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Amor vincit omnia

DI CLAUDIA BELLEFFI FOTO DIANA SCROVEGNI

«Chi si ferma è perduto». Me lo ripete più di una volta durante l’intervista. Inconfondibile l’accento toscano. Irene Vella, 49 anni, è una forza della natura. Tutto in lei dice entusiasmo, grinta, adesione totale alla vita. E quando inizia a raccontare ti travolge.

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La sua è una storia essenzialmente d’amore. Prima fan di suo marito Luigi nello sport (è un allenatore di calcio a 5), ma soprattutto nella vita a due. Una vita che da quasi dieci anni li vede ulteriormente legati. Irene ha infatti donato un rene al marito e ancora oggi con lui combatte una malattia degenerativa che chiede a entrambi di “scendere” per alcuni periodi dal loro lavoro, dalle loro aspirazioni e, arma in resta, serrare le fila per affrontare il nemico. Non per niente sulla schiena di Irene è tatuata Lady Oscar, la mitica eroina dei cartoni, a capo dell’esercito del re di Francia. Una donna tutta d’un pezzo abitata da grandi passioni. Altro che la crocerossina Candy Candy!

La scoperta della malattia di Luigi ha davvero cambiato la vita di Irene, stravolgendola, ma anche portandola all’incontro con un nuovo grande amore: il giornalismo.

Nel 2000, già moglie e mamma di due bambini, è dipendente a tempo indeterminato di Vodafone: il classico “lavoro di una vita”. Ma la malattia porta a galla le falle di un sistema ingiusto. «C’era un vuoto nella legge del 1967: come donatore non avevo diritto a permessi lavorativi e ho dovuto chiedere 13 giorni di ferie per le visite pretrapianto. A fronte di questa potente ingiustizia – racconta – ho preso contatti con un giornalista di Repubblica ed è scoppiato un caso a livello nazionale. La legge definitiva è passata solo nel 2011!».

Da qui inizia un cambiamento potente. «Quando abbiamo scoperto la malattia di Luigi, ero già moglie e mamma, ma ero ancora rimasta “figlia”: per la prima volta qualcosa non era sotto il mio controllo. Non è più stata una vita normale, ma legata ai valori medici, alle decisioni e ai tempi di qualcun altro. Che ho fatto? Mi sono tirata su le maniche. Ho guardato il bicchiere mezzo pieno. Ho donato un rene a mio marito. E mi sono sentita fortissima, aperta anche ad altri orizzonti!».

Sulla schiena tre tatuaggi: due dedicati al marito e alle sue vittorie combattute “fino alla fine”; in uno campeggia il volto di Lady Oscar con la frase “Una rosa è una rosa, non potrà mai essere un lillà”. «È la mia eroina da sempre, dai tempi della prima media – spiega Irene – unica donna che ha avuto il coraggio di essere quella che era e che ha rincorso i suoi sogni in un mondo maschile. Lei comanda le guardie del re e, nonostante si vesta da uomo, nulla scalfisce minimamente la sua femminilità che emerge prepotente dalla divisa. La frase è quella che le rivolge il suo innamorato da sempre, André, quando le ricorda il suo essere donna. A me dice che si può essere se stessi in qualsiasi momento, modo e luogo. Che bisogna avere il coraggio di esserlo!».

E così è stato: finita la riabilitazione post trapianto, a Luigi è stato offerto il ruolo di allenatore del Cesena. Irene lo ha seguito: si è licenziata e proposta come collaboratrice al quotidiano locale La voce di Romagna. Inizia da qui la sua carriera da giornalista che la vede firma dei più prestigiosi settimanali nazionali – da TuStyle a Vanity Fair a Donna Moderna – fino ad approdare alla televisione come inviata per le reti Mediaset, a Pomeriggio 5, e a La7 come collaboratrice di Cristina Parodi. Senza dimenticare un contatto stretto con il mondo del web. «Sono stati anni di grande crescita e cambiamenti – sottolinea – dove ho imparato che non si deve rinunciare ai propri sogni e che se la vita ci chiede di fermarci, si deve trovarne il significato, rimboccarsi le maniche e ripartire. Concediamoci un tempo di lutto, ma poi resettiamo e riprendiamoci in mano».

Oggi Irene è dovuta “scendere” di nuovo: Luigi ha ripreso dei controlli medici e lei ha scelto ancora di sostenerlo, prendendo una pausa dalla tv. «Abbiamo sempre vinto insieme – sottolinea – certo su binari paralleli!». Irene è scesa, ma come sempre non si è fermata: la attendono due libri in stesura e l’apertura di un blog “viaggiovivoscrivo. la giornalista con la valigia”. Che dire... La attendiamo alla prossima fermata!

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