GIORNALINO DEL LICEO DI CAPOSELE DEDICATO A GIANCARLO SIANI
FORTAPASC www.facebook.com/liceocaposele Fondatore: Luigi Fungaroli Coordinatore: Gianluca Cione
UN SALUTO AL LICEO
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rima di dire qualsiasi cosa, ci tengo a salutare tutti gli studenti del Liceo e dare il mio caloroso benvenuto ai “nuovi arrivati” che, con mia immensa gioia, si sono ambientati subito in questa stupenda realtà: Il Liceo di Caposele. Quest’anno ho deciso di candidarmi come Presidente di Istituto perché avevo voglia di mettermi in gioco, di dedicare il mio tempo ai miei compagni e di confrontarmi con loro; con mio dispiacere ho constatato che non vi erano altri candidati e che quindi, essendo l’unico, sarei stato direttamente incaricato. Non mi piaceva il fatto di avere l’incarico senza sapere minimamente cosa ne pensassero tutti gli studenti, perciò ho deciso di ovviare a questa problematica organizzando delle elezioni “informali” che si sono rivelate simpatiche, perché all’interno delle quali i ragazzi potevano aggiungere anche dei suggerimenti o dei pensieri personali. Devo dire che l’esito delle elezioni è andato molto bene ed ho raggiunto pienamente il quorum! Il mio obbiettivo è quello di creare un ambiente
Resp. Redazione: Gelsomino Casale
favorevole al confronto, dove ragazzi di 14 anni possano discutere tranquillamente con ragazzi di 18 e 19 anni, perché il dialogo e la discussione sono momenti di crescita collettiva, crescere insieme dà la possibilità di aprirsi agli altri, di acquistare sicurezza ed affrontare il futuro con grinta ed aspirazioni. Il Liceo di Caposele, un luogo accogliente, familiare, sano e stimolante, è il Posto Giusto! Sono onorato di scrivere la prima pagina del Fortapàsc, giornalino dedicato a Giancarlo Siani, giornalista napoletano ucciso dalla camorra perché denunciava le ingiustizie della malavita, ed è proprio questo lo spirito che ognuno di noi dovrebbe avere: quello di denunciare le ingiustizie e innalzare la libertà, che è sacra, sempre. Ci tengo a salutare i professori, il Dirigente e tutti i collaboratori scolastici, senza i quali la scuola non potrebbe funzionare. Un saluto particolare a Gerardo Fungaroli, pietra miliare del Liceo, a Carmela, ad Antonio e a Donato. Grazie per l’attenzione e buona lettura. Il Liceo di Caposele, non una semplice scuola! Gianluca Cione
Il Liceo di Caposele - il piazzale del parcheggio PAGINA
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Attualità
di Antonio Colatrella
BREXIT
FUGA DA LONDRA
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meno di un mese dall’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, decisa attraverso il Referendum del 2016 col 51,9% dei votanti a favore, il futuro rapporto tra il Regno Unito e il “Blocco Continentale” continua ad essere avvolto in una nebbia fittissima. Se da un lato il Primo Ministro Theresa May ha cercato in tutti i modi di raggiungere un compromesso affinché non ritorni una dogana fisica con la Repubblica d’Irlanda, dall’altro questa disponibilità non si è vista nella dirigenza europea arroccata sull’impossibilità di scorporare le Four Freedoms (Libera circolazione delle persone, libera circolazione dei servizi, libera circolazione delle merci, libera circolazione dei capitali). L’accordo, raggiunto negli ultimi mesi e bocciato dalla Camera dei Comuni il 15 gennaio, avrebbe reso il Regno Unito una “colonia” europea imponendo la presenza del Regno Unito nel Customs Union (Unione Doganale Europea) e l’impossibilità di ritirarsi da esso unilateralmente. Inoltre il Regno Unito sarebbe stato obbligato a subire passivamente le decisioni prese dalla UE. Questo avrebbe scosso l’economia britannica fondata sul liberismo e posto un freno a un Regno Unito globale (uno dei motivi per il quale i cittadini britannici votarono per la Brexit). Quindi con la fermezza dei dirigenti europei a non rinegoziare l’accordo il No Deal si fa sempre più plausibile, ma nonostante gli allarmismi di qualche testata giornalistica il Regno Unito non subirà alcun tracollo finanziario, anzi nel medio e lungo periodo
il liberismo britannico rafforzato dalla fine dell’Austerity imposta dalla UE porterà una grande crescita economica grazie alla libertà di stipulare accordi di libero scambio coi Paesi del Commonwealth e con gli Stati Uniti. Il Primo Ministro May ha già fatto sapere che i membri del parlamento voteranno sull’accordo negoziato con la UE e sull’uscita senza accordo (in caso il primo non avrebbe la maggioranza) rispettivamente il 12 e il 13 di questo mese. Con il Partito Conservatore diviso tra membri che scalpitano per l’uscita senza accordo capeggiati dall’ex ministro degli affari esteri Boris Johnson e tra i fedelissimi del Primo Ministro guidati dal Cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond la situazione sembra in una fase di stallo. Probabilmente in soccorso del PM andranno alcuni esponenti dell’ala euroscettica del Partito Laburista, in disaccordo
