Tribuna magazine 2016 10 web pagine singole

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Libri

Il gioco delle Gioconde di Pinuccia D’Agostino

È un romanzo l’opera prima del giovane scrittore farese Francesco Giuseppe Colombo

P

er quanto riguarda Treviglio e i suoi dintorni, il caso letterario dell’estate è lui: Francesco Giuseppe Colombo che con la sua prima opera, “Il gioco delle Gioconde”, ha raccolto unanimi consensi nelle non poche località bergamasche e italiane dove il libro è stato presentato. Dotato di un nome importante e di tanta, davvero tanta, curiosità intellettuale, Francesco Colombo all’età di 21 anni ha scritto un romanzo abbastanza impegnativo che si rifà a diversi sottogeneri, come la spy story, il fantasy, il giallo e dà adito a diverse chiavi di lettura e, perché no, a non poche riflessioni. Non contento di aver portato a termine un’opera così impegnativa per la sua età (ricordate le parole di Eco, “Scrivere un romanzo è davvero una fatica boia”?) e di averla tradotta in un libro, Francesco ha preso le sue copie fresche di stampa e le ha portate in giro per tutta l’estate. Ovvero ha promosso il proprio libro, presentandolo sia a Treviglio che nei paesi del circondario, sia in montagna che al mare, toccando alcune località della Riviera Romagnola.

44 • tribuna magazine • Ottobre 2016

Proprio come uno scrittore professionista, Colombo ha fatto conoscere il proprio romanzo a pubblico e critica, senza timore dei giudizi negativi, anzi richiedendo osservazioni che possano in qualche modo accrescere la sua capacità narrativa. “Il gioco delle Gioconde” tratta di un furto di quadri al Louvre (già teatro del Codice Da Vinci): il dipinto trafugato è la Gioconda di Leonardo, la cui ricerca si svolge in una Parigi sommersa dai toni affascinanti e misteriosi dei romanzi di Stendhal. La vicenda è ambientata nel 2077, ma non tratta di fantascienza, quanto piuttosto di una storia posticipata, forse, per voler accentuare le caratteristiche di una società che sta assaporando e usando le più inquietanti scoperte del nostro secolo. Come saremo, si chiede il narratore, quando tutto sarà toccato dalle nuove inquietanti scoperte scientifiche? In particolare il romanzo nasce dal dubbio che la riproduzione molecolare (quella che non ci darà più dei falsi ma dei cloni), incidendo sul dna, andrà a modificare la storia di ciascuno di noi, la storia di ciascuna società, sulla quale si basa la nostra cultura, il nostro essere uomini. Un argomento di importanza vitale per il giovane autore, un dubbio epistemologico che viene alleggerito nella trama di un romanzo: ha ancora valore assoluto il vero se lo si può riprodurre perfettamente? Nel romanzo entra in gioco tutta la formazione filosofico-scientifica dell’autore, che frequenta la Facoltà di filosofia dell’Università Vita e Salute del San Raffaele di Milano, ma questo è solo il substrato della vicenda. In realtà Francesco ha voluto scrivere un romanzo tenendo conto di tutti i canoni, le dimensioni e le chiavi di lettura del romanzo contemporaneo.

La scrittura è l’obiettivo di questo ragazzo. «Io potrò ritenermi davvero fortunato – afferma – se potrò dedicare tutta la mia vita a scrivere, se potrò diventare uno scrittore professionista». Intanto, si allena: dedica alla scrittura il suo tempo libero, quotidianamente si è imposto di scrivere dapprima cinquemila battute, che poi sono diventate diecimila. Ed oggi è un’attività di importanza vitale: «Può sembrare banale – spiega – ma ho usato la scrittura come terapia per buttar fuori tutte le somatizzazioni dell’esterno. Pensavo di essere io ad utilizzare la scrittura, invece questa mi ha preso rovesciando il rapporto di servo-padrone. E oggi non posso fare a meno di scrivere. È questo il tempo migliore che posso dedicare alla mia vita». Ed è grazie a questa costante esercitazione, che sta per uscire il secondo romanzo di questa giovane autore. Un’opera che parlerà di “cuori comunicanti”, ovvero del rapporto tra un malato di alzheimer ed un giovane tossicodipendente. Un’amicizia impossibile? «Niente affatto – dice Francesco – il primo ha bisogno di qualcuno che si dedichi a lui e il secondo ha bisogno di avere qualcuno a cui dedicarsi. Gli opposti coincidono». Nell’attesa del secondo romanzo, il giovane scrittore di Fara Gera d’Adda incontrerà il pubblico trevigliese al Centro Civico Culturale. L’iniziativa, organizzata dall’Associazione Clementina Borghi, avrà luogo nella terza decade di ottobre.


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