continental è un grande Gruppo internazionale che opera nel mercato dell’Automotive, noto soprattutto per la produzione di pneumatici. Ma non solo: è infatti il terzo produttore di componentistica al mondo. Cinque sono le linee di business del Gruppo: Chassis & Safety, Powertrain, Interior, Rubber e ContiTech. Nel settore degli pneumatici raggiunge una quota in Europa di oltre il 30% nel mercato del “primo equipaggiamento”: ciò significa che più di una vettura nuova su tre prodotta nel Vecchio Continente esce di fabbrica equipaggiata con “scarpe” Continental. Anche nel mercato del “replacement”, cioè quello delle gomme che vengono montate in sostituzione dopo il consumo su strada, il Gruppo Continental ha una quota importante, che è andata crescendo negli ultimi anni. Occorre precisare che il mercato del replacement è “atomizzato”, ovvero in questo ambito operano una miriade di costruttori, molti dei quali offrono prodotti di fascia più economica rispetto alle major del mercato. Anche il Gruppo Continental dispone di marchi di “seconda fascia” che però, a differenza della maggior parte dei concorrenti, si avvalgono della grande capacità progettuale

Alessandro Cerutti, Direttore Commerciale PLT Continental e Consigliere Delegato di FSC, illustra a CarFleet il modello di business del Gruppo leader nelle flotte aziendali. e tecnologica di Continental: Uniroyal, Barum, General Tire, Semperit, Matador, Viking e Sportiva. Ma qual è il posizionamento di Continental nelle flotte aziendali? Per scoprire quali sono le strategie del Gruppo tedesco, CarFleet ha intervistato Alessandro Cerutti, il direttore commerciale della Business Unit Passenger & Light Truck Tyre Replacement, che è anche Commercial Managing Director di FSC, la società, interamente controllata da Continental, che fornisce servizi alle flotte aziendali. “Nel mercato della clientela Business stimiamo di avere in Europa e in Italia una quota di circa il 20%, - esordisce Cerutti – per noi è dunque un mercato strategico, cui dedichiamo molte risorse. Il focus principale è la partnership con le società di noleggio a lungo termine, anche se abbiamo iniziato a lavorare direttamente con le aziende clienti. Il primo punto di contatto con l’utenza business e gli intermediari di noleggio è FSC (Franchising Service Company), che è stata la prima società italiana a sviluppare una rete di vendita di pneumatici

in franchising specializzata sul canale flotte. Si tratta del network più ampio e diffuso sul territorio italiano, con circa 1.200 affiliati. I punti vendita

offrono una professionalità certificata e una gamma completa di prodotti e servizi che ne fanno i fornitori ideali per il fleet manager”. ➔

Alessandro Cerutti, direttore commerciale PLT di Continental e consigliere delegato di FSC

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People

Dovendo descrivere in una parola la strategia di FSC? “Servizio è il termine più adatto: al noleggiatore e ai suoi clienti serve un servizio facile e veloce. Punti vendita presenti sul territorio in modo capillare, per evitare percorrenze inutili nel raggiungimento del punto di assistenza, e ben organizzati nei processi per tagliare drasticamente i tempi d’attesa. La nostra organizzazione ha creato un circuito virtuoso dove la procedura degli appuntamenti è semplificata, il personale è esperto e qualificato, l’attrezzatura è moderna e completa. Il tutto significa anche sicurezza, un tema particolarmente sensibile in tutto ciò che ruota attorno al mondo del lavoro. I 1.200 punti del circuito FSC sono perfettamente in grado di rispondere alle esigenze della clientela, anche nei momenti di picco stagionale, come per esempio quando occorre dotare le auto di pneumatici invernali: è questo il collo di bottiglia peggiore, perché c’è da rispettare una scadenza di data (per quasi tutte le zone del Paese è il 15 di novembre, ndr) e tutti si precipitano all’ultimo giorno, il che rischia di mettere sotto stress il sistema.


People

Il Gruppo Continental ha adottato due strategie per ottimizzare i processi e per risolvere il problema: da una parte svolgiamo una puntuale opera di sensibilizzazione sui partner di noleggio e sui clienti finali, dall’altra abbiamo adottato contromisure sul network dei rivenditori. Che prevedono una migliore organizzazione delle attività, un congruo rifornimento di coperture invernali per garantire la disponibilità immediata di prodotto e, infine, l’offerta di un supporto per permettere alle officine di dotarsi di auto sostitutive. Già oggi le auto disponibili per i clienti sono circa 120, ovvero una ogni 10 punti vendita, un dato che crescerà nel 2015”.

Appartengono alle reti FSC anche i 160 negozi della rete Top Automotive Centre, punti di vera eccellenza qualitativa e di prodotto che distribuiscono prevalentemente pneumatici Continental. Il network FSC si completa con altri 350 punti vendita, anche questi indiretti. Si tratta in gran parte di officine meccaniche che garantiscono ai propri clienti anche il servizio di assistenza sugli pneumatici, oppure di piccoli rivenditori gommisti. Siamo così in grado di rispondere alle esigenze di ogni tipologia di utenza: da chi necessita di prodotti premium Continental, a chi preferisce le altre marche del Gruppo, perché permettono di contenere i costi di esercizio della flotta”.

Prima avevamo accennato al tema della sicurezza: quali sono le competenze di Continental in questo ambito? “Come terzo costruttore mondiale di componentistica per veicoli, stiamo seguendo con estrema attenzione tutti e quattro i mega-trend del mercato automobilistico. Il primo: costruire veicoli sempre più sicuri, ovvero dotati di tutti i sistemi di sicurezza che la tecnologia moderna consente di installare; il secondo: la diffusione di veicoli sempre più intelligenti, cioè in grado di incrementare la sicurezza prevenendo gli incidenti o evitando le situazioni di traffico a rischio; il terzo: l’eco-sostenibilità, ovvero la produzione di dispositivi che regolano e contengono le emissioni di so-

stanze inquinanti e, nel caso degli pneumatici, per esempio, riducono la resistenza al rotolamento, che è motivo di spreco energetico e di produzione di sostanze nocive; il quarto: il progresso deve essere accessibile a tutti, secondo la teoria che ha avuto come primo alfiere Henry Ford. La massima qualità è il punto d’arrivo di Continental, il che si declina, per esempio, in ambito sicurezza, nella massima riduzione degli spazi di frenata, che, infatti, sono al primo posto nella lista degli obiettivi da raggiungere in ciascun tipo di pneumatico innovativo che realizziamo. Ne è un chiaro esempio l’ultima novità di prodotto: il Continental TS 850 P, pneumatico di punta della nostra serie di invernali”. E il grande tema dell’ecologia? “Potrebbe bastare un solo esempio: Continental è l’unico produttore di pneumatici ad avere realizzato uno pneumatico specifico per veicoli elettrici e ibridi (con caratteristiche differenti per entrambi i tipi): il Conti e-Contact. Anche i veicoli a corrente, pur a emissioni zero perché non sono dotati di motore endotermico, producono inquinamento, sebbene in modo indiretto: nelle fabbriche di assemblaggio, nello smaltimento a fine vita e col rotolamento degli pneumatici. Una gomma appositamente realizzata per ridurre al massimo gli attriti può contribuire in modo assolutamente determinante ad abbattere le pur minime emissioni delle auto elettriche”.

Come è composto il network FSC? “La Franchising Service Company nasce dall’integrazione di più network: il nucleo iniziale è stato il circuito Pneus Expert (650 punti vendita), un soft franchising indiretto (significa che i titolari dei punti vendita non acquistano direttamente dal Gruppo Continental, ma dai distributori, ndr) che è nato come progetto di distribuzione del marchio Uniroyal. Pneus Expert si è evoluto spingendo sul comparto del noleggio come canale di vendita di grandi volumi e come sistema di fidelizzazione.

Qui sopra, l’ultima novità Continental negli pneumatici invernali: il TS 850 P. Nella pagina accanto, il Conti e-Contact, unico pneumatico specifico per veicoli elettrici e ibridi.

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di Nicola Desiderio

Mercedes Classe C SW

L’ibrido A pochi mesi dal debutto, la media della Stella si arricchisce dell’attesa variante con il portellone e di altre motorizzazioni tra cui l’ibrida. Consumi ridotti del 20%, prestazioni elevate con un comfort principesco, un comportamento stradale inaspettato e livelli di sicurezza eccellenti. Al debutto anche il Mercedes Connect Me che apre nuovi orizzonti alla gestione del veicolo sia per l’utente sia per le flotte.

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Drive

La Mercedes Classe C Station Wagon completa la gamma della best seller storica di Stoccarda e segna anche l’ingresso di nuove motorizzazioni come l’inedita diesel 1.6 di origine Renault, la AMG con V8 4 litri biturbo e la C 300 Blutec Hybrid oggetto della nostra prova. Le potenze vanno da 116 cv a 510 cv, cinque gli allestimenti (Executive, Sport, Exclusive, Premium e AMG) più il Business dedicato alle flotte con un listino che parte da 36.527 euro. Discendente per discendenza Una Mercedes si riconosce al primo sguardo, soprattutto da quando la Stella ha ritrovato una chiara identità stilistica e la Classe C ne ha tutti i tratti tipici come la calandra prominente e la linea laterale discendente che, insieme alla coda tondeggiante, danno ai 4,70 metri della Classe C Station Wagon slancio e prestigio. Ottima anche l’aerodinamica (cx di 0,27) che conferma il ruolo di leader di Mercedes in questo campo. Italiana ed anallergica dentro Eleganza tutta italiana per l’abitacolo, disegnato presso il centro stile che Mercedes ha a Como dal 1998. Raffinate le forme e pregiati i materiali con una mescolanza di plastica morbida, pelle, nero lucido e metallo satinato con modanature in legno di vario tipo. Un cocktail davvero indovinato che rispetta la salute, grazie al vaglio dell’ECARF che certifica l’anallergicità degli

abitacoli delle Mercedes. Altrettanto ben studiata è l’ergonomia. Il Comand Online si manovra attraverso la voce, lo schermo da 8,4 pollici e il touchpad che sormonta la manopola sul tunnel, è invece il navigatore a dire alla climatizzazione di inserire il ricircolo prima di ogni galleria. Al debutto assoluto il Mercedes Connect Me, la piattaforma telematica che consente di controllare a distanza, tramite un’app, la posizione della vettura, dove si può arrivare con il carburante presente nel serbatoio, il bloccaggio delle portiere, la programmazione del climatizzatore e anche la telediagnosi, controllare lo stato manutentivo, gestire guasti e incidenti e infine chiamare automaticamente i soccorsi. Insomma lo strumento ideale per la gestione della flotta, con possibilità di

