laPiazza di Castelfranco - Settembre 2025

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I sindaci della Marca fanno il punto sullo stato di salute della medicina territoriale

di Castelfranco

Fabrizio Boron:

“Svolta storica, daremo un solido futuro al Veneto”

RITORNO

IN

IE’ quasi certo, al voto il 23 novembre

l tempo scorre e di convocazione di elezioni regionali non si vede neppure l’ombra. Tutto ormai lascia presagire che la consultazione che chiamerà al voto i veneti per eleggere il nuovo consiglio regionale e soprattutto il tanto atteso nuovo presidente si terrà il prossimo 23 novembre ovvero la data ultima possibile.

A fissare la data delle elezioni dovrà essere, così stabilisce la legge, l’attuale amministrazione, quindi il decreto di indizione porterà la firma del Presidente Zaia e, appunto, non potrà andare oltre il 23 novembre. Il fatto che si arrivi all’ultimo giorno utile, evidentemente, non nasconde le forti tensioni che si vivono nella maggioranza attualmente al governo della regione Veneto. La difficoltà, dunque, a trovare una sintesi tra riunioni sul territorio e vertici romani è palpabile e sta producendo questo continuo slittamento.

Nei giorni scorsi il Ministro e Segretario della Lega, Matteo Salvini ha provato a rompere gli indugi e a lanciare la candidatura di un suo fedelissimo, il giovane e brillante segretario veneto del partito, Alberto Stefani. Una proposta, questa, che ha trovato, immediatamente, il via libera del presidente Luca Zaia e del Sindaco di Treviso, Mario Conte.

segue a pag. 20

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Turismo e agricoltura, un anno positivo, ma preoccupano i tagli Ue al primario

CLASSE

FRA MILLE INCOGNITE, CARO LIBRI E MENSA, CELLULARI AL BANDO

La città guida un progetto ambizioso contro abbandono scolastico e marginalità giovanile. Ma dietro i numeri, restano dubbi sull’impatto concreto

Valentina Martelli, visione creativa italo-americana nel mondo dei media

Tra critiche e voti determinanti, il piano rappresenta la più grande operazione urbanistica degli ultimi 50 anni a Castelfranco

E VALE 600 MILIONI

Intanto Agsm Aim ha messo a segno la maxi fornitura di gas per la Pubblica Amministrazione

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Scuola sotto pressione

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

I l suono della prima campanella in classe quest’anno è arrivato in un contesto di speranze e di preoccupazioni per la scuola veneta. Da un lato ci sono le immissioni in ruolo disposte dall’Ufficio scolastico regionale: più di 4.000 docenti assunti, di cui 950 di sostegno, rappresentano un segnale positivo dopo anni di contenziosi e supplenze frequenti. È una boccata d’ossigeno che può dare maggiore stabilità alle classi e migliorare la continuità didattica.

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Ogni storia ha il suo inizio

Facciamo

Tre milioni per restaurare le mura storiche

Un maxi-intervento da 3 milioni di euro per ridare splendore al settore sud delle mura storiche di Castelfranco. È il progetto approvato dalla giunta comunale, in corsa per ottenere fondi ministeriali nell’ambito del Fondo Unico per il Turismo. L’obiettivo? Riqualificare il sistema fortificato cittadino e prepararsi a una candidatura di alto profilo: il riconoscimento Unesco tra le Città Murate del Veneto.

Un riconoscimento che, se ottenuto, rappresenterebbe non solo un prestigioso traguardo per la città, ma anche un potente motore di attrazione turistica e culturale, con ricadute positive sull’economia locale. Il progetto prevede il restauro della cinta meridionale, che comprende la torre campanaria, la torre sud-ovest e il tratto di mura che giunge fino alla Torre Civica. Se la richiesta verrà accolta, il ministero coprirà l’80% dell’investimento (pari a 2,25 milioni di euro), mentre il Comune si farà carico dei restanti 750mila.

Il progetto rientra nei parametri del Piano Strategico del Turismo 2023-27 del Ministero, che punta a sviluppare un’offerta autentica e sostenibile, valorizzando l’identità dei territori.

Sul fronte Unesco, il Comune si muove in sinergia con l’Associazione delle Città Murate. “Vogliamo arrivare pronti al momento in cui la candidatura sarà valutata”, aggiunge l’assessore al turismo Gianfranco Giovine, che il 27 settembre interverrà a un convegno internazionale a Lazise, dove si confronteranno realtà italiane e cinesi impegnate nella tutela delle città fortificate.

Il Comune partecipa al

Scuola sotto pressione

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Dall’altro, però, gli addetti ai lavori continuano a segnalare buchi importanti: nonostante le nuove assunzioni, all’appello dell’avvio d’anno mancano ancora alcune centinaia di insegnanti, con particolari difficoltà nelle primarie e in alcune discipline scientifiche. Il risultato pratico è che in molte scuole si prevedono ancora orari ridotti o ricorsi massicci alle supplenze, con tutto ciò che ne consegue in termini di qualità dell’apprendimento e organizzazione per le famiglie.

L’Ufficio scolastico regionale ha intensificato le comunicazioni e le operazioni di assegnazione delle cattedre in queste settimane: si sono susseguiti provvedimenti e incontri per coordinare le ultime nomine prima dell’inizio delle lezioni. Questo lavoro “dietro le quinte” è cruciale, ma non può sostituire una programmazione strutturale a medio termine e, soprattutto, continuare a lasciare nella precarietà centinaia di insegnanti che ogni autunno devono attendere le chiamate degli istituti per sapere dove e quanto lavoreranno.

Accanto alle difficoltà di organico pesa il capitolo del caroscuola. Le famiglie venete si trovano a fare i conti con spese sempre più consistenti: libri di testo che in alcuni casi superano i 300 euro a studente alle medie e arrivano a sfiorare i 500 euro nei licei, trasporto scolastico che incide sensibilmente nei bilanci di chi vive fuori dai centri urbani, rette delle mense che non fanno che crescere per effetto dell’inflazione.

Una parte di queste spese è alleggerita dai contributi regionali o comunali, buoni libro, agevolazioni per le tariffe, borse di studio, ma la coperta è corta e la disparità tra territori anche vicini resta evidente. Alcuni municipi riescono a garantire sostegni significativi, altri faticano a trovare le risorse, creando un mosaico di opportunità che non sempre assicura equità.

Il punto politico è chiaro: le soluzioni tampone non bastano più. Servono politiche che affrontino il problema alla radice, piani di reclutamento più stabili, formazione continua che risponda ai bisogni delle scuole locali, incentivi per trattenere i docenti nei territori più fragili e, parallelamente, interventi più strutturati a sostegno delle famiglie. La scuola non è solo organici e cattedre: è anche accessibilità economica, condizioni che permettano a ogni ragazzo di iniziare l’anno senza pesi eccessivi sulle spalle dei genitori.

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Approvato il piano per l’ex-Fracarro con 260 alloggi e parco da 6.000 m²

D urante l’ultimo consiglio comunale, è stato approvato il progetto per il recupero e la riqualificazione del compendio dell’exFracarro Radioindustrie, in pieno centro storico, per quello che è stato definito il più articolato e complesso piano urbanistico di Castelfranco degli ultimi 50 anni. Un progetto che vedrà la riconversione dell’area industriale di 45mila metri quadrati in un’area residenziale con circa 260 unità abitative, oltre all’installazione di un’area commerciale con un supermercato da 1500 metri quadrati. Importanti le ricadute per la comunità di Castelfranco. Il parco verde da 6mila metri quadrati sarà ad uso pubblico, così

come 300 nuovi parcheggi. Previsti inoltre altri oneri di urbanizzazione a carico della società proprietaria dell’area, la “Vivere nel parco spa”. Inoltre, l’amministrazione ha concordato con i proponenti di sostituire il contributo straordinario da versare al Comune con la costruzione di una passerella che, oltrepassando il canale di uscita dalle fosse del castello, permetterà l’accesso al parco dal parcheggio delle poste. Il parco sarà poi attraversato da un percorso ciclopedonale, agevolando il collegamento del centro cittadino con il frequentato Sentiero degli Ezzelini. Un piano così strategico, che cambierà il volto di Castelfranco, non poteva che esse-

re politicamente molto dibattuto. La stessa approvazione del piano attuativo ha riservato un colpo di scena a livello politico, dato che il progetto è passato con il voto determinante di un consigliere di minoranza, Nazzareno Bolzon, solitamente molto critico nei confronti della giunta guidata da Stefano Marcon. Di contro, la consigliera leghista Annalisa Battocchio ha votato contro. Respingendo qualsiasi ipotesi di crisi interna alla Lega, il sindaco Marcon plaude all’approvazione del piano: “È un momento di ripartenza, di rigenerazione urbana che ha pochi pari a livello nazionale, tanto da essere presentato come esempio virtuoso dal diparti-

mento di ingegneria civile dell’Università di Padova. Un progetto che comunque potrà avere dei miglioramenti: non è detto che non si riprenda la proposta di dedicare alcuni alloggi all’edilizia convenzionata e al social housing. Dopo il recupero dell’ex-convento delle Clarisse, la rigenerazione dell’area ex-Fraccaro è un altro tassello molto importante per quell’area di Castelfranco, che apre le porte alla futura riqualificazione dell’area dell’ex-foro boario, interamente di proprietà comunale, tema che sarà sicuramente affrontato dalle future amministrazioni. Infine, ricordo che portiamo a casa un parco pubblico da 6mila metri quadrati, con

i costi di manutenzione a carico del proponente. Avere un polmone verde prossimo alle mura è sicuramente un aspetto molto importante”. Aggiunge Luciano Dussin, ex-sindaco e capogruppo Lega in consiglio comunale: “Il Consiglio ha approvato il più importante intervento di rigenerazione urbana degli ultimi decenni. Quasi cinque ettari di capannoni in disuso e degrado che si affacciano al centro cittadino saranno sostituiti da nuovi edifici dotati del verde necessario che riqualificheranno l’area. Ora si aprirà la fase delle osservazioni che in via definitiva daranno il via all’operazione”.

Leonardo Sernagiotto

Ex Fracarro, piano urbanistico bocciato dalle minoranze

Nell’ultimo consiglio comunale, le minoranze hanno votato contro l’approvazione del piano urbanistico per l’ex-Fracarro. Una contrarietà non dovuta al progetto in sé, quanto alle modalità con le quali la giunta Marcon ha affrontato un piano così articolato e complesso, come ricordato da Sebastiano Sartoretto (Castelfranco Merita), che non esita a parlare di irresponsabilità da parte della maggioranza e di “prova muscolare di Marcon”, che ha negato la possibilità di un accordo condiviso. I consiglieri di opposizione hanno infatti sottolineato come siano almeno 5 anni che si parla di questo progetto, ma che il consiglio non sia mai stato informato a sufficienza. Negli ultimi 7 mesi sono state convocate solamente due commissioni, una a febbraio

e una il 1 settembre, a pochi giorni dal voto. Inoltre, lamentano le minoranze, nessuna delle osservazioni presentate durante la commissione di febbraio sarebbe stata recepita dall’amministrazione. “Questo progetto è il frutto di una negoziazione solo tra la giunta comunale e i privati proponen-

ti, senza che fossero ascoltate le minoranze” tuona Alessandro Boldo (Castelfranco Merita). In consiglio le minoranze hanno dunque richiesto la sospensione della votazione, come espresso da Gianni Fiscon (Castelfranco Civica): “Consiglio di ritirare l’approvazione del piano urbanistico e convocare al più presto una nuova commissione, in modo da arrivare con un piano modificato e concordato in tempi celeri”. Proposta tuttavia bocciata dalla maggioranza. Commenta Luciano Dussin (Lega): “Spiace che le minoranze si arrocchino sul no a prescindere, trovando le scuse più svariate ed insostenibili. Ricordo che c’è l’urbanistica ideale e quella regolata dalle leggi, e una buona amministrazione deve cercarne il giusto equilibrio”.(l.s.)

Città di Castelfranco Veneto

Una nuova era per Castelfranco Veneto: le Mura del Castello finalmente accessibili

Un’importante iniziativa di valorizzazione storica segna l’inizio di un percorso di riappropriazione culturale per la comunità.

Castelfranco Veneto ha vissuto sabato 6 settembre una giornata che entrerà di diritto negli annali della sua storia: per la prima volta i suoi cittadini ed i visitatori “moderni” hanno potuto salire e percorrere parte delle mura del Castello. Un traguardo che ha rappresentato la fine di un’epoca di chiusura e l’inizio di una nuova stagione di valorizzazione e fruizione del patrimonio storico, architettonico e identitario della Città. L’iniziativa è inserita all’interno del programma organico di restauro e valorizzazione del “Castello di Castelfranco Veneto” promosso dalla Giunta guidata dal sindaco Stefano Marcon, che punta a rafforzare il legame tra la comunità e il suo monumento simbolo, promuovendone la conoscenza e la funzione di polo culturale e turistico di rilevanza territoriale.

«Oggi scriviamo una pagina storica per Castelfranco Veneto – ha spiegato il sindaco Marcon – dando accesso alle mura del nostro Castello. Non si tratta solo di un’apertura fisica, ma di un gesto simbolico che restituisce alla comunità un patrimonio identitario che ci appartiene da secoli. È il risultato di un lavoro di squadra e di una visione chiara: rigenerare e valorizzare il cuore della città, perché diventi sempre più un luogo di cultura, turismo e socialità. Questo è solo il primo passo di un percorso che ci porterà ad arricchire ulteriormente l’esperienza di visita e a far riscoprire a tutti il valore unico del nostro Castello».