con la decisione del Capo dell’Opposizione Jeremy Corbyn di sostenere un Secondo Referendum. Ora tocca al Primo Ministro May cercare di comporre una maggioranza che consegni al popolo britannico quello per cui ha votato rispettandone l’esito che qualcuno vuole sovvertire attraverso un altro referendum. PAGINA
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Attualità
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LA FAME NEL MONDO ome diceva il caro Hegel, la storia è composta da una tesi, a cui corrisponde un’antitesi, che fondendosi alla prima danno vita a una sintesi; ne segue un’altra tesi e quindi un’altra antitesi e così all’infinito. In questo modo funziona anche il mondo, che è frutto di un divenire continuo: a un evento gloriosoe ricco è collegato un evento disastroso. A volte, i periodi luminosi, fatti di benessere e progresso nascondono problemi molto gravi, a cui l’uomo, nonostante le nuove tecnologie, non riesce a porvi rimedio; uno di questi è il problema della fame nel mondo. Questione che nasce dal modo in cui le risorse sono sfruttate; a questo proposito sono nate numerose associazioni, tra cui la FAO, che monitorano questo aspetto, proponendo soluzioni efficienti. La fame spesso è un’arma: per conquistare una città essa veniva privata degli approvvigionamenti primari; ad esempio, durante la prima guerra mondiale la Germania si arrese all’intesa per il cedimento del fronte interno. La fame può essere spesso strumentalizzata, tiene sotto scacco i paesi meno sviluppati. Gli effetti di politiche ingiuste, che in nome dell’esportazione della democrazia radono al suolo intere popolazioni e le costringono alla fame più assoluta, bloccano le azioni all’interno dei Paesi. C’è abbastanza cibo per tutti? Se le risorse ci sono, perché resta il problema? La risposta è da cercare in questo sistema capitalista, sempre più egoista e affarista. Propongo il caso del Congo, territorio popolato da circa 80 milioni di persone che vivono, più della metà, in povertà assoluta; nel contempo è un Paese così ricco da poter sfamare tutta l’Europa e non riuscirebbe ad esaurire le sue scorte. Tutto il mondo vuole il cobalto, tutto il cobalto è in Congo: perché in Congo si muore di fame? Ma l’uomo cosa fa per alleggerire il peso di questo problema, che sente lontano ma che comunque brucia? Ad esempio, nello Yemen oltre 5 milioni di bambini rischiano di morire di fame. Ma l’Arabia Saudita offre un pacchetto molto più ampio: decapitazioni pubbliche, libertà di espressione soppressa, reati di tortura, torture gratuite, condizioni delle donne impressionanti.
di Aurora Cetrulo
I governi cosa fanno? Scelgono l’Arabia come Paese che ospita la supercoppa italiana. Di nuovo il capitalismo prevale sull’etica. Un altro grave problema che infligge la nostra società è lo spreco di cibo, una vergogna per le milioni di persone che soffrono quotidianamente la fame. Le risorse quindi ci sono, ma non vengono distribuite adeguatamente; paradosso: 1/3 della produzione viene letteralmente buttata per mancato utilizzo. 1/3 è esattamente la quantità quadrupla di quella che servirebbe per debellare la fame. Altro dato stridente e altro paradosso è l’obesità che si registra nei paesi occidentali in contrasto con la denutrizione di quelli dei Paesi poveri: per ogni persona denutrita ci sono oggi nel mondo due persone obese o in sovrappeso. Inoltre, molti territori che potrebbero essere utilizzati per incentivare le agricolture, vengono usati per produrre cibo per gli animali: 1/3 dei raccolti agricoli di cereali è impiegato per produrre mangimi per animali; in più per produrre 1Kg di carne vengono impiegati 15000L di acqua e un ettaro di terreno. Tutti dati sconvolgenti e vergognosi. Come superare il problema? Investire in piccole agricolture, così da rilanciare le economie locali; ma anche aiutare attraverso azioni indirette: curare, ad esempio, l’alimentazione, diminuire il consumo di carne. Aiutare le associazioni che si occupano del problema. Ma innanzitutto, sentirlo come nostro. “Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane, ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame”.
