Laboratorio di scrittura con Luisa Mattia

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Laboratorio di scrittura

METTERSI IN TESTA UNA STORIA a cura di Luisa Mattia

Festivaletteratura Mantova -­‐ 7/11 settembre 2011

Il laboratorio “Mettersi in testa una storia”, condotto da Luisa Mattia, ha proposto ai ragazzi partecipanti alcuni dei suggerimenti contenuti nel volume Scrivere, io? Manuale di scrittura per ragazzi (Lapis Edizioni). I racconti che seguono sono stati elaborati dai gruppi di ragazzi che hanno partecipato ai laboratori del 10 e 11 settembre.

Storia 1. -­‐ Le avventure di Cuore Rosso Storia 2. -­‐ Un piede molto mal disegnato Storia 3. -­‐ Il paese di Boh. Prima puntata

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Le avventure di Cuore Rosso “Non ho niente!”, disse il bambino dall’aria imbronciata. Era esattamente alla fine di una frase e non sapeva come proseguire la sua storia…

Cuore Rosso, il giullare protagonista del suo racconto, era stato maltrattato dal suo Signore e aveva deciso di fuggire.

MA DOVE POTEVA ANDARE?

In un castello? In una casa? Il bambino non sapeva decidersi. “Meglio prendermi una pausa”, pensò. “Mi mangerò un gelato”. Uscì di casa e andò in gelateria. “Cioccolato e bacio”, ordinò alla gelataia Linda. Uscendo, inciampò e cadde lungo per terra. Il gelato gli sporcò la faccia. “È una giornata NO”, pensò. Un attimo dopo, arrivò un cane e gli leccò tutta la faccia. Sì, era proprio una giornata NO. Nonostante tutto, ricominciò a pensare a come mandare avanti la sua storia e gli venne in mente che… Corse a casa a scrivere.

CUORE ROSSO ERA ANCORA LÌ, SULLA PAGINA, A DOMANDARSI “DOVE VADO?”.

Il bambino lo fece partire a cavallo. Ma la strada era lunga, scomoda e pericolosa. Così, Cuore Rosso lasciò il cavallo e proseguì a piedi per parecchie miglia; poi fu costretto a camminare di ramo in ramo per attraversare un fitto bosco. Ma cadde da un ramo e finì nell’antro di una strega!

COME NE USCÌ?

Fuggì. A cavallo del cavallo? No, a cavallo della scopa magica della strega.

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Quando fu per aria, fischiò FIUUUUUUUU per chiamare il suo drago volante e sputafuoco. Fenice si chiamava il drago e, di certo, portava fortuna ai cavalieri in fuga. Infatti aveva una voglia a forma di quadrifoglio sulla zampa destra anteriore. Vola che ti rivola, finirono in un turbine d’aria. FIUUU FIUUU FIUUUU FSHHHH FSHHHHHH FSHHHHHH facevano le ali del drago. SBOING SBOING SBOING SBOING faceva Cuore Rosso che veniva sbatacchiato di qua e di là. Un fastidioso odore di fumo gli impediva di respirare. Gli sembrava che qualcuno lo strozzasse. “A che serve il quadrifoglio portafortuna?”. Il turbine non smetteva. Il respiro mancava. Il mondo intorno ruotava. Cuore Rosso tremava. “Oh, povero me! Di questo passo finirò nel grande buco nero che separa il mio mondo dal mistero dell’Universo! Passerò tempo e spazio!”. Uno scossone più forte degli altri e Cuore Rosso venne sbalzato dalla groppa del drago. CADDE CADDE CADDE CADDE CADDE CADDE CADDE CADDE

Sboing

Sboing Sboing Sboing

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“Cosa mi succede?”, si domandò Cuore Rosso. Stava rimbalzando su una morbida rete. Morbida come… un cuscino di lana, una pelliccia di orso.

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Sboing


“Oh cielo, su quale strano marchingegno magico sono caduto?”, si domandò.