In tanti, autorità, cittadini e visitatori non hanno non mancare allo storico ta-

ACCESSO: dal portone ad arco di Casa Pastrello (Vicolo Montebelluna) � Torre del Giorgione � camminamento (solo andata). Discesa dalla Torre. Torre visitabile fino alla sommità.

glio del nastro allietato dalla presenza dei figuranti del Palio di Castelfranco Veneto. Dalle parole è seguita la visita sul camminamento delle mura ora aperto al pubblico.

I LAVORI SULLE MURA E LA TORRE DEL GIORGIONE

Il recente intervento ha interessato il quadrante nord-est del Castello di Castelfranco Veneto, nel cosiddetto quartiere “Montebelluna”. Sono stati restaurati circa 90 metri della cinta muraria sul lato est e 45 metri sul lato nord, riportando alla luce un tratto significativo delle fortificazioni.

ORARI DI APERTURA:

Lunedì: chiuso

Martedì – giovedì: 10.00 – 13.00

Venerdì – domenica: 10.00 – 18.00

Nei fine settimana è disponibile il biglietto unico Mura + Torre Civica Inclusi nella Castelfranco Card (acquistabile al Museo Casa Giorgione).

Grazie al consolidamento strutturale è stato possibile riaprire al pubblico i camminamenti di ronda del XV secolo, accessibili dalla Torre del Giorgione e resi sicuri con parapetti e passerelle. L’ingresso, dal giardino della ex Casa Pastrello, è stato arricchito con un percorso verde che accompagna i visitatori e si integra armoniosamente con il contesto storico. I lavori, avviati nella primavera del 2023, hanno avuto un costo complessivo di 1,29 milioni di euro, sostenuto in larga parte dal Ministero della Cultura, e rappresentano un traguardo importante per rendere nuovamente fruibile un monumento simbolo dell’identità cittadina.

BIGLIETTI:

Mura: intero €3, ridotto €1,50

Mura + Torre civica: intero €5, ridotto €3

INGRESSO GRATUITO per i residenti a Castelfranco Veneto.

Riduzioni e gratuità previste per scuole, minori di 6 anni, over 65, studenti, associazioni culturali, persone con disabilità.

Messaggio

Focus scuola. Tre milioni di euro per contrastare abbandono scolastico e supportare i giovani

Castelfranco al bivio: scuola o strada?

Attività educative di strada, riqualificazione urbana e ascolto dei giovani: il piano triennale per non lasciare indietro nessuno nella Marca occidentale

Posta al confine di tre province, Castelfranco è il polo scolastico più importante della Marca, seconda solo a Treviso. Questa caratteristica la porta ad essere una città che pone molta attenzione al tema dell’abbandono scolastico e al fenomeno dei Neet, i giovani che non lavorano, non studiano, non seguono percorsi di formazione, un fenomeno che riguarda anche la nostra regione, che si attesta a circa il 10%, in linea con la media europea e tra i tassi più bassi in Italia, ma ben distante da altre regioni sviluppate in Europa. La città del Giorgione è risultata vincitrice di un finanziamento complessivo di 3 milioni e 327mila euro nell’ambito del bando “DesTeenazione - Desideri in

azione”, promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e cofinanziato dall’Unione Europea. Nei prossimi tre anni, Castelfranco, in qualità di comune capofila dell’Ambito territoriale sociale Veneto 8, dovrà gestire una serie di interventi nei 29 comuni della Marca occidentale. Si tratta di progettualità legate soprattutto alla fascia d’età dagli 11 ai 18 anni, su temi come l’inclusione sociale, la valorizzazione delle competenze affettive e relazionali, anche se le prime iniziative che saranno messe in campo riguarderanno il contrasto alla dispersione scolastica, come riferito dall’assessore comunale al sociale, Oscar Miotti: “Andremo a intervenire con azioni già a settembre. Convocheremo

tutti gli istituti scolastici, per poi attivare questo servizio, così da evitare che siano le scuole a spendere dei soldi quando invece ci sono già le risorse. C’è poi tutta una progettualità per l’inclusione per i Neet: partiranno ad esempio le educative di strada, per monitorare il

territorio. Si tratta di educatori socio-pedagogici chiamati ad avvicinare i preadolescenti e gli adolescenti nei luoghi di aggregazione presenti nei vari comuni”. L’educativa di strada e le azioni per prevenire l’abbandono scolastico sono solo alcuni dei progetti previsti da DesTeenazione, che vedranno anche azioni a supporto delle figure genitoriali. Il progetto vedrà anche il recupero e la riqualificazione dell’ex-caserma della Guardia di Finanza di via Damini, a fianco della caserma dei Vigili del Fuoco, per una spesa complessiva di 390mila euro, tra sistemazione e messa a norma dell’edificio (270 mila euro) e l’acquisto di materiali, attrezzature per laboratori e arredi specifici per le attività (120 mila euro). L’immobile, di circa 1590 metri quadrati, è di proprietà dell’Usl 2 Marca Trevigiana e ha ospitato i finanzieri dal 1985 fino al trasferimento nel-

Prescuola e mensa, tra risorse limitate e soluzioni d’emergenza

Il 10 settembre è suonata la campanella nei diversi plessi scolastici di Castelfranco. Dopo le turbolenze registrate a inizio 2025 per il nodo delle iscrizioni alle scuole primarie, con alcuni plessi più in sofferenza di altri, il nuovo anno scolastico a Castelfranco vede attivate tutte le classi prime. Le settimane iniziali sono comunque destinate a una fase di rodaggio, come confermato da Marica Galante, vicesindaco e assessore alla scuola, che la settimana antecedente alla prima campanella ha incontrato i comitati dei genitori: “Anche per

quest’anno si stanno attivando i diversi servizi accessori, ad esempio il prescuola, negli stessi plessi scolastici dello scorso anno, come Villarazzo, Sant’Andrea Oltre il Muson, Salvarosa, Treville. Questo grazie alla collaborazione con i comitati dei genitori o di quelli frazionali. Laddove non si riesce, come amministrazione verremo incontro con quelle che sono le funzioni miste, ossia impegnando in parte il personale scolastico a queste funzioni. Il 22 settembre parte il servizio della mensa, mentre confermiamo il trasporto scolastico con le mo-

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la sede di via dei Pini di alcuni anni fa. L’ex-caserma diventerà uno spazio multifunzionale con orari di apertura flessibili, facilmente raggiungibile anche da altri comuni, dove i giovani e ragazzi, a prescindere dalle loro abilità motorie o dalla loro identità di genere, possano sentirsi ben accolti e pienamente coinvolti nelle attività previste dal progetto Desteenazioni. Nel frattempo, a Castelfranco è partito “Up Town”, il progetto di politiche giovanili finanziato dal Piano di politiche giovanili della Regione del Veneto, volto a promuovere la partecipazione attiva e il protagonismo giovanile. I ragazzi dai 14 anni in su sono chiamati a far parte di una realtà che crea spazi e opportunità per incontrarsi, confrontarsi, proporre iniziative e partecipare attivamente alla vita della comunità.

Leonardo Sernagiotto

dalità dello scorso anno. Ricordo che il Comune investe molto sul mantenimento del trasporto scolastico alla portata di tutti, con un abbonamento annuale da 280 euro e con diverse agevolazioni, che ripagano in minima parte (circa un quinto) gli oltre 350mila euro del servizio. Sulla carta è tutto a posto, però i primi 15 giorni sono di solito utili a far emergere eventuali problematiche fattive, che cercheremo di risolvere tempestivamente. A nome mio e dell’amministrazione, un augurio di buon inizio scuola a tutti gli studenti”. (l.s.)

Oscar Miotti

Archiviata l’era dei cellulari fra i banchi, saranno spenti anche durante l’intervallo

Con l’inizio del nuovo anno scolastico, gli istituti superiori della provincia di Treviso si preparano a dire addio all’uso libero dei telefoni cellulari in classe, allineandosi alle regole già in vigore nelle scuole elementari e medie. La circolare ministeriale dello scorso giugno ha evidenziato gli effetti negativi di un uso eccessivo dello smartphone su salute, benessere e rendimento scolastico degli studenti, lasciando agli istituti ampia autonomia nella gestione delle modalità di applicazione.

“Il ministero prevede il divieto del cellulare durante l’orario scolastico – commentano alcuni dirigenti scolastici – sia durante le lezioni che negli intervalli. Nell’ambito della loro autonomia, gli istituti possono decidere le modalità di applicazione e le eventuali sanzioni”. Presidi e docenti sono al lavoro per aggiornare i regolamenti interni e recepire le indicazioni ministeriali. La circolare del 16 giugno ha esteso il divieto anche alle scuole superiori, lasciando però libertà a ciascun istituto di definire le modalità operative.

Alcune scuole hanno deciso di adottare un approccio graduale, puntando sulla fiducia nei ragazzi e sulla responsabilizzazione indivi-

duale. Fino allo scorso anno, l’uso dello smartphone era consentito anche per fini didattici, con app e strumenti digitali impiegati per ricerche, quiz e attività collaborative. Ora, invece, entrerà in vigore un divieto più rigido e generalizzato.

Per gestire concretamente la nuova normativa, alcuni istituti si stanno attrezzando con armadietti personali o collettivi dove gli studenti dovranno depositare i dispositivi all’ingresso in aula; altri prevedono porta-cellulari da parete in ogni classe, sotto la supervisione degli insegnanti.

Il contesto nazionale conferma l’urgenza di misure simili: i dati delle prove Invalsi mostrano un

aumento della quota di studenti delle superiori con scarse competenze in italiano e matematica, fenomeno che alcuni esperti collegano anche alla distrazione causata dall’uso continuo dei dispositivi mobili. In questo quadro, il divieto vuole essere non solo una norma disciplinare, ma anche un’opportunità educativa per ristabilire attenzione, concentrazione e qualità dell’apprendimento.

Molti dirigenti scolastici sottolineano che il provvedimento dovrà essere accompagnato da un lavoro educativo più ampio, in cui si insegni agli studenti un uso consapevole della tecnologia, sia a scuola che nella vita quotidiana.

Sara Busato

Rientro sui banchi, stangata da 1.300 euro nel trevigiano : prezzi dei libri ormai alle stelle

Il divieto assoluto dello smartphone in classe cancella anche l’uso didattico degli strumenti digitali. È la fine della didattica innovativa?

Un’inchiesta sul rischio che la lotta alla distrazione diventi una regressione tecnologica, in un sistema scolastico già in difficoltà

Il ritorno sui banchi di scuola si sta rivelando un vero e proprio salasso per le famiglie trevigiane. Secondo i calcoli di Federconsumatori, per un solo figlio che inizia il primo anno delle superiori, la spesa totale potrebbe superare i 1.300 euro. Questo costo, che include corredo scolastico, ricambi e libri di testo, sta mettendo a dura prova il bilancio familiare, già provato dalle spese estive. L’allarme è stato lanciato da Adriano Bordignon, presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari di Treviso, che sottolinea come le spese per centri estivi e altre attività si sommino al rientro, creando un peso non indifferente sul bilancio domestico. Il problema principale e più gravo-

so rimane il costo dei libri di testo. Già lo scorso anno, la spesa media per i volumi superava i 715 euro, e le proiezioni per il prossimo anno non lasciano ben sperare. L’Associazione italiana editori prevede un ulteriore rincaro dell’1,8%, che si aggiunge agli aumenti tra il 7,5% e l’8,2% registrati negli ultimi tre anni. Per dare un sostegno concreto alle famiglie, l’ente bila-

terale del terziario EbiCom Treviso ha attivato un contributo per i dipendenti delle 6.000 aziende aderenti nei settori commercio, servizi e turismo. Le famiglie potranno richiedere un aiuto fino a 150 euro per figlio (200 euro dal terzo figlio in poi) per l’acquisto di libri di testo e abbonamenti per i mezzi pubblici. Le domande dovranno essere presentate entro il 31 ottobre. Per alleggerire il carico sulle famiglie, l’obiettivo è introdurre la detraibilità del 19% delle spese per i libri, applicabile almeno fino a un ISEE di 40.000 euro, una misura già prevista per lo sport e la sanità. Questa agevolazione permetterebbe di dare ossigeno alle famiglie, garantendo il diritto allo studio. (s.b.)

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Castelfranco

Sicurezza

idraulica. Avviato il dragaggio del fossato e consolidamento del ponte Ca’ Duodo

Al via il piano anti-alluvioni

Presidio settimanale per Gaza e mozione al consiglio comunale

in comunicazione Castelfranco con i comuni della prima cintura urbana (ossia Vedelago, Resana, Castello di Godego e Riese Pio X) e punti strategici, come la stazione dei treni, l’ospedale San Giacomo e il centro storico. “Sono progetti che vedranno la loro realizzazione nel 2026”, dichiara il sindaco Stefano Marcon. “Tra i due interventi il più urgente è quello sul ponte di Ca’ Duodo e per entrambi sarà necessaria una “asciutta”, ovvero il blocco del deflusso dell’Avenale, che va concordato con gli organismi che gestiscono le acque del territorio, come i consorzi di bonifica”.

