Pellegrinaggio sulla "Via Egnatia"

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“Durante la notte apparve a Paolo una visione: era un Macèdone che lo supplicava: "Vieni in Macedonia e aiutaci!". Dopo che ebbe questa visione, subito cercammo di partire per la Macedonia, ritenendo che Dio ci avesse chiamati ad annunciare loro il Vangelo. Salpati da Tròade, facemmo vela direttamente verso Samotràcia e, il giorno dopo, verso Neàpoli e di qui a Filippi, colonia romana e città del primo distretto della Macedonia. Restammo in questa città alcuni giorni” (Atti degli Apostoli 16,9-12).


Dall’Asia Minore il Vangelo arriva in Grecia. E’ il secondo viaggio missionario di s. Paolo


Nea-Polis (V sec. aC) chiamata dai Bizantini CHRISTOU-POLIS e dagli arabi KAVALA


Un’antica chiesa cristiana dedicata alla visita di san Paolo a Neapolis è scomparsa. Questa chiesa bizantina è del 1928, subito dopo la definitiva liberazione dai Turchi (occupanti dal 1380) e dai Bulgari (fino al 1913). Qui è nato il famoso Pascià di Egitto Mehmet Ali (1805-1848).


Il grande acquedotto della cittĂ , Kamares, fatto costruire da Solimano il Magnifico (1494-1566)


La VIA EGNATIA Nel 146 aC. il Proconsole di Macedonia Gaio Ignatio fa costruire questa importante via di comunicazione che porterà le legioni romane in Asia minore e consentirà al Vangelo di Paolo di venire di là, attraverso la regione macedone greca, fino in Illiria (Albania e Dalmazia, dove predicò san Luca, secondo la tradizione). Lui stesso asserisce categoricamente di averlo fatto di persona (Romani 15,15-19)


Da Gerusalemme … all’ILLIRIA

“Vi ho scritto con un po' di audacia, come per ricordarvi quello che già sapete, a motivo della grazia che mi è stata data da Dio per essere ministro di Cristo Gesù tra le genti, adempiendo il sacro ministero di annunciare il vangelo di Dio perché le genti divengano un'offerta gradita, santificata dallo Spirito Santo. Questo dunque è il mio vanto in Gesù Cristo nelle cose che riguardano Dio. Non oserei infatti dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio per condurre le genti all'obbedienza, con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la forza dello Spirito. Così da Gerusalemme e in tutte le direzioni fino all'Illiria, ho portato a termine la predicazione del vangelo di Cristo”. Romani 15,15-19


“Da lì ci recammo a Filippi, che è la prima città di quella parte di Macedonia e una provincia romana” (Atti 16,12). Paolo inizia a percorrere la Via Egnatia. La città di KRENIDES (lett. “Le sorgenti”) fondata dagli abitanti ateniesi dell’isola di Tasso nel IV secolo aC, dopo appena 4 anni, prende il nome del condottiero macedone Filippo II, nato poco distante. Qui, nel 168 aC arrivano i Romani e nel 42 aC Bruto e Cassio (cf. “Ci rivedremo a Filippi!”) affrontano Ottaviano ed Antonio, che vogliono punire gli assassini di Giulio Cesare.


I resti di 4 basiliche paleo-cristiane denotano l’importanza di Filippi nel periodo bizantino.



Resti della VIA EGNATIA negli scavi archeologici di FILIPPI


Tutte le battaglie macedoni, come pure le conquiste del figlio di Filippo II, Alessandro detto “Magno”, devono la loro fortuna alle riserve di argento e oro del monte Pangeo e Orbelo. Paolo giunge a Filippi nel 49 dC. Teatro, agorà, mercato e templi denotano gli splendori architettonici di questa città romana.


