La Settimana n. 28 del 13 luglio 2014

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SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abb. postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO

rovigo 91.2 e 94.5

Anno CXIV - N. 28 - Una copia € 1,10 - Domenica 13 luglio 2014 - (Esce il giovedì)

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EDITORIALE

Il cambiamento Jacopo Mercuriati 3°D

Bruno Cappato

Tutti i giorni il quadro politico è animato dai giochi di vivace consenso/ dissenso sulle riforme che porterebbero nell’Italia nuova linfa e nuovo credito presso le strutture internazionali. L’intento è sicuramente buono e necessario, ma francamente i metodi, le strategie e la mentalità sono le solite. Si tiene troppo ai privilegi, alle poltrone d’oro e per questo non si vuol assolutamente voltare pagina. E’ davvero un peccato che la intenzione sbandierata più che assunta da tutti come impegno di cambiare l’Italia, di rinnovarla, cada nelle trappole dei compromessi e delle mezze misure. Si dice che si vuol cambiare tutto, lo si urla a squarciagola su tutte le piazze del nostro Paese, ma poi, quando si tratta di decidere, ecco che tutto si rallenta, si rimanda, si accorcia in un orizzonte più modesto. Renzi sembra voler giocare il tutto per tutto, ma ha bisogno di un reale appoggio da parte delle parti per costituire quella maggioranza qualificata che la legge costituzionale richiede. E’ difficile essere ottimisti in questo contesto di andirivieni da una posizione all’altra. Noi potremmo così stare ad osservare lo svolgimento del solito dramma teatrale e tornare a confermare sempre le stesse opinioni e giudizi un po’ pacchiani e desolati: “tanto non cambia mai nulla...”. Si affaccia però subito un altro problema: qualcosa si farà di sicuro, ma chi dovrà accollarsi il peso di nuove tasse, di nuovi pesi da portare? E’ questo in fondo quello che si avverte guardando alle

diatribe della politica che ha anche manifestazioni francamente penose: catene bianco rosse di plastica che incatenano - si fa per dire - i deputati, fogli e cartelli di dissenso che saltano fuori inducendo tutti noi a credere che questi stanno veramente recitando e vogliono prendersi la scena per un attimo. Noi la democrazia crediamo che sia il concorso di parti volonterose non preoccupate del potere ma del bene del cittadino. Siamo continuamente smentiti da scandali, da condanne, da notizie di imbrogli con personaggi che hanno giurato e spergiurato di essere onesti ed irreprensibili. Certo qualcosa si farà di queste benedette riforme ma l’impressione è che non si cominci dall’alto, ma dal basso. Proprio coloro che detengono sproporzionati benefici di posizione sociale, di danaro dovrebbero essere i primi ad adeguarsi ad un generale impegno di vita più modesta, più povera e sobria. Così accade da sempre in tutte le famiglie oneste: se è sacrificio, ebbene lo devono fare tutti perché lo chiede un bene che è di tutti. Certe passerelle di sgraziata ricchezza, di fatuo vuoto valoriale ci scandalizzano e ci si arrende dicendo semplicemente e sconsolatamente che tanto al mondo non c’è giustizia. Vorremmo dire però che ci si deve lasciare almeno la speranza che le cose prendano un qualche giusto equilibrio e dal nostro piccolissimo giornale lanciamo alla politica l’appello di una vera giustizia e di una volontà sincera di cambiare in meglio.

San Miniato La tragedia dei migranti sulla scena del Dramma Popolare

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Dimostrazioni in piazza per l’Accademia dei Concordi

Concordi: una presenza culturale qualificata

Jacopo Mercuriati 3°D

L’augurio e l’auspicio della Biblioteca del Seminario perché si risolvano le difficoltà Il direttore e i collaboratori della Biblioteca del Seminario seguono con attenzione e preoccupazione le vicende della Biblioteca dei Concordi culminate nella chiusura delle sale di lettura a partire da 7 luglio 2014. Ricordando le proficue collaborazioni degli ultimi decenni tra le due Istituzioni culturali m Esprimono cordiale vicinanza ai dipendenti della Biblioteca dell’Accademia e rinnovano loro la stima per il lavoro scientifico svolto quotidianamente con costanza e passione. Le competenze maturate dagli operatori della Biblioteca Concordiana costituiscono preziosa risorsa per tutte le Istituzioni culturali della città di Rovigo e del Polesine. m Rinnovano la stima nella Dirigenza dell’Accademia, in particolare nel Presidente dell’Istituto prof. Enrico Zerbinati che con stile e passione opera per la continuità del servizio bibliotecario in città, un servizio frutto della cooperazione e della corresponsabilità

di Accademia e Comune, più volte indicato in ambito regionale e nazionale come felice esempio di sinergia tra pubblico e privato per un servizio alla Comunità. m Auspicano che le presenti difficoltà non interrompano la secolare collaborazione tra la Concordiana e il Comune di Rovigo che dal 1836 ha consentito servizi culturali costanti ed ha qualificato l’immagine della Città. La complessità dei problemi spinga Amministrazione e Accademia a ricercare assieme risposte e risorse per servizi culturali sempre nuovi ed adeguati ai tempi, come auspicavano le tante persone di ogni età che lunedì 7 luglio affollavano Piazza Vittorio Emanuele.

Lettere e comunicati a pag. 12

Badia Polesine La benedizione di San Teobaldo

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pag. 3

Papa Francesco in Molise Il valore del lavoro


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la Settimana

comunità

Festa della Madonna del Carmine

Il Carmelo aperto ai fedeli Mercoledì 16 luglio le Messe alle ore 8.00 e alle ore 15.30

E’ solennità la ricorrenza il 16 luglio di ogni anno, della Beata Vergine del Monte Carmelo! Anche quest’anno al Carmelo di via Pascoli, 28 a Rovigo, il Monastero aprirà le porte a tutti per offrire l’occasione di partecipare alla celebrazione delle Messe, come negli scorsi anni, alle 8.00 e alle 17.30, la prima in Cappella, la seconda nel parco. A questa, negli scorsi anni, era presente uno dei cori della città o dei paesi vicini. Alle due celebrazioni vengono benedetti, tutti gli anni, i nuovi scapolari per quanti appartengono al Terz’Ordine Carmelitano o intendono aderirvi. La devozione alla B. Vergine del Carmine è diffusa in tutta la Diocesi, in alcune località è occasione di grande festa. Lo scapolare e la devozione a Maria “Nella storia della pietà mariana – scrive il Direttorio della Pietà popolare – si incontra la devozione a vari scapolari, tra cui spicca quello della beata Vergine del Monte Carmelo. La sua diffusione è veramente universale e anche ad essa si applicano, senza dubbio, le parole conciliari sulle pratiche e i pii eser-

cizi “raccomandati lungo i secoli dal Magistero”. Lo scapolare carmelitano è una forma ridotta dell’abito religioso dell’Ordine dei Frati della beata Vergine del Monte Carmelo: divenuto una devozione molto diffusa anche al di là di un legame con la vita e la spiritualità della famiglia carmelitana, lo scapolare conserva con questa una sorta di sintonia. Lo scapolare è segno esteriore del particolare rapporto, filiale e confidente che si stabilisce tra la Vergine, Madre e Regina del Carmelo, e i devoti che si affidano a lei in totale dedizione e ricorrono pieni di fiducia alla sua materna intercessione; ricorda il primato della

vita spirituale e la necessità dell’orazione. Lo scapolare è imposto con un particolare rito della Chiesa, in cui si dichiara che esso “richiama il proposito battesimale di rivestirci di Cristo, con l’aiuto della Vergine Madre, sollecita della nostra conformazione al Verbo fatto uomo, a lode della Trinità, perché portando la veste nuziale, giungiamo alla patria celeste”. La consegna dello scapolare del Carmelo va ricondotta alla serietà delle sue origini: non deve essere un atto più o meno improvvisato, ma il momento conclusivo di una accurata preparazione cui il fedele è reso consapevole della natura e degli scopi a cui aderire e degli impegni di vita che assume”.

Il Carmelo … “Il Carmelo di Rovigo: è un piccolo edificio che ospita attualmente cinque Claustrali, tutte dedite alla preghiera. Queste “Donne” sono un parafulmine sulla nostra Città: con la loro preghiera, tengono fermi i castighi di Dio, che meriteremmo per i nostri peccati”. Sono pure consolazione per i tanti che a colloquio con loro, rianimano la loro speranza. La loro giornata inizia presto al mattino con la celebrazione dell’Ufficio divino, che continuano con l’Orazione mentale e alle 7.30 nei giorni feriali e alle ore 8.00, la domenica continua con la partecipazione alla celebrazione dell’Eucaristia. Le occupazioni alternate tra lavoro, preghiera, ospitalità occupano fino a sera la loro giornata. Queste Claustrali che hanno fatto della preghiera e della lode a Dio la ragione della loro vita, non disdegnano l’accoglienza a quanti ricorrono a loro. Vivono della carità e del loro lavoro. Sono per la nostra Chiesa e per la nostra città il segno della fedeltà di Dio. A cura di dg

XV DOMENICA - A

La Parola

Isaia 55, 10-11; Romani 8,18-23; Matteo 13, 1-23 Il valore della Parola di Dio viene presentato in questa domenica come un bene fecondo, impegnativo e aperto alla speranza. La fecondità è data per scontata dal profeta Isaia; Gesù ne sottolinea i passaggi negativi che ne condizionano la comprensione e l’accoglienza – il demonio, la superficialità emotiva, il mondo – , e i passaggi positivi, l’ascolto e la comprensione. La Parola è semente, i passaggi dipendono dal terreno che l’accoglie. Isaia va interpretato in un quadro storico ben preciso, che non viene evidenziato dai due versetti, perché non appaia una ingenuità scontata e contengono una profonda riflessione sul mistero di Dio e sulla sua prossimità. Da un lato egli rimane il Signore glorioso e trascendente che non può essere giudicato secondo i nostri piccoli schemi e le nostre vie. Dall’altro lato, la sua parola è come la pioggia che penetra nella terra screpolata per l’aridità e la fa rifiorire in modo rigoglioso così che dia vita anche all’uomo. L’efficacia della parola divina, che entra e trasforma la storia, ha la sua manifestazione proprio nell’esodo che Israele sta ora per compiere abbandonando Babilonia per recarsi nella terra dei padri a ricostruire Gerusalemme. La marcia degli esuli attraverso il deserto, riedizione di quella del primo esodo in mezzo al Mar Rosso, avviene in una natura rigenerata e festosa. Sarà un segno indimenticabile dell’amore eterno di Dio. Gesù nella sua predicazione ama il ricorso al simbolo per illustrare il mistero del regno dei cieli. Nella

parabola del seminatore la sottolineatura va sui tipi diversi di terreno e sulla loro reazione al seme che in essi è effuso. È facile intuire che si ha un contrasto tra l’azione divina e la risposta della libertà umana, cioè il rifiuto e l’accoglienza. L’ultima parola va, però, all’efficacia del seme, cioè della parola di Cristo, che nell’animo di chi l’accoglie rivela la sua straordinaria fecondità. Prima della spiegazione, si ha una riflessione sull’uso delle parabole. Esse sono oscure agli occhi che volontariamente si chiudono alla luce del vangelo. Perciò sono beati gli occhi che vedono e gli La parola ricevuta si fa orecchi che ascoltano l’annunzio di Cristo, comprendendolo e accogliendolo. Alla parabola del seminatore segue una spiegazione. I vari terreni ormai rappresentano in modo esplicito i tipi diversi di accoglienza del regno di Dio: c’è chi cede alla tentazione satanica, c’è chi è incostante e c’è chi si lascia sopraffare dal fascino della ricchezza e dal peso delle preoccupazioni. L’accento, certamente, cade su chi “ascolta la parola e la comprende”, cioè su chi ha occhi e orecchi puri che accolgono la parola di Cristo e la praticano. Se nella parabola l’accento era sul seme del regno, che alla fine ha successo, ora è la risposta dell’uomo a essere particolarmente sottolineata. Paolo si affida alla Parola da lui stesso sperimentata che genera speranza, apertura, conquista, passaggio da una realtà di sofferenza e prova alla vita nuova che ci adotta e redime nella gloria.

È suggestiva l’immagine del gemito che esce dalle labbra di una partoriente e che l’apostolo usa per comporre una specie di parabola della salvezza. Tre gemiti s’intrecciano tra loro. C’è quello del creato proteso verso “la rivelazione dei figli di Dio”: “tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto”. C’è il gemito dell’uomo che attende la sua trasformazione in figlio adottivo di Dio, ricevendo lo Spirito del Figlio per eccellenza, Gesù Cristo: “Anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente, aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo”. C’è infine, il gemito divino: “Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede... con gemiti inesprimibili” (versetto 26). La conclusione pratica ci viene dall’Enciclica sulla fede, Lumen fidei, di Papa Francesco (n. 37): “Chi si è aperto all’amore di Dio, ha ascoltato la sua voce e ha ricevuto la sua luce, non può tenere questo dono per sé. Poiché la fede è ascolto e visione, essa si trasmette anche come parola e come luce. Parlando ai Corinzi, l’Apostolo Paolo ha usato proprio queste due immagini. Da un lato, egli dice: «Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo» (2 Cor 4,13). La parola ricevuta si fa risposta e confessione e, in questo modo, risuona per gli altri, invitandoli a credere”. d. Dante

domenica 13 luglio 2014

POPOLO DI DIO IN MISSIONE

Operatori pastorali Negli ultimi decenni assistiamo (sotto l’effetto del Vaticano II? In seguito alla crisi numerica del clero?) ad un cambiamento di visione sulla chiesa e sui ministeri: dal binomio clero/laici passando al primato della Chiesa comunione, e alla diversità dei ministeri al suo interno e al suo servizio. Questo cambiamento è difficile, oltre che laborioso. Veniamo da secoli in cui i sacerdoti erano per antonomasia i ministri della Chiesa: non solo hanno supplito i diaconi, ma hanno “assorbito” anche i carismi che potevano essere esercitatati da altri battezzati. Ciò che è in gioco non è supplire la mancanza di preti, ma la valorizzazione della sinodalità ecclesiale e della corresponsabilità, oltre alla ministerialità di alcuni, ossia in definitiva la cattolicità della chiesa in questo luogo. Non si può negare il fatto della diminuzione del numero di preti, e la percezione negativa e drammatica di questo fatto. Sotto l’effetto di una percezione negativa, il sentimento di molti è che l’avvenire della Chiesa sia determinato principalmente, se non esclusivamente, dalla ripresa delle vocazioni al sacerdozio. La diminuzione del numero dei sacerdoti comporta un sovraccarico di lavoro, una mancanza di tempo, la paura di non essere all’altezza della missione, un ripiegamento sul ministero parrocchiale a scapito di altri ministeri... Tutto questo in una società dove il Dio dei cristiani non è più una evidenza, e la nuova evangelizzazione sembra provocare più affanno che energie. Papa Francesco anche in questo ci offre, però, fiducia, speranza e gioia (EG, 76): “Sento una gratitudine immensa per l’impegno di tutti coloro che lavorano nella Chiesa. Non voglio soffermarmi ora ad esporre le attività dei diversi operatori pastorali, dai vescovi fino al più umile e nascosto dei servizi ecclesiali. Però, devo dire in primo luogo e come dovere di giustizia, che l’apporto della Chiesa nel mondo attuale è enorme. Non dimentichiamo quanti cristiani danno la vita per amore: aiutano tanta gente a curarsi o a morire in pace in precari ospedali, o accompagnano le persone rese schiave da diverse dipendenze nei luoghi più poveri della Terra, o si prodigano nell’educazione di bambini e giovani, o si prendono cura di anziani abbandonati da tutti, o cercano di comunicare valori in ambienti ostili, o si dedicano in molti altri modi, che mostrano l’immenso amore per l’umanità ispiratoci dal Dio fatto uomo. Ringrazio per il bell’esempio che mi danno tanti cristiani che offrono la loro vita e il loro tempo con gioia. Questa testimonianza mi fa tanto bene e mi sostiene nella mia personale aspirazione a superare l’egoismo per dedicarmi di più”. La testimonianza dovrebbe darsi per scontata. La chiesa di Dio si realizza in un luogo in virtù della cattolicità del Vangelo, cioè della sua capacità di parlare al cuore di qualunque essere umano. Questa cattolicità del Vangelo deriva proprio dall’intenzione salvifica universale di Dio che desidera fare alleanza con tutti gli esseri umani. Nella forza del suo Spirito, Dio si comunica con loro. Dal momento in cui questa parola di Dio viene annunciata e accolta nella fede, uomini e donne vengono, per la loro adesione alla grazia, radunati in popolo di Dio, diventano il corpo ecclesiale di Cristo e sono edificati quale tempio dello Spirito Santo. La loro adesione li porta all’azione di grazie per le meraviglie operate da Dio che viene loro incontro nei sacramenti, in particolare nell’eucaristia, in cui, per la partecipazione al corpo eucaristico, il popolo di Dio diventa “sacerdotale”, entrando nella dinamica del dono che il Cristo, Figlio, fa al Padre nello Spirito. Per mezzo della Parola e dei sacramenti, la chiesa viene radunata nello Spirito ed è affidata alla cura pastorale del vescovo con l’aiuto del presbiterio. L’evento del battesimo ci innesta sia in una filiazione che in una fraternità. La Chiesa, quale convocazione da cui sorge l’assemblea, è una fraternità. Il battesimo come “porta della chiesa e dei sacramenti” ci incorpora alla chiesa e ci dà un ruolo da esercitare. Con Cristo e nel suo Spirito, i battezzati intraprendono questo grande passaggio dalla morte alla risurrezione. In lui essi sono animati da quello stesso Spirito, soffio di Dio che fa nuove tutte le cose. Attraverso lui, i cristiani si scoprono, con meraviglia, amati da Dio, figli adottivi dello stesso Padre e quindi fratelli e sorelle gli uni gli altri. Ecco quindi l’origine della “comunione” ecclesiale quale partecipazione alla vita di Dio (aver parte e prendere parte), che è attestata nella missione, come testimonianza della fecondità della grazia divina. La “comunione/missione” fonda la corresponsabilità battesimale di tutti. Questa è chiamata ad esprimersi nei tre poli dell’essere cristiano (credere-celebrare-vivere). d. Dante Bellinati

Agli abbonati Da qualche tempo, alcuni abbonati, lamentano il non ricevimento del nostro settimanale. Abbiamo allora chiesto il perchè all’Ufficio Postale. La risposta è stata la seguente: se nell’indirizzo ci sono delle inesattezze quali la via scritta in modo sbagliato, il numero civico che non corrisponde, il nome o il cognome inesatto il settimanale non viene consegnato. Pertanto chiediamo a tutti di verificare e nel caso ci fossero delle inesattezze di comunicarcelo al più presto allo 0425 34534.


la Settimana 3

attualità

domenica 13 luglio 2014

Visita intensissima

Dal Molise il Papa chiede lavoro per la dignità di tutti Questo il filo conduttore degli incontri in una terra che vive il dramma della disoccupazione

Dal Molise, all’Italia, all’Europa. Lavoro e dignità, “cultura della solidarietà” per lottare contro la “piaga” della disoccupazione, che rischia di far sparire un’intera generazione di giovani. Papa Francesco ha scelto Campobasso per chiedere un “patto per il lavoro”, unendo la sua voce ai “tanti lavoratori e imprenditori di questo territorio”. Nel primo discorso, incontrando il mondo del lavoro nell’Aula magna dell’Università del Molise ha constatato che in questa Regione “si sta cercando di rispondere al dramma della disoccupazione mettendo insieme le forze in modo costruttivo”. Il Molise, dunque, modello e laboratorio, per recuperare posti di lavoro attraverso un “patto per il lavoro” come risorsa strategica che “sappia cogliere le opportunità offerte dalle normative nazionali ed europee”. “Vi incoraggio ad andare avanti su questa strada che può portare buoni frutti qui come anche in altre Regioni”, l’esortazione di Francesco, che poi a braccio ha indugiato sul concetto di “dignità”, associato al lavoro: “Il lavoro non è soltanto necessario per vivere. Il problema è il non portare il pane a casa, perché questo toglie la dignità”, ha esclamato tra gli applausi. La disoccupazione “è una piaga che richiede ogni sforzo e tanto coraggio da parte di tutti”, e il Molise ha un “immenso bisogno” di lavoro, come ha ricordato anche l’arcivescovo di Campobasso-Bojano, monsignor Giancarlo Maria Bregantini. Il “filo rosso” del lavoro ha legato le tre tappe del quinto viaggio del Papa in Italia: Campobasso, Castelpetroso e Isernia. Rompere gli schemi. “Il nostro Dio è il Dio delle sorprese, il Dio che rompe gli schemi”. Papa Francesco ha iniziato con queste parole, pronunciate a braccio come gran parte del suo primo discorso, l’incontro con il mondo del lavoro nell’Aula magna dell’Università del Molise, a Campobasso. “E se noi non abbiamo mai il corag-

gio di rompere gli schemi ha proseguito - mai andremo avanti, perché il nostro Dio ci spinge a questo, ad essere creativi sul futuro”. La persona prima di tutto. Anche nell’omelia della Messa nell’ex stadio Romagnoli il Papa è tornato sul tema del lavoro e sulla disoccupazione, “una piaga che richiede ogni sforzo e tanto coraggio da parte di tutti”. “Quella del lavoro - ha ribadito - è una sfida che interpella in modo particolare la responsabilità delle istituzioni, del mondo imprenditoriale e finanziario. È necessario porre la dignità della persona umana al centro di ogni prospettiva e di ogni azione. Gli altri interessi, anche se legittimi, sono secondari”. Nel suo primo discorso in Molise il Papa ha affrontato anche la “questione della domenica lavorativa”, che “non interessa solo i credenti ma interessa tutti, come scelta etica”. “Forse è giunto il momento di domandarci se quella di lavorare alla domenica è una vera libertà”, la provocazione. Non si può perdere una generazione di giovani. “Non posso terminare senza parlare di un problema che vi riguarda da vicino: la disoccupazione”. Con queste parole il Papa ha introdotto la parte finale del discorso tenuto ai giovani a Castelpetroso, che ha concluso con un’ampia parentesi a braccio, tornando sul tema portante della visita in Molise: la questione del lavoro e la

Tuttologo di Don Vittorio De Stefani E’ un neologismo (= parola nuova) oggi corrente per definire la fisionomia di chi, mostrando sicurezze fondate, sentenzia, spocchioso, su tutto. Mi viene talvolta il timore che simile definizione venga alla mente dei buoni parrocchiani che mi leggono e di qualche lettore che scorre le mie righe su “la Settimana”. Non credo inutile spendere allora qualche parola per spiegare questi

lotta alla disoccupazione. “È triste trovare giovani ‘né, né’”, ha detto il Papa parafrasando l’acronimo anglosassone “Neet”, che vuol dire “giovani che non studiano, perché non possono, né lavorano”. “Tutti noi dobbiamo vincere questa sfida”, ha proseguito: “Non possiamo rassegnarci a perdere tutta una generazione di giovani che non hanno la forte dignità del lavoro”. “Il lavoro ci dà dignità”, ha ripetuto ancora una volta Francesco, “e tutti noi dobbiamo fare tutto perché non si perda una generazione di giovani”. Di qui l’appello alla “nostra creatività, perché i giovani sentano la gioia della dignità che viene dal lavoro”. “Una generazione senza lavoro è una sconfitta futura per la patria e per l’umanità”, ha ammonito il Papa. Solidarietà non è “parolaccia”, vita non è “labirinto”. “I giovani hanno la capacità di essere solidali”. Eppure, “la solidarietà è una parola che non piace sentire al giorno d’oggi. Ma non è una parolaccia: è una parola cristiana per andare avanti e superare i problemi”. L’invito ai giovani è a essere “coraggiosi”, ad “andare avanti con coraggio e solidarietà”, con “coraggio e speranza”. Bisogna “camminare la vita, mai girare la vita”: perché “un giovane non può stare fermo”, e l’entusiasmo “è contagioso”. Il pericolo è la “provvisorietà”, che “non fa bene, perché ci fa venire la men-

interventi settimanali che spero graditi almeno ai classici quattro lettori. Ho iniziato a stendere queste righe quando si decise di offrire un foglietto settimanale che segnasse il cammino della comunità parrocchiale, giorno dopo giorno. Si sa che una cosa tira l’altra e la benevola richiesta di un certo numero di parrocchiani mi ha creato l’impegno di offrire ogni domenica uno scritto nuovo. Da un po’ d’anni ho individuato le tematiche nelle intenzioni che l’Apostolato della Preghiera offrire ogni mese. Tali intenzioni, però, come è ben noto, sono tre e, quindi, per occupare ogni settimana devo far ricorso a fatti particolari, a celebrazioni ricorrenti, ad avvenimenti della Chiesa e del mondo. Mi rendo facilmen-

te buia e il cuore freddo”. “Non si può bruciare la vita girando” come se si fosse “in un labirinto”, ha raccomandato il Papa ai giovani: “E quando finite in un labirinto, cercate il filo per uscire”. Cristiani realisti, non “sognatori” o “illusi”. “Non siamo dei sognatori degli illusi, né vogliamo creare oasi fuori dal mondo”. Prima di congedarsi dal Molise, Francesco ha tracciato un ritratto realista, ma anche profetico del cristiano. Aprendo ufficialmente l’Anno Giubilare Celestiniano, nella piazza della cattedrale d’Isernia, Francesco si è detto “colpito” da “un’idea forte” del suo predecessore, che come san Francesco pensava che “misericordia è profezia”, “progetto di vita” e fonte di “nuova cittadinanza”, sogno di un mondo in cui “i beni della terra e del lavoro siano equamente distribuiti e nessuno sia privo del necessario, perché la solidarietà e la condivisione sono la conseguenza concreta della fraternità”. La misericordia “non è una fuga, non è un’evasione dalla realtà e dai suoi problemi, è la risposta che viene dal Vangelo: l’amore come forza di purificazione delle coscienze, forza di rinnovamento dei rapporti sociali, forza di progettazione per un’economia diversa, che pone al centro la persona, il lavoro, la famiglia, piuttosto che il denaro e il profitto”. M. Michela Nicolais

te conto che, non raramente, riesco a scrivere molto poco in fatto di contenuti per incapacità del soggetto, per difficoltà del tema, per la ristrettezza degli spazi. Del resto, per quanto corti di comprendonio si possa essere, sarebbe veramente stolto pensare di rispondere a domande talvolta molto impegnative, in poche righe magari stese quando la fatica d’una domenica e il sonno fanno, implacabili, la loro parte. L’intendimento è soltanto quello di offrire qualche spunto di riflessione, su temi sempre importanti per la vita dei singoli e della comunità. Sarebbe più comodo, per me, tirar fuori qualche testo di autori famosi e dei tanti maestri di vita e di santità che ci è dato di ammirare; ma lo scrivere, pensiamo (io

Riflessione

Noi Preti...

