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Simone Biles - Storia di una leggenda

Ha già conquistato il maggior numero di medaglie d’oro a livello mondiale rispetto a qualsiasi ginnasta, uomo o donna che sia. Ha vinto la medaglia d’oro ogni anno, fin dal 2013. È la prima e unica ginnasta nella storia a vincere quattro titoli mondiali, di cui tre consecutivi.

Nata il 14 marzo 1997 a Columbus - Ohio, è stata adottata in tenera età insieme alla sua sorellina Adria dai genitori Ron e Nellie. Sebbene sua madre sia originaria del Belize, Simone è crescita a nord di Houston, in Texas, dove ha sempre coltivato la sua passione per la ginnastica. A soli sei anni durante una gita alla Bannon’s Gymnastix, “iniziò a imitare in modo del tutto spontaneo i movimenti delle ginnaste”. I suoi genitori ne intuirono il talento e la iscrissero al corso. Oggi si allena circa 35 ore a settimana al World Champions Centre, una palestra fondata a Spring proprio dai suoi genitori. Dalla sua prima Olimpiade nel 2016, il nome di Simone Biles ha fatto letteralmente il giro di tutto il mondo. Una ragazza da record che si distingue, non solo per il numero di medaglie vinte, ma soprattutto per la sua versatilità nel primeggiare in quasi tutti gli attrezzi.

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L’essere la campionessa indiscussa del mondo per sette anni di fila, però, non le basta. Dopo un anno di meritato riposo dall’attività agonista, Simone Biles è ritornata in pedana con un solo ed unico obiettivo: riscrivere la storia

della ginnastica artistica realizzando elementi di massima difficoltà mai compiuti fino ad ora nelle sue tre discipline di punta: volteggio, corpo libero e trave. Il comitato olimpico si era già espresso contrario in merito, ma Simone non ha voluto sentire ragioni e agli US Classic ha presentato in gara l’impossibile Yurchenko doppio carpio al volteggio.

Un esercizio che appartiene al codice maschile e mai provato da una donna. Simone Biles l’ha eseguito perfettamente ottenendo un punteggio di 16.100 su un massimo di 16.600. Icona dello sport mondiale è stata protagonista della copertina di agosto 2020 di Vogue America: la prima dedicata a un’afroamericana. Da ragazzina la chiamavano «swoldier» (da «swollen», cioè gonfio, e «soldier», soldato), poi, invece, da atleta, è finita nel mirino di commenti vergognosi sul suo aspetto fisico. «Si concentrano sui miei capelli o su quanto siano grandi le mie gambe.

Ma Dio mi ha fatto così e sento che se non avessi queste gambe o questi polpacci, non sarei in grado di volare più in alto che posso e realizzare quei salti e quelle figure che ora portano il mio nome», dice. E lancia un messaggio forte e chiaro alle ragazze: «Non importa quanto tu sia bravo nel tuo sport, nella

vita, nel tuo lavoro, la cosa principale di cui la gente parla è come appari. Ma il modo migliore per gestire questa pressione è ignorarla». La sua storia però non è sempre stata costellata di successi… Simone infatti ha subito abusi sessuali da Larry Nassar, ex medico della squadra di ginnastica americana, l’USA Gymnastics. Con lei anche altri atleti, vittime dello stesso dottore, poi condannato con l’accusa di violenza sessuale. Dopo tanto tempo in silenzio, ha deciso di raccontare senza vergogna al mondo la sua storia. Con un lungo post sui social, la campionessa scrive: “Molti di voi mi conoscono come una donna felice, piena di vitalità, ma ultimamente mi sono sentita a pezzi. Ora non ho più paura di raccontare la mia storia. Anche io sono una delle tante sopravvissute che è stata abusata da Larry Nassan.”

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