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San Valerico , abate

monaco benedettino francese, compatrono di Torino

Daniele Bolognini

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▲ « », 1600, olio su tela di Antonio Parentani, Parrocchia di San Cassiano, Grugliasco - S. Valerico con S. Sebastiano e S. Rocco (fotograa di Matteo Selva)

Valerico è compatrono della Città di Torino n dall'epidemia di peste del 1598, le sue reliquie erano venerate in città dai tempi in cui le portarono i monaci della Novalesa nel 906. Le vicende di questo Santo francese ci portano nell'alto medioevo, quando monasteri e abbazie costituivano un riferimento non solo religioso, ma anche sociale, economico e politico. Valerico (Walaricus in latino, Valéry in francese) nacque nel 565 nell'Auvergne, regione montuosa del centro della Francia, in una famiglia di pastori. Adolescente, sentì forte il desiderio di imparare a leggere e scrivere, si fece così incidere le lettere dell'alfabeto su alcune tavolette di legno e, badando al gregge, imparò a memoria il Salterio. Partecipò in seguito in modo più attivo alle funzioni e sbocciò in lui il desiderio di farsi monaco. Non lontano da Issoire sorgeva il monastero benedettino di Autum (Autoingt) dove viveva un prozio e Valerico, pieno di fervore, nonostante la contrarietà del padre, chiese d'esservi accolto. Per sottrarsi alle pressioni dei genitori, si rifugiò in seguito ad Auxerre, nel monastero di Saint-Germain da poco fondato, dove, tra l'altro, divenne padre spirituale di Bolone, un nobile del luogo. Questi, spogliatosi dei propri averi, abbracciò la regola benedettina e divenne suo discepolo. A quel tempo i monaci potevano spostarsi con una certa libertà da un monastero all'altro e i due vollero incontrare un confratello irlandese la cui fama era diffusa in tutta Europa. Conobbero così San Colombano nel 594 a Luxeuil (Borgogna), un'abbazia in cui vivevano circa duecento monaci dove si stabilirono. Valerico ebbe l'incarico di ortolano, ma il suo carisma non tardò a manifestarsi

e Colombano lo ammise alla professione dopo un noviziato eccezionalmente breve. Successivamente re Teodorico II d'Austrasia (la parte nord-orientale del Regno Merovingio) allontanò Colombano da quel monastero per contrasti politici e per qualche tempo Valerico dovette sostituirlo. Magro e di alta statura, era severo con se stesso, ma mite con il prossimo. Con i novizi si dimostrò un maestro paziente e fervoroso nel trattare dell'amore di Dio. Tappa successiva fu il monastero di Fontaine, dove la saggezza gli valse l'amicizia del Re Teodorico. Valerico quindi, insieme ad un compagno di nome Valdoleno, partì per evangelizzare la Neustria (tra l'Aquitania e il Canale della Manica), come desiderato da Clotario II. Giunse no ad Amiens: l'eloquenza e i «miracoli» gli ottennero numerose conversioni. Valerico però preferì la solitudine alla predicazione e su consiglio del Vescovo Bercundo, scelse un sito solitario vicino al mare, alla foce del ume Somme. In una boscaglia fondò un nuovo cenobio: questa località era detta Leuconaus. Presto la fondazione crebbe e San Valerico alternava la vita di contemplazione alla predicazione missionaria presso i villaggi vicini. Lottò contro i culti pagani e ad Eu fece rimuovere alcuni idoli. Le cronache inoltre ci riportano l'episodio di una guarigione miracolosa di un paralitico di nome Blitmondo (Berchond) che scelse poi di seguirlo nella vita contemplativa e sarà suo successore nella carica di abate. Ben presto il monastero di Leuconaus si popolò di pellegrini e malati. Nel 613 il monastero, adottata la regola di San Colombano, si ingrandì grazie all'aiuto di Re Dagoberto e divenne l’abbazia di Leuconay. Valerico, tuttavia, anelando alla vita eremitica, si ritirò presso una capanna in cima a Cap Hornu. Una settimana prima di morire disse di voler essere sepolto all'ombra della quercia dove amava colloquiare con Dio. Morì il 12 dicembre 622, aveva 57 anni. Qualche tempo dopo la cittadina venne chiamata Saint-Valéry sur Somme. Il Vescovo di Amiens Bertacundo (Berehund) si preoccupò che non venissero profanate le sacre spoglie. Blitmondo tentò con Angilberto di S. Riquier di portare le reliquie in chiesa, ma poterono estrarre solo un frammento che prese quest'ultimo. Nel 623, dati i pericoli del tempo, i monaci dovettero abbandonare l'abbazia. Blimondo si trasferì a Bob

