La Piazza della Bassapadovana - 2012ott n132

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Intorno a noi 29

Sociale Nella contesa tra padre e madre il blitz degli agenti della polizia

Leonardo vittima di una guerra di carte bollate Lo scorso 11 ottobre il bambino è stato prelevato con la forza dalla propria scuola elementare di Cittadella

A

molti devono essere rimaste negli occhi le immagini, mandate un onda dai Tg nazionali, di Leonardo, il bambino di 10 anni prelevato con la forza all’uscita dalla scuola elementare di Cittadella. L’Italia nei giorni seguenti a quell’11 ottobre si divise tra chi solidarizzava con la madre e chi con il padre ma c’era anche chi apertamente condannava l’intervento, apparso brutale, da parte dagli agenti della polizia in borghese, unitamente agli operatori dei servizi sociali e del Ctu della Procura. Era stato quello l’epilogo di una guerra di carte bollate tra i genitori, iniziata fin dopo la separazione dei due coniugi nel 2004 e conclusasi dopo che la Corte d’Appello di Venezia si era pronunciata in ordine alla richiesta di sospensione del decreto che aveva disposto l’allontanamento immediato del bambino dalla casa materna e suo affidamento al padre. Quest’ultimo, infatti, malgrado il Tribunale avesse previsto il pieno esercizio del diritto di visita dopo la divisione dalla moglie non ebbe più un rapporto regolare con il figlio. Ogni tentativo di contatto da parte del padre fu ingiustificatamente respinto al mittente sostenendo che fosse Leonardo a non

Pas: sindrome per la quale i bambini rifiutano il genitore non convivente volerlo sentire e incontrare. Un distacco che alla lunga ha portato a qualche problema per il piccolo Marco, i neuropsichiatri interessati del caso in questi anni hanno diagnosticato al piccolo un grave disturbo relazionale psicopatogenetico, Pas o sindrome da alienazione parentale. Insomma come spesso accade: i piccoli possono diventare vittime dei grandi. Una patologia Genitoriale, infatti l’ha definita il dottor Giuseppe Dimattia, psicologo psicoterapeuta, esperto in psicopatologia forense, “E’ il fenomeno per cui i bambini, figli di genitori separati in situazione di conflitto grave – ha spiegato - sviluppano un rifiuto verso il genitore non convivente. Comunemente si intende che il genitore collocatario dei figli suggestioni i bambini facendo una sorta di programmazione che li induce ad un rifiuto totale nei confronti dell’altro genitore. Si tratta di situazioni

Il genitore rifiutato dovrebbe mettersi in disparte per attenuare la sofferenza del figlio fortemente disturbanti, anche se a volte positive, in cui il minore sente ansia unita a depressione, che sono i sintomi psicopatologici anche della Pas”. Un problema grave, dunque, difficile da rimediare quando l’alienazione si è stabilizzata. Il medicina più efficace sarebbe la prevenzione, con l’informazione preliminare della coppia separanda, oppure che la coppia prenda atto della necessità di una mediazione per appianare il conflitto. Se non è possibile, il genitore rifiutato dovrebbe mettersi in disparte quanto basta per attenuare la sofferenza del figlio, ma il tutto resta sempre un carico di responsabilità per entrambi e senza il loro contributo non c’è dispositivo giuridico o giudiziario che possa essere realmente efficiente, salvo il deprecabile, ma a volte necessario, allontanamento temporaneo dei figli dai genitori. In ogni caso i bambini in questa condizione dovrebbero essere recuperati quanto prima con una psicoterapia infantile”. Sulla questione abbiamo sentito anche il parere di un legale specializzato in diritto di famiglia. “L’allontanamento – spiega l’avvocato Fulvia Fois - di un minore dal proprio assetto familiare rappresenta, senza dubbio, l’estrema ratio cui si deve giungere a seguito dell’impossibilità di recuperare il giusto rapporto ed equilibrio con i genitori. L’interesse preminente da preservare è quello del minore che nessuno può e deve strumentalizzare per le proprie egoistiche esigenze. Non v’è dubbio – prosegue il legale che i provvedimenti che dispongono l’allontanamento del minore siano dolorosissimi e che, pertanto, debbano essere attuati ponendo in essere tutte le cautele ed attenzioni possibili a preservare l’interesse del minore, anche e soprattutto, con l’ausilio di operatori specializzati”.


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