espansione ulteriore. Di livello assoluto la dotazione di sicurezza, con 6 sensori radar e una telecamera stereoscopica a guidare le operazioni: la Classe C frena, accelera e sterza persino da sola in città, fornendo correzioni al volante e agisce persino sui freni in caso di superamento accidentale delle linee di carreggiata. Sontuoso il vano di carico e dotato di telo che si apre e chiude elettricamente in sincronia con il portellone oltre che di sistema di sblocco one-touch dello schienale 40/20/40, per passare progressivamente da 490 a 1.510 litri per caricare quello che si vuole in sicurezza. La Classe C è infatti l’unica auto del proprio segmento dotata di sospensioni pneumatiche che mantengono l’assetto ideale indipendentemente dal carico. ➔

viaggia a gasolio

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D’alluminio a metà La Mercedes Classe C è basata sulla piattaforma MRA (Mercedes Rear-wheel Architecture) destinata a tutte le berline della Stella a trazione posteriore. Grazie alla scocca per il 49% in alluminio, il peso è diminuito di 65 kg. La gamma motori, tutti turbo ad iniezione diretta, prevede un 1,6 litri da 156 cv, un 2 litri da 184 cv o 211 cv e un V6 3 litri biturbo da 333 cv con cambio automatico a 7 rapporti e trazione integrale, di serie anche sulla C 250 Bluetec con il diesel 2,1 litri biturbo da 204 cv. Ci sono anche una versione da 170 cv e un 1,6 litri di origine Renault da 116 cv o 136 cv. Tutti i motori a gasolio sono equipaggiati di filtro SCR, anche la C 300 Bluetec Hybrid che mette insieme il già citato 2.1 della C250 con un elettrico da 27 cv. Il suo compito è di operare lo stop&start, recuperare l’energia in rilascio e frenata inviandola alla piccola batteria al litio – solo 0,8 kWh –, far veleggiare la vettura fino a 140 km/h, spingerla a bassa velocità e agevolare lo spunto. E in arrivo c’è anche la C350 ibrida plug-in. Fuoriquota il V8 4 litri biturbo della C 63 AMG da 476 cv o 510 cv per la S. La Stella del divertimento Da una Mercedes ci si aspetta comfort, sicurezza… eppure bastano un paio di

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Mercedes C300 Bluetec Hybrid SW 231 CV Automatica Dati tecnici e per l’impiego aziendale cilindrata 2.143 cc potenza 204 + 27 CV lungh./largh./alt. 4,70 x 1,81 x 1,46 m peso 1.765 kg accelerazione 6,7” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 238 km/h cambio automatico a 7 rapporti trasmissione posteriore costo di esercizio al km (*) 0,52

curve per capire che questa Classe C va oltre e fa divertire grazie a un assetto indovinato e ad uno sterzo diretto e preciso. Con l’Agility Control si può scegliere lo stile di guida (Eco, Comfort, Sport e Sport+) e l’aiuto del motore elettrico si avverte soprattutto allo spunto prima che il 4 cilindri scateni i suoi 500 Nm, garanzia di una spinta sempre efficace, mentre per marciare a emissioni zero bisogna avere il piede leggerissimo. Ne viene fuori un’auto che sa andare forte (238 km/h, 0-100 km/h in 6,7 s.) e fa viaggiare sempre ben riposati, ma anche parca come nessun’altra della sua categoria (3,8 litri/100 km, 99 g/km di CO2).

consumo medio 26,3 km/litro capacità di carico da 490 a 1.510 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislittamento SI (*) percorrenza annua 30.000 km

Se non lei, quale altra? La Mercedes Classe C Station Wagon è senza dubbio l’auto perfetta per le flotte, oggi più che mai. Resta invece da valutare se investire di più spendere per la ibrida rispetto alla C250 a gasolio. Sicuramente la ibrida è molto adatta se si viaggia da una città all’altra potendo, quindi, contare sull’efficacia del doppio motore nel traffico urbano e sull’esenzione sia dai divieti di circolazione sia dal pagamento dei parcheggi entro le strisce blu.



News on the road

di Nicola Desiderio

Alfa Romeo Giulietta Sprint: doppiamente mito Giulietta Sprint è il ritorno di un binomio glorioso ed è l’ultima versione della compatta del Biscione che si rifà idealmente all’omonimo modello del 1954 celebrandone i 60 anni. La nuova Giulietta Sprint si riconosce dall’estrattore posteriore con terminali di scarico maggiorati, dalle minigonne laterali, i cerchi Sprint da 17”, i vetri posteriori oscurati e le finiture in tinta antracite. I sedili sono rivestiti in tessuto e Alcantara con cuciture rosse, plancia e pannelli hanno modanature tipo carbonio e si sommano agli aggiornamenti recentemente apportati in gamma. L’allestimento Sprint è disponibile su tutti i motori, con potenze fino a 240 cv, con l’esclusione dell’1.4 da 105 cv e 120 cv mentre si aggiunge il nuovo 1.4 Multiair turbo da 150 cv (210 km/h, 0-100 km/h in 8,2 s.). La gamma Giulietta parte da 19.300 euro. Per flotte sportivamente romantiche. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Audi A6: ammiraglia per tecnologia La A6 si aggiorna nei gruppi ottici, optional a matrice di Led, strumentazione Virtual Cockpit, sistema MMI più avanzato, motori più potenti ed efficienti in media del 22% con nuovi cambi. Tre le unità a benzina con potenza da 190 cv a 333 cv più il V8 biturbo 4 litri da 450 cv della S6 e da 560 cv della RS6 Avant (305 km/h, 0-100 km/h in 3,9 s.); cinque i diesel, da 150 cv a 326 cv. La trazione è anteriore o integrale, 3 i tipi di cambio (manuale a 6 rapporti, automatico a 8 rapporti e S Tronic doppia frizione a 7 rapporti). Due le versioni Ultra: 1.8 TFSI e 2.0 TDI (4,2 litri/100 km, 109 g/km di CO2) che ha sospensioni con molle in fibra di vetro per ridurre il peso. Rinnovata anche la variante Allroad e disponibili anche i pacchetti Business e Business Plus con un vantaggio cliente rispettivamente del 36% e 48%. Da 43.100 euro. Alta di gamma, lunga di noleggio. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

BMW Serie 2 Active Tourer: monovolume sportiva La BMW Serie 2 Active Tourer è il primo monovolume del marchio bavarese. Ha trazione anteriore, condivide la piattaforma UKL della Mini ed ha dimensioni compatte (4,34 metri), ottima aerodinamica (cx di 0,26) e ampio bagagliaio (468-1.510 litri) dotato di portellone elettrico automatico. La dotazione di sicurezza comprende frenata autonoma e assistente alla guida in colonna mentre nel pacchetto ConnectedDrive sono inclusi la chiamata d’emergenza e altri servizi di mobilità avanzati. I motori a benzina sono il 3 cilindri 1.5 da 136 cv il 2 litri da 231 cv (240 km/h, 0-100 km/h in 6,6 s.), quelli a gasolio hanno cilindrate analoghe rispettivamente da 116 cv (3,9 litri/100 km pari a 102 g/km di CO2) oppure da 150 cv e 190 cv. Per tutti è disponibile il cambio automatico, a 6 o 8 rapporti, per quelli di punta anche la trazione integrale. Da 26.950 euro. A cavallo dei due noleggi. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

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Future

Fiat 500X: il crossover di famiglia La 500X completa la famiglia 500 con un crossover lungo 4,25 metri prodotto a Melfi insieme alla Jeep Renegade e che sarà venduto in oltre 100 paesi. Stile inconfondibile e abitacolo personale, la 500X offre numerose personalizzazioni, un vano bagagli da 350 a 1.000 litri, un’elettronica di bordo avanzata e una dotazione di sicurezza al vertice della propria classe. Ampia anche la scelta dei motori. Al lancio ci sono l’1.4 turbo da 140 cv, l’1.6 aspirato da 110 cv e i diesel 1.6 da 120 cv e 2 litri da 140 cv con trazione integrale (a controllo elettronico regolabile su 3 posizioni) e cambio automatico a 9 rapporti di serie. Più avanti ci saranno l’1.4 da 170 cv con cambio a doppia frizione, l’1.3 a gasolio da 95 cv e un 2.4 da 187 cv. Due le linee in gamma: City Look con 3 allestimenti e Off-Road Look con 2 varianti e prezzi a partire da 17.500 euro. Un jolly prezioso. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Jaguar XE: alla disfida delle medie Il marchio inglese punta il segmento delle medie premium e il mercato flotte con la XE, berlina a trazione posteriore lunga 4,67 metri con scocca in alluminio. È la Jaguar più aerodinamica di sempre (cx di 0,26), offre un abitacolo elegante con ampia scelta di colori e materiali, ha un bagagliaio da 455 litri ampliabile e sicurezza avanzata che sfrutta la telecamera stereoscopica e sensori radar. Esclusivi l’ASPC per marciare sui fondi scivolosi e le sospensioni posteriori Integral Link mentre il sistema InConnect consente di comandare a distanza portiere e climatizzazione. Al lancio in giugno ci saranno il V6 3 sovralimentato da 340 cv (0-100 km/h in 5,1 s.) e l’inedito diesel 2 litri da 180 cv cui seguirà una variante da 163 cv che dichiara 3,8 litri/100 km pari a 99 g/km di CO2 e un turbo benzina da 200 cv o 240 cv. A partire da 37.750 euro. La sua preda sono le aziende. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Kia Venga: tanto spazio, più look Il piccolo monovolume coreano si dà qualche colpo di cesello dopo 5 anni e 150mila unità prodotte presentando un nuovo frontale, con calandra e presa d’aria diverse, Led per le luci diurne e i fari posteriori, cerchi ridisegnati e interni rinnovati con una plancia che accoglie ora al centro un sistema infotelematico, dotato di processore più veloce, schermo da 7 pollici e retrocamera. Già note le 6 motorizzazioni disponibili, aggiornate per l’omologazione Euro 6 e per essere più efficienti. Tra i benzina l’1.4 da 90 cv (anche in versione bi-fuel GPL) con cambio a 5 rapporti cui si aggiungono i diesel di pari cilindrata da 77 cv o 90 cv più l’1,6 litri da 128 cv, tutti con trasmissione a 6 rapporti. Rimangono al vertice la disponibilità di spazio per i passeggeri e la capacità del bagagliaio (440-1.486 litri) per un’auto che supera di poco i 4 metri. Rent a small mpv. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

