Il ballo della medusa

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Stefanie Höfler

Stefanie Höfler è nata in Germania nel 1978. Ha studiato tedesco, inglese e lingue scandinave a Friburgo e in Scozia. Lavora come docente a scuola e insegna nei laboratori di teatro. Vive con la sua famiglia in una cittadina della Foresta Nera. Anche il suo precedente romanzo Mein Sommer mit Mucks è stato finalista per il Deutscher Jugendliteraturpreis, il più prestigioso riconoscimento tedesco per la letteratura per ragazzi.

era e Niko non potrebbero essere più diversi: lei bella, benvoluta, è sempre al centro dell’attenzione; lui emarginato, grasso, vive in un mondo tutto suo. Frequentano la stessa classe, ma non si conoscono davvero. Quando però durante la gita scolastica Niko salva Sera da un episodio spiacevole di molestia e lei lo invita a ballare, attirandosi lo scherno di tutti, ha inizio un’avventura inaspettata e sorprendente che cambierà tutto. Il ballo della medusa è la storia di due adolescenti coraggiosi che sanno non fermarsi all’apparenza, ma si interrogano con sensibilità e ironia su ciò che è fondamentale nella vita, sull’amicizia, sull’amore. Si tratta di un romanzo che parla al contempo di bullismo e di violenza verbale, [...] di amore, di tradimento e di cosa sia l’amicizia. Insomma, praticamente di tutto ciò che preoccupa chi sta diventando adulto. – Die Zeit Höfler tratta temi cari agli adolescenti. In modo autentico e sensibile racconta di pregiudizi e di rifiuti, dell’inizio di una storia d’amore, di autoaffermazione e dell’importanza data all’aspetto esteriore. – Augsburger Allgemeine Il ballo della medusa ha vinto il Premio LUCHS 2017. È finalista al Deutscher Jugendliteraturpreis 2018, Prix franco-allemand pour la littérature de jeunesse 2018, Katholischer Kinder- und Jugendbuchpreis 2018. ISBN 978-88-98519-60-6

ISBN 978-88-98519-60-6

€ 16,00

9 788898 519606

www.lanuovafrontierajunior.it

Stefanie Höfler

Uno come me non può fuggire: ovunque fuggissi, dovrei portarmi dietro il mio corpo. E portarmi dietro il mio corpo significa necessariamente portarsi dietro più o meno tutti i problemi che ho e allora che senso avrebbe mai una fuga? Le persone che invece sono come Sera possono ricominciare sempre e ovunque da capo e ricominciare da capo nel loro caso non significa cominciare da zero, bensì con un bonus. In un caso del genere ovviamente vale la pena fuggire. «Lo fai spesso?» chiedo quindi subito. «Cosa, fuggire? No.» «Neanch’io.» «Allora?» «Be’, quindi pensi che possiamo farlo così spontaneamente, nel cuore della notte e in un posto che non conosciamo neanche?» E con una persona che non conosciamo per niente, aggiungo io nei miei pensieri.



Stefanie Hรถfler

Traduzione dal tedesco di Anna Patrucco Becchi



Per tutti i miei amici, con i quali si può ridere persino sott’acqua.



«T

i immagini essere come lui?» mi fa Melinda. Be’, come al solito dice papale papale quello che gli altri si limitano a pensare. Tipico di Melinda. Dice continuamente cose che è inutile dire, perché sono davanti agli occhi di tutti. Io non dico niente, ridacchio solo un po’. Non riesco davvero a immaginare di essere come Niko. Ma naturalmente continuo a fissarlo e me ne vergogno anche un po’. Ma non è una vergogna del tutto sincera, perché in buona parte è mista a sollievo. Cioè per non essere come Niko. Perché lui ha avuto sfortuna e io fortuna. La vita è ingiusta. Abbastanza crudele, lo so. Niko è al centro del prato, dove di solito a ricreazione – non appena la temperatura sale oltre i 17 gradi – si raduna mezza scuola. Ma Niko adesso non è lì per libera scelta. Chi è come lui non si mette al centro del prato. Così lo possono vedere tutti. E vedere nel suo caso significa fissare.