P roseguono i lavori per la messa in sicurezza idraulica del centro storico di Castelfranco. Nei giorni scorsi, l’amministrazione ha affidato a studi tecnici esterni la progettazione esecutiva di due importanti interventi: il dragaggio del fossato del castello e il rafforzamento del ponte di Ca’ Duodo, in via XXIX Aprile. Si tratta di due dei quattro interventi individuati dal Comune di Castelfranco in seguito alle disastrose alluvioni del 2024 e finanziati con un milione e 200 mila di euro dal Ministro dell’Interno, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze e con il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare. Gli altri due interventi sono l’installazione di cordoli lungo l’asta del torrente Avenale nella via omonima (intervento già effettuato) e il rialzo degli argini del torrente Muson in Borgo Vicenza. Dei quattro interventi, lo scavo del fossato è certamente quello più oneroso e complesso. Con un capitolo di spesa di 635 mila euro, sarà necessario lo scavo e smaltimento di fanghi e altro materiale alluvionale dall’Avenale e dal fossato del castello, accumulatosi nel corso del tempo e soprattutto dopo le alluvioni, che hanno trasportato notevoli quantità di deposito limoso nel fossato. L’altro intervento riguarderà invece il ponte di Ca’ Duodo, dal costo stimato di 260mila euro. Si tratta di un punto centrale del sistema idrico cittadino, rappresentando sia l’ingresso, sia l’uscita (tramite un sifone) delle acque del torrente Avenale nel circuito delle fosse del castello. Oltre ad aumentarne la resistenza in caso di evento di piena dell’Avenale, il consolidamento del ponte di Ca’ Duodo prevede anche opere strutturali per l’aumento della portata di transito della struttura, in modo da garantire anche il transito delle corriere. Attualmente i mezzi di trasporto pubblico non possono infatti transitare per il ponte, costringendo gli autisti a percorrere tragitti alternativi. Nel prossimo futuro, con il rafforzamento del ponte e l’apertura del nuovo terminal bus, a nord della stazione ferroviaria, e del deposito della Mom, sarà possibile ridisegnare la mobilità pubblica cittadina. È infatti nei piani dell’amministrazione realizzare dei collegamenti suburbani, che possano mettere

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Proseguirà almeno fino ai primi di ottobre il presidio permanente che diverse associazioni e realtà di Castelfranco stanno organizzando ogni mercoledì, per manifestare una ferma condanna dell’attacco israeliano a Gaza e dell’espropriazione dei territori della Cisgiordania. L’appuntamento è fissato il mercoledì dalle 18 alle 19.30, davanti alla Torre Civica di Castelfranco, per esprimere la propria condanna al massacro della popolazione civile palestinese e per sensibilizzare la comunità locale. Commentano gli organizzatori di “Castelfranco per la Pace”: “Non possiamo accettare in silenzio il genocidio del popolo palestinese a Gaza e l’espropriazione sistematica dei

territori della Cisgiordania. Le immagini che arrivano da Gaza sono ogni giorno sempre più drammatiche. Non possiamo permettere che la sofferenza di un intero popolo cada nell’indifferenza. Il nostro presidio è un grido collettivo: chiediamo il cessate il fuoco immediato, la fine dei bombardamenti, l’apertura di corridoi umanitari e il rispetto del diritto internazionale. Il presidio è aperto alla partecipazione di singole persone, gruppi e associazioni che vogliano unirsi per manifestare solidarietà e lanciare un chiaro messaggio di pace e giustizia”. Il comitato vuole inoltre presentare una mozione al prossimo consiglio comunale: “Chiediamo di presentare e votare un ordine del giorno che impegni la nostra città a prendere una posizione chiara, a condannare il genocidio e a promuovere il rispetto del diritto umanitario internazionale”. Alla mobilitazione hanno già aderito diverse organizzazioni locali, tra cui gruppi religiosi, associazioni civiche e sindacali, movimenti per la pace e partiti politici. (l.s.)

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La polemica. Interventi previsti dopo il restauro della Barchessa degli Strepiti

Parco Bolasco, non accessibile ai disabili: la denuncia di Paolo Berro

P

arco Bolasco continua a rimanere difficilmente accessibile per le persone con disabilità. A far emergere la questione è Paolo Berro, ingegnere di Castelfranco, tetraplegico e professionista nel campo dell’accessibilità digitale e fisica. Quest’estate, a luglio, Paolo è stato protagonista di uno spiacevole episodio: deciso a visitare il parco insieme ad un’altra persona, non è potuto accedere al “central park” castellano per via del vialetto d’accesso esterno al parco. Un tratto di 100 metri ricoperto da ghiaia fine, ostacolo per chiunque utilizzi una carrozzina, sia manuale, sia elettrica, ma anche per passeggini, carrozzine e ausili per la deambulazione. In quell’occasione, Paolo decise di tentare con l’ingresso principale della villa, lungo Borgo Treviso, ma, dopo aver percorso circa un chilometro, gli fu negato l’accesso. Oltre al vialetto ricoperto da ghiaia, nelle vicinanze dell’ingresso al Parco è presente un unico parcheggio riservato alle persone con disabilità, che tuttavia non rispetta le misure previste dalla legge, in quanto troppo stretto e con la presenza di un cordolo in metallo. “Questa situazione – commenta Paolo – mi ha colpito profondamente, perché rappresenta in maniera evidente quanto sia ancora distante una reale inclusività nel nostro territorio. I problemi di accessibilità a Parco

Bolasco possono configurare una grave violazione della legge che tutela specificamente i diritti delle persone con disabilità contro qualsiasi limitazione nell’accesso anche ai luoghi pubblici”.

La questione è approdata in consiglio comunale, con la replica dell’assessore ai lavori pubblici Mary Pavin. L’assessore ha ricordato come attualmente in prossimità dell’ingresso al Parco siano in corso i lavori per il restauro e il recupero della Barchessa degli Strepiti, progetto finanziato da fondi Pnrr, che vedrà la conclusione nel corso del 2026. Una volta terminato il restauro, sarà possibile intervenire sul vialetto: “È in corso la stesura della convenzione con l’Università, proprietaria dell’area, nella quale verrà formalizzato l’impegno di realizzare un percorso idoneo per carrozzine e persone con disabilità motorie, uguale alla stessa tipologia di superficie realizzata all’interno del Parco Bolasco e che ha già ottenuto l’approvazione della Sovrintendenza”. Inoltre, sebbene l’area dell’ingresso sia divisa tra le proprietà dell’Università, della casa di riposo Sartor e alcune servitù del Comune, sono in corso delle valutazioni per la realizzazione di uno o più parcheggi riservati ai disabili al termine dei lavori sulla Barchessa degli Strepiti. Leonardo Sernagiotto

La città piange la scomparsab di Ildo Pettenon, storico leader della Cna

Un grave lutto ha colpito la Cna di Castelfranco Veneto con la recente scomparsa di Ildo Pettenon, figura di riferimento e anima storica dell’associazione. Pettenon, titolare di un’impresa edile e residente a Ramon di Loria, è venuto a mancare la scorsa settimana all’età di 84 anni. Il suo impegno nel mondo dell’artigianato locale è iniziato nel 1978, quando fu eletto Consigliere della Cna castellana, incarico che mantenne fino al 1992. Da quel momento ricoprì la carica di Presidente per due mandati consecutivi, dal 1992 al 2002, e successivamente venne rieletto per un altro mandato fino al 2011. È durante la sua presidenza che l’associazione raggiunse una svolta decisiva: nel 2000, infatti, fu acquisita la sede storica in via delle Querce, una conquista che sancì la fine di anni di affitti e conferì finalmente alla Cna una propria “casa”. Oltre a guidare la Cna di Castelfranco, Pettenon fu anche membro della direzione provinciale della Cna trevigiana, contribuendo a rafforzare il legame tra l’associazione e il tessuto imprenditoriale del territorio. La sua leadership è stata contraddistinta da serietà, equilibrio e pragmatismo. Sempre disponibile al dialogo, ha incarnato i valori dell’artigianato con coerenza e dedizione, lasciando un’eredità significativa che ha influenzato la crescita e la solidità dell’associazione. Anche dopo il pensionamento, Ildo ha continuato a dedicarsi con passione alla Cna, assumendo la responsabilità del Gruppo Pensionati e promuovendo iniziative volte a mantenere vivi i legami intergenerazionali e il senso di comunità tra gli associati. (r.t.)

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Festival. La città si conferma come nuovo epicentro culturale del nord-est tra concerti, laboratori e progetti

Sottosopra Festival: chiusa la settima edizione da record

U n festival che non ha deluso le aspettative e si è confermato appuntamento centrale dell’estate a Castelfranco. Con il concerto esclusivo di Venerus, domenica 3 agosto ai giardini sud-ovest del Castello, si è chiusa la settima edizione di Sottosopra Festival, la più partecipata di sempre. Il cantautore milanese ha infiammato il pubblico con una performance intensa e raffinata, suggellata da un momento inatteso: una cover emozionante di “Luce (tramonti a nord est)”, dedicata a Elisa Toffoli, presente a sorpresa tra gli spettatori. L’omaggio, accolto da un’ovazione, ha sottolineato il legame artistico recentemente nato tra i due musicisti e ha trasformato il finale in un evento memorabile. Il festival, che ha proposto quattro giornate di concerti, incontri e attività, ha confermato il suo ruolo centrale nel panorama musicale del nordest, attirando appassionati non solo dal Veneto ma anche da Friuli Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna. Nonostante il meteo incerto, il pubblico non ha fatto mancare la propria presenza. L’apertura, giovedì 31 luglio, è stata affidata alle sonorità eleganti del pianista e compositore Federico Albanese, mentre la serata di venerdì ha visto alternarsi Yasmina, con il suo intreccio di elettronica e rock, e Coca Puma, che ha presentato dal vivo l’album d’esordio Panorama Olivia. Sabato 2 agosto, dopo la corsa non

competitiva Anello del Giorgione e i laboratori diffusi in città, il palco è stato conquistato da Tatum Rush, cantautore italo-svizzero dall’anima cosmopolita, e dai fratelli neozelandesi Chaos in the CBD, protagonisti di un live carico di groove. Domenica pomeriggio il festival ha ospitato il laboratorio performativo dell’attore e regista Filippo Quezel e il concerto della salentina Altea, in attesa del gran finale con Venerus. La settima edizione rappresenta un punto di svolta. “Sottosopra si è consolidato come un vero ecosistema culturale del nord-est” ha dichiarato il direttore artistico Daniele Costa “Abbiamo costruito un format che non si limita alla musica, ma unisce formazione, rigenerazione urbana e tessitura sociale. Castelfranco può diventare un epicentro culturale per i prossimi anni”. Il festival, infatti, è parte di un progetto più ampio di co-progettazione promosso dal comune di Castelfranco Veneto, che ha coinvolto 15 realtà locali e animato la città murata da maggio a settembre con eventi diffusi. Un modello di collaborazione che rafforza il legame tra cultura e comunità. Il successo del 2025 è stato reso possibile anche grazie al sostegno dell’Amministrazione comunale e dei partner privati, tra cui Azimut, Gazzola Trucks, Banca delle Terre Venete e CNA, che hanno creduto nella crescita della manifestazione.

Leonardo Sernagiotto

Cambio al vertice dello Iov: Benazzi è il nuovo commissario

Cambio ai vertici dello Iov, l’Istituto Oncologico Veneto Irccs. Dal 1 settembre Francesco Benazzi, attuale direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, ha assunto l’incarico di Commissario dell’istituto, succedendo a Maria Giuseppina Bonavina, in uscita per pensionamento. L’annuncio arriva direttamente dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha firmato il decreto di nomina.

Una decisione all’insegna della continuità e dell’esperienza. “È una staffetta tra due punte di diamante della sanità veneta”, ha sottolineato Zaia, ringraziando pubblicamente Bonavina per una carriera iniziata nel 1987 e sviluppatasi tra incarichi dirigenziali di primo piano in diverse aziende sanitarie del Veneto, compreso lo stesso Iov. “Con lei – ha aggiunto il Governatore –abbiamo avuto una guida autorevole, capace di affrontare sfide complesse con lucidità, fermezza e visione”.

L’incarico affidato a Benazzi sarà svolto a titolo gratuito e si inserisce in un percorso già avviato: il manager trevigiano segue infatti da tempo la sede Iov di Castelfranco Veneto, operando in sinergia con l’istituto oncologico. “Non è solo un profilo tecnico di altissimo livello – ha sottolineato ancora Zaia – ma anche la persona giusta per garantire una visione complessiva e integrata dell’istituto. Lo ringrazio per la disponibilità e gli auguro buon lavoro”. Apprezzamento per entrambi i manager è stato espresso anche dall’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin: “Un sincero grazie alla dottoressa Bonavina per l’impegno straordinario, e i migliori auguri a Benazzi per questo nuovo importante incarico”. (r.t.)