In dieci anni 42 preti diocesani deceduti e 17 nuovi preti ordinati In questi giorni ci ha lasciato un altro caro Sacerdote: don Adriano Frigato parroco da 26 anni a S. Martino di Venezze. Sono ormai 42 i Preti della Diocesi di cui il Vescovo Lucio ha celebrato le Esequie! Ma grazie a Dio ci sono anche 17 giovani Preti, ordinati in questo decennio: un grande dono di freschezza per la nostra Chiesa locale. E’ chiaro però che questi dati ci fanno riflettere, pensando al cammino futuro delle nostre Parrocchie... Proprio nei giorni scorsi noi Preti abbiamo riflettuto insieme, uniti al Vescovo, sulla vita e sulla nostra presenza nelle comunità, sulle relazione e sulla collaborazione tra di noi, con i nostri laici e la nostra gente. Si è pure parlato della distribuzione del Clero nella Diocesi, una realtà piccola come estensione, ma molto variegata, nelle varie zone del territorio. Ma al di là dei numeri e della situazione, per certi aspetti allarmante (sono circa 40 le Parrocchie medio piccole che non hanno il Parroco residente) è necessario riflettere con serenità e coraggio. Penso ad esempio ad alcune domande fondamentali che tutti, credenti e non, praticanti e non, possiamo porci: • Quale volto di Chiesa desideriamo costruire oggi e quale volto di comunità far crescere? • Come accompagnare la vita delle famiglie di oggi di fronte alle tante sfide di questo tempo? • Come camminare con i giovani, affinché si sentano sinceramente amati e accolti?

e altri) è comunicazione viva, è rapporto più profondo tra pastore e pecorelle, è forma che maggiormente può aiutare la comunità a crescere nell’intesa reciproca e nel dialogo sempre necessario e sempre difficile. Quanto alle tematiche si era pensato anche a qualche forma di catechesi sistematica, come si fece, alcuni anni fa, con le puntate sulla s. Messa, poi pubblicate su “la Settimana”. Potrebbe essere più efficace come organicità d’un discorso, come occasione di formazione un po’ più fondata. Tuttavia simili tematiche perderebbero in vivacità e in aderenza ai fatti della vita. comunque sono ben disposto ad accogliere suggerimenti e indicazioni che i soliti quattro lettori volessero offrire per rendere anche que-

• Come sentire la voce dei poveri, vicini o lontani, visibili o nascosti, affinché si sentano protagonisti e non esclusi? • E... soprattutto come suscitare nel cuore di ogni persona il desiderio e la gioia di ascoltare, incontrare, seguire e testimoniare l’amicizia al Signore Gesù? La scarsità del Clero ci interpella tutti a pregare anche per i nostri preti - di ieri e di oggi, i preti della nostra giovinezza e i preti dei nostri giorni - e ci provoca ad ascoltare il Signore perché “continui a chiamare nuovi operai nella sua vigna”. Infatti, noi sacerdoti, giovani o anziani, sani o malati, come ci diceva San Giovanni Paolo II “siamo necessari perché è necessario Cristo, siamo infatti gli uomini dell’Eucarestia e del Perdono”. In questi giorni tutti noi preti abbiamo ricordato la nostra consacrazione: penso ai 60 anni di Don Daniele Peretto e di Don Guido Borin e ai 50 anni di Don Vittorio De Stefani, Don Gastone Gasparini, e Don Mario Carmignola senza dimenticare i Religiosi e i Missionari. L’augurio ci viene ancora una volta da Papa Francesco: “SIATE PRETI GIOIOSI E MISSIONARI: la gioia sacerdotale nasce dall‘Amore del Signore, è un bene prezioso non solo per noi stessi ma per tutto il popolo”. don Silvio Baccaro

sostieni

e

diffondi

sto piccolo strumento utile a crescere nella fede e nell’impegno ad annunziarla e testimoniarla come ci chiede la nostra identità di battezzati e come ci incoraggia, con tanta paterna insistenza, il nostro vescovo. La pubblicazione su “la Settimana” di questi scritti è venuta quasi per caso. Qualche volta, sembrandomi meglio riuscito, ho mandato qualche “pezzo” al settimanale che gentilmente l’ha pubblicato. Poi don Bruno, bontà sua, ha pensato non inutile pubblicare ogni intervento che di settimana in settimana gli faccio avere. E’ una piccola fatica cui mi assoggetto volentieri nella speranza che possa scrivere, anche questa, ad annunziare l’unico Vangelo del Signore Gesù, Dio benedetto nei secoli.


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la Settimana

società

Consvipo

I Paesi del Sud Est visitano le aziende Polesane

Le delegazioni straniere che negli ultimi mesi hanno sviluppato tre azioni pilota nel contesto del progetto europeo APP4INNO Un’intensa giornata quella di martedì 1° luglio, che ha coinvolto ben 4 delegazioni provenienti da paesi del Sud Est Europa: una ventina i convenuti tra rappresentanti di agenzie di sviluppo locale e imprenditori della Romania, Bulgaria, Moldavia e Grecia con lo scopo di completare un processo di scambio di esperienze e conoscenze applicate al settore agricolo e agroalimentare nel contesto del progetto di iniziativa comunitaria APP4INNO. La visita, organizzata con la collaborazione di Veneto Agricoltura -partner capofila del progetto APP4INNO- ha dato la possibilità agli ospiti stranieri di entrare direttamente in contatto con le aziende che il CONSVIPO ha a sua volta coinvolto nelle attività progettuali in quanto portavoci di idee innovative da applicare al settore agricolo e agroalimentare. In particolare, la mattinata si è aperta con la visita all’azienda agricola L’Insalatiera di Lusia la quale, con il supporto del Consorzio di Tutela dell’Insalata di Lusia IGP, si è fatta promotrice di un progetto mirato a migliorare e soprattutto innovare il processo di produzione dell’insalata stessa. I risultati di tale azione pilota sono stati apprezzati dalle 4 delegazioni attraverso una visita sul campo e ai locali in cui avviene il lavaggio e confezionamento del prodotto e, infine, mediante una degustazione di alcuni prodotti a base della rinomata insalata locale. La mattinata è proseguita in quel di Lusia con la visita all’Ortodidattico Il Profumo della Freschezza, azienda promotrice del progetto “Orto a casa”. Anche in questa occasione, dopo una breve illustrazione dell’idea progettuale

e in particolare dei principi che la ispirano, i visitatori hanno potuto vedere da vicino l’enorme varietà di prodotti che vengono qui coltivati biologicamente. Le attività del mattino si sono concluse con una visita al mercato ortofrutticolo di Lusia, e, in quel contesto i 20 ospiti hanno ricevuto i saluti delle autorità locali: il Presidente del CONSVIPO Angelo Zanellato, il Sindaco di Lusia Luca Prando e l’Assessore provinciale alla cultura, turismo, promozione del territorio e agricoltura Laura Negri. Nel pomeriggio, le delegazioni si sono spostate verso Rovigo presso una delle aziende aderenti alla Cooperativa Il Polesine che si è occupata dell’azione pilota NPACK4NMER. Questo progetto, sviluppato col supporto del Con-

sorzio di Tutela dell’Aglio Bianco Polesano DOP, ha lo scopo di introdurre un nuovo modello di confezionamento dell’aglio che possa incontrare la domanda dei piccoli nuclei familiari a livello nazionale ed estero. Il progetto in questione è stato illustrato e i visitatori stranieri hanno quindi assistito alle procedure di raccolta dell’aglio. “Indubbiamente un’importantissima occasione non solo per promuovere le tipicità del territorio polesano ma anche per intrecciare nuovi rapporti di collaborazione con questi paesi del Sud Est Europa” dichiara con soddisfazione Angelo Zanellato, Presidente del CONSVIPO; “Auspico che queste attività possano avere continuità nel prossimo futuro e che portino sempre nuove ed interessanti opportunità di commercializzazione”.

Rovigo - Palazzo Celio

Biblioteche: avanti nonostante tutto

Il Sistema Bibliotecario Provinciale, indipendentemente dalla possibile chiusura dell’Accademia dei Concordi di Rovigo, continuerà a svolgere il ruolo di ente coordinatore della rete con i 40 comuni e i 14 enti del sistema convenzionati. E’ quanto hanno affermato nei giorni scorsi, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Celio, la presidente Tiziana Virgili e l’assessore alla cultura Laura Negri. Attualmente garantisce con mezzi e personale proprio il servizio di prestito fra le biblioteche e assicura la catalogazione del materiale librario delle biblioteche della rete. Questa attività è svolta in collaborazione con l’Accademia dei Concordi, nei

confronti della quale si condivide la preoccupazione che emerge per garantire i servizi alle biblioteche polesane, tenuto conto anche della riorganizzazione delle Province in corso, e per la quale, allo stato attuale, non sono state ancora definite le competenze, la destinazione del personale attualmente assegnato e quindi la possibilità del mantenere in essere i Servizi bibliotecari provinciali. Oltre all’80% dei Comuni polesani aderisce al SBP, assieme alle biblioteche scolastiche del Liceo Paleocapa, dell’ITC De Amicis di Rovigo, del Conservatorio di Adria, del Centro Francescano di Ascolto e della sezione dell’Unione Italiana Ciechi, del Seminario

Vescovile e dell’Archivio di Stato. Nel corso del 2013 le biblioteche aderenti hanno effettuato complessivamente 145.957 prestiti di cui 14.454 (10% ca.) tramite l’interprestito, servizio assicurato dal collegamento settimanale del Corriere SBP, che durante l’anno ha percorsocomplessivamente 31.389 chilometri. Dal 2007 al 2013 i prestiti totali della rete sono quasi raddoppiati mentre quelli interbibliotecari pressoché triplicati, segno di una crescita costante del gradimento dei cittadini verso il servizio. Nello stesso periodo è più che raddoppiata anche la consistenza del Catalogo Collettivo SBP, che a fine 2013 vantava 370.866 unità librarie collocate.

domenica 13 luglio 2014

Rovigo - Palazzo Nodari

Enel: via il centro decisionale provinciale di Rovigo

Le istituzioni chiedono che venga rivista la decisione presa Chiediamo all’Enel che riveda la decisione presa di eliminare il centro decisionale provinciale di Rovigo, spostandolo di fatto a Verona. E’ l’appello lanciato all’unisono in maniera trasversale, dai rappresentanti locali di Governo, Regione, Provincia e Comune, riunitosi oggi in un conferenza stampa a palazzo Nodari. Presenti il sindaco Bruno Piva, la presidente della Provincia Tiziana Virgili, l’onorevole Diego Crivellari e il consigliere regionale Graziano Azzalin, oltre ai rappresentanti sindacali guidati dal segretario generale regionale Flaei-Cisl Veneto, Giorgio Cecchelin. Proprio Cecchelin, ha spiegato che l’Enel, il 4 luglio, ha presentato il piano di riassetto territoriale della Divisione infrastrutture e reti che sostanzialmente gestiscono, progettano, realizzano e manutenziano la rete elettrica di bassa e media tensione, ovvero l’ossatura del sistema di distribuzione dell’energia elettrica del nostro paese. “Da una prima analisi dei documenti ricevuti – ha detto -, traspare come alcune zone della nostra regione, ed in particolar modo il Polesine e la provincia di Rovigo, abbiano a sopportare il peso maggiore di un ridimensio-

namento. Infatti, il centro decisionale provinciale sparisce e assume il nome di “Zona Verona-Rovigo”, con ciò intendendo chiuso il nostro riferimento provinciale. Inoltre, ben sei unità nel Veneto denominate “Unità operative”, che rappresentano il diretto riferimento e la presenza nel territorio di personale operaio e tecnico, vengono accorpate. Questo contribuisce – ha concluso Cecchelin -, ad aggravare la situazione per la provincia di Rovigo, perché si registra proprio l’accorpamento delle sole due unità preesistenti in un’unica unità con sede a Rovigo”. Il sindaco ha sottolineato che “di fronte all’ennesimo piano di ristrutturazione di una grossa azienda nazionale, quale è l’Enel, ancora una volta il nostro

territorio viene penalizzato. Rovigo, proprio per le sue caratteristiche logistiche, è adatto ad avere sedi direzionali, purtroppo le scelte ricadono sempre su zone già ricche”. Azzalin lo ha definito un ulteriore segno di penalizzazione del Polesine; Crivellari ha evidenziato la necessità di far sentire con forza la voce del Polesine per cercare di modificare quanto annunciato; sulla stessa lunghezza d’onda Virgili che ha detto” ribadiamo che Rovigo è città capoluogo e la configurazione del territorio richiede attenzione particolare”. Tutti hanno concordato nell’impegnarsi, ognuno per il proprio ruolo e per quanto di competenza, per fare in modo che le decisioni prese vengano riviste.

Regione Veneto

Contributi per musica giovanile Scade il 12 luglio bando della Regione

Scade il 12 luglio il termine per la presentazione delle domande di contributo per promuovere e sostenere la musica giovanile. Lo stabilisce il bando della Regione, pubblicato sul BUR n. 59 del 13 giugno. Lo ricorda il vicepresidente della giunta regionale e assessore alla cultura Marino Zorzato precisando che è prevista l’assegnazione di 250 mila euro di contributi, in attuazione di una legge regionale in materia (n. 8/2009). Possono presentare domanda Enti Locali, Consorzi o Unioni di Enti locali, Associazioni culturali e di ricerca musicale, Università, Conservatori e Istituti di Istruzione secondaria. “Il bando – spiega Zorzato – si propone di promuovere e sostenere la realizzazione di ser-

vizi e strutture destinate ad iniziative di ricerca, di produzione e di fruizione musicale, di promuovere la diffusione della musica giovanile e sostenere interventi finalizzati al perfezionamento di giovani esecutori ed operatori del settore musicale e di settori ad esso correlati”. Il bando prevede contributi per le spese di investimento, attraverso cui sostenere interventi per la qualificazione di strutture destinate ad iniziative di ricerca, di produzione e di fruizione musicale, con priorità a quelle rivolte ai giovani ed in particolare interventi per l’allestimento di sale per la musica opportunamente attrezzate e insonorizzate, nelle quali i gruppi giovanili possano effettuare le prove, le registrazioni e le ricerche. Per quanto riguarda

le spese correnti, saranno sostenuti con contributo regionale, da un lato, gli interventi destinati a favorire iniziative dirette alla diffusione, sostegno e promozione della musica giovanile ed in particolare laboratori e sperimentazioni di musica giovanile che siano basati sulla ricerca musicale di nuove sonorità e di nuovi linguaggi espressivi musicali, realizzati da Conservatori, Università, Centri qualificati di studio e ricerca musicale. Dall’altro, iniziative di perfezionamento, mediante scambi interregionali e internazionali, di giovani, esecutori e operatori del settore musicale e di settori ad esso correlati realizzati da Conservatori, Università, Centri e Istituti qualificati di studio e ricerca musicale.

Direttore Direttore responsabile responsabile BRUNO BRUNO CAPPATO CAPPATO DDirezione 74 74 - tel. 0425.34534 irezioneeerreDazione eDazione: :Rovigo, Rovigo,viaviaSichirollo, Sichirollo, - tel. 0425.34534 fax fax 0425.30608 0425.30608- -e-mail: e-mail:lasettimana@lasettimana.ro.it lasettimana@lasettimana.ro.it amministrazione@lasettimana.ro.it www.lasettimana.ro.it amministrazione@lasettimana.ro.it - www.lasettimana.ro.it Tipografia : SIT Società Industrie Tipolitografiche srl - Via L. Einaudi n. 2 Tipografia: Think Adv srl - via Levà,32 - 35026 Conselve (Pd) 31030 Dosson di Casier (TV) - Tel. 0422 634161 - E-mail: tipsit@tin.it RegistrazionealalTribunale TribunaledidiRovigo, Rovigo,decreto decretodeldel maggio 1948 Registrazione 2828 maggio 1948 al n.al6n.del6 del registro periodici. registro periodici. Abbonamenti2014: 2012:Annuale Annuale ordinario persemestrale il 2012 EE47,28;semestrale E 47, per l’esteAbbonamenti ordinario E 28; per Amico l’esteroE E100150; Amico 100 - c.c.p. n. 625343074--via SiE 150; - c.c.p. n. E 6253430 - via Sichirollo, 45100 ro chirollo,- N.74ROC - 45100 Rovigo 7848Rovigo - N. ROC 7848 oDiCi iiban ban:: CCoDiCi Cassa di Risparmio di Ferrara Sede di Rovigo: • Cassa di Risparmio di Ferrara Sede di Rovigo: IT65H0615512200000000009277 IT65H0615512200000000009277 • Uff. Postale Rovigo: IT07R0760112200000006253430 Uff. Postale Rovigo: IT07R0760112200000006253430

: :viaviaSichirollo, conto correnaamminisTrazione mminisTrazioneeeppubbliCiTà ubbliCiTà Sichirollo,74,74,45100 45100Rovigo; Rovigo; conto corte postale n.6253430 - tel. 0425.34534 - Tariffe: Pubblicità commerciale a rente postale n.6253430 - tel. 0425.34534 - Tariffe: Pubblicità comE 14; Colori E 28; Economici E 0,16 a parola. modulo (mm. 43,5x40) BN merciale a modulo (mm. 43,5x40) BN E 14; Colori E 28; Economici E Finanziari, legali, sentenze, eccetera E 0,31 per mm. per col. Anniversari: E 0,16 a parola. Finanziari, legali, sentenze, eccetera E 0,31 per mm. per 0,31 per mm. per col. Manchettes in prima pagina E 50 cadauna; in ultima col. Anniversari: E 0,31 per mm. per col. Manchettes in prima pagina E E 35 cadauna. pagina cadauna; in ultima 35 cadauna. speDizione: Poste Italiane : Poste Italiane pagina s.p.a. - ESpedizione in Abbonamento Postale-D.L. s50peDizione s.p.a. - Spedizione Abbonamento Postale-D.L. 353/2003 (conv. in L. 353/2003 (conv. in L.in27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Rovigo. 27/02/2004 46) art. 1,fruisce comma DCB Rovigo. Testata La Settimana La Testata Lan°Settimana dei1,contributi stataliLadiretti di cui alla Legge contributi 7fruisce agostodei 1990, n. 250.statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250. ASSoCIATo

UnIone STAMPA PERIoDICA ITALIANA

FedeRazIone ITalIana SETTIMANALI CATToLICI


San Martino - Beverare

L’abbraccio a don Adriano

Il funerale presieduto dal Vescovo con la partecipazione di numerosi sacerdoti Una folla da San Martino, da Beverare, da Ceregnano, da Gaiba era a San Martino lunedì 7 u.s. per dare l’ultimo saluto a Don Adriano Frigato arciprete di San Martino e parroco di Beverare. Alle 10.00 il Vescovo attorniato dai Diaconi, dagli allievi del Seminario e da oltre 50 preti, fra sacerdoti e Religiosi, dava inizio al rito. Sono stati i “cori parrocchiali” a eseguire i canti le cui parole erano offerte da un elegante pieghevole. Tanti e tanti i fiori bianchi che attorniavano la bara e tanti i giovani dei “campi estivi” e i giovani delle due Comunità presenti. Giovani e ragazze si sono alternati nel proclamare le letture e il Diacono dal testo di Matteo, il Vangelo delle Beatitudini. L’omelia del Vescovo “Siamo riuniti insieme – ha esordito il Vescovo – per affidare a Dio il nostro fratello don Adriano, perché lo accolga nella sua casa di

luce e di pace, dopo il lungo calvario della malattia … la sua morte prematura è per noi tutti motivo di grande sofferenza. Chiosando i testi biblici proclamati dai lettori con testi del libro sacro ne ha ricavato per tutti motivi di serenità e umile fiducia, di fondata speranza e certezza che don Adriano è nella gloria di Dio. Uomo giusto, ricco di un grande amore di Gesù, fedele all’Eucaristia si è configurato a lui nel soffrire e nel vivere la preziosità apostolica del dolore per portare le sue due comunità a Dio. Don Adriano fu anche l’uomo delle beatitudini ne ha percorso con fede la strada, realizzando in pienezza la sua vita. “Ringraziamo il Signore di averci dato don Adriano, un prete dal cuore semplice, un discepolo autentico, un pastore attento …” Tanta partecipazione Tanta partecipazione anche alla Comunione eu-

caristica dei tanti presenti alla celebrazione. Poi è stata la volta delle espressioni di partecipazioni; si sono susseguiti il Sindaco, una giovane, un ragazzo del Caenazzo ed una giovane di Beverare! Ne è emerso un ritratto a tutto tondo di Don Adriano arciprete di San Martino, parroco di Beverare, sacerdote della Chiesa. “una corale lode a Dio per la testimonianza del sacerdote Adriano Frigato”! Tra i tanti nei primi banchi i fratelli, i nipoti e i tanti amici. Fuori la tanta gente che faceva coda alle porte premeva per non perdere una parola. Quel canto con la melodia gregoriana Il commiato è il momento che corona un funerale e come per i semplici fedeli quel canto del “Libro della Preghiera” “Io credo risorgerò”, l’aspersione e l’incensazione, richiamavano giorni lontani di un Battesimo ricevuto, di una Cresima voluta! Infine “In

In ricordo di don Adriano Frigato

«Persuaso che la vita non è già destinata ad essere un peso per molti, e una festa per altri, ma per tutti un impegno, del quale ognuno renderà conto, cominciò da fanciullo a pensare come potesse rendere la sua utile e santa» (I promessi Sposi, cap. XXII) Queste parole di Manzoni mi sono sembrate il modo migliore per dare il mio “arrivederci” a don Adriano Frigato. Un saluto particolarmente doloroso per la sottoscritta, infatti don Adriano è il mio parroco da ben ventisei anni. Mi sia concesso di usare il presente come mia piccola rivincita lessicale nei confronti della morte che pretende di relegare nella polvere del passato remoto ciò che resterà sempre vivo nei nostri cuori. Ero una bambina di dieci anni quando don Adriano è arrivato nel mio paese, perciò ho avuto la fortuna di averlo anche

Paradis u m ” n e l l a melodia gregoriana, cantato dai soli Preti dava la certezza che lo si contemplava là dove Gesù gli aveva preparato il posto! Poi il corteo dei sacerdoti accompagnava sul sacrato la salma e con l’ultima carezza del Vescovo, s’avviava al cimitero del paese. dag si parlava con lui, perché don Adriano era un uomo di cultura e un sacerdote dalla vocazione viva. In lui incontravi la Parola che si incarnava nell’azione. La nostra traballante barchetta ha perso un valoroso capitano, quello che l’ha sempre spinta nella medesima rotta: controcorrente. È la direzione di cui i cuori, guariti dalla sklerocardia, si sono innamorati ed è la direzione che continueremo testardamente a inseguire perché don Adriano ci ha dimostrato che è la rotta per incontrare Dio, che – per dirla alla Manzoni – non turba mai la gioia dei suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande (I promessi Sposi, cap. VIII). Arrivederci, don Adriano! Lui starà già sicuramente pregando la Madonna per noi, a cui oggi è concesso – di fronte a questa dolorosa perdita – di sentirci come Giobbe. Ludovica Mazzuccato

Il cristiano è colui che fa discutere

Al chiudersi della festa di San Tommaso se ne è andato in paradiso a continuare a proclamare con l’Apostolo “Mio Signore e mio Dio!” L’aveva fatto fin da bambino all’elevazione della Messa, prima con don G. Battista Sanità e poi con don Ernesto Visentin in parrocchia, in Seminario dove entrava a 11 anni il 6 ottobre 1955, al Collegio Vescovile, al Caenazzo di Badia, e poi nelle Comunità di Colombano, Gaiba, San Martino e Beverare, comunità che gli era toccato di guidare come buon pastore. I suoi giorni Don Adriano era nato a Ceregnano l’8 settembre 1944, Natività di Maria, da Virginio e Gina Stoppa, 11° di una covata di dodici fratelli. La bella chiesa ed il vecchio Arciprete prima e il dinamico

la Settimana 5

polesine

domenica 13 luglio 2014

come insegnante di religione nella Scuola Media Statale Dante Alighieri di San Martino di Venezze. Così già dai banchi di scuola è iniziata la nostra conoscenza che si è poi consolidata, giorno dopo giorno, nella vita di parrocchia, fino a diventare – per me e per i miei cari – uno di famiglia. Non mi vergogno a dire che mi sento una “sua creatura” come spesso lui stesso mi definiva. Per questo motivo sono innumerevoli gli episodi che potrei citare per testimoniare la sua profonda fede e la sua delicata sensibilità d’animo, ma né io né lui siamo caratteri avvezzi agli epitaffi che santificano con parole mondane ciò che Dio ha già fatto santo. Preferisco la sopraccitata frase de I promessi Sposi, perché don Adriano amava la letteratura e spesso

citava proprio il Manzoni durante le sue omelie di indubbio spessore teologico. Questa frase, poi, sembra proprio parlare di lui, entrato a 11 anni nel seminario di Rovigo per ricevere nel 1968 l’ordine sacro. La sua vita è sicuramente un esempio silenzioso di come ciascuno di noi possa essere motivo di “contagio” di fede per altri. Don Adriano mi ha insegnato che non v’è nulla di più anticonformista che provare ogni giorno a farsi conformi a Cristo, che i cristiani sono quelli del “sì sì, no no”, quelli che fanno discutere e arrabbiare, quelli scomodi, che scottano, mai i tiepidi. Il “fatto”, totalmente “scandaloso”, del nostro Dio che si fa uomo per incontrarci duemila anni fa come oggi, lo si poteva vivere ogni volta che

L’ultimo saluto dei ragazzi del gruppo giovanile Ciao don Adriano, ti portiamo nel cuore. San Martino di Venezze, 7 luglio 2014 Caro Don Adriano, oggi il gruppo animatori da te tanto amato e stimato è qui presente per ringraziarti. Grazie per aver creato questo gruppo e per aver creduto sempre in ognuno di noi, per esserci stato accanto anche nei momenti più difficili donandoci sempre preziosi consigli e sorrisi sinceri. Hai seguito ognuno di noi sin dalla più tenera età, accompagnandoci dal battesimo attraverso le fasi più complicate della nostra vita, come l’adolescenza; eppure tu, con la tua pazienza e con tanta calma, hai saputo starci vicino e indirizzarci verso la strada giusta. Sei stato capace di crescerci durante i meravigliosi campiscuola che hai organizzato per noi anno dopo anno con tanto orgoglio e devozione. Grazie perché, nonostante lavandini, allarmi anti-incendio e ante dell’armadio che ogni tanto ci abbandonavano, hai sempre avuto pazienza e nonostante tutto non hai mai rinunciato a voler ripetere l’esperienza coi tuoi ragazzi. E, dopo le infinite passeggiate verso il Forte Kerle, durante le quali spesso e volentieri Alessandro sbagliava strada facendoci perdere in mezzo ai boschi, tu ci hai sempre portato da mangiare ed eri sempre disposto a riaccompagnare i più fannulloni in albergo in macchina. Grazie per essere sempre stato il nostro fan numero uno, per aver sempre creduto in noi, soprattutto nei primi anni, quando eravamo ancora un “lavoro in corso” e la nostra autostima ha vacillato più di una volta. Ci hai sempre difesi a spada tratta e incoraggiati, giorno dopo giorno, riferendoci con tanto orgoglio i pareri sempre più positivi della gente. Sei sempre stato una persona d’oro, disponibile e propenso verso il prossimo, anche durante l’ultimo mese. Infatti, durante ogni momento di lucidità, il tuo primo pensiero era rivolto a noi, continuavi a chiedere a Martina: “Come stanno i miei ragazzi? Stanno preparando l’animazione? A che punto sono con la preparazione?”. Grazie a te siamo diventati un gruppo molto unito e affiatato, infatti, quando ci è giunta la triste notizia, eravamo tutti insieme in centro pastorale, che grazie a te è diventato per noi una seconda casa. Il vuoto che hai lasciato in ognuno di noi è stato riflesso in un lungo silenzio carico di tristezza e commozione. Da quel giorno noi ci stiamo impegnando a divertirci e far divertire gli altri, sempre col sorriso sul volto, perché è così che tu vorresti vederci. Da domani cominciamo una nuova avventura, ma siamo sicuri che sarà un successone, perché adesso ci sei tu a vegliare su di noi. Ciao Don! Gruppo animatori parrocchiale di San Martino di Venezze

San Martino di Venezze - Beverare

L’impegno del Pastore

don Ernesto Visentin poi, l’accolsero nella numerosa squadra dei chierichetti e giovinetto l’avviarono al Seminario diocesano per “farsi prete”. E ci mise tutto il suo impegno sia nello studio che nel cammino di formazione, per riuscirci. Il Seminario diocesano stava percorrendo nuove strade, sia per il nuovo edificio “S. Pio X°” di via Tre Martiri, sia per la Pentecoste del Concilio Ecumenico Vaticano II°, sia per la ventata di protesta che culminava nel ’68, anno in cui don Adriano diveniva “Prete”. L’Ordinazione al paese E giunse il giorno tanto atteso: la domenica 23 giugno 1968! Al mattino S.E.

