La Giornata Tipo Guida Nba 2016/2017

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S R O T P A R O TORONT di Marco Pagliariccio Quella passata è stata semplicemente la miglior annata della storia dei Raptors. Dal 1995 al 2016 mai la franchigia canadese si era spinta fino alla Finale di Conference, nemmeno negli anni d’oro di Vincredible e di Bosh, uscendo peraltro con onore (4-2) contro i Cavs in missione anello. Dopo un’annata così, l’obiettivo non può che essere ripetersi e, se possibile, provare a dare l’assalto al trono di Lebron. Impresa quanto mai ardua per un team che, infatti, ha confermato praticamente in blocco il roster dell’anno passato. La mossa più importante è stata la riconferma di DeMar DeRozan (139 milioni per 5 anni: brutto?), il co-leader del team insieme a Kyle Lowry. D’altronde, il prodotto di Usc è reduce dalla miglior stagione in carriera: 23,5 punti, 4,5 rimbalzi e 4,0 assist sono fatturato da giocatore di primissima fascia. Altro che il 46° posto che Sports Illustrated gli ha riservato nella sua Top100 che gli ha fatto storcere il naso (“Foh. 46”, “#ProveEm” sono stati i suoi due tweet al vetriolo sulla questione). E la seconda convocazione consecutiva all’All Star Game ne è stata la conferma. Ma non è da sottovalutare il rinnovo di Masai Ujiri, il vero artefice della crescita esponenziale dei Raptors negli ultimi anni. Il nigeriano era approdato a Toronto nel 2013 con la franchigia reduce dalla quinta mancata partecipazione ai playoff in fila. Liberatosi dei contrattoni di Bargnani prima e Gay poi, è riuscito passo dopo passo ad assemblare un team finalmente vincente. I canadesi hanno migliorato il loro record ogni anno dal 2011 ad oggi: riusciranno a fare meglio delle 56 vittorie dello scorso anno?

IL COACH Dodici mesi fa c’era più di una nube sul lavoro di Dwayne Casey, chiamato a rimettere insieme i cocci dopo la bruciante eliminazione al primo turno contro i Wizards. E invece il suo basket fisico, sublimato con l’arrivo di Carroll e Scola, ha reso forse addirittura oltre le aspettative. Ora l’impresa si fa ancora più ardua: dare l’assalto alle Finals. Ma cosa volete che tema colui che, nel 1998, riportò il Giappone ai Mondiali dopo 31 anni?


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