“Mentre andavamo alla preghiera, venne verso di noi una schiava che aveva uno spirito di divinazione: costei, facendo l'indovina, procurava molto guadagno ai suoi padroni. Ella si mise a seguire Paolo e noi, gridando: "Questi uomini sono servi del Dio altissimo e vi annunciano la via della salvezza". Così fece per molti giorni, finché Paolo, mal sopportando la cosa, si rivolse allo spirito e disse: "In nome di Gesù Cristo ti ordino di uscire da lei". E all'istante lo spirito uscì”. (Atti 16,16-18)


Lo spirito di divinazione era ritenuto un dono del serpente Pitone, legato all’oracolo del tempio di Delfi, del dio Apollo. Le sue profezie erano riferite dalla Pizia, una pitonessa-sacerdotessa. Paolo compie a Filippi il primo esorcismo in terra greca e si attira le ire di coloro che se ne approfittavano per arricchirsi.


“Il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera e, dopo aver preso posto, rivolgevamo la parola alle donne là riunite. Ad ascoltare c'era anche una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo. 15Dopo essere stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò dicendo: "Se mi avete giudicata fedele al Signore, venite e rimanete nella mia casa". E ci costrinse ad accettare”. (Atti 16,14-15)


Silvano e Paolo (Sila e Saulo) rimangono poco nella cisterna-prigione di Filippi. Un terremoto è l’occasione per sottolineare che l’annuncio della Buona Novella del Vangelo - che è vita e libertà per tutti coloro che credono in Cristo Gesù Risorto – non può essere rinchiuso o frenato.


“Usciti dal carcere, si recarono a casa di Lidia, dove incontrarono i fratelli, li esortarono e partirono” (Atti 16,40). Paolo si ricorderà sempre di questi amati fratelli: “Paolo e Timòteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo

Gesù che sono a Filippi, con i vescovi e i diaconi: 2grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo. 3Rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo di voi. 4Sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia 5a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente” (Fil 1,1-5).


Ricorda ancora la sua comunità: “Ho

provato grande gioia nel Signore perché finalmente avete fatto rifiorire la vostra premura nei miei riguardi: l'avevate anche prima, ma non ne avete avuto l'occasione.11Non dico questo per bisogno, perché ho imparato a bastare a me stesso in ogni occasione. 12So vivere nella povertà come so vivere nell'abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all'abbondanza e all'indigenza. 13Tutto posso in colui che mi dà la forza.

14Avete

fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie tribolazioni. 15Lo sapete anche voi, Filippesi, che all'inizio della predicazione del Vangelo, quando partii dalla Macedonia, nessuna Chiesa mi aprì un conto di dare e avere, se non voi soli; 16e anche a Tessalònica mi avete inviato per due volte il necessario”. Filippesi 4,10-16


LIDIA e PAOLO




”Percorrendo la strada che passa per Anfìpoli e Apollònia, giunsero a Tessalònica, dove c'era una sinagoga dei Giudei” (Atti 17,1)

Paolo, ammalato, forse di malaria, attraversa regioni paludose: il lago Volvi e Koronia, a nord della penisola Calcidica, oggi famosa per il monte santo, l’Athos


Paolo a TESSALONICA oggi Saloniki Dopo aver sofferto e subìto oltraggi a Filippi … abbiamo trovato nel nostro Dio il coraggio di annunciarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte. “

E il nostro invito alla fede non nasce da menzogna, né da disoneste intenzioni … Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli. Così, affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari. Voi ricordate infatti, fratelli, il nostro duro lavoro e la nostra fatica: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi, vi abbiamo annunciato il vangelo di Dio. Voi siete testimoni, e lo è anche Dio, che il nostro comportamento verso di voi, che credete, è stato santo, giusto e irreprensibile. Sapete pure che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi, vi abbiamo incoraggiato e scongiurato di comportarvi in maniera degna di Dio, che vi chiama al suo regno e alla sua gloria. Proprio per questo anche noi rendiamo continuamente grazie a Dio perché, ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l'avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti”. 1Tessalonicesi 2,1-13


“Voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore, avendo accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo, così da diventare modello per tutti i credenti della Macedonia e dell'Acaia. Infatti per mezzo vostro la parola del Signore risuona non soltanto in Macedonia e in Acaia, ma la vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne” (1Tessalonicesi 1,6-8). Uno dei successori-testimoni del Vangelo è san DEMETRIO (+ 304), cui è dedicata la cattedrale.