mons. Marcello Rosina, Amministratore apostolico, presiedeva nel Tempio Cittadino l’ordinazione dei compagni di don Adriano. Nella serata alle 19.00, a Ceregnano imponeva le mani e pronunciava la preghiera su Don Adriano. L’intera cittadinanza era partecipe dell’evento con in testa l’arciprete don Ernesto. Fu festa straordinaria a Ceregnano, sia perchè la Ordinazione era avvenuta in paese, sia perché don Adriano era stimato. Il servizi pastorali Dopo i mesi estivi, Don Adriano iniziava i sui servizi pastorali: 3 settembre 1968: vice-rettore al Collegio Vescovile “Angelo Cu-

stode”; 27 settembre 1971: direttore educativo all’Istituto Caenazzo di Badia Polesine; 1° marzo 1979 parroco di Colombano; 1° giugno 1981 arciprete di Gaiba; 27 ottobre 1984, per il quinquennio 1984/89 vicario foraneo di Stienta; 21 aprile 1986 amministratore parrocchiale di Occhiobello; 1° settembre 1988 arciprete di San Martino; 11 luglio 1990 v. consigliere Coldiretti; 1° settembre 2008, veniva nominato anche parroco di Beverare. Fu per decenni anche Insegnante di Religione cattolica nella Scuola di Stato. La Sua pastorale Gli anni del collegio

Vescovile, del Caenazzo di Badia e l’I.R.C. lo guidarono a dare la preminenza a una azione pastorale rivolta ai giovani. Non risparmiò fatiche per la realizzazione sia della Catechesi che per i “campi estivi” che organizzava personalmente, chiamando in parrocchia un altro sacerdote a sostituirlo. E’ stato aperto alla pastorale da coordinare con quella dei sacerdoti del Vicariato. Negli ultimi tempi ha curato i “Pellegrinaggi” ed in particolare quelli a Medjugorje, ove si recava guidandoli personalmente. Curò la Scuola per l’infanzia, soffrendo per la perdita della presenza del-

le Religiose “Sorelle della Sacra Famiglia”. Particolare attenzione ebbe per la pastorale dei Malati e degli anziani. A S. Martino volle si facesse la celebrazione della Giornata Diocesana del Malato. I giorni della malattia Questi ultimi anni della sua vita sono stati segnati dalla malattia e della sofferenza. Si sono alternati giorni di speranza e giorni pesanti, ma tutti vissuti nella convinzione che erano importanti per la sua pastorale nelle due Comunità. Ha combattuto la buona battaglia, ha conservato e la fede e ha onorato il suo sacerdozio, ha unito il suo sacrificio a quello del Cristo. Ora,purificato dalla sofferenza, sta alla presenza del Redentore e continua a proclamarlo “Mio Signore e mio Dio”. ADIGI


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la Settimana

polesine

Gaiba - Festa di comunità

Il grazie per il 50° di sacerdozio Del Parroco don Mario Carmignola

Sabato 28 giugno a Gaiba c’è stata una grande festa per onorare e ringraziare il Signore dei 50 anni di vitasacerdotale del Parroco don Mario Carmignola. Giovani ed adulti hanno gremito la chiesa e si sono stretti in preghiera attorno al loro Parroco che ha presieduto una concelebrazione alla quale ha partecipato don Bruno Cappato in veste di confratello, amico e compaesano. Immediatamente don Mario ha proprio ripreso i ricordi degli anni della fanciullezza con i giochi e il servizio all’altare fatti allora insieme; con i ricordi il pensiero si è rivolto quindi ai genitori, papà Andrea e mamma Maria «Che esultano e festeggiano insieme a noi...!». La famiglia di don Mario è numerosa e così egli ha ricordato i suoi 10 fratelli ed ha avuto un particolarissimo ricordo di quelli che già sono con i genitori nella luce di Dio: Iva, Dantea, Nerino, Remigio, Carla e Bruna; a questi si aggiungono i cognati Dino, Benito e Marino. Con don Mario hanno partecipato alla festa a Gaiba il fratello Renato e le sorelle Nerina, Luigina e Rita. Dalla famiglia naturale a quella acquisita con il sacerdozio e la responsabilità pastorale di Parroco il passo è breve. I parrocchiani hanno espresso in vario modo la loro vicinanza, stima ed affetto. Per l’occasione si è costituito in parrocchia un coro di giovani con idonea strumentazione sonora e bravi esecutori che ha animato la Messa con stile giovane ed ottima resa liturgica e musicale. Sono state lette parole molto significative dalla rappresentante del Consiglio pastorale che ha interpretato così l’animo di tutti. Dopo l’omelia si sono succedute intenzioni di preghiera che avevano per tema il sacerdozio e la vita della comunità parrocchiale. All’omelia don Bruno - facendo riferimento alla messa della vigilia della solennità dei Santi apostoli Pietro e Paolo ha offerto una riflessione sul mistero della vocazio-

ne sacerdotale che viene dal Signore e che non è imperniata su beni materiali quanto piuttosto su quell’amore che Gesù è venuto a portare a tutti e che i due apostoli hanno testimoniato fino al martirio. Alla benedizione finale è stato letto il testo della pergamena con la benedizione di Papa Francesco per don Mario. Dopo la celebrazione eucaristica l’assemblea

si è trasferita nella sala parrocchiale dove era stato predisposto un ricco buffet. E’ stato tutto uno scambio di saluti, congratulazioni e sorrisi così che don Mario - attorniato dai familiari e dai parrocchiani - è apparso come un padre di tutti grazie proprio al dono del sacerdozio ricevuto mezzo secolo fa assieme ad altri compagni di studio e di formazione nel seminario diocesano.

domenica 13 luglio 2014

Bottrighe

“Oh che bel castello”

Gioiosa festa conclusiva alla scuola paritaria “Maddalena”

A conclusione dell’anno scolastico 2013/14 le insegnanti dei bambini della scuola dell’infanzia “Umberto Maddalena” di Bottrighe hanno preparato lo spettacolo “Oh che bel castello” svoltosi nei giorni scorsi nei giardini dell’istituto. La recita riassume tutto il percorso educativo fatto durante l’anno, dall’arrivo del drago Lotto a scuola, personaggio guida, che ha raccontato loro la storia del castello con i suoi abitanti, dalla Regina triste e sconsolata perché il cavaliere le ha rubato il castello, al pittore

Mondo Colore che ha insegnato la magia del disegno e del colore, alla fatina che faceva magie per rendere tutto più bello, al menestrello cha racconta storie, ai folletti del bosco Lucino che hanno insegnato ai bambini le meraviglie della natura, al giullare Burlone che ha fatto ballare e cantare. Tutti questi personaggi hanno insegnato ai bambini tante cose e li hanno accompagnati durante tutto l’anno scolastico appena conclutasi Grande è stata la partecipazione da parte delle famiglie e di tanti concittadini a questa gio-

iosa festa che ha messo in evidenza la bravura di tutti i piccoli scolari seguiti con tanto impegno e pazienza dalle insegnanti Rossella Giovannini, Sonia nale e Cristina Zago. Altresì, durante tutto l’anno scolastico, grande è stato anche l’impegno dei tanti volontari a che con tanta generosità si sono prodigati quotidianamente per il buon funzionamento della stessa. Roberto Marangoni Nelle foto: I Bambini durante la recita ed il pubblico

Villadose

Le vacanze di branco per i lupetti Del Gruppo Agesci Villadose 1

Per il decimo anniversario del Vescovo

Un calice pieno di luce Un dono ricevuto da Ficarolo

Ti abbiamo donato o Pastore di Cristo venuto a vestire di un’ora infinito un giorno di vita…

calici pieni di luce, mille e mille calici bianchi come il sole di ogni alba Cristiana.

Un calice d’oro, pieno della luce riflessa del nostro voler bellezza Cristiana. E’ il perenne sogno dell’alba, desiderata realtà senza fine. Nella gioia ovunque sempre berremo

Un calice pieno di “Poesia” in un giorno di gioia e speranza, abbiamo donato per tutti, a quanti leggon frasi di pace in ogni giorno di luce. Per sempre inviamoci sogni… M° Giuseppe Pietroni

Sono partiti di buon mattino lunedì 7 luglio i lupetti del branco Fiore rosso del Gruppo Agesci Villadose 1 per le tradizionali vacanze di branco. Venticinque le lupette e i lupetti che trascorreranno una settimana a Pieve Tesino in provincia di Trento insieme ai capi, per loro vecchi lupi, Giulia, Angelica, Ruggero e Antonio e alla

scolta in servizio Denise. Ad accompagnare i lupetti nei momenti di spiritualità ci sarà don Andrea Varliero, mentre per riprendere le energie dopo ogni caccia ci penseranno Raffaele, Lucia e Donatella a preparare tante cose buone da mangiare. Prima di salutare i genitori, non senza qualche lacrimuccia, i lupetti si sono disposti in cerchio

e hanno pregato tenendosi per mano. Vivranno quindi una settimana di avventure, giochi, escursioni, amicizia, condivisione e preghiera per rinforzare l’amicizia fra di loro, con Gesù e con la natura. Domenica 13 luglio si terrà la giornata dei genitori e la conclusione delle vacanze di branco con il ritorno a casa. m.p.


Mostre - Fondazione Cariparo

Palazzo Roverella: sito di successo

Risposta positiva all’Ossessione nordica da parte dei visitatori ed attesa per “Il viaggio” ed “Angeli e demoni” I visitatori della mostra “L’ossessione nordica” Bocklin, Klimt, Munch e la pittura italiana sono stati 54.700. Il consuntivo definitivo è stato illustrato, alcuni giorni fa, dal presidente della Fondazione Cariparo Antonio Finotti. Nella stessa occasioni sono stati resi noti anche i dati sulla situazione della rassegna e presentate le future esposizioni di Palazzo Roverella “Il viaggio” settima rassegna internazionale di illustrazioni a cura di Andrea Nante e “Angeli e demoni, figure della modernità” di Giandomenico Romanelli. “L’ossessione nordica ha coinvolto la popolazione - ha introdotto il presidente Finotti - e grazie al lavoro di rete ha stimolato l’operato degli operatori economici a dimostrazione che Palazzo Roverella si sta consolidando come sito espositivo. La nostra Fondazione sta investendo risorse importanti in queste iniziative per far crescere il Polesine”. L’assessore alla cultura Anna Paola Nezzo ha osservato che:” la mostra ha attirato visitatori anche da furori provincia e in questi anni gli stessi sono stati 300 mila”. All’incontro sono poi intervenuti Enrico Zerbinati presidente dell’Accademia dei Concordi e Lorenzo Belloni presidente della Camera di Commercio che ha esordito così: “siamo i beneficiari di una iniezione di cultura. La mostra è stata una opportunità per le imprese, grazie alla quale abbiamo messo in piedi visite nei negozi e nelle imprese”. Un’indagine su visitatori e commercianti ha inoltre permesso di elaborare alcuni dati. Su un campione di 402 visitatori è risultato che alle domande hanno risposto persone provenienti dal Veneto, dall’Emilia Romagna , dalla Lombardia e dal Friuli Venezia Giulia. La risposta

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del territorio alla mostra è stata positiva, Rovigo risulta la seconda provincia per numero di visitatori registrati. Il pubblico è stato per lo più giovanile, mentre gli studenti sono aumentati, rispetto alla mostra precedente della “Maison Goupil”, gli insegnanti sono invece diminuiti del 16%. Per quanto riguarda gli strumenti, il passa parola sembra aver funzionato di più come mezzo di informazione, mentre il sito web della mostra è al secondo posto. Un incremento del 4% ha riguardato i visitatori che hanno soggiornato fuori e molti hanno effettuato acquisti in bar ed enoteche, nel settore dell’abbigliamento e dei casalinghi. L’ossessione nordica è stata occasione per visitare il Delta del Po, Fratta Polesine ed Adria. Per quanto riguarda i commercianti le domande ne hanno riguardato 104, della mostra sono stati informati il 57% dalla Camera di Commercio, il 5% dal passa parola e l’1% dai quotidiani. Il 99,5% ha consigliato ai propri clienti l’esposizione e molte sono state le aperture straordinarie dei commercianti. Dall’11ottobre 2014 all’11 gennaio 2015 Palazzo Roverella ospiterà “Il viaggio”, è infatti questo il tema che contraddistinguerà la settima edizione della rassegna internazionale di illustrazione de “I colori

del sacro”, curata da Andrea Nante, direttore del museo Diocesano di Padova. L’appuntamento autunnale con la grande illustrazione è ormai una costante nella programmazione di Palazzo Roverella. “I colori del sacro. Il viaggio” registra l’interesse degli illustratori e una qualità crescente delle proposte: oltre 140 le opere di 68 illustratori selezionati fra più di 300 partecipanti. Artisti provenienti da tutto il mondo che, nei modi più svariati e originali, hanno indagato ed esplorato il tema di questa edizione, nelle sue molteplici dimensioni. Non mancano le suggestioni bibliche con il peregrinare nel deserto, la vicenda di Giona nella balena e i discepoli sulla via di Emmaus. Dal 14 febbraio al 14 giugno 2015 sarà la volta della grande mostra “Angeli e demoni, figure della modernità”. Una mostra insolita e forse unica, e non solo per l’Italia che accosta a vitalismi sfrenati, ambigui eterei stranimenti, incubi e sogni. Assieme ad alcune irrinunciabili icone dell’universo simbolista, saranno presentate opere che uniscono la suggestione del simbolo e la libertà visionaria e utopistica. Ma, tra resistenze e cadute, quella che viene messa in scena è la irruzione di una modernità inquieta e tempestosa, prefiguratrice di morte non meno che sfrenata celebratrice di un vitalismo proteso verso nuove conquiste e nuovi miti. Non si tratta di una narrazione sistematica: attorno a impareggiabili figure del mondo nuovo, ad angeli di un destino di luce e alle tenebre gelide e sulfuree che circondano il maledetto e il reietto, le nuove forme dell’arte spalancano orizzonti insospettati e fanno esplodere sopra le macerie del passato la potenza incontenibile e pur ambigua del moderno. Silvia Fantinati

Unitalsi Sottosezione di Adria

Gioia, condivisione ed esperienze Al Pellegrinaggio Regionale a Lourdes

In un clima di grande entusiasmo e di condivisione si è svolto dal 22 al 28 giugno u.s. il pellegrinaggio Regionale a Lourdes. Si sa che il “BENE NON FA RUMORE” ma voglio dire grazie, grazie di cuore al mio personale sorelle e barellieri per il servizio svolto con amore, delicatezza e attenzione anche quando la stanchezza prendeva il sopravvento. Grazie per essere stati “BUONI SAMMARITANI” con quanti avete incontrato nel vostro cammino in questo pellegrinaggio a Lourdes. Il Presidente Vanna Rossana Finotti Graziella: Dopo diversi pellegrinaggi a Lourdes da quest’anno sono sorella unitalsiana, anche se il mio servizio in seno all’Associazione è già operativo da qualche anno. Tutto è stato preparato con cura già per l’11 febbraio u.s., la divisa bianca da indossare ma all’ultimo momento ho deciso che la mia prima volta doveva essere a Lourdes e così è stato. Grande è stata l’emozione provata, emozione condivisa con Vilma che mi ha fatto da madrina e, insieme abbiamo condiviso il cammino del servizio. Condividere con gli ammalati le loro storie, la loro solitudine che tanti avrebbero trovato rientrando dopo il pellegrinaggio, insieme abbiamo condiviso anche tanta gioia e attraverso la preghiera. Emozionante partecipare alle celebrazioni eucaristiche, alla preghiera silenziosa davanti alla Grotta con gli occhi rivolti alla Vergine perché solo Lei poteva intercedere presso Suo Figlio alle nostre suppliche. Mi sento orgogliosa, tanto orgogliosa della

Adria - Parrocchia S. Maria Assunta della Tomba

Concluso il Grest 2014 Hanno partecipato 120 ragazzi della comunità

Venerdì 4 luglio si è concluso il Grest per i 120 ragazzi della parrocchia di S.M. Assunta della Tomba di Adria. Giornate belle di giochi, di partite a pallone, di cacce al tesoro… c’erano addirittura i gonfiabili! La favolosa gita con 2 corriere all’Adventure Park di Teolo… ma soprattutto c’erano i 40 animatori, accoglienti, sorridenti, fantasiosi, che

hanno speso le loro ferie per far felici i nostri ragazzi. A conclusione hanno celebrato la Santa Messa delle 18:30 in Basilica il nostro vescovo Lucio, Padre Avemaria e Padre Davide con canti e battimani di tutti i ragazzi diretti da Irene. “Gioite sempre nel Signore Gesù che è la stella che guida il vostro cammino verso la novità per vivere un bel rapporto di amicizia con Dio e tra

voi con i cuori fissi dove è la vera gioia”. Così ha introdotto la celebrazione Padre Avemaria e all’omelia il vescovo ha parlato del campo estivo di Pejo come continuazione dell’esperienza del Grest in questa bella amicizia fatta di allegria, aiuto reciproco, corresponsabilità. Ma dentro di noi c’è l’Amico sempre presente “Gesù” che ci aiuta ad essere generosi e contenti,

soprattutto in montagna dove la bellezza della natura ci fa lodare il Signore, come San Francesco. Alle ore 21:30 gli animatori, dopo la pizza e il dolce per 180 persone, hanno recitato la piéce teatrale: “Segui la tua Stella” che in un racconto fantastico a tratti umoristico, ha concluso in modo splendido e riassuntivo il senso più profondo del Grest. Luciana Pozzati Stoppa

mia scelta che sarebbe stata condivisa con amore anche da Renzo mio marito tornato alla casa del Padre troppo presto e mi auguro di esserne sempre degna. Emanuela: Al quarto pellegrinaggio sono riuscita a esaudire il sogno di fare servizio alle piscine. È stata un’emozione fortissima tanto da non riuscire a manifestare a parole ciò che ho provato svolgendo questo servizio da sempre desiderato, una cosa soltanto mi sento di dire: devo imparare a piangere di meno. Un grazie particolare alla dolce Valentina della Sottosezione di Venezia compagna nel servizio

che ha avuto la pazienza di sopportare le mie innumerevoli domande. Questo è il servizio che spero, potrò continuare a fare. Ciao Lourdes al prossimo anno.

Lendinara - S. Sofia

Casa per campi estivi

La parrocchia di Santa Sofia in Lendinara, gestisce una casa per campi estivi per giovani e famiglie a Caviola - Falcade BL. La casa è disponibile in autogestione nel periodo dal 24 agosto al 7 settembre. Per informazioni più dettagliate contattare la canonica di s. Sofia al n 0425 641006 (ore pasti).


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Rovigo - Palazzo Nodari

Torna Ukulele Player - summer 2014 A grande richiesta torna il laboratorio estivo

Ficarolo Festa della Madonna del Carmine

E’ festa grande a Ficarolo, la ricorrenza della B.V. dl Monte Carmelo. La si è preparata con due giorni, lunedì 14 e mercoledì 15 luglio, di preghiera: la Messa alle 7.30 del mattino ed il Rosario alla sera alle 18.30. Mercoledì la celebrazione dell’Eucaristia è in programma, anche alle 18.30 che sarà poi seguita dalla tradizionale processione. Per l’occasione le case e i giardini vengono ornati a festa. L’Oratorio del Carmine, che è stato di recente restaurato, non è solo spazio di preghiera, ma pure di incontri culturali, di mostre espositive d’arte.

Rovigo Commenda Est Anche Don Mario Ferrari …

Anche don Mario Ferrari, che è il parroco di S. Maria della Rose in Commenda Est, ha partecipato al secondo Campo estivo a Piani di Luzza, dal 28 giugno al 5 luglio. Il Campo era per i ragazzi dalla 1° alla 3° Media delle tre Comunità: Madonna Pellegrina, S. Antonio e S. Maria delle Rose, dell’Unità Pastorale della Commenda. Sono stati giorni preziosi sia per fare conoscenza ed amicizia, sia per i momenti di formazione e di preghiera.

Diocesi “Popolo di Dio in missione”

Preparato da S.E. il nostro Vescovo è giunto in questi giorni, agli operatori pastorali della Diocesi il programma pastorale per l’anno 2014 – 2015. Esso offre e le motivazioni teologico pastorali e il programma per le attività, le giornate, gli incontri e i momenti formativi. Chiude la pubblicazione, come di consueto, il calendario mensile delle iniziative e delle attività. Scrive Mons. Vescovo: “… chiedo a tutti di accoglierlo e di realizzarlo, per rinnovare le nostre comunità ecclesiali, per dare un nuovo slancio a tutta la nostra Chiesa diocesana, per far scoprire l’amore fedele di Dio anche a coloro che lo ignorano o che l’hanno dimenticato …” e ancora: “è questo il messaggio che vi lancio: siate testimoni gioiosi della vostra fede! Portatela alle persone che incontrate! E’ questo il compito che il Signore ci affida in questo quarto anno post-sinodale: annunciare l’amore di Dio a tutti …!”.

Lendinara S. Sofia “ … quella bicicletta dono dei parrocchiani …”

In occasione del 50° anniversario dell’Ordinazione sacerdotale dell’Arciprete, mons. Vittorio De Stefani, il Consiglio pastorale Parrocchiale con il Vicario parrocchiale don Enrico Turcato, che sono stati l’anima dei festeggiamenti che hanno trovato il loro apice il 28 u.s. nella Concelebrazione, nella cena comunitaria all’Istituto Immacolata e nei doni dati al festeggiato. I bimbi dell’Istituto Immacolata gli hanno donato un fascio di fiori ed il C.P.P. a nome dei parrocchiani – riferiva la stampa locale - una bicicletta nuova fiammante. Un dono gradito, che permetterà a don Vittorio di percorrere le vie di Lendinara in semplicità ed economia. Nella prima metà del secolo scorso il dono che veniva offerto ai novelli preti, era proprio la bicicletta! Penso che don Vittorio l’abbia gradita, come tanto gradimento è stata la corona di sacerdoti che hanno concelebrato con Lui e la tanta gente alla sua Messa giubilare.

Unità pastorale di Costa Gognano - Villamarzana Campo estivo

Dal 2 al 9 luglio c.a. l’Unità pastorale di Costa, Gognano e Villamarzana ha organizzato per i giovani dai 14 anni, il “Campo estivo 2014”, in Trentino sul monte Bondone, in una struttura autogestita, per permettere una maggiore partecipazione di giovani. L’Unità pastorale ha inteso offrire una ulteriore occasione ai ragazzi, per crescere e formarsi ad una vita comunitaria e ad un impegno di genuina testimonianza umana e cristiana, e far loro conoscere quanti concorrono, anche nella gestione di una giornata feriale, alla loro crescita.

Ramedello Festa del Redentore

Un nuovo ed elegante oratorio ha sostituito il vecchio, posto sul limitare della strada. Anche il nuovo manufatto custodisce il busto che raffigura l’“Ecce Homo” che è stato per decenni nel vecchio! A quell’immagine la borgata è molto legata, perché racconta della sua storia e della sua fede. Racconta anche delle vecchie feste, che la prima domenica di luglio di ogni anno, si organizzavano per far gioire la gente. Erano giochi semplici che i giovanotti di turno sapevano realizzare con brio. Erano anche una occasione per vincere la “cuccagna” e consumare assieme e in festa, i premi conquistati. E poiché la festa era legata al “Redentore” di Venezia, non mancavano giochi nell’acqua degli attigui Adigetto e Scortico, corsi d’acqua che ancor oggi delimitano i confini della borgata!

Parrocchia “Buona Estate!”

Per l’estate 2014, nel mensile di alcune comunità parrocchiali, i Parroci scrivono: “Da ricordare in Famiglia: ogni sera alle ore 18.00 S. Rosario in diretta da Lourdes (Canale 28 TV2000) e ore 20.00 uniti nella preghiera prima di cena”. Niente di nuovo sotto il sole! Prima della TV e della Radio le nostre famiglie venivano invitate alla preghiera con il suono della Campana dell’“Ave Maria della sera” e prima del riposo notturno con il suono della Campana dell’“Ora di notte”! Quello che è importante è che si preghi, per aver la forza ed il coraggio di testimoniare nella vita la propria fede.

Torna per il quarto anno il laboratorio estivo di ukulele ideato dall’assessorato alla Cultura e teatro del Comune di Rovigo e dal Rovigo Jazz Club. Le lezioni gratuite hanno preso il via martedì 8 luglio alle 19 alla Gran Guardia in piazza Vittorio Emanuele II a Rovigo. Due ore all’insegna dell’apprendimento e del divertimento, che anche quest’anno offriranno la possibilità di approfondire

Rovigo - Palazzo Nodari

Una casetta per il Nido Buonarroti

Una casetta per il Nido Buonarroti grazie alle famiglie e ai supermercati Alì. I genitori dei bambini frequentanti il Nido Buonarroti, hanno raccolto 19.000 punti a favore del nido stesso per avere in regalo dal supermercato Aliper di Rovigo una splendida e grandissima casetta chalet da mettere in giardino e giocarci allegramente ed inoltre 3.800 punti per avere in regalo un impianto stereo. L’Amministrazione Comunale e tutto il personale del Nido Buonarroti vogliono ringraziare le famiglie che hanno raccolto i punti per questa bellissima iniziativa dei Supermercati Ali e Aliper a favore delle scuole.

lo studio della “pulce saltellante”. Già moltissime le richieste arrivate all’assessorato alla Cultura e teatro, che invita tutti a partecipare a questo positivo momento di aggregazione. Suonare, cantare e divertirsi, è lo spirito delle lezioni che uniscono la professionalità dell’insegnamento alla gioiosa vitalità dello stare assieme in musica. Le lezioni saranno tenute da Andrea Boschetti e Milena Dolcetto. Al laboratorio verran-

no messi a disposizione degli strumenti per chi non ha l’ukulele. Le lezioni si terranno

Soroptimist Club Rovigo

martedì 8 e 22 luglio, 5 e 19 agosto, 2 settembre. Per informazioni tel. 0425/206713

Dono al reparto di Pediatria dell’Ulss 18 Uno sfigmomanometro digitale protatile

Nei giorni scorsi il Soroptimist Club di Rovigo ha donato uno sfigmomanometro digitale portatile al reparto di Pediatria. Evoluzione del classico strumento a mercurio, lo sfigmomanometro digitale è un modo innovativo per rilevare i dati della pressione in maniera immediata, i quali vengono visualizzati sull’apposito display. Il Soroptimist International è un’associazione femminile che opera, attraverso progetti, per la promozione dei diritti umani, l’avanzamento della condizione femminile e l’accettazione delle diversità. Particolarmente sensibile

Bottrighe

I cento anni di Linda Corrain

E’ mamma del parroco di Bottrighe don Antonio Cappato Bottrighe in festa per la suo terzo centenario. Dopo Linda Beretta, che in ottima salute ha compiuto centodue anni, dopo Angelo De Grandi che il 15 aprile ha compiuto cent’anni, ha raggiunto il traguardo del secolo anche la signora Linda Corrain (nella foto) che vive nel paese rivierasco da trent’otto anni. La nuova nonnina di Bottrighe, è nata a Gavello l’8 luglio 1914. E’ mamma di don Antonio Cappato, parroco di Bottrighe e assieme al figlio risiede nella casa canonica di piazza della Libertà. Emigrata giovanissima nel mantovano, tornò successivamente in Polesine, a Pezzoli di Ceregnano, dove si sposò con Enea Cappato. Rimasta vedova a sessant’anni vive da allora con l’unico figlio Antonio, sacerdote, che l’ha seguito nella sua missione, prima a Gaiba e poi a Bottrighe da ormai quasi quarant’anni. Persona di profonda fede, ben voluta e stimata da tutta la popolazione, è stata festeggiata con una santa messa nella chiesa di San francesco d’Assisi e di Paola in Bottrighe. Per l’occasione l’amministrazione comunale l’ha omaggiata di un ricordo a nome dell’intera cittadinanza. Roberto Marangoni

alla realtà infantile, il Club di Rovigo, ha voluto rivolgere il proprio pensiero ai bambini che per motivi di salute di trovano a trascorrere un periodo della loro vita nel reparto di Pediatria dell’Azienda Ulss 18. Raccolto il suggerimento dei medici del servizio guidato dal Dott. Vincenzo Rametta, Gianna Pola Pascucci Presidente del Club femminile, decide di dare il via ad un service concreto: acquistare e donare il

nuovo sfigmomanometro digitale portatile dotato di bracciali di diverse dimensioni, adatte ai pazienti di diversa età. Con il monitor multiparametrico Mindray oltre ad aumentare la qualità delle prestazioni, si diminuirà il disagio dei bimbi: se prima, infatti, ogni paziente doveva spostarsi dalla propria camera per raggiungere l’ambulatorio preposto, alcuni con una frequenza di una volta ogni tre ore, da oggi saranno i pediatri a muoversi di stanza in stanza per rilevare i parametri direttamente al letto del paziente. L’utilissima donazione è una piccola, ma importante rivoluzione per i bambini ricoverati che, con un unico gesto, potranno misurare i propri parametri rimanendo della loro cameretta.