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Il risultato. Grande successo sportivo nella sfida di Lignano Sabbiadoro

Tre giovani e promettenti atleti veneti conquistano il bronzo all’Open League

La terza tappa del circuito giovanile itinerante Fijlkam vede protagonisti i trevigiani Antonio Amarante, Carlotta Dalle Fusine e Giacomo Turcato

Dopo la pausa estiva, la squadra agonisti e agoniste della Germinal Sport Target di Castelfranco Veneto ha fatto parlare di sé all’Open League di Lignano Sabbiadoro, tappa numero tre del circuito giovanile organizzato dalla Fijlkam, la Federazione Italiana Judo, Lotta,

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Karate e Arti Marziali. Tre medaglie di bronzo, firmate da Antonio Amarante, Carlotta Dalle Fusine e Giacomo Turcato, hanno confermato il valore dei giovani talenti veneti. La competizione, inserita nel contesto del Symposium Karate 2025 – una settimana di incontri, seminari e allenamenti per atleti e tecnici – ha attirato al Bella Italia EFA Village oltre 1000 partecipanti provenienti da 250 società italiane. Sul tatami si sono sfidate tutte le ca-

tegorie giovanili, dagli Under 14 agli Under 21.

Antonio Amarante, all’esordio tra gli Under 21, ha conquistato il bronzo nei -60 kg del kumite. Dopo una sconfitta iniziale per mano di Guido Squillante (Shirai Club San Valentino), poi oro della categoria,

il judoka trevigiano ha superato al ripescaggio Gabriel Piemonte (Karate Nakayama Brescia) con un netto 8-0.

Sul podio delle Under 21 femminili +68 kg è salita anche Carlotta Dalle Fusine, che ha conquistato il bronzo grazie alla vittoria su Flavia Daureli (Team Karate Ladispoli), confermando così il suo talento dopo gli argenti precedenti in Emilia Romagna e Lombardia. Nel kata, Giacomo Turcato, Ca-

detto di Vadelago, ha sfidato i migliori atleti della sua categoria. Dopo la sconfitta iniziale contro Matteo Freda (Andrea Penna Karate Team), Turcato ha vinto le successive sfide di ripescaggio, battendo Marco Isola e Antonio Merluzzo, aggiudicandosi il bronzo con un

punteggio di 22,50 contro 21,50. “Antonio ha dimostrato grande competitività anche con il passaggio agli Under 21 in una categoria difficile”, commenta Niki Mardegan, direttore tecnico della Germinal Sport Target. “L’Open League di Lignano è stata un’ottima occasione dopo la pausa estiva. Ora bisognerà intensificare gli allenamenti per affrontare al meglio i prossimi appuntamenti”.

Redazione Castelfraco

Manlio Brusatin vince il Premio Comisso alla Carriera 2025

Manlio Brusatin, architetto, storico delle arti e saggista, è stato premiato con il Premio Comisso alla Carriera 2025, un riconoscimento che celebra il talento letterario e culturale di autori veneti. Il prestigioso premio, giunto alla sua quarta edizione, è promosso dall’Associazione Amici di Comisso in collaborazione con Centro Marca Banca e Fondazione CMB. Brusatin, nato a Castelfranco Veneto nel 1 943 e residente ad Asolo, è stato scelto per la sua scrittura “unica e originale”, che attraversa con maestria numerosi ambiti del sapere umano e scientifico. L’assegnazione del premio è stata unanime da parte del Consiglio

Direttivo dell’Associazione Amici di Comisso, che ha lodato l’autore per la profondità e l’ampiezza delle

sue opere, capaci di suscitare “stupore, meraviglia e conoscenza”. La cerimonia di premiazione si terrà il 4 ottobre presso il Teatro Comunale Del Monaco di Treviso, nell’ambito della finale del Premio Comisso. In passato, il riconoscimento è stato as-

segnato a grandi nomi della cultura veneta, tra cui Antonia Arslan, Ferdinando Camon e Patrizia Valduga. Manlio Brusatin vanta una carriera accademica e professionale di grande prestigio, con lavori che spaziano dalla storia dell’arte e della visione alla progettazione architettonica. Tra le sue opere più celebri figurano “Storia dei colori”, tradotto in oltre venti lingue, e “Storia delle linee”. Tra i suoi libri più recenti, “Stile sobrio”, che riflette sul concetto di virtù nella vita di un nobile veneto del Seicento, e “Il cappello di Leonardo”, una riflessione sulla forma e sull’immagine a partire da un autoritratto di Leonardo da Vinci. (r.t.)

Antonio Amarante
Carlotta Dalle Fusine
Giacomo Turcato

L’intervista. Un giovane pittore nella Napoli dell’Ottocento: arte, ricerca di sé e città come specchio dell’anima

Carlo Morriello, Oltre l’ombra dei colori: un viaggio alla scoperta di sé stessi

U

n giovane pittore alla ricerca di sé stesso e delle proprie radici, sullo sfondo di una Napoli di fine Ottocento, che con i suoi silenzi e le sue contraddizioni diventa paesaggio dell’anima, specchio dei tumulti interiori del protagonista. Oltre l’ombra dei colori è il romanzo d’esordio di Carlo Morriello, scrittore e insegnante di Lettere, nato a Napoli e oggi residente a Castelfranco Veneto. Tra i trecento finalisti al torneo letterario nazionale IoScrittore, Morriello intreccia nel libro le passioni che l’hanno accompagnato per tutta la sua vita: la pittura e la scrittura. Carlo, come nasce Oltre l’ombra dei colori?

“Ho sempre desiderato scrivere un romanzo ambientato nella mia Napoli che potesse al tempo stesso affrontare un tema a me caro: scoprire la propria natura e, pur tra mille difficoltà, perseguire i propri sogni. Negli anni ho dato vita a diversi progetti narrativi con questi “ingredienti”, ma senza risultato. Non mi soddisfacevano perché mancava qualcosa...forse l’anima e la vita. Stavo per mollare tutto, quando una sera affiorò in me l’immagine di un personaggio, che sembrava appartenere a un’altra epoca, lontana e vicina al tempo stesso. Per comprenderne davvero il significato ho scavato in profondità dentro di me e da lì è nato uno dei personaggi chiave del romanzo. Curiosamente, non si trattava del protagonista, ma è stato lui a darmi l’ispirazione per quest’ultimo”.

Qual è il messaggio più importante che vuole trasmettere ai lettori?

tazione del romanzo: cosa ti ha spinto a renderla quasi protagonista?

“Il libro è ambientato nella Napoli di fine 800, periodo in cui la città cambia radicalmente volto a seguito del cosiddetto Risanamento, un intervento urbanistico che ridisegna buona parte dei quartieri storici. In Oltre l’ombra dei colori, Napoli non fa da semplice sfondo alla storia narrata, ma con i suoi palazzi, le sue chiese, i suoi vicoli e i suoi misteri ne diviene coprotagonista. Si crea così un fil rouge tra Napoli e il giovane pittore: come il protago-

“Pur di fronte alle difficoltà e ai misteri che si trova ad affrontare, Michele, il protagonista, è un personaggio che non smette mai di cercare risposte. Il suo desiderio di conoscere oltre le apparenze e le proprie ombre, ricercando sempre un senso alla propria vita, è qualcosa che ciascuno di noi dovrebbe imparare a fare. Michele compie un viaggio alla scoperta di sé stesso e delle proprie radici. Vorrei che i lettori, seguendolo, si sentissero spinti a intraprendere una strada analoga”. Napoli non è solo l’ambien-

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nista va incontro a un profondo cambiamento nella sua vita, così la stessa città affronta una trasformazione epocale, non solo nell’aspetto urbanistico ma anche nell’anima. La Napoli che ho voluto restituire cerca di essere lontana dagli stereotipi folcloristici e, con le sue contraddizioni e i suoi silenzi, diventa un personaggio a sé: palcoscenico e, al tempo stesso, specchio delle inquietudini del protagonista”. Quanto c’è di lei nel protagonista?

“Credo che ogni personaggio sia sempre una proiezione dell’autore, in ognuno di essi c’è lo zampino della sua personalità. Michele è in cerca di una svolta professionale che possa cambiargli la vita. Sogna in grande e ha la forza di non arrendersi alle prime difficoltà. È curioso, caparbio, sempre in cerca di risposte sul suo passato e sul suo mondo interiore. Queste sono tutte dimensioni che mi appartengono. E infine, il rapporto con l’amore: per quanto cerchi di voltarsi altrove, sa che deve fare i conti con dei sentimenti che credeva “finiti”. Non vuole ammetterlo neanche a sé stesso, ma sa, “sente” che sono per lui ancora di vitale importanza”.

Da scrittore e insegnante, come vede il rapporto tra i giovani e la lettura?

“A scuola i ragazzi incontrano gli autori del passato, ne studiano le opere, il pensiero e lo stile. Cerco sempre di trasmettere ai miei allievi anche il lato umano di questi grandi, i loro problemi, “l’urgenza” che li ha portati a scrivere capolavori immortali. Il rapporto con i libri, però, è molto variegato: ci sono studenti che divorano romanzi e altri che si limitano a studiare ciò che viene loro assegnato. È un’ovvietà, ma credo che i ragazzi possano e debbano essere motivati alla lettura in quanto fonte inesauribile di conoscenza, riflessione, pensiero critico, arricchimento culturale e interiore. Leggere favorisce anche la concentrazione, che al giorno d’oggi è sempre più minata dall’utilizzo di smartphone e social”.

Giulia Turato
Lo scrittore Carlo Morriello

La Kermesse. Concerti e workshop per scoprire nuovi talenti e musica contemporanea

Festival delle Due Città: musica, passione e innovazione tra Treviso e Venezia

È

stata presentata ufficialmente a Treviso, nella storica sede di Ca’ Sugana, la 25ª edizione del Festival delle Due Città, un evento ormai consolidato che da anni rappresenta un punto di riferimento nel panorama musicale internazionale. Tra le parole chiave emerse durante la conferenza spiccano “sperimentazione” e “passione”, valori che accompagneranno gli otto appuntamenti in programma tra Cavallino Treporti, Treviso e Venezia.

Quest’anno il Festival, diretto artisticamente da Andrea Vettoretti, si caratterizza per una doppia anima: da un lato, un’intensa proposta musicale che spazia dalla chitarra ad altri strumenti, riflettendo il sottotitolo “Guitar & Friends”; dall’altro, un’apertura significativa verso i giovani artisti con la “Young Artist Platform”, un’occasione unica per far emergere nuovi talenti e avvicinare il pubblico alla musica classica contemporanea con concerti e lezioni gratuite in piazza.

L’apertura è fissata per domenica 14 settembre a Venezia, alla Batteria Vettor Pisani, con il Quartetto Veneziano che proporrà “La Follia del Prete Rosso”, seguita da un omaggio al flamenco e al baile mediterraneo il 20 settembre in piazza SS. Trinità a Cavallino Treporti. Da venerdì 26 settembre a Treviso, nell’auditorium Santa Caterina, prenderà il via un programma

ricco di novità, tra cui “Storie in un bicchiere”, uno spettacolo originale dedicato a Ernest Hemingway, e un doppio concerto di grande spessore con artisti di fama internazionale come Maurizio Mastrini, Sandro Lazzeri, Giovanni Seneca e Acustica Latina.Le ultime due date del Festival si svolgeranno a Mestre e Venezia: il 10 e 11 ottobre all’auditorium Candiani di Mestre con i concerti del chitarrista spagnolo Javier Garcia Moreno e del duo Brillante, e il gran finale domenica 19 ottobre nella prestigiosa Sala Apollinea del Gran Teatro La Fenice, dove lo stesso direttore artistico Vettoretti presenterà in prima nazionale il suo nuovo progetto musicale “The Breath of Water”.Il Festival delle Due Città conferma così la sua vocazione a unire le città del territorio in un’esperienza culturale di qualità, capace di rinnovarsi e di portare avanti la tradizione musicale senza mai perdere il contatto con le nuove generazioni e il pubblico più ampio.Questa edizione sottolinea l’importanza di investire in cultura come motore di crescita sociale, valorizzando sia il patrimonio artistico sia i talenti emergenti. Il Festival rappresenta un invito a vivere la musica come esperienza collettiva, capace di unire territori diversi e stimolare il dialogo generazionale, in un’epoca in cui l’arte diventa sempre più essenziale per rafforzare l’identità e il senso di comunità.

Il Treviso Comic Book Festival salpa verso la 22esima edizione tra fumetti, mostre e incontri con artisti da tutto il mondo

Treviso si prepara a diventare ancora una volta la capitale italiana del fumetto e dell’illustrazione: dal 26 al 28 settembre torna il Treviso Comic Book Festival (TCBF) con la sua 22esima edizione. Una “barca” carica di creatività, storie e colori, pronta a salpare per accogliere appassionati e curiosi da tutta Italia in tre giorni di eventi, mostre e laboratori diffusi per il centro storico.

La Mostra Mercato, cuore pulsante del festival, si terrà sabato 27 e domenica 28 nelle due sedi del Museo Nazionale Collezione Salce a Santa Margherita e San Gaetano. Qui saranno presenti 44 case editrici nazionali e internazionali, tra cui la finlandese KutiKuti, e 48 autoproduzioni, con oltre 200 autori pronti a incontrare il pubblico. Biglietto speciale da 3 euro per un giorno e 5 euro per l’intero weekend permetterà anche di visitare le mostre “Phantasmagoria Pacis” e “C’era una volta il West” di Renato Casaro. Oltre alla mostra mercato, il festival propone 14 esposizioni a tema internazionale, tra cui la collettiva “Fumetti? Roba da bambini” alla Fondazione Benetton, “L’arte di plasmare il segno” di Enrique Breccia, e le retrospettive di Tommi Musturi e Jim Stoten. Spazio anche a talenti locali come Anna Dietzel da Verona e a collaborazioni internazionali, come la mostra epistolare “Hey, look what I got! (it’s a postcard!)” tra Treviso e Rotterdam. Palazzo Giacomelli ospiterà invece talk e workshop su fumetto, animazione e salute mentale, con ospiti da Italia, Finlandia e Medio Oriente.