La cripta, scoperta nel 1917 dopo un grave incendio nell’antica chiesa


Tessalonica era la moglie di Cassandro, generale di Alessandro Magno (315 aC). Qui è nato san Cirillo (+ 869), apostolo degli Slavi con san Metodio, inventore del “cirillicoâ€?.


Nel 303 l’imperatore Galerio fa costruire questo arco trionfale. Nel 390 l’imperatore Teodosio si vendica di una sommossa, uccidendo a tradimento migliaia di persone. Farà penitenza pubblica davanti al Vescovo AMBROGIO di Milano, ormai capitale dell’Impero. Qui sotto: la Torre detta “Bianca”, ridipinta perché detta Torre di Sangue, dopo un barbaro eccidio avvenuto al suo interno.


La Basilica del VIII sec. di Haghia Sophia, la Santa Sapienza, appellativo di Cristo stesso.


A Tessalonica è nato anche GREGORIO PALAMAS (1296-1359) monaco dell’Athos e Arcivescovo della città. E’ famoso per la “preghiera del cuore” e per la raccolta di scritti spirituali detta FILOCALIA. Scriveva : “Conoscenza più alta di quella sulla natura, dell'astronomia e di tutta la filosofia è non solo sapere Dio e che l'uomo conosca se stesso ma pure che il nostro intelletto sappia la propria debolezza. [...] Chi conosce la propria debolezza sa da dove può giungere la salvezza, si avvicina alla luce della conoscenza e alla sapienza vera, che non si dissolve con questo secolo“.


Verso Pella ed Edessa prosegue la Via Egnatia. Una deviazione per visitare BEREA (oggi Veria) città della Tessaglia che ha accolto san Paolo in fuga da Tessalonica: “I fratelli, durante la notte, fecero partire subito Paolo e Sila verso Berea. Giunti là, entrarono nella sinagoga dei Giudei. Questi erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalònica e accolsero la Parola con grande entusiasmo, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano davvero così. Molti di loro divennero credenti e non pochi anche dei Greci, donne della nobiltà e uomini” (Atti 17,10-12)


BÊroia VERIA è vicina al monte Olimpo. Si conserva il ricordo del passaggio di san Paolo


“Ma quando i Giudei di Tessalònica vennero a sapere che anche a Berea era stata annunciata da Paolo la parola di Dio, andarono pure là ad agitare e a mettere in ansia la popolazione. Allora i fratelli fecero subito partire Paolo, perché si mettesse in cammino verso il mare, mentre Sila e Timòteo rimasero là” (Atti 17,13-14).


Accanto a Veria si trova AIGAI (o VERGHINA) luogo dove è morto Filippo II il macedone. Di qui è passato Paolo nel suo tragitto verso la costa, in direzione di Atene.


Nel 1977 è venuta alla luce la tomba dell’iniziatore della dinastia macedone, padre di Alessandro Magno. AIGAI (da aix, aigos = capra), fondata da Archelao, viene identificata con la capitale macedone, prima di PELLA.


Piccola deviazione a sud, rispetto alla Via Egnatia, per giungere a Trikala e Kalambaka: la zona delle METEORE, i monasteri “sospesi� tra terra e cielo. Monaci e monache dell’Ortodossia cristiana cercatori di Dio nella solitudine e nella preghiera.


Nella Meteora di Varlaam la famosa icona in cui le ossa di Alessandro Magno stanno davanti ad abba Sisoe: colui che i mortali adorano come un dio, è mortale a sua volta. Uno dei “memento mori” dell’arte cristiana.


Falesie di arenaria, sulle quali dall’XI sec. si sono costruiti 24 monasteri di cui 6 sono ancora oggi abitati e visitabili. Stupendo paesaggio, nonostante la pioggia ‌



Saliamo 143 gradoni e 85 gradini al monastero maschile di san Nicola del XIII s. con affreschi del XIV s.