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scienze
di Rosalinda Russomanno
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Antibiotico resistenza
ai come in questo periodo il virus dell’influenza sembra dilagare e colpire indistintamente chiunque; molti in risposta a questo assalto fanno spesso ricorso e senza prescrizione medica agli antibiotici, i quali in realtà non hanno nessun effetto contro i virus. Tale uso scriteriato dei farmaci è la principale causa di un particolare fenomeno non molto conosciuto: l’antibiotico resistenza. Per antibiotico resistenza si intende la resistenza da parte di microrganismi patogeni all’azione dei farmaci usati per combatterli. Di norma il nostro corpo, di fronte ad un’aggressione microbica elabora diversi meccanismi di difesa immunitaria, che però a volte non bastano. Ed è ora che entrano in gioco gli antibiotici che hanno a loro volta specifici procedimenti di difesa : la capacità di penetrare all’interno delle cellule umane, la capacità di entrare in contatto con il metabolismo batterico bloccandolo, la capacità di sottrarsi all’azione inattivante di enzimi prodotti dai batteri stessi. La messa in atto da parte dei batteri di processi destinati a contrastare una o più capacità antibiotiche viene a determinare il cosiddetto fenomeno dell’antibiotico resistenza, la quale a seconda dei casi può essere una caratteristica innata del microrganismo patogeno, può essere acquisita mediante mutazioni del loro DNA o può essere creata dal contatto con il farmaco stesso. Tale fenomeno, in costante aumento, presenta diverse cause: l’iperprescrizione, l’interruzione di una terapia antibiotica da parte del paziente, l’uso massiccio di farmaci negli allevamenti intensivi di bestiame, pollame e prodotti ittici, la scarsa igiene personale e all’interno degli ospedali. Oggi pochi sembrano conoscere tale problema e le sue conseguenze come mostrato da un sondaggio effettuato dall’OMS (Organizzazione Mondiale del-
la Sanità) svolto su 10.000 persone provenienti da 12 Paesi del Mondo. Dai risultati di tale sondaggio si evince che il 64% delle persone partecipanti ritenga normale l’utilizzo degli antibiotici per trattare raffreddori e sindromi influenzali, ignorando quindi il fatto che questi farmaci non debbano essere usati per combattere i virus ma bensì i batteri. Inoltre una percentuale dei rispondenti (32%) ritiene opportuno interrompere una terapia antibiotica in tempi immediatamente successivi al riscontro di un miglioramento dell’individuo. L’ignoranza di tali conoscenze e la messa in atto di comportamenti sbagliati sono la causa di migliaia di morti ogni anno. Solo in Europa, stando agli ultimi dati pubblicati a novembre su The Lancet Infectious Diseases dall’ ECDC (Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) sarebbero 33.000 le persone morte nel 2015 per infezioni resistenti alle cure. In particolare l’Italia è uno dei Paese con i livelli più alti di antibiotico resistenza e il terzo per consumo di antibiotici. Addirittura, secondo ulteriori stime, nel nostro Paese le infezioni da germi ultra resistenti uccidono più degli incidenti stradali: circa 7.000 morti contro i 3378. L’antibiotico resistenza è quindi un problema di portata mondiale, al quale bisogna porre rimedio attraverso misure immediate se non si vuole che eventi come la morte di un neonato, come quanto successo a Brescia, a causa di un batterio killer possano diventare la normalità. PAGINA
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fisica
La Melodia del Cosmo
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’11 febbraio 2016 la Ligo Scientific Collaboration ha pubblicato la notizia della prima osservazione diretta delle onde gravitazionali, una ricerca che era stata sovvenzionata fin dall’inizio del 2002 e che nel corso degli anni aveva conosciuto poche rilevanti scoperte, fino a quando nel fatidico 11 febbraio non sono state “ascoltate” le flebili onde gravitazionali che erano state previste da Einstein esattamente un secolo prima con la sua Relatività Generale. Einstein affermava che la gravità era l’effetto che un pianeta o una stella produceva nel “tessuto” dello spazio-tempo, come una biglia poggiata su un telo che col suo passaggio ne