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News on the road

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Lancia Ypsilon Elle: la cittadina di moda Lancia Ypsilon diventa glamour con la versione Elle, realizzata in collaborazione con la nota rivista femminile e indirizzata a quello che è da sempre il pubblico d’elezione della piccola torinese. La Ypsilon Elle propone vernici, materiali, tessuti e finiture esclusive improntati alla tinta Cipria (anche con carrozzeria bicolore) in associazione a fragranze profumate e ad una collezione di accessori di moda in Alcantara. La dotazione comprende climatizzatore automatico, specchietti elettrici, audio con comandi al volante e sistema Blue&Me. Color Cipria anche per i cerchi diamantati, le pelli e l’Alcantara utilizzate per i rivestimenti interni. La Ypsilon Elle parte da 16.550 euro ed è disponibile con l’1.2 da 69 cv (anche GPL), il bicilindrico 900 Twinair da 85 cv (anche con cambio robotizzato o a Metano da 80 cv) e diesel 1.3 da 95 cv. Rent metropolitano e di tendenza. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Mazda6: efficienza evolutiva La Mazda6 diventa ancora più efficiente grazie ad aggiornamenti che riguardano il diesel Euro 6 di 2,2 litri Skyactiv da 150 cv il cui consumo medio passa da 4,2 a 3,9 litri/100 km e le emissioni di CO2 si abbassano da 108 a 104 g/km. Tali valori riguardano la berlina mentre per la station wagon si passa da 4,4 litri/100 km e 110 g/km di CO2 rispettivamente a 4,2 e 108. Il tutto lasciando inalterate sia le prestazioni sia i dati di omologazione delle altre motorizzazioni in gamma: a benzina 2 litri da 165 cv e 2,5 litri da 192 cv, diesel 2.2 da 175 cv, quest’ultime due con cambio automatico di serie, a richiesta sulla già citata versione da 150 cv. Nel corso del 2015 sono previsti aggiornamenti estetici, a sospensioni e insonorizzazione e inoltre una dotazione di sicurezza ancora più ricca che comprende anche i fari a Led adattativi. Una media per il lungo. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Mini 5 porte: quella che non c’era La Mini ha ora anche l’inedita variante con carrozzeria 5 porte, più lunga di 72 mm rispetto alla 3 porte arrivando così alla soglia dei 4 metri per offrire più spazio a passeggeri e bagagli (287941 litri). Identici lo stile, le dotazioni, ma soprattutto il carattere, dato dalle immense possibilità di personalizzazione, dal kart feeling e infine da motorizzazioni moderne ed efficienti. I 3 cilindri sono gli 1.2 da 102 cv e 1.5 da 136 cv e il diesel di pari cilindrata da 116 cv o 95 cv che dichiara 3,5 litri/100 km pari a 92 g/km di CO2. I 4 cilindri 2 litri sono il diesel da 170 cv e il benzina da 192 cv della Cooper S (232 km/h, 0-100 km/h in 6,8 s.). Disponibile in optional il cambio automatico. Parte da 21.500 euro con ben 8 allestimenti, 2 dei quali (Business e Business XL) dedicati alle flotte con un vantaggio cliente del 19-23%. Si allunga anche di noleggio. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

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Opel Insignia: diesel 2 litri tutto nuovo Anno nuovo e cuore nuovo per la Opel Insignia che per il 2015 si dota di un inedito diesel 2 litri da 170 cv che sostituisce il precedente da 165 cv (+5%), assicurando una coppia di 400 Nm (+14%) con un’erogazione più favorevole e soprattutto livelli di silenziosità e vibrazioni al vertice della sua classe. Sviluppato nel centro GM Powertrain di Torino, il nuovo 4 cilindri ha la turbina (con variazione della geometria a comando elettrico) e l’EGR raffreddati ad acqua, l’impianto di iniezione a 2.000 bar e fino a 10 immissioni per ciclo, controalberi di equilibratura in alluminio e sistema SCR con additivo AdBlue a base di urea grazie al quale gli ossidi d’azoto nocivi si scompongono in azoto e vapore acqueo, entrambi innocui. Il nuovo diesel 2 litri GM è ovviamente omologato Euro6 e sarà montato anche sul monovolume Zafira Tourer. Noleggio lungo e confortevole. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Range Rover e Sport: ancora più in alto Le Range Rover e Range Rover Sport si migliorano ulteriormente adottando l’head-up display, motori più efficienti e, per la prima volta, il nuovo sistema di controllo della trazione integrale All Terrain Progress Control che consente di impostare la velocità in fuoristrada tra 1,8 e 30 km/h garantendo un controllo del mezzo ulteriormente migliorato. Novità anche per i motori: il V6 3 litri diesel è ora monoturbo, eroga sempre 249 cv ma consuma l’8-6% in meno fissando i valori di omologazione sotto i 7 litri/100 km mentre il biturbo passa a 306 cv con una coppia di 700 Nm e vanta consumi inferiori del 7%. Anche il pari cilindrata a benzina da 340 cv lima la propria sete del 2%. Ci sono anche nuove tinte come lo Yulong White per la Range Rover e il Kaikoura Stone per la Sport, per entrambe è ora disponibile il tetto panoramico con tendina elettrica. Flotta imperiale. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Renault Espace: da monovolume a crossover L’antesignana di tutti i monovolume diventa crossover, con uno stile filante (cx 0,30) e sofisticato, parabrezza panoramico da 2,8 mq e tecnologia all’avanguardia a cominciare dai fari a Led e dalla plancia di tipo aeronautico, con leva del cambio a cloche e schermo da 8,7 pollici del sistema infotelematico posizionato verticalmente. Basata sul nuovo pianale CMF, è lunga 4,85 metri, pesa 250 kg in meno – grazie a parti in alluminio e materiale plastico – e ha abitacolo a 5 o 7 posti con bagagliaio fino a 2.040 litri e sedili a sbloccaggio elettrico. Il sistema Multi Sense consente di adattare la risposta di sospensioni, sistema a 4 ruote sterzanti, sonorità, atmosfera luminosa e il cambio EDC a doppia frizione. Tre i motori da 1,6 litri: diesel da 130 cv con trasmissione manuale, biturbo da 160 cv con EDC a 6 rapporti e a benzina da 200 cv con EDC a 7 rapporti. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

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Smart Fortwo: due posti prenotati Terzo atto per la piccola di casa Daimler, ancora a trazione posteriore e stavolta frutto di un progetto congiunto con Renault. Lunga sempre 2,69 metri, la Fortwo è più larga di 10 cm, vanta un diametro di sterzata in soli 6,95 metri, mantiene il portellone posteriore con ribaltina e può utilizzare lo smartphone come sistema di bordo. Per la sicurezza: 5 airbag, avviso per la distanza di sicurezza e sistemi contro il superamento involontario della carreggiata e i colpi di vento laterali. Due i motori 3 cilindri: mille da 60 cv o 71 cv e 900 turbo da 90 cv, con cambio manuale a 5 rapporti o doppia frizione a 6 rapporti. Cinque gli allestimenti (Youngster, Sport Edition 1, Passion, Proxy e Prime) a partire da 11.990 euro con assicurazione furto e incendio e supervalutazione per gli smartisti di un centesimo per ogni km percorso al valore di Eurotax blu. Car sharing per elezione. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Volkswagen Passat GTE: ibrida plug-in da flotta La Volkswagen Passat si appresta a completare la propria gamma nella seconda metà del 2015 con l’inedita versione ibrida plug-in, la prima disponibile sia con carrozzeria berlina sia station wagon. Il sistema è composto da un 1,4 litri TFSI da 156 cv e un motore elettrico da 85 kW integrato nella trasmissione DSG a 6 rapporti per un totale di 218 cv e 400 Nm. La batteria agli ioni di litio ha una capacità di 9,9 kWh, si ricarica in un tempo massimo di 4 ore e 15 minuti e consente di marciare a emissioni zero per 50 km/h e fino a 130 km/h. Strabiliante il rapporto tra prestazioni (220 km/h, 0-100 km/h in 8 s.) e consumi: 2 litri/100 km pari a 45 g/km di CO2. Adattate la strumentazione e il sistema di infomobilità che consente, attraverso una app, di monitorare e programmare a distanza sia il processo di ricarica sia l’attivazione del climatizzatore. Responsabilità di flotta. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Volvo XC90: il ritorno del SUV in grande La nuova XC90 è basata sulla nuova piattaforma modulare SPA, è lunga 4,95 metri e ha abitacolo a 5 o 7 posti con bagagliaio fino a 1.947 litri. All’avanguardia l’ergonomia con comandi tutti su schermo verticale da 9 pollici, e la sicurezza con il City Safety che evita tamponamenti e vede pedoni e ciclisti, di giorno e di notte. Novità assolute: le cinture che proteggono meglio in caso di uscita di strada e la frenata automatica agli incroci. Tutte 4 cilindri 2 litri le motorizzazioni con cambio automatico a 8 rapporti di serie: D5 da 225 cv, T6 da 320 cv e T8 Twin Engine ibrida plug-in da 400 cv che assicura 40 km in elettrico, consumi di 2,7 litri/100 km (64 g/km di CO2) e uno 0-100 km/h in 6,4 s. In arrivo la D4 da 190 cv e la T5 da 254 cv. Da 56.350 euro in 4 allestimenti (Kinetik, Momentum, Inscription e R-Design) e pacchetto Business con vantaggio cliente del 25%. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

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di Francesca Carli

Non solo futuro

C’è Automotoretrò, che si terrà presso il Lingotto Fiere di Torino dal 13 al 15 febbraio 2015, è il primo salone in Italia dedicato al motorismo d’epoca. Nato nel 1983 come esposizione delle migliori rappresentanze di auto, moto e barche d’epoca, l’evento - oltre a diffondere la cultura del motorismo d’epoca tra i suoi visitatori ha promosso fin da subito il collezionismo privato e le attività commerciali. La Fiera oggi conta oltre mille espositori e un flusso in costante crescita di visitatori provenienti da tutta Europa (ben 52mila nell’ultima edizione). Un’edizione ricca di festeggiamenti Ad affiancare Automotoretrò ci sarà, per la gioia degli appassionati, Automotoracing. Motori d’epoca e macchine da corsa: gli organizzatori sanno che sia gli operatori che gli appassionati del settore rappresentano un pubblico fortemente eterogeneo e trasversale, capace di apprezzare il mondo dell’automotive da più punti di vista. Diversi gli anniversari e le occasioni che saranno celebrati durante la tre giorni torinese: si parte dai compleanni della Fiat 600, icona del boom economico prodotta dal 1955 al 1969 e della Citroën Ds che festeggia i suoi sessant’anni. Novanta, invece, sono gli anni compiuti della piccola casa automobilistica torinese Moretti, che

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Auto

verrà celebrata in collaborazione con il club svizzero International Moretti Day. Ma non è tutto: grande protagonista di Automotoretrò - con ben due significative ricorrenze - sarà Alfa Romeo, che nel 2015 festeggia il centenario del proprio nome e i sessant’anni della Giulietta (presentata per la prima volta al Salone dell'Automobile di Torino del 1955). Sessanta anche gli anni celebrati da Autobianchi, che festeggerà inoltre i 30 anni della sua Y10 (ultima produzione dalla casa automobilistica meneghina, prima del passaggio al gruppo Fiat). “Grazie alle iniziative in programma, - sottolinea Beppe Gianoglio, organizzatore di Automotoretrò - che vanno dalle celebrazioni degli anniversari, alle dimostrazioni che si svolgeranno nell’area esterna, il nostro obiettivo è quello di coinvolgere un pubblico sempre più numeroso ed eterogeneo, proponendo un viaggio nel motorismo storico, e trasmettendo l’adrenalina delle gare in pista”. Non solo adrenalina, ma anche un pizzico di romanticismo: nel giorno di San Valentino verranno proposte iniziative dedicate alle coppie di innamorati, che potranno scattare una speciale foto ricordo con le auto esposte e condividerla sui canali social dedicati di Automotoretrò e Automotoracing. ➔


Together

motoretrò

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Together

La storia di Automotoretrò Automotoretrò nasce a Torino con l’intento di incentivare il collezionismo privato e il commercio del settore, oltre a diffondere la cultura motoristica nei visitatori. L’iniziativa partì da quattro soci della Scuderia Rododendri: Marcello Delfini e Nino Chiesa, titolari del negozio Magazzini dell’Auto (un vero e proprio punto di riferimento per gli appassionati di tutta Italia), l’esperto di auto d’epoca Walter Candela e Beppe Gianoglio, il quale ancora oggi cura in prima persona l’organizzazione dell’evento. La prima edizione, inaugurata il 9 settembre 1983, ebbe luogo al Palazzo del Lavoro: ospitata su 11mila metri quadri di superficie espositiva, la fiera riscontrò subito un successo tale che si rese necessario - per la successiva edizione - lo spostamento a Torino Esposizioni, per lunghi anni sede storica del Salone dell’Auto (che nel frattempo era stato trasferito a Lingotto Fiere).

