Carfleet numero 67

Page 1

PERIODICO TRIMESTRALE NUMERO 67 LUGLIO 2017

Countryman Spazio, tecnologia e sicurezza



Carfleet n. 67 luglio 2017

1

LeasePlan, what's next? Lavorare in una società multinazionale come LeasePlan, ha significato in questi anni affrontare continuamente nuove sfide e nuovi cambiamenti, tracciare nuove rotte e nuove strategie. Ogni volta con spirito diverso, con nuove forze e nuove motivazioni, perchè questa è la norma in una multinazionale leader di mercato: cambiare per mantenere la propria leadership. Sappiamo come fare, ci siamo abituati a non subire ma anzi a guidare questi cambiamenti, fino a farli diventare quotidianità. Eppure questa volta sentiamo qualcosa di diverso dal solito, qualcosa che ci spiazza ed eccita allo stesso momento, alimenta ancora di più la passione per il nostro lavoro che ci contraddistingue. Il nostro nuovo Brand e la nuova tagline "what's next?", ci portano verso direzioni completamente nuove con una forza ed un dinamismo mai sperimentato prima. Il mondo della mobilità sta cambiando intorno a noi con modalità inconsuete fino a pochi anni fa', player completamente diversi dai soliti si stanno imponendo sfruttando risorse tecnologiche, puntando sull'innovazione continua, inventando nuovi business e nuove forme di mobilità, rendendo questa sempre più un servizio per l'utente finale. LeasePlan, con una tradizione di oltre 50 anni di presenza sul mercato, vuole essere al centro di questo cambiamento e per farlo deve utilizzare al meglio tutte le sue leve e le sue capacità, espandere il proprio business insieme a quello dei propri clienti, accrescere continuamente i livelli di competenza delle risorse, investire nella digitalizzazione dei sistemi e dei processi, guidare la sostenibilità in un mondo sempre più attento alla salvaguardia della salute e dell'ambiente. LeasePlan si trova in una posizione unica nel contesto del mercato automotive. La nostra esperienza nella gestione delle flotte, il focus sui bisogni dei clienti, la presenza, con circa 1,7 milioni di veicoli gestiti nel mondo, l'indipendenza da costruttori o società finanziarie, sono tutte caratteristiche che ci differenziano dagli altri player e ci permettono di guardare sempre avanti, al what's next?, con grande fiducia nelle nostre capacità. “Il miglior modo per realizzare il futuro è quello di fare e mantenere promesse”, ha detto Hannah Arendt, e questo sarà il nostro impegno. Interpretare insieme ai nostri stakeolder le nuove tendenze del mercato, esplorare le frontiere dell'innovazione, creare valore, mantenendo la nostra promessa di continuo miglioramento del servizio, perchè la gestione delle flotte dei nostri clienti e la cura dei loro driver siano sempre al primo posto nella lista delle priorità. Nuova LeasePlan, nuovo Brand, nuova tagline, e quindi anche nuovo Carfleet. Come vi apprestate a scoprire, il nostro magazine non poteva certo mancare l’opportunità di presentarsi con una nuova e accattivante veste grafica, e con contenuti sempre più capaci di raccontare un mondo, quello della mobilità, in costante evoluzione. Alfonso Martínez Cordero Managing Director LeasePlan Italia Spa



Editore LeasePlan Italia Spa viale Alessandro Marchetti, 105 00148 Roma telefono: +39 06 96707428 email: carfleet@leaseplan.it www.leaseplan.it

Carfleet 67 luglio 2017 05

Direttore editoriale Alfonso Martínez Cordero Direttore responsabile Alessandro Casulli Direttore scientifico Mauro Manzoni

08 12

Art director Indro Uttinacci Hanno collaborato Gianpiero Bottino Francesca Carli Valentina Carrabino Nicola Desiderio Marco Di Pietro Alessandro Palumbo Maurilio Rigo

La visione della LeasePlan del futuro Intervista a Tex Gunning, CEO di LeasePlan Una storia green Elettricità tra passato e futuro Additivi Mantenere in forma la vostra auto

News on the road

38

Vecchio furgone addio I veicoli commerciali leggeri nel 2017

42

Il mercato auto a valore Quanto vale l’auto oggi

46

Nissan Micra Spigolo vivo più che mai

50

Mini Countryman Picnic ad Oxford

54

Dalla ruota ai primi pneumatici: un’invenzione che… ha fatto girare il mondo

58

Ginevra Il salone di bellezza dell’automobile

62

La corsa dei numeri Andamento del mercato automotive in Italia

16 Studio Quixa Gli italiani al volante si confessano

22 Renault Grand Scénic Alza il (mono) volume

Prove su strada a cura di Nicola Desiderio Pubblicità GDN Marketing & Comunicazione Srl gianpiero.denigro@libero.it Stampa Modulgraf Srl Via di Santa Procula, 23/23A 00040 Pomezia (Roma) Registrazione Tribunale di Milano n.98/1997 Tiratura: 15.000 copie

30

26

Toyota C-HR Hybrid Personalità ibrida



Carfleet n. 67 luglio 2017

5

Next

La visione della LeasePlan del futuro Intervista al CEO di LeasePlan Tex Gunning Uno sguardo al passato: Tex Gunning si è insediato da circa un anno al timone di LeasePlan a seguito del cambio di azionariato. Che azienda ha trovato e quali sono i risultati raggiunti nel 2016 da cui ripartire? Anche nel 2016 la LeasePlan ha confermato una forte crescita con performance che dimostrano i punti di forza della nostra attività. Dal punto di vista commerciale, il parco auto ha visto un incremento nel numero di veicoli e si conferma un altro importante driver della crescita di LeasePlan con un aumento dell’8% per circa 1,7 milioni di veicoli gestiti a fine 2016. Abbiamo raggiunto un punteggio sulla qualità del servizio percepita pari al 93% tra i fleet manager delle aziende clienti, in crescita di un punto rispetto al 2015, evidenziando il continuo livello di soddisfazione del cliente. Dal punto di vista finanziario, il nostro risultato netto è cresciuto del 7% su base annua a 455,3 milioni di euro. Questi dati dimostrano che siamo in grado di creare valore per clienti e investitori allo stesso tempo.

L'aumento degli sforzi commerciali ha portato a una crescita delle piccole e medie imprese (PMI) e del settore del noleggio privati. La crescita del noleggio privati è stata particolarmente sostenuta nei Paesi Bassi, in Belgio e nel Regno Unito. Anche il segmento Corporate ha continuato a crescere nel corso dell’anno per la quantità di veicoli noleggiati. In questo segmento vediamo un aumento della domanda e i servizi di consulenza si focalizzano, principalmente, sull'abbassamento delle emissioni di CO2, riducendo il Total Cost of Ownership dei veicoli e migliorando la sicurezza dei conducenti. Per guardare al futuro: guardando alle prospettive future quali sono i progetti che state avviando? Nel 2016 abbiamo avuto un cambiamento di proprietà e di leadership. Nel passato, LeasePlan è stata gestita come un’organizzazione multi-localizzata, i cui risultati complessivi erano generati dall’aggregazione delle nostre di-

verse attività locali. A partire dall’ultimo trimestre del 2016, abbiamo operato una ristrutturazione aziendale, dando vita a un’organizzazione integrata, con l’obiettivo di valorizzare le “best practice” locali integrandole nella visione globale. La strategia “The Power of One LeasePlan” riconosce che nessuno di noi, singolarmente, è forte quanto tutti noi messi insieme e comprende che, sfruttando l’intera catena del valore e le best practice presenti in tutti i paesi in cui operiamo, siamo in grado di creare nuovo valore aggiunto per i nostri clienti e investitori. In tal modo vogliamo costruire altri 50 anni di crescita redditizia e sostenibile. Le prospettive future si concentrano sul mettere a frutto le nostre competenze fondamentali della catena del valore, adottare un approccio di business che privilegi il digitale e l’innovazione tecnologica, al fine di consentire ai nostri clienti di beneficiare di servizi sempre ➔ più accessibili ed efficienti.


6

Carfleet n. 67 luglio 2017

Tex Gunning, CEO di LeasePlan


Carfleet n. 67 luglio 2017

Continuiamo a rafforzare l’utilizzo delle soluzioni telematiche per aiutare i gestori di flotte a migliorare la performance del loro parco auto in aree quali il controllo dei costi, la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, il comportamento alla guida e la sicurezza. Ciò ci permette anche di fornire un miglior livello di servizio ai conducenti. La connettività basata sui dati sta trasformando l’industria automobilistica, preparando il terreno che permetterà a nuovi modelli di business orientati al servizio di entrare a far parte della catena del valore della mobilità. In qualità di azienda leader, LeasePlan si impegna a sfruttare al meglio tali sviluppi allo scopo di migliorare il servizio offerto ai propri clienti. What’s Next? LeasePlan ha lanciato un nuovo Brand e una nuova corporate idendity. Con quale concept? La nuova identità di Brand vuole trasmettere flessibilità, modernità ed energia che si esprime

nell’audace slogan: “What’s next?”. Questa domanda esprime la nostra visione all'avanguardia dell'innovazione nel nostro settore, e comunica la nostra genuina curiosità per le tendenze e le tecnologie che stanno plasmando il futuro della mobilità. La nuova Brand Identity di LeasePlan cattura il “momentum” di un viaggio, un’espressione di energia che emerge dalla predisposizione ad andare avanti, di percorrere una strada innovativa. L’elemento grafico della “journey line” consente di costruire un forte legame emotivo tra i nostri clienti e il nostro business, e rafforza la nostra attenzione sul futuro, verso cui siamo rivolti. Dopo l’annuncio del nuovo Brand a livello globale con la pubblicazione dell’Annual Report 2016, anche le maglie del Genoa, di cui LeasePlan Italia è Third Jersey sponsor, adottano la nuova grafica. Uno sguardo previsionale: come vede il futuro di questo settore? Il panorama della mobilità sta rapidamente cambiando, vediamo una crescente domanda di "mobilità come servizio", di modalità come il car-sharing e il ride-hailing. All'inizio di quest'anno abbiamo lanciato una partnership paneuropea con Uber. La partnership, basata sulle iniziative esistenti in alcuni dei paesi in cui siamo presenti, ci permetterà di portare i vantaggi del noleggio a lungo termine alla flotta di driver-partner di Uber.

7

Tra tutti questi cambiamenti, una certezza comunque rimane: le persone amano le auto. Auto aziendali, auto private, auto elettriche, auto condivise, passaggi autonomi, condivisione di passaggi. Con l’obiettivo di sviluppare altri 50 anni di proficua crescita, ci stiamo impegnando in una nuova strategia capace di liberare il nostro potenziale in questo nuovo mercato, entusiasmante e dinamico: costruendo sui nostri successi passati e sfruttando “The Power of One LeasePlan” per cogliere le appassionanti opportunità di crescita che l’avvenire ci riserva. Questa è la nuova LeasePlan: impegnata ad offrire il futuro ai propri clienti e investitori. E per portarli nel domani che ci aspetta. Il nostro scopo è quello di sostenere lo sviluppo di un’industria automobilistica a impatto zero entro il 2030. Non si tratta semplicemente di un aspetto collaterale ai nostri impegni quotidiani; esso è un importante fattore di sviluppo della nostra attività, per contribuire all’implementazione di soluzioni, collaborazioni e mercati efficaci, soddisfacenti e sostenibili. LeasePlan darà impulso alla sostenibilità del settore e diverrà una forza trainante nel segmento dei veicoli elettrici (EV). Useremo la nostra dimensione, esperienza e vasta presenza geografica per mantenerci al centro della discussione sulla sostenibilità. Vogliamo contribuire allo sviluppo di un ambiente più salubre nelle nostre città e paesi, promuovendo l’uso di veicoli più puliti e a basso impatto e favorendo la nascita delle infrastrutture necessarie affinché tali automobili divengano un’opzione praticabile per i nostri clienti. Sono molto orgoglioso di rappresentare questa splendida storia aziendale e tutte le potenzialità di sviluppo dei prossimi anni. Vorrei ringraziare, dalle pagine di Carfleet di LeasePlan, i nostri clienti per la fiducia e il senso di partnership che ci consente di continuare a crescere e migliorare la nostra proposizione commerciale.


8

di Mauro Manzoni

Carfleet n. 67 luglio 2017

Sustainability

Una storia green: elettricità tra passato e futuro

Tutti ricordiamo le indagini e gli studi di Benjamin Franklin, come anche i suoi pericolosi esperimenti su questa misteriosa forza, ma in realtà i primi studi su questo fenomeno risalgono al 600 a.C., ad opera del filosofo greco Talete, che studiò le proprietà elettriche dell'ambra, la resina fossile che sfregata attrae altri pezzetti di materia: da electron, il suo nome greco, deriva la parola «elettricità» che millenni dopo ancora utilizziamo. Gli antichi greci sperimentarono come l'ambra attraesse oggetti leggeri, come i capelli, e che un ripetuto strofinio dell’ambra stessa potesse addirittura dare origine a scintille. «Si spiegano così lo scorrere delle ac-

La storia delle conquiste scientifiche può essere letta anche interpretando i momenti nei quali vengono alla luce. Guardando alla nostra conoscenza ed allo sfruttamento dei fenomeni che vanno sotto il nome di elettricità, possiamo dire senza timore di trovarci puntualmente al centro temporale, tra passato e futuro, dell’evoluzione elettrica. que, la caduta dei fulmini, e la meravigliosa forza d'attrazione dell'ambra e della calamita: in nessuno di tutti questi oggetti vi è la forza attraente, ma poiché il vuoto non c'è, questi corpi si respingono in giro l'uno con l'altro, e se-

parandosi e congiungendosi, cambiano di posto, e vanno ciascuno nella propria sede.» Così Platone descrive l'elettricità nel Timeo, e siamo nel 360 A.C. Come molti altri elementi della cultura antica, anche gli studi in questo campo si interruppero per molti secoli. Le osservazioni del fenomeno ripresero infatti solo durante la seconda metà del XVI secolo, anche ad opera del fisico italiano Girolamo Cardano che nel De Subtilitate (1550), distinse forse per la prima volta, la forza elettrica da quella magnetica. Di pari passo con gli studi scientifici l'interesse per il fenomeno dell'elettricità si diffuse anche come curiosità e gioco nei salotti settecenteschi e come immaginario e rivoluzionario metodo di cura. E nel giugno del 1752, il già citato Benjamin Franklin, fece volare il suo aquilone durante un forte temporale, aprendo di fatto una nuova fase con l’invenzione del parafulmine. Da quel momento, la corsa all’utilizzo dell’elettricità è stata inarrestabile. È del 1830 il primo generatore elettromagnetico di corrente elettrica, composto da dinamo ed alternatore, che si deve a Faraday, ma negli stessi anni sarà Samuel Finley Breese Morse, che


