La storia, la racconto io

Perdonatelo, ma Daniele si commuove sempre quando parla di me.
A volte sembra burbero, spigoloso, focoso ed addirittura spocchioso. Ma, in realtà, è l’armatore più innamorato della sua barca che si possa incontrare.
E posso garantirvelo io, che sono la sua Magoo, la barca che gli fa perdere la testa ogni volta che mi timona. No no, quando dico che perde la testa non è in senso letterario, ma nel vero senso della parola. Se in Adriatico, durante una regata o un semplice allenamento, vede un uomo al timone che salta ed urla al suo equipaggio, state sicuri che è Daniele. E’ fatto così, ma è un ottimo velista ed anche un bravissimo marinaio.
Quindi, se volete conoscere la mia storia, forse, è meglio che sia io a raccontarvela.

Partiamo con le presentazioni. Mi chiamo Magoo… Sì, Daniele…non mi dimentico di dire tutto il nome, dammi il tempo di finire. Dicevamo. Mi chiamo Magoo VVF, perché lui è un Vigile del Fuoco e fa parte del gruppo sportivo, quindi abbiamo sempre portato i colori del Dipartimento. Non vi sembra romantico che una barca rappresenti gli uomini che combattono il fuoco con l’acqua?
Io ne sono orgogliosa. Ero un Asso 99 e, non a caso uso il passato, perché da quando Daniele mi ha comprata mi ha modificata da prua a poppa, dall’albero alla chiglia. Sono ormeggiata al porto canale di Rimini ma sono originaria del Lago di Garda. Il mare l’ho conosciuto grazie a Daniele. Ora vi racconto tutto dall’inizio.



Daniele, prima di me, aveva un Farr 740, dal bizzarro nome FARCILECCA, e faceva le regate sempre con un gruppo di colleghi Vigili del Fuoco, con i quali inizia a pensare ad una barca più grande e più veloce, e la scelta cade sull’Asso 99.
Così Daniele cerca una barca al Lago di Garda, la patria degli Asso 99. Contatta il mio ex armatore e, viste le mie caratteristiche, fissa subito un appuntamento al quale si presenta già con il carrello stradale. Daniele è una persona che non perde tempo e quando mi ha vista, non ha avuto dubbi: la sera è tornato a Rimini con me sul carrello.
Se volete sapere la verità, sono stata io che ho scelto Daniele perché aveva gli occhi che gli brillavano e quando ad un uomo, velista, brillano gli occhi quando ti guarda, vuol dire che ti tratterà come un gioiello.
All’epoca mi chiamavo il Giocattolo di Arturo.
Se noi barche fossimo degli esseri umani, Freud, oltre al "complesso di Edipo", avrebbe elaborato nello yachting anche il "complesso dei nomi".
Ma torniamo a noi. Quando Daniele mi ha acquistata aveva già pensato di cambiarmi nome con uno più corto, per poterlo facilmente abbinare ad eventuali sponsor. E’ un uomo pratico, quando vuole. Il nome a cui aveva pensato era appunto Magoo, ed era parte di un progetto già studiato. Infatti, quando sono arrivata in Romagna, non sono stata messa subito in acqua, ma è iniziato il mio restyling nel campo di fronte a casa di Daniele. Ancora oggi, ogni volta che mi porta in quel campo…è l’inizio dell’ennesimo taglia e ricostruisci.
Mi ha accorciato il pozzetto, costruita una tuga più abitabile e fatto altre modifiche, tra cui la chiglia. In Adriatico, infatti, non sono permessi i trapezi e quindi bisognava modificare il punto di raddrizzamento.
Era il 1999 ed
Mazzotti. I lavori durarono un anno circa e ad aiutarci veniva sp Filippi, una presenza costante nella mia vita, ma soprattu amico di Daniele. Luca ha un carattere particolare, non sem ma è un grande professionista ed ogni volta che ha “mess mio scafo o alle vele ha sempre fatto un ottimo lavoro. Ogni tanto, con Luca passava anche suo padre Corrado, davano dei consigli sui lavori da fare. Spesso si fermavan Umarell che, non abituati ai cantieri navali, non sempre ca tipo di “oggetto” era sottoposto ai lavori. Un giorno uno simpatici signori, dopo aver fatto due o tre giri intorno al appoggiato per terra e senza chiglia, chiese a Daniele, sommergibile?” Inconsciamente, aveva già capito la mia futura natura di barca perennemente bagnata.