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Erano i primi anni ‘80 e il collezionismo motoristico era cosa per pochi appassionati: un interesse di nicchia, seguito da un gruppo sparuto di amatori, raccolti intorno a un numero di club che poteva contarsi sulle dita di una mano. In oltre trent’anni Automotoretrò si è imposto come punto di riferimento di un movimento in costante crescita: i soci ASI, per esempio, sono passati da poche centinaia agli oltre centomila di oggi (con oltre 130mila auto e 45mila moto certificate). Nel 2000 Automotoretrò si sposta al Lingotto: 30mila metri quadri per dare maggior spazio agli espositori e ospitare eventi di ancora più ampio risalto. Motorismo d’epoca, che passione! Negli anni i settori espositivi della rassegna sono cresciuti di numero e d’importanza, come anche i club di appassionati sparsi in tutto il territorio italiano. Anche il commercio di auto e moto ha visto un’espansione significativa:

il numero di operatori presenti in fiera è in costante crescita, così come lo è la quantità di vendite che qui si conclude positivamente. Automotoretrò rappresenta infatti un appuntamento autorevole anche dal punto di vista delle compravendite: di fatto, è qui che si apre la stagione commerciale, luogo deputato alla conclusione di ottimi affari per tutti i collezionisti europei. Non solo, un’ampia area espositiva che occupa interamente il terzo padiglione è per tradizione dedicata al commercio minore che ruota intorno al mondo del collezionismo. L’intera fiera, così strutturata, risulta un’entusiasmante esposizione di autoveicoli, motociclette, autocarri, camion, mezzi speciali e da competizione appartenenti a tutte le epoche, affiancati da accessori, ricambi, modellini, libri e riviste specializzate, abbigliamento e curiosità… un tuffo in una vera e propria cultura ricca di fascino che, anche nel 2015, saprà certamente coinvolgere gli amanti del settore e affascinare anche i visitatori più “profani”.



Profit

di Alessandro Palumbo

La Capitale Automobile

Cars Lo scorso 24 ottobre si è tenuta presso l’Auditorium del Massimo a Roma la nona edizione del summit “La Capitale Automobile Cars”, il convegno organizzato da Fleet&Mobility nel quale si discute ogni anno sul mercato dell’auto e sulle prospettive per il futuro. Il convegno ha visto la presenza come speaker di esponenti di rilievo di Case automobilistiche, di concessionari, di società di noleggio e di associazioni di categoria. Tra i diversi argomenti trattati durante i lavori riportiamo nelle seguenti righe due studi di particolare interesse realizzati dal Centro Studi Fleet&Mobility. Quante macchine circoleranno in futuro? Il crollo della domanda di auto nuove sembra essersi arrestato. È il momento di capire come è potuto succedere che in pochi anni il mercato sia passato da circa 2,2 milioni a 1,3. La crisi strutturale che il Paese attraversa è stata il fattore scatenante e anche la causa di una buona parte della contrazione della domanda. Ma sicuramente non l’unica.

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Ci sono cambiamenti nelle forme di mobilità, in parte forzati da fattori limitanti (quali la pressione fiscale sull’automobile, la viabilità insufficiente e difficile, la scarsità di parcheggi e il divieto di accesso ai centri urbani) e in parte esogeni, indotti da stili di vita meglio serviti da sistemi di mobilità diversi (treni e aerei low cost per il medio raggio, scooter, car sharing e biciclette nelle metropoli). Ma soprattutto, va osservata la dotazione degli italiani di automobili e la sua evoluzione nell’arco di 35 anni, per formulare un’ipotesi realistica sul quinquennio 2015/2019. Fino al primo decennio del nuovo secolo, il parco auto circolante è sempre aumentato. Gli italiani immatricolavano più macchine di quelle che rottamavano e radiavano. Segno che c’era una domanda di avere sulle strade più auto-

Analisi parco circolante 40 anni

mobili di quelle che c’erano. Negli ultimi anni il trend si è esaurito e non ci sono segnali di crescita del parco. Gli italiani stanno bene con quasi 37 milioni di auto in circolazione. E non intendono aumentarle. Siamo in una fase nuova: il parco circolante è stabile con una lieve tendenza al ribasso, intorno all’1%. Azzardato ipotizzare un calo maggiore, legato a fattori ancora fluidi o troppo nuovi, come il car sharing. Comunque la domanda di nuove auto deriverà dal bisogno di sostituire una parte di quelle in circolazione. Nella prima metà del decennio sono state targate circa 7,8 milioni di nuove auto, proiettando una media di 1.560.000 all’anno nei prossimi 5 anni. È un trend possibile, che dipende dai seguenti fattori: 1. La percezione delle famiglie

che il Paese ha intrapreso un cambiamento strutturale che lo porterà di nuovo a crescere; 2. L’equilibrio del sistema bancario, che consentirà politiche più espansive di credito al consumo; 3. La percezione di obsolescenza delle auto in circolazione, basata sull’introduzione di innovazioni forti e tangibili in materia di sicurezza e di connettività. Come è stato il passaggio alle marmitte catalitiche ovvero lo schermo piatto dei televisori. Auto premium vs generaliste L’Italia non versa certo in una situazione felice. Quasi tutti i settori soffrono. E quello automobilistico, riguardando come l’edilizia beni ad elevato investimento, versa in una situazione peggiore rispetto agli altri, tanto che siamo ritornati ai livelli di immatricolazione del 1979.

Fonte: Centro Studi Fleet&Mobility


Profit

Composizione domanda auto nuove 1980/2019 (medie annue decenni)

Ma la cosa interessante è che è proprio la domanda di auto di massa ad aver subito il tracollo più forte. Quasi tutta la caduta del mercato auto degli ultimi anni è stato determinato dal dimezzamento in valore delle vendite dei prodotti di massa, mentre quelli premium hanno perso “appena” un quinto del business. È quanto emerge da un’analisi del Centro Studi Fleet&Mobility, che misura dal 2006 il mercato auto in termini di valore, partendo dalle immatricolazioni. Le vendite di marche premium (Audi, BMW, Mini, Mercedes, Smart, Lexus, Jeep, Jaguar, Land Rover, Abarth, Aston Martin, Bentley, Cadillac, Hummer, Lamborghini, Infiniti, Lotus, Maserati, Porsche, Rolls Royce, Saab, Tesla, Volvo, Martin Motors, McLaren e Ferrari), a cui vanno aggiunti alcuni modelli premium di marchi generalisti (Fiat 500, Opel Adam, Nissan

Juke e Lancia Y), sono passate da 14.067 milioni di euro nel 2007 a 11.233, con una flessione del 20%, tutto sommato accettabile, considerato il periodo di forte crisi dell’economia. Tutto il resto del mercato invece è crollato del 53%, passando dai 37.001 milioni di euro di vendite del 2007 ai 17.248 del 2013. Questi numeri mettono in evidenza alcuni fenomeni significativi del mercato italiano delle auto nuove. In primo luogo è chiaro che la crisi strutturale di questi anni sta colpendo le fasce medio-basse della popolazione. Quelle per-

Fonte: Centro Studi Fleet&Mobility

sone che nel decennio scorso riuscivano comunque a inserire tra i loro acquisti anche un’auto nuova, e che in questi anni fanno fatica, sia a sostenere la spesa sia ad accedere al finanziamento necessario. Inoltre, sembra difficile sostenere che in tempi di crisi gli automobilisti si siano rivolti di più a prodotti “value for money”, ossia quelli che a fronte di una buona qualità (spesso ottima) chiedono un prezzo che oscilla dal ragionevole al molto conveniente. I prodotti premium, che offrono una qualità decisamente ec-

cellente, ma soprattutto un look accattivante, di tendenza, hanno mantenuto la franchisee di clientela decisamente meglio. Anzi, incrociando i valori di spesa per auto premium con le relative immatricolazioni, si scopre che queste dal 2007 sono calate appena del 3,8% (quelle di massa del 56%), mentre il valore medio a listino di queste vetture è diminuito del 17%: segno che gli italiani hanno scelto macchine premium anche quando acquistavano un’utilitaria. Insomma, a un po’ di lusso non si rinuncia. Questo atteggiamento non è stato riscontrato in altri comparti dei consumi (ad esempio, quando l’entrata dell’euro alzò i prezzi della ristorazione, gli italiani abbandonarono i ristoranti in favore delle pizzerie), a significare che nell’acquisto di auto giocano delle logiche particolari.”