Carfleet n. 67 luglio 2017

sicurezza, precisione, automazione spinta e non ultimo in qualità dell’ambiente. Il motore elettrico è silenzioso

sfruttando il passaggio di elettricità in un filo conduttore come strumento per comunicare, giunge all'invenzione del telegrafo con i fili. Nel 1847 Ernst Werner von Siemens inventò un altro modello di telegrafo e fondò la compagnia Siemens. E l’elettricità iniziò anche a generare la luce; in Italia il primo impianto per l’illuminazione pubblica e privata fu installato a Milano già nel 1883. Il sistema Edison a corrente continua adottato, con una modesta dinamo mossa a vapore riusciva a distribuire l’energia in un raggio di 500 metri. L’elettricità permette di guadagnare in

e non inquina, quindi nelle fabbriche i motori a vapore vengono sostituiti da quelli elettrici, anche equipaggiando ogni macchina con un suo motore, Che l’elettricità potesse generare movimento l’aveva intuito per primo sempre M. Faraday nel 1831; decisivi poi sono stati gli studi e gli esperimenti di A. Pacinotti (1861) su motori e generatori elettrici; ma è N. Tesla (nel 1884) che mette a punto le macchine decisive: il generatore di corrente alternata e due anni dopo il motore. Si apre un nuovo anello della nostra evoluzione, con la

9

diffusione di nuovi mezzi di trasporto ed il miglioramento di molte vie di comunicazione. I primi veicoli elettrici nascono incredibilmente prima rispetto all’invenzione del motore a combustione interna e si affermano le metropolitane (impossibile un sistema sotterraneo con macchine a vapore): i primi locomotori elettrici entrano in funzione nella metropolitana di Londra nel 1890. Nel 1897 l'intera flotta dei taxi di New York diviene elettrica, ed anche la tecnologia per l'auto ibrida nacque in quegli anni, sviluppata da Ferdinand Porsche. Oggi, nell’era di mezzo dell’evoluzione elettrica, dopo lo sfruttamento di altre fonti di energia, l’elettricità sta tornando ad assumere un ruolo prioritario nella nostra vita proprio in ragione delle sue caratteristiche peculiari. Ecco quindi nascere i primi progetti di città verdi, come Babcock Ranch, in Florida che ospiterà 50.000 abitanti in quasi 20.000 unità abitative. Produzione di energia elettrica solamente per via solare, mobilità rigorosamente elettrica ed ibrida, 50 miglia di percorsi pedonali e ciclabili. O anche la Norvegia: la prima nazione al mondo ad imporre ai propri cittadini di immatricolare solamente auto elettriche entro il 2025, facendo già oggi di Oslo la capitale mondiale della mobilità ➔ elettrica.


10

Carfleet n. 67 luglio 2017

L’Europa crede nello sviluppo di nuove opportunità di crescita sostenibile e con il programma Horizon 2020 getta le basi per finanziare progetti di efficientamento dei trasporti, della viabilità e della mobilità in genere e di ricerca, all’interno dei quali l’elettricità giocherà un ruolo predominante. Aria di vero cambiamento dunque, che si può anche solo percepire dall’attenzione che tutte le principali case automobilistiche stanno ponendo alla corsa all’elettrico: non mancano infatti, dalla Volkswagen alla BMW, le offerte più disparate per avvicinare il consumatore a questa ormai realissima alternativa. E come non citare il “caso” del secolo, Tesla che supera nel valore di borsa tutte le più importanti Case Costruttrici americane, arrivando a capitalizzare oltre 50 miliardi con quella che nei fatti è ancora un’ idea: l’auto elettrica performante, con una autonomia pari alle auto tradizionali ed anche molto bella. E su mezzi come l’elettro-treno francese da oltre 500 km l’ora, ci stiamo lanciando verso un futuro sempre più elettrico, ancora tutto da scoprire ma del quale iniziamo ad intravedere le illimitate potenzialità. La start-up Wright Electric di Los Angeles ha presentato il suo ambizioso progetto Wright One, con il quale dichiara di voler coprire tra 10 anni la tratta aerea Parigi-Londra con velivoli a batteria, in grado di trasportare 150 passeggeri per circa 500 km. Il fondatore Jeff Engler promette sostenibilità e minori costi di viaggio. A Parigi, la società pubblica che si occupa dei trasporti nella capitale francese, ha portato per alcuni giorni sulle

strade della città due EasyMile EZ10, che si sono mossi sul ponte di Charles De Gaulle che attraversa la Senna, viaggiando su una corsia dedicata e trasportando 6 passeggeri per corsa ad una velocità di 7 km all’ora. Decisamente l’estetica non era il loro punto forte, piccoli e lenti, ma con una caratteristica esplosiva: non avevano autista umano bensì un sistema di selfguide. E proprio l’interazione tra elettricità ed applicazioni tecnologiche traccerà la nuova frontiera della mobilità, andandosi ad intrecciare sempre di più con il nostro quotidiano fino ad arrivare vicino anche ai driver più piccoli. Aumenta infatti l’attenzione delle case automobilistiche alla dimensione emotiva del consumatore per avvicinarlo all’esperienza del volante letteralmente dalla...culla! È di poche settimane fa l’annuncio della Ford che presenta la prima culla in grado di simulare il viaggio in auto per facilitare il sonno del no-

stro bebè. E’ perfino possibile registrare tramite lo smartphone i rumori della macchina per poi riprodurli come una ninna nanna. Delle luci LED simulano la strada che scorre e un motore offre la sensazione del movimento. Tesla invece punta sui piccoli futuri piloti dai 6 ai 10 anni, mettendo sul mercato una mini Model S: una monoposto alimentata a elettroni che potrà raggiungere la “folle” vetta dei 10 km/h. È interessante notare come questo crescente interesse, parallelamente all’aumento della richiesta di servizi di e-mobility, stia portando alla luce player completamente nuovi, o stia costringendo i “vecchi” ad una totale rivoluzione, permettendo e favorendo un allargamento continuo del mercato che oggi sfrutta sinergie con le tecnologie più avanzate restando sempre “connesso” anche e principalmente ai bisogni del consumatore, traghettandolo con pazienza verso un futuro più verde.



12

di Gianpiero Bottino

Carfleet n. 67 luglio 2017

Service

Additivi È davvero un mare magnum quello degli additivi per impiego automotive, non facile da decifrare e talvolta sferzato da venti impetuosi. Basta infatti passare qualche minuto su internet, aggirandosi tra i numerosi forum dedicati a questo argomento per capire quanto siano diverse le opzioni disponibili, le opinioni e le accese discussioni, non solo sulle modalità d'impiego di questi prodotti, ma anche sulla loro reale efficacia. Al di là dell'inevitabile enfasi con cui le aziende specializzate sottolineano le qualità e le capacità dei loro indispensabili ritrovati, senza addentrarci in approfondimenti tecnici che esulano dalla nostre competenze, ci sembra di poter dire che gli additivi specifici per i carburanti – l'oggetto di questo articolo – siano figli di una sorta di paradosso, quasi una conseguenza dell'enorme progresso tecnologico che ha scandito i tempi dell'evoluzione dell'automobile, capace di passare in poco più di un se-

Esistono quelli per auto e per moto, per propulsione a benzina, diesel e Gpl. Esistono quelli che promettono di giovare alle performance dell'olio, pensati per proteggere dall'usura e dalla corrosione le parti meccaniche dei motori, come anche per allungare la vita del radiatore, migliorando con la loro funzione disincrostante e protettiva l'efficienza del circuito di raffreddamento. colo dalle ansimanti e fragorose carrozze senza cavalli alle moderne protagoniste della mobilità individuale sempre più performanti, affidabili, sicure e rispettose dell'ambiente. Ma anche, proprio per la crescente complessità tecnologica, sempre più bisognose di cure e di attenzioni. L'inarrestabile aumento delle potenze – i 185 cv della 500 F2 con cui Alberto Ascari portò alla Ferrari nel 1952 e 1953 i due primi titoli mondiali sono oggi alla

portata di una normalissima berlina compatta – che sottopone a forti sollecitazioni la meccanica della vettura, e la contestuale necessità di contenere l'impatto ambientale, hanno determinato l'introduzione di componenti indispensabili ma delicati. Basti pensare ai dispositivi anti inquinamento come il Fap e il Dpf, come anche agli iniettori per il carburante, le cui performance sempre più sofisticate rischiano di essere condizionate dalla crescente sensibilità allo sporco.


Carfleet n. 67 luglio 2017

Per avere un'idea della misura di questa evoluzione basta ricordare che nell'arco di 15 anni a partire dal 1995 la pressione massima d'iniezione è passata da 350 a oltre 2.000 bar, mentre le iniezioni al minuto (a 3.000 giri) sono quintuplicate:

da 1.500 a più di 7.500. Analogo il discorso per la temperatura d'iniezione, lievitata da meno di 230 a oltre 300 gradi e per il diametro dei fori d'iniezione che si è ridotto da meno di 0,5 mm a meno di 0,1 mm. Ma forse l'indicatore più esplicito di quanto sia stato rapido e incisivo il progresso è dato dalla perdita del flusso iniettore tollerabile, che agli inizi era superiore al 40% e oggi non può andare oltre il 5%. L'evoluzione continua e coinvolge anche i produttori di additivi, che sottolineano il loro impegno nella ricerca mirata alla realizzazione di prodotti che siano sempre rispondenti alle reali esigenze degli utilizzatori. Prodotti spesso di larga diffusione, che si possono trovare anche negli scaffali dei supermercati, anche se

13

resta sempre valido il suggerimento di rivolgersi comunque ai rivenditori specializzati e alle marche più affermate e conosciute. Oppure di affidarsi al servizio di assistenza che si occupa abitualmente dei tagliandi della vettura. Questi consigli, che potrebbero sembrare abbastanza scontati, sono però piuttosto validi per i clienti privati. Diverso è il caso di chi si trova a gestire flotte articolate, magari composte da centinaia se non migliaia di veicoli la cui efficienza deve essere garantita sulla base di precise competenze. In questo caso la logica individuale cede il passo a un approccio professionale, a una visione coordinata del problema all'insegna del motto «prevedere è me➔ glio che provvedere».


14

Carfleet n. 67 luglio 2017

Ma quanti tipi di additivi esistono? Non stiamo parlando ovviamente, della pletora di marchi più o meno affidabili che appaiono sui contenitori di questi prodotti, ma della funzione per la quale sono progettati. Nel caso dei carburanti, ogni forma di alimentazione può contare su additivi dedicati. Quelli per la benzina, ad esempio, assecondano la tendenza dei nuovi propulsori a sposare l'incremento delle prestazioni con il contenimento di consumi ed emissioni grazie alla capacità di mantenere puliti gli iniettori. Nel caso delle auto più “agée” (peraltro difficili da reperire nelle flotte) possono ridare un po' di ottani ai motori nati per utilizzare la benzina con il piombo. Ancora più incisivi possono risultare gli additivi diesel, che hanno soprattutto la funzione di contrastare gli effetti negativi del biodiesel, già presente nel gasolio in una quota nell'ordine del 15% come previsto dal recepimento di una norma europea del 2003. Il biodiesel infatti, riduce l'impatto ambientale del carburante ma come “effetto collaterale” produce impurità che a lungo andare generano i sintomi – emissioni abbondanti dello scarico, aumento dei

consumi, accelerazioni più “pigre”, accensione difficoltosa del motore – che suggeriscono il pronto ricorso a un buon additivo. Il quale tra l'altro, abbassando il punto di congelamento del gasolio, lo avvicina a quello “artico” favorendone l'impiego senza inconvenienti nei climi freddi. A proposito dei motori diesel, merita un accenno l'AdBlue, che non è additivo in senso stretto, ma un liquido a consumo che si comporta da “agente riducente” indispensabile per garantire il corretto funzionamento dei catalizzatori

moderni. È necessario rabboccarlo regolarmente, in quanto si esaurisce progressivamente proporzionalmente insieme al consumo di gasolio. Le spie di “riserva ADBLUE” indicano il necessario rifornimento diverse centinaia di KM prima del totale esaurimento che, come per l’esaurimento totale del gasolio, comporterebbe l’impossibilità di avviare il motore. Il rifornimento può essere effettuato in autonomia, seguendo il manuale d’uso del veicolo o presso rivenditori terzi (distributori di carburante o officine meccaniche).



16

di Maurilio Rigo

Carfleet n. 67 luglio 2017

People

Studio quixa: gli italiani al volante si confessano Italia, paese di poeti, santi, navigatori e… piloti. L’ultima parola andrebbe aggiunta alla scritta originale che campeggia in stampatello su tre righe: “Un popolo di poeti di artisti di eroi / di santi di pensatori di scienziati / di navigatori di trasmigratori”, sulle facciate del Palazzo della Civiltà Italiana, al quartiere Eur di Roma. Senza addentrarci nei meandri della storia del “Colosseo Quadrato”, il nocciolo è che i guidatori nostrani si sentono tutti dei campioni del volante e non perdono occasione per dimostrarlo con conseguenze spesso disastrose.

In poche parole, a chiacchiere sono tutti bravissimi, ma all’atto pratico il ritratto degli automobilisti italiani è impietoso, almeno secondo quanto riporta l’indagine “Stetoscopio - Il sentire degli assicurati italiani”, promossa dalla compagnia assicurativa online Quixa sul tema della sicurezza sulle strade e condotta dall’istituto di ricerca Mps Evolving Marketing Research analizzando le risposte fornite da un campione di mille persone tra i 18 e i 75 anni, rappresentativo della popolazione italiana per sesso, condizione professionale, area geografica e ampiezza del comune di residenza.

Ecco quindi che interrogati sul loro comportamento al volante, in media oltre due terzi dei guidatori, ovvero ben il 72% del campione, dichiarano di rispettate rigidamente tutte le norme stradali quando si mettono alla guida. Le apparenze spesso ingannano e le certezze sulla disciplina in auto cominciano a vacillare quando ci si rivolge ai più giovani tant’è che il 35% degli intervistati tra i 18 e i 44 anni ammette di non rispettare sempre le regole, preferendo basarsi più su un presunto “buon senso” che sul Codice della Strada, a fronte del 20% registrato nella fascia 45-75 anni.