deformava la superficie. Analogamente, Einstein capì che i più violenti eventi cosmici (nel caso dell’11 febbraio l’origine delle onde era stata la fusione di due buchi neri, che nel processo “avevano bruciato” una massa pari a 3 volte quella del Sole sottoforma di onde gravitazionali) possono creare delle increspature che si propagano come un’onda sul nostro telo che comunemente chiamiamo universo. Quando una porzione di universo è attraversata dalla perturbazione, lo spazio e il tempo si dilatano e si restringono in un modo che è tipico delle onde. Queste onde gravitazionali, però, sono invisibili e per rilevarle bisogna misurare le deformazioni che inducono nello spazio, proprio come si può rilevare il passaggio di un’onda marina misurando gli spostamenti verticali di una boa. Il problema è che le onde gravitazionali sono debolissime, cento milioni di miliardi di volte inferiori al diametro di una biglia. A questo si aggiunge il problema di distinguere le onde vere da un’infinità di “banali” cause terrestri, come le onde marine, il passaggio di un treno o il fruscio delle foglie mosse dal vento. In pratica è come dover distinguere il tintinnio di uno spillo in un concerto rock. Per questo motivo, la Ligo si avvale di un precisissimo strumento di misurazione: un interferometro che, sfruttando il fenomeno dell’interferenza, rivela le onde gravitazionali le cui misurazioni saranno poi confrontate con i dati di una rete di
di Gelsomino Casale
osservatori che ne verificano l’autenticità, per non confonderle con le banali cause terrestri. In conclusione possiamo dire che siamo giunti ad una svolta per il mondo della Fisica e dell’Astronomia e i protagonisti di questa ricerca continueranno a perfezionare la loro opera fino a quando l’interferometro non raggiungerà la massima sensibilità prevista per il 2021. Nel frattempo da quasi tre anni la Ligo sta collaborando nella sua ricerca con la Virgo, un altro importante interferometro questa volta però situato nei pressi di Pisa. Questo a testimonianza di come anche l’Italia stia giocando un ruolo in primo piano nella ricerca, riunendo sul suo suolo eminenti fisici ed ingegneri italiani, ma anche francesi, olandesi, polacchi, ungheresi e spagnoli. Non ci resta che fare il tifo per questi eroi della patria e sperare che col tempo questa ricerca possa finalmente aprirci gli occhi ad un nuovo modo di vedere l’universo. Quando saremo in grado di ascoltare nel dettaglio la “melodia” delle onde gravitazionali, forse avremo fatto un passo in più per comprendere l’introverso genio di Einstein e per svelare i grandi misteri del cosmo e scoprire cosa è successo quando con il Big Bang è nata la gravità stessa.
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le interviste
Intervistando… di Gianluca Cione
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ome mio articolo del giornalino scolastico ho deciso di intervistare alcuni ragazzi di l°, per sapere cosa ne pensano di questo Liceo. D. Come vi siete trovati in un ambiente come il Liceo di Caposele? R. Fin ora non ho avuto nessun tipo di problema, mi sono sempre trovata a mio agio. Considero l’ambiente del Liceo di Caposele accogliente e stimolante, in cui ognuno di noi può esprimersi liberamente e sentirsi “a casa” Gerarda Colatrella, 1°A D. Cosa vi piace di più e cosa vi piace di meno? R. Del Liceo mi piace quasi tutto, ad esempio ci sono nuove materie come Latino, Fisica, Diritto. Sono un po’ delusa per il fatto che non studiamo Musica, secondo il mio modesto parere, fa crescere la cultura personale. Alessandra Lizio, 1°B D. Come è il vostro rapporto con gli studenti del Liceo? R. Sin da subito sono riuscita ad integrarmi molto bene entrando a far parte di un gruppo unito e com-
patto in cui in caso di bisogno si è sempre pronti ad aiutarsi l’un l’altro. Grazie al liceo ho imparato il “lavoro di squadra”; si può ben notare lo “spirito di gruppo” che di certo non manca e di questo ne sono felice. Giuly Martino, 1°A D. Consigliereste il Liceo di Caposele? Per quali motivi? R. Certo che lo consigliamo! Non è una semplice scuola, ma una vera e propria famiglia. Credo che sia l’ideale. Rispetto, gentilezza, accoglienza, sostegno, tolleranza e tanta umanità. Questo è il Liceo di Caposele.