Fonte: Centro Studi Fleet&Mobility

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di Nicola Desiderio

Citroën C4 Cactus alle origini dell’originalità La Citroën C4 Cactus è la nuova proposta del Double Chevron per il segmento C, anche se la sua carta d’identità non la colloca all’interno di alcuna definizione. Di fatto, affianca la già nota C4 e si propone con un listino che parte da 14.950 euro articolandosi in 3 allestimenti (Live, Feel e Shine), cui se ne aggiungono altri due (Feel Edition e Shine Edition) di lancio, e motorizzazioni a 3 e 4 cilindri con potenze che vanno da 75 cv a 110 cv, accoppiate a cambi meccanici e robotizzati, come nel caso della versione con il diesel 1.6 da 92 cv oggetto della nostra prova. Posizionarsi tra le righe La C4 Cactus è lunga 4,16 metri e sembra quasi un crossover con le barre portatutto e le protezioni, ma in altezza sta sotto il metro e mezzo. Ha i fari anteriori sdoppiati e le luci posteriori inglobate nello scudo paracolpi, ma l’elemento maggiormente caratterizzante sono gli airbump, i cuscini di gomma che proteggono le portiere e sono disponibili in 4 colori (nero, grigio, cioccolato e sabbia) in abbinamento a 10 tinte per la carrozzeria a 21 personalizzazioni diverse per l’abitacolo. Da segnalare anche il profilo scuro che

La francese punta a distinguersi nel segmento C con un prodotto personale che ricorda nello spirito il minimalismo della 2 CV, ma offre tecnologie esclusive come l’airbag sul tetto e gli airbump e, a dimensioni esterne contenute, oppone un’abitabilità generosa e un peso ridotto di ben 200 kg. Un’auto che somiglia solo a se stessa, proprio come deve essere una Citroën. unisce la finestratura laterale e il lunotto, dando al tetto un effetto sospeso e completando uno stile che si odia o si ama. Tutto in due schermi Altrettanto singolare è l’abitacolo, a cominciare dalla plancia riassunta in due schermi: uno per la strumentazione e uno da 7 pollici a sfioramento per i comandi riducendo quelli “fisici” a 6 pulsanti e una manopola. Il sistema eTouch è completo di chiamata d’emergenza, retrocamera e assistenza al parcheggio, libretto di uso e manutenzione interattivo e il Multicity Connect che consente di trovare il punto di rifornimento più conveniente e ha altre applicazioni come Trip Advisor, Michelin Traffico e Coyote. Gli altri 3 pulsanti sono per il cambio robotizzato, una delle tante originalità insieme alle maniglie porta a cinghia, alla leva del freno a mano a cloche

e ai sedili anteriori a sofà, divisi solo da un bracciolo avvolto nello stesso tessuto. Comodi e ben disposti i vari vani, in particolare quello portaguanti che si apre verso l’alto. Il segreto? L’airbag frontale passeggero non c’è, o – meglio – è sul tetto. La C4 Cactus è la prima auto al mondo ad averlo e consente di avere una plancia meno ingombrante e più spazio utile. Quello davvero non manca, anche dietro, così come per i bagagli, con un vano che va da 358 a 1.197 litri in un sol colpo perché il divano non è frazionabile: una semplificazione per risparmiare peso, così come i vetri posteriori a compasso, gli alzacristalli anteriori non automatici e il tetto panoramico con cristallo isolante privo di tendina parasole. La dotazione di sicurezza fa a meno di sensori e telecamere, ma comprende i sensori di pressione, l’hill assist e i tergicristalli “magic wash” con gli spruzzatori vicini alla spazzola per migliorare la visibilità. ➔


La morbida leggerezza La C4 Cactus è basata sulla piattaforma 1 di Peugeot-Citroën e pesa ben 200 kg in meno rispetto alla C4, grazie anche al cofano e alle traverse in alluminio, alla filosofia costruttiva basata sulla semplicità e alla dotazione ridotta, tanto che il peso minimo di 965 kg è invidiabile anche per un’auto di segmento B. L’elemento tecnico di spicco è rappresentato dagli airbump. Si tratta di cuscini in materiale termoplastico che contengono alveoli riempiti d’aria a pressione atmosferica capaci di parare senza graffi gli urti di un carrello della spesa da 30 kg lanciato a 4

km/h, quelli della portiera contro un palo o agenti abrasivi che altrimenti comporterebbero costosi interventi dal carrozziere. I pannelli inoltre possono essere sostituiti facilmente, anche di colore. La gamma motori prevede un 3 cilindri 1.2 a benzina aspirato da 75 cv o 82 cv (anche con cambio robotizzato) e turbo ad iniezione diretta Euro 6 da 110 cv mentre per i diesel 1.6 c’è una versione da 100 cv Euro6 e quella in prova da 92 cv con cambio robotizzato di serie e sistema microibrido alimentato da supercondensatore.

Citroën C4 Cactus 1.6 e-HDi ETG6 92 CV Dati tecnici e per l’impiego aziendale cilindrata 1.560 cc potenza 92 CV lungh./largh./alt. 4,16 x 1,73 x 1,48 m peso 1.055-1.130 kg accelerazione 11,3” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 182 km/h cambio automatico a 6 rapporti trasmissione anteriore costo di esercizio al km (*) 0,31

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consumo medio 28,6 km/litro capacità di carico da 358 a 1.170 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislittamento SI (*) percorrenza annua 30.000 km

L’auto come un jeans La C4 Cactus offre a chi guida un’esperienza particolare, a cominciare dalla seduta quasi “poltronesca”. Il cambio si innesta premendo il pulsante D e i rapporti, se non si vuol lasciare la scelta all’elettronica, si selezionano attraverso le levette dietro al volante, regolabile in altezza. La cosa migliore della francese è il comfort, con un assetto fatto per copiare le sconnessioni, un motore liscio nell’erogare i suoi 230 Nm di coppia a 1.750 giri/min e uno stop&start eccellente che invita a una guida rilassata con consumi effettivi davvero ragguardevoli. Cactus, stile di vita Un’alternativa per il segmento C, con un look stravagante, ma anche tanti solidi motivi come il listino interessante, senza contare il favorevole rapporto tra dimensioni e abitabilità, costi di utilizzo tagliati di quasi il 20%, consumi ed emissioni contenuti e gli airbump che proteggono da quei piccoli danni che preservano l’estetica dell’auto.



Drive

di Nicola Desiderio

Ford Mondeo

Ritorno Appartiene al segmento delle medie, ma è di fatto il modello più grande e rappresentativo dell’Ovale Blu in Europa e torna dopo un ritardo di circa due anni sulla tabella di marcia. Si distingue per lo stile, i livelli di sicurezza e connettività e una gamma motori che va dal 3 cilindri all’ibrido. Spaziosa e amichevole, offre una guida confortevole e agile e promette un valore residuo cresciuto del 10%. La Ford Mondeo di quarta generazione è per la prima volta un modello globale, è l’omologa della Fusion commercializzata in Nordamerica dal 2013, in Europa è prodotta presso lo stabilimento di Valencia ed è stata appena lanciata in Italia con motorizzazioni a benzina, gasolio e – per la prima volta – anche ibrida, con potenze da 120 cv a 240 cv. La proviamo con il 2 litri diesel da 150 cv, cambio Powershift e carrozzeria Wagon, disponibile accanto alla 4 porte e alla 5 porte con un listino che parte da 27.250 negli allestimenti Plus e Titanium cui si aggiunge il Titanium Business dedicato alle flotte. Muscoli da ammiraglia La nuova Mondeo è ammiraglia prima di tutto nella lunghezza di 4,87 metri e nello stile, che segna un’evoluzione della filosofia Kinetic. La parte più caratterizzante

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è quella anteriore, con la calandra trapezoidale percorsa da listelli cromati orizzontali e il cofano dotato di due venature. Elementi che, insieme alla forma dei gruppi ottici anteriori rimandano alla nuova Mustang dando alla nuova Mondeo un’impronta da muscle car. La voce del padrone La Mondeo è nuova anche dentro. La plancia ha forma regolare, il numero giusto di pulsanti ed è raccordata al tunnel attraverso una consolle a ponte che libera spazio utile per riporre gli oggetti. La completissima strumentazione è interamente su display TFT a colori, lo schermo a sfioramento da 8 pollici ospita invece l’audio Sony, la chiamata di emergenza e il sistema Sync2 sviluppato insieme a Microsoft. La semplicità dei comandi vocali è il suo punto di forza: si può dire “Ho caldo”

e la climatizzazione libera tutta la sua potenza – raffredda l’abitacolo da 55 a 18 gradi in 15 minuti – oppure “Ho fame” e viene attivata la Guida Michelin e, dopo aver chiesto se si vuole chiamare per prenotare il ristorante prescelto, fissa la destinazione sul navigatore. Molto interessante anche il MyKey, il sistema che consente di programmare sulla chiave la velocità massima e persino impedire l’avviamento della vettura senza aver prima allacciato le cinture di sicurezza. A questo proposito, quelle posteriori hanno (a richiesta) gli airbag incorporati in modo da allargare in 40 ms di 5 volte la superficie di appoggio con il corpo riducendo così drasticamente il pericolo di lesioni. La sicurezza a 5 stelle EuroNCAP può contare anche su 7 airbag, BLIS, fari adattativi a Led, frenata automatica in città fino a 40 km/h e salvapedoni fino a 80 km/h, riconoscimento dei segnali e altro ancora. Tutti regolabili nel grado di azione. Ampia la disponibilità di spazio, i sedili anteriori hanno a richiesta il massaggio e per i bagagli ci sono da 525 a 1.630 litri con il portellone elettrico. Impagabile la comodità dell’Easy Fuel, il bocchettone senza tappo a prova d’errore. ➔


da ammiraglia

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Che varietà sotto il cofano La nuova Mondeo è basata sulla nuova piattaforma CD4, è più leggera da 25 a 115 kg e più rigida del 10% grazie alla scocca al 61% in acciai speciali e al portellone con struttura in magnesio. Interessante anche la cinematica delle sospensioni posteriori Integral Link, a richiesta con molle autolivellanti e ammortizzatori a controllo elettronico. Lo sterzo è elettromeccanico e i motori tutti turbo ad iniezione diretta. Gli Ecoboost a benzina sono l’1.5 da 160 cv e il 2 litri da 203 cv o 240 cv, a richiesta con un cambio automatico a convertitore di coppia. I diesel 2 litri da 150 cv o 180 cv hanno invece il filtro LNT per i Nox e si possono avere con la trasmissione Powershift a doppia frizione. La Mondeo è anche la prima Ford ibrida per l’Europa. Il sistema eroga 187 cv ed è composto da un 2 litri a ciclo Atkinson accoppiato all’elettrico da 88 kW e al motogeneratore attraverso un ruotismo epicicloidale che funge anche da cambio a variazione continua. La batteria è agli ioni di litio, in elettrico raggiunge 135 km/h e ha un’autonomia di 5 km, con un consumo di 4,2 litri/100 km pari a 99 g/km. Sotto i 100 g/km si manterrà pure la Econetic con il diesel 1.5 da 120 cv e in arrivo ci sono anche il pluripremiato mille 3 cilindri da 125 cv, il diesel 2 litri biturbo da 210 cv e la trazione integrale.

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Ford Mondeo Wagon 2.0 TDCi Powershift 150 CV Dati tecnici e per l’impiego aziendale cilindrata 1.997 cc potenza 150 CV lungh./largh./alt. 4,87 x 1,91 x 1,50 m peso 1.601 kg accelerazione 10” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 208 km/h cambio automatico a 6 rapporti trasmissione anteriore costo di esercizio al km (*) 0,40

Al volante è più corta La nuova Mondeo ha nel 2 litri TDCi da 150 cv con cambio Powershift i propri ideali complementi, con un ottimo bilancio tra prestazioni (208 km/h, 0-100 km/h in 10 s.), consumi (4,9 litri/100 km pari a 109 g/km) e comfort, in particolare nei trasferimenti autostradali. Ma l’americana offre il suo lato più sorprendente sui percorsi guidati, dove sembra di avere tra le mani un’auto più piccola tante sono l’agilità e la prontezza ad ogni cambio di direzione, ma sempre in piena sicurezza. La trasmissione privilegia il comfort, ma è pronta quando si azionano le levette dietro al volante e i freni danno sempre risposte rassicuranti.

consumo medio 20,4 km/litro capacità di carico da 525 a 1.630 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislittamento SI (*) percorrenza annua 30.000 km

Nata per le flotte Si è fatta attendere, ma la Ford Mondeo ha tutto per piacere alle flotte: dimensioni, stile, spazio, sicurezza, connettività e consumi ridotti fino all’11% e soprattutto un valore residuo superiore del 10% rispetto al passato. Un mix nel quale hanno un peso essenziale l’ampia gamma di motori efficienti e il prezzo aggressivo.