Carfleet n. 67 luglio 2017

Lo studio approfondisce poi i singoli comportamenti adottati al volante e così iniziano ad arrivare le prime sorprese. Infatti, chiedendo nello specifico agli italiani quali comportamenti contrari alle norme attuano alla guida, dal “pentolone” viene fuori che almeno la metà supera i limiti di velocità (51%) o viaggia sul sedile posteriore senza allacciare la cintura (50%). Altra infrazione su cui spesso si sorvola è il rispetto delle distanze di sicurezza, con quattro automobilisti su dieci, pari al 42%, che non la rispettano. A questo si aggiunge che il 41% degli italiani, ammette candidamente di non seguire sempre in maniera corretta le norme prescritte per trasportare i bambini, mettendo a rischio la sicurezza dei più piccoli. Un comportamento pericolosissimo reso ancor più grave dal fatto che la sicurezza dei più piccoli è affidata agli adulti che dovrebbero garantire la loro incolumità in auto anche in caso di spostamenti molto brevi (“era solo per

pochi metri” è l’affermazione che si sente dire più spesso…). Tornando all’analisi, è pari al 30% la percentuale degli “allegri” parcheggiatori che lasciano l’auto fuori dagli spazi consentiti, infischiandosene del fatto che possa creare disagio o rischio per la circolazione, mentre l’uso del telefonino senza vivavoce o auricolare viene ammesso solo dal 23,5% degli italiani, una percentuale forse un po’ troppo bassa e probabilmente dettata dalla vergogna per un comportamento pericoloso e riprovevole (studi scientifici hanno dimostrato come la possibilità di provocare incidenti salga quando si è impegnati in una conversazione telefonica anche con i dispositivi consentiti dalla legge). Infine, il 23% degli intervistati afferma di sorpassare dove non è consentito, e c’è ancora un 17% che viaggia senza la cintura di sicurezza allacciata sui sedili anteriori. Dallo studio si evince poi che il rischio alla guida sembra essere appannaggio più maschile e diffuso tra i giovani.

17

Per tutte le violazioni alle norme del Codice della Strada gli uomini si distinguono per le maggiori percentuali: in particolare le differenze più rilevanti si riscontrano per il superamento dei limiti di velocità (lo ammette il 57% degli uomini contro il 45% delle donne), e per i sorpassi azzardati (26% contro 19%). Le donne prevalgono solo per il minore uso delle cinture di sicurezza, sia sui sedili anteriori, sia su quelli posteriori. Altro dato indicativo è quello che vede i giovani fino a 44 anni di età apparentemente più spericolati al volante, ➔


18

facendo registrare percentuali superiori di comportamenti a rischio rispetto ai guidatori più maturi soprattutto nel caso del superamento dei limiti di velocità dove si registra una percentuale pari al 56% nella fascia 18-44 anni, che scende al 46% tra i 45 e i 75 anni; nel mancato rispetto della distanza di sicurezza il 47% contro il 38%; e nell’utilizzo del telefonino con il 29,5% dei più giovani, a fronte del 17,1% degli altri guidatori. Sui risultati sembra influire anche la geografia, dimostrandosi in grado di cambiare i comportamenti al volante. Così al Nord troviamo una percentuale maggiore di guidatori dal piede “pesante” che esagerano di più con la velocità: lo ammette circa il 60% degli intervistati settentrionali contro il 51% del Centro e il 39% del Sud. La seconda infrazione più commessa è il mancato rispetto della distanza di sicurezza (46% al Nord Ovest e 41% al Nord Est). Il mancato allaccio delle cintura di sicurezza è un episodio più comune al

Centro e al Sud: quando si viaggia sul sedile posteriore è un comportamento attuato rispettivamente dal 56% e 57% dei cittadini di queste aree, contro il 40% circa del Nord. La stessa differenza

viene evidenziata anche quando ci si trova sul sedile anteriore con il 23% del campione degli intervistati nelle regioni centrali e meridionali, contro il 13% del Nord Ovest e il 7% del Nord Est.





22 Carfleet n. 67 luglio 2017

di Nicola Desiderio

Journey

Renault Grand Scénic

Alza il (mono)

La Renault Grand Scénic è la variante allungata della Scénic, l’auto che nel 1996 ha aperto la strada ai monovolume compatti. Giunta all’inizio dell’anno alla quarta generazione, la famiglia Scénic si avvicina al mondo dei crossover e porta ancora una volta interessanti innovazioni. La Grand Scénic è disponibile con motori a benzina e a gasolio con potenze da 110 cv ai 160 cv dell’1,6 litri diesel biturbo che è oggetto della nostra prova nell’allestimento di punta Bose con la configurazione a 7 posti. Ci sono anche il Life, lo Zen e l’Intens, a partire da 23.400 euro. Non ci siamo già visti? La nuova Renault Scénic riprende lo stile del concept R-Space presentato al Salone di Ginevra del 2011. Allora sembrò una visione lontana dalla realtà, invece il modello di serie le somiglia in modo impressionante, a partire dalle

grandi ruote da 20 pollici che sono uno degli elementi di spicco del monovolume francese. La parte più interessante è proprio il profilo con la modanatura sottoporta, il tetto scuro e la linea della finestratura spezzata che le donano uno slancio atletico. La Grand Scénic così riesce a distinguersi dalla Scénic non solo per la lunghezza (4,63 metri,+23 cm) ma anche per la personalità, più vicina piuttosto a quella della sorella maggiore Espace. Tutta cassetti e digitale L’abitacolo della Grand Scenic sviluppa temi già visti nella precedente generazione con altri visti sulle Renault più moderne come la strumentazione completamente digitale con head-up display e lo schermo da 8,7 pollici del sistema infotelematico disposto verticalmente. Facile nella logica e nella grafica, consente il mirroring con Adroid Auto e Ap-

ple Carplay e permette di governare praticamente tutto della vettura come l’impianto audio e persino le funzioni più interessanti dei sedili. Quelli anteriori sono dotati di massaggio, quelli di seconda e terza fila hanno il sistema di abbattimento elettrico, possibile anche attraverso pulsanti che si trovano nel vano di carico. Quest’ultimo varia da 233 a 756 litri. Il divano di seconda fila è scorrevole in


Carfleet n. 67 luglio 2017

volume

23

Uno dei cavalli di battaglia della Losanga si rinnova nella sua doppia veste aggiornando i concetti introdotti nel 1996 da quella che è la progenitrice del segmento. La Grand Scénic è il degno frutto di chi ha inventato questa tipologia di auto e offre spazio, ma soprattutto piacere di viaggiare con stile, sicurezza e tanta tecnologia di bordo. Il diesel 1,6 litri biturbo da 160 cv con il cambio automatico EDC le fornisce un passo e un comfort da stradista con consumi ridotti. due porzioni 60/40 mentre le due poltroncine posteriori sono sufficienti solo per bambini. Il portellone non è elettrico e non è leggero, ma la soglia è bassa e a filo con il piano. Come da tradizione, ci sono 4 pozzetti sotto il pavimento dell’abitacolo e altre due chicche: il grosso cassetto elettrico Easy Life da 11,5 litri e il tunnel centrale scorrevole che contiene i connettori, un vano da 13 litri e può fare sia da poggiabraccia sia da tunnel separatore per i sedili di seconda fila. Altre novità sono il tetto e il parabrezza panoramici e il montante anteriore spezzato dal deflettore per migliorare luce e visibilità. A questo proposito, con il pulsante Multi-Sense si cambia praticamente tutto, non solo la risposta di

meccanica e telaio, ma anche la grafica degli strumenti e il colore dell’illuminazione interna. La dotazione di sicurezza, già certificata a 5 stelle EuroNCAP comprende 6 airbag, i fari a Led intelligenti, il cruise control adattivo con frenata autonoma e funzione salvapedoni, ma c’è anche l’allerta per la stanchezza, per l’angolo cieco e per il traffico trasversale posteriore e l’assistenza per il mantenimento della corsia. L’auto dalle grandi ruote La nuova Scenic si basa sulla piattaforma CMF utilizzata dall’alleanza Nissan-Renault. L’unico motore a benzina è un 1,2 litri da 115 cv o 130 cv, disponibile con il cambio doppia frizione EDC a 7 rapporti, optional anche per il diesel ➔


24 Carfleet n. 67 luglio 2017

1.5 dCi da 110 cv (3,9 litri/100 km pari a 100 g/km di CO2). C’è poi l’1.6 d 130 cv e biturbo da 160 cv dell’auto in prova che ha l’EDC 6 marce di serie. La principale particolarità tecnica della nuova Scénic è l’adozione di ruote di grande diametro con pneumatici stretti 195/55 R20. Tale soluzione permette di avere un’estetica accattivante e, secondo Renault, di diminuire la resistenza dovuta sia alla sezione frontale sia al rotolamento con un guadagno fino a 5 g/m di CO2 sulle emissioni. Il guadagno è anche nella rumorosità di rotolamento, nella resistenza all’aquaplaning, in frenata e trazione e nel migliore assorbimento, dovuto alla spalla più alta e al diametro maggiore. Questo beneficio riguarda anche la maggior resistenza alle sconnessioni che martoriano le nostre strade. Sono

tre i costruttori di pneumatici che li forniscono e il prezzo come ricambio è identico a quello degli pneumatici su cerchio da 17 pollici della Scénic 3. Due turbo e due frizioni La Renault Grand Scénic accoglie con una sigla sonora e si avvia con il pulsante. Comodissimi i sedili con poggiatesta a compasso e ali di supporto laterali. L’accoppiata tra il diesel 1.6 da 160 cv e il cambio EDC lascerebbe presagire scintille, invece produce una spinta consistente, quasi invisibile dove contano di più 380 Nm di coppia. Le prestazioni comunque ci sono (200 km/h, 0-100 km/h in 10,7 secondi) con consumi contenuti (3,9 litri/100 km pari a 122 g/km di CO2). Le ruote “slim” regalano una guida molto progressiva nelle reazioni e un comfort effettiva-

mente elevato sul quale l’unico appunto è qualche fruscio proveniente dagli specchietti in velocità. Lavoro e famiglia con stile Storicamente, i monovolume sono venuti dopo le station wagon come auto aziendali preferite e, anche con l’avvento dei Suv e dei crossover, rimangono ancora una scelta eccellente per il bilancio tra ingombri, spazio interno, comfort, efficienza e costi di esercizio. La nuova famiglia Scénic va oltre e rivede il concetto che essa stesso aveva creato 20 anni prima reinterpretandolo in modo originale. Il risultato è apprezzabile anche dal punto di vista del decisore e rende la Grand Scénic un’ottima scelta come fringe benefit per chi la usa 5 giorni su 7 per lavoro e i restanti li dedica alla famiglia.

Renault Grand Scénic 1.6 dCi 160 cv EDC DATI TECNICI

DATI PER IL FLEET MANAGER

cilindrata 1.600 cc potenza 160 cv (118 kW) lungh./largh./alt. 4,63 x 1,87 x 1,55 m peso 1.539-1.660 kg accelerazione 0-100 km/h 10,7 s. velocità massima 200 km/h trazione anteriore cambio automatico a 6 rapporti

CO2 122 g/km costo di esercizio al km (*) 0,44 euro consumo medio 4,7 l/100 km valore residuo n. d. motori più flottabili: 1.5 dCi 110 cv 1.5 dCi 110 cv Hybrid (*) percorrenza annua 30.000 km

DATI PER IL DRIVER sicurezza EuroNCAP ★★★★★ (2016) connettività ★★★★★ comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ spazio ★★★★★ capacità di carico 233-756 litri



26 Carfleet n. 67 luglio 2017

di Nicola Desiderio

Journey

Toyota C-HR Hybrid

Personalità ibrida La casa giapponese entra a gamba tesa nel segmento dei crossover compatti con un’auto di rottura nello stile. Concepita come un coupé a ruote alte, la C-HR sfrutta la piattaforma più moderna di Toyota e garantisce una notevole qualità di marcia con consumi contenuti. La tecnologia ibrida permette inoltre un TCO ridotto, e insieme al successo commerciale di questa tipologia di veicoli, promette elevati valori residui e alta flottabilità. La Toyota C-HR è il crossover compatto con il quale la casa giapponese vuole tornare a giocare un ruolo da protagonista tra le auto a ruote alte, tendenza che essa stessa ha in qualche modo inaugurato nel 1994 con la RAV4. È disponibile negli allestimenti Active, Style, Lounge e Business con motore 1.2 da 116 cv anche con cambio CVT e trazione integrale, solo anteriore invece con la Hybrid da 122 cv che è oggetto della nostra prova. Parte da 24.700 euro. Altamente sportiva Toyota ha costruito la propria reputazione su molti elementi, ma non certo sull’originalità dello stile.