E SE FOSSE UNA RAGNATELA GIGANTE?

Rimbalzando e sobbalzando, cercò di localizzarle il ragno che -­‐ forse -­‐ stava per mangiarlo. Due grandi occhi neri lo fissavano. “È giunta la mia fine”, pensò. “Crema e menta?”, si sentì domandare. Un attimo dopo due mani decise gli afferrarono le caviglie e lo bloccarono. “Sono morto”, pensò Cuore Rosso. “Signore, si decide sì o no?”.

CHI ERA?

La gelataia Linda gli sorrideva e chiese ancora: “Da dove sei caduto?”. “Oh, è una lunga storia”, mormorò Cuore Rosso, già innamorato perso. E la baciò. Mangiarono insieme un gelato al giorno per il resto della vita. Il bambino, adesso, non era più imbronciato. La sua storia gli piaceva. “Domani scriverò ancora”, si disse. ZZZZZZZZ ZZZZZZZZ ZZZZZZZZZZZZ S’addormentò come un sasso felice.

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Un piede molto mal disegnato

STRAAAAP STRAAAAP STRAAAAAP Edoardo fece a pezzi un foglio sul quale aveva disegnato -­‐ male -­‐ un piede. Si tolse la scarpa destra e il calzino e osservò con molta attenzione il suo piede.

MA PERCHÉ EDOARDO STAVA DISEGNANDO UN PIEDE?

Il realtà stava dipingendo, sulla chiglia di una nave, un marinaio a piedi nudi. Edo era appeso con una carrucola, alla nave. Stava guardando verso il mare quando si avvicinò una balena piccola, che aveva perso la strada perché la stava inseguendo uno squalo. Edoardo se ne infischiò della sua sorte e continuò a dipingere un piede. Per fortuna della piccola balena, passava di lì un piccolo aereo della Guardia Costiera. Il pilota era un vecchio lupo di mare che se ne intendeva di balene e di squali.

BENG BANG BENG

Il rumore secco di tre colpi di pistola terrorizzò lo squalo che scappò via e durante la fuga addentò il povero piede di Edoardo, ferendolo a un dito.

AHHHHHHHHH AHHHHHHHHHHHH AHHHHHHHHHHH

strillò Edoardo. E cadde in mare

SPLASHHHHHH Affondò.

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La balena lo osservò andare giù con una certa soddisfazione. Edo cercò di risalire ma non ce la fece. Ormai era spacciato. Un attimo prima che Edo perdesse i sensi, la balena venne in suo aiuto e nuotando nuotando lo portò fino alle coste della Sicilia. “Dove sono?”, si domandò. Alzò gli occhi e vide un vulcano e la lava infuocata che scendeva verso il mare e rischiarava la notte. “Sono qui”, sentì sussurrare. L’eco ripeté quella frase cento e cento volte

Sono qui Sono qui Sono qui Sono qui Sono qui Sono qui Sono qui Sono qui Sono qui Sono qui

Lui si spaventò.

“Lasciamolo qui, gelato di paura come un ghiacciolo e occupiamoci di quella voce”. A parlare è la principessa-­‐faina. Si chiama Piuma, è leggera come il suo nome ma non sempre gentile. Questa volta lo è, perché vuole salvare Edo ed evitare che la lava lo bruci. Lei organizza viaggi per l’agenzia “Principi & principesse”. È una tipa stravagante, porta una corona a forma di triangolo scaleno e indossa larghe gonne. La principessa-­‐faina era irresistibile e dopo un primo momento di paura, Edo la baciò appassionatamente.

SMACK SMACK SMACK SMACK SMACK SMACK SMACK SMACK SMACK SMACK SMACK SMACK

E VABBÈ, ADESSO BASTA BACIARSI! Andiamo avanti con la storia…

Piuma prese per mano Edo e lo portò alla sua agenzia di viaggi. Aprì la porta e gli chiese: “Ti va un gelato?”. “Sì volentieri!”.