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SPORT
ESISTE UNA SOLA RAZZA, QUELLA UMANA
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a discriminazione nasce dall’assenza di conoscenza dell’altro, da chi è considerato “diverso”. Ma diverso da chi? O da cosa? Da sempre lo sport è stato un elemento unificatore: partendo dalle origini ricordiamo come le Olimpiadi nell’antica Grecia rappresentassero uno dei pochi momenti di tregua imposta a qualsiasi conflitto. Lo sport nell’antichità era un mezzo per elevare l’animo umano, ha ricoperto sempre un ruolo importante nella nostra vita. Purtroppo si sono persi i valori primari dei quali lo sport è stato un grande divulgatore; non lo si considera più come scuola di vita e come promotore della lealtà, della condivisione, dell’onestà, della sana competizione e del rispetto, anzi sono l’egoismo e le discriminazioni a prevalere, soprattutto di carattere razzista. Il triste legame tra sport e razzismo ha origini nel XIX secolo, in particolare durante il periodo dell’imperialismo britannico, quando era sentito il dovere di civilizzare le popolazioni “primitive” in nome della superiorità razziale dei bianchi anche attraverso lo sport. Questa tendenza dilagò con Pierre De Coubertin nell’edizione del 1900 a Parigi. Questi rese impossibile la partecipazione agli atleti di colore nel periodo in cui gli uomini di colore erano considerati selvaggi e troppo istintivi, incapaci di rispettare le regole sportive. E in seguito anche nel 1936 a Berlino, sempre nel corso delle Olimpiadi, quando Hitler approfittò della manifestazione per diffondere la supremazia della razza ariana. Gli intenti di Hitler però non andarono a buon fine: fu Jesse Owens, velocista statunitense di colore, a rendersi protagonista vincendo quattro medaglie d’oro, divenendo così un emblema dell’antirazzismo. Il problema del razzismo nello sport persiste ancora oggi nonostante le ammonizioni, le denunce e le diffide da parte delle federazioni. Dal 2014 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Comitato Olimpico Nazionale Italiano puntano a diffondere le idee del «Manifesto dello Sport e dell’Integrazione» che richiamano lealtà, solidarietà, rispetto, fratellanza, contro ogni genere
di Azzurra Cetrulo
di intolleranza e discriminazione. Lo sport non dovrebbe considerare razza e sesso dei partecipanti, ma dare a tutti indifferentemente pari opportunità di esprimersi nella competizione. Troppo spesso però non sono gli atleti, ma gli spettatori a incitare all’odio e al razzismo. A questo proposito voglio ricordare un episodio del 30 luglio 2018 riguardante Daisy Osakue. Una ragazza di 22 anni, torinese, primatista italiana under 23 di lancio col disco. Ha rischiato di non poter partecipare agli Europei di atletica a Berlino perché vittima di una aggressione mentre rientrava nella sua casa di Moncalieri. Un uovo, scaraventato come una pietra da un’auto in corsa, l’ha colpita in pieno volto, ferendola ad un occhio. L’atleta non ha dubbi e francamente nemmeno io: «L’hanno fatto a posta. Non volevano colpire me come Daisy, volevano colpire me come ragazza di colore. Mi era già capitato di essere vittima di episodi di razzismo, ma solo verbali. Quando però si passa all’azione, significa che si è superato un altro muro.» Daisy per fortuna è volata a Berlino riuscendo a raggiungere il suo sogno nonostante tutto. Ciò significa anche che il razzismo, più che nello sport, è presente costantemente intorno a noi. D’altronde anche Nelson Mandela afferma: «Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di suscitare emozioni. Ha il potere di unire le persone come poche altre cose al mondo. Parla ai giovani in un linguaggio che capiscono. Lo sport può creare speranza, dove prima c’era solo disperazione. È più potente di qualunque governo nel rompere le barriere razziali. Lo sport ride in faccia ad ogni tipo di discriminazione».
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CURIOSITA’ di Gelsomino Casale
ESISTE L’IMMORTALITÀ?