Ecco perché la CH-R stupisce per la forte personalità. Il nome sta per Coupè-High Rider e guardando la nuova Toyota sembra di trovarsi di fronte un’auto sportiva rialzata di 10-15 centimetri, carattere esaltato dalla forma della finestratura laterale, dalla maniglia posteriore integrata nel montante e dall’andamento del tetto che sembra ancora più basso e slanciato con la tinta bicolore. Lunga 4,36 metri, ha forme muscolose e scolpite, a tratti tormentate nelle quali giocano la loro parte anche i grandi passaruota, gli spoiler sul tetto e alla base del lunotto e i gruppi ottici posteriori tridimensionali. ➔



28 Carfleet n. 67 luglio 2017

Originale anche dentro La C-HR è sportiva e originale anche all’interno. Le tinte spaziano dal nero al viola scuro passando per il blu metallizzato mentre i rivestimenti vanno dal lucido all’opaco con microtrama tridimensionale a rombi. Molto comodi i sedili anteriori con una posizione di guida che sembra più quella di un’auto normale che di un Suv, ma che comunque garantisce un’ottima visibilità anteriore. Avvolgente anche la strumentazione con i due strumenti analogici a cannocchiale e il display multifunzione da 4,2 pollici a colori, il volante piccolo e massiccio e lo schermo da 8 pollici in posizione rialzata. Il sistema telematico non specchia dispositivi esterni, ma ha funzioni come Google Street View, Panoramio e Local Search, il notiziario TomTom per il traffico e alcune app, come quella per trovare il distributore dove la benzina costa meno. Ci sono anche la navigazione 3D, il riconoscimento vocale con funzione text-to-speech e il ricevitore DAB. La retrocamera è quanto mai preziosa.

e allerta abbandono mantenimento attivo della corsia. A richiesta l’allerta per il traffico trasversale posteriore, per l’angolo cieco, il mantenimento attivo della corsia e i fari a Led antiabbagliamento. Figlia della Prius La Toyota C-HR è basata sulla nuova piattaforma modulare TNGA con una scocca dotata di una percentuale molto elevata di acciai altoresistenziali. La gamme prevede un 1,2 litri turbo a iniezione diretta di benzina che eroga 116 cv e 185 Nm tra 1.500 e 4.000 giri/min ed è accoppiato al cambio manuale a 6 rapporti o automatico a variazione continua, anche con la trazione integrale. Anche il sistema della versione ibrida deriva da quello della Prius da 122 cv con un 1,8 litri a benzina a ciclo Atkinson da 98 cv collegato al motore elettrico da 53 kW e al generatore attraverso un ruotismo epicicloidale che fa anche da trasmissione e variazione continua. Il sistema, come è noto, può funzionare in parallelo o in serie e funziona a 600 Volt grazie ad un inverter che innalza la tensione della batteria al Nickel-metal-idruri (201,6 Volt) che ha una capacità di 1,31 kWh.

baricentro basso. La giapponese infatti rolla poco e, grazie anche ad uno sterzo preciso, si dimostra veloce e sicura nel misto. Le prestazioni sono adeguate (170km/h, 0-100 km/h in 11 s.), ma sono numeri che dicono poco. La CH-R va guidata con piede leggero, facendola scivolare quanto più possibile in elettrico. Così facendo, si potrà apprezzare il suo ottimo comfort con consumi strepitosi in città, contenuti in statale e tangenziale e normali in autostrada.

Carattere rotondo La C-HR è assai gradevole da condurre. Merito della fluidità del sistema ibrido, dell’ottimo lavoro delle sospensioni, in particolare le multi-link posteriori, e del

Vantaggiosa nel tempo La Toyota C-HR è l’auto del momento perché va incontro ai gusti dei clienti. In più è comoda, si guida con piacere e offre una propulsione alternativa collaudata per 20 anni su 10 milioni di Toyota e garantita per 5 anni o 100.000 km. Ha consumi bassi e numerosi altri vantaggi che tagliano il TCO. La C-HR paga infatti la tassa di possesso solo sulla parte termica e in alcune regioni gode di ulteriori esenzioni, parziali o totali, che in alcune città riguardano anche i parcheggi, gli accessi ZTL e le limitazioni del traffico. Costa meno anche la manutenzione: non ha cambio né frizione e consuma meno freni e pneumatici perché normalmente rallenta con il motore elettrico. Fattori che migliorano il TCO e che, insieme alla diffusione di crossover e ibridi, fanno prevedere valori residui molto favorevoli per le flotte.

DATI TECNICI

DATI PER IL FLEET MANAGER

DATI PER IL DRIVER

cilindrata 1.798 cc potenza 122 cv (90 kW, 72 kW motore termico) lungh./largh./alt. 4,36 x 1,79 x 1,55 m peso 1.455-1.495 kg accelerazione 0-100 km/h 11 s. velocità massima 170 km/h trazione anteriore cambio automatico a variazione continua

CO2 87 g/km costo di esercizio al km (*) n. d. consumo medio 3,9 l/100 km valore residuo: n. d. motori più flottabili: Hybrid, 1.2 2WD cambio manuale da 116 cv

sicurezza EuroNCAP ★★★★★ (2016) connettività ★★★★★ comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ spazio ★★★★★ capacità di carico 377 litri

Meno favorevole la situazione dietro: la maniglia è raggiungibile da bambini alti almeno 1 metro e 20, ci sono meno spazio e visibilità, non sono presenti le bocchette, ma in compenso la seduta è molto comoda. Il vano di carico ha una capacità di 377 litri e può essere ampliato abbattendo lo schienale 60/40. Il portellone non è leggero e il vano è un po’ infossato, ma c’è un utile fondo gommato asportabile che permette di non sporcare la moquette. La sicurezza è a 5 stelle EuroNCAP grazie alla dotazione di serie con 7 airbag, cruise control adattativo, con sistema precollisione e frenata autonoma salvapedoni fino a 80 km/h, lettura segnali

Toyota C-HR Hybrid 2WD

(*) percorrenza annua 30.000 km



30 Carfleet n. 67 luglio 2017

di Nicola Desiderio

News on the road Alfa Romeo Stelvio pronta alla battaglia Finalmente svelata la gamma completa del primo Suv del Biscione che sfrutta la stessa base tecnica della Giulia e anche lo stabilimento di Cassino. Due saranno i motori con altrettanti livelli di potenza ciascuno: il 2 litri turbo a benzina da 200 cv o 280 cv (230 km/h, 0-100 km/h in 5,7 s.) e il 2,1 litri a gasolio da 210 cv o 180 cv (4,7 litri/100 km pari a 123 g/km di CO2), quest’ultima è l’unica variante con la trazione solo posteriore mentre in tutti i casi il cambio è automatico ad 8 rapporti. Più avanti arriverà la versione Quadrifoglio con il V6 2.9 biturbo da 510 cv. Ampia la scelta di personalizzazione per le tinte e i materiali dell’abitacolo al quale si può dare una connotazione più lussuosa ed elegante oppure più sportiva. La gamma prevede 4 allestimenti (Super, Executive, Business e First Edition di lancio) con prezzi a partire da 47.300 euro.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Audi A5 classe rinnovata Seconda generazione per la A5 che debutta contemporaneamente in tutte le varianti Sportback a 4 porte lunga 4,73 metri, Coupé e Cabriolet lunghe invece 4,67. Basate sulla piattaforma MLB Evo, le nuove A5 sono più leggere di 85 kg e la Sportback ha un cx di 0,26. Migliorata anche l’abitabilità mentre per la tecnologia e la sicurezza le A5 possono contare su quanto già visto sulle altre Audi con l’aggiunta dei sistemi car-to-x. Tra i motori disponibili ci sono i 2 litri a benzina da 190 cv o 252 cv, diesel da 150 cv, 190 cv e il V6 3 litri da 218 cv e 272 cv fino ad arrivare al V6 3 litri a benzina delle S5 o il V6 2.9 biturbo da 450 cv della RS5 Coupé (0-100 km/h in 3,9 secondi). La trazione è, a seconda delle versioni, anteriore o integrale e il cambio manuale, S tronic a 7 rapporti e Tiptronic a 8 rapporti. Si parte da 40.430 euro e si arriva a 89.900 della RS5 Coupé.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Citroen C5 Aircross salto in alto La Citroen è pronta a lanciare un’offensiva Suv il cui primo atto nel 2018 sarà la C5 Aircross. Lunga 4,52 metri, ha gli airbump come la C4 Cactus e la C3 e un bagagliaio da 482 litri. La strumentazione è digitale su display da 12,3 pollici mentre il sistema infotelematico ha lo schermo a sfioramento da 8 pollici. L’abitacolo offre ampia possibilità di personalizzazione e la dotazione di sicurezza prevede il cruise control con funzione stop&go e l’assistenza contro il superamento della careggiata e il sorpasso incauto. Le sospensioni Progressive Hydraulic Cushion sfruttano un doppio tampone idraulico a ruota per offrire un comfort all’altezza della tradizione della casa. I sedili hanno la funzione massaggio e la climatizzazione è dotata di filtro ai carboni attivi. Nella gamma motori ci sarà un ibrido plug-in da 300 cv che permetterà di percorrere 60 km a emissioni zero.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★


Carfleet n. 67 luglio 2017

31

Fiat 500 Mirror connessa ai millennials La Fiat 500 dedicata ai millenials si chiama Mirror ed è una versione che offre la piena integrazione di Apple Carplay e, per la prima volta per Fiat, di Android Auto all’interno del sistema UConnectHD Live con schermo da 7 pollici che sarà reso disponibile anche sul resto della gamma. La 500 Mirror si distingue anche per i retrovisori esterni cromati e riscaldati, i cerchi in lega da 15 pollici, i fendinebbia, i sensori di parcheggio posteriori, la scritta Mirror e la verniciatura in Azzurro Italia, ma ci sono anche il Bianco Gelato, Rosso Passione, Nero Vesuvio e Grigio Carrara. I motori sono l’1.2 litri da 69 cv, il bicilindrico 900 da 85 cv (3,8 litri/100 km per meno di 90 g/km di CO2) e diesel 1.3 da 95 cv. La 500 Mirror è disponibile anche in versione 500C con tetto apribile.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Ford KA+ una taglia in più La Ka è tornata e quel “plus” sta per 31 cm e vogliono dire: più spazio e 5 porte per sfruttarlo a pieno. Lunga 3,93 metri offre un’ottima abitabilità e un bagagliaio da 270 litri. Per proteggere gli occupanti ci sono 6 airbag. Il bocchettone della benzina è del tipo Easyfuel senza tappo e c’è il MyKey, per personalizzare le chiavi e limitare opportunamente le prestazioni a seconda dell’utente. Per la connettività c’è una docking station che consente di sfruttare appieno tutte le funzionalità del proprio smartphone. L’unico motore in gamma è il 4 cilindri 1,2 litri da 70 cv o da 85 con cambio manuale a 5 rapporti. Il listino parte da 9.750 euro della versione base completabile con il pacchetto Cool&Sound (700 euro) che comprende climatizzazione e sistema audio mentre per la più completa Ultimate ci vogliono 11.250 euro, ma con Idea Ford la rata da 190 euro per 36 mesi è la stessa.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Kia Picanto piccola solo fuori Terza generazione per la Kia Picanto che mantiene la lunghezza di 3,59 metri, ma ha la scocca più leggera e più rigida del 33% e diventa ancora più sicura grazie ad una dotazione che comprende persino la frenata autonoma. Crescono anche la connettività, con lo schermo da 7 pollici che specchia dispositivi Android ed Apple, l’abitabilità e il bagagliaio che va da 255 (+55) a 1.010 litri. La nuova Kia Picanto è disponibile con il mille 3 cilindri da 66 cv (4,4 litri/100 km pari a 101 g/km di CO2) negli allestimenti City, Active e Cool mentre il 4 cilindri 1.2 da 84 cv (173 km/h, 0-100 km/h i 12 s.) corrisponde al grintoso GT che si riconosce per i paraurti, i particolari in rosso, i cerchi sportivi e il doppio scarico cromato. Più avanti ci sarà anche il 3 cilindri mille turbo ad iniezione diretta da 100 cv. I prezzi partono da 10.800 euro con la solita garanzia 7 anni o 150.000 km.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★




34 Carfleet n. 67 luglio 2017

di Nicola Desiderio

News on the road Land Rover Discovery talento da regina La nuova Discovery diventa quasi una Range Rover sia per le dimensioni sia per la tecnologia e il lusso. Lunga 4,97 metri, pesa ben 480 kg in meno grazie alla nuova struttura in alluminio, ma rimane una fuoristrada vera con le sospensioni pneumatiche, il riduttore e la trazione integrale a controllo elettronico, il tutto regolabile su 5 posizioni e una che riconosce automaticamente il tipo di terreno. L’abitacolo offre un lusso raffinato e 7 posti veri con i sedili che si abbattono e si rimettono a posto elettricamente anche a distanza usando lo smartphone e un bagagliaio che arriva a 2.500 lirti di capacità. La gamma motori, tutti con cambio automatico a 8 rapporti, comprende un V6 3 litri a benzina da 340 cv (215 km/h, 0-100 km/h in 7,1 s.) con compressore e due diesel: 2 litri da 180 cv (6 litri/100 km) e biturbo da 240 cv e V6 3 litri da 249 cv. Parte da 52.700 euro.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Maserati Quattroporte MY2017 raffinati affinamenti L’ammiraglia del Tridente si aggiorna per essere ancora più confortevole e sicura. Grazie al fondo piatto carenato e alle prese d’aria attive, ora ha un’aerodinamica più efficiente del 10% ed è anche più silenziosa. Più moderni anche i sistemi infotelematici, dotati ora di Android Auto e Apple Carplay, nuove funzionalità e comando a doppia manopola sul tunnel. Ridisegnati anche i vani portaoggetti. La dotazione di sicurezza ora prevede il cruise control adattivo con funzione stop&go, la frenata autonoma e l’allerta per l’abbandono della corsia. I motori hanno tutti il cambio automatico a 8 rapporti e sono sempre il V8 3.8 da 530 cv (310 km/h, 0-100 km/h in 4,7 s.) e il V6 3 litri da 410 cv anche a trazione integrale e il diesel di pari cilindrata da 275 cv. Diversa anche la gamma con la divisione tra gli allestimenti GranLusso e GranSport anche in versione GTS.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Mercedes Classe S autonomia ed efficienza L’ammiraglia della Stella si rinnova con lievi aggiornamenti estetici e nuove tecnologie come i fari Multibeam Led che illuminano fino a 650 metri e il programma Energizing che armonizza tutte le funzioni che riguardano il comfort. Ulteriormente evoluti i sistemi di guida semiautonoma che consentono il sorpasso assistito, la sterzata attiva e la regolazione automatica della velocità in prossimità delle curve e degli incroci. Nuovi anche i motori diesel 6 cilindri in linea 2,9 litri da 286 cv e 340 cv e benzina V8 4 litri biturbo da 469 cv o 612 cv della S63 AMG (0-100 km/h in 3,5 s.) che consumano fino al 10% in meno e hanno il cambio automatico a 9 rapporti. C’è anche la S65 AMG con il V12 6 litri da 630 cv e in programma ci sono sia altri motori con sistema microibrido a 48 Volt e altre versioni ibride plug-in con autonomia elettrica di 50 km.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★


