3 minute read

editoriale La parola del Rettore

La parola del Rettore

mons. Giacomo Maria Martinacci

Advertisement

Carissimi amici e devoti della Consolata,

in altre pagine di questo numero della nostra rivista sarà proposta una descrizione di come qui alla Consolata abbiamo vissuto il primo periodo del coronavirus-covid 19 che ha completamente stravolto la vita del Santuario e il normale svolgimento della Quaresima e della Settimana Santa. Senza dubbio le misure di prevenzione stabilite dalle Autorità pubbliche, anche se molto restrittive, erano necessarie; ma la storia ci ricorda che accanto a queste, e non senza di esse, per un credente la preghiera è un pilastro da cui non può staccarsi mai. Mi ha quindi profondamente commosso leggere, sul quotidiano La Stampa del 20 marzo, un'intervista a Papa Francesco con il Suo accenno esplicito alla Consolata dove il Santo Padre citava una strofa -in piemontese- della celebre poesia-preghiera di Nino Costa con l'invito esplicito ai piemontesi a «pregare la Consolata, con fede e ducia». Nella stessa giornata ho sentito il bisogno di scrivergli, esprimendo il nostro ringraziamento corale e chiedendo la Sua benedizione su noi sacerdoti, sui generosi volontari che ogni giorno ci afancano nel servizio pastorale e su tutti i fedeli devoti della Consolata. Nel nostro sito web si può trovare il testo dell’intervista, quello della mia lettera con la risposta inviatami dalla Segreteria di Stato, oltre al testo completo della poesia–preghiera di Nino Costa.

Una delle conseguenze dovute alle restrizioni citate è stato l'annullamento del previsto pellegrinaggio nella Terra di Gesù . Avremmo dovuto partire proprio nei giorni in cui Israele chiudeva le proprie frontiere agli italiani. Ma, in accordo con coloro che si erano iscritti, si è orientati a riproporre il medesimo programma nella prima quindicina del mese di marzo del prossimo anno, quando appunto si può ragionevolmente prevedere la totale riapertura dei Luoghi Santi e tutto sarà ritornato alla normalità. Invito quindi i nostri affezionati lettori a valutare se programmare anche la loro partecipazione.

Come già in due occasioni nell'estate scorsa, l'Angelo della morte è ritornato tra noi: all'inizio di marzo ha portato a Dio , che don Sergio Ariasetto da più di sette anni svolgeva il suo apprezzato ministero nel nostro Santuario, e negli ultimi giorni di aprile ci ha lasciati , la don Mario Cuniberto cui fedele presenza quotidiana in confessionale era quanto mai preziosa. La loro capacità di ascolto e il dono del consiglio prudente e saggio, con il loro stile riservato, ci sono davanti agli occhi e nel cuore. Ambedue non godevano di una grande salute sica, ma non si sono mai risparmiati. Il servizio delle Confessioni ne risentirà certamente e ci auguriamo di poter trovare la disponibilità di altri sacerdoti generosi per integrare questo delicato e insostituibile servizio, caratteristico della vita spirituale di un Santuario.

Si avvicina intanto la Festa della Consolata , a cui ci stiamo preparando con la pia pratica dei Nove Sabati, voluta dal Beato Giuseppe Allamano, a cui tanto deve il nostro Santuario. In questo anno, e ne faremo memoria nel prossimo numero di questa rivista, ricorre il 30° della sua Beaticazione, mentre si avvicina il primo centenario (nel 2026) della sua pia morte avvenuta il 16 febbraio 1926. Chissà se per quella data ci sarà concesso di poterlo venerare come Santo, accanto al suo zio materno San Giuseppe Cafasso? Per noi, come per i Missionari e le Missionarie della Consolata, sarebbe certamente molto signicativo. Nella preghiera chiediamo quindi al Signore di accogliere l'intercessione del nostro Beato a favore di persone gravemente malate, magari proprio in terre nelle quali i suoi Missionari e le Missionarie si stanno spendendo con illimitata generosità, concedendo la grazia di guarigioni inspiegabili per la scienza medica.

Carissimi, la preghiera quotidiana che rivolgiamo alla Consolata con ancora maggiore intensità a motivo del perché nella sua macoronavirus terna intercessione ci sia vicina, non è che un accrescersi di quanto già ogni giorno in Santuario facevamo per presentare a Maria ognuno di voi. La Vergine Santa, nel quadro dell'altare ci indica Gesù e, come a Cana, ci ripete: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Saremo beati davvero se ci metteremo con determinazione e continuità a quella scuola. È l'augurio cordiale che, con gli altri sacerdoti, accompagno con la preghiera per tutti voi.