Poi finalmente mi hanno messa in acqua ed alla prima uscita abbiamo subito fatto la prova di raddrizzamento. C’erano Daniele, Luca Filippi e Luca Bugli e quando abbiamo dato spy sono partita in straorza. Albero e chiglia paralleli all’acqua e Bugli in piedi sulla chiglia per qualche secondo, fino a quando non sono tornata in assetto. Prova riuscita. Ero perfetta. Le modifiche mi avevano, infatti, permesso di rimanere una barca leggera, veloce e neutra, mantenendo così le caratteristiche dell’Asso 99. Daniele era veramente contento ed io mi sentivo benissimo nei miei nuovi panni.

Timonarmi è sempre stato un piacere, perché con qualsiasi condizione il timone risulta leggero e facile da gestire. Anche se a dire la verità, solo Daniele riesce a navigarmi in modo perfetto.

LE REGATE
E così ho iniziato a fare tutte le regate del circuito dell’alto Adriatico. Non saprei dirvi quante ne abbiamo fatte, ma di miglia sotto la mia chiglia ne posso contare veramente tante. Campionati, regate d’altura, regate tra le boe o regate di 24 ore. Magoo VVF è sempre stata in prima linea e molto spesso anche sul podio. L’Adriatico poi non è un mare così facile. Tutti a dire che è stretto, basso e poco ventoso, ma quando si arrabbia le sue onde corte e ravvicinate sono veramente impegnative. Quindi è un bel navigare con me, che sono bassa sull’acqua, leggera e "bella" invelata.

Se dovessi raccontarvi la regata più pazza che abbiamo fatto sceglierei sicuramente la Rimini Novigrad Rimini di un po’ di anni fa. Appena qualche giorno prima avevamo concluso una Rimini – Tremiti –Rimini abbastanza impegnativa, dove Daniele era sempre stato al timone.

Le condizioni meteo della Novigrad non promettevano niente di buono e anche durante questa regata, Daniele aveva passato la maggior parte delle ore al timone.
Al rientro verso Rimini ci prendiamo una sciroccata pazzesca. Mentre a terra il vento spazzava tutto ciò che incontrava, noi eravamo in mezzo al mare e facevamo 20 nodi di velocità con solo randa e fiocco, saltando da un’onda all’altra, con l’acqua nebulizzata che pungeva il viso come degli spilli e con venti centimetri d’acqua sottocoperta che entravano dal bompresso.
Al mattino chiamiamo il comitato di regata, convinti del fatto che tutte le barche più grandi fossero già arrivate. Claudio Brolli, giudice di quella regata, invece ci disse che erano arrivate solo Riviera di Rimini, un Open 55, e Veliki Viharnik, un VOR 60. Eravamo terzi ed avevamo dato quasi un’ora all'altro VOR 60 in regata. A ripensarci oggi siamo stati dei pazzi, ma accidenti quanto abbiamo camminato.
GLI AVVERSARI
La regata per noi è sempre stato il primo obiettivo. Daniele non esce con me per fare il bagno o per andare in crociera, anche perché io sono bella, veloce ma comoda direi proprio no. E poi lui ha l’agonismo cronico. Se uscendo in mare vede qualcosa che si muove in acqua, animata o no, lui deve superarla.

Tra i tanti avversari che abbiamo incontrato in acqua, solo uno è stato in grado di impensierirci: Bocinsky, un evolution 30 modificato. L’armatore, Antonio Bilardi, è un grande uomo di mare e ci siamo sempre rispettati ed ammirati. Questa è una di quelle belle storie di sport che non capita spesso di vedere. Pur essendo rivali in mare, ci siamo sempre fronteggiati con lealtà e con rispetto, come quando durante una Rimini – Tremiti -Rimini abbiamo girato le isole con 15 secondi di distacco, facendo praticamente un match race di quasi 400 miglia. Alla mattina, con le prime luci dell’alba la prima cosa che si chiedeva a bordo era: “dov’è Bocinsky?”, e dall’altra parte “dov’è Magoo?”

Ci sono state anche altre barche con le quali abbiamo combattuto, come il Flit di Pieralberto Setti - progetto Felciil Vulcangas Ami 30 - il Tomahawk e tutte le altre che “provavano” a mettersi davanti a noi. Perché la maggior parte delle volte, i nostri avversari mi guardavano la poppa. Come quando siamo arrivati primi assoluti ad un’edizione del Festivela, una regata con oltre 250 barche iscritte. Oppure quando abbiamo fatto il record in una delle prime edizioni della Rimini-Tremiti-Rimini, con il tempo di poco più di 52 ore di navigazione. Eh sì, l’agonismo è il primo uomo a bordo.