Future

di Giampiero Bottino

Addio cruscotto, avanti

display

Connettività. È questa la nuova frontiera verso cui viaggia l'automobile, sempre più aperta e capace di dialogare con il mondo esterno. La sfida dell'infomobilità è ormai entrata nel vivo con la discesa in campo dei colossi dell'informatica che vedono nell'automotive un terreno di conquista foriero di grandi soddisfazioni ed enormi guadagni. I colossi della Silicon Valley sono pronti a schierare le versioni automobilistiche dei rispettivi sistemi operativi, e non c'è dubbio che l'omino verde di Android, il sistema di Google, piuttosto che le icone inconfondibilmente Apple di Car Play (la prima ad adottarlo è stata la Ferrari FF) o le tiles, le icone quadrate tipiche di Windows in the Car di Microsoft, sono destinate a diventare una presenza sempre più familiare sui cruscotti delle nostre vetture. Lo scenario è intrigante, perché l'aumento della capacità di comunicare - già oggi molte vetture, soprattutto tra quelle più gettonate dal management aziendale, trasformano l'abitacolo in un hotspot wi-fi e quindi in una vera e propria succursale mobile dell'ufficio - apre prospettive fino

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Il display multifunzione della nuova Renault Espace è chiaramente ispirato al mondo dei tablet


Future

a ieri impensabili. Ridurre i consumi e i relativi costi ottimizzando i percorsi in tempo reale sfruttando le segnalazioni sullo stato del traffico che piovono nell'auto da una grande quantità di fonti, ridurre drasticamente il numero dei sinistri grazie alla capacità dei veicoli di dialogare tra loro e con l'infrastruttura, in modo da ricevere e sfruttare le opportune informazioni, apprendendo per esempio che all'incrocio al quale ci stiamo avvicinando è in arrivo un veicolo in potenziale rotta di collisione, sono prospettive di indubbio interesse anche nell'ottica delle flotte aziendali e dei rispettivi gestori. Fantascienza? Tutt'altro. Tecnicamente, sono tutte soluzioni fattibili e spesso già al centro di sperimentazioni in stato molto avanzato. Il problema è semmai legato al costo enorme della realizzazione di una rete d'infrastrutture viabilistiche intelligenti in grado di traghettare l'automobile verso una frontiera ancora più lontana, alla quale comunque si sta già lavorando: quella della guida autonoma, cioè la chiave di volta di un traffico a incidenti (e vittime) zero. Del resto, siamo ormai abituati a considerare normale quello che poteva sembrare fantascientifico fino a pochi anni fa: l'automobile ha imparato a leggere i segnali stradali, a rimediare alle nostre distrazioni frenando automaticamente a velocità sia cittadina sia autostradale, a mantenere la

Il sistema ConnectedDrive di BMW consente di accedere a una grande quantità di servizi utili

distanza di sicurezza dal veicolo che precede, a rimettersi da sola in carreggiata al primo accenno di abbandono involontario della corsia di marcia, a misurare il grado di stanchezza e di attenzione del pilota suggerendo l'opportunità di una rigenerante pausa caffè, ad avvertire del sopraggiungere di un veicolo mentre si esce in retromarcia da un parcheggio a spina di pesce, a sondare il buio della notte rilevando in anticipo situazioni di potenziale pericolo per noi e per gli altri. L'elenco potrebbe continuare, ma ci sembra più che sufficiente per chiarire una cosa: l'automobile e il modo di approcciarla e di utilizzarla sono in fase di rapido cambiamento. E la prima avvisaglia concreta del futuro prossimo viene offerta da un modello da poco disponibile nelle concessionarie. La terza generazione della TT, la sportiva compatta Audi che nella versione coupé (la cabrio è in arrivo tra

poco tempo) propone un listino da 40.990 euro e offre di serie il Virtual Cockpit che segna davvero una svolta ed è destinato a fare scuola anche al di fuori della casa dei quattro anelli. Si tratta di un grande display da 12,3 pollici ad alta risoluzione che prende il posto del classico cruscotto, ereditandone le funzioni ma integrandole con quelle generalmente affidate allo schermo del sistema di infotainment. Lo schermo può essere utilizzato in varie configurazioni: in quella classica vengono riprodotti alle due estremità, in modalità digitale, i tradizionali strumenti rotondi (contagiri e tachimetro), mentre la parte centrale può essere dedicata, per esempio, alla mappa di navigazione raffigurata con una nitidezza straordinaria. Se si passa (basta premere il tasto "view") alla modalità "infotainment" è la mappa a occupare tutto lo spazio, ridimensionando i due indicatori circolari, comunque sempre ben visibili. ➔

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Future

Sempre nella zona centrale del display possono essere richiamate e gestite, con un menù tanto ricco quanto intuitivo, tutte le funzioni dell'auto: intrattenimento, navigazione, connettività, scelta degli assetti e delle modalità di guida, regolazione dei vari sistemi di assistenza alla guida e così via. Il tutto senza che il guidatore debba distogliere gli occhi dalla strada. Se il futuro sembra essere dei display configurabili a piacere (e persino - come alcune anticipazioni tecnologiche fanno prevedere - capaci di assumere le forme più diverse), il presente della connettività continua a essere saldamente nelle mani, o meglio sugli schermi collocati al centro della plancia. In prevalenza sono del tipo touch screen, e consentono -utilizzando un solo dito - di gestire le funzionalità e usufruire di servizi fino a ieri impensabili, attingendo alle risorse della rete e al sempre più ricco catalogo delle app dedicate sviluppate per conto delle varie case automobilistiche. Particolarmente attive in questo campo sono le marche premium, che hanno la loro clientela privilegiata nella fascia alta delle flotte aziendali alle quali si rivolgono con soluzioni sempre più ricche e sofisticate come il BMW ConnectedDrive, che grazie alla SIM integrata consente anche di acquistare direttamente dall'auto applicazioni e abbonamenti a servizi telematici utili, il Comand Online di Mercedes, che privilegia l'accesso alla rete tramite lo smartphone dell'utilizzatore, l'Audi Connect della casa degli anelli, che è stata anche tra le prime a equipaggiare le proprie vetture con lo standard di connessione veloce LTE, il Sensus Connected di

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Volvo che, in omaggio alla filosofia della sicurezza della casa svedese, disattiva il browser mentre si è alla guida. La tecnologia, e a maggior ragione quella informatica, è per sua natura democratica, e tende sempre a seguire la direzione "top-down": nasce nell'alto di gamma per poi migrare verso i prodotti di massa, meno costosi ma non necessariamente meno sofisticati, dei costruttori generalisti, che spesso hanno un ruolo pionieristico. Come quello della Fiat, il cui "Blue&Me" sviluppato con Microsoft - poi affiancato dall'UConnect - è stato tra i primi esempi di telematica in auto alla portata di tutti. Ford, da parte sua, punta sulla costante evoluzione del suo Sync che si caratterizza per la gestione tramite comandi vocali sempre più complessi in un gran numero di lingue, e il gruppo PSA risponde

con l'accoppiata Citroën eTouch/Peugeot Connect mentre Renault, altra protagonista dell'auto francese, propone il sistema R-Link, oltre al NissanConnect dell'alleata nipponica. IntelliLink, infine, è la soluzione adottata dalla Opel. Adesso, in attesa che si manifesti con tutta la sua potenza la presenza dei colossi informatici citati all'inizio, basata sull'integrazione in vettura dei più diffusi smartphone con le loro applicazioni e le relative e riconoscibili icone, si sta facendo largo una soluzione che si potrebbe quasi definire low cost: la tecnologia d'integrazione degli smartphone MirrorLink è particolarmente adatta alle piccole auto, e non a caso è stata finora adottata - e apprezzata dagli utilizzatori - su utilitarie come la Volkswagen Polo e il trio franconipponico costituita da Toyota Aygo, Citroën C1 e Peugeot 108.

Nella Renault Espace il guidatore ha sempre davanti agli occhi tutte le informazioni più importanti



People

di Maurilio Rigo

Più sicuri con Bosch e Chrysler

Negli ultimi anni le tecnologie a bordo delle auto hanno fatto passi da gigante. L’elettronica domina il lungo e in largo rendendo ormai di fatto impossibile “alzare il cofano” per tentare di capire cosa succede quando c’è qualcosa che non va nella nostra auto. Un duro colpo per i patiti del “fai da te” ma un supporto impareggiabile per la stragrande maggioranza degli automobilisti che possono contare su avanzatissimi sistemi di supporto alla guida. Un esempio tangibile dell’evoluzione tecnologica è rappresentato dalla Chrysler 200, berlina media a stelle e strisce dotata dei dispositivi elettronici di bordo realizzati dalla Bosch. Per dare un’idea di quanto sia importante ai fini della sicurezza l’equipaggiamento per prevenire le collisioni frontali messo a punto dal colosso dell’elettronica tedesco, basti pensare che il model year 2015 della Chrysler 200 ha ottenuto il “Top Safety Pick+ 2014”, ovvero il più importante riconoscimento rilasciato dall’“Insurance

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Institute for Highway Safety”. Per ottenere questo considerevole risultato Bosch, fornitore leader di tecnologie e servizi, ha equipaggiato la Chrysler 200 con la terza generazione di radar a lungo raggio (LLR3) e il sistema elettronico di stabilità (ESP). Tra l’altro questi due dispositivi sono alla base dei sistemi adaptive cruise control (ACC) e di frenata di emergenza automatica (AEB), che aumentando nettamente la sicurezza del veicolo. “Siamo molto soddisfatti del lavoro effettuato con Chrysler e del raggiungimento di questo importante riconoscimento per la sicurezza a bordo della Chrysler 200 – ha dichiarato Scott Winchip, regional president chassis systems control North America Robert Bosch LLC – Questo specifico sistema Bosch supporta il guidatore nel reagire prontamente a situazioni di emergenza, come una collisione con il veicolo che precede. La sicurezza dei guidatori, passeggeri e pedoni è per Bosch una priorità.

