Sono profondamente convinto che l’Eremita di Paola, come
ogni calabrese, nutriva una grande predilezione per i luoghi
a cielo aperto e soprattutto per i boschi: l’aria pura, la flora e
la fauna del suo habitat – per molti tratti ancora oggi rimasto
incontaminato – lo avvolgevano e lo affascinavano. Egli sapeva
bene che il primo libro a parlarci di Dio non era la Bibbia, ma la
natura, «la nostra casa comune – scrive Papa Francesco – che è anche
come una sorella con la quale condividiamo l’esistenza e come una
madre bella che ci accoglie tra le sue braccia» (LS, 1).
E a tal proposito, per meglio lasciarsi avvolgere nel grembo
di Madre Natura, anche il saio e la barba canuta del nostro
Eremita avevano il colore tipico della terra.
P. Francesco M. Trebisonda
Correttore Provinciale dei Minimi