▲ «Valerico intercessore presso la Conso- lata per la Città », pala d’altare, cappel- la San Valerico del Santuario B. V. della Consolata

bio (Piacenza), ma ritornò a Leuconay nel 627 e riedicò il monastero. Il 1° aprile 628 fu costruita una prima cappella per custodire le reliquie di Valerico, che divenne subito meta di pellegrinaggi. Il 1° aprile, in alcune biograe, è indicato come data della sua festa. Nei secoli successivi parte delle reliquie di San Valerico furono trasferite da Carlomagno presso l'abbazia di Novalesa - grazie all'amicizia con l'abate Frodo

ino cui afdò il glio Ugo - e all'abbazia di Corbie. Nell'859 e nell'891 Leuconay fu saccheggiata, ma la tomba di Valerico non venne violata. Nel 962 le spoglie del Santo furono traslate da Arnolfo il Vecchio prima nell'abbazia di Montreuil e poi a Saint-Bertin. Leggenda vuole che il Santo apparisse in sogno a Ugo Capeto promettendogli di proteggerlo se il suo corpo fosse stato riportato a Leuconay. Così avvenne il 2 giugno 981 alla presenza dello stesso Capeto, che sei anni più tardi divenne re di Francia. Fu allora che l'abate Ingebrammo di Saint-Riquier compose alcuni inni in onore del Santo. Un affresco del sec. XVI, nella cappella abbaziale di Saint-Riquier, raf- gura Valerico che appare ad Ugo Capeto predicendogli la corona. Nel 1197 re Riccardo Cuor di Leone disperse nuovamente i monaci e le reliquie furono trasferite a Caux, per ritornare un secolo dopo nuovamente a Leuconay. Come leggiamo nel - manoscritto nel 1060 circa - parte delle reliquie di Valerico furono portate a Torino dai Benedettini in fuga dalla Novalesa. Un altro manoscritto contiene un Chronicon Novaliciense Hymnus de Sancto Walerico abate. I Benedettini, giunti a Torino, si stabilirono presso la chiesa dei Santi Andrea e Clemente, davanti alla Porta Segusina, oggi all'incrocio tra Via della Consolata e Via Garibaldi; nel 929 passarono alla non distante chiesa di Sant'Andrea, dentro le mura cittadine, che sarà poi l'odierno nostro Santuario. Nei secoli le collocazioni dell'altare di S. Valerico cambiarono più volte di sito a seconda delle fasi di ampliamento della chiesa. Nell'edicio romanico era il primo nella navata di sinistra, presso il presbiterio. La devozione dei torinesi verso San Valerico raggiunse l'apice nel 1598, quando fu eletto Compatrono cittadino. Proprio il 12 dicembre di quell'anno Papa Clemente VIII con bolla ne approvò il culto. Di fatto era già venerato, gli Ordinati del Consiglio cittadino ne danno una prima menzione il 24 novembre 1450. Nel 1599 fu realizzato un nuovo al

tare di patronato municipale, l'anno successivo fu commissionata ad Antonino Parentani la pala come exvoto per la peste, trasferita nel 1765 nella parrocchia di San Cassiano in Grugliasco. Nel 1601 don Lorenzo Surio scrisse una biograa di Valerico. Il suo patrocinio venne nuovamente invocato nel 1629, insieme a quello di S. Rocco, quando la peste tornò a mietere vittime, e nel 1675 per l’inerire del . Nel 1679, nell'ambito della trasformazione guariniana del Santuario, a spese del Comune si ricollocò la cappella nell'aula ovale di Sant’Andrea, nel 1702 fu realizzata una nuova urna. Su disegni del Vittone, nel 1764, fu realizzato un nuovo altare in marmo - scultore Filippo Parodi, con ornamenti di Ignazio Parrucca - in cui trovò posto il nuovo quadro di Francesco Bolgeri (Bolgié) rappresentante la SS. Trinità e S. Valerico (Schede Vesme). Felice Cervetti, negli stessi anni, realizzò i due quadri laterali: cholera morbus Processione tra gli appestati con l'urna di San Valerico Donazione dell'altare di San Valerico e . Il Beato Giuseppe Allamano nel 1897 fece fare una ricognizione del

le reliquie: furono riconosciuti 12 frammenti del cranio, 7 denti, una vertebra dorsale e vari frammenti ossei. Nel 1898, per il III centenario della proclamazione a compatrono, ci furono solenni celebrazioni, compresa l'intitolazione di una campana, collocata nell'imponente campanile romanico. Nel 1905 le reliquie di San Valerico ebbero inne la collocazione attuale con una nuova pala d’altare nella cappella costruita con la ristrutturazione del Santuario voluta dall'Allamano. L’opera realizzata da Luigi Clara presenta S. Valerico intercessore presso la Consolata. In Francia parte delle reliquie sono sopravvissute alla Rivoluzione Francese e sono oggi presso la parrocchia di Saint-Valery sur Mer. Nel 1870 fu edicata dai marinai della regione una cappella nel luogo in cui il Santo morì. Altre località portano il suo nome, tra cui Saint-Valery en Caux, Osmoy-Saint-Valery e Saint-Valery dans l'Oise.