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In realtà si chiama Nikolaus. Non mi sorprende che preferisca farsi chiamare Niko. Sembra un tricheco! È grasso, ma non floscio e tremolante, semmai sodo, come quegli animali gonfiabili in piscina, gonfiati al massimo. Ha semplicemente troppa carne attaccata al corpo. E poi la pelle bianca come la carta, anche se non si riesce mai a vederne molta. Il più delle volte porta i pantaloni lunghi e un maglione. Di colore scuro: blu, marrone, colori del genere. Ovvio, vuole nascondere quel che si può. Non è che io stia a pensare in continuazione a Niko. Non ci faccio caso a lui, a meno che non succeda qualcosa come oggi. Anche se è in classe con me, in realtà non ho ancora mai avuto a che fare con lui. La sua voce profonda però un po’ mi ha sorpreso, perché in qualche modo mi aspetto sempre che da quel corpo gonfio esca uno squittio o una voce flaccida. Ma può essere flaccida una voce? Ad ogni modo la sua voce è proprio profonda e distinta, gradevole se vogliamo. Ah sì, pure quella volta a educazione fisica. Che uno grasso non abbia vita facile a educazione fisica è matematico. Ma la cattiveria dell’asciugamano ha oltrepassato ogni limite. Non mi è piaciuto che gli abbiano fregato i vestiti mentre era sotto alla doccia e così poi gli è toccato attraversare il campo sportivo avvolto nell’asciugamano. In segreteria gli hanno dato dei vestiti presi dal cesto degli oggetti smarriti e che lui ha dovuto poi indossare per il resto della giornata. Non gli an8


davano, ovvio, sembrava un sacco da boxe troppo imbottito, perché a lui non vanno i vestiti normali. Quindi è arrivato in ritardo a matematica con quei vestiti striminziti, i pantaloni non riusciva neanche ad abbottonarli bene, e tutti sapevano già il perché. Infatti a ricreazione Marko aveva già raccontato a tutti la vicenda, ovvio. Ma Niko è entrato in classe come se non fosse successo niente. Non sembrava neanche aver pianto. Si è seduto semplicemente al suo posto con i pantaloni sbottonati. Vi rendete conto? In un certo senso quasi da ammirare. Si sono messi tutti a ridere quando è entrato, ovvio. Okay, lo ammetto, anch’io, un pochino per lo meno. Insomma, ho riso insieme agli altri. Anche se non lo trovavo poi così divertente. Ma non volevo nemmeno dire qualcosa, forse per via di Marko. Marko è l’esatto contrario di Niko. Marko fa atletica e ha qualcosa che si avvicina alla famosa tartaruga che tutti i maschi vorrebbero assolutamente avere. E a educazione fisica non ha problemi, ovvio. In compenso però ce l’ha in matematica e tedesco. Poi ha folti capelli neri e quel taglio fico, rasati di lato e con il ciuffo che cade sulla fronte. Da quando porta quella pettinatura, almeno altri tre della classe si sono fatti lo stesso taglio. Ha sempre idee sceme, sta sull’anima a tutti gli insegnanti. E anche ad alcuni di noi. A me per esempio, almeno a volte. Evidentemente gli piaccio. Melinda dice che potremmo diventare la coppia perfetta della classe. Ci sento una punta d’invidia quando lo dice. 9


Non so. Non ho ancora mai avuto un ragazzo. E sinceramente non so nemmeno se ne voglio avere uno. Marko, be’, non è che mi dispiaccia in fondo. Piace a tutti. E il fatto che Niko sia ora in mezzo al prato ha di nuovo qualcosa a che fare con Marko, ovviamente. Marko, Jan e un altro paio di ragazzi hanno lanciato lo zaino di Niko sull’albero e adesso si stanno sbellicando dalle risate. «Ora sono proprio curiosa di vedere cosa farà.» Melinda si sta rosicchiando le unghie. Smalto rosa fosforescente, mezzo scheggiato. Poi si fa la coda di cavallo. I capelli sono neri. Devo ancora abituarmici, ieri era bionda. Melinda cambia spesso il colore dei capelli. Adesso ha lo stesso atteggiamento di quando guarda la sua serie tv preferita. Mezza annoiata, mezza interessata e completamente rilassata. E io forse ho un aspetto simile. Siamo sedute sul muretto vicino al prato e guardiamo nella stessa direzione. Piuttosto in alto sull’albero sta oscillando lo zaino di Niko, azzurro cielo contro azzurro cielo. «Fare scaletta?» dico. Melinda ridacchia. Mi piace essere concisa. Di solito non si nota neanche, perché gli altri ne approfittano per parlare ancora di più. Niko è in piedi sotto all’albero con le mani in tasca e guarda in alto. Almeno non fa l’errore di saltare per arrivare in qualche modo ad afferrare lo zaino. Sarebbe imbarazzante, perché in quel 10