IN DOPPIO E’ SEMPRE SOLO AVVENTU
Anche quella volta che fu con noi: Salva Vigile del Fuoco anche lui. Uomo di poche parole, serio ed appass Allievo dei corsi di vela del Circolo Veli facendo alcune stagioni. Daniele lo scelse per fare una Rimini Salvatore non soffre il mal di mare. Daniele sì. Quindi, aveva bisogno di qualcuno cap cucinare con mare grosso. Io aggiungo che Salvatore è anche u momenti “di poca pazienza” di Daniele fare finta di niente. E fu una vera e propria avventura, con q Ora vi racconto tutto.


Dopo aver passato le Tremiti, con annessa una salita in testa d’albero di Daniele per una drizza impigliata nella coppiglia del moschettone, entra un bel maestrale teso che ovviamente ci troviamo in prua. Le previsioni davano vento e mare in miglioramento e, visto che era giorno, Daniele decide di continuare la risalita in modo conservativo.
Sono sempre un po’ nervosetta con vento e mare di prua, ed essere in due è un altro elemento da gestire. Quindi, randa con due mani e olimpico a prua. Arrivati al Conero il vento cala in modo drastico, lasciandoci in balia di un’onda fastidiosa che faceva sbattere le vele in modo ingestibile. Salvatore va a prua per ammainare il fiocco e una rollata di troppo gli fa perdere l’equilibrio. Daniele, che era al timone, non lo vede più. Inizia a chiamarlo ma Salvatore non risponde.
Ci assale il panico e la prima cosa che pensiamo è che a casa senza di lui non si torna. Daniele continua a chiamare: “Salvatore, Salvatore dove sei?" Interminabili secondi, ed una voce serafica anche in quel momento, risponde: “sono qui.”
Salvatore era caduto in acqua ma era riuscito a tenersi alla falchetta. Aveva il suo giubbotto autogonfiabile che però non si era aperto nell’impatto con l’acqua. Aiutato da Daniele si è trascinato fino a poppa per salire nuovamente in barca. Non dimenticherò mai la sensazione di sollievo quando ho sentito entrambi in pozzetto.
Daniele tira un sospiro di sollievo, ma nel farlo guarda in prua. In lontananza si vedono le vele delle altre barche in regata.

“Dai Salvatore, tiriamo su le vele ed andiamo a prenderli.”
Vi avevo detto che l’agonismo è il primo uomo a bordo. Forse era anche colpa della cambusa formata solo da Guaranà, Red Bull e caffè.
Daniele è famoso per le sue cambuse…essenziali e potenti.
UN BRINDISI A MAGOO
Ogni regata è una storia incredibile e spesso siamo protagonisti non solo sul podio, come accadde ad una delle tante Pesaro Rovigno. Nella tappa di andata la bora era veramente forte, quindi tutta bolina, ed ovviamente io soffro queste condizioni. Restando un po’ più alti abbiamo cercato un’andatura più agevole. Arrivati in porto e dopo aver sistemato la barca vediamo arrivare il marinaio e l’armatore di una barca croata, arrivata dopo di noi, con una bottiglia di grappa. Ci avevano visti in mare, di notte, saltare da un’onda l’altra e lo skipper continuava a dire: “Magoo si fa male, stanotte Magoo si fa male.”
Al mattino, in arrivo al porto di Rovigno, un membro dell'equipaggio, dopo aver visto che eravamo già ormeggiati, ha battuto la mano sulla spalla dello skipper, felice di vederci un po’ stanchi ma tutti interi. Così sono andati a comprare una bottiglia di grappa croata per festeggiare. Daniele non l’ha mai aperta. E’ una sorta di trofeo. Tanti pensano che essendo così veloce e leggera certe condizioni sono proibitive per me, ma la cosa che non sanno è che Daniele sa esattamente come comportarsi per navigare in sicurezza. Veloci, ma sempre in sicurezza.

TUTTI A BORDO CON MAGOO
La cosa più bella di questa avventura sono sicuramente le persone che entrano a far parte dell’equipaggio. Sono conosciuta per essere veloce, leggera, reattiva e con poco vento riesco anche a crearmi l’apparente. Quindi tanti vogliono salire a bordo. Ma per far parte dell’equipaggio di Magoo bisogna avere tre qualità: -la passione per il mare e le regate; -il tempo per gli allenamenti costanti e per un calendario sportivo sempre molto serrato… -e la pazienza. La pazienza di sopportare il carattere di Daniele. Vede, Daniele è molto esigente con chi fa parte del nostro team, soprattutto perché mi conosce perfettamente, e sa cosa bisogna fare per farmi navigare al 100%.