Rovigo - Palazzo Nodari

A Buso apre la nuova scuola dell’infanzia

Apre la scuola di Buso. L’assessore all’Istruzione Anna Paola Nezzo comunica che con il nuovo anno scolastico sarà attivata una nuova sezione di scuola dell’infanzia statale nella frazione di Buso. Potrà ospitare fino a 25 bambini dai 3 ai 5 anni e l’orario sarà a tempo pieno. Nezzo, affiancata dal dirigente Giampaolo Volinia e dalla responsabile dei Nidi, Luigina Rossi, insieme alla dirigente scolastica Maria Rita Pasqualin, ha partecipato ieri all’incontro pubblico organizzato nella scuola, con l’obiettivo di presentarla ai cittadini. Nei giorni scorsi l’assessore ha inviato a tutte le famiglie con bambini in lista d’attesa, una lettera per informare dell’apertura della nuova scuola. Scuola che avrà sede nell’edificio dell’ex primaria di Buso, che è stato ristrutturato e che ospiterà anche la futura apertura di un asilo nido integrato comunale per bambini dai 12 ai 36 mesi. Per informazioni e iscrizioni alla scuola dell’infanzia, i genitori interessati sono invitati a contattare gli uffici dell’Istituto comprensivo Rovigo 1, via della Costituzione, 6 – tel. 0425/30600, e-mail roic82000q@ istruzione.it. Soddisfazione da parte di Nezzo che ha sottolineato, come si completi così l’offerta di supporto educativo e scolastico per le famiglie con bimbi piccoli, andando ad ampliare la presenza scolastica statale nelle frazioni.


Iniziativa del Gruppo Bachelet

“Reagire alla mediocrità”

Sollecitazioni e riflessioni programmatiche affidate ai professori Mirella Zambello, Roberto Tovo e Edoardo Gaffeo, oltre ai giovani architetti Luca Paparella ed Emmanuele Dall’Oco, per proporre una politica diversa e preparare l’alternativa amministrativa in Comune di Rovigo. Interventi di Francesco Milan e Andrea Borgato, organizzatori del convegno. “Rovigo sta conoscendo il momento peggiore della sua vita politico-amministrativa, il discredito è davanti agli occhi di tutti. A prescindere da ciò che accadrà fra una settimana con la mozione di sfiducia, non possiamo accettare che tutto venga omologato nella mediocrità, Rovigo merita e può dare molto di più”. Nel grigiore polveroso che tutto ricopre abbiamo il dovere di dimostrare che si può fare politica e amministrare avendo un disegno che a partire dalle difficoltà del momento, sa guardare avanti gettando i semi per un capoluogo all’altezza del suo ruolo”. Con

queste parole Francesco Milan ha introdotto il convegno voluto da Gruppo Bachelet di cui è presidente con tema “Amministrare guardando avanti” che si è svolto lunedì scorso a Rovigo. Difronte ad una sala gremita, qualificata e interessata fino a tarda ora con numerosi interventi, si sono susseguiti i relatori su quattro aree tematiche: sociale, gestione del territorio, cultura ed economia. “Chiediamo di fornire delle idee, delle suggestioni - hanno affermato gli organizzatori proponendo un atteggiamento propositivo nello stile del Bachelet”. “Siamo difronte ad una situazione di totale staticità nella quale da più di 4 mesi si trova l’Amministrazione Piva e la maggioranza che la sostiene, troppo presi a misurarsi su chi comanda di più e ad allungare l’elenco delle richieste per occupare posti e poltrone, e non gratuitamente. – ha proseguito Andrea Borgato, consigliere comunale e vice-presidente del Gruppo - Ciononostante questa Amministrazione ha ben poco da segnare nel suo carnet programmatico dopo oltre tre anni di guida del Comune. La mozione di sfiducia contro il Sindaco è un atto dovuto da parte dell’opposizione e una cartina di tornasole per coloro che continuano, pur restando nella maggioranza, a criticare ogni giorno la Giunta e a minacciare “di togliere la såpina. Chi vivrà vedrà e i cittadini giudicheranno”. Borgato non ha poi mancato di segnalare le responsabilità del Pd. “Al Partito Democratico, che guida la minoranza, il compito di sganciarsi

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attualità

domenica 13 luglio 2014

Sae - Segretariato Attività Ecumeniche

La vita in relazione: prospettive etiche

51ª Sessione di formazione ecumenica a Paderno del Grappa (TV), 27 luglio - 2 agosto 2014

rapidamente dalla sua fase di stallo legate alle questioni interne – ha detto - e farsi promotore di una azione capillare di collegamento, di ascolto e di proposta con le altre forze politiche di centrosinistra e con le diverse realtà della società civile che contribuisca a disegnare la nuova strategia di gestione/amministrazione della città prima ancora di pensare a nomi e candidati.” Si è poi entrati nel vivo dei temi trattati che saranno, negli auspici del gruppo, occasione di iniziative specifiche a partire da settembre.

La prof.ssa Mirella Zambello ha parlato di sociale. “L’ambito dei servizi resi alla persona debbono rappresentare anche per gli Enti pubblici e le Amministrazioni Locali opportunità e non soltanto mero esercizio di redistribuzione di reddito a chi ha meno ed è, quindi, un errore continuare a ridurre le risorse economiche di questo settore vitale nella comunità cittadina. Investire nel benessere delle persone, mettendo in relazione e valorizzando le competenze e la vitalità del copioso volontariato organizzato e le esperienze positive del non-profit, aiuta anche le nostre realtà locali a far crescere i valori della coesione sociale e della sussidiarietà, indispensabili in questa fase critica anche delle nostre comunità.” Ai giovani architetti Luca Paparella ed Emanuele Dall’Oco il compito di tratteggiare la questione relativa alla gestione del territorio. “Architetti ma anche cittadini di Rovigo, singolari interpreti di una loro visione della città che tende a valorizzare ciò che esiste, in termini di urbanistica, architettura e ambiente, desiderosi di dare uno slancio nuovo ai

concetti di vivibilità, di utilizzo razionale e responsabile del territorio e delle risorse economiche a disposizione. Nel loro disegno un forte impulso per rivitalizzare il centro della città e per ridurre le distanze fra il centro stesso e la periferia.” La cultura è stato l’argomento sviluppato dal prof. Roberto Tovo, presidente del Cur. “La formazione quale investimento irrinunciabile per una comunità, anche piccola, come Rovigo. Non è pensabile che una città si possa privare, ad esempio, della sua biblioteca pubblica, luogo dove la cultura ha un punto di riferimento, e in questo senso l’attuale situazione di crisi dell’Accademia dei Concordi è sintomo di scelte erronee che non aiutano a far crescere una comunità. Un amministrazione pubblica deve sapere investire in questo ambito, cercando di offrire occasioni e spazi culturali adeguati, anche per quelle realtà amatoriali, nella quali spesso trovano rifugio i nostri giovani che rendono ancora più vive e varie le proposte e le disponibilità nella città.” Infine l’economia con il prof. Edoardo Gaffeo. “C’è bisogno di mettere a fuoco alcune peculiarità del nostro territorio sulle quali davvero metterci qualche idea affinché diventino opportunità economiche. Interporto e Censer, purtroppo, realtà nate con l’obiettivo di essere motori di sviluppo, sono rimasti al palo e non appaiono scelte lungimiranti, probabilmente perché attorno ad esse non è cresciuto un disegno strategico adeguato o non lo si è voluto proseguire. Rovigo difficilmente, per le sue dimensioni e caratteristiche, potrà assurgere al ruolo di città capoluogo e di dettare, quindi, l’agenda del futuro per il Polesine. La “prematura scomparsa” della Provincia, senza un altro ente capace di fare di cerniera per un territorio così esteso e con numerosi interlocutori, crea un ulteriore problema per il futuro economico della nostra realtà.” Inizialmente aveva preso la parola l’on. Diego Crivellari che sottolineando la validità delle iniziative portate avanti dal Gruppo Bachelet, ha con forza affermato che “il Pd deve ricercare una alleanza con i cittadini”.

L’indicazione del Signore a Mosè: “Ama il prossimo tuo come te stesso” (Levitico 19, 18), cioè “La vita in relazione: prospettive etiche” è il tema della 51esima Sessione di formazione ecumenica promossa dal Sae (Segretariato attività ecumeniche) dal 27 luglio al 2 agosto presso l’Istituto Filippin di Paderno del Grappa (Treviso). Un appuntamento particolarmente importante perché delicato è l’argomento, l’etica della vita. Vita che è il nome stesso di Dio, il contenuto della promessa realizzata in Cristo, il fulcro della fede cristiana. Ma vita da intendersi anche come cura dell’altro, come responsabilità reciproca, come sfida e risposta alle domande che emergono dalla nuove frontiere delle neuroscienze piuttosto che dalla ricerca bioetica. Temi, problemi, prospettive sui quali dialogheranno esponenti delle diverse confessioni cristiane ma anche della comunità ebraica e islamica, teologi e biblisti, scienziati e letterati. Ricco e articolato il programma che prevede tavole rotonde e gruppi di studio, serate a tema e momenti di condivisione, a partire però sempre dalla preghiera. Le giornate infatti si apriranno con la meditazione biblica mentre centrale sarà l’attenzione alla preghiera comunitaria. In particolare insieme alle celebrazioni ecumeniche si terranno liturgie nello stile delle rispettive comunità. Martedì 29 luglio è prevista la Messa presieduta dall’arcivescovo di Gorizia Carlo Roberto Maria Redaelli, mercoledì 30 il Culto di Santa Cena guidato dal pastore valdese Massimo Marottoli, giovedì 31 i Vespri ortodossi celebrati dal sacerdote ortodosso romeno Cristian Vasilescu. Le liturgie saranno curate da un gruppo composto dal valdese Nicola Sfredda (direttore del Coro ecumenico di Verona), dal pastore battista Luca Maria Negro, dal sacerdote cattolico Marco Campedelli. La sessione si aprirà lunedì 28 luglio con la riflessione biblica di Mino Chamla della scuola ebraica di Milano e la presentazione della Sessione affidata alla presidente del Sae Marianita Montresor. Seguiranno gli interventi della scrittrice Maria Pia Veladiano (sul tema “Accanto alla vita”) dei teologi morali Giannino Piana (“La domanda morale oggi e il modello di un’etica della responsabilità”) e Paolo Benanti (“Come le neuroscienze sfidano l’etica”). Martedì 29 luglio il filosofo Massimo Donà e il teologo valdese Fulvio Ferrario dialogheranno su “Dov’è tuo fratello? L’altro come contenuto della libertà”, mentre mercoledì mattina la meditazione biblica sul tema della sessione sarà affidata a Piero Stefani docente alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di

Milano. Giovedì 31 luglio dopo la preghiera e la meditazione biblica del pastore avventista Nino Plano, il programma prevede, nel pomeriggio, il dibattito su “Prendersi cura delle fragilità” tra la pedagogista Rosanna Cima e lo psicoterapeuta e scrittore Paolo Miorandi. Venerdì 1 agosto il teologo e prete ortodosso Sorin Bute si confronterà sul tema “Vita in relazione: la bioetica si interroga” con il medico e membro della Commissione di bioetica della Chiesa valdese, Ylenia Goss mentre la giornata conclusiva, sabato 2 agosto sarà aperta dalla preghiera e la meditazione biblica guidate dal prete ortodosso Gabriel Codrea, cui seguiranno la relazione del teologo valdese Paolo Ricca (“La misericordia tra Dio e l’uomo”) e le conclusioni della sessione affidate a Piero Stefani. Molto importante, durante la sessione, il lavoro svolto dai gruppi di studio, organizzati secondo criteri ecumenici e interreligiosi, con il coordinamento e la consulenza affidati a esperti delle diverse confessioni cristiane nonché della comunità ebraica e islamica. Quest’anno ne sono previsti nove, ciascuno dei quali affronterà il tema della settimana secondo prospettive differenti e originali. Gli argomenti su cui lavoreranno i gruppi di studi sono: “Il prossimo nella Bibbia”; “Custodire i legami: un’etica delle relazioni”; “Famiglia, nuove famiglie, relazioni di coppia”; “Proporre nell’incertezza. I comitati di bioetica”; “Lavoro: superare i limiti, mortificare la libertà”; “Vite in relazione in una società plurale”; “Identità e genere”; “Accompagnamento pastorale dei malati”; “Teatro biblico: uno spazio di esplorazione delle relazioni tra Parola e azione”. Nel corso della sessione sono previsti inoltre due significativi appuntamenti post cena: martedì 29 luglio una “Serata a teatro”, giovedì 31 luglio un incontro con Ennio Dal Farra e Livia Gavarini su: “La catechesi ecumenica: una dimensione dimenticata?”. Nel corso della Sessione il Sae assicura poi attività specifiche quotidiane per i bambini e i ragazzi con la partecipazione di Andrea Cesarini, insegnanti di yoga. Il Sae è un’associazione interconfessionale di laici impegnati per l’ecumenismo e il dialogo a partire dal dialogo ebraico-cristiano. Fondato da Maria Vingiani, attualmente è presieduto da Marianita Montresor. Per informazioni e prenotazioni: www. saenotizie.it - e-mail sessione.estiva@saenotizie.it; tel. 373.5100524 (ore 12-14, 16-17 e 19-21). Il SAE è accreditato dal Ministero della Pubblica Istruzione per la formazione del personale della scuola (D.M. 177/2000 e D.M.26/07/2007 Prot. n. 15325)

Ammodernamento imprese agricole venete

La scadenza spostata al 15 luglio

E’ stata posticipata al 15 luglio la scadenza per presentare domanda di aiuto per l’ammodernamento delle imprese agricole venete, nell’ambito della Misura 121 del PSR 2007-2013. Le delibera che posticipa i termini, approvata dalla Giunta veneta su iniziativa dell’assessore Franco Manzato, comprende altre due significative novità. La prima è la specifica degli importi minimi di spesa ammissibile per le aziende in zona montana (40mila euro per gli investimenti legati alla produzione di funghi e 15mila euro per gli altri tipi di investimento). La seconda riguarda gli interventi di rimozione delle coperture in eternit, che vengono estesi anche a fabbricati aziendali non direttamente adibiti alle attività di lavorazione. Le risorse per gli interventi di ammodernamento ammontano complessivamente a 30 milioni di euro. Per ulteriori informazioni e per presentare le domande, sarà possibile contattare lo Sportello Unico Agricolo provinciale di Avepa più vicino.


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adria

domenica 13 luglio 2014

Adria - Il Museo diocesano della Cattedrale

Un luogo che sia vita che palpita e segreto che svela bellezza

Il museo diocesano della Cattedrale di Adria non è solo una realtà che mostra oggetti antichi della liturgia, ma soprattutto vuole essere una realtà viva capace di testimoniare e narrare la fede dei padri. Questo in sintesi è quanto ha detto il Vescovo di Adria-Rovigo mons. Lucio Soravito de Franceschi intervenendo alla benedizione dell’inizio dei lavori del Museo diocesano della Cattedrale. Il Settimanale diocesano ha già parlato di questo progetto che si va ora realizzando dando ampio spazio, in questo numero ritorniamo a parlare ancora del Museo attraverso una nostra intervista all’architetto e responsabile dei lavori Nicola Azzi. Laureato in Architettura a Venezia, specializzandosi nel settore del restauro, e sull’uso di materiali compositi nell’ambito del consolidamento di strutture storiche, e l’uso delle fibre di carbonio. Dal 1997 al 2000 ho lavorato in Umbria e Marche alla ricostruzione del dopo-terremoto in particolare seguendo i lavori di restauro della Chiesa di San Francesco ad Assisi e del Duomo di Foligno. Nella Basilica di San Francesco ad Assisi attraverso la messa in sicurezza delle volte affrescate con il prezioso ciclo pittorico di Giotto e Cimabue. In Polesine e nel Veneto, l’Architetto Azzi è intervenuto nel restauro di Ville, Palazzi, chiese e altre strutture antiche. Solo per ricordane alcune Villa Avezzù, Fratta Polesine Rovigo (1564); restauro della scalinata e del pronao, Villa Cornoldi, ora Fanan, Fratta Polesine Rovigo (c.a 1700), restauro generale della villa, Chiesa di san Bartolomeo (1600), Rovigo, la Loggia Medievale di Foligno, Chiesa Cattedrale (1700), Adria; consolidamento delle volte (come direttore lavori) Chiesa S.Giovanni, complesso della Cattedrale (1500), Adria; restauro generale (come progettista e direttore lavori)

Intervista all’Architetto Nicola Azzi

D - Architetto, con quale spirito ha accolto l’incarico di progettare e dirigere i lavori del nuovo Museo Diocesano della Cattedrale di Adria? R - La mia collaborazione con la fabbrica della Cattedrale inizia nel 1997. All’epoca ero ancora studente di architettura quando la IAR, società di restauro con la quale avevo iniziato a lavorare, mi chiese di seguire il cantiere di consolidamento delle volte della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, che in più punti erano cadute, rendendo pericoloso l’ingresso in chiesa per i fedeli. In quell’occasione ritrovai Mons. Dalla Villa che mi accolse nella sua chiesa per il mio matrimonio alcuni anni prima proprio nella adiacente chiesa di S. Giovanni. Pochi anni dopo iniziammo il cantiere e, dato che nel frattempo mi ero laureato e iscritto all’ordine, mi fu chiesto di inoltrare al Comune di Adria la pratica edilizia. A partire da allora, e ne approfitto per ringraziarlo, mons. Furini mi ha rinnovato la fiducia e ogni intervento di restauro o ristrutturazione è stato affidato a me. Tornando alla sua domanda non c’è mai stato un incarico formale per la redazione del progetto, dato che sostanzialmente è stata una mia proposta quella di recuperare gli spazi restaurati ed inutilizzati per farne un museo. Piuttosto mons. Furini e il consiglio economico appoggiarono l’idea e mi proposero di stendere un progetto per iniziare a richiedere un finanziamento ad istituzioni e alla Fondazione Cassa di Risparmio, oltre a valutarne la fattibilità con la Soprintendenza di Verona. D - Nel realizzare il suo progetto quali obiettivi si pone? R - Come architetto, non nascondo che il primo obiettivo è quello di dare visibilità e accessibilità ad alcuni spazi della Catte-

drale che sono invece inesplorati. L’originaria Cattedrale è sotto il pavimento della chiesa di S. Giovanni, quello che oggi è possibile visitare, la Cripta, era di fatto l’abside di una molto più antica costruzione di cui rimane il piano in pietra dell’altare che rimanda alle origini del cristianesimo. Nei prossimi ambienti del museo ci sarà anche la sala sopra la sacrestia, un ambiente molto grande dove si trova anche il locale con le canne dell’organo da poco restaurato e che vorremmo rendere parte integrante del museo. In seconda battuta scegliere gli oggetti che più hanno da raccontare e dar loro il massimo risalto, indipendentemente dal valore monetario. Il museo deve avere una funzione didattica e deve raccontare la storia del complesso della Cattedrale. D - Come sarà il nuovo Museo diocesano? R - Sarà un percorso molto articolato fra 3 diverse costruzioni: la chiesa di S. Giovanni, la Canonica e la Cattedrale; a collegarle un corridoio esterno in vetro e ferro. Ambienti che il tempo aveva trasformato in depositi avranno invece una nuova visibilità ed un nuovo ruolo la cui funzione sarà quella di arricchire i contenuti del complesso

della Cattedrale ma questa volta aperti al pubblico. D - Quando si parla di museo l’immagine è quella di ambienti con tante cose belle ma che non si usano più, cose da vedere. Sarà così questo museo? R - Se questa sarà la sensazione dei visitatori beh, vorrà dire che io ho fallito nel mio intento. Io lavorerò perché il visitatore esca dal museo con ricordi precisi, una esperienza ricca di aneddoti e storie che lui stesso potrà poi raccontare. Non concepisco un museo come un catalogo da sfogliare senza che questo ti abbia lasciato nulla. Spero che chi visiterà il museo se ne uscirà arricchito e abbia voglia di tornarci perché l’architettura gli è piaciuta tanto quanto i contenuti. Quando mons. Furini mi ha fatto vedere quali opere fossero conservate mi sono sentito tornare bambino, quando mia mamma mi faceva vedere i gioielli di famiglia descrivendo chi gliene avesse fatto dono e quando. Il senso del museo non è molto diverso da quello del portagioie che tutte le famiglie posseggono, solo che ogni singolo gioiello può ora raccontare la sua storia ed essere visto da molti e non solo dagli occhi di pochi fortunati.

D - Qual è l’opera che sarà esposta e che più la ha emozionato quando l’ha vista? Un Cristo crocifisso in bronzo, che è attribuito alla scuola di Donatello. Di una bellezza indescrivibile che, quando mi è stato svelato, non riuscivo a smettere di toccare ed ammirare. D - Essendo un museo diocesano è pensabile che possa svolgere anche un ruolo educativo, di testimonianza della comunità cristiana da secoli presente in Polesine nella Diocesi? R - Assolutamente! Tante sono le missive, i libri, i doni che sono stati fatti ai vescovi nei secoli. Riproporli sarà come riscrivere la storia della Cattedrale, che è poi la storia della Cristianità in Polesine. D - Concretamente quando avranno inizio i lavori? R - I lavori sono già iniziati da una settimana, stiamo lavorando sui solai per aumentarne la portata. D - E quando si concluderanno? R - Senza intoppi, e mi auguro non ce ne siano, ad ottobre le opere potrebbero essere concluse. D - Realizzare un museo diocesano è sicuramente un impegno molto importante, ecco attraverso questo suo progetto quale messaggio intende dare

alla comunità cristiana a al territorio? R - Da piccolo accompagnavo mia sorella alle prove del coro che si svolgevano la sera in chiesa. Era un momento bellissimo: la chiesa era chiusa, buia ed io ero libero di esplorarla muovendomi con un sentimento misto di paura e di curiosità e mi sentivo privilegiato per poterla ammirare, scrutare, osservare in tutta intimità. Come professionista mi si sono aperte porte che altrimenti non avrei mai potuto varcare. Oltre queste soglie ho ammirato il retro della medaglia che, a mio giudizio, è altrettanto bello di quanto invece è pubblico. Faccio alcuni esempi per spiegare il concetto: dietro all’altare le nostre chiese hanno un coro, in legno, dove una volta il clero recitava i vespri, le cupole o le navate hanno coperture voltate che sono opere di ingegneria “navale”, osservare la nostra pianura dal campanile è una sensazione stupenda… e potrei andare avanti ancora per molto. Con il mio lavoro di architetto ho avuto spesso l’occasione di accedere alle chiese quando queste erano chiuse e di rivivere questa sensazione di privilegio. Ecco il mio lavoro vuole svelare il retro della medaglia e farlo vedere a quanti più osservatori possibile. Settimio Rigolin


la Settimana 11

chiesa

domenica 13 luglio 2014

Adria - Cattedrale

Il desiderio del Papa

Solennità dei Santi Pietro e Paolo Teologia “in ginocchio” Domenica 29 giugno 2014 Una via, un quartiere, uno dei primi scoli di bonifica portano il suo nome. San Pietro è sempre stato amico di Adria. La sua effigie domina l’intera città dall’alto della cuspide bizantina della rinnovata torre campanaria. La sua immagine benedicente scolpita nel legno, pulita e ripristinata dal compianto maestro Lino Berti, esposta nella Cattedrale dedicata dal 1882 anche all’apostolo Paolo. Fino a quella data, però, la Cattedrale portava esclusivamente il titolo di San Pietro. Nel giorno della festa, il 29 giugno, la statua del santo viene portata a spalla in processione nella piazza antistante la Cattedrale. Tutto questo significa che la festa di San Pietro, primo patrono della Città e della Cattedrale, è innanzitutto una festa religiosa. Il culto di Pietro appare nelle Comunità cristiane più antiche, tra le quali è annoverata Adria, dove il cristianesimo fu quasi certamente introdotto da Ravenna. Ne dà conferma la preziosa icona egiziana riferita al Concilio di Efeso (431), che testimonia il forte radicamento al culto della Madre di Dio risalente ai primi secoli della Chiesa. Attraverso i secoli il popolo cristiano ha sempre celebrato le feste patronali con grande gioia abbinando l’aspetto religioso a quello civile e, La Pensa, rieditata in questi ultimi anni, va a significare l’antico rapporto sacro – profano della Festa patronale. La solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo ha acquistato quest’anno un particolare significato per la nostra Diocesi per il gioioso ricordo del decimo anniversario della Consacrazione Episcopale di mons. Vescovo e della sua Presenza in mezzo a noi. Pertanto la solenne Concelebrazione della sera, che si è tenuta alle ore 19,00 presieduta da mons. Vescovo, ha visto la presenza dei Canonici, dei Parroci della Città, di molti Sacerdoti provenienti dall’intera Diocesi e delle autorità civili con la presenza anche del Prefetto Francesco Provolo, del Sindaco Massimo Barbujani con il vicepresidente della Fondazione CARIPARO e altre autorità cittadine. Si è inteso così, mantenendo la tradizione annuale, onorare i Santi Patroni della Cattedrale e della Città, e stringerci in preghiera non solo per la nostra Città, ma anche per la nostra Diocesi, per il Papa Francesco, e partico-

larmente per il nostro Vescovo Lucio, verso il quale

L‘espressione del teologo svizzero Hans Urs von Balthasar in più occasioni è stata citata da Francesco come modello della riflessione teologica. Pone l’accento sulla posizione interiore del teologo, che è analoga a quella di san Paolo sulla via di Damasco: afferrato da un raggio della gloria di Cristo, è buttato in ginocchio per adorare.

si esprime con riconoscenza tutta la nostra comunione. Con la Processione conclusiva, che si è tenuta in Piazza Castello al termine della S. Messa, si è inteso riaffidare pubblicamente al Signore, attraverso l’intercessione dei nostri Santi Patroni, i problemi, le situazioni e le speranze delle nostre famiglie e particolarmente rinnovare le nostre radici cristiane.