caso gli uscirebbe di sicuro la maglietta fuori dai pantaloni e si vedrebbe la sua pancia da tricheco sballonzolare su e giù. E poi tutto il prato scoppierebbe a ridere. E se invece riuscisse in qualche modo a tirare davvero giù lo zaino, non c’è dubbio che Marko lo rilancerebbe subito su. Al posto di Niko aspetterei quindi che prima se ne vadano via tutti. Accidenti che flemma, quel ragazzo! Non ha l’aria per niente agitata. Forse sta valutando diverse opzioni per rientrare in possesso delle sue cose. Ma siamo sinceri, non è che ha poi molte possibilità. In ogni caso neanche la metà di quelle che ha una persona magra. Io... be’, io mi arrampicherei sull’albero, ovvio. Ma anch’io aspetterei prima che non ci fosse più nessuno. Non c’è mica bisogno che tutti sappiano che mi piace arrampicarmi sugli alberi. Suona la campanella, fine della pausa pranzo. Raccolgo le mie cose, ma con la coda dell’occhio continuo a guardare verso i ragazzi. Niko è ancora lì come incollato a terra e guarda in alto verso lo zaino. Gambe a x, braccia abbandonate lungo il corpo, maglia cascante color ruggine, jeans un po’ scoloriti sul culo e sformati. «È ipnotizzato o cosa?» mormora qualcuno accanto a me. Risata generale. Melinda ridacchia. «Allora vieni, Sera?» mi chiede vedendo che non mi muovo subito. Credo che se fossi lui adesso scoppierei a piangere. Vedo Marko che passa vicinissimo a Niko, 11


si butta indietro il ciuffo e sogghigna. «Davvero l’albero ideale per arrampicarsi!» dice forte rivolto a Niko.

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Stefanie Höfler

Stefanie Höfler è nata in Germania nel 1978. Ha studiato tedesco, inglese e lingue scandinave a Friburgo e in Scozia. Lavora come docente a scuola e insegna nei laboratori di teatro. Vive con la sua famiglia in una cittadina della Foresta Nera. Anche il suo precedente romanzo Mein Sommer mit Mucks è stato finalista per il Deutscher Jugendliteraturpreis, il più prestigioso riconoscimento tedesco per la letteratura per ragazzi.

era e Niko non potrebbero essere più diversi: lei bella, benvoluta, è sempre al centro dell’attenzione; lui emarginato, grasso, vive in un mondo tutto suo. Frequentano la stessa classe, ma non si conoscono davvero. Quando però durante la gita scolastica Niko salva Sera da un episodio spiacevole di molestia e lei lo invita a ballare, attirandosi lo scherno di tutti, ha inizio un’avventura inaspettata e sorprendente che cambierà tutto. Il ballo della medusa è la storia di due adolescenti coraggiosi che sanno non fermarsi all’apparenza, ma si interrogano con sensibilità e ironia su ciò che è fondamentale nella vita, sull’amicizia, sull’amore. Si tratta di un romanzo che parla al contempo di bullismo e di violenza verbale, [...] di amore, di tradimento e di cosa sia l’amicizia. Insomma, praticamente di tutto ciò che preoccupa chi sta diventando adulto. – Die Zeit Höfler tratta temi cari agli adolescenti. In modo autentico e sensibile racconta di pregiudizi e di rifiuti, dell’inizio di una storia d’amore, di autoaffermazione e dell’importanza data all’aspetto esteriore. – Augsburger Allgemeine Il ballo della medusa ha vinto il Premio LUCHS 2017. È finalista al Deutscher Jugendliteraturpreis 2018, Prix franco-allemand pour la littérature de jeunesse 2018, Katholischer Kinder- und Jugendbuchpreis 2018. ISBN 978-88-98519-60-6

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€ 16,00

9 788898 519606

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Uno come me non può fuggire: ovunque fuggissi, dovrei portarmi dietro il mio corpo. E portarmi dietro il mio corpo significa necessariamente portarsi dietro più o meno tutti i problemi che ho e allora che senso avrebbe mai una fuga? Le persone che invece sono come Sera possono ricominciare sempre e ovunque da capo e ricominciare da capo nel loro caso non significa cominciare da zero, bensì con un bonus. In un caso del genere ovviamente vale la pena fuggire. «Lo fai spesso?» chiedo quindi subito. «Cosa, fuggire? No.» «Neanch’io.» «Allora?» «Be’, quindi pensi che possiamo farlo così spontaneamente, nel cuore della notte e in un posto che non conosciamo neanche?» E con una persona che non conosciamo per niente, aggiungo io nei miei pensieri.


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