Il giudizio universale Il profeta Giona nel cetaceo




La Meteora Roussanou o di santa Barbara



Finalmente uno spiraglio di sole per la Meterora femminile di santo Stefano



Il monastero è stato fondato nel 1191 e ricostruito dopo la II Guerra Mondiale





Lasciamo Ioànnina e Kalpàki, nel nord della Grecia per entrare nella terra degli Albàni. Anticamente era un’unica regione: l’Epiro del re Pirro, che per anni tentò di combattere i Romani. Le sue vittorie erano così sanguinose che resta famoso il suo detto: “Un’altra vittoria così e sarò sconfitto definitivamente”. Di qui il detto “vittoria di Pirro”.


Passiamo il confine a Ktismata-Kakàvia e scendiamo verso Gjirokastër, dove nel 1936 è nato il grande scrittore albanese Ismail Kadarè. Un suo libro “Il generale dell’armata morta” è diventato un film italiano con Marcello Mastroianni.


Arriviamo al tramonto allo stupendo golfo di SARANDA, la “Città dei Santi Quaranta”, ossia quaranta legionari martiri cristiani. Nel 1940-44 era chiamata “Porto Edda”, in onore di Edda Ciano.


Di fronte l’isola di CORFU’ (antica Corcyra, oggi Kérkira).



Visitiamo BUTRINT, antica BUTHROTUM, sito prestigioso in una posizione magnifica, nella penisola di Ksamil (lett: “sei miglia�).


Il lago di Butrinto era detto PELODES (porto con il fango) oppure “Lago delle Ninfe� collegato al mare dal canale di Vivar


Un geografo del IV sec. aC ci parla giĂ di questo centro abitato, difeso dal mare e dalle paludi e in seguito circondato di mura. Secondo la leggenda, il genero del troiano Priamo, fuggito da Troia in fiamme, avrebbe sacrificato un toro nei pressi di Butrinto, da cui il nome “Buthrotosâ€?.


Virgilio nell’Eneide e Jean Racine in “Andromaca” sono solo alcuni esempi di letterati che hanno ricordato le bellezze di questo luogo


La città fu fondata dalla tribù epirota dei Caoni (Chaones), confinanti con i Molossi e i Tesproti, poi inglobati nell’Impero Romano


Alle porte della cittĂ il complesso dedicato al dio Asclepio: igiene, terme, rilassamento e cure (che noi chiameremmo psicologiche) per i veterani che venivano a ritirarsi qui dopo una vita di guerre.


Nel IV sec. anche Butrinto ha il suo martire cristiano, san Terini. Il battistero è uno dei piĂš grandi del Mediterraneo, costruito nel 550 dC sopra le terme romane. Lo stupendo mosaico (messo in sicurezza al museo) presenta decorazioni con i classici simboli cristiani. Il battesimo avveniva per tutti una volta all’anno, nella notte di Pasqua.



Una delle porte del muro romano di cinta della cittĂ , che proteggeva dal lato del lago e delle paludi, verso la terraferma


Ricostruzione del grande acquedotto costruito dai Romani


La grande Basilica del V secolo, al tempo dell’imperatore Teodosio. Non era sede episcopale perchÊ conteneva parecchie tombe di martiri ed era chiesa cimiteriale.


Nel 1386 Butrinto diventa una fortezza dei veneziani. Nel 1537 arrivano i Turchi, nel 1796 Napoleone e nel 1807 Ali Pasha Teplena. Dal 1992 è sito Patrimonio dell’UNESCO



Lasciamo questo stupenda localitĂ di mare per andare verso il centro del paese



Ci dirigiamo verso VALONA (oggi VlorÍ) zona ricchissima di acque sorgenti. Subito accanto al mare montagne di 2000 mt. e la pioggia non ci abbandona ‌


Ci fermiamo nella rada di PORTO PALERMO localitĂ poco a sud di Himara. Il nome proviene da alcuni soldati siciliani, stanziati qui durante la II Guerra Mondiale.




