Avere luogo. immagini di un'idea di paesaggio di sebastiano raimondo

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Sebastiano Raimondo avere luogo

immagini di un’idea di paesaggio


FacoltĂ di Architettura - A.A. 2009/2010 Corso di Fotografia

Docente: Lorenzo Mussi Cultore della materia: Santo Edoardo Di Miceli

Fotografie e progetto grafico: Sebastiano Raimondo


5.

premessa

12.

ricognizioni

6.

20.

indice

la stanza

il doppio del mondo

24.

il teatro e la scatola

32.

note e riferimenti

30.

didascalie

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premessa

Questo lavoro è una ricerca sull’epifania1 dell’idea di paesaggio, per capire dove è nata e come si riflette nel nostro modo di volerla rappresentare: nelle immagini, nei simulacri, nei modelli e nei doppi del mondo. Non ha la pretesa di scoprire cose mai viste o dette ma semplicemente di guardare2 un mondo e trovarci un senso, un ordine, una misura.3 Un modo di vedere che è già nel paesaggio stesso, perchè costruito dalle sue rappresentazioni o evocato dai luoghi stessi.4

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la stanza

“Dalla stanza la prospettiva si dilata aprendosi verso il mondo. La stanza è il luogo della riflessione, del raccoglimento, in cui spesso il mondo è sostituito con l’immaginario maggiormente aderente al proprio sentire. Nessuna separazione tra il pensiero e la vita. La stanza è l’occhio sulle cose, il tramite col fuori, l’immaginazione che collega al resto.”5

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ricognizioni

“...ragione della fotografia come arte della memoria, procedimento non per ricordare l’evento ma per ricordarsi che non esiste in quanto tale ma esiste in quanto fotografato, dunque che fa parte della nostra esperienza la quale, si badi, non è mai un’esperienza reale ma un’esperienza possibile... ...un punto di vista sul mondo, dimensione del possibile... ...una maniera per costruire il mondo come una propria cosa, per interpretare il mondo come la propria memoria: non per incidere tracce del sè sul mondo ma per trascrivere il mondo dentro di noi.”6

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il doppio del mondo una verifica7

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il teatro e la scatola

“In realtà il capo del mondo, come il suo inizio, è il nostro concetto del mondo. È in noi che i paesaggi hanno paesaggio. Perciò se li immagino li creo; se li creo esistono; ... ... La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo.”8

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7. 8.

didascalie

Interno di notte illuminato da un lampione stradale.

Libreria e modelli di studio.

9.

Interno con foto (torre campanaria di Gangi e Wim Wenders, Sebastiano Raimondo, 11.2007).

11.

Interno con finestra.

10. 13.

Interno di notte con balcone.

Interno con libreria e quadro (VEMA, Croce Taravella, 2006).

14.

Salotto con quadro (piazza Politeama, Croce Taravella).

16.

Museo Giambecchina, “Il grande paesaggio”, Gangi (I giorni del raccolto, 1990; Madre sicula, 1975; Giambecchina).

15.

17. 18. 30

Interno con balcone e foto (dal balcone S. Giovanni degli Eremiti, sul vetro la Cattedrale e immagine del teatro Massimo dei fratelli Alinari).

Museo Giambecchina, “Il grande paesaggio”, Gangi (Virmigliata a Cosazza, 1990, Giambecchina). Studio di pittore con bozzetto (Natura morta con finestra sul paesaggio, Gaetano Lo Manto).


19.

Interno con quadro (Collezione di mosche, Gaetano Lo Manto) e finestra.

22.

Interno con quadro (“U specchiu�, Franco Randazzo) e specchio.

21.

Sala da pranzo con quadro (Il cinema, Franco Randazzo).

23.

Camera da letto con cassettiera e balcone.

26.

Via Gaetano Donizetti (teatro Massimo di G.B.F. Basile e teatro utilizzato come parcheggio).

28.

Ruota panoramica e scatola aperta.

25. 27.

Terrazzo con poltrone.

Coperchio di scatola con ombra.

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1.

2. 3. 4.

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note e riferimenti

Epifania (etimologicamente manifestazione della divinità) ha lo stesso semema di finestra (apertura per accogliere la luce) phainõ che in greco vuol dire: manifestarsi e splendere. Cfr. testo di Gianni Celati: “...è essenzialmente attenzione allo splendore di tutte le cose avvolte nella luce... Appare tale all’uomo che per qualche motivo si trovi in compagnia con l’orizzonte e col cielo, questi due limiti del grande teatro naturale di tutte le immagini.” in Luigi Ghirri “Il profilo delle nuvole” Feltrinelli 2001. Cfr. Robert adams, La bellezza in fotografia, Bollati Boringhieri 2006, p.15. Cfr. Wim Wenders, “... il tuo amico Nessuno ha scritto qualcosa che ha commosso anche me: nella piena luce del giorno anche i suoni splendono...” Lisbon Story, 1995. Guardare: osservare con gli occhi; vigilare; aver cura; conservare; custodire... dal dizionario etimologico. Cfr. Viaggio tra immagini, parole e città, conversazione con Wim Wenders di Leonetta Bentivoglio; in Wim Wenders, Una Volta, Socrates 2003, p. 389.

“In ogni forma di rappresentazione qualche cosa si trova al posto di un’altra: rappresentare significa essere l’altro di un altro, che viene insieme evocato e cancellato dalla rappresentazione. Nell’atto del rappresentare, inevitabilmente, proprio perchè lo rappresento, io sostituisco ed elimino l’oggetto rappresentato. Contemporaneamente rendo presente l’oggetto ove esso non è e non può essere e con questa azione io l’annullo, perchè ora non vi sarà l’oggetto ma la sua rappresentazione che prende il suo posto. Ogni volta che realizzo una rappresentazione modifico l’oggetto, offrendolo in una nuova forma che io ho prodotto. Ora di fronte a noi esiste un altro oggetto che è contemporaneamente ciò che è e ciò che rappresenta.” Fernando Gil, voce “Rappresentazione”, enciclope-


5. 6. 7. 8.

dia Einaudi, 1980, vol. 11, p. 546. Cfr. “To shoot pictures...” Wim Wenders, Una Volta, Socrates 1993, p. 20. Cfr. Robert Adams, Lungo i fiumi, Itacalibri/Ultreya 2008, p.27 e 40.

Carlo Truppi, “Nei luoghi dell’anima con Wim Wenders”, edizioni della meridiana, Firenze 2007, p.73. Cfr. Luigi Ghirri, Identikit, Milano 1979. Messa a fuoco, Carlo Arturo Quintavalle, in Luigi Ghirri, Paesaggio Italiano, quaderno di Lotus n.11, Electa, Milano 1989, p.47. Cfr. Ugo Mulas, La fotografia, Einaudi, Torino 1973, p.143.

Fernando Pessoa, Il libro dell’iquietudine, Feltrinelli 2000, p.98.

Le immagini traggono riferimento dai seguenti lavori:

Luigi Ghirri: Il paese dei balocchi, 1972-1979; Identikit, 1976-1979; Le case, 19761989; Still Life, 1978-1981; Geografia immaginaria, 1979-1980; Topografia-Iconografia, 1980-1981; Il profilo delle nuvole, 1980-1991; I luoghi teatrali, 1983-1990. Ugo Mulas, La fotografia, Einaudi, Torino 1973. Wim Wenders, Una volta, Socrates, Roma 1993.

Giovanni Chiaramonte, Nascosto in prospettiva scene nel paesaggio italiano, Itaca 2007. 33


stampa offset studio Palermo, settembre 2009


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