Il TCBF non dimentica la città: le vetrine dei negozi si trasformano in tele per oltre 200 artisti, creando un percorso artistico diffuso che celebra anche gli 80 anni di Ascom Confcommercio Treviso. Non mancheranno eventi OFF nei locali della città, il Premio Carlo Boscarato con novità dedicate all’ambiente e concerti per il finissage, come quello con La Scimmia e Ilaria Dens.

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Calcio

Eccellenza. Dopo un’estate difficile, il presidente assicura i pagamenti e il rilancio

Rosin: “Ripartiamo con coraggio, pagheremo gli stipendi arretrati”

C ’è voglia di voltare pagina in casa Giorgione 1911, provando a lasciarsi alle spalle gli strascichi di un’estate che ha lasciato alcune ferite aperte. A metterci la faccia è il presidente Fabio Rosin, che in queste settimane sta lavorando su più fronti per salvaguardare il presente e provare a rilanciare la tradizione rossostellata.

“Siamo consapevoli delle criticità vissute negli ultimi mesi –spiega Rosin – ma stiamo lavorando per portare a termine quanto iniziato l’anno scorso. L’obiettivo è onorare tutti gli impegni e i pagamenti ai giocatori verranno fatti. Alcuni sono già stati saldati, altri lo saranno. Serve un po’ di tempo, ma non lasceremo nulla in sospeso”. Una risposta diretta alle lamentele emerse da parte di alcuni ex giocatori, ancora in attesa di ricevere quanto pattuito al termine della scorsa annata. Un

contesto difficile, in cui è emersa in parallelo anche una nuova realtà giovanile, l’ASD Rossostellato Giorgione, nata dall’iniziativa di un gruppo di tecnici locali prima attivi nel vivaio del Giorgione 1911.

Il presidente ha commentato così la vicenda: “C’è poco da dire. Tutto ciò non è stato a favore del Giorgione, tutto quello che è successo, è un insulto allo sport – sottolinea Rosin – ma non voglio entrare in polemiche. Vogliamo guardare avanti, recuperare il blasone del nostro club ottimizzando le risorse tecniche e umane a disposizione”.

Per quanto riguarda la prima squadra, il progetto sta prendendo forma attorno all’esperienza dell’allenatore Terry Cavazzana, confermato in panchina; il tecnico conosce moto bene l’ambiente e ne incarna i valori. In suo supporto ci sarà l’entusia-

Treviso: l’obiettivo è la Serie C

Accusare il colpo, accettare la realtà delle cose e rimboccarsi le maniche. È questo il percorso che il Treviso ha affrontato nella lunga estate che lo ha separato dall’inizio della nuova stagione di Serie D. Per superare la delusione del secondo posto dell’anno scorso, la società della Marca ha deciso di ricominciare da zero.

La rivoluzione è partita dalla guida tecnica: Pierfrancesco Strano, reduce dall’esperienza come Responsabile Scouting all’Avellino, è stato scelto come nuovo Di-

rettore Sportivo. In panchina un grande nome: Edoardo Gorini, ex allenatore del Cittadella in Serie B.

I grandi cambiamenti hanno toccato poi il campo: un restyling quasi totale per eliminare le scorie che il campionato scorso ha inevitabilmente lasciato. Si è così espresso Strano sulla nuova rosa: “Abbiamo puntato su un organico profondamente rinnovato – ha dichiarato – con giovani di prospettiva, soprattutto di proprietà, per avviare un processo di patrimonializzazione del club. Accanto a

smo del nuovo team manager Nicola Dall’Armellina. Uno spazio poi per una piccola parentesi sul calciomercato: “Abbiamo ragazzi caparbi e all’altezza della situazione, gli ultimi rinforzi si concentreranno sull’attacco”. L’obiettivo? “Puntiamo prima di tutto alla salvezza, poi tutto quello che verrà sarà guadagnato. Ma la squadra ha nel suo DNA la volontà di trasmettere qualcosa di importante, ci crediamo. Al centro ci sono sempre i nostri giovani, che verranno valorizzati”. Sul fronte impianti arriva una nota confortante: “Grazie a un supporto esterno di grande valore è stato fatto un intervento importante con l’amministrazione comunale per avviare un processo di riqualificazione dell’area dello stadio e della zona limitrofa. È il momento giusto per farlo, ne abbiamo bisogno. Lavoreremo anche in questa direzione”. E in chiusura,

Rosin lancia un messaggio che va oltre il campo: “Tengo al Giorgione 1911 e tengo alla sua storia. Voglio portare avanti la tradizione e l’ambizione di questa storica

società. Nonostante le difficoltà, la nostra identità resta intatta. Ora serve lavorare, uniti, per costruire il futuro”.

Stefano Parpajola

loro calciatori esperti, in modo da costruire un gruppo solido e competitivo, con l’obiettivo di riportare il Treviso ai livelli che merita”.

Le parole del direttore sportivo non lasciano spazio ai dubbi: l’obiettivo dei biancazzurri sarà la vittoria del campionato. Tra le principali rivali Clodiense, Legnago, oltre alle ambiziose Mestre e Cjarlins Muzane, e alla solita mina vagante Campodarsego.

Il mercato ha portato sulle sponde del Sile, oltre a giovani di interessante prospettiva, alcuni

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nomi altisonanti per la categoria: in difesa l’esperienza di Munaretto e Gucher, a centrocampo Serena e Brevi e davanti Petrovic e Scotto.

Un top player, come anticipato, è arrivato anche in panchina. Mister Edoardo Gorini: “Sento una grande responsabilità, ma anche l’energia giusta per provare a riportare questa piazza nel calcio professionistico”. Treviso si prepara all’anno del rilancio con in testa un chiaro obiettivo: vincere. (s.p.) Tomi Petrovic, attaccante del Treviso

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Ormai appare quasi certo: le elezioni regionali saranno il 23 novembre

Fratelli d’Italia, che si appresta a diventare anche in Veneto, l’azionista di maggioranza della coalizione non ha respinto l’ipotesi ma ha gettato, con il segretario regionale dei meloniani, Luca De Carlo, molta acqua sugli entusiasmi leghisti sostenendo che nulla sarebbe ancora deciso e che le “fughe in avanti” non fanno bene al rapporto tra alleati. A gettare benzina sul fuoco ci aveva pensato, soltanto una decina di giorni prima, Flavio Tosi segretario regionale di Forza Italia che aveva dichiarato come fosse giusto e naturale che il candidato presidente del Veneto per il centrodestra fosse scelto da Fratelli d’Italia in quanto partito traino dell’intera coalizione.

L’ennesimo vertice romano dello scorso 10 settembre non ha prodotto alcuna fumata bianca: il dossier candidature delle regionali resta ancora chiuso e nessuna

decisione è stata presa. Nel mentre il tempo stringe e il nervosismo e tangibile. Le associazioni di categoria venete, cosa mai accaduta con questa forza, hanno protestato in modo vibrante contro queste eterne trattative che, di fanno, stanno paralizzando da mesi la regione in un momento nel quale l’economia sta mettendo a dura prova il tessuto produttivo locale il quale, viceversa, avrebbe bisogno di risposte e sostegni urgenti e tangibili.

L’altro fatto inedito per il Veneto è quanto accade nel centrosinistra. Per la prima volta gli sfidanti hanno individuato ormai da tempo in Giovanni Manildo il candidato presidente, non sono attraversati dalle tipiche polemiche, ma anzi stanno conducendo una campagna elettorale molto puntuale per tutto il Veneto. Anche

la coalizione, per la prima volta, è al completo e molte delle forze politiche che la compongono hanno, addirittura, già presentato, in ogni provincia, i candidati consiglieri provinciali.

A questo punto appare difficilissimo fare pronostici: il Veneto, storicamente, ha sempre premiato il centrodestra e il giudizio sull’amministrazione uscente è più che positivo, ma la confusione e le tensioni che si respirano, il ritardo con il quale si stanno scegliendo candidato presidente e liste e l’uscita di scena di Zaia stanno stancando fette, anche importanti di elettorato, che potrebbero trovare “consolazione” nel moderato Manildo che, dal canto suo, continua il suo tour per il Veneto e, evidentemente, non ha nessuna fretta di scoprire chi sarà il suo principale competior.

Autonomia energetica. Agsm Aim conquista sei lotti Consip da 577 milioni standard metri cubi

Pubbliche amministrazioni, maxi-fornitura di gas

Il fatturato previsto supera i 600 milioni di euro

Intanto sul fronte del “federalismo energetico” continua il pressing sul Governo sul rinnovo delle concessioni per la distribuzione elettrica e la produzione idroelettrica, oggi fortemente concentrato nelle mani di pochi operatori nazionali

Un passo concreto verso l’autonomia energetica che molti invocano. Il gruppo veronese Agsm Aim Energia ha messo a segno un’importante operazione a livello nazionale, aggiudicandosi sei lotti della gara Consip GN17 per la fornitura di gas naturale alle Pubbliche Amministrazioni nel biennio 2025-2026. L’assegnazione consentirà alla società di fornire oltre 577 milioni di standard metri cubi (Smc) di gas, con un fatturato stimato attorno ai 620 milioni di euro.

I lotti conquistati da Agsm Aim coprono una vasta area geografica che va dalla Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria con il Lotto 1 per pro proseguire con Milano (lotto 2), il resto della Lombardia (lotto 3), Toscana, Umbria e Marche (lotto 6), Puglia e Basilicata (lotto 10) e l’intero territorio nazionale (lotto 12).

Una delle principali novità di questa convenzione è la possibi-

lità, per le Pubbliche Amministrazioni aderenti, di stipulare contratti di durata biennale (oltre alla classica annualità), mantenendo una struttura di prezzo variabile, elemento cruciale in un mercato energetico ancora volatile.

Agsm Aim ha inoltre ottenuto un secondo successo strategico con l’aggiudicazione del Lotto 1 della gara bandita dal consorzio Viveracqua, realtà che riunisce dodici gestori idrici pubblici del Veneto. In questo caso, la fornitura riguarda energia elettrica in bassa tensione per un volume complessivo di circa 150 GWh annui nel triennio 2026-2028, con un valore stimato di 151,5 milioni di euro.

Il contratto prevede la possibilità, per i consorziati, di scegliere energia elettrica da fonti rinnovabili certificate, in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale sempre più centrali nella gestione pubblica.

A completare il quadro, Agsm Aim ha vinto anche ulteriori forniture per 20 GWh di energia elettrica destinate ad altre utility del Nord Italia, attraverso gare competitive recenti. Le recenti aggiudicazioni confermano il ruolo di Agsm Aim come player di primo piano nel mercato energetico nazionale, capace di competere in contesti ad alta complessità e con elevati volumi, sia sul fronte del gas naturale che dell’energia elettrica, con una crescente attenzione ai principi di efficienza e sostenibilità.

Intanto resta aperta più che mai la questione del “federalismo energetico”, invocato da più parti, che ha portato alla mobilitazione di un fronte compatto – composto da amministratori pubblici, imprese locali e rappresentanti istituzionali – impegnato a chiedere al Governo una svolta che metta il territorio al centro delle politiche industriali del settore. Alla base delle preoccupazioni c’è il rinnovo delle concessioni per la distribuzione elettrica e la produzione idroelettrica, oggi fortemente concentrato nelle mani di pochi operatori nazionali.

Ancora la scorsa primavera Federico Testa, presidente di AIM

- AGSM, ha lanciato una sfida a tutte le società di servizi e alla politica del nord Italia: preparare un importante piano industriale per concorrere alle gare nazionali di concessioni della rete di distribuzione dell’energia elettrica. Un vero e proprio federalismo energetico, perché che una gestione della rete direttamente sul territorio comporterebbe efficienza, investimenti e calo delle bollette per famiglie e aziende. Invece nell’ultima legge di bilancio è stato inserito un articolo che proroga automaticamente la concessioni, in scadenza nel 2029 e 2030, a Enel per i prossimi vent’anni su tutto il territorio nazionale quindi senza previsioni di gare. Intanto la

politica ha colto appieno il senso della proposta del manager scaligero: in Conferenza Stato - Regioni, infatti, i governatori stanno chiedendo di cancellare quanto lo Stato Centrale ha inserito in Legge di Bilancio e di consentire lo svolgimento delle gare senza proroghe automatiche a Enel.

“Su questo fronte la Regione può giocare un ruolo importante - ribadisce Testa - perché quella sull’energia e l’idroelettrico è una partita che solo in Veneto vale 6-700 milioni all’anno, somma che ora viene sottratta alla Regione. Noi siamo prontissimi a fare a nostra parte e a continuare il pressing su enti e istituzioni per arrivare al risultato”.