Sulle rovine di un antico monastero, Ali Pasha costruì una fortezza per la sua preferita, Kira Vasilika (1807-1820). Si ribella al Sultano Mahmud II, viene sconfitto e ucciso nel 1820. Alexandre Dumas ne parla ne “Il conte di Montecristo” (1846), mentre Lord Byron ne “Il pellegrinaggio del giovane Aroldo”, definisce Ali Pasha “tiranno spietato”, crudele e ricchissimo.


La fortezza divenne poi tristemente una prigione per i dissidenti al tempo di re Zog (1928-1939) e durante il regime del dittatore Enver Hoxha (1945-1985), il costruttore dei 600mila bunker.


L’isola Eréikousa


Con la guida Arben e l’autista Yeorgos


Porto Palermo divenne anche la baia profonda che ospitava i sommergibili nucleari sovietici


Saliamo al passo di Llogaraja a 1050 mt sul mare. La strada costiera jonica fatta costruire da Mussolini negli anni Trenta è stata riparata e allargata qualche anno fa. In greco erano le montagne Acro-ceraunie.


Valona è un’antica città del VI s. aC ma completamente ricostruita, anche per svariati terremoti. Qui nel 1912 Ismail Qemali dichiarò l’indipendenza dell’Albania


Anche Durazzo (Durrës) è del VII s. aC. Rimane solo un anfiteatro del tempo. Plauto ambienta qui la sua commedia latina “Menecmi”. La città venne contesa tra Normanni, Veneziani e Turchi


Tra Valona e Durazzo, nell’interno, la splendida BERAT l’antica Antipatreia (Polibio 216 aC), Bargul (cioè la “Bianca”, così Tito Livio nel 205 aC), detta dai Bizantini “Pulcheriopolis”, dal nome dell’imperatrice bizantina Pulcheria, sorella di Teodosio.


Affreschi di una delle moschee del periodo Ottomano. Nel XIV secolo era detta la “Città Bianca”, oppure la “Città dalle mille finestre”.


Il palazzo “decapitato” dalla guerra, sede del Pascià (governatore) locale fino al 1945


Fondata dagli Illiri nel IV s. aC la città è patrimonio dell’UNESCO. In basso il quartiere di Mangalem, mentre saliamo verso la Cittadella, chiamata KALA per via del Castello.


La Cittadella è un raro esempio di un castello con borgo medioevale ancora abitato. Il monte Tomorr (2414 mt) è meta di sportivi per il trekking e il rafting.


A Berat è nato Tolomeo Lagosi, figlio illegittimo di Filippo di Macedonia e fondatore della dinastia Tolemaica in Egitto, andata avanti fino alla morte di Cleopatra


Delle 42 chiese del borgo medioevale rimangono i resti di una dozzina


La chiesa della Dormizione, costruita nel X sec. e ricostruita a fine 1700.


Una guida locale ci racconta di come gli abitanti abbiano eroicamente salvato a rischio della vita antiche icone e manoscritti. I piÚ preziosi: il Codice Purpureo, del VI sec. con brani dei vangeli di Matteo e Marco, scritto in greco e il Codice Aureo, del IX secolo, anch’esso scritto in greco. Questi codici sono stati nascosti e conservati dagli abitanti della Cittadella e riscoperti nel 1972.


L’affresco che dà il titolo alla chiesa: la Dormitio di Maria. Le scritte sono in greco.


Il Museo Onufri, dal nome di un pittore albanese del XVI sec. Dopo la resistenza armata dell’eroe nazionale Giorgio Kastriot Skanderbeg (lett: Alessandro il capo), ormai scomparso, la sua pittura di icone nel 1500 assume il valore di vera e propria Resistenza anti-turca. Ha lavorato a Berat nel 1547



La splendida iconostasi in legno, salvatasi per miracolo dalle distruzioni del regime, è del 1808. 12 icone reali, 27 minori e 4 centrali.