▲ «Processione tra gli appestati con l’ur- na di S. Valerico », 1765 ca., olio su tela di Felice Cervetti, cappella di S. Valeri- co del Santuario della Consolata

Si ringrazia per la gentile collaborazione don Paolo Resegotti parroco di S. Cassiano in Grugliasco, Arabella Cifani e Franco Monetti.

del Santuario di Torino

La Compagnia della Consolata ha come scopo di favorire la devozione alla Vergine Maria, venerata come dai doni di Dio e, per questo, dei sofferenti e degli afflitti: modello e sorgente di speranza, Ella ci precede nel cammino della fede e ci sostiene nelle difficoltà della vita quotidiana. Consolata Consolatrice È vivamente raccomandata agli iscritti la partecipazione personale alle celebrazioni liturgiche del Santuario e, nel giorno della festa titolare (20 giugno), alla processione in onore della Consolata.

Tutti, anche i defunti, possono essere iscritti nella Compagnia. Per loro, in Santuario, ogni sabato viene celebrata una S. Messa alle ore 10,30.

Per iscrizioni e maggiori informazioni rivolgersi alla sacrestia del Santuario o telefonare al n. .011/483.61.01

Dicembre 2019

1. 1 DOMENICA DI AVVENTO a c

3. S. Francesco Saverio, sacerdote (mem.) S. Nicola, vescovo (mem.)6.

S. Ambrogio, vescovo e dottore della Chiesa (mem.)7. 8. 2 DOMENICA DI AVVENTO a

IMMACOLATA CONCEZIONE c

DELLA B. V. MARIA (sol.)

Oggi, visitando il nostro Santuario-Basilica,

è possibile ricevere il dono dell'indulgenza plenaria 10. Beato Marco Antonio Durando, sacerdote (mem. fac.)

, abate: 12. S. V ALERICO le sue reliquie sono conservate nel nostro Santuario (festa)

Beata Vergine Maria di Guadalupe (mem. fac.) 13. S. Lucia, vergine e martire (mem.) S. Giovanni della Croce, sacerdote14.

e dottore della Chiesa (mem.)

15. 3 DOMENICA DI AVVENTO a c

16-24 Novena di Natale

22. 4 DOMENICA DI AVVENTO a 25. NATALE DEL SIGNORE (sol.) c

, primo martire (festa) , apostolo ed evangelista (festa) , martiri (festa) 26. S. S TEFANO 27. S. G IOVANNI 28. S IANTI NNOCENTI

(festa)29. S F G , M GANTA AMIGLIA DI ESÙ ARIA E IUSEPPEc

Gennaio 2020

1. MARIA SS. MADRE DI DIO (sol.)c

Oggi, visitando il nostro Santuario-Basilica,

è possibile ricevere il dono dell'indulgenza plenaria

Santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno,

Giornata Mondiale della pace 2.

vescovi e dottori della Chiesa (mem.)

3. SS.mo Nome di Gesù (mem. fac.) 5. 2 D N a OMENICA DOPO ATALEc

6. EPIFANIA DEL SIGNORE (sol.)c

(festa)12. B SATTESIMO DEL IGNOREc

S. Antonio, abate (mem.)17. Giornata Nazionale per l'approfondimento e lo sviluppo del dialogo religioso ebraico-cristiano 18-25 Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani

S. Francesco di Sales, vescovo e dottore della Chiesa: 19. 2 D T O a OMENICA DEL EMPO RDINARIO 24. venne più volte in pellegrinaggio c

e sostò nel nostro Santuario (mem.)

, apostolo (festa)25. C S. PONVERSIONE DI AOLO

26. 3 D T O a OMENICA DEL EMPO RDINARIO

Domenica della Parola di Dio Santi Timoteo e Tito, vescovi (mem.) S. Tommaso d'Aquino, sacerdote28. c

e dottore della Chiesa (mem.) S. Giovanni Bosco, sacerdote (mem.) 30. Beato Sebastiano Valfrè, sacerdote (mem. fac.) 31.