La vera teologia è quella “fatta in ginocchio”. L’espressione appartiene al teologo svizzero Hans Urs von Balthasar, il quale fissa il contrasto tra una teologia fatta a tavolino e una, appunto, fatta in ginocchio (“Teologia e santità”, 1968). Lo stare in ginocchio non richiama alcuna manifestazione pietistica o devozionale, sostitutive del rigore scientifico, necessario e frutto di studio e di ricerca, ma pone l’accento sulla posizione interiore del teologo, che è analoga a quella di san Paolo sulla via di Damasco: afferrato da un raggio della gloria di Cristo, è buttato in ginocchio per adorare. Questa l’immagine viva del teologo o, almeno, il punto da cui partire per fare teologia e l’ambito in cui rimanere. Oggi l’espressione è frequentemente ripresa da Papa Francesco con sfumature diverse. Nel corso del recente Concistoro, dopo la relazione introduttiva del cardinale Walter Kasper sulla teologia del matrimonio ringraziò vivamente il porporato dicendo di aver trovato “un pensiero sereno nella teologia. È piacevole leggere teologia serena. E anche ho trovato quello che sant’Ignazio ci diceva, quel sensus Ecclesiae, l’amore alla Madre Chiesa (…) mi ha fatto bene e mi è venuta un’idea - mi scusi, Eminenza, se la faccio vergognare - ma l’idea è che questo si chiama fare teologia in ginocchio”. Dalla preghiera e dall’adorazione scaturiscono, dunque, una teologia serena e piena d’amore per la Chiesa. La teologia, ma anche la predicazione e la catechesi sono serene quando, per esempio, si cura

il modo di presentarle; in questo senso è importante non solo “ciò” che si dice, ma anche “come” lo si dice, dal momento che il modo fa parte del contenuto e non è una semplice circostanza esterna (Juan Carlos Scannone). Così, quando “si fa in ginocchio” in atteggiamento di preghiera e di adorazione e per il servizio del Signore la comunicazione serena della fede si rivela dal tono della voce, dai tratti del volto, dai gesti e, nel caso di uno scritto, dalle figure retoriche, dalle interiezioni, e persino dalla punteggiatura. Quando recentemente il Papa ha parlato ai professori e agli studenti della Pontificia Università Gregoriana ha invitato a realizzare la filosofia e la teologia “con mente aperta e in ginocchio”. Ecco un altro elemento: l’atteggiamento adorante del teologo ha come frutto la capacità di restare sempre aperto verso il “di più”, verso la grandezza della verità di Dio. In questo senso il discorso teologico ha sempre una sorta di costitutiva incompiutezza. Al contrario, il teologo, ma anche il predicatore o il catechista che si compiaccia

del proprio pensiero, della propria visione, che ritiene completa, è un mediocre. Talvolta, ci si chiude nelle proprie posizioni per timore della novità, che scaturisce dalla conoscenza profonda del mistero di Dio, da quella che proviene dall’incontro con l’altro e con la storia. Non di rado, la paura della novità conduce anche ad attaccare l’altro. E si dimentica che la verità deve essere sempre espressa nella carità. Infine, ricevendo il 28 giugno la delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, il Papa ha auspicato che “il lavoro della Commissione mista internazionale possa essere espressione di questa comprensione profonda, di questa teologia fatta in ginocchio”. Il cammino verso la piena unità passa attraverso il dialogo teologico, che nasce e cresce nella contemplazione del volto di Dio, dello sguardo che egli ha verso i credenti. Lo sguardo su Dio, nutrito di fede, speranza e carità, genera una riflessione teologica autentica, capace di avvicinare gli uni agli altri, pur partendo da posizioni differenti. Marco Doldi

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concordi

domenica 13 luglio 2014

Il sostegno del FAI (Fondo Ambiente Italiano) di Rovigo

I dipendenti dell’Accademia

I dipendenti della Biblioteca dell’Accademia dei Concordi rischiano il licenziamento. Il personale che con professionalità e disponibilità ha consentito a molti rodigini, di trascorrere giornate interessanti dal punto di vista culturale con letture di libri e riviste, di essere “accompagnati” e seguiti nelle ricerche più ardue, di supportare in ogni momento anche gli specialisti più esigenti, di partecipare a convegni ed incontri di rilevanza nazionale, “naviga” nell’incertezza del proprio futuro lavorativo. Pur nella carenza di finanziamenti per l’acquisto di libri, riviste e multimediali e nella riduzione di risorse per la promozione della lettura, è indispensabile che l’Ammini-

Come è di pubblico dominio, con una deliberazione inopinata e votata da quattro componenti su sette del Consiglio direttivo dell’Accademia dei Concordi è stata prevista, tra l’altro, la procedura di prelicenziamento del personale con chiusura della biblioteca perché il Comune di Rovigo non ha versato cospicue somme a suo debito. Il personale dell’Istituto, dal canto suo, ha preannunciato lo stato di agitazione per la grave decisione del Consiglio direttivo accademico e spiega le motivazioni dello sciopero in questa lettera diretta al Presidente dell’Accademia, al Sindaco di Rovigo e inviata, altresì, agli altri Componenti del Consiglio direttivo accademico, al Consiglio di amministrazione dell’Istituto, ai Soci accademici, alla Giunta municipale e ai Consiglieri comunali. Il personale ha chiesto di essere assistito professionalmente all’avv. Gianluigi Ceruti, che ha accettato in spirito di amicizia e di stima verso il personale, di cui ha potuto apprezzare l’alto livello di preparazione e di dedizione al proprio lavoro. Dall’intervista che l’Assessore alla cultura del Comune di Rovigo ha rilasciato ad un quotidiano locale nei giorni scorsi traspare che sulla questione del credito dell’Accademia dei Concordi verso il Comune di Rovigo le notizie in circolazione non appaiono chiare o forse tali non sono ancora a tutti. Pertanto non sarà inutile precisare subito che le somme a debito del Comune di Rovigo - per il cui recupero giudiziale, in base ad una delibera unanime dell’assemblea generale dei Soci accademici, sarebbe stato depositato in questi giorni alla Cancelleria del Tribunale di Rovigo il ricorso per decreto ingiuntivo dell’Accademia dei Concordi - non costituiscono un “contributo” come afferma l’Assessore comunale, il che potrebbe far pensare ad una elargizione facoltativa e straordinaria, ma rappresentano spese obbligatorie (in base alla legge comunale e provinciale dapprima ed ora in forza del decreto legislativo 267/2000 sull’ordinamento degli enti locali), derivanti da un impegno contrattuale inderogabile consacrato in più atti solenni, spese inserite in bilancio e approvate da tutti gli organi per legge e per statuto competenti, a cominciare, per quanto si riferisce all’ente locale, dal Consiglio comunale. Di questo obbligo giuridicamente vincolante, non scalfito dal patto di stabilità, l’Amministrazione comunale è a conoscenza da tempo e non può cadere dalle nuvole e affermare che mancano ora le risorse in quanto avrebbe dovuto prevederne per tempo l’integrale adempimento. Il Comune potrà anche subire la vendita all’asta di beni in proprietà rientranti nel patrimonio comunale disponibile, ma dobbiamo pensare e sperare che a queste estreme conseguenze sia l’Amministrazione comunale sia il Commissario, se si dovesse aprire una crisi, eviteranno di trascinare la questione che si è aperta perché, oltretutto, ne verrebbe, per responsabilità di chi l’amministra attualmente, un disdoro per la Città: la notizia diverrebbe presto di pubblico dominio nazionale e tutti saprebbero che il capoluogo del Polesine, unico in Italia, ha subito un pignoramento per aver di fatto contribuito a sopprimere il servizio di apertura al pubblico della biblioteca. Molti si chiedono come abbia potuto ridursi in questa situazione l’Accademia dei Concordi. Senza voler qui recriminare, si vorrà serenamente riconoscere che l’Istituto e i dipendenti si trovano nelle condizioni in cui si dibattono perché qualcuno ha omesso di agire quando era il suo tempo. Ecco perché ora occorre la massima fermezza, determinazione e rapidità senza esitazioni e senza ritardi. Comunque non saranno i dipendenti i capri espiatori. Il personale chiede, qui, che il Consiglio direttivo accademico revochi la delibera del 27 giugno 2014 (assunta tra l’altro dal presidente e da tre consiglieri su sette componenti) nella parte in cui prevede la collocazione dei dipendenti in procedura di prelicenziamento, decisione di per sé di enorme gravità e senza precedenti. Al riguardo ritengono

Ai dipendenti dell’Accademia dei Concordi

strazione Comunale e l’Assemblea dell’Accademia si assumano la responsabilità di risolvere positivamente la questione dei dipendenti con una rinnovata visione culturale, che tenga conto del fatto che la cultura è anche un importante motore di sviluppo per il rilancio della nostra economia. Il FAI che, da anni, è impegnato nelle attività di valorizzazione del territorio, nella promozione di una cultura di rispetto della natura, della storia e delle tradizioni, si schiera a fianco dei dipendenti che meritano molto più rispetto di ciò che a loro, in questo momento, viene riservato. Chiara Tosini Capo Delegazione FAI di Rovigo

Si deve fare di più

Città e cultura

Il Vicecapogruppo Pd del Consiglio Comunale Vanni Borsetto commenta la straordinaria partecipazione di piazza in difesa dell’Accademia "Mille libri in piazza, mille persone con il mondo della cultura, del Sindacato, dell’associazionismo, della politica a 360 gradi in una giornata afosa di Luglio per dire no alla chiusura dell’Accademia è un fatto straordinario per la nostra città. In piazza Vittorio c’era quella città scippata della “Fiera delle Parole”, delle librerie e dei cinema chiusi, che da 4 anni assiste a questo incredibile tiramolla ComuneAccademia. C’era quella città che intende difendere a denti stretti la propria storia, la propria identità. Servono a poco i timidi proclami del Sindaco su

Facebook sulla situazione drammatica delle casse: l’unica certezza in tre anni di governo di centrodestra sono state le tasse elevatissime mentre ora si rischia seriamente di perdere il pezzo più pregiato che caratterizza la nostra città. Tutti i Comuni arrancano per far cassa e garantire i servizi ma nessuno manda a casa i propri dipendenti mettendo una pietra tombale sulla cultura. Che una città si mobiliti con civile compostezza e si dichiari disposta a cercare sponsor, benefattori e contributi volontari pur di salvare la propria identità storico-culturale la dice lunga sulle capacità della Giunta Piva di gestire la cosa pubblica. Qualsiasi altro Comune con un Bilancio di 45 milioni di Euro non sarebbe stato così distratto.”

Accademia dei Concordi

Palazzo Nodari sta cercando di risolvere la questione

In merito agli articoli e alle polemiche apparse sulla stampa locale, riguardanti la questione Accademia dei Concordi e il contributo che il Comune di Rovigo dovrebbe versargli, l’amministrazione comunale precisa che sta facendo tutto il possibile per poter recuperare, attraverso l’intervento di terzi, le somme necessarie al fine di garantire il funzionamento della biblioteca dell’Accademia stessa. Bisogna infatti precisare, (nota del 2 luglio), come spiega l’assessore alla Cultura Anna Paola Nezzo che, fintanto che non sarà approvato il Bilancio di previsione 2014, il Comune non ha disponibilità di erogare somme proprie. Un

L’Assessore Nezzo

Non colpevolizzare il Comune

Il coordinatore del Comitato, dott. Marco Chinaglia, intende specificare che la comunicazione dell’iniziativa di lunedì 7 luglio voleva essere un modo per prendere una posizione a favore dell’Accademia dei Concordi quale istituzione culturale, non contro il Comune di Rovigo, né contro l’Accademia. Conservazione e valorizzazione sono parole importanti, non retoriche, che comportano anche l’essere presenti quando il nostro patrimonio culturale è in pericolo. Il coordinatore, a tal proposito, ha ritenuto di inoltrare a tutti i componenti del Comitato una nota pervenuta dall’Assessore alla Cultura del Comune di Rovigo, Anna Paola Nezzo: In relazione al bene Accademia e, in particolare, al funzionamento della biblioteca dell’Accademia, il Comune di Rovigo, membro del comitato precisa che nella convenzione Zorzato-Romanato che regola i rapporti Comune-Accademia dei Concordi, all’articolo 20 riporta chiaramente che le spese del personale sono a carico esclusivo dell’Accademia e che il contributo del Comune non dovrebbe esser utilizzato per coprire le spese del personale. Informo che giovedì 10 alle ore 18 si riunirà la quarta Commissione per esaminare la situazione dell’Accademia con la presenza del presidente Enrico Zerbinati. Quindi colpevolizzare il Comune in merito alla sospensione della retribuzione del personale dell’Accademia, significa solo dare informazioni distorte. Anna Paola Nezzo Assessore alla Cultura

problema che si ripete da tanti anni. Già dal 2001, anno in cui l’amministrazione comunale è stata commissariata, il commissario prefettizio, quindi non un politico, ha ribadito quella che è la nostra attuale posizione. Di seguito il testo della lettera allora inviata all’Accademia dei Concordi “oggetto: stanziamenti previsti per l’esercizio finanziario 2001” Con nota del 15 dicembre u.s. è stato qui trasmesso il bilancio di previsione 2001 dell’Accademia dei Concordi, approvato dal Consiglio di amministrazione il 12/12/00. Al riguardo preme rappresentare che la compartecipazione del Comune di Rovigo alle spese di gestione dell’Accademia non può che essere limitata allo stanziamento che a tal fine sarà indicato nel proprio bilancio di previsione, in corso di elaborazione. Sulla determinazione della misura dello stanziamento potranno influire, infatti, esigenze che potrebbero comportare modifiche nelle previsioni tenute a base di codesta Accademia nella redazione del bilancio qui fatto pervenire in copia. Appena possibile verrà comunicata la definitiva determinazione di questo ente. Firmato il commissario prefettizio Guagliata dott. Francesco. Considerate le difficoltà degli ultimi anni con riferimento ai tempi allungati per l’approvazione dei bilanci di previsione, riteniamo pertanto, conclude Nezzo, che per il futuro occorra trovare una nuova modalità per erogare il contributo. Nel frattempo auspichiamo che il decreto ingiuntivo non sia già stato depositato e che ci sia ancora la volontà di risolvere la questione nelle sedi istituzionali, per il bene di tutta la comunità.

Amici sen. Antonio Bisaglia

Solidarietà

L’Associazione amici sen. Antonio Bisaglia denuncia il comportamento dell’Amministrazione Comunale. In un paese civile, la cultura è al primo posto. A Rovigo, invece, nonostante, sia l’unico comune della provincia a non avere una biblioteca non si fa nulla per evitare che l’Accademia dei Concordi dal 7 c.m. sia costretta a chiudere il servizio prestiti libri e all’apertura della sala per consultare e studi per mancanza di fondi. Mentre eprimo tutta la mia solidarietà ai dipendenti dell’Accademia denuncio il comportamento dell’Amministrazione Comunale che non mantiene la parola data. E’ questo un comportamento quantomai vergognoso! Tagliare l’access ai libri è come avere “una casa senza finestre” è un vero scandalo! On.le Antonio Zanforlin Presidente

L’analisi e la richiesta i sottoscritti che per una determinazione così traumatica sarebbe stato opportuno interpellare il Consiglio di amministrazione. Il personale dell’Istituto svolge funzioni fondamentali come il servizio di biblioteca aperta al pubblico, oggi frequentata mediamente da oltre 50.000 utenti all’anno della intera provincia di Rovigo e di quelle limitrofe. La biblioteca è parte importante del patrimonio accademico-comunale. Se il suo esercizio venisse soppresso non soltanto si cancellerebbe una funzione insostituibile di istruzione, di informazione e di cultura, ma si annullerebbe l’istituzione accademica stessa che così comprometterebbe la sua ragione d’essere e tradirebbe, in parte, la sua essenza e una sua finalità organica. Va inoltre considerato che la biblioteca dell’Accademia dei Concordi è partner tecnico-scientifico all’interno del sistema bibliotecario provinciale per il quale ricopre un ruolo determinante per le attività non solo di consulenza, catalogazione, ma anche di prestito interbibliotecario e intersistemico in un territorio come quello polesano dove esistono piccole biblioteche di cui alcune anche monoposto che in uno spirito di mutua collaborazione si avvalgono di servizi resi dalla biblioteca accademica in cooperazione con il Centro Servizi della provincia di Rovigo. Il personale - che sin qui è stato escluso dalla partecipazione consultiva ad ogni decisione che lo riguardasse direttamente - rivendica legittimamente la facoltà di formulare proposte per la gestione onde evitare il ripetersi di situazioni, come quella attuale, per i dipendenti angosciose e per la collettività fortemente disagevoli. In questo si suggerisce di valutare attentamente se sostituire le pendenze debitorie attuali con la contrazione di un mutuo ipotecario a lungo termine e l’ottenimento di un’apertura di credito per la gestione corrente. Il patrimonio di beni immobili in proprietà è tale da garantire abbondantemente le esposizioni sol che si consideri come gli immobili siano stati stimati in euro 2.649.587,50, come risulta dal bilancio consuntivo 2013 dell’Accademia. Il personale propone, inoltre, che il Consiglio direttivo indica urgentemente, informandone il Consiglio di amministrazione (che è composto di quattro rappresentanti dell’Accademia, di quattro del Comune e due della Provincia di Rovigo), una giornata di incontro con la Cittadinanza invitando, in particolare, autorità, enti, associazioni di categoria economica, ordini professionali, singole aziende anche di province limitrofe e quant’altri si riterrà per una illustrazione dei beni, dei servizi, delle attività, delle esigenze dell’Accademia e chiedendo un contributo di idee, di indicazioni propositive, di apporti concreti nella direzione di una soluzione permanente (o, quanto meno, per alcuni anni) delle problematiche di gestione, fermi restando gli obblighi del Comune. E’ necessario ribadire che i tempi delle decisioni sono strettissimi per tutti i soggetti interessati in quanto non si può privare il Polesine di Rovigo della biblioteca e del posto di lavoro una decina di famiglie solo per le inadempienze e i ritardi di chi, non per prescrizione del medico, ricopre incarichi di rappresentanza al vertice di enti. Infine il personale ringrazia la popolazione polesana e l’Associazione Italiana Biblioteche per la solidarietà manifestata in questo momento difficile nonché i Sindacati per l’impegno sin qui profuso a tutela dei lavoratori e per la collaborazione che continueranno ad assicurare. Rovigo, 5 luglio 2014 (seguono in ordine alfabetico le firme delle dipendenti) Sara Bordiga, Marika Buson, Anna De Pascalis, Enrica Masini, Margherita Polato, Antonella Turri Gianluigi Ceruti, consulente legale Gli originali delle firme sono conservati presso lo studio legale Ceruti in Rovigo via All’Ara n. 8.


incontri

domenica 13 luglio 2014

Convegno delle comunità diaconali

Il diaconato permanente nelle diocesi del Triveneto Un incontro per approfondire l’identità e il ministero del Diaconato permanente

In ottobre si terrà a Verona un convegno ecclesiale con tutte le comunità diaconali del triveneto Sarà un convegno ecclesiale che chiamerà a raccolta tutte le comunità diaconali delle 15 diocesi del Triveneto: l’appuntamento, promosso dalla Commissione regionale per il Diaconato, si svolgerà nell’intera giornata di sabato 11 ottobre a Verona, presso l’Istituto salesiano San Zeno. “L’evento - scrive mons. Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine e vescovo delegato della Conferenza Episcopale Triveneto per tale ambito - intende promuovere la mutua conoscenza tra le comunità diaconali diocesane e la riflessione sui temi inerenti l’identità e il ministero del Diaconato permanente. Abbiamo scelto il giorno in cui ricorre la prima memoria liturgica di San Giovanni XXIII. A questo Papa dobbiamo l’indizione del Vaticano II, Concilio che ripropose nella Chiesa cattolica il ministero del diaconato permanente. All’intercessione del nuovo santo Pontefice, e dei santi Patroni delle nostre diocesi, molti dei quali sono Diaconi, affidiamo la buona realizzazione di questo convenire ecclesiale, affinché venga riscoperto e valorizzato questo ministero del primo grado dell’Ordine Sacro”. Nel corso della giornata dell’11 ottobre è prevista, tra l’altro, in mattinata una relazione di don Erio Castellucci su “Bilancio e prospettive della Teologia del Diaconato” mentre la concelebrazione eucaristica (fissata alle ore 12.00)

Programma del Convegno Ecclesiale delle Comunità Diaconali del Triveneto Verona, Istituto salesiano “San Zeno” 11 ottobre 2014 Memoria liturgica di San Giovanni XXIII e Memoria dell’inizio del Concilio Ore 8.30-9.00, Arrivo delle Comunità diaconali. Iscrizioni. Ore 9.00, Celebrazione delle Lodi mattutine, presiedute da S.E. mons. Giuseppe Zenti, Vescovo di Verona. Ore 9.30, Saluto alle Comunità diaconali, da parte del Vescovo Delegato, S.E. mons. Andrea Bruno Mazzocato, Arcivescovo di Udine; Presentazione della sintesi, che descrive l’attuale situazione delle Comunità diaconali, da parte del Segretario della Commissione Triveneta, Diacono Tiziano Civettini. Ore 10.00, relazione: “Bilancio e prospettive della Teologia del Diaconato”, Prof. Don Erio Castellucci (ISSR di Forlì); Segue dibattito. Ore 11.30, Break. Ore 12.00, Concelebrazione Eucaristica, presieduta dal Patriarca, S.E. mons. Francesco Moraglia, con i vescovi, presbiteri e diaconi partecipanti. Ore 13.00, Pranzo a buffet. Ore 14.30, Suddivisione nei gruppi di scambio, guidati dai moderatori (***). Ore 16.00, Primi Vesperi della Domenica, presieduti dal Vescovo Delegato, S.E. mons. Andrea Bruno Mazzocato. Ore 16.30, Partenza.

sarà presieduta dal Patriarca di Venezia e presidente della Cet mons. Francesco Moraglia. Sono invitati a prendere parte al convegno ecclesiale i vescovi diocesani, i delegati episcopali per il diaconato, tutti i diaconi con le eventuali spose, tutti i candidati al diaconato (che hanno già

Note organizzative DATA: Sabato 11 ottobre 2014 SEDE DEL CONVEGNO ECCLESIALE: Istituto salesiano “San Zeno”, Via Don Giovanni Minzoni, 50 - 37138 Verona. Per raggiungerlo: in automobile O PULLMAN Uscita autostradale di Verona Nord (Autostrada A-22). All’uscita del casello si prosegua diritto, seguendo le indicazioni per Borgo Milano e Borgo Trento. Raggiunta la SS.11 si prosegua in direzione Verona. Raggiunto Corso Milano (inizia dopo il sottopassaggio ferroviario) e percorsi circa 300 metri, si svolti a destra in corrispondenza di via Meloni. N.B. L’Istituto è in grado di offrire ampio parcheggio per i pullman. IN TrENO Dalla stazione di Verona Porta Nuova la Scuola Grafica Cartaria «San Zeno» è raggiungibile con l’autobus n. 13 che parte dal piazzale antistante la stazione stessa (direzione S. Massimo) e si ferma proprio in prossimità dell’Istituto.

fatto il rito di ammissione) con le eventuali spose e gli incaricati per la formazione diaconale. Le iscrizioni vanno inviate entro il 30 settembre p.v.; tramite il proprio segretario, ogni comunità diaconale della regione ecclesiastica è quindi sollecitata a comunicare tempestivamente, e nel dettaglio, il numero dei partecipanti della propria diocesi direttamente al Segretario della Commissione triveneta, il diacono Tiziano Civettini (email: t.civettini@alice.it). Entro l’inizio di settembre 2014, inoltre, ogni segretario di comunità diaconale diocesana è invitato a compilare ed inviare al medesimo indirizzo di posta elettronica la tabella dati utile per aggiornare puntualmente l’indagine conoscitiva sulla realtà triveneta dei diaconi.

PArTECIPANTI: Sono invitati a partecipare: i Vescovi diocesani; i Delegati episcopali; tutti i Diaconi con le eventuali spose; tutti i Candidati al Diaconato (ovvero solo coloro che hanno fatto il Rito di Ammissione) con le eventuali spose; gli incaricati della formazione diaconale. ISCrIZIONI: Le iscrizioni al Convegno sono assolutamente obbligatorie entro il 30 settembre. Tramite il proprio segretario, ogni Comunità diaconale comunicherà direttamente il numero dei partecipanti al Segretario della Commissione triveneta, esclusivamente via mail al Diacono Tiziano Civettini: t.civettini@alice.it Per la S. MESSA: Ogni presbitero e diacono porterà alba e stola bianca. INDAGINE CONOSCITIVA SULLA SITUZIONE DIACONI DEL TrIVENETO: Entro il 1° settembre 2014, ogni Segretario di Comunità compilerà la Tabella dati che verrà inviata via mail. La si restituirà al medesimo indirizzo mail: t.civettini@alice.it

la Settimana 13

Il Meeting di Rimini dal 24 al 30 agosto

Amicizia, bellezza e ora periferia: l’avventura del Meeting

Intervista alla presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli Emilia Guarnieri Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli: “Quello delle periferie è un tema che nasce dalle suggestioni, dalle provocazioni e dalle sfide che riecheggiano negli interventi di Papa Francesco, fin dai suoi inizi, e che ci ha rilanciato nel nostro impegno”. Un cammino in uscita che va incontro ai popoli e coglie l’occasione per dare loro la voce. “Verso le periferie del mondo e dell’esistenza. Il destino non ha lasciato solo l’uomo”: è questo il tema della 35ma edizione del Meeting per l’amicizia dei popoli di Rimini, che si svolgerà nella città romagnola dal 24 al 30 agosto, e presentato ieri (1 luglio) a Roma. Ricco il programma che prevede oltre 100 convegni, 14 esposizioni, 17 spettacoli e 10 manifestazioni sportive, con 4.000 volontari all’opera. Tanti i temi che verranno dibattuti nei padiglioni della fiera riminese da politici, è prevista la presenza di 6 ministri, imprenditori, tra cui il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e l’amministratore delegato di Fca (Fiat), Sergio Marchionne. Con loro esperti, docenti universitari, come Aleksandr Filonenko, docente di filosofia all’Università ucraina di Char’kov; Javier Prades López, rettore dell’Università San Dámaso di Madrid; Maamoun Abdulkarim, direttore generale delle Antichità di Siria; Usamah Elabed, presidente dell’Università di Al Azhar (per il programma completo si può consultare il sito www.meetingrimini. org). “Quello delle periferie – spiega Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli - è un tema che nasce dalle suggestioni, dalle provocazioni e dalle sfide che riecheggiano negli interventi di Papa Francesco, fin dai suoi inizi, e che ci ha rilanciato nel nostro impegno. Questo tema della periferia che è quello dell’apertura, dell’andare a incontrare l’uomo ovunque, in qualunque contesto,

per trovare prospettive positive, ci ha sempre provocato”. Presidente Guarnieri, che messaggio intendete lanciare al Meeting 2014? “Il messaggio è che trovare prospettive positive anche in situazioni di crisi e di conflitti è possibile. Lo è in forza dell’esperienza cristiana che apre e non chiude, che riafferma la sua certezza proprio perché la gioca, la sperimenta e la paragona con la ricerca di verità di tutti. La forza del Meeting in tutti questi anni è stata quella di avere contagiato di una passione per la vita tutti coloro che liberamente si sono lasciati contagiare. Questo è il messaggio ma anche la sfida da cogliere”. Ma come è possibile abitare periferie del mondo e dell’esistenza oggi rappresentate da Paesi in conflitto, ondate migratorie, diritti non rispettati, futuro incerto per le nuove generazioni, ricerca di libertà, violenza contro le minoranze, in primis quella cristiana, senza cedere allo sconforto, senza arrendersi? “Il Meeting si è sempre appoggiato sul desiderio del cuore dell’uomo. Esso è capace di desiderare il bene, la verità, la libertà, il dialogo, l’amicizia e l’incontro con tutti. Questo è il punto di forza. Il problema di oggi è che viviamo in una cultura che pare anestetizzare questo desiderio che invece va educato, alimentato, accompagnato.