L’invasione Bulgara (860-1018 dC) chiamò Berat BELGRAD, riprendendo l’antico nome (Fortezza Bianca)


Il ponte di Berati (Gorica) è un canto degli Alpini della divisione Julia che nel 1940 furono stanziati qui. Berat sostituisce Bassano nel testo del canto originale della 1GM. Dopo l’8 Settembre 1943, 170 soldati dell’esercito italiano costituirono il Battaglione Gramsci, che si unì all’Esercito Albanese di liberazione nazionale nella guerra contro i Tedeschi, come ricorda il cippo.


Siamo verso la conclusione del pellegrinaggio. Nella capitale Tirana celebriamo l’Eucarestia domenicale.


Il nome Tirana deriva forse da THERANDA (antico re Te Ranat), o da TIRKAN (castello del monte Dajiti) oppure da TYROS (caseificio), per via della popolazione dedita alla pastorizia.


I resti di un castello di epoca bizantina, diventato in seguito dimora dei regnanti e attualmente accanto al palazzo presidenziale.


Il maltese p. George Frendo op, Vescovo ausiliare di TiranaDurazzo e titolare di Butrinto. E’ in Albania dal 1997 In Diocesi ha ca. 140mila fedeli

Madre Teresa orgoglio di ogni albanese


La cattedrale cattolica (consacrata nel gennaio 2002) intitolata a san Paolo, evangelizzatore degli Illiri, giunto qui da Tessalonica attraverso la Via Egnatia.


Secondo la tradizione, il primo vescovo di Tirana-Durazzo, san Cesario, sarebbe stato uno dei 72 discepoli inviati direttamente da Ges첫 nelle regioni pagane


Nexhmija moglie del dittatore Hoxha (+1985) rifiuta a madre Teresa il permesso di vedere la famiglia (1987). Nel 1989 NenĂŤ Teresa riesce a venire a Tirana e si reca a pregare sulla tomba del dittatore


Il vescovo albanese Rrok Mirdita ha accolto Papa Francesco il 21 Settembre 2014 Nell’aprile 1993 era venuto il santo Papa Giovanni Paolo II


Banche e hotel sono attualmente gli edifici più alti della città. Il Tirana International Hotel costruito dopo il 1979 e ora abbandonato aveva 15 piani ed era l’edificio più alto in Albania.


“Coloro che avevano paura della verità e della libertà facevano di tutto per bandire Dio dal cuore dell’uomo ed escludere Cristo e la Chiesa dalla storia del vostro Paese” (Papa Francesco). Uno dei 600mila bunker fatti costruire dal dittatore Enver Hoxha dal 1950 al 1985, anno della sua morte, per difendersi dall’Occidente.


Al posto della statua di Stalin, dal 1968 lo stalinista Hoxha fa mettere l’eroe nazionale Skanderbeg

La moschea di Ethem Bey del 1798, decorata da artisti veneziani


In Albania sono presenti i BEKTASHI antica setta islamica di derivazione sufi, nata nel 1200 ora vicina agli sciiti. E’ il ramo spirituale dei GIANNIZZERI, la famosa fanteria ottomana reclutata tra i prigionieri cristiani e mamelucchi.


Dallo scioglimento dei Giannizzeri (1826) Tirana è diventata il centro mondiale degli islamici Bektashi.


Cristiani Ortodossi, Islamici e Cattolici convivono in Albania senza problemi


“In una mano il moschetto nell’altra il piccone: così costruiremo la nostra società” Era il programma del dittatore Enver Hoxha, ben sintetizzato nella facciata del Museo Nazionale


Il film di Gianni Amelio (1994) “Lamerica� descrive con realismo la situazione esplosa alla fine del regime, quando nel 1990 gli albanesi si sono riversati in Italia, conosciuta clandestinamente attraverso canali radio e tv



“L’aquila, raffigurata nella bandiera del vostro Paese, vi richiami al senso della speranza, a riporre sempre la vostra fiducia in Dio, che non delude ma è sempre al nostro fianco, specialmente nei momenti difficili” Papa Francesco Tirana, 21-09-2014


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