Febbraio 2020

1. Beata Anna Michelotti, vergine (mem. fac.)

(festa) S. Agata, vergine e martire (mem.) 2. P SRESENTAZIONE DEL IGNORE

Giornata Mondiale della vita consacrata

Giornata Nazionale della vita 5. c

Santi Paolo Miki e Compagni, martiri (mem.)6. 8. Beata Giuseppina Gabriella Bonino, vergine (mem. fac.) 9. 5 D T O 10. a OMENICA DEL EMPO RDINARIO S. Scolastica, vergine (mem.) , monaco, , vescovo, patroni d'Europa (festa) 11. Beata Vergine Maria di Lourdes (mem. fac.) 14. S C MANTI IRILLO E ETODIO 16. 6 D T O a OMENICA DEL EMPO RDINARIO

Beato Giuseppe Allamano, sacerdote: c c

(mem. fac.)per 46 anni rettore della Consolata , apostolo (festa) S. Policarpo, vescovo e martire (mem.) 21. Beata Maria Enrichetta Dominici, vergine (mem. fac.) 22. C S. PATTEDRA DI IETRO 23. 7 D T O a OMENICA DEL EMPO RDINARIOc

Venerdì dopo le Ceneri 26. MERCOLEDÌ DELLE CENERI (astinenza e digiuno) 28. (astinenza)

Orario delle celebrazioni in Santuario

▪ Domenica e feste: 7 - 8,30 - 10 - 11,30 - 16 - 18 - 19,30 18 7 - 8 - 9 - 10,30 - 12 18 - 19 (sospesa nei prefestivi) ▪ Sabato e prefestivi: Feriali: Sante Messe: Festive:

▪ Lodi mattutine: 8 (lun./ven. feriali) ▪ Vespri: 17 (sab./dom.) - 18 (lun./ven. feriali) Liturgia delle Ore:

Adorazione Eucaristica: ▪ Sabato :(feriale) 12,30 - 17,30

Confessioni: ▪ Giorni festivi: Sabato e prefestivi: 7 - 12,15 / 15 - 20,15 ▪ 7 - 12,15 / 15 - 18,45 ▪ Giorni feriali: 7 - 12,15 / 15 - 19,15

Rosario: ▪ Ogni giorno: 17,30

Il . si dedica alla tutela, custodia, valorizzazione e promozione del Santuario B. V. della Consolata e dell'annesso Convitto Ecclesiastico e particolarmente delle opere d'arte in essi custodite, nonché della loro manutenzione sia ordinaria che straordinaria. Ramo O.N.L.U.S

Per sostenere le iniziative si può contribuire preferibilmente:

► tramite bonico su conto corrente bancario UNICREDITSPA: IT 91 A 02008 01046 000105031377 IBAN specicando la destinazione al “Santuario B. V. della Consolata - Ramo O.N.L.U.S.” (codice scale )97501670018

► tramite versamento sullo specico conto corrente postale n. 1040900498 allegato ad ogni numero della rivista del Santuario.

Attraverso queste operazioni le somme versate potranno godere dei beneci scali nell’annuale denuncia dei redditi.

Lasciti e donazioni

Da tanti anni, affezionati devoti della Consolata esprimono la volontà di destinare al Santuario parte delle loro sostanze. Il Santuario B. V. della Consolata, con sede in Torino, gode di personalità giuridica come ente ecclesiastico (decreto ministeriale del 18.6.1987) ed è iscritto nel registro della Prefettura di Torino al n. 463. Come tale può ricevere legati ed eredità. Per le formule da utilizzare nella stesura di un testamento che è sempre modicabile e/o revocabile può essere utile il consiglio di un notaio al ne di evitare spiacevoli errori o incomprensioni, che rischiano di inciarne la validità. - - Solo con il generoso aiuto di tutti il Santuario può continuare ad essere un luogo accogliente e si curo per svolgere il servizio pastorale che gli è proprio. Quanto potrà essere destinato al Santuario sarà un dono prezi oso, segno di particolare amore alla Vergine Consolata-Consolatrice.

Per informazioni rivolgersi direttamente al rettore del Santuario.

La cordiale ed intensa fraternità che Gesù ha inaugurato rendendosi piccolo ed inerme bambino, sorgente di gioia per i pastori di Betlemme, insieme alla tenerezza con cui Maria e Giuseppe lo hanno circondato d’affetto, colmino i nostri cuori e li rendano capaci di condividere la festa del Natale di Gesù con rinnovata e generosa attenzione verso le persone che incontriamo nel nostro cammino quotidiano. È l’augurio che volentieri rivolgiamo ai nostri lettori e a tutti i devoti della Consolata.

Il rettore e i sacerdoti del Santuario

Attenzione: in caso di mancato recapito, rinviare all’Ufficio di Torino C.M.P. Nord per la restituzione al mittente, Rettore del Santuario della Consolata - Via Maria Adelaide, 2 - 10122 Torino, che s’impegna a corrispondere la relativa tariffa.