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lla fine degli anni ottanta è stata scoperta una medusa potenzialmente immortale, perché in grado di “ringiovanire”. La Turritopsis Dohrnii popola le acque occidentali del Mar Mediterraneo nel Golfo di Napoli e nell’Adriatico ed è il solo animale attualmente conosciuto in grado di regredire completamente ad uno stato di immaturità sessuale, dopo aver raggiunto la piena maturità sessuale. Uno studio riguardante il suo ciclo vitale è stato pubblicato nel 1996 da alcune ricerche dell’Università del Salento. Purtroppo essendo molto piccola e dalla costituzione delicata è quasi impossibile mantenerla viva in cattività e ciò impedisce studi maggiormente approfonditi. Un vero peccato.
GIGANTE DA RECORD
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uand’è che si raggiunge il limite oltre il quale una creatura terrestre non sarebbe neanche in grado di muoversi? Beh, siamo vicini. Nel 2013 è stato scoperto in Argentina un esemplare di Patagotitan mayorum, un dinosauro vissuto circa 95 milioni di anni fa, dal cui ritrovamento di oltre 200 ossa, si stima che misurasse la lunghezza sconcertante di 40 metri e 20 metri di altezza, per un peso totale di 80 tonnellate (pari a quasi 20 elefanti). Per chiarirci la sua dimensione sarebbe quella di un palazzo a sei piani ambulante. L’impressione, per intenderci, è quella di un elefante accostato ad un leone, se questo presunto leone fosse il famigerato Tirannosauro Rex. Cose da non credere!
ESPLOSIONI FREDDE?
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a chimica può letteralmente sovvertire il modo di concepire la realtà. Se pensiamo che possano esistere esplosioni fredde, c’è chi direbbe che stiamo dando i numeri, e invece esistono eccome! L’anidride nitrica o pentossido di diazoto è un particolare solido incolore notevolmente instabile. Infatti, esso tende a decomporsi in biossido di azoto (NO2) e ossigeno, assorbendo calore e talvolta genera un’esplosione, dovuta ad un’ eccessiva espansione del volume. Tuttavia l’esplosione non produce fiamme o calore, ma al contrario genera una ventata fredda. Sorpresi?
PANORAMI IMPOSSIBILI… O QUASI?
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uò esistere un sistema solare con un pianeta che orbita intorno a 3 stelle? Per la scienza no, ma l’universo ha voluto riservarci una sorpresa. A circa 149 anni luce da noi, nella costellazione del Cigno, è stato scoperto un sistema solare a dir poco “bizzarro” in cui c’è un solo pianeta che gira attorno ad un stella più grande, simile al Sole e un po’ più lontane vi sono altre due stelle che ruotano affiancate, girando al contempo attorno alla prima. Secondo la scienza la coppia di stelle più esterna avrebbe dovuto impedire la formazione di un pianeta nelle vicinanze, eppure la verità è un’altra. Quindi immaginate di vivere in un pianeta dove all’alba si vedono spuntare tre Soli da tre direzioni diverse e a sera, invece, li si vedono tutti e tre discendere lentamente sotto l’orizzonte, regalandoti uno spettacolo mozzafiato. Bello, no?
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cronaca
IL MONDO DEL NUOTO SI STRINGE ATTORNO A MANUEL
di Gaetano Noschese
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anuel aveva un sogno: diventare un campione di nuoto e si è spaccato per cercare di raggiungere il suo sogno. Manuel è nato a Treviso 19 anni fa, e proprio da Treviso ha preso un treno, con la sua valigia piena di sogni, di obiettivi e di tanta voglia di fare e ha attraversato mezza Italia, fino a raggiungere Ostia. Per allenarsi alla corte di Stefano Morini, per allenarsi con i suoi idoli Detti e Paltrinieri e con tanti altri sognatori che come lui hanno deciso di “spaccarsi di chilometri” inseguendo un semplice obiettivo: entrare nella nazionale di nuoto, e perché no, magari riuscire anche a qualificarsi per i Giochi Olimpici di Tokyo. Tutto cambia nella notte tra sabato e domenica. Tutto si ferma. Tre colpi di pistola vengono sparati da uno scooter in corsa e un proiettile si conficca nel torace di Manuel, all’altezza dell’undicesima vertebra. “Mi hanno sparato, chiama Alessandro”, queste le parole che Manuel rivolge alla fidanzata. Poi il buio. La corsa al pronto soccorso, interventi chirurgici per fermare l’emorragia ed estrarre la pallottola. La situazione è stabile, Manuel è vivo. Ma gli esami che vengono effettuati nei giorni successivi all’operazione danno un esito terribile: “C’è una lesione del midollo completa. Questo vuol dire che al momento consideriamo che non possa esserci una ripresa funzionale del movimento delle gambe”. I sogni
di Manuel si infrangono nella corsia di un ospedale. Lui che in corsia ci andava tutti i giorni, avanti e indietro da un muretto, ore e ore passate ad allenarsi per riuscire a entrare in Nazionale. È assurdo che un ragazzo ventenne, che si era trasferito a Roma per inseguire il sogno della nazionale di nuoto, che si stava divertendo in un normalissimo sabato sera, rischi di vedere infranti tutti i suoi sogni per colpa di due merde a bordo di uno scooter. È qualcosa che davvero non si può concepire, è assurdo e inaccettabile che nel 2019, in Italia, a Roma, ci sia gente che gira su uno scooter con una pistola e che abbia il coraggio di sparare.
