La Piazza del Conselvano - 2013feb n21

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24 16 Personaggio Psicoterapeuta Dopo un intenso percorso universitario opera nel padovano

“Disagio psicologico da non sottovalutare”

Eleonora Florio si è laureata in neuropsicologia a Trieste e specializzata a Padova e Verona, è stata ricercatrice a Trento

Eleonora Florio: “Il mio cuore batte per la ricerca mi dedico ai giovani, serve capacità di ascolto” di Emanuele Masiero

A

32 anni vanta già un curriculum invidiabile: laurea all’università di Trieste in neuropsicologia, scuola di specializzazione a Padova in psicoterapia cognitivo comportamentale, medicina delle dipendenze a Verona e ricercatrice all’università di Trento. E’ Eleonora Florio, psicoterapeuta di Este che del curare i giovani della bassa padovana ne ha fatto il suo “piatto forte”. La ricetta del suo successo? Sguardo penetrante e un’infinita capacità di ascoltare. Non c’è che dire, hai un bel curriculum. Ma paroloni a parte, come descriveresti il tuo lavoro? “Il mio cuore batte per la ricerca, ma dal 2011 ho dovuto abbandonare quella strada a causa delle riforme che hanno tagliato i fondi...”. Quindi? “Ho trovato altre strade per continuare

ad esercitare questa professione, mantenendo nel contempo una vocazione di sperimentazione e ricerca, calata nel territorio della bassa padovana”. E’ stato un percorso difficile? “A tratti si. La figura della psicoterapeuta è vista come una persona che “cura i matti”...”. Ah... lo pensavo anch’io. Non è così? “Assolutamente no. Io aiuto a risolvere i problemi della gente”. Ad esempio? “Beh, il disturbo d’ansia è il più comune, ma in generale intervengo quando c’è un disagio psicologico”. Ah beh allora... “Non è una questione su cui essere superficiali. La mente è molto potente e il disagio psicologico deve essere preso in considerazione tanto quanto quello fisico.

In entrambi i casi bisogna rivolgersi ad uno specialista”. Quindi come vado dal dermatologo dovrei anche andare dal psicologo? “Certo. Se trascurati i disturbi della mente rischiano di cronicizzarsi, mentre se presi per tempo c’è un’altissima probabilità di risolverli e maggiore efficacia della terapia”. Ma non è una tematica da telefilm americano? Insomma, nella bassa soffriamo di crisi d’ansia? “Tanto quanto Padova o altri capoluoghi. Le difficoltà della vita non fanno sconti in base alle differenze morfologiche del territorio”. Qual è l’identikit del paziente tipo? “Seguo tantissimi giovani. Dai 18 ai 40 anni. Ma questo perchè i più giovani non hanno pregiudizi e capiscono che si va dallo psicoterapeuta per risolvere i problemi”. Uhm... e se invece i giovani fossero

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“viziati”? Una volta non c’erano questi problemi. “E’ sbagliato pensarla così. Una volta i problemi c’erano eccome, ma non si curavano e magari chi soffriva di qualche disturbo a 50 anni non usciva più di casa”. Ok voglio crederti. Ma come si fa a capire quando serve l’aiuto dello specialista? “Ci sono vari segnali, ma in generale quando hai un disagio che ti limita nella vita quotidiana. Insomma quando non riesci più a fare quello che vorresti”. E come ci si deve comportare? “In prima battuta è bene essere fiduciosi perchè i problemi si possono risolvere. Le persone sono un po’ scoraggiate. Non sempre c’è l’informazione necessaria”. E lo specialista come entra in gioco? “Io chiedo alle persone come posso aiutarle. Interpreto le loro parole per capire

quali sono i problemi e poi definisco insieme il percorso migliore”. E quali sono i disagi più comuni? “Paura di parlare in pubblico, uscire di casa, affrontare delle persone o fare brutta figura...”. Come ci si organizza poi? “Di solito due o tre incontri servono per capire il problema e poi si definiscono gli obiettivi della terapia”. Provo a fare il tuo lavoro... dimmi due passioni e due aspetti del tuo carattere... “Passioni, tango argentino e politica. Del carattere... a volte timida, ma determinata”. Chiudiamo svelando un tuo segreto... hai mai sofferto d’ansia? “Certamente. Per un periodo della mia vita ho avuto attacchi di panico. Non c’è nulla da vergognarsi”.

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