Come cristiani non possiamo non desiderare che questa aspirazione del cuore dell’uomo incontri Qualcuno che la renda certa e le dia l’energia di costruire in nome di questo desiderio. Cristo è la compagnia per il cuore dell’uomo”. Uno dei grandi temi che il Meeting lancerà quest’anno sarà la documentazione della situazione di violenza, di guerra, d’inimicizia che il mondo soffre, attraverso il racconto di testimoni diretti, tra loro il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa… “Il testimone nella storia dell’umanità e del Cristianesimo è colui che manda avanti il mondo. Il Cristianesimo si è diffuso per la forza dei testimoni. L’ansia di verità e di libertà dei popoli si sono diffuse per il sacrificio di tanti uomini che hanno messo il loro desiderio di verità davanti ad ogni altra cosa. La storia stessa dell’Europa è figlia di una storia di uomini”. Siamo alla 35ma edizione del Meeting. Ci sono parole chiave che possono raccontare questa storia? “Una prima parola è amicizia e si richiama alle origini del Meeting e al suo slogan, ‘per l’amicizia fra i popoli’. Altre parole fondanti questa storia sono poi quelle contenute nella consegna che ci lasciò nel 1982 Giovanni Paolo II, quando disse ‘costruite la civiltà della verità e dell’amore’. Un’altra parola è ‘bellezza’ e nasce dalla riflessione che ci inviò, nel 2000, l’allora cardinale Joseph Ratzinger. La bellezza è un altro grande snodo dell’esperienza del Meeting, intesa come bellezza della vita, della testimonianza, della storia. Ultima parola, e siamo ad oggi, è ‘periferia’ come meta di un cammino in uscita che ci vede impegnati in prima persona a incontrare quanta più gente possibile. È per questo motivo che facciamo il Meeting”. rocchi Daniele

Mlac

Sostegno all’iniziativa “Liberaladomenica”

Il Mlac - Movimento Lavoratori di Azione Cattolica - della Diocesi di Adria-Rovigo, condivide le affermazioni fatte da Papa Francesco nel suo viaggio in Molise sui temi del lavoro domenicale. Da sempre il Movimento considera le aperture domenicali di supermercati e negozi, dannose rispetto ai tempi di vita delle persone e delle famiglie. Già in precedenza, sostenendo anche nella nostra diocesi l’iniziativa “Liberaladomenica” promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana, il Mlac ha cercato di sensibilizzare le comunità cristiane ad effettuare acquisti consapevoli e far comprendere i risvolti negativi che i consumi fatti la domenica hanno sugli operatori impegnati al lavoro e le loro famiglie. Con la legge “Salva Italia” si è creduto che la liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi potesse curare gli effetti della crisi economica; ma gli effetti collaterali di questa medicina, che non è stata in grado di rilanciare i consumi, si sono rivelati peggiori dei potenziali benefici prodotti. Ad eccezione dei servizi essenziali alla persona il Mlac ritiene necessario rispettare il tempo festivo come tempo di cura delle relazioni famigliari e sociali capaci di liberare energie da investire sulla crescita civile, sociale e religiosa. I Lavoratori di Azione Cattolica ritengono che questa battaglia non sia né ideologica né confessionale ma per la salvaguardia della dignità umana. Andrea Padoan Segretario Diocesano MLAC


14 la Settimana

missioni

Isernia

I detenuti al Papa: «Ci porti Gesù»

La testimonianza della carità è la via maestra dell’Evangelizzazione! «Sei benvenuto tra noi e Isernia è in festa perché Francesco ci porti Gesù». Sulle note festose della canzone che ha fatto da colonna sonora al flashmob che coinvolse milioni di giovani a Copacabana durante la Messa che concludeva la Gmg lo scorso luglio a Rio de Janeiro, la città di Isernia colorata e illuminata dal sole estivo, ha accolto l’arrivo di papa Francesco. E il primo incontro del Pontefice è stato con coloro che non potevano essere fuori nelle strade a festeggiarlo, perché rinchiusi a scontare una pena, nella Casa circondariale della piccola città molisana. «Per molti – ha detto Luciano Traversa uno dei detenuti della struttura

scelto per salutare il Papa a nome di tutti – il carcere è considerato una discarica sociale, mentre invece dovrebbe essere reinserimento e riabilitazione, favorendo il pieno recupero della dignità umana di noi detenuti. Oggi, però, innanzi a lei che incontra la sofferenza, vogliamo essere i protagonisti di un incontro unico, con la dignità e la forza di chi vuole imboccare la strada maestra precedentemente perduta». E il Papa ha risposto partendo proprio dalla parola «speranza». «Speranza – ha detto il Francesco –. Questa è la sfida, quella del reinserimento sociale. E per questo c’è bisogno di un cammino sia all’esterno nel carcere nella società, sia al proprio interno nella coscienza nel cuore».

L’ i n contro in carcere: puntare al reinserimento sociale. Poi vede i disabili in Cattedrale. Quindi l’indizione dell’Anno Celestiniano . … «Ecco allora il senso di una nuova cittadinanza – ha detto Francesco –, ecco il senso attualissimo dell’Anno giubilare Celestiniano, che da questo momento dichiaro aperto e durante il quale sarà spalancata per tutti la porta della divina misericordia». E l’amore diventa così forza di purificazione delle coscienze, di rinnovamento dei rapporti

sociali e di progettazione per un economia diversa che pone al centro la persona e la famiglia. «Sappiamo che siamo peccatori – ha concluso Francesco – che noi per primi siamo tentati di conformarci alla mentalità del mondo. Perciò ci affidiamo a Dio e ci impegniamo a compiere con la sua grazia frutti di conversione e opere di misericordia». Marina Tomarro (da Avvenire del 06/07/14)

Dalla logica dell’indifferenza a quella dell’ospitalità e condivisione A un anno dal viaggio a Lampedusa. Farsi carico del proprio fratello consapevolezza di questa relazionalità ci porta a vedere e trattare ogni persona come una vera sorella e un vero fratello”. “Ad imitazione del nostro Maestro, noi cristiani siamo chiamati a guardare le miserie dei fratelli, a toccarle, a farcene carico e a operare concretamente per alleviarle”. E rivolgendosi all’intera Chiesa nel messaggio per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato non può che concludere il suo discorso con un richiamo all’accoglienza e alla fraternità verso questi nostri fratelli:”(...) Si tratta, allora, di vedere noi per primi e di aiutare gli altri a vedere nel migrante e nel rifugiato non solo un problema da affrontare, ma un fratello e una sorella da accogliere, rispettare e amare, un’occasione che la Provvidenza ci offre per contribuire alla costruzione di una società più giusta, una democrazia più compiuta, un Paese più solidale, un mondo più fraterno e una comunità cristiana più aperta, secondo il Vangelo (...)”. Questi e moltissimi altri sono stati i richiami di

Dal Convegno Nazionale di Bari

“Nuovi bisogni tra le famiglie: il catechismo ora è missione”

Meno educazione, più dialogo: ecco come i parroci provano ad attualizzare l’annuncio rendendo protagonisti i laici Saldare parole e vita Don Tonino Lascono, diocesi di Fabriano, da una vita fa capriole tra testi ufficiali, burocrazia ecclesiastica della catechesi e creatività del Vangelo. Ha scritto un numero spropositato di testi, di sussidi, gira come una trottola l’Italia a spiegare ragioni e ad ascoltare problemi sull’annuncio del Vangelo. “Non si può chiedere adesione alla fede che non si ha”, dice. “Oggi dobbiamo renderci conto che le famiglie che descriviamo nei documenti sono diverse da quelle reali”. Occorre, dunque, “una catechesi missionaria e non una catechesi educativa. Dobbiamo renderci conto che bisogna ripartire da zero. Oggi i battezzati sono molti, ma i cristiani sono pochi”. È una situazione che ha portato a inventare strade nuove. (Da F.C. 29/06/2014)

Papa Francesco, nel suo desiderio profondo di incoraggiare ogni uomo e ogni donna a darsi da fare per costruire la civiltà dell’amore e della fratellanza. Certamente non si può presumere che la fraternità e l’amore, l’accoglienza e il dialogo si sviluppino automaticamente. Questi aspetti della vita di una comunità, bisogna prepararli e curarli, occorre uno sforzo continuo per accrescere la comprensione reciproca, superare i pregiudizi, costruire la fiducia. L’incon-

Non solo al-shabaab

Sulla costa Kenyana non si ferma l’ondata di violenze Tra timori di vendette, la Chiesa locale lavora per la riconciliazione

Europa: verso i profughi più generosità e coraggio

Uno dei temi a cui Papa Francesco ha dato grande importanza sin dall’inizio del suo pontificato è quello della “Cultura dell’incontro e del dialogo”. Difatti nella stragrande maggioranza dei suoi discorsi e messaggi, ma anche nei suoi gesti e nel suo modo di comunicare, troviamo sempre un riferimento ed un appello a vivere in quell’armonia, propria degli esseri umani, fatti ad immagine e somiglianza del Dio Trinità, che vive in continuo rapporto d’amore tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Nell’Angelus del 10 settembre 2013, pronuncia parole chiave che ci indicano l’atteggiamento con cui guardare ad ogni persona: “Bisogna guardare all’altro come a un fratello e intraprendere con coraggio e con decisione la via dell’incontro”. E nel messaggio per la XLVII Giornata Mondiale della Pace 2014, che ha come tema: “Fraternità, fondamento e via per la pace”, enfatizza: “La fraternità è una dimensione essenziale dell’uomo, il quale è un essere relazionale. La viva

domenica 13 luglio 2014

tro richiede accoglienza da ambedue le parti che si incontrano e l’accoglienza è soprattutto ascolto umile, che dice in primo luogo attenzione e apertura di cuore alla persona che ci sta dinanzi. L’accoglienza vera è sempre attiva, è fare spazio all’altro nel proprio ambiente vitale, ospitarlo in sé. Accogliere un altro significa soprattutto aprirsi al mistero della presenza e dell’agire di Dio nell’altro. Gloria Elena López (da Miss. Consolata – luglio 2014)

Il caso della Francia…

Cresce il numero di battezzati adulti

Com’è noto, in Francia vige il laicismo di stato, con l’esclusione di ogni espressione religiosa dallo spazio pubblico, relegandola unicamente a forme private. È il Paese della legge mariage pour tous e della legge che eleva l’aborto a «diritto». Eppure, l’ultimo decennio registra un’impennata del numero di adulti che si fanno battezzare. Secondo una recente relazione della Conferenza episcopale francese, entro la fine del 2014 saranno battezzati 3.631 adulti dai 18 anni in su, oltre 1.500 adolescenti dai 13 ai 18 anni. Ad essi si aggiungono altri cento battesimi di adulti nei territori francesi d’oltremare. Un fenomeno, quello dell’adesione alla fede cristiana, in rapido aumento se si confronta quanto accadeva sino a pochi anni fa: nel 2005 i battesimi di adulti e adolescenti furono 2.409, circa un 50% in meno rispetto al 2014. Chi sono queste persone che, giunte a un certo punto della vita, si decidono per Cristo e la sua Chiesa? Le statistiche dicono che il fenomeno sta interessando numerosi giovani adulti e donne. In parte si tratta di vere e proprie conversioni, in parte di «ritorni». Due terzi di questi nuovi cattolici sono donne. Il 5% (mail trend è in crescita) delle persone che intraprendono un cammino di conversione proviene da famiglie di cultura islamica. Per quanto riguarda l’età media, colpisce il fatto che la maggior parte di loro ha tra i 20 e i 35 anni, e desidera compiere importanti scelte di vita permanenti, avendo al proprio fianco una persona da prendere come marito o come moglie. Il dato della professione testimonia la “trasversalità» del fenomeno: il 25% sono funzionari, il 22% lavoratori dipendenti, il 10% liberi professionisti, il 16% studenti, l’8% casalinghe. «La richiesta del battesimo non dipende dalle capacità intellettuali o da un ambiente favorevole. Il catecumeno - spiegava il Servizio nazionale di catecumenato - diventa ricercatore di Dio e cristiano perché sente che in questo percorso di fede troverà un nuovo senso da dare alla propria vita, nuove ragioni per vivere ed agire. Vive una esperienza di liberazione provando un sentimento di gioia e di pace interiore, una ritrovata fiducia in sé stesso, un’audacia che lo porta a testimoniare. (da Portavoce luglio-agosto 2014)

Non c’è pace sulla costa kenyana: nel fine settimana almeno 29 persone sono state uccise dopo un attacco nell’area che a giugno era già stata al centro delle cronache per le stragi avvenute nei pressi della località di Mpeketoni, in cui persero la vita circa 60 persone. All’insicurezza si aggiunge il timore di “vendette”, spiega padre Wilybrod Lagho, vicario generale dell’arcidiocesi di Mombasa. Il quadro tracciato dal sacerdote è complesso e rende l’idea delle tensioni latenti nella zona, influenzate sia da eventi internazionali (il confine somalo è circa duecento chilometri a nord di Mpeketoni) sia da questioni locali, sia - infine - da rivendicazioni economiche: le popolazioni della regione lamentano storicamente di essere state lasciate ai margini delle politiche decise dal governo centrale nonostante proprio in quest’area, nei pressi della città di Lamu, dovrebbe sorgere nei prossimi anni un terminal petrolifero destinato a raccogliere la produzione di una parte importante dell’Africa orientale. Responsabilità controverse. “Nella regione - spiega padre Lagho - l’uso della violenza ha tre componenti: l’islamismo, il separatismo e la xenofobia, che non è dettata solo da motivazioni etniche, ma anche da interessi”. Gli attacchi sono stati rivendicati dagli integralisti islamici somali di al-Shabaab, che parlano di un’azione punitiva dovuta alla presenza di truppe kenyote nel loro Paese, ma non tutti in Kenya hanno accettato questa ricostruzione: in particolare il presidente della repubblica Uhuru Kenyatta ha accusato delle prime stragi “reti politiche locali” notando come i morti siano per la maggior parte appartenenti al suo stesso gruppo etnico, i kikuyu. La decisione delle autorità di arrestare - e poi rilasciare dopo il pagamento di una forte cauzione - il governatore di Lamu, Issa Timamy, esponente dell’opposizione nazionale, ha però provocato le critiche degli avversari del capo dello Stato. Da parte sua, il vicario dell’arcidiocesi di Mombasa riconosce che molto probabilmente “abitanti del luogo” sono coinvolti, ma aggiunge: “Queste persone sono certamente alleate di forze esterne, come al-Shabaab: lo si può sostenere - spiega - prima di tutto, per l’alto livello di organizzazione di chi ha condotto l’attacco”. E continua: “In passato, azioni di questo tipo non avevano una logistica così sofisticata, che può essere solo opera di gruppi terroristici molto organizzati”; a far pensare ad una responsabilità dei fondamentalisti inoltre sono anche “la selezione delle vittime, uomini adulti, e la scelta dei cristiani come bersaglio: sono stati presi di mira solo loro, mentre alcuni musulmani sono stati risparmiati in quanto tali”. Il peso della marginalizzazione economica. Pensare a un intreccio di cause, secondo padre Lagho, non è inverosimile se si guarda alla geografia della regione e alla storia del Kenya. Nella società somala, nota il religioso, “se un clan vive a cavallo del confine, la lealtà dei suoi componenti va innanzitutto a questo gruppo”, e poi allo Stato. In più, denuncia il vicario, diversi kenyani di origine somala, negli scorsi anni, “si sono accordati con politici locali o si sono uniti ad al-Shabaab”. All’interno di questa comunità, ricorda il religioso, “c’è la convinzione che le aree di frontiera siano state trascurate dopo l’indipendenza, per quanto riguarda le politiche di sviluppo”, e già nel 1963, con la fine del dominio coloniale inglese, c’era stato un tentativo di secessione. “Sulla costa - secondo il sacerdote - la situazione è la stessa: ci sono state accuse di negligenza e di discriminazione da un punto di vista socio-economico e la colpa è stata data al governo nazionale”. Questo stato di cose ha preparato il terreno per la comparsa di un gruppo separatista, il Mombasa Republican Council (Mrc) di cui le autorità sospettano per gli attacchi del fine settimana. A favore della pace cercano di lavorare la Chiesa cattolica e i rappresentanti delle altre religioni: “Abbiamo un’organizzazione chiamata Coast Interfaith Council of Clerics che riunisce leader religiosi di varie fedi compresi in musulmani e gli indù”, dice il vicario di Mombasa, “e attraverso la sezione locale di Mpeketoni si stanno organizzando incontri di riconciliazione e si sta facendo pressione sul governo perché riveda la sua strategia di contrasto ai gruppi terroristici, non utilizzando solo la soluzione militare”. Davide Maggiore


la Settimana 15

radio kolbe

domenica 13 luglio 2014

Rovigo e Provincia 91.200 mhz Rovigo città 94.500 mhz Lendinara 98.400 mhz Canda 98.700 mhz Ficarolo 98.500 mhz

Radio Volontariato - con Paola e Elisa

Cercatori di Bellezza

Per la puntata di “Radio Volontariato” in onda nella prima metà di luglio abbiamo intercettato due ospiti d’eccezione. Paola Busilacchio ed Elisa Angilella, giovani ostetriche veneziane, con un’esperienza sul campo al centro di maternità di Emergency in Afghanistan. Paola ed Elisa sono arrivate in Polesine per partecipare al 31 esimo Festival dei Popoli a Badia Polesine, dove hanno portato la propria testimonianza di operatrici di Emergency, l’organizzazione umanitaria fondata da Gino Strada nel 1994 per portare soccorso e cure alle vittime di guerra. Abbiamo colto l’occasione per farci raccontare non solo la loro esperienza personale, ma soprattutto l’Afghanistan lontano dai riflettori dei media. “Emergency è in Afghanistan dal 1999 – spiega Paola – Ha iniziato le prime attività proprio ad Anabah, nella valle del Panshir, con un centro chirurgico per le vittime della guerra tra mujaheddin e talebani. L’apertura del centro di maternità è stata una sfida sia alle politiche sanitarie che ai modelli culturali”. Una sfida vinta: dal 2003, anno di apertura del centro, sono nati al Centro più di ventimila bambini. Lo staff internazionale forma il personale

Slic – Sharing Learning in Communities è un progetto di partenariato finanziato dall’Unione Europea nell’ambito della programmazione per l’apprendimento permanente degli adulti il cosiddetto “Lifelong Learning Programme” . Slic, significa condivisione di apprendimenti dentro comunità di persone svantaggiate, gruppi socialmente vulnerabili e di età diverse. Salvatore Filella e Ivo Zambello ai microfoni di Radio Kolbe nella seconda puntata della trasmissione “Cercatori di bellezza” hanno spiegato come questo apprendimento non può essere attuato per vie formali ma piuttosto con la valorizzazione di apprendimenti informali e non formali che hanno radici nell’esperienza esistenziale delle persone. È compito delle istituzioni provvedere al riconoscimento di tali apprendimenti. In Inghilterra il partner coordinatore del progetto è un organismo dedito a tale scopo. In Italia entro il 2018 dovrebbero essere pronti i livelli di qualifica da essere inseriti nel EQF (European Qualifications Framework) per facilitare il riconoscimento di titoli tra paesi europei e quindi l’inserimento lavorativo. Una serie di cinque newsletter e tre “sharing paper” per la disseminazione dei risultati sono stati realizzati durante il progetto. Si possono consultare all’indirizzo web: http:// slicproject.wordpress.com/ e anche http://euradiponet.wikispaces.com/ Grundtvig+Learning+Partnership++SLIC Durante la trasmissione c’è stato l’intervento di due radioascoltatori, Francesco e Maria, che hanno fatto domande relative alla lingua usata durante i meeting e chiesto se ci fosse qualche guadagno nel partecipare a questi progetti. Alla prima ha risposto Salvatore chiarendo che per ciascun progetto viene dichiarata una lingua franca in cui comunicare e che questa per l’80% dei casi è l’inglese. Nel caso specifico in Slic la partecipazione è stata di 9 partner di diversa nazionalità: Regno Unito, Cipro, Grecia, Polonia, Slovenia, Finlandia, Italia, Germania, Ungheria e la lingua di comunicazione è stata l’inglese. Alla seconda domanda ha risposto Ivo che ha spiegato come nessun compenso monetario accompagna questi progetti e che la motivazione primaria è quella di aderire con convinzione a ideali di promozione umana in ambito EU

Due giovani ostetriche in Afghanistan con Emergency

locale, con l’obiettivo di rendere il centro progressivamente autonomo. Attualmente è l’unica struttura gratuita di questo tipo nell’area. “Per noi è scontato partorire in ospedale – prosegue Elisa – Là ci siamo confrontati con una cultura diversa: per molte donne è normale partorire in casa, perché le strutture sono troppo lontane. Inoltre le donne sono dipendenti dalla figura maschile, senza cui non si entra in ospedale.

Il problema principale da affrontare è quello culturale. Bisogna avere allo stesso tempo la capacità di non imporre i propri modelli”. La maternità stessa, raccontano, è vissuta in modo profondamente diverso: in Afghanistan la mortalità infantile è 24 volte superiore a quella italiana. “Si aspetta del tempo prima di dare il nome al bambino, perché è frequente che il neonato non ce la faccia”. L’intervista integrale è in onda nella prima metà di luglio. “Radio Volontariato” è curato come sempre da Francesco Casoni del CSV di Rovigo. Da questa puntata è affiancato alla conduzione da Giulia Martello, in Servizio civile al CSV per occuparsi dei progetti di comunicazione. Nella foto in alto da sinistra: Francesco Casoni, Paola Busilacchio, Elisa Angilella e Giulia Martello. Al centro pagina Paola, in alto ed Elisa.

Quando? Radio Volontariato è in onda ogni lunedì alle 21.15, ogni giovedì alle 18.20 e il venerdì alle 11.00.

Progetti per una Europa di cittadini attivi

e la Commissione Europea finanziando i progetti si fa anche carico del rimborso spese. Questo progetto è stato estremamente ricco sia per i contributi dati da ciascun partner sia per i valori umani investiti: il superamento delle differenze di età e di genere (Cipro), integrazione di comunità rom (Ungheria), valorizzazione delle conoscenze degli anziani accanto alle moderne tecnologie (Grecia), un approccio completamente libero e accogliente per persone con problemi di salute mentale (Finlandia), ricerca di relazioni di alta qualità tra vicinato (Polonia) sono alcuni dei i temi toccati. Iniziato nell’estate del 2012 il progetto si chiuderà in settembre prossimo. Il partner italiano è La Rete Polesana delle istituzioni educative a dimensione europea - “Eur.adi.po.net” con sede presso il IIS Liceo “Bocchi-Galilei” di Adria che ha portato il suo contributo di idee pratiche e innovative con la promozione di azioni per una cittadinanza attiva. r. g. Nella foto in alto Salvatore con Ivo Zambello ed al centro ancora una foto di Ivo Zambello. Riferimento alla trasmissione precedente di luglio 2013: Powerpoint: http://www.slideshare. net/zambigse/radio-kolbe-intervistalug2013/1/yes Solo Audio: http://www.yannez. it/Yannez/ponte_Filella_Zambello. mp3

Quando? In onda martedì alle 17.05, mercoledì alle 10.30, giovedì alle 22.30

Voce Francescana

Librando - con Federica Bosco

Come anticipato la scorsa settimana, la rubrica “Voce Francescana” riprenderà a settembre. Tuttavia durante il periodo di vacanza, la rubrica continuerà ad andare in onda e a sostituire gli amici dell’Ofs, sarà don Bruno Cappato. Nella prossima puntata, in onda questa domenica, don Bruno propone agli ascoltatori, alcuni brani del libro: “Spezzare il pane con Francesco”, di Fra Gianluigi Pasquale padre cappuccino del convento dei Padri Cappuccini di Rovigo. Nel libro vengono raccolte le conferenze formative con cui l’autore ha accompagnato nel triennio 2010-2013 i circa 160 volontari della mensa dei poveri di Verona.

Questa settimana protagonista di Librando è il libro di Federica intitolato “Sms: storie mostruosamente sbagliate” edito da Mondadori. Dante Cerati come al solito intervista l’autrice. Si tratta di una storia inventata ma ispirata dagli stili di vita attuali. La trama parla di una giovane ragazza innamorata di un uomo affascinante, romantico e… sposato! Questa è la storia di Bri, una ragazza che ha perso completamente la testa per Luca, inconsapevolmente incastrata in una relazione che sopravvive

Spezzare il pane con Francesco Storie mostruosamente sbagliate

Quando?

In onda il giovedì e sabato alle ore 10.00 e alla domenica alle ore 11.00.

soprattutto di SMS scambiati durante la giornata, telefonate veloci e appuntamenti mancati. Le sue due migliori amiche Laura e Marta sono le uniche che cercano in tutti i modi di farle cambiare idea, di farle capire che questa storia d’amore non può avere un lieto fine. …ma in fondo loro cosa ne sanno del vero amore?

Quando?