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recensioni
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’ difficile capire bene cosa sia la bellezza collaterale. Ho visto questo film due volte, rimanendo estasiata e senza parole entrambe. Nasce per essere come le fiabe che amano i bambini, poi trasformandosi in una favola moderna che afferma la vita e insegna ad affrontare la morte e i problemi, che alla fine diventano il modo più bello di vivere e amare la propria vita. Ha un cast stellato e una sceneggiatura meravigliosa, commovente. Il concetto di bellezza collaterale è un po’ complicato, intricato; non penso che tutti riescano ad afferrarlo e farlo proprio. Tutto è collegato; la luce al buio, l’amore al dolore, il bianco al nero, si può trovare tutto in ogni cosa; nulla è solo bello o solo brutto, solo positivo o solo negativo. È difficile da vedere, da cogliere, a volte sembra impossibile anche da concepire, ma c’è e può essere trovata. Si deve imparare ad accettare il fatto che siamo solo esseri umani instabili, dobbiamo imparare a lasciarsi andare e farlo con una forte pace interiore, dobbiamo sviluppare la capacità di cogliere e osservare il lato bello, che è sempre presente, in ogni singola cosa che ci circonda, anche nei momenti più difficili. Spesso rinchiudersi nel proprio dolore, sembra l’unica alternativa possibile. Ma in questo modo si rimane incastrati in un certo momento della vita che non finisce mai. In questi casi il tempo sembra bloccato, tutto pare fermo a quell’istante in cui si è perso qualcosa o qualcuno e non si riesce più ad andare avanti. Un qualsiasi evento ci può portare ad allontanarci da tutto e tutti e a prendercela con tre entità che sono la sostanza della vita. L’Amore che solo in questi momenti riusciamo a renderci conto di quanto sia importante, lo veneriamo quando siamo felici e lo malediciamo quando siamo tristi. L’Amore è l’energia più forte che esista, è in ogni cosa, smuove le persone, non si può rinunciare ad esso. Il Tempo che solo quando non ne abbiamo più ci accorgiamo di quanto sia prezioso. E’ inutile che ce la prendiamo con esso perché il Tempo scorre inesorabilmente, quando stiamo bene sembra che voli e quando stiamo male sembra non passi più. Ma il Tempo non va da mattina a sera, da
di Carmen Malanga
Collateral beauty lunedì a domenica, da gennaio a dicembre, questa è solo una nostra invenzione. Lo scorrere del tempo è dato dalla nostra percezione, siamo noi che lo gestiamo e che decidiamo cosa farne nella nostra vita quindi dobbiamo dar valore ad esso. E alla fine la Morte che ci fa sentire soli ed abbandonati quando perdiamo qualcuno, ce la prendiamo con essa, ci arrabbiamo perché ha portato via una parte di noi. Siamo dannatamente spaventati dalla Morte, davanti a lei reagiamo in tanti modi diversi e strani perché siamo accecati dalla paura, cerchiamo disperatamente un senso a ciò che accade per renderci conto che quello che abbiamo perso non tornerà più indietro e che dobbiamo trovare un senso per andare avanti cercando di cogliere anche nel buio, la luce della bellezza collaterale. Solo affrontando queste suddette entità possiamo prendere in mano la nostra vita e viverla intensamente perché in tutto c’è un dono, se mettiamo da parte il dolore, la tristezza, la sofferenza portatrici di quest’ultimo, possiamo vivere veramente, crescere e migliorare noi stessi, perché ci insegnano qualcosa di molto profondo. In tutto ciò c’è bellezza. Alla fine la vita è semplicemente un percorso alla ricerca di sé stesso. “Mi raccomando, prestate attenzione alla bellezza collaterale” PAGINA
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STORIA
SALVO D’AQUISTO EROE DEI NOSTRI TEMPI
