Quindici - 5° Numero

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Lions e Rotary, consorterie di ricchi annoiati o associazioni umanitarie? Per alcuni club esclusivi e avamposti della massoneria, per altri realtà impegnate nel sociale. Scopriamo le loro “giovani leve”. Jessica Saccone

«Il vecchio Alex si lavava i denti tre volte al giorno e andava a scuola a scrivere preside rot-taryano di merda e rot-taryani stronzi luridi sulla porta del bagno» (“Jack Frusciante è uscito dal gruppo”). Rot-taryano è il termine usato in modo dispregiativo da Alex, protagonista del libro di Enrico Brizzi, per indicare una persona ricca e piuttosto snob. L’espressione deriva da una storpia-

tura di “rotariano”, cioè una persona appartenente a un Rotary Club. Alex è infastidito dal rotariano medio, che è pieno di soldi e un po’ pieno di sé. I Rotary, così come i Lions e altri club sui generis, infatti, prevedono che i soci siano persone che godano di buona reputazione e che esercitino una professione di prestigio, come titolari o soci di un’impresa, avvocati o altro. Un possibile candidato può diventare membro solo se viene raccomandato da almeno un socio anziano, rendendo l’accesso ancora più esclusivo. Rappresenta quindi tutte le caratteristiche “borghesi” che Alex odia. E forse non solo lui. La percezione è, in effetti, gravata da un diffuso pregiudizio. Giacinto Butindaro ha addirittura adombrato legami con la Massoneria: «Se la Massoneria è un esercito di prima linea, i club, come il Rotary International e il

Lions Club International, detti ‘Massoneria bianca’, sono le retrovie che alimentano gli avamposti, per reclutare nuovi adepti» (La Massoneria smascherata). Per capire il legame tra questi club e la Massoneria basta ricordare che il Gran maestro del Goi, Giordano Gamberini, sulla rivista massonica ‘Hiram’ del 1 febbraio 1981, sostenne ufficialmente che sia i Rotary sia i Lions derivino e confluiscano nell’organizzazione della Massoneria, scrivendo: «Melvin Jones, maestro massone di Chicago, fu tra i fondatori dei Lions. Ne divenne segretario generale e tesoriere fin dal 1917. Nel Lions, l’origine massonica risulta evidente anche dal primo stemma che si diede l’associazione. Pressoché identici rapporti con la Massoneria aveva avuto il Rotary».Nei loro statuti si legge che i Lions, sorti nominalmente nel 1911 (il cui acronimo di Liberty, Intelligence Our Nation’s Safety, in italiano può essere tradotto come: Libertà e Intelligenza a Salvaguardia della Nostra Nazione- non quindi come generalmente si fa in “I Leoni”-) e i Rotary Club, costituiti nel 1905, siano però associazioni di volontariato, il cui scopo è il “servizio” nei confronti di chi può avere bisogno: “We Serve” è il motto che generalmente si legge sotto i loro loghi. Come si muovono, dunque, queste realtà e, soprattutto, il millantato “service” per il prossimo - indigente e bisognoso - è concretamente perseguito come obiettivo? Ciò che caratterizza e differenzia Lions e Rotary dalle Onlus è l’utilizzazione contemporanea di varie “strade” e modalità di approccio ai problemi. Proprio grazie a questa pluralità i Lions si distinguono per la vastità dei risultati raggiunti. Ogni Club, infatti, all’inizio dell’anno sociale, si pone come obiettivo uno o più “service” in ambito locale, individuando, per esempio, persone bisognose o beni pubblici che necessi-

tano di interventi. L’insieme dei club, inoltre, collabora alla realizzazione di progetti più vasti, a livello regionale, nazionale o internazionale. Il portare avanti più obiettivi contemporaneamente vede ogni singolo club prodigarsi per progetti che possono spaziare dal promuovere e organizzare, per esempio, le pulizie del vicino parco, alla tutela di beni pubblici, alle devoluzioni per bisognosi, ospedali, centri accoglienza, case di cura, di borse di studio, vaccini per bambini contro la poliomelite, fino al portare aiuti alle zone disastrate da eventi naturali (uragani, terremoti), o alla lotta contro problemi di dimensione planetaria (note la campagne raccolta fondi per i bambini del Burkina Faso). Tra gli storici membri dei Rotary Club, addirittura, si annoverano personalità come Guglielmo Marconi, John Fitzgerald Kennedy e Luciano Pavarotti. Si è scoperto da poco come anche Papa Francesco sia dal 1999 membro onorario del Rotary Club di Buenos Aires.


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