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A quella risposta, lei fece un sorriso trionfante. “Aspetta un momento”, disse. Girò l’angolo e raggiunse la

Gelateria VULCANO.

SPECIALITÀ GELATO COTTO. GUSTI INCANDESCENTI!

Piuma prese una coppa molto grande, a forma di vaso. Il gelato fumava. Piuma rientrando nell’agenzia… INCIAMPÒ!

SPRASH ZOMP CRASH PATAPUMP

I bollenti gusti incandescenti del gelato finirono sul piede destro di Edo!

AHHHHHHHHHHHHHHH

Stacco. Primo Piano del piede destro di Edo.

Ora è identico, ma proprio identico, al piede destro molto mal disegnato!

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Il paese di Boh Prima puntata

Becco di Papera lo chiamavano, perché proprio a una papera assomigliava, come una goccia d’acqua.

Viveva su una montagna vicino all’albero dei BOH, di cui mangiava i frutti di

NONLOSO.

DI CHE SAPEVANO QUEI FRUTTI?

Di nonloso! QUANTE VOLTE ALL’ANNO SI POTEVANO MANGIARE?

NONLOSO! Ve l’ho detto: erano i frutti dell’albero del BOH!

La più cara amica di Becco di Papera era Gallina, una ragazza russa con i capelli… russi e gli occhi gialli che ricordavano lo sguardo cattivo dei lupi.

AHHHAAAAAAAHHHHHHHHAAAAAAAA

Becco di Papera e Gallina vivevano in una casa a forma di piramide. Era un po’ umida ma loro ci stavano bene e vivevano insieme ai loro simpatici animaletti: un cane senza zampe, uno squalo nell’acquario,

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un elefante invisibile (di lui si vedeva solo una zampa), una testa di cammello parlante appoggiata sul comodino.

Se suonavi a casa loro, dovevi tirare la proboscide dell’elefante e ti cascava in testa una secchiata d’acqua perché loro volevano solo ospiti PULITI!

In cima alla piramide sventolava una bandiera con il loro simbolo: una clava!

Bisogna dire che un fantasma incappucciato infestava la piramide. Era un fantasma in abito da sera. A un piede aveva un calzino puzzolente e all’altra una scarpa sformata. Era ridotto così, un po’ malmesso, perché gli era capitata una cosa terribile; aveva incontrato un

MAMMAMIA!

Chi erano i Mammamia? Erano i più terrificanti ladri di gelato che si conoscessero in quel paese. Ma ve l’ho detto come si chiama quel paese?

Si chiamava… BOH!

Se incontravi i MAMMAMIA non riuscivi più a mangiare il gelato. Becco di Papera e Gallina erano amici del fantasma -­‐ che si chiamava Coscia di pollo -­‐ e ogni sera versavano nei calici un sorso dello squisito BOHBOHBOH oppure una spremuta di NONLOSO. Una sera sentirono un misterioso suono di campanella. “Chi sarrrrrrrrà mai?”, si domandò la testa di cammello che aveva la R moscia perché veniva dallo zoo di Parrrrrrrigi! Il rumore proveniva dal laghetto vicino alla piramide.

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Becco di Papera e Gallina decisero di andare a vedere e salirono sulla loro macchina senza ruote.

DINDONDINDONDINDONDINDON

Il rumore era insistente, fastidioso, assordante. Più i due si avvicinavano e più diventava forte. Il campanello si interruppe bruscamente. Che era successo? “C’è una balena nel laghetto!”, strillò Becco di Papera. “È più grande del più grande motoscafo che io abbia mai visto!”. “Per tutti i mammamia”, sta rompendo la nostra barca, aggiunse Gallina. Disse la balena: “Non abbiate paura. Me ne sono accadute talmente tante che sono rimasta in mutande”. Che faranno Becco di Papera e Gallina? LO SCOPRIRETE NEL PROSSIMO EPISODIO!

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