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ra un’afosa giornata di fine settembre 1943 quando 22 cittadini di Torrimpietra (RM) si trovano di fronte a un plotone di esecuzione nazista, erano stati tutti condannati a morte in seguito a un’esplosione di una cassaforte che aveva causato il decesso di un militare tedesco. L’Italia si trovava in pieno conflitto mondiale e la Penisola era stata tagliata in due, dal Nord fino a Roma era invasa dagli ormai ex-alleati Tedeschi, mentre il Sud Italia era saldamente difeso dagli Alleati. Nella parte occupata dal regime nazista vigeva la legge marziale e ogni attentato veniva punito mediante la rappresaglia uccidendo 10 italiani per ogni soldato tedesco ucciso. E’ in questo clima che le SS radunarono 22 civili nelle campagne romane e intimarono loro di denunciare chiunque avesse avuto contatti con la Resistenza. Al momento dell’esecuzione della condanna a morte, il vicebrigadiere di soli 23 anni dell’Arma dei Carabinieri, Salvo D’Acquisto si consegnò spontaneamente al plotone di SS tedesche per salvare i 22 civili innocenti tra i quali comparivano numerosi padri di famiglia. Offrendo sé stesso egli, consapevole di andare incontro alla morte, decise di compiere fino in fondo la missione cui ogni Carabiniere è chiamato a svolgere, quella di difendere da ogni sopruso o ingiustizia la comunità affidatagli dallo Stato. Al plotone di esecuzione rivolse le celebri parole: “Se muoio per altri cento ,rinasco altre cento volte: Dio è con me e io non ho paura” . Il vicebrigadiere di 23 anni ottenne la Medaglia d’oro al valor militare (la più alta onorificenza italiana) il 25 febbraio di due anni dopo con la seguente motivazione “Esempio luminoso d’altruismo, spinto fino alla suprema rinuncia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, era stato condotto dalle orde naziste insieme con 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, pur essi innocenti, non esitava a dichiararsi unico responsabile di un presunto attentato contro le FFAA tedesche…”.
di Gerardo Rosania
La definizione che più mi ha incuriosito e più mi ha fatto riflettere è quella che ha dato Monsignor Teti su Salvo D’Acquisto: “Non so se possa considerarsi più un eroe o più un santo. Sì forse gli eroi muoiono combattendo, lui invece si sacrificò disarmato, come i martiri.”
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IN ULTIMA
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nteressantissima giornata al Liceo di Caposele, nell’ambito dell’assemblea studentesca si è parlato di “SESSUALITA’ ED EDUCAZIONE SESSUALE, TRA LIBERTA’ E SICUREZZA”.
Liceo di Caposele, non una semplice scuola! #admaiorasemper #liceodicaposele
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Sono intervenuti il rappresentante degli studenti Gianluca Cione, il Dirigente Scolastico Prof. Gerardo Cipriano, i dottori Alfonso Campagna, Antonio Cione, la dottoressa Simona Madonia, lo psicologo Andrea Cappabianca, il vicesindaco dott. Armando Sturchio.
REDAZIONE
Coordinatore : Gianluca Cione
Redattori: Gelsomino Casale Azzurra Cetrulo Aurora Cetrulo Antonio Colatrella Carmen Malanga Gerardo Rosania Rosalinda Russomanno Gaetano Noschese Foto: Rocco Ciccone
SI RINGRAZIA
Ristorante 7 Bello Merceria “Da Dina” “Crazy Caffè” Pizzeria “Lu Carrino” Alimentari “Da Alfonso” Macelleria “Da Luigi” Cartoleria “Lucy” “Pensieri Preziosi” Macelleria “Da Gerardo” Macelleria “Montuori Lucia” Telefonia “Gambino” Fotografo “Cristian Desiderato” Pasticceria “Vulcano”
GIORNALINO DEL LICEO DI CAPOSELE DEDICATO A GIANCARLO SIANI
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MARZO 2019
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