In questa direzione i nostri ingegneri lavorano costantemente per migliorare e raggiungere l’obiettivo di azzerare gli incidenti e i feriti grazie alle tecnologie di assistenza alla guida”. Il radar a lungo raggio di terza generazione LLR3 viene definito la colonna portante dei sistemi di mantenimento della distanza automatica e di controllo della velocità e si avvale di una tecnologia capace di riconoscere gli oggetti, misurandone la loro posizione e la velocità di avvicinamento relativa nello spazio, tenendo in considerazione il movimento del veicolo. LLR3 fornisce all’adaptive cruise control ACC le informazioni raccolte, con i parametri relativi alla distanza e alla velocità degli oggetti circostanti fino a 250 metri, in maniera da regolare la frenata e l’accelerazione del veicolo a una minima distanza predefinita, anche sulla base delle informazioni elaborate relativamente al veicolo che precede la vettura.


People

Sul fronte del dispositivo di frenata di emergenza automatica AEB invece, l’LLR3 assiste il conducente avvertendolo preventivamente e, in caso di mancata reazione, il sistema effettua automaticamente la frenata di emergenza per evitare o ridurre al minimo le conseguenze dell’impatto. Integrativo alla tecnologia LRR3, il sistema elettronico di stabilità ESP individua l'inizio della sbandata del veicolo già nelle primissime fasi e lo contrasta rapidamente attraverso l’uso dell’ABS e del sistema per il controllo della trazione TCS, migliorando di conseguenza la sicurezza alla guida. Questa tecnologia serve quindi a stabilizzare il veicolo in caso di sbandata, agendo automaticamente sui freni. Da segnalare poi che l’Insurance Institute for Highway Safety (IIHS) è un’organizzazione no-profit internazionale indipendente e scientifica impegnata nella riduzione dei decessi, dei feriti e dei danni derivanti da incidenti stradali negli Stati Uniti. La prevenzione di collisioni frontali valutate da questo Ente avviene attraverso prove a bassa e a media velocità di veicoli equipaggiati con sistemi di frenata di emergenza automatici. Ecco quindi che per ottenere punteggi elevati il veicolo deve essere equipaggiato con un sistema di frenata automatica in grado di contribuire alla riduzione degli incidenti, mentre l’obiettiva valutazione sull’effettiva efficacia dei dispositivi è garantita dall’indipendenza totale dell’Insurance Institute for Highway Safety.

Insomma l’importanza della dotazione tecnologica di bordo è universalmente riconosciuta e dallo scorso mese di novembre il controllo elettronico di stabilità ESP è diventato obbligatorio su tutte le autovetture e su tutti i veicoli commerciali fino a 3,5 tonnellate di massa totale di nuova immatricolazione. Bosch è stata la prima azienda al mondo a sviluppare e avviare la produzione in serie di questa tecnologia quasi venti anni fa. Dall'inizio della produzione in serie nel 1995 Bosch ha prodotto 100 milioni di sistemi ESP e questa tecnologia innovativa ha contribuito notevolmente a rendere la guida più sicura sia su strade a bassa aderenza, sia nei casi in cui i veicoli affrontino una curva a eccessiva velocità. In questi e altri casi critici, l'ESP aiuta i veicoli a mantenere la traiettoria impostata dal guidatore e a prevenire incidenti dovuti a sbandamento. “Negli ultimi anni l'ESP ha salvato molte vite – ha dichiarato Gerhard Steiger, presidente della divisione Bosch Chassis Systems Control, riassumendo i risultati emersi da numerosi studi sull'efficacia del sistema – inoltre, l'ESP è il cuore dei sistemi di assistenza alla guida ad alte prestazioni e per la guida automatizzata. Dopo la cintura di sicurezza, l'ESP è ritenuto dagli esperti il sistema di sicurezza più importante a bordo delle vetture. Secondo numerosi studi, può evitare fino all'80% di tutti gli incidenti dovuti a sbandamento. Da un'analisi dettagliata del database German In-depth Accident Study GIDAS emerge che, nel 2011, nella

sola Germania sono state salvate 540 vite grazie al sistema ESP. Quest'anno, il 60% delle vetture in circolazione sulle strade tedesche è dotato di questo angelo custode elettronico”. Dall'inizio della produzione in serie Bosch ha migliorato costantemente questo sistema di sicurezza attiva attraverso l'aggiunta progressiva di ulteriori funzioni. Basti pensare che se la prima versione pesava 4,3 chilogrammi, la versione base dell'attuale nona generazione pesa solo 1,6 chilogrammi. Progressivamente, il sistema è diventato notevolmente più leggero, più compatto e meno costoso e gli sforzi compiuti in termini di sviluppo hanno prodotto ottimi risultati: “Ora il sistema ESP è economicamente accessibile per tutte le classi di veicoli – ha aggiunto Gerhard Steiger – Dall'inizio della produzione in serie nel 1995 fino al 2010, Bosch ha prodotto complessivamente 50 milioni di sistemi ESP. In soli quattro anni questa cifra è raddoppiata. Dal 2010, ogni anno produciamo più sistemi ESP rispetto a quelli ABS. Attualmente Bosch produce il sistema in Germania, Francia, Stati Uniti, Giappone, Cina, India e Brasile”. Insomma la berlina media Chrysler 200 è un esempio palpabile del risultato delle sinergie messe in atto dal marchio americano del gruppo FCA e il gigante tedesco dell’elettronica applicata all’automotive e vale la pena ricordare che sul nostro mercato la solida base di questa vettura è stata elaborata dai progettisti Lancia, il luxury brand del gruppo FCA, che hanno dato vita alla splendida Flavia.

La terza generazione di radar a lungo raggio (LLR3) in azione

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Together

di Francesca Carli

Dal tacco 12 alle

quattro ruote Motori emblema del mondo maschile? Fermi tutti, cari uomini: ciò che finora era un segreto tra le mura di casa, tra voi e la vostra metà, è stato reso ufficiale da un recente rapporto Frost&Sullivan. Ebbene, sì: nell’80% dei casi sono le donne a scegliere quale macchina acquistare. Continuate pure a fare gli esperti di auto durante le uscite con vostri amici, intanto noi signore decidiamo da che parte far andare il mercato dell’automotive… Ironia a parte, che il mondo dei motori stia sempre più strizzando l’occhio a quello femminile (e viceversa) è un dato di fatto. Lo stesso studio sopra citato sottolinea come cambino i parametri di ricerca dell’auto perfetta se ad acquistarla è una rappresentante del gentil sesso: a comodità e sicurezza, si affiancano qualità

dei materiali, design, attenzione ai dettagli e scelta del colore, nella ricerca di equilibro tra funzionalità e stile. Per tutti questi motivi, le case automobilistiche hanno iniziato a corteggiare il mondo femminile parlando la lingua che più affascina le potenziali acquirenti: quello della moda, dello stile e della bellezza. Una modella a quattro ruote sfila per Stella McCartney Le ultime edizioni parigine della settimana della moda e del Motor Show sono state l’occasione per unire due mondi che guardano l’un l’altro con crescente interesse: moda e motori. E a farlo ci hanno pensato due emblemi dello stile british, Jaguar e Stella McCartney, i quali hanno portato al di qua della Manica un connubio glamour

e inaspettato. In occasione della campagna di promozione della berlina media sportiva XE, infatti, le strade di Parigi si sono trasformate in speciale passerella per questa modella d’eccezione: la carrozzeria dell’auto è stata (ri)vestita di tutto punto da McCartney, che l’ha resa speciale con il suo inconfondibile stile femminile e deciso, ironico ed elegante. La collaborazione con la stilista più amata del momento dalle fashion-addicted di tutto il mondo è parte di una campagna promozionale attraverso cui Jaguar intende sottolineare le caratteristiche decise e sorprendenti della XE grazie al supporto di stilisti, artisti, attori e musicisti britannici chiamati a valorizzare con i loro contributi l’anima accattivante della nuova vettura. ➔

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L’auto che pensa al femminile? Ypsilon Elle. Il debutto della nuova Ypsilon Elle è avvenuto a inizio ottobre con l’incontro stampa “Il bello di essere donna”: il titolo scelto da Lancia la dice lunga sulla filosofia che sta dietro alla realizzazione della nuova vettura. Una vera e propria squadra di numeri uno, quella che ha affiancato nei mesi la casa automobilistica nella ricerca dell’auto perfetta per le donne di oggi: Elle, primo ma-

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gazine femminile italiano, Alcantara (l’azienda che produce l’omonimo materiale a marchio registrato, con cui sono stati realizzati i soffici interni) e lo psicoterapeuta Raffaele Morelli. Per definire le caratteristiche della nuova vettura è stata presa in considerazione la clientela del primo modello di Ypsilon Elle e si è poi approfondito lo studio in collaborazione con la rivista da sempre letta da un ampio ventaglio di donne, dalle più giovani alle più mature. Il risultato? La

nuova Ypsilon Elle, dal carattere chic-metropolitanto, presenta una nuova gamma di colori (rosa cipria Glam, Bianco Glacé e Nero Vulcano), cerchi in lega diamantati, loghi, calandra, maniglie e cornici dei fendinebbia in multicromo brunito. La ricerca dei dettagli, studiati con attenzione dal Centro Stile Lancia, prosegue sui montanti esterni in fantasia pied de poule, su volante e cambio realizzati in pelle nera con ribattitura in filo rosa e sui sedili in Alcantara neri.


Together

Quando a guidare (la moda) è la it-girl del momento… L’automobile, da sempre simbolo del mondo maschile, si sta trasformando in oggetto di culto anche per le it-girl più facoltose del Pianeta. Dimenticatevi dei chiwawa da borsetta di Paris Hilton, ora il proprio stato di ereditiera DOC lo si dimostra sulle quattro ruote: la conferma arriva dalle strade di Londra, dove la vettura scelta da Daria Radionova ha attirato l’attenzione di tutto il lussuoso quartiere di Knightsbridge. Si tratta di una Mercedes CLS 350 interamente ricoperta di cristalli Swarovski (si dice siano un milione, per l’esattezza), che la giovane ha prontamente postato a

più riprese sul suo seguitissimo account Instagram, ricevendo l’apprezzamento di centinaia di ragazze da tutto il mondo. Ma dopo tanto sfarzo non poteva mancare la svolta umanitaria: Daria ha infatti venduto all’asta la vettura per oltre 150mila sterline, promettendo di devolvere il ricavato in beneficenza. Mercedes-Benz non perde lo smalto! Moda, gioielli e cosmetici: è questa la triade che più alletta la vanità femminile! Ed è proprio al mondo della bellezza che - già da alcuni anni - strizza l’occhio Mercedes-Benz, una delle prime case automobilistiche decise a condividere le passioni delle proprie clienti.

Dalla stagione 2013/2014 il marchio ha infatti assoldato Michel Almairac, autorevole mastro profumiere francese, per la realizzazione della prima linea di profumi femminili Mercedes-Benz Perfume Donna (che comprende anche gel doccia, deodorante e lozione corpo) dedicata alla donna che ama guidare Mercedes-Benz: audace e dinamica, decisa ed elegante. Oltre alla scelta della giusta fragranza, ogni donna conosce il valore di una bella passata di colore sulle unghie… e Mercedes-Benz lo ha capito! La A-Nail Collection è la linea smalti dedicata alle donne che scelgono di mettersi al volante della Classe A (il modello della casa tedesca più amato dalle signore). Tre i colori disponbili: blu mari del sud, grigio monolite (entrambi metallizzati) e il caratteristico rosso Jupiter. Chi l’ha detto, infatti, che lo smalto più importante sia solo quello della carrozzeria?!