Carfleet n. 67 luglio 2017

35

Opel Insignia evoluzione leggera La media di casa Opel è diventata un’ammiraglia di quasi 5 metri, è più aerodinamica (cx di 0,26), pesa fino a 200 kg in meno e offre molto più spazio. La Grand Sport ha ora il portellone e un bagagliaio di 490-1450 litri, la SportsTourer arriva a 1.665 litri. Tra le tecnologie per il comfort e la sicurezza ci sono sedili certificati AGR con ventilazione e massaggio, i fari a matrice di led che illuminano fino a 400 metri, il sistema infotelematico IntelliLink con schermo da 8 pollici e OnStar che consente di avere un assistente personale sempre a disposizione. I motori consumano dal 3% al 10% in meno: diesel 1.6 da 136 cv (3,6 litri/100 km pari a 105 g/km di CO2) e 2 litri da 170 cv, a benzina 1.5 turbo da 140 cv e 2 litri da 265 cv (250 km/h, 0-100 km/h in 7,3 s.) con cambio automatico a 8 rapporti di serie e trazione integrale con torque vectoring. Parte da 30.250 euro.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Peugeot 308 ha un po’ di 3008 La compatta del Leone si rinnova a metà del suo ciclo di vita. Diverso il frontale, con fari dotati di una nuova firma luminosa, la plancia è stata ripresa da quella della 3008 con l’aggiunta della strumentazione digitale, dei comandi a registro d’organo e del nuovo sistema infotelematico con schermo capacitivo da 8 pollici e possibilità di specchiare qualsiasi dispositivo esterno. La dotazione di sicurezza ora comprende il cruise control adattivo con funzione stop&go, la frenata autonoma e l’assistenza contro l’uscita involontaria dalla corsia. Rinnovati anche i motori per ottemperare alle normative Euro6c e il ciclo RDE. Il pluripremiato 3 cilindri 1.2 da 130 cv ha ora il filtro antiparticolato e un nuovo cambio a 6 marce, il diesel 2 litri ha il cambio automatico a 8 rapporti mentre completamente nuovo è l’1.6 da 130 cv dotato di una nuova strategia di combustione.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Seat Ateca FR stirpe sportiva Il primo Suv di Seat diventa più sportivo con l’introduzione della versione FR dotata del motore 2 litri da 190 cv accoppiato con il cambio doppia frizione a 7 rapporti e la trazione integrale. Esternamente si riconosce dai mancorrenti sul tetto e le cornici in nero, la griglia in nero lucido, le luci fendinebbia a Led, minigonne laterali, modanature in alluminio e diverso paraurti posteriore. Tecnicamente, ha un assetto specifico con ammortizzatori a controllo elettronico, pneumatici 245/40 R19 e sterzo progressivo. All’interno, ci sono la selleria in Alcantara, il volante sportivo e la pedaliera in metallo. Ancora non sono stati dichiarati i consumi e le prestazioni mentre rimane identico il resto della gamma con motori da 115 cv a 190 cv declinati con più allestimenti: Reference, Style, Advance, Xcellence e Business dedicato alle flotte con listino che parte da 20.850 euro.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★




38

Mercedes Classe X, pick up di lusso in vendita a fine anno

Service

Vecchio furgone addio Il parco circolante dei veicoli commerciali leggeri in Italia è composto da 3,65 milioni di autocarri. Oltre un terzo dei quali (esattamente il 35,2%) risponde a una normativa anti-inquinamento Euro 3 o precedente. Significa che, nel migliore dei casi, questi 1,3 milioni di veicoli hanno non meno di dieci anni d’età. Sono autocarri in buona parte fatiscenti, con centinaia di migliaia di chilometri sulle ruote, che inquinano, consumano, sono inaffidabili e poco sicuri per chi li guida e per chi li incontra per strada. Non dimentichiamo che un veicolo commerciale è un mezzo da lavoro, quindi circola sicuramente per molte più ore al giorno rispetto a un’automobile. Gli impatti negativi sono dunque decisamente maggiori. Il Fisco ci dà una mano Questi sono i motivi per cui le Istituzioni hanno deciso di favorire lo svecchiamento del parco circolante, privilegiando gli autocarri piuttosto che le automobili. A partire dal 2017, infatti, l’agevolazione del super-ammortamento al 140%, in precedenza estesa a tutti i veicoli aziendali, è limitata ai beni a uso strumentale (rimane però l’applicabilità anche alle automobili per le aziende che svolgono un’attività professionale inerente alla distribuzione automobilistica, come per esempio i concessionari e i noleggiatori). Pure la Legge “Sabatini Ter” continua a offrire incentivi alle imprese che investono nel rinnovo dei beni strumentali, nel cui novero rientrano, come detto, anche gli autocarri. Sono provvedimenti

L’evoluzione dei veicoli commerciali leggeri non è mai stata così rapida come adesso, mentre le agevolazioni fiscali e le opportunità di mercato indicano che questo è un momento favorevole per il rinnovo della flotta. Con la soluzione del noleggio a lungo termine sempre più in pole position. solidi, ben strutturati, concreti, che agevolano effettivamente il tessuto imprenditoriale e commerciale del nostro Paese e che ormai dal 2015 hanno contribuito al rilancio del comparto. Come del resto dimostrano i numeri che, lo vedremo tra breve, indicano, oltretutto, che le scelte delle aziende stanno convergendo soprattutto su una formula di acquisizione, il noleggio a lungo termine, che si sta rivelando la più conveniente. Long rent superstar Nei primi quattro mesi del 2017 le aziende hanno acquisito circa 53.300 veicoli commerciali leggeri (fonte: Dataforce). Sottraendo dalla statistica i circa 5.300 LCV immatricolati dai cosiddetti “Canali Speciali” (cioè noleggi a breve termine e auto-immatricolazioni dei Costruttori e dei Concessionari, ovvero veicoli “demo” e “km zero”), rimangono 48.000 autocarri nuovi immessi in circolazione, di cui due terzi acquistati direttamente (soprattutto tramite leasing) e un terzo mediante la formula del noleggio a lungo termine. Sembrerebbe dunque che l’acquisto di-

retto rimanga la formula più gettonata, ma in realtà le cose non stanno proprio così perché, mentre i contratti di noleggio sono in forte crescita (+23,4%), il leasing e le altre formule di compera che prevedono soltanto la parte finanziaria senza servizi di gestione sono crollati quest’anno del 31,2%. Questo fenomeno è facilmente comprensibile: l’acquisto diretto lascia aperte troppe incognite legate al Total Cost of Ownership, cui invece il NLT risponde offrendo spese certe, meglio programmabili e, soprattutto, l’opportunità di avere veicoli sempre “freschi” e correttamente mantenuti. Spacchettando ulteriormente i dati, sempre con l’ausilio delle statistiche di Dataforce, si può notare che il grosso delle immatricolazioni del noleggio a lungo termine è realizzato dai cosiddetti “Top Player”, ovvero i noleggiatori indipendenti dai costruttori, con oltre il 70% delle immatricolazioni NLT del 2017, e con un tasso di crescita sul 2016 del 28,5%. Questo dato conferma che un’offerta multimarca permette al cliente del noleggio di scegliere meglio il suo veicolo commerciale su misura.


di Marco Di Pietro

Carfleet n. 67 luglio 2017

39

Consulenza “taylor made” L’orientamento verso una marcata specializzazione sui veicoli commerciali, con la creazione di vere e proprie strutture di vendita del noleggio focalizzate sui mezzi da lavoro, è uno dei motivi attraverso i quali il provider è in grado di soddisfare il cliente che necessita di uno o più mezzi da lavoro. Il noleggiatore oggi utilizza configuratori sofisticati ed evoluti, che permettono il confronto tra marche differenti, che sono in grado di evidenziare i plus e i minus dei singoli modelli, scendendo nel dettaglio degli allestimenti che, per i veicoli commerciali, a prima vista ➔ Il Ford Transit Hybrid Plug-in, di prossima commercializzazione, in prova per le strade di Londra

Intervista con Graziano Sbardella, ad di NETO Dott. Sbardella, la sua è un’azienda relativamente giovane nel mercato, cosa le ha permesso di affermarsi velocemente come uno dei player importanti nel settore dei veicoli commerciali? Quella dei veicoli commerciali è la classica area di business dove non c’è spazio per l’improvvisazione. Si tratta di un settore estremamente complesso, che richiede la conoscenza di notevoli elementi che concorrono insieme: nozioni tecniche, normative di settore, una rete di fornitori specializzati, un processo commerciale lungo e articolato. La parola d’ordine per avere successo in questo ambito è quindi: competenza. La squadra che ho costruito negli anni ha fatto leva soprattutto su questo elemento. La mia azienda non si occupa di altro; siamo tutti concentrati su questo business, ogni giorno, per affinare le conoscenze e le competenze specifiche.

estremamente complesso, brevettato a livello europeo, per lasciare che il consulente LeasePlan resti concentrato sul suo ruolo, quello commerciale. Quando il consulente di LeasePlan, ha compreso le esigenze del Cliente, NETO è in grado di fornire tutti gli allestimenti idonei alla sua attività, grazie ad un archivio di allestimenti che raccoglie oggi più di 6.000 prodotti forniti da 250 allestitori solo in Italia. Un sistema automatizzato di verifica delle compatibilità tecniche tra allestimento e veicolo è in grado, infine, di individuare il veicolo giusto da abbinare con l’allestimento scelto, pescando nella lista di tutti i modelli in gamma per i 12 marchi di veicoli commerciali (più di 15.000 modelli). L’integrazione con i sistemi aziendali permette poi lo sviluppo di una quotazione di noleggio ad hoc per il cliente. In sintesi, il successo di NETO risiede proprio nel fatto che il consulente LeasePlan si sente oggi molto più sereno e preparato, perché può gestire un business molto complesso in una maniera molto semplice, senza dover conoscere un caleidoscopio pressoché infinito di aspetti tecnici e normativi.

Quali sono le caratteristiche che a suo parere rendono NETO un elemento di differenziazione per una società di noleggio come LeasePlan? La caratteristica principale di NETO è l’opportunità di rendere semplice un processo complesso. LeasePlan è un’azienda estremamente strutturata, dotata di processi interni di gestione molto efficaci e snelli. In un mercato globale e competitivo come quello in cui viviamo oggi, non è più possibile perdere tempo nella ricerca delle informazioni o in passaggi burocratici lunghi e laboriosi. Grazie al supporto della direzione ICT di LeasePlan abbiamo messo a punto un servizio integrato che consente al consulente di noleggio di avere tutto quello di cui ha bisogno nello stesso ambiente, sempre a portata di mano. Il segreto di NETO è proprio questo: racchiudere la competenza in un motore di calcolo,

LeasePlan è un’azienda globale, presente in molti paesi. Come si è evoluta la vostra partnership con LeasePlan a livello internazionale? Dopo una fase pilota sul mercato italiano, durata poco meno di un anno, LeasePlan Corporation ha compreso le potenzialità del servizio NETO a livello globale e ha sottoscritto con noi un accordo europeo, per coinvolgere tutte le altre entità europee che hanno deciso di incrementare il business dei veicoli commerciali. L’accordo formalizza un prezzo unico europeo del servizio e le modalità di adesione dei paesi coinvolti. Inoltre, per marcare il segno con un vantaggio competitivo nei confronti della concorrenza, LeasePlan Corporation ha chiesto e ottenuto un periodo di esclusiva del servizio in tutti quei paesi dove NETO non è ancora presente.


40 Carfleet n. 67 luglio 2017

Renault Master Z.E., furgone elettrico che garantisce un’autonomia di 200 km nel traffico di città

potrebbe apparire un vero ginepraio, specie quando si tratta di allestimenti specifici e molto particolari. La consulenza del noleggiatore è ormai a 360 gradi: dalla tecnica ai servizi, alla fiscalità. Evoluzione rapida I veicoli commerciali leggeri stanno cambiando pelle e sostanza molto più di quello che l’aspetto estetico riesca a evidenziare: se nel mercato dell’auto-

mobile la scelta dell’alimentazione tradizionale (che per le flotte è naturalmente quella diesel) non è ancora particolarmente scalfita dalle soluzioni alternative, per i mezzi da lavoro, metano, ibrido ed elettrico stanno per diventare un’alternativa molto reale ed economicamente vantaggiosa. Lo si può intuire osservando quante novità si profilano all’orizzonte nel prossimo futuro. Le anteprime di prodotto quali Renault Zoe Van e Master Elettrico

Il nuovo Fiat Talento, che si posiziona nella gamma Fiat Professional al di sotto del Ducato

(che vanno a completare la gamma già molto estesa di veicoli a impatto zero del costruttore transalpino), Ford Transit Custom Hybrid sono soltanto alcuni esempi di quale sia la scelta verso cui i costruttori di mezzi commerciali stanno andando con rapidità e decisione. Ma anche l’introduzione delle motorizzazioni tradizionali che rispondono alla normativa Euro 6 deve essere considerata uno spartiacque tra il passato e il presente: in termini di consumi ed emissioni questo passaggio significa una variazione in positivo di circa il 10%. L’altra direttrice dei Costruttori è verso la forte riduzione dei costi d’esercizio: se guardiamo per esempio alla manutenzione ordinaria, il traguardo di un solo intervento da effettuare ogni due anni oppure entro la percorrenza di 60.000 chilometri è ormai molto vicino, con benefici importanti in termini di riduzione dei canoni di noleggio. Ma c’è anche la “nuova frontiera” della manutenzione “predittiva” (gli interventi assistenziali sono effettuati preventivamente attraverso l’analisi di alcuni parametri che permettono di individuare in anticipo i guasti), che avrà tra breve un impatto positivo importantissimo sui costi della manutenzione straordinaria.



42 Carfleet n. 67 luglio 2017

di Alessandro Palumbo

Sustainability

Il mercato auto a valore Nel 2016 gli italiani hanno acquistato oltre 1,8 milioni di autovetture per una spesa complessiva pari a 36,3 miliardi di euro. Prosegue quindi la crescita del mercato, partita dal 2014 quando con 25,4 miliardi si lasciava dietro una scia negativa di ben sei anni, culminata con l’annus horribilis, il 2013, in cui la spesa per l’auto nuova era pari a 23,6 miliardi di euro. Basti pensare che nel 2007 gli italiani avevano speso 42,3 miliardi di euro. È questo il dato principale che emerge dall’analisi “Il mercato auto a valore 2016”, elaborata dal Centro Studi Fleet&Mobility, con il supporto di Alfa Evolution Technology e Unipol, processando tutte le immatricolazioni e associandole al prezzo di listino e poi applicando gli sconti medi relativi a ciascun canale.