In onda ogni lunedì alle 17.05, il giovedì alle 11.00 ed il sabato alle 17.40


16 la Settimana

rubriche

angolo francescano a cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine

Taunotizie

Chiediamo la luce dell’AMORE

Pace e bene carissimi lettori, ben ritrovati. Volevo condividere con voi una mia riflessione sulla preghiera che San Francesco ha fatto davanti al Crocifisso nella Chiesetta di San Damiano. La preghiera del giovane Francesco contiene un inizio di apertura al progetto di Dio e un itinerario di cammino spirituale. Gli spunti che offre ai credenti di ogni epoca sono utili anche per noi per impostare su basi solide la nostra vita cristiana e le nostre scelte di francescani. Se consultiamo le Fonti Francescane, nella “Leggenda dei tre compagni” possiamo comprendere il cammino personale di ricerca di Francesco. Si dice, infatti, che egli “insisteva nella preghiera perché il Signore gli indicasse la propria vocazione”(FF1406). La medesima biografia ci ricorda che ”mentre passava vicino alla chiesa di San Damiano, gli fu detto in spirito di entrarvi a pregare. Andatoci, prese a fare orazione fervidamente davanti a un’immagine del CROCIFISSO…” (FF1411). Questa è la preghiera del serafico Padre: ”Altissimo glorioso Dio, illumina le tenebre del core mio e damme fede retta, speranza certa e carità perfetta, senno e conoscimento, Signore, che io faccia lo Tuo santo e verace comandamento” (FF276). Cosa significa questa preghiera? Che cosa stava chiedendo il giovane Francesco? E cosa può significare per noi oggi pregare con quelle stesse parole? ALTISSIMO GLORIOSO DIO: il giovane pur essendo appena agli inizi della sua conversione, ha imparato a non rimanere ripiegato su sé stesso e sul proprio io, ma alzare lo sguardo per fissarlo in Dio. È in questo modo che lo scopre di fronte a sé “ALTISSIMO e GLORIOSO”. Carissimi vale a dire che se anche noi fissiamo il nostro sguardo su Gesù, la grandezza di chi si è umiliato fino a diventare servo crocifisso, comprendiamo che è la luminosità dell’amore che arriva a donare la vita. Francesco prega:” illumina le tenebre del core mio”; egli è consapevole che non sarà in grado di superare l’oscurità in cui si trova senza la luce e

l’aiuto che viene dall’ALTISSIMO. Ci chiediamo: in quali tenebre si trova il nostro fratello? Penso siano le stesse tenebre in cui ci troviamo noi, adesso, nel comprendere il significato profondo della nostra vita, delle tenebre di chi desidera capire quale forma di vita è chiamato a scegliere. Penso siano anche le tenebre di chi sta scoprendo il bisogno di una profonda purificazione del cuore e della vita, di chi ha bisogno di essere strappato dalle tenebre del peccato. Francesco avrà sempre la viva percezione che la sua chiamata è stata l’esemplare invito alla conversione di un peccatore nel quale Dio ha voluto manifestare la sua misericordia. Ma non contento di aver ricevuto luce, Francesco chiede in dono le tre virtù teologali: fede, speranza, carità. Sono virtù che Dio infonde nel cuore dei suoi figli come dono di grazia attraverso i Sacramenti del Battesimo e della Confermazione alla partecipazione del dono dello Spirito Santo. Il giovane orante le chiede in maniera tutta particolare. La fede retta, vale a dire quella fede che permette di incontrare Cristo nella sua Chiesa, nel Suo Vangelo senza interruzioni o sbandamenti. La speranza certa, cioè la speranza che si fonda sulla certezza data dal Cristo Crocifisso e Risorto che è anche a noi è donata col Santo Battesimo ed è premessa di resurrezione alla vita eterna. Il Santo chiede anche il dono della carità perfetta, ossia un amore di totale pienezza e gratuità, un amore che arriva fino al dono di sé, fino al perdono del nemico, al recupero del peccatore. Per questo Gesù, nostro TUTTO, è morto in croce per noi peccatori. Dopo aver riflettuto sulla preghiera di Francesco nei primi passi della sua conversione, è bene che ci chiediamo che significato può avere per noi pregare con le sue stesse parole, che a mio avviso è molto educativo. Egli ci pone davanti a Dio dicendoci che per pregare è bene fissare lo sguardo sul volto del Crocifisso, Altissimo, Glorioso, e, se maturiamo, lo scopriremo anche Onnipotente, Eterno, Giusto, Misericordioso, com’è il nostro Padre che è nei Cieli, ma sempre vicino a noi. Ci pone davanti a Dio così come siamo, poveri, bisognosi di luce, di comprensione, di misericordia. Ci pone davanti a Dio con richieste essenziali per vivere una autentica vita cristiana: fede retta e non una fede ”fai da te”, speranza certa in un tempo di oblio della speranza e carità perfetta in un mondo che privilegia soprattutto un profondo egoismo Oriana

In campagna

A zonzo fra le notizie e i fatti quotidiani

In attesa dei risultati definitivi della mietitrebbiatura dei cerali autunno-vernini appena terminata, andiamo un po’ a zonzo nel bazar delle notizie e dei fatti che si rinnovano quotidianamente. Come sempre, imbarazzo nella scelta. Per stare in tema dei cereali, nell’Unione europea corre ottimismo. Secondo le organizzazioni agricole le stime della produzione in questa annata sono viste in aumento del 2,3 per cento rispetto all’anno scorso. E’ attesa una produzione superiore a 300 milioni di tonnellata di cereali a paglia, in controtendenza con quanto avviene in altre parti del pianeta. A parte la dipendenza per il buon esito della produzione delle derrate coltivate a cielo aperto da ascrivere alle condizioni meteo, è innegabile l’apporto dell’affinarsi dell’agrotecnica a cominciare dalla costituzione di varietà sempre più produttive, dall’impiego razionale degli elementi fertilizzanti e dalle contestuali pratiche di difesa dalle avversità. Queste varietà esigono un’agrotecnica appropriata alle loro reali necessità con il dovuto rispetto

al contesto ecologico per ottenere il massimo delle loro capacità produttive. Vecchio “refrain” – per dirla, questa volta, con il nipote dell’amico coltivatore - ma che è bene sempre ricordare perché l’agricoltore per la riuscita economica della sua attività non ha altri mezzi. Può contare poco o nulla su quelli di pertinenza del mercato quando immette nel circuito del consumo le sue produzioni. E’ sempre stato così fin da quando l’agricoltura era attività di sussistenza ma ora il fenomeno, con la globalizzazione ha assunto dimensioni

- CHE COS’È ? E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a causa di una maternità difficile. - CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO? Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna

incomparabilmente più complesse per affrontare le quali con successo ai produttori occorre una adeguata organizzazione politica pure essa su base globale. Ed è quello che il comparto primario è costretto a fare, pena il confinamento all’angolo nel ring della “piazza”. Intanto la PAC 2014-2020 è operativa con il veloce accordo StatoRegioni per la distribuzione dei 52 miliardi di euro a disposizione - “..equa e strategica”-. Si tratta di soddisfare i tanti settori nei quali si articola la nostra ricchezza dei campi con particolare riguardo alle innovazioni, al mercato del lavoro giovanile e a tanti altri buoni propositi. Ma non tutte le notizie sono luminose. Rileviamo qualche ombra nel campo delle agro-energie o energie rinnovabili, filone nuovo in rapido sviluppo dove un intreccio fra burocrazia e scelte politiche varie tende a frenare le concessioni favorevoli per incentivarne lo sviluppo. Senza tanti giri di parole: necessità di cassa per il Governo. Alla prossima. Orazio Cappellari

già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema - CHI C’È AL CENTRO? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità. • ROVIGO - Vicolo CAMPANA, 1

domenica 13 luglio 2014

Orari Sante Messe Adria Adria-Cattedrale: Festive 7.30 - 9.15 - 10.30 - 12.00 19.00; Feriali: 7.30 - 8.30 19.00; Prefestiva 19.00. Casa di Riposo: 17.00. Divin Lavoratore: Festive: 9.30 - 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Prefestiva 18.00. Tomba: Festive: 8.00 - 9.30 - 11.30 - 19.00; Feriale: 8.00 - 18.30; Prefestiva: 19.00. S. Vigilio: Festive: 8.00 10.00; Prefestive: 18.30. Rovigo Duomo Concattedrale: Festive: 7.00 - 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 8.00 - 10.00 - 19.00. SS. Francesco e Giustina: Festive: 10.00 - Per i cattolici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 - 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tranne al sabato). Rovigo Commenda: Festive: 8.00 - 10.00 - 11.30 19.00 - Feriali: 7.00 - 19.00. Maria SS.ma Madre di Dio (delle Rose): Festive: 8.30 - 10.30 - 12.00 - 19.00 Feriali: 8.30 - 19.00.

S. Bartolomeo Apostolo: Festive: 8.00 - 10.00 (Iras infermeria ore 10.00) - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00 (Iras - Casa soggiorno sabato ore 16.45). S. Pio X: Festive: 8.30 10.00 - 11.30 - 18.00. Prefestiva: 18.00 - Feriali: 8.30 (al mercoledì alle 18). S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 18.30 - Prefestiva: 18.30 Feriale 18.30. Tempio “La Rotonda”: Festiva: 10.30 - Feriale: 9.00 Centro Mariano: Festiva: 10.00 - Feriale: 7.30. S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00; Prefestiva: 18.00. Feriali: 8.00 - 18.30. Cappuccini: Domenicale e festivo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 - Feriale: ore 9.00 - 17.00. S. Rita: Festiva: 10.00 - Feriale: 18.00 (solo al Sabato) Carmelo della Trasfigurazione: Festiva: 8.00 - Feriale: 7.30. Ancelle della SS.ma Trinità: Festiva 8.30 - Feriale: 7.30.

Rovigo

Ti passo la palla

Tutti i giovedì nella piastra polivalente di Santa Rita

Il divertimento continua con “Ti passo la palla”. Giovedì 26 giugno e tutti i giovedì del mese di luglio, dalle 18 alle 20, presso la piastra polivalente di santa Rita, proseguiranno i momenti di sport e aggregazione per i giovani. Street basket, kick boxing, zumba, calcio-tennis, pallavolo e tanti altri giochi vecchi e nuovi per divertirsi e stare insieme. Il progetto, finanziato dalla Regione e seguito dall’assessorato allo Sport e Politiche giovanili, con le associazioni locali, ha lo scopo di educare i ragazzi ad una cittadinanza attiva e di appartenenza al territorio, attraverso il gioco e lo sport. La partecipazione è gratuita. Per informazioni: Giulio 333/5025812; Emanuele 340/4737320; Chiara 340/5938660

Farmacie di turno Farmacie di Turno notturno e diurno a Rovigo nella settimana dal 13 al 19 luglio 2014 Domenica 13 - Tre Colombine, Via L. Barucchello, 10 Rovigo. Lunedì 14 - Comunale n. 3 Via Tre Martiri, 61 Rovigo; Comunale n. 4 Boara Polesine. Martedì 15 - Sant’Ilario, Viale Gramsci, 34 Rovigo. Mercoledì 16 - S. Pio X Via Amendola,15 Rovigo. Giovedì 17 - Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovigo; Comunale n. 2 San Apollinare. Venerdì 18 - Tre Mori, Via Zanella, 14 Rovigo; Comunale n. 4 Boara Polesine. Sabato 19 - Centrale, P.zza V. Emanuele II, 17 Rovigo - “La Fenice”, Via Meucci, 2/4 Boara Pisani; pomeriggio: Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovigo.

TEL. 0425 27779 Orari: Lunedì e Martedì 16-18; Mercoledì 10-12; Venerdì 10-12 • ADRIA - P.tta CAMPANILE, 11 TEL. 0426 900040 Orari: Martedì, Mercoledì e Giovedì dalle ore 9.30 alle 11.30 • TRECENTA C/O OSPEDALE SAN LUCA tutti i Mercoledì dalle ore 9,30 alle 11,30 C/O TORRE CIVICA Piazza Garibaldi - Trecenta

il Giovedì dalle ore 15 alle 17 • C/O Ufficio EPACA – Via G. Garibaldi CASTELMASSA - 2° Mercoledì di ogni mese dalle ore 15 alle 17 Centro di Raccolta Ex Scuole di Runzi – Bagnolo di Po - 2° Domenica e ultima di ogni mese dalle ore 15 alle 17 S.O.S. VITA NUMERO VERDE 800.813000 Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita ma superando le difficoltà


La storia di Mamma Rosa che diede alla Chiesa tre figli sacerdoti

La testimonianza di vita evangelica nella semplicità e nella vita di famiglia

Intervista a Padre Gianluigi Pasquale, pronipote della beata. è autore di numerose pubblicazioni che hanno avuto un grande successo in Italia ed all’estero

Beata Mamma Rosa

Beata Mamma Rosa

Testimone della bontà in famiglia

Bernardino Angelo Barban

I santi non finiscono mai di stupire, P. Gianluigi Pasquale OFM Cap. Bernardino Angelo Barban ogni santo, ogni santa, dotto o umile porta con sé una vita vissuta nel Vangelo, una Testimone della bontà in famiglia vera testimonianza di fede, di amore e di vita. Cosi è per la Beata Eurosia Fabris in Barban da tutti conosciuta come Mamma Rosa. La sua fama di santità possiamo dire che è oggi diffusa in Carlo Barban, mio Italia e all’estero, nebisnonno acquisito. gli Stati Uniti in CaCarlo era agricoltore nada e in molti altri come lo era EuroPaesi. Mamma Rosa sia, rimase vedovo a è un’umile contadina 32 anni e aveva due IX Edizione ampliata del Veneto dal cuore bambine piccole, e interamente curata grande che sapeva Mamma Rosa rimase da Gianluigi Pasquale amare e perdonare. colpita da queste due Sulla sua vita e sulla bambine senza mam€ 18,00 sua santità sono state ma, sempre da sole raccolte testimonianperché il papà doze, scritto volumi, steso bioD - Padre Gianluigi, lei veva lavorare. Cosi si rese grafie nelle diverse lingue, è legato da vincolo di disponibile e cominciò ad giunte alla settima, ottava parentela familiare con accudirle. e nona edizione. Sull’esemMa ecco la virtù eroica, la Beata Eurosia Fabris pio e la testimonianza di Barban, conosciuta Eurosia sposa Carlo BarMamma Rosa, che ha avucome Mamma Rosa. ban, per amore delle due to tre figli sacerdoti, stanno Può spiegare questo bambine più che per altri sorgendo in diversi luoghi motivi, certamente che suo legame? gruppi di mamme e di R - La Beata Eurosia amava Carlo, ma fu un madonne denominati “Mam- Fabris Barban era la nonna trimonio eroico, una scelta me sacerdotali” si tratta di di mia mamma, quindi io fatta in piena libertà della una realtà molto importate sono il pronipote in linea futura Beata, ma proprio di donne, di mamme che diretta materna, la Beata è questo aspetto eroico che desiderano essere una pre- comunemente conosciuta e la Chiesa individua in lei senza discreta accanto ai invocata. le virtù evangeliche, viene sacerdoti, soprattutto che è D - La Beata Mamma così dichiarata Serva di Dio, solo ed in difficoltà. Rosa viene ricordata Venerabile e Beata. Dal suo Padre Gianluigi Paprincipalmente per matrimonio ebbe altri unsquale, cappuccino, vive dici figli, dei quali tre sono quali motivi? nella comunità dei CapR - Il primo motivo per- diventati sacerdoti. puccini di Rovigo. E’ legato ché è la prima Beata proD - Come riassumere la da uno stretto vincolo di clamata da Papa Benedetto santità di questa umile parentela con la Beata. E’ XVI, e dove nei documenti donna? professore di Sacra Teolo- di Beatificazione si legge R - Una parola che è in gia nella Pontificia Univer- che “Una donna non può piena sintonia con il pensità Lateranense, dottore di ritrovare se stessa se non do- siero di Papa Francesco ricerca di Teologia e di Fi- nando amore”. “Primeggiava nel dare e oflosofia presso l’Università Secondo motivo il fatto frire misericordia”. Mamdi Venezia, un esperto nel che nonostante non avesse ma Rosa ha vissuto cosi la campo degli studi teologici una elevata cultura si de- sua vita, lei cercava sempre e filosofici. Fra Gianluigi ha dicò alla evangelizzazione di portare misericordia, curato tutte le biografia di attraverso il catechismo amore, pace, benedizione, questa sua bisnonna oggi ai bambini, ai ragazzi. Ma nella sua casa i poveri troBeata. In questa nostra in- l’atto eroico che ha aperto vavano sempre accoglientervista Fra Gianluigi ci la strada alla beatificazione za, un piatto di minestra e parla della figura e della è stato il matrimonio, eroi- un pezzo di pane. Mamma santità di mamma Rosa. co, di Mamma Rosa con Rosa aveva le interlocuzioni interiori con Gesù, così quando il Signore le rivelò che tre suoi figli sarebbero diventati sacerdoti, lei sovrabbondò in misericordia Eurosia, nata a Quinto Vicentino, in provincia di e iniziò a risparmiare per Vicenza, il 27 settembre1866, si era sposata il 5 magpoter pagare le rette del segio 1886 con Carlo Barban, rimasto improvvisamente minario. vedovo con due figliolette. D - Padre Gianluigi, la La diciannovenne fanciulla figura di Mamma Rosa Blessed Mamma Rosa non aveva manifestato in è oggi un modello di precedenza la volontà di vita da proporre ai giosposarsi, nonostante avesse vani, alle ragazze, alle ricevuto diverse proposte mamme, alle famiglie? di matrimonio. Eurosia si R - Si è un modello, decise per il matrimonio, l’intercessione, le grazie, e chiese di comprendere i miracoli che hanno resa nella preghiera quale fosse “famosa” Mamma Rosa, e la volontà divina, e dopo per il quale la Beata è coun beve fidanzamento con nosciuta e invocata è l’inCarlo vennero celebrate le tercessione per quelle sinozze. La giovane sposa gnore e coppie di sposi che non esitò a prendere con se oltre alle due bambine desiderano avere bambini anche altri bambini rimasti orfani. Ma la sua carità ma non riescono. In questo e il suo amore si dilatò verso tante altre situazioni di senso Mamma Rosa è un povertà e di miseria. Eurosia morì, l’8 gennaio 1932; modello di maternità genenon ha fondato opere, istituti, nulla di tutto questo, rosa. Purtroppo oggi nella ma ha saputo vivere la santità, la sua santità, tra le società è in atto una duplimura della sua casa, nel quotidiano. ce realtà, da una parte molS.R. te coppie manifestano una

e raccontata la storia di una mamma meravigliosa: la beata ban (1866-1932), la prima beatificazione avvenuta con Papa enza, fuori dalla Città di Roma, il 6 Novembre 2005. Narra ile di una di noi, che si dedicò totalmente, ma eroicamente, ria famiglia, dalla quale ebbe nove figli, di cui tre sacerdoti, ri tre in adozione. Profondamente unita a Gesù, in un’intensa giata di preghiera e carità, allargò gli spazi del suo cuore dolce ropria vita e quella di chi la incontrava intrisa di felicità e di ella Divina Provvidenza. Eurosia, il cui nome greco significa ne corporea o di buona indole interiore», fu particolarmente nto, attratta dall’Adorazione Eucaristica, confidente nell’aiuto ergine Maria, costantemente orante per le Anime in attesa Ella capì che vivere cristianamente è la più bella e semplice scegliere per la propria storia personale, un’avventura di «pace chista nella propria Parrocchia di Marola (Vicenza), arricchì ale con quella che viene dalla proposta cristiana, seguendo dei Francescani Secolari ed avendo il dono di dialoghi interiori amma Rosa», come è conosciuta tra la sua gente semplice e i Vicenza, in Italia, Stati Uniti, Australia, Canada e Filippine ere di molti credenti, quelle soprattutto di giovani spose, non r il dono della loro maternità, ma anche favorendo adozioni, nte i giovani seminaristi in difficoltà, incoraggiandoli a seguire ndo fattivamente le loro famiglie.

Gianluigi Pasquale holds an SThD from the “Pontificia Università Gregoriana” in Rome and a PhD in Philosophy from Venice’s “Ca’ Foscari” University. After teaching for two years at the “Pontificia Università Gregoriana” (1999-2001), he is now Professor of Fundamental Theology at the “Lateranense” University in Rome and the “Studium Generale Marcianum” in Venice, as well as Dogmatic Theology at the “Laurentianum”, the Capuchin Theological Studium in Venice, which he was also President of (2001-2010). He is a scholar of Padre Pio, whose books have been published into eighteen languages, and he has written a number of philosophical and theological books, including La teologia della storia della salvezza nel secolo XX (2002, Croatian translation 2011). If anyone has received miracles or graces through the intercession of “Blessed Mamma Rosa”, write an E-mail to: marola@parrocchia.vicenza.it or to: padrelongo@libero.it

www.academia-verlag.de

Bernardino Angelo Barban · Blessed Mamma Rosa

Mamma Rosa

Bernardino (Angelo Matteo) Barban (1897-1980), Franciscan friar of the Venetian province of Friars Minor, Doctorate in Dogmatic and Moral Theology, is the author of this biography which has reached its seventh edition and is now available in an English translation (20067). For many years Professor of Theology at Vicenza, in 1943 he was nominated General Commissar of the Franciscan Third Order and from 1947 to 1951 served as Visitator General of the Franciscan Province of the Immaculate Conception (USA). At Assisi, in the province of Perugia, he founded the Franciscan “Cenacolo” and the “International Christological Centre”. In addition to publishing numerous historical and hagiographical studies, in 1975 he had the joy and honour of being the first witness to be examined in the diocesan process begun in Padua for the cause for the beatification of his beloved “Mamma Rosa”.

Gianluigi Pasquale (*1967), Frate Cappuccino, è Professore Incaricato di Cattedra nella Facoltà di Sacra Teologia della Pontificia Università Lateranense. Dottore di Ricerca in Sacra Teologia (SThD, PUG) e Dottore di Ricerca in Filosofia (PhD, Università di Venezia), è stato Assistente Scientifico presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Gregoriana (1999-2001), Preside (2001-2010) dello Studio Teologico affiliato «Laurentianum» di Venezia, dove è pure Docente stabile nella sede centrale di Venezia e in quella parallela di Milano. Dal 2001 è, inoltre, Professore Incaricato presso l’ISSR «San Lorenzo Giustiniani» dello «Studium Generale Marcianum» di Venezia. Finora ha pubblicato una ventina di volumi e un centinaio di articoli in Riviste specializzate. Dirige tre Collane Editoriali: «Filosofi Italiani del Novecento» (Lateran University Press, Città del Vaticano), «I Mistici Francescani» (Edizioni Francescane di Padova) e «Le Lettere di Padre Pio» (Edizioni San Paolo di Cinisello Balsamo, Milano).

Parrocchia di Marola Viale della Vittoria, 52 36040 Marola (VI) T. 0444 580008 marola@parrocchia.vicenza.it www.eurosiafabrisbarban.it

(iva compresa)

This book tells the story of a marvellous mother: the Blessed Eurosia Fabris Barban (1866-1932), the first person to be beatified outside Rome during the pontificate of Benedict XVI, which event took place in Vicenza on 6th November 2005. This book tells the story of the simple, humble life of a woman of the common people, who dedicated herself totally and heroically to her love for her family. She had nine children, of whom three became priests, and also welcomed another three into her family as adopted children. Profoundly at one with Christ, in an intense Christian existence forged by prayer and charity, she opened up her pure and gentle heart, making her own life and that of whoever met her full of happiness and unshakeable joy in Divine Providence. Eurosia, which means in Greek ‘of a sound bodily constitution and inner character’ had a particular devotion to the Holy Spirit, was drawn to Eucharist Adoration, put her trust always in the help of Our Lady who never fails and constantly prayed for souls waiting to be called to eternal glorification. She understood that to live a Christian life was both the simplest and the most beautiful choice that anyone could make, a choice of ‘peace and goodwill’. A seamstress and catechist in her own parish of Marola (Vicenza), she enriched her own natural beauty with that which came from her Christian way of life, following faithfully the Rule of the Franciscan tertiaries, and having the gift of inner dialogue with Jesus himself. ‘Mother Rosa’ as she is known amongst the simple and humble people of the diocese of Vicenza, in Italy and in the United States, has heard the prayers of many of the faithful, above all those of young wives, not only interceding for them with the gift of maternity but also favouring adoptions and helping young seminarians in difficulty, encouraging them to follow their vocation and actively supporting their families.

la Settimana 17

cultura

domenica 13 luglio 2014

Bernardino Angelo Barban

Humble love makes great the meek

Biography of the Blessed EUROSIA FABRIS BARBAN Franciscan tertiary VII edition edited and updated by Gianluigi Pasquale

Academia

chiusura nei confronti della maternità, ma ci sono poi moltissime altre coppie che fanno di tutto pur di avere in adozione un bambino. La Beata è un modello perché propone la via naturale di accogliere i figli quando e come Dio li manda. Sono moltissime in Italia, come in altri paesi, le coppie di sposi che sono diventati genitori grazie all’intercessione di Mamma Rosa. D - Il cammino ora prosegue verso la canonizzazione? R - Certamente sì, la causa di beatificazione è duplice riguarda due Diocesi, Padova e Vicenza, e il tutto è seguito dai Frati Minori di Monselice. Fu proprio il Vescovo di Padova mons. Bortignon, dell’Ordine dei Frati Cappuccini, e mamma Rosa era Terziaria Francescana, a voler aprire la causa, volendo cosi proporre questa figura di Terziaria Francescana, e in quel tempo i Francescani erano i più preparati riguardo l’evangelizzazione, erano culturalmente i più preparati. D - Padre Gianluigi, nella vostra famiglia la Beata mamma Rosa che posto occupa? R - Fino agli anni ottanta noi in casa sapevamo di avere una bisnonna e nonna morta in concetto di santità, perché ci raccontava di lei, e della sua vita, e che i suoi funerali videro la presenza di molte persone, però onestamente per noi questi fatti erano normali e che ci fosse una brava nonna, ma mai e poi mai avremmo pensato che un giorno potesse essere dichiarata Beata, ci sembrava una meta impossibile, la stessa causa di beatificazione era molto povera, per noi era normale che ci fosse questa venerazione popolare, è avvenuto il miracolo, la signora Anita Casonato, guarita colpita da una rara e grave malattia . Io credo che i santi si “fiutino” tra di loro, quando sono stato in udienza privata con la mia mamma da Giovanni Paolo II, oggi santo, era il 26 febbraio 2001, mostrando al Papa l’immagine di Mamma Rosa, guardandola la fissò, in quel momento ho auto la percezione che i santi si riconoscono tra di loro. Mamma Rosa fu Beatificata nel 2005. Settimio Rigolin

Rovigo - Fondazione Banca del Monte

Progetti di ricerca di carattere archeologico

Borsa di studio di tremila euro per archeologi In collaborazione tra il Centro Polesano di Studi Archeologici ed Etnogrfici di Rovigo e la Fondazione Banca Del Monte di Rovigo è indetto un concorso per una borsa di studio dell’importo di € 3.000 (tremila) per progetti di ricerca a carattere ARCHEOLOGICO, al fine di onorare la memoria dell’archeologo polesano Gherardo Ghirardini (nella foto il suo monumento), già direttore del Museo Archeologico di Bologna, docente di Archeologia alle Università di Pisa e di Padova e Soprintendente alle Antichità del Veneto. La borsa di studio sarà assegnata a progetti da realizzare per conto di Università ed Enti di ricerca tutela e valorizzazione del patrimonio dei Beni Archeologici, aventi per oggetto l’Archeologia della pianura padana con particolare riferimento al basso corso dei fiumi Po e Adige, dalla Laguna di Venezia al Ravennate. Possono concorrere alla borsa di studio i progetti che non abbiano già ricevuto o che non debbano ricevere altra forma di retribuzione, inoltrati da ricercatori non strutturati che non abbiano compiuto il trentacinquesimo anno di età. Gli aspiranti al premio suddetto dovranno fare richiesta alla segreteria del C.P.S.S.A.E., Casella Postale 196 – 45100 Rovigo, info@padusacpssae.it , inviando entro il 31.12.2014 (data di spedizione) per posta raccomandata: 1. Domanda di partecipazione in carta libera diretta al presidente del C.P.S.S.A.E. con l’indicazione delle proprie generalità, la data e il luogo di nascita, la residenza, un breve curriculum. 2. Dichiarazione dell’ente committente di affidamento di incarico di ricerca non retribuita in carta semplice 3. Copia del progetto di ricerca debitamente illustrato in ordine a problematiche, obiettivi, metodologie e strumenti di indagine. Una commissione nominata dal C.P.S.S.A.E. in collaborazione con Fondazione Banca Del Monte di Rovigo sceglierà il progetto cui affidare la borsa di studio. A parità di valutazione, la commissione darà privilegio agli studi e alle ricerche relative all’area dell’antico delta padano da Venezia a Ravenna e potrà suddividerlo fra due progetti di ricerca giunti a pari merito. Potrà segnalare le ricerche non premiate per l’eventuale pubblicazione sulla rivista PADUSA, in accordo con gli autori. I vincitori riceveranno comunicazione dell’assegnazione del premio direttamente dal Presidente del C.P.S.S.A.E. La ricerca dovrà essere completata entro e non oltre 12 mesi dall’affidamento della borsa di studio la quale verrà corrisposta a completamento della ricerca stessa salvo diversa disposizione concordata con l’Ente committente. L’affidamento della borsa di studio nonché la consegna di copia della ricerca avverranno con apposita manifestazione in cui saranno illustrati gli obiettivi e i risultati delle ricerche compiute. Le copie dello studio e i risultati dei progetti di ricerca premiati, complete degli allegati, resteranno di proprietà del C.P.S.S.A.E. di Rovigo e della Fondazione Banca Del Monte di Rovigo che si riservano di utilizzarli in tutto o in parte per l’eventuale pubblicazione nella rivista o nella collana PADUSA Quaderni (in accordo con gli autori) e saranno poste nella Biblioteca del C.P.S.S.A.E.

The Pop App

Papa Francesco sul tablet

Lunedì scorso Papa Francesco ha potuto vedere l’ultima versione di “The Pope App”, applicazione per smartphone e tablet sviluppata sotto la direzione del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali (Pccs). Una nota del Pccs riferisce che il presidente, mons. Claudio Maria Celli, accompagnato dal coordinatore del progetto, Thaddeus Jones, ha incontrato il Pontefice per mostrargli l’applicazione, disponibile dal 4 luglio su ITunes e Google Play stores. Il Papa, prosegue la nota, ha espresso il proprio apprezzamento “per gli sforzi e il lavoro fatto da tutti i media service del Vaticano per migliorare la loro presenza e partecipazione nel mondo digitale”. The Pope App 2.0 - portale di attualità e informazioni su Papa Francesco, gratuito e scaricabile su dispositivi Apple e Android - è alimentata da News.va, presenta le ultime novità e informazioni prodotte dai media service del Vaticano e postati su News.va, network hub ufficiale della comunicazione vaticana. L’app consente, tra l’altro, di seguire il live streaming di celebrazioni papali e udienze, ricevere notifiche di eventi pubblici, visualizzare foto e video papali, leggere l’ultimo tweet di @ Pontifex, i testi di omelie e discorsi. Nuovi il look e il design. Cinque le lingue: inglese, spagnolo, francese, italiano e portoghese.