Federico Testa, presidente Agsm Aim

L’intervista. Il consigliere regionale del Gruppo Misto è componente della Commissione Sanità

Fabrizio Boron: “Siamo ad una svolta storica,

il centrodestra unito per il futuro del Veneto”

“Per la nostra sanità lavoriamo su personale, organizzazione e liste d’attesa. Pubblico e privato devono viaggiare nella stessa direzione e portare il risultato per i cittadini, senza contrapposizioni ideologiche”

L a politica veneta si prepara a una svolta storica con il nuovo governo che uscirà dalle elezioni regionali. A parlare di questa fase cruciale e delle sfide che attendono la Regione è Fabrizio Boron, consigliere regionale del Gruppo Misto e componente della Commissione Sanità, che guarda con attenzione ai prossimi mesi elettorali e ai nodi ancora irrisolti in ambito sanitario.

Consigliere Boron, dopo quindici anni di governo Zaia il Veneto si prepara a un cambio di rotta. Sarà davvero una svolta storica?

Sì, siamo davanti a un passaggio epocale. L’epoca di Luca Zaia, durata quindici anni, si conclude perché la legge nazionale prevede il limite dei due mandati consecu-

tivi. Avremo un nuovo presidente e anche un nuovo consiglio regionale. Non è solo un fatto politico, ma anche istituzionale: i cittadini vedranno cambiare un punto di riferimento che è stato stabile per molto tempo. Alcuni lo vivranno con incertezza, altri con curiosità. Io credo che sia l’occasione per rigenerare energie nuove e per ribadire il valore di un Veneto governato con responsabilità e competenza. Il centrodestra si presenterà unito, offrendo un candidato autorevole, capace di garantire continuità ma anche di introdurre elementi di rinnovamento. È un momento che va affrontato con coraggio e con serietà”.

Non abbiamo ancora né la data

delle elezioni né il nome del candidato del centrodestra. Quanto dovremo attendere per avere certezze?

Sulla data la responsabilità è del presidente uscente. La scadenza per la convocazione è il 23 settembre, e si potrà votare fino al 23 novembre. Quindi non ci sono dubbi: entro l’autunno i veneti sceglieranno il nuovo presidente. Per quanto riguarda il candidato, comprendo la curiosità e anche la pressione del centrosinistra, che insiste molto su questo punto. Io sono convinto che il tavolo nazionale deciderà in tempi brevi. Non è una scelta banale, perché serve una persona che sappia unire e che abbia esperienza amministrativa e sensibilità politica. Non basta il carisma: bisogna conoscere bene la macchina regionale. Sono convinto che il nome arriverà a breve e che sarà quello giusto per portare avanti il lavoro fatto in questi anni. La sanità è il tema più sentito

Regione verso l’esercizio provvisorio, ma è polemica

Calzavara: “Atto di responsabilità”, il Pd: “Conseguenza del rinvio del voto”

La Giunta regionale del Veneto ha dato il via libera agli inizi di settembre al disegno di legge sull’esercizio provvisorio del bilancio 2026, un passo necessario per assicurare la continuità dei servizi pubblici durante il periodo elettorale e fino all’insediamento della nuova Giunta. Il ddl sarà esaminato con urgenza dal Consiglio regionale ma intanto si infiamma il dibattito politico. L’esercizio provvisorio permette di garantire il funzionamento della Regione dal 1° gennaio 2026 fino all’approvazione del nuovo bilancio, comunque non oltre il 30 aprile, assicurando tutte le spese obbligatorie e quelle relative a sanità, fondi europei, PNRR, emergenze e interventi urgenti sul territorio veneto.

“Con questo provvedimento tuteliamo servizi essenziali

dai veneti. Lei è stato presidente della Commissione Sanità e ora ne è componente: quali sono le priorità?

La prima riguarda il personale. Oggi viviamo una carenza di medici e infermieri che rischia di compromettere la qualità dei servizi. Non basta formarne di più: bisogna trattenere quelli che già abbiamo. E per farlo servono condizioni di lavoro migliori, stipendi adeguati e possibilità di crescita professionale. Troppi nostri professionisti scelgono il privato o addirittura l’estero. È una perdita che non possiamo permetterci.

La seconda criticità riguarda le liste d’attesa. I cittadini lamentano tempi troppo lunghi per visite ed esami, e questo crea frustrazione e, a volte, rinuncia alle cure. Io sono convinto che il problema sia in gran parte organizzativo: la macchina va riorganizzata, sfruttando meglio le potenzialità di pubblico e privato convenzionato. Abbia-

mo una struttura pubblica forte eccellente e abbiamo un sistema privato convenzionato accreditato altrettanto forte e altrettanto eccellente. Queste due gambe del sistema sanitario veneto devono viaggiare nella stessa direzione e portare il risultato per i cittadini, senza contrapposizioni ideologiche. Se pubblico e privato remano in direzioni diverse, a rimetterci è solo il cittadino. È qui che dobbiamo intervenire con decisione. (r.r.)

e investimenti strategici per il Veneto, evitando rischi legati a una gestione provvisoria limitata”, ha spiegato l’assessore al Bilancio, Francesco Calzavara. “Si tratta di un segno di responsabilità e buon governo che ci permette di affrontare serenamente la fase di transizione istituzionale.” Calzavara ha sottolineato come, a differenza di altre regioni in procinto di votare, il Veneto abbia scelto la strada della programmazione, rafforzando così le garanzie per cittadini e servizi pubblici. “Finalmente la Giunta sembra essersi decisa – commenta invece capogruppo del Pd Vanessa Camani –. Lo chiedevamo da giorni, per evitare, almeno, di trascinare il Veneto nella gestione bloccata del bilancio per i primi mesi della nuova legislatura. Certo rimane il vincolo della gestione del bilancio limitata dell’esercizio provvisorio per un tempo lungo, causato dalla scelta scellerata di spostare il voto a fine novembre”. Secondo l’esponente del Partito Democratico il provvedimento è la diretta conseguenza della decisione di rinviare la data delle elezioni regionali. “Zaia venga in aula e se ne assuma la responsabilità politica davanti al Consiglio”.

Frabrizio Boron

Facciamo

il punto. L’assessore regionale traccia un bilancio positivo della stagione estiva

Turismo e agricoltura, Federico Caner: “Un Veneto che cresce tutto l’anno”

T

urismo e agricoltura, due settori chiave per il Veneto, anche dal punto di vista economico. Ne abbiamo parlato con l’assessore all’agricoltura e turismo Federico Caner.

Assessore, possiamo tracciare un bilancio della stagione estiva 2025?

Direi che è stata una stagione molto positiva, sia in generale per tutta la regione, sia per il settore balneare che, alla vigilia dell’estate, era considerato un po’ a rischio per le polemiche sui rincari dei prezzi. In realtà la stagione è andata molto bene anche al mare. Oggi il turismo in Veneto non si concentra più solo in pochi mesi, ma continua durante tutto l’anno. Questo è possibile grazie alla varietà delle mete: non ci sono soltanto mare, montagna o lago – che già da soli hanno stagioni lunghe – ma anche città d’arte che forse è meglio visitare proprio nei mesi meno caldi, come ottobre e novembre, periodi perfetti per apprezzarle con più calma.

Quindi un Veneto che si può vivere 365 giorni l’anno?

Esattamente. Anche perché oltre alle città d’arte ci sono mostre di altissimo livello che arricchiscono l’offerta culturale e turistica. E poi c’è un settore che sta crescendo in modo significativo: il cicloturismo.

Lei va in bicicletta?

Sì, vado in bicicletta sia per sport che per turismo. E c’è una buona notizia che riguarda Padova: siamo riusciti a portare qui la fiera internazionale del cicloturismo, dal 2026 e per tre anni consecutivi. Non è stato facile perché c’erano altri concorrenti, ma ci siamo riusciti. È un evento importante perché proprio sul cicloturismo stiamo investendo molto: in Veneto abbiamo quasi 2.000 chilometri di piste ciclabili attrezzate.

Qualche esempio concreto?

La Treviso-Ostiglia, sulla quale stiamo facendo grandi investimenti, ma non solo: ci sono tante altre direttrici sul territorio. Il cicloturismo è una forma di vacanza sostenibile, con valori economici rilevanti: il ciclo-turista medio ha circa quarant’anni, viaggia spesso

con la famiglia e spende più di un turista tradizionale. Inoltre in Veneto abbiamo un indotto legato alla bicicletta molto forte, con aziende che producono componentistica apprezzata a livello internazionale.

Veniamo all’altro ambito di sua competenza: come sta il settore agricolo veneto?

Il settore primario è fondamentale e strettamente collegato al turismo. Non si fa turismo in una regione dove si mangia male o si beve male. Il Veneto può contare su tantissimi prodotti tipici e a denominazione, soprattutto nel lattiero-caseario. La montagna, in particolare, ci regala prodotti di qualità che vanno tutelati. E preservare pascoli e prati non è solo una questione agricola: serve anche a difendere il territorio da frane e dissesti idrogeologici.

A fine mese torna “Caseus” a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta. Esatto. Caseus era nato come rassegna dei formaggi veneti, poi si è allargato a livello nazionale e oggi ha un carattere internazionale. Noi abbiamo una varietà di formaggi

Sintoniz zati sul

Veneto2 4 passa al sistema di ultima generazione DAB che permette di ascoltare anche la radio con una qualità audio per fetta.

che pochi Paesi al mondo possono vantare: dai prodotti di malga ai freschi, dagli stagionati al Grana Padano. Anche i francesi, che pure hanno il loro Camembert, non possono competere con la nostra varietà.

Quindi agricoltura e turismo viaggiano insieme?

Assolutamente. In un periodo in cui a livello internazionale è sempre più difficile produrre cibo, è fondamentale essere autosufficienti. Investire in agricoltura non significa solo sostenere l’economia, ma anche salvaguardare la nostra identità.

Arriviamo al tema dei tagli europei alla PAC. Come si sta muovendo la Regione Veneto?

Noi sosteniamo le aziende agricole, in particolare quelle montane: pur rappresentando il 18% del totale, ricevono quasi il 40% degli investimenti regionali, proprio per le ragioni di cui parlavamo. Ma sosteniamo anche i giovani agricoltori. Il problema è che a livello europeo stiamo passando da 360 miliardi a meno di 300: una riduzione pesantissima. E invece servirebbe il con-

trario.

Perché?

Perché produrre in modo sostenibile, con attenzione all’ambiente e al biologico, costa di più e non sempre il mercato riconosce questo valore. L’Europa dovrebbe investire di più, non meno. Negli Stati Uniti investono circa 1.000 miliardi, noi scendiamo a 300. È una differenza enorme.

C’è spazio anche per le donne in agricoltura?

Sempre di più, e questa è una notizia positiva. Le donne sono il motore della nostra società, oltre che delle famiglie. Donne e giovani sono il futuro dell’agricoltura veneta.

Federico Caner

Comunicare dal Veneto a Hollywood: la visione creativa di Valentina Martelli

V alentina Martelli, giornalista, conduttrice e ideatrice di progetti internazionali, nel 2005 ha lasciato una carriera solida in Italia per trasferirsi a Los Angeles. Lì ha fondato ITTV International Forum, TechInEntertainment e Showrunner Lab. Martelli lavora per costruire ponti tra mondi lontani, dall’Italia agli USA, passando per il Medio Oriente, sempre con un obiettivo chiaro: mettere in contatto persone, idee e talenti per creare progetti che abbiano un impatto reale. Ho incontrato Valentina a Venezia in occasione dell’82a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e ne ho approfittato per fare con lei una chiacchierata.

Allora Valentina, nel 2005 ti sei trasferita a Los Angeles: com’è cambiata la tua vita?

La Los Angeles di vent’anni fa, quando sono arrivata io, non è certo la Los Angeles di oggi. Mi sono trasferita per una scelta d’amore, in un momento molto forte della mia carriera, quando ero conduttrice di telegiornali e inviata all’estero. Ho lasciato tutto per affrontare una nuova sfida: raccontare all’Italia un’America che non fosse solo quella delle celebrità e dell’intrattenimento, ma anche delle storie, delle idee, delle contraddizioni, degli Italiani che come me si erano trasferiti. Los Angeles è una megalopoli che però ha la dimensione di un quartiere. Mi piace dire che Milano sta a New York come Los Angeles sta a Roma. Io ho vissuto in entrambe, Milano e Roma, e avevo giurato di smettere di guidare, sognando una città con mezzi pubblici funzionali… invece eccomi qui, in mezzo al traffico cali-

forniano! Voglio però essere critica: fino a qualche anno fa, ti svegliavi con l’energia di inventare qualcosa di nuovo. Dopo il Covid e gli scioperi che hanno colpito l’industria dell’intrattenimento, oggi si respira un’aria diversa, con un’economia difficile e molta incertezza. Ma Los Angeles rimane un luogo in cui l’innovazione è sempre dietro l’angolo. Devi imparare a conoscerla. E poi o la ami follemente o la detesti. A prescindere però ti entra sottopelle.

Una delle tue creature più interessanti è ITTV International Forum. Ce ne vuoi parlare?

ITTV nasce proprio da Los Angeles, nel 2018. È frutto di un’osservazione, quella del contesto. In un’epoca in cui Netflix e Amazon stavano rivoluzionando il modo di fruire i contenuti, mancava un luogo dove parlare di coproduzioni, distribuzione, storytelling globale. E così è nata l’idea di creare un forum che fosse un ponte tra l’Italia e gli Stati Uniti. Oggi ITTV è cresciuto: è diventato internazionale, con partecipanti da Canada, Israele, America Latina, Emirati e naturalmente Europa. Accanto a ITTV è nato anche TechInEntertainment, che esplora il rapporto tra tecnologia e contenuto: intelligenza artificiale, blockchain, immersive media. Il nostro obiettivo è quello di connettere, raccontare, costruire visioni condivise.