Una crescita in valore (19,5%) superiore a quella dei volumi (16,3%). Frutto di un prezzo medio netto passato da 19.095 nel 2015 a 19.634 euro nel 2016. La domanda dei noleggiatori (sia di breve che di lungo periodo) è aumentata

del 19% passando dai 6,2 miliardi del 2015 ai 7,4 miliardi del 2016 (+1,2 miliardi di euro) e rappresenta il 20% del totale, con un prezzo medio netto di acquisto pari a 20.127, in crescita dell’1,8% rispetto al 2015, quando era pari a 19.771 euro.


Le società, che coprono il 21% del mercato, hanno acquistato auto per 7,5 miliardi, con una crescita di 1,8 miliardi di euro e con un prezzo medio netto di acquisto pari a 21.952 euro. Tuttavia è corretto riportare che il 65% dei volumi realizzati dalle società è costituito dalle autoimmatricolazioni delle Case e dei dealer sotto forma di vetture demo e Km 0, che quindi ridimensio-

nano l’effettivo peso degli acquisti in proprietà delle aziende. I privati sono passati dai 18,4 miliardi spesi nel 2015 ai 21,4 miliardi nel 2016 con un prezzo medio che è arrivato a 18.784, con un aumento di oltre 500 euro. Un incremento del valore medio generalizzato sui tre canali (privati, noleggio e società) indica un orientamento pre-

ciso dei clienti: chiedono modelli e/o allestimenti di maggior valore. L’analisi del valore relativa ai segmenti delle autovetture mostra chiaramente che a crescere sono i segmenti C e D che guadagnano 4 punti di quota a fronte di una contrazione delle vetture più piccole (segmento A e B). I valori relativi alle alimentazioni confermano il diesel come motorizzazione principale con una quota a valore del 68% (a volume del 67%). Le vetture diesel, a benzina e quelle ibride aumentano tutte la quota a valore di un punto percentuale rispetto al 2015, mentre le vetture a gas e metano perdono complessivamente il 3% di quota a valore. Guardando ai brand, il primo posto in classifica è detenuto saldamente da Fiat con una quota a valore del 15% e a volume del 21%. ➔


44 Carfleet n. 67 luglio 2017

Segue Volkswagen con una quota a volume del 7,5% e a valore del 7,7% grazie alle vendite di modelli che spingono il valore unitario medio a listino a 24.263 contro una media del mercato pari a 23.675. Sale al terzo posto Ford (nel 2015 deteneva la quarta posizione). Anche Mercedes sale di un gradino rispetto all’anno precedente grazie ad una gamma modelli che spinge il valore medio unitario a listino pari a oltre 42.000 euro. Chiude la classifica dei primi 15 brand Hyundai con una quota a valore 2,7% e 3,1% a volume. Tutto bene, il mercato cresce sia in volume e valore. È aumentato il clima di fiducia dei privati e delle aziende che continuano a comprare e noleggiare

auto a ritmi di crescita a due cifre. Ma si deve evidenziare che non tutti i volumi venduti arrivano subito nelle mani dei clienti finali, siano essi privati o aziende. Nel 2016, infatti, le autoimmatricolazioni di Case e dealer sono state 240.000 unità, contro le 188.500 del 2015, per una crescita pari al 27%. Tale incremento è molto più alto rispetto a quello delle vendite al netto delle autoimmatricolazioni che è stato pari al 15%. Segno evidente che nel 2016 c’è stato un forte ricorso allo strumento delle vetture Km 0 che di fatto ridimensionano le performance “reali” del mercato e mostrano chiaramente che il mercato dell’auto – almeno quello guidato dalle Case automobilistiche – è ancora fabbrica driven.

Ricerca “Il Mercato auto a valore”. Metodologia della ricerca • le immatricolazioni includono vetture e fuoristrada • le immatricolazioni di ogni marca/modello/versione sono state associate al prezzo di listino IVA inclusa • per i valori di mercato netti sono stati sottratti gli sconti medi di ogni canale compresi gli sconti km 0 (canale Società e Noleggio). Fonti • Unrae e Case: immatricolazioni per segmento e per marca/modello • Quattroruote: prezzo di listino medio ponderato sui 12 mesi 2016 – incluso IVA e IPT base – escluso option, sconti e promozioni • Fleet&Mobility: sconto medio, offerte e promozioni, con elaborazioni su dati InterautoNews e degli operatori.



46 Carfleet n. 67 luglio 2017


di Nicola Desiderio

Carfleet n. 67 luglio 2017

47

Journey

Nissan Micra

Spigolo vivo più che mai La Nissan Micra di quinta generazione è l’auto con la quale la casa giapponese lancia di nuovo la sfida nel cuore del segmento B per tornare ad esserne una delle protagoniste. Nata nel 1983, è arrivata in Europa nel 1992 e, dopo anni di anonimato, vuole di nuovo far parlare di sé. È proposta con carrozzeria 5 porte in ben 5 allestimenti (Visia, Visia+, Acenta, N-Connecta e Tekna) e 3 motori con potenze da 71 cv fino ai 90 cv del diesel 1.5 oggetto della nostra prova. Il listino parte da 12.600 euro. I tagli netti con il passato Ricordate la prima Micra arrivata in Europa 25 anni fa? Le sue forme diventarono l’icona di un’auto che faceva delle sue simpatiche rotondità il proprio marchio di fabbrica. Bene, la nuova Micra è l’esatto contrario perché oggi è 4 metri esatti di forme taglienti e tese. La calandra a V è ripresa dagli altri modelli Nissan e da essa partono le due nervature che, dopo aver percorso il corto cofano motore, descrivono il profilo arcuato dei parafanghi anteriore e si raccordano con i profili ascendenti laterali.

La Micra arriva al suo quinto atto e stravolge lo stile e la filosofia con i quali si era finora proposta, con forme affilate e decisamente più maschie che in passato. Francese nel dna, ha dimensioni che la pongono nel cuore del segmento con una connotazione sportiveggiante, una dotazione di sicurezza tra le più complete e una gamma motori circoscritta. Colorata da vedere e gradevole da guidare, fa al caso di flotte composte da auto di piccole dimensioni. L’insieme è sicuramente personale, anche efficiente aerodinamicamente (cx di 0,29) e non lascia certo indifferenti. Guarda decisamente davanti La Nuova Nissan Micra segue anche all’interno la nuova filosofia stilistica. Offre dunque un abitacolo dal sapore sportivo con la strumentazione raccolta (due quadranti e il display da 5 pollici al centro) e il volante piuttosto verticale a tre razze, dotato di corona sagomata e schiacciata nella parte bassa.

Hi-tech i profili in metallo satinato alternati alle plastiche scure e alle modanature coordinate con le vivaci tinte della carrozzeria, così come per la selleria. Diversi i pacchetti di personalizzazione che coinvolgono sia l’abitacolo sia l’esterno. Tutti i comandi sono a portata di mano e gradevoli al tatto mentre lo sono meno quelle zone dell’abitacolo che sono lontane dagli occhi e delle mani. Lo stesso dicasi dell’abitabilità: buona davanti, più sacrificata dietro anche per la forma delle portiere, per l’assenza dei braccioli e persino degli alzacristalli elettrici. Da segnalare il vano portaggetti sul tunnel dotato di fondo gommato a illuminazione puntiforme e il cassetto da ben 10 litri di capacità. Il bagagliaio va da 300 a 1.004 litri abbattendo lo schienale 60/40 del divanetto, ma la soglia è alta e il piano infossato. Al passo con i tempi la telematica. Il sistema ha lo schermo a sfioramento da 7 pollici, la possibilità di specchiare dispositivi esterni Apple, la possibilità di inserire le destinazioni in remoto grazie a Google e il sistema di visione perimetrico a 4 telecamere e sensore di riconoscimento degli oggetti in movimento. Altrettanto utile in manovra è l’assistenza per le partenze in salita. Tra le particolarità del sistema audio ci sono la radio Dab e l’impianto Bose con altoparlanti ➔


48 Carfleet n. 67 luglio 2017

inseriti all’interno dei poggiatesta per migliorare l’ascolto. La dotazione di sicurezza a 5 stelle EuroNCAP comprende 6 airbag, attacchi Isofix, i sensori di pressione per gli pneumatici, la frenata autonoma con funzione pedoni, il sistema antisuperamento della linea di carreggiata, la lettura dei segnali e i fari a led a commutazione automatica.

controllo elettronico di stabilità. Uno è l’Intelligent Trace Control e agisce frenando la ruota motrice interna per facilitare l’inserimento e migliorare la direzionalità in curva. Il secondo è l’Intelligent Ride Control e sfrutta la coppia motrice e i freni riducendo i cosiddetti trasferimenti di carico tra i due assali, per migliorare tenuta di strada e stabilità. I freni posteriori sono a tamburo.

ed erogazione. Discreto il cambio, buone le prestazioni (179 km/h, 0-100 km/h in 11,9 s.) con consumi ridottissimi (3,5 litri/100 km pari a 92 g/km di CO2). Buono anche il comfort, influenzato solo un po’ dagli pneumatici 205/45 R17 presenti sull’esemplare in prova.

Piglio sportiveggiante La Nissan Micra dà subito la sensazione di essere un’auto sportiva e lo si capisce subito non appena ci si siede al volante e si è pronti a pigiare il pulsante di avviamento sulla consolle centrale. La giapponese conferma questa impostazione non appena ci si muove, Lo sterzo è pronto e piuttosto sensibile, ma risulta sempre progressivo. Il comportamento stradale è agile, divertente e invoglia ad una guida brillante. A questo scopo, dà il suo contributo l’elasticità del motore e la sua pastosità di risposta

Vantaggiosa nel tempo La nuova Nissan Micra nasce con un compito impegnativo: riportare il marchio tra i protagonisti all’interno di un segmento combattutissimo e dove i clienti, da lungo tempo, non pensano al nome Micra quando devono considerare l’acquisto di un’auto come questa. Sarà lo stesso per le flotte aziendali? Lo vedremo. Di sicuro la Micra ha un’estetica accattivante, motori giusti e parsimoniosi e soprattutto una dotazione di sicurezza ai vertici della categoria. Per questo rappresenta un’opzione interessante per chi, per lavoro, ha bisogno di avere mezzi dalle dimensioni contenute e dai consumi ridotti, ma pieni di tecnologia.

DATI TECNICI

DATI PER IL FLEET MANAGER

DATI PER IL DRIVER

cilindrata 1.461 cc potenza 90 cv (66 kW) lungh./largh./alt. 4 x 1,74 x 1,45 m peso 1.082-1.146 kg accelerazione 0-100 km/h 11,9 s. velocità massima 179 km/h trazione anteriore cambio manuale a 5 rapporti

CO2 92 g/km costo di esercizio al km (*) 0,30 euro consumo medio 3,5 l/100 km valore residuo: n. d. motori più flottabili: 1.0 da 71 cv

sicurezza EuroNCAP ★★★★★ connettività ★★★★★ comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ spazio ★★★★★ capacità di carico 300-1.004 litri

Sbarco in Francia La Nissan Micra è costruita a Flins, in Francia, nello stesso stabilimento della Renault Clio con la quale condivide anche la base tecnica. Tutti i motori sono disponibili solo con il cambio manuale a 5 rapporti. I benzina a 3 cilindri sono un mille aspirato da 71 cv e un 900 turbo da 90 cv insieme all’arcinoto diesel 1.5 anch’esso da 90 cv (ma con 220 Nm di coppia al posto di 140) e che è oggetto della nostra prova. La sua caratteristica saliente è la distribuzione monoalbero a 8 valvole. Interessanti anche le funzioni incluse nel

Nissan Micra 1.5 dCi 90

(*) percorrenza annua 30.000 km



50 Carfleet n. 67 luglio 2017

di Nicola Desiderio

Journey

Mini Countryman

Picnic ad Oxford La Mini Countryman è la quarta variante della terza generazione della piccola di Oxford e supera la Clubman come Mini più grande della storia, con i suoi 4,30 metri di lunghezza. È offerta con motori a 3 e 4 cilindri con potenze da 136 cv a 231 cv a benzina, a gasolio e, per la prima volta per una Mini, ibrido plug-in. Parte da 27.450 euro ed è disponibile in 3 allestimenti (Boost, Hype e Jungle), più due dedicati alle flotte: Business e Business Automatica che proviamo con il diesel 2 litri da 150 cv e la trazione integrale. I muscoli di una Mini La nuova Countryman è cresciuta di 20 cm e si è allargata di 3 cm, per questo appare più agile e slanciata, ma anche più aggressiva e sofisticata. È sicuramente la Mini meno tondeggiante e la più muscolosa, in particolare per i fari anteriori più schiacciati e i parafanghi che si staccano leggermente dal corpo vettura. Nel segno della continuità altri elementi come i montanti anteriori poco inclinati e il tetto a effetto sospeso,

Il Suv britannico completa la gamma della terza generazione della Mini, aumentando notevolmente le proprie dimensioni e con uno stile meno tondeggiante e più aggressivo. Rispetto alla precedente Countryman perde in eccentricità e guadagna in prestazioni, comfort e maneggevolezza, ma soprattutto in spazio e praticità, ma anche in tecnologia, sicurezza e connettività: elementi essenziali per un Suv che ambisce ad entrare nelle politiche aziendali. grazie in particolare al terzo finestrino raccordato visivamente al lunotto. Comunque, inconfondibilmente Mini. Lo stile finalmente ha spazio Per la Countryman valgono le stesse considerazioni fatte per le altre Mini: stile coerente, ma con una qualità notevolmente superiore al passato. Naturalmente amplissima la possibilità di personalizzazione per ogni singolo particolare, anche all’esterno. Ad esempio: si possono scegliere tra 12 cerchi, 3 tipi

di sedili e accoppiare come si vuole le varie modanature per colore e materiale. E ci sono anche quelle con trama retroilluminata. Il progresso maggiore sta nell’abitabilità finalmente per 5 persone senza rinunce. Grazie al divano posteriore 40/20/40 scorrevole, si può scegliere di privilegiare chi siede dietro o il bagagliaio che va da 450 fino 1.390 litri, un record per la Mini. Il portellone elettrico si aziona con il piede ed è qui che appare la chicca: si solleva il piano e fuoriesce il Picnic Bench, un cuscino con telo antisporco che trasforma il bordo del vano di carico in un panchetta ideale per fare uno spuntino campestre, in autentico stile inglese. Notevolmente migliorata anche la capacità di traino (1.500-1.800 kg). La plancia è tipicamente Mini: strumento piccolo dietro il volante e strumento grande al centro che ospita lo schermo del sistema infotelematico disponibile in tre versioni, la più ricca con schermo a colori da 8,8 pollici, manopola con touchpad, la piattaforma di servizi Mini Connected, e persino il Find Mate per ritrovare oggetti indispensabili ogni volta che occorre partire. Non potevano mancare le levette “toggle” e c’è anche ➔ l’head-up display.



