14-1 Torri costiere e castelli della Calabria 17X24 Ita ebook

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* " Ê «adeguandoli alle nuove esigenze difensive avvalendosi dell’opera dei più esperti architetti militari dell’epoca» e provvide al necessario dei castelli di «Lamantia, Corigliano, Castrovilla, Castella, Cotrona, Mocta, Bivona, Piczo, Policastro, Rigio». «Gli accorgimenti adottati dagli architetti aragonesi riguardano, principalmente, l’abbassamento e l’ingrossamento delle mura mentre le antiche feritoie, avendo sostituito il moschetto sia l’arco che la balestra, sono trasformate in aperture circolari. I merli medievali, inutili rispetto alla forza dell’artiglieria, sono rimpiazzati da merloni più ampi e grossi con spigoli esterni smussati e strombati e forte angolazione che va a restringere verso l’interno in modo da fare affiorare solo la bocca dei cannoni. Alla base delle mura sono praticate nuove aperture e, nella parte interna delle torri, collocate le artiglierie leggere che devono spazzare i fossati con il tiro radente». A lavori ultimati, sull’ingresso principale di ogni struttura è posto un bassorilievo commemorativo nelle nuove murature e sulle porte dei rivellini. Il collaudo delle nuove costruzioni è sottoposto alla prova dei cannoni del re di Francia Carlo VIII, che il 3 settembre 1494 oltrepassa le Alpi per conquistare il Regno di Napoli. Le armi francesi bocciano le modifiche apportate alle strutture fortificate e l’esercito di Carlo VIII, non incontrando alcuna resistenza, il 22 febbraio 1495 occupa la capitale. «Un parco di artiglieria di modernissima concezione» determina il successo dei transalpini e il fallimento della nuova architettura difensiva, per l’architet-

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to Francesco di Giorgio Martini «i moderni nuovamente hanno ritrovato un istrumento di tanta violenza, che contro a quello le armi, gli studi, la gagliardia o poco o niente vale, e che più è, in picciolo tempo ogni grossa torre si mina e getta a terra, e certo tutte le altre macchine, vane e superflue si possono appellare». Si comincia a riconvertire le rudi fortezze ad una funzione residenziale «più consona ai propri ospiti», sono adeguate alla celebrazione di feste, banchetti, danze e tornei che costituiscono un elemento indispensabile del costume e del linguaggio politico rinascimentale. Durante le feste nelle residenze fortificate «non passano inosservate le dame di compagnia, ovvero le donne che nella corte hanno il compito di allietare con la loro presenza le giornate del signore. Le occasioni mondane infrangono la monotonia e la noia quotidiana e coincidono con l’arrivo di ospiti illustri o la celebrazione di speciali ricorrenze di vita familiare come il battesimo, il matrimonio e la morte in cui ogni casata egemone si riunisce nella sala del castello ostentando la ricchezza e la nobiltà attraverso il racconto di imprese gloriose, la visione delle insegne araldiche affrescate sui muri e dei ritratti degli antenati». In genere la sala principale della residenza è tenuta sgombra, all’occorrenza si montano dei tavoli su cavalletto circondati da sedie, sgabelli e panche, mentre una credenza riccamente drappeggiata è pronta per esporre l’argenteria e i piatti più belli che per questo vengono definiti da parata.

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