ITTV ha siglato una partnership con Dubai International Content Market (DICM). Cosa significa per te questa espansione in Medio Oriente?

È una partnership bidirezionale.

Da un lato, per noi significa aprire una finestra su un mercato in grande

fermento, come quello degli Emirati Arabi, sempre più interessati alla cultura, alla tecnologia, all’intrattenimento. Dall’altro, per DICM, collaborare con ITTV è un modo per affacciarsi sul mercato americano, in un contesto strategico e selezionato. In un momento in cui il settore audiovisivo è ancora in fase di ricostruzione post-pandemia, creare sinergie tra ecosistemi diversi è fondamentale. ITTV diventa così una piattaforma che unisce mondi, genera progetti, costruisce relazioni. Tra i tuoi progetti c’è anche lo Showrunner Lab. Come prepari i nuovi talenti alle sfide del racconto televisivo e cinematografico internazionale?

Lo Showrunner Lab, che insieme a Cristina Scognamillo ho fondato con Fondazione Sistema Toscana, nasce dall’esigenza di formare una figura che in Italia ancora non esiste in modo strutturato: lo showrunner. È il punto di riferimento di una serie, come un regista lo è per un film. Deve conoscere tutti gli aspetti di una produzione, non solo quelli creativi. Credo fortemente che la nuova generazione debba essere preparata

a lavorare in contesti globali, senza dimenticare la propria identità. Peccato che negli ultimi due anni non siamo riuscite ad organizzarlo. Gli stiamo cercando una nuova “casa”.

Vivi tra California e Italia. Che sfide e ispirazioni trovi nel conciliare un’identità globale?

È un equilibrio continuo, spesso difficile, ma anche straordinariamente ricco. La California è sempre stata un laboratorio del futuro. Oggi, con l’impulso dell’intelligenza artificiale, si sta reinventando di nuovo, anche se vive una crisi profonda, specie a Los Angeles. Vedremo come la città saprà rilanciarsi in vista delle Olimpiadi del 2028. Dall’altra parte, l’Italia mi dà profondità, bellezza, visione. Dopo ventidue anni qui, mi sento ancora profondamente italiana, ma dentro di me vive anche un’anima americana. Sono parte di una comunità globale che cerca di ridisegnare il futuro, non solo dell’intrattenimento, ma della nostra società. Un futuro “challenging”, come dicono qui, ma anche pieno di possibilità.

Com’è il Veneto visto dagli USA? Come ci vedono gli americani?

Il Veneto è associato, ovviamente, a Venezia — che resta uno dei luoghi più iconici al mondo — ma oggi è anche sinonimo di prosecco! Non esiste ristorante qui che non abbia almeno una bottiglia in carta. Ma oltre a questo c’è molto di più: il nostro spirito imprenditoriale, la qualità del lavoro, l’attenzione alla cultura e alla bellezza. Gli americani ci guardano con ammirazione e curiosità, anche se spesso attraverso un filtro un po’ romantico. Sta a noi raccontare un’Italia e un Veneto contempora-

nei, capaci di innovare, di stupire, di essere competitivi nel mondo. Prima di salutarci, puoi anticiparci qualcosa sull’edizione 2025 di ITTV International Forum?

Il 2025 è l’anno del cambiamento. ITTV e TechInEntertainment si rinnovano trasformandosi in esperienze più selettive, più curate, più strategiche. Meno eventi generalisti, più momenti riservati: executive labs, private salons, attivazioni culturali internazionali. Continueremo a essere presenti a Venezia, come abbiamo fatto anche in queste settimane, durante la Mostra, con panel dedicati, e a Los Angeles in autunno, ma con un taglio ancora più visionario. Parleremo di distribuzione globale, produzioni glocal, immersive media, e nuove opportunità di business alla luce delle sfide dell’AI. Ma soprattutto, continueremo a dare spazio a chi ha qualcosa di autentico da dire: talenti capaci di unire creatività e impatto, con la voglia di costruire — insieme — il futuro dell’intrattenimento.

Giacomo Brunoro

Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!

Valentina Martelli
• Chi è Giacomo Brunoro

Gioco e Scuola. Figurine, animali e misteri: completa l’album e sostieni la tua scuola

Dal 15 settembre al via la nuova edizione della raccolta di figurine dedicata ai più piccoli e abbinata al progetto Scuolafacendo, con cui Despar sostiene

Despar Nord lancia Stickermania: un’avventura dai mille colori nel cuore dell’India

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boccanti di colori: torna Stickermania, la raccolta di figurine firmata Despar Nord che, per l’edizione 2025, accompagna i bambini in un emozionante viaggio alla scoperta dell’India. Un Paese ricco di meraviglie naturali, tradizioni millenarie e storie affascinanti, dove ogni tappa diventa un’occasione per parlare di amicizia, diversità e rispetto. L’iniziativa, attiva nei punti vendita Despar, Eurospar e Interspar di Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna e Lombardia, è legata al progetto Scuolafacendo, con cui Despar sostiene concretamente il mondo della scuola.

L N dal titolo “L’India dai mille colori” tornano Oskar e Bo, già protagonisti della collection 2024, che nella nuova avventura insieme alla loro amica Nilaya, fanno un viaggio emozionante attraverso l’India. Tutto ha inizio quando Bo, sentendosi diverso e fuori posto, riceve un misterioso consiglio dal nonno di Nilaya: colorare tre mandala. Da lì si apre un mondo sorprendente, fatto di indizi nascosti e messaggi segreti che conducono i protagonisti fino al maestoso Taj Mahal. Ha così inizio una straordinaria caccia ai mandala, tra paesaggi mozzafiato, animali affascinanti e antiche

tradizioni, sulle tracce del misterioso Custode dei Colori. Durante questo percorso, Bo scoprirà quanto sia prezioso essere sé stessi.

tickermania è attiva nei punti vendita Despar, Eurospar e Interspar delle cinque regioni in cui l’azienda è presente: dal 15 settembre al 19 ottobre 2025 ogni 10 euro di spesa i clienti riceveranno una bustina di figurine con all’interno un “Buono Scuolafacendo” che potranno scegliere di destinare a un istituto scolastico del proprio territorio. Per completare più rapidamente la raccolta, che comprende 200 sticker, le figurine saranno anche in vendita, con un pacchetto di colore blu, al prezzo di euro 0,50. Nel corso delle settimane di raccolta saranno inoltre organizzati in alcuni punti vendita Interspar selezionati, momenti di svago e divertimento durante i quali i bambini potranno scambiarsi le figurine e completare più velocemente la raccoln’avventura che educa e unisce, tickermania non è solo un album da completare, ma un progetto pensato per trasmettere aspetti importanti come il rispetto, l’inclusione e la valorizzazione delle differenze. Temi fondamentali per costruire una società più solidale e consapevole, che trovano concretezza anche nel legame con Scuolafacendo, l’iniziativa di Despar a supporto delle scuole del territorio.

Stickermania Tour: gli appuntamenti

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Nel corso delle settimane di raccolta, Despar Nord organizza presso alcuni punti vendita Interspar selezionati degli appuntamenti per lo scambio di figurine.

Di seguito il calendario per la provincia di Treviso:

• 4 ottobre presso Interspar Rovigo Porta Po

• 5 ottobre presso Interspar Castelfranco Veneto

• 5 ottobre presso Interspar Bassano del Grappa

1 ottobre presso Interspar di Albignasego

1 ottobre presso Interspar di Sarmeola di Rubano

Per maggiori informazioni scansiona il QR Code o visita il sito www.stickermania.despar.it

Scuolafacendo torna in classe: sostegno concreto all’istruzione e spazio alla creatività con il contest

“Gli Eroi del Buon Cibo”

Dal 15/9 al 19/10 ogni 10 euro di spesa nei punti vendita Despar Nord si ricevono buoni scuola da destinare agli istituti: oltre 60 premi didattici e un contest creativo sul cibo sano

Dopo il successo dello scorso anno, con oltre 11.400 premi donati a più di 2.300 scuole, Despar Nord rinnova il suo impegno con Scuolafacendo 2025/2026, il progetto nazionale a sostegno dell’istruzione. Dal 15 settembre al 19 ottobre 2025, nei punti vendita Despar, Eurospar e Interspar, ogni 10 euro di spesa i clienti riceveranno una bustina di figurine Stickermania contenente un “Buono Scuola” che potranno destinare a un istituto scolastico del proprio territorio. I buoni potranno essere consegnati direttamente alle scuole o caricati sul sito del progetto www.scuolafacendo.com e sull’app dedicata. In più, tramite l’App Despar Tribù sarà possibile convertire i propri Punti Cuore in ulteriori buoni fino al 16 novembre.

to in collaborazione con Le Buone Abitudini, il progetto educativo gratuito di Despar pensato per le scuole primarie e dedicato ai corretti stili di vita e alla sana alimentazione. Il concorso invita le classi a realizzare un disegno e/o un racconto il cui protagonista sia un supereroe che combatte la cattiva alimentazione, promuovendo l’importanza di una dieta sana ed equilibrata.

Ascoltaci in tutto il Veneto in SCARICA L’APP RADIO VENETO2 4

Le scuole, attraverso la raccolta dei buoni, avranno la possibilità di scegliere strumenti e materiali didattici da uno speciale catalogo che include oltre 60 articoli per arricchire gli ambienti scolastici e la didattica. Il progetto è rivolto alle scuole d’infanzia, primarie e secondarie di primo grado e secondo grado, pubbliche e paritarie.

Per ogni Punto Cuore che i clienti convertiranno tramite l’App Despar Tribù, Despar Nord ne regalerà uno aggiuntivo.

Quest’anno Scuolafacendo si arricchisce inoltre di un’iniziativa speciale: il contest creativo “Gli Eroi del Buon Cibo”, realizza-

Con Stickermania, Scuolafacendo e Le Buone Abitudini, Despar Nord conferma il proprio impegno per scuola, territorio e comunità, valorizzando educazione, sostenibilità e attenzione alle persone.

Razionalità ed energia

I binari di una sostenibile

Prima Comunità Energetica

Avviata da Interporto Padova, con un impianto fotovoltaico di 1MWp, la prima Comunità Energetica Rinnovabile (CER) della Zona Industriale. Condividerà l’energia prodotta con aziende, enti e in seguito cittadini usufruendo anche degli incentivi statali. Nel frattempo sono stati sostituiti 40.200 mq di pannelli solari dell’impianto storico con altri di ultima generazione. Questi investimenti candidano Padova a modello nazionale di transizione energetica.

Furgone full electric di Cityporto

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Venerdì 26 Settembre

18:30 visita guidata a Y-40 The Deep Joy.

19:30 ingresso all’area termale con piscine e Spa.

20:30 proiezione delle animazioni più sorprendenti di Lago Film Fest tra commedia, fantascienza, sperimentale ed erotico.

SCARICA L’APP RADIO VENETO2 4

Ascolta su www.veneto24.it

20:00 intervento musicale a tema cinema del Duo Orvieto. 20:30 proiezione de Il Barbiere Complottista di Valerio Ferrara e C’è da ridere: selezione di corti comedy italiani da LFF. Nel pomeriggio visita guidata a Y-40. Realizzazione di un micrometraggio in acqua col regista Valerio Ferrara e live podcast. www.CINETERME.com € 39 a persona

Sabato 27 Settembre - Giornata intera o solo serata Dalle 9:00 ingresso all’area termale con piscine e Spa.

18:30 DJ set a bordo piscina.

Un benefattore

dona oltre 250mila euro all’Oculistica del Ca’ Foncello: una targa per ringraziarlo

Un gesto di generosità silenziosa e costante, che ha trasformato la cura dei pazienti più fragili. L’Azienda Ulss 2 Marca Trevigiana ha voluto ringraziare pubblicamente Carlo Padoan, benefattore che negli anni ha donato oltre 250mila euro al reparto di Oculistica dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, diretto dal dottor Giuseppe Scarpa.

Il direttore generale Francesco Benazzi e il primario Scarpa hanno consegnato a Padoan una targa di riconoscenza, alla presenza del dottor Andrea Rizzo, presidente dell’associazione Per Mio Figlio, che ha raccolto e gestito le donazioni, traducendole in strumenti d’avanguardia. «La targa – ha sottolineato Benazzi – è un piccolo gesto per esprimere la nostra gratitudine a chi, senza mai voler apparire, ha reso possibile un percorso terapeutico innovativo e complesso. Grazie a questa generosità, tanti pazienti, soprattutto bambini, hanno visto migliorare la propria qualità di vita. Un esempio concreto di solidarietà che fa bene a tutta la comunità».

Poche parole, ma dense di significato, quelle di Padoan: «Continuiamo così…», un invito a proseguire lungo la strada del sostegno e della collaborazione con l’azienda sanitaria.

L’impatto delle donazioni si misura in risultati concreti. Una parte fondamentale dei fondi è stata destinata all’acquisto della RetCam, sofisticata apparecchiatura in grado di catturare immagini ad altissima risoluzione della retina anche nei neonati prematuri. Questo ha reso possibile uno screening sistematico della retinopatia del prematuro (ROP), malattia causata da uno sviluppo anomalo dei vasi sanguigni della retina che, se non trattata tempestivamente, può condurre alla cecità.