52 Carfleet n. 67 luglio 2017

La dotazione di sicurezza a 5 stelle EuroNCAP include 6 airbag, cruise control adattativo con allerta pericolo e frenata automatica con funzione salvapedoni, lettura segnali e fari full led antiabbagliamento a commutazione automatica e orientamento dinamico. Anche su questa Mini troviamo la pinna sul tetto con luce intermittente e la proiezione del logo Mini nella zona di ingresso di fronte alle portiere anteriori. A tre, a quatto e… ibrido plug-in! La Mini Countryman monta motori a benzina 3 cilindri di 1,5 litri da 136 cv della Cooper e 4 cilindri 2 litri da 192 o 231 cv della JCW (234 km/h, 0-100 km/h in 6,5 s.) con la trazione integrale All4 di serie, disponibile a richiesta invece con le altre versioni, comprese quelle con il diesel 2 litri da 150 cv (4,8 litri/100 km pari a 113 g/km di CO2) che proviamo proprio nella versione All4 con il cambio automatico a 8 rapporti, di serie con la variante da 190 e cv e a richiesta su tutte le altre tranne per la JCW e il 3 cilindri che può averlo a 6 rapporti. La Countryman è la prima Mini disponibile in versione ibrida plug-in. Il sistema è composto dall’1.5 da 136 cv e un elettrico posteriore da 65 kW

per un totale di 224 cv. Raggiunge 198 km/h, accelera da 0 a 100 km/h in 6,8 secondi e consuma 2,1 litri/100 km pari a 49 g/km di CO. In elettrico percorre 42 km e raggiunge 125 km/h. Come sulla Clubman, le sospensioni possono essere a controllo elettronico. Agile, sicura e confortevole La Countryman dà sensazioni da vera Mini sin da quando ci si siede con una visibilità davvero ottima grazie ai montanti poco inclinati e alla linea di cintura bassa. Aiuto ulteriore viene dalla retrocamera e dai sensori anche laterali. Ottimo l’accoppiamento tra motore e cambio. Il primo mette a frutto la sua coppia (330 Nm tra 1.750 e 2.500 giri/min) e ha un bel brio (205 km/h, 0-100 km/h in 8,7 s.), il secondo è dolce e veloce. Pronto lo sterzo, ma senza essere nervoso e con un assetto che assicura buona agilità, grande sicurezza e anche un efficace assorbimento completato da un’altret-

tanto efficace insonorizzazione. Molto buoni infine i consumi (4,8 litri/100 km pari a 126 g/km di CO2). Alzare la flotta si può La prima Mini Countryman è stata un successo di dimensioni inaspettate (540mila unità vendute), il mercato punta dritto verso Suv e crossover e la desiderabilità di Mini aggiunge altri punti al valore residuo potenziale di quest’auto che ora si fa scegliere – udite udite – anche per lo spazio interno. Per questo la Mini Countryman non è solo una scelta individuale o da professionista e ha tutte le carte in regola per entrare nelle flotte aziendali e pure in quelle dei rent-a-car.

Mini Countryman Cooper D 150 cv automatica DATI TECNICI

DATI PER IL FLEET MANAGER

cilindrata 1.995 cc potenza 150 cv (110 kW) lungh./largh./alt. 4,30 x 1,82 x 1,56 m peso 1.082-1.146 kg accelerazione 0-100 km/h 8,7 s. velocità massima 205 km/h trazione integrale cambio automatico a 8 rapporti

CO2 126 g/km costo di esercizio al km (*) 0,39 euro consumo medio 4,8 l/100 km valore residuo: n. d. motori più flottabili: Cooper D cambio manuale Cooper 136 cv (*) percorrenza annua 30.000 km

DATI PER IL DRIVER sicurezza EuroNCAP ★★★★★ (2017) connettività ★★★★★ comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ spazio ★★★★★ capacità di carico 456-1390 litri



54

di Francesca Carli

Journey

Dalla ruota ai primi pneumatici:

un’invenzione che… ha fatto girare il mondo! È lo strumento che, più d’ogni altro, ha fatto girare - è il caso di dirlo! - l’economia e la vita sociale dell’umanità. La sua invenzione risale a oltre 5000 anni prima di Cristo. Gli studiosi, infatti, ritengono che la ruota sia stata scoperta nel Neolitico, sebbene fosse impiegata esclusivamente come tornio. Il grande salto concettuale che l’ha portata a diventare il cuore pulsante del mondo dei trasporti è invece merito dei Sumeri. Da loro ci arriva anche la prima testimonianza scritta di questo strumento, attraverso l’immagine presente sullo stendardo di Ur. La strada percorsa dalla ruota lungo la storia è davvero lunga e articolata. Se dapprima era ricavata da semplici tronchi d’albero, poi è stata la volta di soluzioni realizzate con metallo e pelle. Fino all’entrata in scena della gomma, che ha aperto la strada alla nascita dello pneumatico. Le invenzioni di Goodyear e Thomson Siamo nell’Ottocento: alcuni agricoltori brasiliani scoprono che dal tronco dell’Hevea brasiliensis, se inciso, fuoriesce un materiale vischioso e denso che, opportunamente lavorato, può assumere qualsiasi forma. È la gomma. Ma c’è un problema: gli oggetti ottenuti con questo materiale si sciolgono ad alte temperature o si irrigidiscono eccessivamente con il freddo.

La ruota rappresenta una delle invenzioni più significative della storia dell’umanità. Ha dato spinta al progresso, cambiato il concetto di trasporto, fatto crescere l’economia e agevolato lo sviluppo sociale. E ancora oggi, senza i suoi pneumatici, anche l’auto più moderna e tecnologica non ci porterebbe da nessuna parte. Ma come è nata la “ruota” moderna e qual è la storia delle sue origini? Nel 1839, Charles Goodyear pensa di mescolare alla gomma dello zolfo e riesce a creare un materiale perfettamente resistente alle variazioni di temperatura. Cinque anni dopo brevetta la sua scoperta e inizia a produrre gomma per diversi utilizzi, tra cui il rivestimento per le cerchiature delle carrozze. Trascorrono due anni, è il 10 giugno del 1846. Robert William Thomson si reca all’ufficio brevetti di Londra e deposita la sua invenzione per la aerial wheel con questa descrizione: “applicazione di supporti elastici intorno alle ruote di veicoli, allo scopo di diminuire lo sforzo necessario a trainarli, rendere il loro movimento più facile e attutire il rumore che fanno quando si muovono”. Un’idea geniale. Talmente geniale da essere in anticipo sui tempi: la prima automobile, infatti, sarà brevettata solo quaranta anni più tardi, nel 1886!


Carfleet n. 67 luglio 2017

Goodyear e Thomson non godranno di alcuna notorietà in vita. Il brevetto di “vulcanizzazione” di Goodyear viene infatti copiato da molti senza che lui riesca mai a far valere i suoi diritti (l’azienda che oggi porta il suo nome non è stata fondata da Charles, ma è semplicemente stata chiamata così in suo onore). Thomson, dal canto suo, muore a cinquantuno anni, unico e incompreso

proprietario di una carrozza che monta ruote con pneumatici. Dunlop e il brevetto invalidato 1888: John Boyd Dunlop, veterinario, vuole rendere più maneggevole il triciclo del figlio. La soluzione che trova è un copertone gonfiabile, riempito d’aria. Funziona! Il 23 luglio deposita il brevetto. Non ha mai sentito parlare di Goodyear e Thomson. Un anno più

55

tardi, durante la gara del Queen’s College Sports a Belfast, l’invenzione di Dunlop viene applicata alla bicicletta del ciclista William Hume, atleta mediocre sulle cui performance nessuno avrebbe mai scommesso. Hume vince e la notizia fa scalpore. La ditta Edlin & Co., nei giorni immediatamente successivi, vende ben cinquanta biciclette con la nuova tipologia di ruote. Pochi mesi dopo, a Dublino, viene costituita la ➔


56 Carfleet n. 67 luglio 2017

società Pneumatic Tyre and Booth’s Cycle Agency Limited, con un capitale di 25mila sterline. Nel giugno del 1890, il colpo di scena. Siamo nuovamente all’Ufficio Brevetti di Londra: un impiegato nota per caso un fascicolo di tre anni prima in cui viene riportata una lista di “ruote elastiche” estratte tra gli ottanta brevetti depositati tra il 1772 e il 1887. Uno dei più interessanti è a nome di un certo Robert William Thomson. L’impiegato informa Dunlop della scoperta. E quest’ultimo fa una scelta etica e coraggiosa: il mondo industriale inglese viene messo a conoscenza del brevetto Thomson, risalente a quasi cinquant’anni prima. Nonostante la correttezza dimostrata e il fatto che Dunlop - ignaro dell’attività di Thomson - sia giunto alle medesime conclusioni, l’Ufficio Brevetti invalida la priorità di Dunlop. Welch, Bartlett e i fratelli Michelin La ruota moderna sembra decisa a percorrere la sua strada verso il futuro, ma rimangono da risolvere diversi problemi non di poco conto. Uno di questi è il fissaggio dello pneumatico al cerchione. L’ingegnere Charles Kingston Welch prova a risolvere la questione attraverso il “tallone”, ovvero un cerchione con rialzi laterali in grado di avvolgere il copertone. 16 settembre 1890: il brevetto è depositato e subito acquistato dalla Pneumatic Tyre Company per cinquemila sterline. A velocità sostenuta, però, il rischio di una fuoriuscita del co-

pertone permane. La soluzione viene offerta da William Erskine Bartlett, con un sistema di cavi d’acciaio lungo la gomma. Le sterline sborsate dalla Pneumatic Tyre Company questa volta sono 200mila. Dunlop, intanto, deve ripartire da zero. Vuole superare se stesso e progettare un ciclo dotato di maggior comfort: inventa una bicicletta con ruote piene e telaio costituito da molle a balestra. Ma anche questa volta il destino gli scombina le carte in tavola. Le invenzioni di Welch e Bartlett, infatti, hanno reso concreta la possibilità di utilizzare la ruota pneumatica, che ormai è considerata la scelta vincente. L’idea di John

non incontra l’interesse sperato. Nel 1895 la sua carriera si conclude con le dimissioni dal ruolo di direttore della sua società. Nello stesso anno, la ruota pneumatica applicata all’automobile vede entrare in scena André ed Édouard Michelin. I due fratelli hanno alle spalle una notevole esperienza con gli pneumatici per biciclette, ma decidono di fare un passo in più e li applicano alla loro Daimler 4 CV durante la gara automobilistica Parigi-Bordeaux. Per completare la corsa utilizzano l’intero treno di ventiquattro gomme. E non vincono. Però capiscono che il futuro dei trasporti su ruota sta proprio lì, negli pneumatici.



58 Carfleet n. 67 luglio 2017

di Nicola Desiderio

Next

Ginevra

La nuova Mazda CX-5 offre uno stile più pulito, con più comfort e sicurezza

il salone di bellezza dell’automobile Dove si fa il salone dell’automobile più bello e ricco del mondo? La risposta è univoca: a Ginevra. E anche per l’87ma edizione la kermesse svizzera ha confermato la propria fama con oltre 140 novità che spaziano dalla city car fino all’ipersportiva, molte delle quali comunque decisamente interessanti per le auto aziendali, sempre più importanti per i numeri complessivi del mercato. I padiglioni dell’Expo hanno visto il debutto europeo e con i ranghi finalmente al completo della Stelvio, il Suv con il quale l’Alfa Romeo cambia la sua storia. Per chiarire il concetto, il gruppo FCA ha mostrato per la prima volta in Europa anche la nuova Jeep Compass de-

La 87ma edizione ha confermato con oltre 140 novità che la manifestazione svizzera è la più ricca e varia nel panorama mondiale. Tantissimi Suv, ma anche berline, utilitarie e citycar per finire con le supercar che fanno sognare per il lusso e le prestazioni. stinata ad rilanciare ulteriormente le azioni del marchio offroad americano nel segmento dei Suv compatti. Ruote alte e sportività anche sullo stand Audi dove le protagoniste sono state la SQ5 e il concept RSQ8 che hanno rubato la scena alle nuove RS5 Coupé e alla RS3 Sportback. Se Suv e crossover sono sempre più nu-

Debutto ufficiale in Europa per l’Alfa Romeo Stelvio con tutta la gamma

merosi e potenti ai saloni, non è certo solo una questione legata alle ruote alte. Anche la Citroen, ad esempio, si prepara a “suvizzarsi” quando arriverà il modello di serie della C-Aircross concept. È invece già pronta la DS7 Crossback. Il primo suv globale del marchio di lusso del gruppo PSA sfiderà la nuova bellissima Volvo XC60 e avrà anche il

La Opel Crossland X è un crossover che


nuovo sistema ibrido plug-in da 300 cv che sta sotto la Peugeot Istinct, un concept di shooting brake a guida autonoma pienamente immersa nell’Internet delle cose. La PSA ha annunciato alla vigilia del salone di Ginevra di essersi presa da General Motors la Opel la quale, quasi come a salutare l’ex casa madre, ha presentato due auto fondamentali per le flotte. La prima è la Crossland X destinata a sostituire la Meriva, la seconda è la nuova Insignia che sulle rive del lago Lemano si è presentata con la variante berlina (ma ora con il portellone) e la SportsTourer. È lunga quasi 5 metri, più spaziosa e tecnologica, ma anche più efficiente grazie all’aerodinamica (cx di 0,26) e ad un peso diminuito di 200 kg. Sul versante delle auto tradizionali, fondamentali i debutti della Golf restyling, forte di motori ancora più efficienti, di una versione elettrica da 300 km di autonomia e di nuovi sistemi telematici dotati persino di comandi gestuali. La Volkswagen ha presentato anche la Arteon, coupé 4 porte destinata a sostituire la CC e la Sedric, un concept virtuale di auto condivisa a guida autonoma. Idee simili sono arrivate dalla Toyota per la i-TRIL, una biposto elettrica, mentre indirizzate al presente sono il restyling della Yaris e la presentazione della versione sportiva GRMN con motore 1.8 con compressore volumetrico da ben 210 cv. A Ginevra si sono viste anche le BMW Serie 4 rinnovate e la nuova BMW Serie 5 Touring ➔ che seguirà a ruota la berlina.