Dal timone vede tutto quello che succede e spesso perde la pazienza, perché nella sua testa il quadro delle manovre è chiaro e dovrebbe esserlo anche per tutti gli altri. Se questo non accade…inizia il siparietto. Ora vi spiego.

Prima diventa tutto rosso, illudendosi di riuscire a mantenere la calma. Superata la capacità di trattenersi, inizia a saltare, molla il timone e vaga in pozzetto come posseduto dalla dea Calì, cercando di fare tutte le manovre. Nel frattempo, l’equipaggio, ormai abituato alla sue crisi, continua imperterrito a fare il suo lavoro contando “un Mississippi, due Mississippi, tre Mississippi...” Solitamente, a 5 Mississippi tutto rientra nella normalità, Daniele torna al timone ed io prendo nuovamente velocità. Quindi, capita che gli equipaggi si alternino spesso, ma c'è un gruppo di persone, consolidato da diversi anni, con il quale Daniele ha trovato un valido aiuto e sostegno.

Perché Daniele ha il suo carattere, facile o difficile che sia, ma sa perfettamente che il suo equipaggio è importante e sente la responsabilità verso ogni persona che sale a bordo, cosa che ha imparato lavorando in squadra nei pompieri.
La vela è la sua ragione di vita, passione, sogno. Ha la sua visione delle cose e se la si accetta, far parte del team Magoo è veramente una grande avventura.


E poi, alla fine, tutti si divertono ad uscire con noi.
Vedete, Daniele è un fiammifero sempre acceso ma in fondo è un romantico. Non potete immaginare quante volte urla, “basta, mi sono stufato, vendo tutto e smetto.”
Tutti sanno, però, che senza di me Daniele sarebbe una persona incompleta.
GLI SPONSOR
Un ringraziamento ai nostri sponsor, protagonisti anche loro di questa meravigliosa storia. Vulcangas Società Italiana Gas Liquidi SPA Ferramenta Ristorante & Bottega Oleificio Pasquinoni Tag Service Etichettificio Sfinge
Uno speciale ringraziamento lo dobbiamo a Enrico Fabbri di Vulcangas, un carissimo amico, che grazie alla sua immensa passione è sempre salito a bordo di Magoo, credendo fortemente nel nostro progetto sportivo.

numeri di
Sono stata La lunghezz Peso 1500 portanti

Tutti gli uomini e le donn
Luca Filippi
Stefano Castelli
Massimo Florio
Aurelio Menghi Sandro Scoccia
Attilio Arcangeli
Daniele Franchini
Luca Bugli
Tomas Mancini
Paolo Crociati
Antonio Salvatore
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Laura Baci
Alessandro Arlotti
Salvatore Ascione
Giuseppe Prosperi
Piero Serra
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Lorenzo Lazzarini
Dario e Matteo Canini
Roberto Casadei
Massimo Patelli
Samuele e Marco Rossi
Fabio Gasperoni
Luca Nicolini
Andrea Sartini
Marco Nicolini
Graziano Tamburini
Elisabetta Bottura
Fabrizio Asioli
Gabriele Percetti
Marco Palazzini
Claudio Deserti
Giuseppe Dimilta
Venanzio Ferri
Gianni Grilli
Laura Doria
Alessandro Altea Camilla Mazzotti

Stefania Tampieri
Cinzia Vaselli
Federica Gattei
Stefano Clementi
Andrea Neri
Bicio Agostini
Mirco Galli
Elisabetta Montemaggi
Silvia Zanzani
Walter Ortegoza
Fabrizio Chirizzi
Max Tosi
Cristina Clissa Davide Pazzagli
Nazario Bianchini
Stefano Brici
Nicolò Zamagni
Silvia Corrieri
Daniele Buffetti
Antonio Petito
Elia Neri
Delfine Ferri
Giorgio Tognolo
Matteo Zafferani
Andrea Calvo
se abbiamo dimenticato qualcuno...
è colpa di Daniele.
Io e Daniele vogliamo ringraziare tutti coloro che sono saliti a bordo con noi in questi anni di mare e di sport.
Gli sponsor, il team, la famiglia, mia moglie Cristina e gli amici.
Senza di voi tutta questa storia non sarebbe stata così straordinaria.
Grazie di cuore Magoo e Daniele