«Dal 2020 ad oggi – spiega il primario Scarpa – abbiamo raccolto oltre die-

cimila immagini relative a circa cento piccoli pazienti. Grazie a questi esami siamo riusciti a diagnosticare precocemente i casi più complessi e ad avviare terapie laser o trattamenti endovitreali, più di dieci ogni anno, che rappresentano la nuova frontiera nella cura della retinopatia».

L’utilizzo crescente delle terapie endovitreali ha ridotto la necessità del laser tradizionale, considerato più invasivo e demolitivo. In questo modo i piccoli pazienti possono contare su una maggiore possibilità di sviluppo fisiologico della retina, aumentando le probabilità di una vita normale.

Le donazioni di Padoan non si sono fermate qui. Grazie al suo contributo il reparto si è dotato anche di due laser altamente specializzati, l’ARGON e lo YAG, che consentono di affrontare non solo patologie pediatriche ma anche problemi oculari dell’adulto, come il glaucoma. «Il glaucoma – ricorda Scarpa – è una malattia silente, cronica e progressiva che rappresenta una vera emergenza sociale. Le terapie laser offrono oggi una risorsa preziosa per rallentarne l’evoluzione, costituendo una valida alternativa ai farmaci e agli interventi chirurgici».

L’azione combinata di nuove tecnologie e competenze mediche ha trasformato il reparto di Oculistica del Ca’ Foncello in un punto di riferimento per la cura delle malattie oculari nei bambini e negli adulti. L’alleanza fra benefattore, associazione e personale sanitario dimostra come la solidarietà possa tradursi in strumenti concreti per la salute di tutti.

«Questi gesti – ha concluso Benazzi – rafforzano il legame fra comunità e sanità, ricordandoci che dietro ogni macchina c’è la volontà di qualcuno di donare speranza».

Redazione Salute

Treviso, i sindaci fanno il punto sulla medicina territoriale

La Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 2 Marca trevigiana si è riunita per un aggiornamento sulla situazione della medicina territoriale. Al centro dell’incontro la cronica difficoltà a garantire la copertura dei posti di assistenza primaria, sia per i medici di base (ex medicina generale) sia per i turni di continuità assistenziale (ex guardia medica).

Nonostante l’impegno dell’Azienda sanitaria, le criticità restano marcate soprattutto in alcune aree. A pesare è la cessazione di diversi professionisti e la difficoltà a reperire giovani medici disposti ad accettare incarichi a tempo determinato, complici anche l’avvio dei corsi di specialità a novembre. L’ultimo bando ha portato a sole 19 assegnazioni, un numero esiguo che l’Ulss collega all’introduzione del nuovo “ruolo unico”.

Qualche segnale positivo arriva sul fronte della continuità assistenziale, grazie a una maggiore disponibilità di professionisti a coprire turni temporanei. Intanto, prosegue anche il processo di assegnazione da parte di Azienda Zero dei posti vacanti di pediatria di libera scelta, secondo le nuove regole dell’Accordo Collettivo Nazionale. L’Ulss 2, con il sostegno dei Comuni, continua a muoversi su più fronti per contenere l’emergenza. Tra le azioni in corso ci sono il ricorso a incarichi a tempo determinato e il contatto costante con i neoabilitati, attraverso la collaborazione con gli Ordini dei medici e le scuole di specializzazione. È stato inoltre ampliato il raggio di scelta del medico all’intero Distretto socio-sanitario, così da garantire più opzioni ai cittadini.

Sul piano organizzativo, resta attivo il progetto per coprire le sedi carenti della guardia medica, anche grazie alla collaborazione dei medici di base. Alcuni professionisti hanno accettato di ampliare volontariamente il proprio massimale da 1.500 a 1.800 assistiti, mentre è stata prorogata la possibilità per i medici convenzionati di restare in servizio oltre i limiti di età.

Altro strumento importante è il progetto di supporto alla medicina generale che consente al medico di dotarsi di una segreteria online, utile per gestire agende e comunicazioni con i pazienti.

“Nonostante le difficoltà, figlie di un’errata programmazione a livello nazionale – sottolineano dall’Ulss – l’Azienda continuerà, in sinergia con le amministrazioni comunali, a esplorare tutte le soluzioni possibili per mantenere i servizi sul territorio”.

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Sanità pubblica. Anticorpo monoclonale protegge bambini vulnerabili e alleggerisce ospedali

Bronchiolite, in Veneto torna la campagna di prevenzione

Lanzarin: “Un successo che ha già salvato centinaia di bambini dai ricoveri”

Apartire da ottobre 2025, la Regione Veneto rilancia la campagna di profilassi contro il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), responsabile della bronchiolite nei bambini sotto l’anno di età. Dopo l’ottimo risultato della prima edizione, l’iniziativa si estenderà anche quest’anno a tutti i neonati nati durante la stagione virale (ottobremarzo) e a quelli più vulnerabili fino ai 24 mesi. «Si tratta di un intervento preventivo fondamentale –spiega l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin – che ha già dimostrato un impatto significativo sulla salute dei bambini e sulla riduzione dei ricoveri ospedalieri». I numeri del successo: -70% di ricoveri e -79% di accessi in terapia intensiva Introdotta nel 2024 grazie all’utilizzo di un anticorpo monoclonale specifico contro il VRS, la campagna ha segnato una vera svolta. Nei mesi invernali 2024/25 i ricoveri nei bambini sotto l’anno di vita si sono ridotti da 1.154 a 345, con un calo del 73% delle giornate di degenza e una diminuzione del 79% dei passaggi in terapia intensiva neonatale. Un’adesione ampia e condivisa Nel primo anno di attivazione, sono state somministrate oltre 28.000 dosi: il 70,5% ai nati fuori stagione e l’83,5% a quelli nati nel periodo di maggiore esposizione. Un risultato reso possibile grazie alla stretta collaborazione tra ospedali, pediatri di famiglia, servizi territoriali e famiglie. «La risposta dei cittadini è stata eccezionale – aggiunge Francesca Russo, Direttrice della Prevenzione regionale – segno che le famiglie rico-

noscono il valore della prevenzione ben strutturata». Obiettivo 2025: proteggere ancora più bambini La campagna sarà gratuita e su base volontaria, rivolta sia ai neonati che nasceranno tra ottobre 2025 e marzo 2026, sia ai bambini già nati ma considerati fragili fino ai due anni di età. La protezione offerta dall’anticorpo coprirà l’intera stagione virale, riducendo sensibilmente il rischio di complicazioni.

«Siamo di fronte a un esempio virtuoso di sanità pubblica – conclude Lanzarin – che con un investimento mirato riesce a proteggere i più piccoli, ridurre la pressione sugli ospedali e offrire maggiore serenità alle famiglie».

Nevi e screening: nessuna riduzione dell’offerta di cure

In merito alle notizie apparse su alcuni organi di stampa, la Regione Veneto precisa che non vi è stata alcuna modifica o riduzione nell’offerta di visite dermatologiche e di controlli per i pazienti con sospette lesioni pigmentate (nei o nevi), che continuano a essere garantiti in tutte le sedi pubbliche e ospedaliere del territorio regionale, secondo le modalità di accesso definite dalle singole direzioni sanitarie. Per maggiore completezza d’informazione, si evidenzia che con l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario nazionale dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), dal gennaio 2025 la cosiddetta “mappatura sistematica dei nei” non è più prevista come prestazione a carico del Servizio sanitario nazionale. Non si tratta di una scelta regionale, bensì di un aggiornamento stabilito a livello nazionale. Cosa cambia in concreto? Nella pratica, nulla per i pazienti: il cittadino che presenti un nevo sospetto o qualunque lesione cutanea dubbia potrà come sempre rivolgersi al proprio medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta, che – se lo riterrà necessario – formulerà la richiesta di visita dermatologica, prestazione LEA garantita e disponibile in tutte le strutture pubbliche del Veneto (con ticket previsto dalla normativa).

Perché la mappatura non è più un LEA? La comunità scientifica internazionale (Ministero della Salute, società scientifiche dermatologiche, linee guida europee) è concorde: lo screening sistematico di tutti i nei nella popolazione generale non ha dimostrato efficacia nella riduzione dei melanomi invasivi né della mortalità per melanoma. Per questo non è paragonabile agli screening oncologici di comprovata utilità (mammella, colon-retto, cervice uterina).

Ciò non significa che la prevenzione sia meno importante: anzi, resta fondamentale adottare comportamenti prudenti e sottoporsi a controlli periodici dal proprio medico curante, che saprà valutare l’opportunità di ulteriori approfondimenti dermatologici. In sintesi:

• La “mappatura sistematica dei nei” non è più un LEA per decisione nazionale.

• La visita dermatologica è garantita in tutto il Veneto: non ha subito alcuna limitazione e viene erogata in accordo con la prescrizione del medico curante. Il medico potrà richiederla ogni qualvolta vi siano sospetti clinici su un neo o su altre lesioni cutanee.

• I cittadini possono continuare a contare su un servizio pubblico attento e disponibile alla diagnosi precoce del melanoma e delle altre patologie dermatologiche.

• La Regione Veneto non ha emanato alcuna delibera o indicazione alle aziende di riformulare l’accesso alle visite e ai servizi dermatologici: alcune aziende sanitarie hanno autonomamente introdotto percorsi organizzativi specifici sul proprio territorio.

• La Regione Veneto ha inteso tutelare al massimo la salute dei propri cittadini introducendo percorsi specifici di presa in carico da parte dei dermatologi su richiesta degli MMG, per tutti i soggetti con indicazione alla valutazioni anche periodiche delle pigmentazioni cutanee.

In conclusione, la Regione fa appello per un’informazione in ambito medico e sanitario ancorata a criteri di rigore scientifico e di trasparenza istituzionale. La salute dei cittadini non deve essere oggetto di polemiche o strumentalizzazioni: è fondamentale fornire messaggi chiari, corretti e basati sulle evidenze, così da evitare informazioni fuorvianti e garantire il rapporto di fiducia con il sistema sanitario pubblico. (r.s.)

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TAGLIATELLE AI FUNGHI

Un gran primo piatto facile da preparare. Con i funghi porcini o con un delizioso misto bosco, sono una ricetta classica e imperdibile della cucina d’autunno.

Ingredienti: 320 gr di tagliatelle fresche o pappardelle; 450 gr di funghi porcini; 200 ml circa di brodo vegetale; 2 spicchi d’aglio; olio extravergine; prezzemolo fresco; sale; pepe nero

Preparazione: In una padella trifolare i funghi, dopo averli puliti, con gli spicchi d’aglio sbucciati e leggermente schiacciati per tre massimo cinque minuti. Il tempo varia a seconda della dimensione o tipologia. I funghi devono risultare carnosi e intatti. Prendere metà dei funghi e frullarli insieme al brodo vegetale fino ad ottenere una crema vellutata. Dopo aver cucinato le tagliatelle, posatele direttamente in una padella con la crema di funghi e spadellare la pasta insieme ai funghi interi e una manciata di prezzemolo tritato.

POLPETTE DI PANE PISELLI E FORMAGGI

Un’ alternativa alle classiche polpette di carne. Un piatto tipico del recupero e della cucina contadina, con un gusto molto invitante. Perfette come secondo piatto o antipasto

Ingredienti: :600gr passata di pomodoro; 300gr patate; 200gr latte; 150gr piselli freschi; 100 g pane secco; 70gr Pecorino Dop; 70 gr Asiago Dop; 70 gr Montasio Dop; 2 uova; pangrattato; timo limone; aglio; zucchero; sale; olio extravergine di olive

Preparazione:Lessare le patate e scottare i piselli in acqua bollente salata. Rosolare in una padella uno spicchio di aglio con un filo di olio. Aggiungere la passata di pomodoro, un pizzico di sale e di zucchero e cuocere il sugo a fuoco basso. Tagliare a dadini i formaggi. Scaldare il latte, fino quasi a bollore, con uno spicchio di aglio e di timo. Dopo averlo intiepidito versare il latte sul pane raffermo precedentemente tagliato a cubetti. Schiacciare le patate e mescolatele con i formaggi, i piselli e il pane; unite le uova sbattute. Impastare fino ad ottenere un composto omogeneo con cui formare piccole polpettine. Cucinare al forno per 10 minuti a 200° gradi. Servire con il sugo, tiepido

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TORTA AI FICHI

La torta di fichi è il modo migliore per salutare la bella stagione. Questo dolce è facilissimo da preparare e buonissimo da mangiare.

Ingredienti: 250 g farina 00; 2 uova; 70 ml olio di semi; 400 g fichi freschi; 130 g zucchero di canna; 150 ml latte; 16 g lievito per dolci; 1 limone

Preparazione: In una ciotola mettere le uova e lo zucchero e montare con le fruste elettriche fino ad avere un composto gonfio e spumoso. Aggiungere il latte e l’olio di semi e mescolare nuovamente senza creare grumi. Aggiungere la scorza di limone grattate. Incorporare la farina, un po’ per volta, e amalgamare con una spatola mescolando dal basso verso l’alto. Aggiungere il lievito. Unire i fichi sbucciati e tagliati a pezzi e amalgamarli all’impasto. Versare l’impasto in una tortiera imburrata e infarinata di 24 cm di diametro. Infornare la torta in un forno preriscaldato a 180 °C per 30-35 minuti.

Rubrica a cura di Sara Busato

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