sostituisce il monovolume Meriva

La Volkswagen Arteon succede alla CC ed è una spaziosa coupé 5 porte che punta al comfort

La Jeep Compass segna il ritorno in forze del marchio di FCA nel segmento dei Suv compatti

L’Audi Q8 Sport Concept anticipa il nuovo Suv omonimo. Monta un sistema ibrido “mild” a 48 volta da 476 cv


60

La nuova Volvo XC60 tenterà di ripetere il successo dell’attuale

La Toyota i-TRIL è una city car 1+2 elettrica a guida autonoma

La Mercedes ha puntato invece le sue carte sulla sportività e l’eleganza con il debutto della nuova Classe E Cabriolet e AMG GT Concept, una sportiva 4 porte che sembra tagliata per fare lo sgambetto alla Porsche Panamera. A questo proposito, l’ammiraglia della Cavallina si è presentata con la seconda versione plug-in da ben 680 cv e l’inedita variante Sport Turismo con carrozzeria “quasi” station wagon. I costruttori coreani hanno fatto sentire la loro voce con nuova Hyundai i30 Wagon, il prototipo FE ad idrogeno, la Kia

La Bentley Bantayga Mulliner è la massima espressione del lusso a ruote alte

La DS7 Crossback è il primo Suv globale del marchio premium del gruppo PSA

Niro ibrida plug-in e la Picanto di nuova generazione. Ma in Svizzera si sono viste anche altre novità importantissime come le nuove Seat Ibiza e Ford Fiesta che, per l’occasione, si è moltiplicata in quattro declinazioni e ha deciso che la versione sportiva ST avrà un motore 3 cilindri 1.5 da 200 cv. Molto interessante anche la nuova Suzuki Swift che mira ad offrire spazio e tecnologia delle vetture di segmento B, ma con 120 kg in meno di prima e più versioni microibride. Ha guardato alla sportività la Honda con la nuova Civic Type R da

La nuova Ferrari 812 Superfast è la nuova berlinetta con motore V12 da 800 cv di Maranello

320 cv che si è ripresa il record al Nurburgring come auto a trazione anteriore più veloce con un incredibile 7’43”80. Ovviamente meglio ha fatto la nuova Lamborghini Huracan Performante da 640 cv (6’52”01), uno dei simboli della sportività presenti a Ginevra insieme alla McLaren 720S, la Pagani Huayra Roadster e la Ferrari 812 Superfast da 800 cv, ultima evoluzione della specie delle berlinette V12 con motore anteriore-centrale Made in Maranello. Ma i cavalli che contano sono quelli che si moltiplicano su strada e anche in questo caso quelli destinati ad essere vincenti hanno le ruote alte. Tra questi, ci sono la nuova Mazda CX-5, la Mitsubishi Eclipse Cross e la Velar, quarto modello della gamma Range Rover che nel nome riprende quello del primo prototipo della casa britannica e nello stile segna un balzo in avanti verso una svolta sportiva della gamma di punta di Land Rover. Anche i crossover più venduti d’Europa hanno scelto Ginevra per rinnovarsi, ma senza esagerare perché i cavalli vincenti si cambiano il meno possibile. Ecco allora una Renault Captur ancora più colorata e sicura e la Nissan Qashqai che, oltre ad una faccia nuova, promette per la fine dell’anno un sistema di assistenza alla guida che le consentirà di viaggiare praticamente da sola in autostrada.



62 Carfleet n. 67 luglio 2017

di Mauro Manzoni

La corsa dei numeri La struttura del Mercato Italia Riprende il trend positivo del mercato dell'auto, dopo il rallentamento virtuale registrato nel mese di aprile a causa della calendarizzazione delle festività. Le immatricolazioni hanno superato le 200.000 unità, come non succedeva dal maggio del 2008. A detta di UNRAE il mercato sembra quindi mantenere inalterato per l'anno in corso il suo potenziale di crescita, stimato intorno al 9%. Stabili le immatricolazioni a Privati ed in crescita moderata quelle del Noleggio, aumentano sensibilmente quelle a Società, che oltrepassano quota 20% sul totale. Totale Mercato Italia

elaborazioni Centro Studi UNRAE MAGGIO '17

GENNAIO-MAGGIO VAR. %

UTILIZZATORE 2017

2016

Privati

111.552

110.772

Noleggio

51.764

49.591

41.784

29.645

40,9

205.100

190.008

7,9

Società Totale

QUOTE % MAGGIO

QUOTE % GEN-MAG

VAR. % 2017

2016

2017

0,7

539.710

546.558

-1,3

4,4

236.706

209.275

13,1

177.058

129.393

36,8

953.474

885.226

7,7

2016

2017

2016

54,4

58,3

56,6

61,7

25,2

24,8

26,6

23

20,4

15,6

18,6

14,6

Il mercato per alimentazione Tutte le alimentazioni risultano in aumento, tranne il metano che continua a flettere perdendo quota. In particolare si nota una forte crescita dei veicoli ad alimentazione ibrida, che superano la quota del 3%, ed una buona performance dei veicoli elettrici, come pure per quelli a Gpl. Cresce anche il diesel, seppure meno del mercato. Mercato Italia

elaborazioni Centro Studi UNRAE MAGGIO '17

GENNAIO-MAGGIO VAR. %

ALIMENTAZIONE 2017

2016

114.475

108.730

Benzina

68.189

Gpl

12.803

Diesel

QUOTE % MAGGIO

QUOTE % GEN-MAG

VAR. % 2017

2016

2017

2016

5,3

536.676

497.369

2017

2016

7,9

55,8

54,7

56,3

56,2

63.140

8

315.057

10.136

26,3

59.503

299.022

5,4

33,2

33,2

33

33,8

48.265

26,3

6,2

5,3

6,2

5,5

Ibride

6.841

3.651

87,4

27.545

16.938

62,6

3,3

1,9

2,9

1,9

di cui benzina + elettrica

6.827

3.580

90,7

27.404

16.667

64,4

3,3

1,9

2,9

1,9

14

71

-80,3

141

271

-48

0

0

0

0

2.656

4.258

-37,6

13.902

23.036

-39,7

1,3

2,2

1,5

2,6

136

93

46,2

791

596

32,7

0,1

0

0,1

0,1

205.100

190.008

7,9

953.474

885.226

7,7

di cui diesel + elettrica

Metano Elettriche Totale

Le emissioni - media ponderata Prosegue l’abbassamento della media ponderata delle emissioni, diminuzione che mese su mese mostra come inizi a farsi sentire l’impatto positivo delle innovazioni tecnologiche che stanno interessando sempre di più il settore Automotive Totale Mercato Italia

elaborazioni Centro Studi UNRAE MAG ‘17

GENNAIO-APRILE

EMISSIONI CO2 (G/KM)

Media ponderata

VAR. % 2017

2016

112,4

112,6

-0,2

VAR. % 2017

2016

112,2

112,7

-0,5


Carfleet n. 67 luglio 2017

63

Immatricolazioni di vetture a società - Top 10 Aumento della presenza di veicoli del gruppo FCA tra i primi della lista di quelli venduti a società (escluso il noleggio). In confronto ai primi 5 mesi dello scorso anno, sono ben 2 i modelli che fanno il loro ingresso nella Top 10, Jeep Renegade e Alfa Romeo Giulietta. Immatricolazioni di autovetture e fuoristrada di società (escluso uso noleggio) - TOP 10 N.

MARCA

MODELLO

GEN-MAG 2017

PESO %

N.

elaborazioni Centro Studi UNRAE

MARCA

MODELLO

GEN-MAG 2016

PESO %

1

Fiat

Panda

14.504

8,19

1

Fiat

Punto

9.284

7,18

2

Fiat

500L

10.791

6,09

2

Fiat

Panda

6.120

4,73

3

Fiat

Tipo

8.764

4,95

3

Fiat

500L

5.436

4,20

4

Lancia

Ypsilon

8.339

4,71

4

Lancia

Ypsilon

5.095

3,94

5

Fiat

500

7.116

4,02

5

Fiat

500

3.956

3,06

6

Fiat

Punto

6.090

3,44

6

Volkswagen

Golf

3.093

2,39

7

Jeep

Renegade

3.734

2,11

7

Citroën

C3

3.054

2,36

8

Peugeot

208

3.700

2,09

8

Fiat

500X

1.963

1,52

9

Alfa Romeo

Giulietta

3.477

1,96

9

Toyota

Yaris

1.951

1,51

10

Volkswagen

Golf

3.120

1,76

10

Peugeot

208

1.912

1,48

69.635

100,00

41.864

100,00

Totale

Totale

Le quote del noleggio Il noleggio aumenta ancora rispetto allo stesso mese dello scorso anno, mantenendosi oltre la soglia del 25% nella quota di rappresentatività. Il tasso di crescita generale, comunque sostanziale nel rapporto con i 5 mesi del 2016, subisce però il diverso effetto della crescita del noleggio a lungo termine e della decrescita del noleggio a breve termine nel confronto del solo mese corrente.

Mercato Italia

elaborazioni Centro Studi UNRAE MAGGIO '17

UTILIZZATORE

GENNAIO-MAGGIO VAR. %

QUOTE % GEN-MAG

VAR. %

2017

2016

51.764

49.591

4,4

breve termine

20.972

22.834

-8,2

106.270

lungo termine

30.792

26.757

15,1

130.436

Noleggio

QUOTE % MAGGIO

2017

2016

2017

2016

236.706

209.275

2017

2016

13,1

25,2

26,1

24,8

26,6

97.476

9

10,2

12

11,1

11

111.799

16,7

15

14,1

13,7

12,6

Immatricolazioni di vetture a noleggio - Top 10 Nella lista dei veicoli immatricolati a società di noleggio entra subito al terzo gradino del podio la Fiat Tipo, veicolo evidentemente ottimale per le car policy aziendali. New entry anche la Citroen C3, che sale direttamente all’8 posto. Buona performance della Ford con la Fiesta che guadagna peso percentuale sul totale. Immatricolazioni di autovetture e fuoristrada intestate a società uso noleggio - TOP 10 N.

MARCA

5 MESI 2017

PESO %

1

Fiat

Panda

18.556

7,84

1

Fiat

Panda

17.117

8,18

2

Fiat

500

12.743

5,38

2

Fiat

500L

11.687

5,58

3

Fiat

Tipo

9.806

4,14

3

Fiat

500

11.160

5,33

4

Fiat

500L

8.359

3,53

4

Lancia

Ypsilon

6.454

3,08

5

Fiat

500X

6.920

2,92

5

Fiat

500X

6.358

3,04

6

Lancia

Ypsilon

5.669

2,39

6

Renault

Clio

5.635

2,69

7

Renault

Clio

5.337

2,25

7

Peugeot

308

5.420

2,59

8

Citroën

C3

5.224

2,21

8

Ford

Focus

5.135

2,45

9

Ford

Fiesta

5.130

2,17

9

Volkswagen

Golf

4.781

2,28

10

Volkswagen

Golf

4.902

2,07

10

Nissan

Qashqai

4.096

1,96

82.646

100,00

77.843

100,00

Totale

MODELLO

N.

MARCA

elaborazioni Centro Studi UNRAE

Totale

MODELLO

5 MESI 2016

PESO %


64 Carfleet n. 67 luglio 2017

di Valentina Carrabino

What’s next? IL FAVORITO

LEONE 22 lug - 22 ago

Gli astri sono propizi per la vita di coppia. Mai come in questi mesi potrai viaggiare sulle ali dell’amore. È il momento di organizzare un viaggio in due, per andare a vedere un concerto, uno spettacolo, una città d’arte o anche un centro benessere. Auto del segno: una favolosa decappottabile per un lungo weekend!

il favorito della stagione

Oroscopo luglio-settembre 2017

ARIETE 20 mar - 20 apr

TORO 21 apr - 20 mag

GEMELLI 21 mag - 20 giu

Il trimestre presenta qualche imprevisto. Attenzione alle curve pericolose che potrebbero rivelare inaspettate sorprese. Suggeriamo di attivare l’ABS.

I prossimi mesi saranno propizi e potrete progettare il vostro futuro anche di lungo periodo. Cosa aspettate a noleggiare un’auto a lungo termine? È il momento più proficuo dell’anno.

Grazie anche all’appoggio di Giove benefico nel segno, non dovrete preoccuparvi di incombenze pratiche. Sarà come avere sempre a disposizione una app che segnala i parcheggi disponibili.

CANCRO 21 giu - 21 lug

LEONE 22 lug - 22 ago

VERGINE 23 ago - 22 set

In previsione un periodo di alti e bassi. È il momento di attivare il Cruise Control, mettere da parte la fatica di guidare per iniziare anche a sognare ad occhi aperti.

il favorito della stagione

Si avvicina un periodo davvero splendente. Consigliamo di usare l’aletta parasole per non restare accecati dalle incredibili opportunità che avrete a breve e grazie alle quali potrete brillare come fari allo xeno.

BILANCIA 23 set - 22 ott

SCORPIONE 23 ott - 21 nov

SAGITTARIO 22 nov - 21 dic

Senza Venere in opposizione potrai togliere il piede dal freno e lanciarti in una corsa avventurosa. La prudenza non deve mancare ma in questo momento puoi concederti qualche piccolo eccesso.

Alcune situazioni complesse finalmente si sbloccheranno. Avrete il supporto del Sistema di mantenimento della corsia di marcia per non perdere di vista gli obiettivi a cui tenete di più.

Usufruite del riconoscimento automatico dei segnali stradali per avere il supporto di cui avete bisogno in questa fase di affaticamento. E se non bastasse attivate anche l’ASR per la regolazione dello slittamento in accelerazione.

CAPRICORNO 22 dic - 20 gen

ACQUARIO 21 gen - 19 feb

PESCI 20 feb - 19 mar

Dovete proprio prendervi una pausa di riflessione. Attivate il GPS e lasciatevi guidare verso una meta distante dal caos metropolitano e ascoltate la vostra canzone preferita tramite Bluetooth.

La condivisione e gli incontri sono assolutamente favoriti. Potete provare il car-sharing o scoprire i vantaggi del car-pooling. Alcuni incontri inaspettati vi aspettano.

La famiglia occupa un posto importante in questo periodo. Una SW molto spaziosa vi consentirà di lasciare a ognuno i propri spazi, per convivere in sintonia.




Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.