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La macchina dei numeri

di Alessandro Palumbo

Immatricolazioni in Italia di autovetture e fuoristrada di società 12 mesi 2014 72.374 13.825 13.490 12.843 12.066 11.323 10.591 9.857 9.565 9.518 8.377 7.257 6.903 6.732 6.173 6.049 5.934 5.054 3.195 2.705 2.684 1.961 1.832 1.786 1.624 1.432 1.062 727 674 618 580 570 532 517 335 331 328 145 104 99 65 57 36 32 30 90 252.082

marca FIAT LANCIA BMW VOLKSWAGEN PEUGEOT TOYOTA OPEL RENAULT AUDI NISSAN MERCEDES FORD CITROEN VOLVO SMART ALFA ROMEO MINI LAND ROVER HYUNDAI KIA JEEP SKODA PORSCHE DACIA SEAT MAZDA SUZUKI MITSUBISHI HONDA LEXUS MASERATI SUBARU ABARTH JAGUAR SSANGYONG CHEVROLET ISUZU GREAT WALL MAHINDRA FERRARI TATA INFINITI LAMBORGHINI DR TESLA ALTRE Totale

Elaborazioni Centro Studi UNRAE

12 mesi 2013 74.763 9.965 12.488 11.372 12.005 7.751 11.270 8.657 9.976 8.273 8.049 6.957 7.124 5.782 8.359 4.903 4.438 4.441 6.582 2.340 1.511 1.719 1.232 1.982 1.758 1.250 1.054 949 742 444 167 801 791 609 353 1.808 294 54 128 74 189 54 42 25 9 239 243.773

var % -3,2% 38,7% 8,0% 12,9% 0,5% 46,1% -6,0% 13,9% -4,1% 15,0% 4,1% 4,3% -3,1% 16,4% -26,2% 23,4% 33,7% 13,8% -51,5% 15,6% 77,6% 14,1% 48,7% -9,9% -7,6% 14,6% 0,8% -23,4% -9,2% 39,2% 247,3% -28,8% -32,7% -15,1% -5,1% -81,7% 11,6% 168,5% -18,8% 33,8% -65,6% 5,6% -14,3% 28,0% 233,3% -62,3% 3,4%

peso % 2014 28,7% 5,5% 5,4% 5,1% 4,8% 4,5% 4,2% 3,9% 3,8% 3,8% 3,3% 2,9% 2,7% 2,7% 2,4% 2,4% 2,4% 2,0% 1,3% 1,1% 1,1% 0,8% 0,7% 0,7% 0,6% 0,6% 0,4% 0,3% 0,3% 0,2% 0,2% 0,2% 0,2% 0,2% 0,1% 0,1% 0,1% 0,1% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 100,0%

Immatricolazioni in Italia di autovetture e fuoristrada di società - top 20 n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

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marca FIAT FIAT LANCIA FIAT FIAT SMART MINI TOYOTA VOLKSWAGEN PEUGEOT NISSAN ALFA ROMEO VOLKSWAGEN FIAT ALFA ROMEO RENAULT TOYOTA OPEL FIAT NISSAN Totale

modello PANDA PUNTO YPSILON 500 500L FORTWO MINI YARIS GOLF 208 QASHQAI GIULIETTA POLO FREEMONT MITO CLIO AYGO CORSA QUBO MICRA

Carfleet 57 gennaio 2015

12 mesi 2014 26.871 19.581 12.420 11.314 6.434 6.038 5.934 4.904 3.800 3.266 3.146 3.067 2.962 2.959 2.933 2.863 2.665 2.455 2.412 2.377 252.082

peso % 10,7% 7,8% 4,9% 4,5% 2,6% 2,4% 2,4% 1,9% 1,5% 1,3% 1,2% 1,2% 1,2% 1,2% 1,2% 1,1% 1,1% 1,0% 1,0% 0,9% 100,0%

n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

marca FIAT FIAT FIAT SMART LANCIA FIAT MINI FIAT FIAT VOLKSWAGEN NISSAN BMW PEUGEOT FIAT RENAULT CITROEN ALFA ROMEO OPEL BMW TOYOTA TOTALE

peso % 2013 30,7% 4,1% 5,1% 4,7% 4,9% 3,2% 4,6% 3,6% 4,1% 3,4% 3,3% 2,9% 2,9% 2,4% 3,4% 2,0% 1,8% 1,8% 2,7% 1,0% 0,6% 0,7% 0,5% 0,8% 0,7% 0,5% 0,4% 0,4% 0,3% 0,2% 0,1% 0,3% 0,3% 0,2% 0,1% 0,7% 0,1% 0,0% 0,1% 0,0% 0,1% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,1% 100,0%

Elaborazioni Centro Studi UNRAE modello PUNTO PANDA 500 FORTWO YPSILON 500L MINI BRAVO QUBO GOLF QASHQAI SERIE 3 208 FREEMONT CLIO C3 MITO CORSA SERIE 5 YARIS

12 mesi 2013 24.571 23.800 8.369 8.358 7.820 4.697 4.438 3.634 3.621 3.490 3.415 3.354 3.343 2.971 2.819 2.740 2.662 2.547 2.231 2.211 243.773

peso % 10,1% 9,8% 3,4% 3,4% 3,2% 1,9% 1,8% 1,5% 1,5% 1,4% 1,4% 1,4% 1,4% 1,2% 1,2% 1,1% 1,1% 1,0% 0,9% 0,9% 100%


Profit

Immatricolazioni in Italia di autovetture e fuoristrada di società di noleggio

Elaborazioni Centro Studi UNRAE

12 mesi 2014

12 mesi 2013

var %

peso % 2014

peso % 2013

FIAT

79.931

68.037

17,5%

30,2%

29,2%

VOLKSWAGEN

20.980

17.920

17,1%

7,9%

7,7%

AUDI

16.914

14.379

17,6%

6,4%

6,2%

PEUGEOT

15.413

11.581

33,1%

5,8%

5,0%

RENAULT

15.266

11.568

32,0%

5,8%

5,0%

FORD

14.783

13.948

6,0%

5,6%

6,0%

BMW

12.748

12.497

2,0%

4,8%

5,4%

OPEL

12.393

10.388

19,3%

4,7%

4,5%

MERCEDES

11.968

12.656

-5,4%

4,5%

5,4%

CITROEN

11.339

8.190

38,4%

4,3%

3,5%

LANCIA

9.377

13.200

-29,0%

3,5%

5,7%

ALFA ROMEO

5.958

9.231

-35,5%

2,3%

4,0%

marca

NISSAN

4.911

4.782

2,7%

1,9%

2,1%

SMART

4.874

4.460

9,3%

1,8%

1,9%

VOLVO

4.325

3.766

14,8%

1,6%

1,6%

SKODA

4.246

2.620

62,1%

1,6%

1,1%

TOYOTA

3.755

1.425

163,5%

1,4%

0,6%

SEAT

2.975

1.240

139,9%

1,1%

0,5%

JEEP

2.617

557

369,8%

1,0%

0,2%

HYUNDAI

1.863

3.350

-44,4%

0,7%

1,4%

LAND ROVER

1.827

1.146

59,4%

0,7%

0,5%

MINI

1.591

1.618

-1,7%

0,6%

0,7%

799

918

-13,0%

0,3%

0,4%

MAZDA

792

577

37,3%

0,3%

0,2%

SUZUKI

474

332

42,8%

0,2%

0,1%

MITSUBISHI

440

250

76,0%

0,2%

0,1%

PORSCHE

335

199

68,3%

0,1%

0,1%

JAGUAR

214

182

17,6%

0,1%

0,1%

SUBARU

196

461

-57,5%

0,1%

0,2%

LEXUS

194

94

106,4%

0,1%

0,0%

DACIA

155

157

-1,3%

0,1%

0,1%

MASERATI

152

16

850,0%

0,1%

0,0%

CHEVROLET

150

708

-78,8%

0,1%

0,3%

HONDA

100

112

-10,7%

0,0%

0,0%

ABARTH

69

47

46,8%

0,0%

0,0%

INFINITI

53

17

211,8%

0,0%

0,0%

ALTRE

75

75

0,0%

0,0%

0,0%

Totale

264.252

232.704

13,6%

100,0%

100,0%

KIA

Immatricolazioni in Italia di autovetture e fuoristrada di società di noleggio - top 20 n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

marca FIAT FIAT FIAT FIAT LANCIA VOLKSWAGEN RENAULT CITROEN ALFA ROMEO BMW AUDI AUDI FORD SMART FORD VOLKSWAGEN PEUGEOT PEUGEOT VOLKSWAGEN MERCEDES Totale

modello PANDA 500L 500 PUNTO YPSILON GOLF CLIO C4 GIULIETTA SERIE 3 A3 A4 FOCUS FORTWO C-MAX PASSAT 208 308 POLO CLASSE A

12 mesi 2014 25.834 20.375 17.046 10.950 8.240 7.722 6.500 5.688 5.539 5.176 5.070 4.644 4.235 4.211 4.105 4.100 4.077 3.868 3.771 3.645 264.252

peso % 9,8% 7,7% 6,5% 4,1% 3,1% 2,9% 2,5% 2,2% 2,1% 2,0% 1,9% 1,8% 1,6% 1,6% 1,6% 1,6% 1,5% 1,5% 1,4% 1,4% 100%

n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

marca FIAT FIAT FIAT LANCIA FIAT ALFA ROMEO VOLKSWAGEN BMW FORD AUDI VOLKSWAGEN RENAULT SMART OPEL FORD FIAT PEUGEOT MERCEDES RENAULT MERCEDES TOTALE

Elaborazioni Centro Studi UNRAE modello PANDA 500L 500 YPSILON PUNTO GIULIETTA GOLF SERIE 3 FOCUS A4 PASSAT CLIO FORTWO ASTRA C-MAX FREEMONT 208 CLASSE B MEGANE CLASSE A

12 mesi 2013 23.840 14.482 13.453 9.329 9.195 8.321 6.099 5.390 4.876 4.619 4.556 4.521 4.460 4.310 4.273 3.954 3.667 3.581 3.557 3.441 232.704

peso % 10,2% 6,2% 5,8% 4,0% 4,0% 3,6% 2,6% 2,3% 2,1% 2,0% 2,0% 1,9% 1,9% 1,9% 1,8% 1,7% 1,6% 1,5% 1,5% 1,5% 100%

Carfleet 57 gennaio 2015

63


Profit

Prezzi macro voci settore automotive var. % vs mese anno precedente

Fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT

Prezzi macro voci spese di esercizio var. % vs mese anno precedente

Fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT

(non è evidenziata la voce “carburanti e lubrificanti”)

64

Carfleet 57 gennaio 2015




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