18 la Settimana

caritas

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PRIMO PIANO - L’intervento Caritas per questa nuova emergenza, nel martoriato Medio Oriente !

di don Dante Bellinati

domenica 13 luglio 2014

“Fermate il commercio delle armi!”. È l’accorato appello di S.E. Mons. Shlemon Warduni, Vescovo Ausiliare di Baghdad per i cattolici di rito caldeo, che aggiunge: “pace, pace, pace!”. Un grido che cade nel vuoto. La violenza, mai veramente cessata in Iraq, come confermano i continui attentati contro i civili, ha trovato nuovo vigore nelle ultime settimane con l’offensiva lanciata dalle milizie radicali dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIS). Questo gruppo, nato in Siria - dove pure continua l’ecatombe di civili e la fuga di milioni di persone agisce ora in Iraq. Migliaia e migliaia di famiglie fuggono, come ci conferma Caritas Iraq, i cui operatori, g i à a t t iv i a s o s t e g n o d e i rifugiati siriani entrati nel p a e s e , s i t r ova n o o ra a d a i u t a r e a n ch e g l i s f o l l a t i iracheni alla ricerca di un riparo. Si stima che possano essere 500.000 persone, ma è difficile avere dati precisi. Sono accolti da parenti e amici, dove possibile, ma la maggioranza dorme nelle scuole, nelle moschee, in tende e in edifici in costruzione. Tutti i gruppi cercano di fuggire, ma i cristiani sono certamente i più svantaggiati: sono una minoranza dovunque e non c’è nessun

“Pensavo...”

I POVERI LI AVETE SEMPRE CON VOI

C'è una parabola di Gesù che dovremmo prendere più sul serio: per f a re ev a n g e l i z z a z i o n e , c i o è p e r richiamare al banchetto del Regno, occorre “invitare poveri, storpi, zoppi, ciechi” (Lc 14,13) e andarli a cercare per le strade, le piazze, lungo le siepi, ai crocicchi (cf. Lc 14, 21.23). Ecco dove il Vangelo deve giungere, perché nessuno lo fa brillare, lo evoca, vi allude: qui sono le periferie esistenziali. Ma attenzione: chi di noi non conosce periferie esistenziali, chi di noi non ha transitato in esse almeno una volta nella vita (nella malattia, nella separazione, nella solitudine...) o prima o poi non vi transiterà? La sofferenza causata dalla morte, dalla malattia, dalla povertà, dal peccato non può essere rimossa; non per fatalità, ma perché noi uomini non siamo capaci di salvarci, e per questo Gesù ha detto: “I poveri li avete sempre con voi” (Mc 14,7; Mt 26,11). La povertà è cangiante, e oggi la riscopriamo attraverso la crisi, ma sarà sempre presente sulla terra... Infine, dobbiamo vivere la prossimità anche con questa consapevolezza: che noi non abitiamo a Gerusalemme mentre gli altri abitano a Sodoma e Gomorra; che noi non siamo quelli che vanno nelle periferie esistenziali solo per fare la carità, ma perché le conosciamo in prima persona. Tutti, infatti, siamo sofferenti per il peccato e la fragilità umana, tutti siamo in attesa che il Signore ci visiti nella nostra periferia esistenziale.

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Enzo Bianchi

Iraq: appelli alla pace e aiuti concreti luogo dove possano sentirsi al sicuro. Almeno 12.000 famiglie, circa 60.000 persone, sono rifugiate in Kurdistan. L’esodo continua, tanto che la piccola comunità cristiana di Erbil è costretta ad accoglierli nelle tende. Intanto il governo di Baghdad chiama alle armi

volontari contro l’avanzata dell’ISIS. Insomma il clima di guerra è generale e un bagno di sangue sembra purtroppo sempre più vicino. Nessuno dei problemi dell’Iraq è stato risolto, dopo la caduta di Saddam nel 2003 ed appare sempre più profetica la

voce di Giovanni Paolo II che si era levata all’epoca per scongiurare il conflitto. Oggi restano di nuovo inascoltati gli appelli di papa Francesco, come le voci di tutti quelli che vogliono la pace, e la violenza cresce in tutto il Medio Oriente, nella sostanziale indifferenza del resto del mondo. Le centinaia di migliaia di profughi che vanno ad aggiungersi al fiume di rifugiati in tutta la regione, hanno più che mai bisogno di solidarietà concreta. Caritas Iraq conta di poter aiutare 2.000 famiglie sfollate, circa 12.000 persone. È un intervento di prima emergenza che prevede la distribuzione di viveri, medicinali e materiale igienico, per un importo di 190.000 euro, nelle località di Niniveh e Duhok, nella regione del Kurdistan. Da oltre 10 anni Caritas Iraq opera in una situazione di violenza e insicurezza, ma grazie alla diffusione dei suoi centri in tutto il paese riesce a portare aiuti concreti. Caritas Italiana si unisce ancora una volta a quanti chiedono che tacciano le armi e, per continuare a sostenere gli sforzi della Caritas locale, rilancia l’appello alla solidarietà.

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Caritas Italiana

Integrazione dei figli dei migranti, "una priorità assoluta” subendo gli effetti della recessione”. A preoccupare, però, sono anche le condizioni di lavoro. “Gli immigrati sono sproporzionalmente impiegati in lavori precari – spiega il rapporto -, poco qualificati e sottopagati e spesso vittime di discriminazione e licenziamenti selettivi, con poche possibilità di accedere a lavori più qualificati”. Situazione che riguarda spesso anche gli immigrati altamente qualificati, anche se, secondo il rapporto, a partire dal 2007 la disoccupazione ha colpito soprattutto gli stranieri meno istruiti. La formazione, però, non è sempre un percorso facile da intraprendere. “Il passaggio alla scuola superiore non è facile per i giovani immigrati e, inoltre, solo otto regioni consentono agli studenti immigrati con qualifica professionale post-triennale di accedere ad un quarto anno di formazione e solo due regioni al quinto anno”. Sul fronte dell’integrazione, invece, l’Ocse chiede di “rafforzare i progetti efficaci e evitare sovrapposizioni”, ma soprattutto chiede di “ridurre la burocrazia nella gestione di progetti di integrazione”. I settori su cui sono necessari degli Diario interventi sono • 15 luglio, C diversi, ma per l’Ocse entro Serviz i pe regionale sost r il Volontaria to eg , no riu ni fa on m iliar e progetto • 17 luglio, Z elarino, Coo e rdinamento Osser vatori Contattarci Veneto

ROMA – La crisi economica ha avuto “effetti sproporzionati” sugli immigrati presenti in Italia: lo testimoniano i dati sulla disoccupazione maschile degli stranieri aumentata dal 2007 al 2012 passando dal 5,3 per cento al 12,6 per cento, mentre per gli italiani è passata dal 4,9 al 9,7 per cento. A chiedere una “profonda riprogettazione della legislazione e delle politiche” riguardanti l’immigrazione è l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) nel suo rapporto “L’integrazione degli immigrati e dei loro figli in Italia” presentato a Roma presso la sede del Cnel. Per l’Ocse è finito il tempo dell’approccio “marcantile” alle politiche migratorie: servono nuovi criteri “legati allo sviluppo della persona, coniugando solidarismo e interesse economico, accoglienza e integrazione”. Secondo l’Ocse, gli immigrati sono diventati una “componente strutturale della forza lavoro”, soprattutto in alcuni settori a partire da quello edile per gli uomini a quello dei servizi domestici e assistenziali per le donne. Tuttavia, si tratta di settori “che più di altri stanno

occorre puntare soprattutto su coloro che prevedono di restare in Italia. Nelle ra c c o m a n d a z i o n i c o n t e n u t e n e l rapporto, l’Ocse suggerisce che “l’investimento nella formazione dovrebbe essere rivolto a coloro che hanno più probabilità di rimanere, in particolare gli immigrati con famiglia e quelli con permessi di soggiorno a lungo termine”. Priorità assoluta, però, va data ai giovani. Secondo il rapporto, infatti, l’abbandono scolastico tra i figli di immigrati e la percentuale di coloro che non sono impegnati nel ricevere un'istruzione o una formazione, non hanno un impiego e né lo cercano (i cosiddetti neet che sono un terzo degli immigrati di età compresa tra i 15 e i 24 anni) sono un fenomeno preoccupante. Per l’Ocse, quindi, è necessario abbreviare i tempi del ricongiungimento familiare “per ridurre gli arrivi tardivi e il ritardo scolastico ad essi associato”, ma occorre anche facilitare l’acquisizione della c i t t a d i n a n z a . “ L’ a c c e s s o a l l a cittadinanza – spiega il rapporto – aiuta gli immigrati a migliorare il loro inserimento nel mercato del lavoro e rappresenta un investimento in capitale umano”. Redattore Sociale

Sede: Via Giacomo Sichirollo n. 58 - 45100 Rovigo

In Bacheca

Orari: Lun-Ven 9:00-13:30 e 14:30-17:00

Servizi della Caritas diocesana e dell’Associazione Sant’Andrea

Microfinanza

Docce

✓ Mercoledì, ore 14:30 -16:30 ✓ Giovedì, ore 10:00 - 12:00 Presso Casa Sant’Andrea, via G. Sichirollo n. 60 - 45100 Rovigo - tel. 0039 0425 0460428 Non è possibile accedere direttamente al servizio; è necessaria la prenotazione.

Martedì, ore 9:00 -11:00 (per uomini) Giovedì, ore 9:00 - 11:00 (per donne) Venerdì, ore 15:00 - 16:30 (per uomini) Presso Casa Sant’Andrea, via G. Sichirollo n. 60 - 45100 Rovigo - tel. +39 0425 0460428

Servizio Mobili

Badanti e Famiglie

✓ Martedì, ore 10:00 - 12:00 ✓ Lunedì - Venerdì ore 09:00 - 12:00 Presso Caritas diocesana. ✓ Lunedì - Venerdì ore 15:30 - 17:00 Non è possibile accedere direttamente al servizio; è necessaria Presso Caritas diocesana. la prenotazione. Per accedere al servizio è necessaria la prenotazione

Tel: Fax: e-mail: web:

0039 0425 23450 0039 0425 464518 info@caritasrovigo.org www.caritasrovigo.org

Contribuire C/C intestato a Caritas diocesana di Adria Rovigo RovigoBanca, Rovigo, Corso del Popolo C/C - 012000023103 •IBAN: IT23 H089 8612 2000 1200 0023 103 Contribuire C/C intestato a Sant’Andrea Apostolo della Carita’ Banca Prossima, Milano. P.zza P. Ferrari 10 C/C - 10000 0017778 •IBAN: IT 46 T 03359 01600 10000 0017778 Erogazioni liberali a Sant’Andrea Apostolo della Carità ONLUS Le donazioni sono detraibili ai fini fiscali.


Esenzione Imu

Scuole paritarie (e famiglie) tirano un sospiro

Dai bilanci statali si evince che le spese aggregate per l’istruzione ammontano a 57,6 miliardi per le scuole statali e solo a 511 milioni per le “paritarie”. Dunque, la decisione di esimere queste ultime dal pagamento dell’Imu, sia pure a certe condizioni, almeno non le mette a rischio di sopravvivenza. Il nostro Stato spende ogni anno per ciascun bambino delle scuole dell’infanzia statali 5739,17 euro, mentre per i bimbi delle materne “paritarie” la spesa è di 584 euro, dieci volte di meno! Stesso rapporto per le scuole primarie (le vecchie “elementari”): spesa per le statali a bambino 6634,15 euro, per le “paritarie” 866 euro. Alle medie l’erogazione statale per ragazzo lievita a 6835,85 euro, mentre alle “paritarie” vengono assegnati 106 euro a studente. Alle superiori è ancora peggio: ogni studente delle statali costa 6914,31 euro e alle paritarie vanno solo 51 euro. Perché queste grossissime differenze? La risposta è semplice: lo Stato non riconosce la piena “parità”, compreso cioè l’aspetto economico, anche se da una quindicina di anni riconosce la parità “teorica”, concettuale, tra il servizio formativo svolto dalle scuole statali e quello delle non-statali. E infatti, compulsando i bilanci statali si scopre che le spese aggregate per l’istruzione ammontano a 57,6 miliardi per le scuole statali e solo a 511 milioni per le “paritarie”. Un abisso, oltre che una vera ingiustizia, mentre nella maggioranza dei Paesi europei vige una parità di fatto, e quindi le famiglie possono scegliere liberamente dove mandare i propri figli senza dover pagare “rette”, se non simboliche, qualora scelgano scuole non statali. La minaccia dell’Imu rimane per scuole onlus e di cooperative. Gli studenti in Italia sono 8,9 milioni, dei quali 1 milione e 72mila alle “paritarie” e 7,8 milioni alle statali. Circa il 12% di famiglie sceglie quindi queste scuole, pur dovendo pagare rette più o meno cospicue, per evidenti motivi legati alla valenza educativa. Del milione di studenti “paritari”, 740mila sono iscritti alle realtà che hanno un’ispirazione cristiana. Non stiamo parlando di cifre piccole: 1 studente su 10 rischiava, con l’Imu, di vedersi aumentare la rette in misura molto forte. E le 9.371 scuole paritarie d’ispirazione cristiana (7mila dell’infanzia, 1.133 elementari, 588 medie, 601 superiori) avrebbero potuto veder schizzare i propri bilanci, con aggravi di decine di migliaia di euro l’anno. Si comprende perché suonava come una minaccia mortale l’arrivo dell’Imu (“Imposta municipale sugli immobili”) anche per le scuole paritarie. Non a caso il presidente della Federazione italiana di attività educative (Fi-

la Settimana 19

rubriche

domenica 13 luglio 2014

dae) don Francesco Macrì, aveva chiaramente detto che l’introduzione dell’Imu “sarebbe stata come una sentenza di morte delle scuole paritarie”. Ora, per fortuna, il pericolo sembra scampato. È dei giorni scorsi la notizia del varo di un decreto del ministero dell’Economia secondo il quale le scuole paritarie, così come le statali, non dovranno pagare questa imposta, a condizione che il costo medio per studente non superi quanto spende lo Stato stesso. Purtroppo saranno esenti solo le scuole paritarie non profit o gestite da enti ecclesiastici e fondazioni e non, invece, quelle promosse da onlus o cooperative. Per queste ultime occorre il riconoscimento del “servizio pubblico” svolto da parte dei Comuni. In attesa di ulteriori decreti per le “paritarie”. Al momento si registrano reazioni positive. Ad esempio, Biancamaria Girardi, presidente nazionale della Federazione italiana scuole materne (Fism), dice che “questo provvedimento ci aiuta, in un certo senso è provvidenziale. Le nostre scuole dell’infanzia, come si sa, non navigano nell’oro e molte sono in vera sofferenza, perché è difficile coniugare il contenimento delle rette, il caro vita, i costi per gli insegnanti e, allo stesso tempo, ottemperare alle normative e anche alle metodologie legate all’accoglienza di bambini con bisogni educativi speciali”. “Il grosso delle spese è per il personale - prosegue - e l’ideale sarebbe di poter almeno tornare ad avere i contributi così come erano stati erogati nei primi anni della parità scolastica, dopo il varo della legge 62 del 2000. In quella prima fase i contributi, pur non completi come in altri Paesi europei, riconoscevano l’azione di sussidiarietà svolta dalle nostre scuole. Come Fism, quindi, ci stiamo attivando per chiedere il rispetto di quanto deliberato perché si emanino i decreti a tutela delle scuole paritarie e nel rispetto delle cifre originariamente stanziate”. Soddisfatto anche Fabrizio Azzolini, presidente nazionale dell’Age, l’Associazione italiana genitori. Dice: “Noi siamo soprattutto presenti nella scuola pubblica, ma riteniamo questo un grosso passo in avanti per la vera parità”. Non devono essere scuole solo per ricchi. Ovviamente, le famiglie che scelgono le scuole cattoliche sono quelle più con-

tente. Lo testimonia il presidente dell’Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc), Roberto Gontero: “Tiriamo un sospiro di sollievo, perché Imu e Tasi avevano agitato le famiglie, che scelgono per i loro figli la scuola paritaria. E questa minaccia era molto pesante, perché avrebbe comportato un aumento dei costi per le nostre scuole che già sono in una situazione di bilanci molto precari e sempre in perdita, o raramente in attivo”. Anche lui si augura che si possa giungere presto alla “piena parità”, consentendo “anche alle famiglie meno abbienti d’iscrivere i propri figli alle scuole paritarie”. “Purtroppo - nota - negli ultimi cinque anni abbiamo perso 25mila studenti, cioè 5mila all’anno, e spesso per motivi economici legati alla crisi. Così che la scuola paritaria sta diventando sempre più una scuola per famiglie benestanti: ma questo è inaccettabile in un sistema pubblico di istruzione”. Luigi Crimella

A San Miniato

Sì, il teatro vive con “Finis Terrae” e “Il mio Gesù”

Morte e speranza confuse sui volti spauriti di clandestini che affrontano il mare e la malvagità degli uomini alla ricerca di un approdo per una vita appena dignitosa. Tragedia di un mondo diviso tra chi ha tutto e chi non ha niente. Povertà materiale e spirituale, accoglienza e discriminazione. È in questi temi il nucleo palpitante di “Finis Terrae”, spettacolo nato da un’idea di Antonio Calenda su drammaturgia di Gianni Clementi che la Fondazione Istituto Dramma popolare e il Teatro stabile del Friuli Venezia Giulia si apprestano a mettere in scena in collaborazione e nella cornice della Festa del Teatro di San Miniato, dal 17 al 23 luglio, nella storica piazza del Duomo della cittadina in provincia di Pisa. “Il Dramma popolare di San Miniato, dunque, ha scelto quest’anno - spiega il direttore artistico Piero Ciardella - di affrontare un tema di drammatica attualità e di dimensioni epocali, pur tuttavia l’intento dell’opera non è solamente quello di descrivere uno dei tanti sacrifici umani che si consumano nelle coste della nostra nazione e di cui la cronaca quotidianamente ci dà conto, ma di richiamare l’attenzione più in generale sulle molteplici forme di povertà che in maniera crescente obbligano una gran parte dell’umanità a vivere in condizioni di assoluta precarietà”. A far da corona allo spettacolo principale, il cartellone della edizione 2014 del Festival ha previsto altri cinque spettacoli la cui prerogativa è quella di aprire l’orizzonte verso una pluralità di forme espressive. Tra questi uno spettacolo di testi e canzoni firmato da uno tra i più importanti e apprezzati compositori italiani, Beppe Dati, che il 7 luglio ha proposto “Il mio Gesù”, un’opera che ripercorre la vita di Gesù e della Palestina dal 60 avanti Cristo fino alla Resurrezione attraverso la narrazione di coloro che ne furono testimoni oculari. Si tratta di un percorso interiore molto intimo e personale con cui l’autore, che si dichiara esplicitamente “non credente”, cerca di evi-

denziare nella vita di Gesù di Nazaret quei tratti di umanità che rendono ancora oggi il suo messaggio un riferimento prezioso a quanti, animati da “buona volontà”, sono in cerca della Verità. Lo spettacolo, carico di tensione e slancio spirituale, si compone di canzoni inedite e di testi poetici che si illuminano a vicenda dando vita ad una sorta di Vangelo cantato che restituisce contemporaneità alla vita esemplare di Gesù di Nazaret. “Non c’è niente da fare, nonostante la mia mancanza di fede, devo ammettere che Gesù è ancora vivo in me”, dichiara Beppe Dati. E ci possiamo credere, perché lo si coglie appieno in quello che lui definisce il suo “piccolo contributo alla riscoperta della nostra essenza” e che, a giudizio di chi (causa maltempo) ha affollato la Cattedrale di San Miniato (anziché la piazza), è in realtà un piccolo, e nemmeno tanto piccolo, capolavoro: una settantina di quadri, per altrettanti brani musicali o recitati, che ripropongono un’entusiasmante e ispirata storia di Cristo per quasi due ore di intensa emozione. Belle le musiche, belli i brani, bravi gli attori, i cantanti, il coro, il regista Pier Paolo Pacini, l’arrangiatore Lorenzo Piscopo…. Che dire? Se qualcuno vuole fare un confronto con il mitico “Jesus Christ Superstar” ha materia per farlo. Nel “Mio Gesù”, che non è e non vuole essere un musical ma un’opera musicale moderna senza messa in scena, c’è poesia in più. Basterebbe pensare all’intensità del ruolo della madre, alla forza della maternità, alle tante “Marie” a cui dopo la morte di Gesù (quando cantano solo le donne) è affidato il lamento “Oh figlio, figlio, figlio” o l’invocazione “Figlio dei miei sogni”. Verrebbe da dire, contraddicendo il maestro Dati, che c’è anche fede in più. Senza fede, infatti, difficilmente si potrebbe concepire la resurrezione come l’ha concepita lui (“Miriam”) e non si arriverebbe allo stupendo epilogo del “Lui è vivo!”. Andrea Fagioli

Cartoline di viaggio Donato Sinigaglia

Albe da applausi in Valle Isarco Un modo nuovo ed intenso di vivere il fascino delle Dolomiti

Sono emozioni forti, indimenticabili quelle che si provano al sorgere del sole. Se poi lo scenario è quello della cime delle Dolomiti, patrimonio Unesco, lo spettacolo è garantito. Il silenzio dell’alta montagna, i prati ancora rischiarati dalla luna, la ‘stellata’ che pian piano si spegne, il fondovalle che si risveglia, le pareti rocciose che s’infiammano… E’ un’alba da applausi sulle cime della Valle Isarco, in Alto Adige: uno spettacolo tutto da godere partecipando allo speciale programma di escursioni guidate in quota al sorgere del sole, con prima colazione in baita. Ogni mercoledì, da fine luglio a metà settembre, di primissimo mattino la guida Gerhard Rainer (su prenotazione tel. 0472/765521, offerta libera), accompagna gli escursionisti sul Monte Cavallo, sopra Vipiteno, grazie all’apertura speciale della cabinovia che parte dal paese. L’appuntamento è alla stazione a valle a partire dalle ore 5 (secondo il momento dell’alba). Dalla stazione a monte, a 1860 metri, poi, in circa 45 minuti di cammino si giunge sulla piattaforma panoramica posta sulla cima (‘Köpfl’) a 2189 metri. Da qui lo sguardo abbraccia le Alpi di confine dello Stubai e le Alpi dello Zillertal, nel versante austriaco, mentre verso sud est, ecco tutte le Dolomiti. Prima di ridiscendere a valle, arriva il giusto ‘premio’ di una lauta prima colazione tipica, offerta dalle guide sulla piattaforma panoramica a base di pane fresco,

marmellate, yogurt, the e caffè, succhi di frutta, latte fresco e affettati tipici. Anche la Plose, la montagna di Bressanone, è tutta da scoprire all’alba: ogni sabato di agosto dal parcheggio dell’albergo Geisler, accompagnati da una guida (verso le ore 4.30, comunque in base al momento dell’alba) si sale fino alla “Forca” (così è chiamato il Monte Gabler a quota 2576 metri, la cima più alta del gruppo della Plose) e qui in vetta si gusta subito un piccolo assaggio, accompagnato da grappa per temprarsi.... Dal Gabler si scende al Monte Fana/Pfannspitz, per poi intorno alle ore 8 rifocillarsi con una ricca colazione presso la vicina malga Rossalm. Si tratta di un percorso impegnativo (circa 4,5 ore) ma che regala emozioni uniche, con viste mozzafiato sulle Odle, nelle Dolomiti Patrimonio Unesco. Il costo, compresa la colazione, è di 20 euro a persona. Iscrizioni direttamente alla malga Rossalm, tel. 0472/521326. O ancora, si può provare l’escursione all’alba alla Croce di Lazfons, sopra la cittadina medievale di Chiusa, che porta al luogo di pellegrinaggio più alto d’Europa. Ogni venerdì di agosto il punto di incontro è alle ore 4.30

all’ufficio informazioni di Chiusa o alle 4.40 a quello di Velturno e poi, sempre con la guida, si sale a piedi sui pascoli di altitudine per assistere allo spettacolo del sorgere del sole. Breakfast al rifugio Latzfonser Kreuz con pane fresco, marmellata, the caffè e speck. Il costo, compresa la colazione e il bus, è di 16 euro a persona, Per gli “amanti delle cime e del sole” è stato predisposto un interessante pacchetto soggiorno valido nella zona di chiusa e dintorni dall’8 luglio al 28 settembre, sette pernottamenti con colazione in maso agrituristico, compresa l’escursione alla Croce di Lazfons in agosto all’alba) ed altre tre escursioni (alba su Monte Cavallo, scienza e natura a Barbiano: sugli alpeggi di Velturno e al Monte Königanger; attraverso l’Alpe di Villandro fino all’omonimo monte e poi al Lago dei Morti, Totensee, e alla Chiesetta al Morto). Info: www.valleisarco.com


la Settimana domenica 13 luglio 2014 - pagina 20

Festa del Patrono San Teobaldo

Il dono della benedizione alla popolazione di Badia Polesine

La caratteristica e partecipata processione sulla riva dell’Adige

L’ a n tica processione di San Teobaldo era stata sospesa negli anni settanta, ma quattro anni fa è stata ripristinata, secondo modalità di percorso più semplici e pratiche. L’interesse manifestato dai fedeli c’è sempre stato ma quest’anno, finalmente la partecipazione dei fedeli alla cerimonia religiosa per San Teobaldo è stata grande! La processione verso l’argine del fiume, attraverso una via Stroppe, impreziosita da fiori, piante ornamentali, drappi e tantissimi lumini, è stata più lunga del solito proprio per il numero dei partecipanti. Tanta la gente che ha voluto essere presente a una celebrazione che oramai sta ritornando ad appassionare i credenti come

accadeva in passato. La statua è stata portata a spalle da persone che si sono offerte spontaneamente, senza remore, anche se è dispiaciuto un po’ non vedere soprattutto i giovani proporsi per questo servizio. Il lungo corteo dei fedeli che iniziava con una croce e di seguito cerimoniere, gonfalone cittadino e autorità comunali, è giunto nel suggestivo piazzale dello Sperone della Bova dove era stata allestita dai volontari una platea di trecentocinquanta sedie. Accanto all’altare, la statua di Teobaldo ma, per la prima volta, anche una grande croce, quella allestita per il veggente di Medjugore quando venne a Villa d’Adige due anni fa. Tutte le sedie sono state

repentinamente occupate e molti i fedeli in piedi a fare da cornice al piazzale. Nella suggestiva scenografia del tramonto sul fiume, circa cinquecento sono state le persone raccolte attorno all’altare ed alla statua dell’umile pellegrino Teobaldo. L’omelia del parroco è stata molto significativa, ricca di spunti e riflessioni scaturiti dall’esempio del nostro Patrono: il nobile convertito al servizio dei poveri e degli umili. Moltissime le comunioni distribuite da tre officianti. Al termine la tradizionale benedizione del fiume e l’offerta del pane di san Teobaldo a tutti. Un’edizione, quella del 2014, molto ben riuscita e partecipata dal punto di vista religioso ma altrettanto riuscita la manifestazione in centro al paese dove la presenza delle bancarelle, dei giochi per i bimbi, i madonnari,, etc. hanno fatto da cornice perfetta fino a tarda ora, nonostante qualche sporadica goccia di pioggia. Gli organizzatori della parrocchia e delle associazioni Panta Rei, CTG, CRAB

e Proloco, soddisfatti dal successo, sono così motivati a fare meglio per la prossima edizione 2015. Vincente è stata la collaborazione tra la parrocchia

e queste associazioni ma, probabilmente, le molteplici azioni realizzate negli ultimi anni (libri per bambini e per le famiglie, convegno di storici, la sta-

tua, il reliquiario, il sistema informativo in chiesa, etc.) hanno cominciato a produrre effetti positivi, coinvolgendo sempre più i fedeli e la cittadinanza.

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