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La celebrazione della S. Messa

È sempre possibile unire intenzioni particolari

Giacomo Maria Martinacci

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▲ ,«La cena di Emmaus» olio su tela (dettaglio) di Philippe de Champaigne (prima metà del 1600)

´ E consuetudine secolare, molto radicata anche nelle nostre terre, chiedere al sacerdote di celebrare la S. Messa secondo intenzioni particolari, ad esempio per ottenere la pace nel mondo, o per afdare al Signore situazioni speciche sia liete -come ad esempio la nascita o il Battesimo di un bimbo, una guarigione ottenuta, un compleanno, …- sia legate a sofferenze -come la malattia di una persona cara, la ricerca di un lavoro dignitoso, particolari tribolazioni, …- sia come suffragio per fedeli defunti, che risulta essere la richiesta più frequente.

La pietà popolare ha unito alle richieste di cui sopra anche un'offerta, di solito in denaro, sulla scia dell'antichissima tradizione di portare all'altare doni con lo scopo di sostenere i poveri e le varie necessità della Comunità cristiana. Nello scorrere dei secoli tale uso è stato via via regolato anche da precise norme dell'Autorità ecclesiastica. Una -ma non l'unica- delle destinazioni dell'offerta, che comunque non può mai essere considerata come un “pagamento”, è anche quella di partecipare alla sollecitudine della Chiesa per garantire al sacerdote celebrante un dignitoso sostentamento, oltre al mantenimento delle opere pastorali e caritative.

È facile notare che, non solo da oggi, la richiesta di celebrazioni della S. Messa viene più facilmente da persone avanti negli anni, che hanno assimilato questa signi- cativa tradizione n dai loro anni giovanili, mentre nelle altre fasce di età su questo vi è una sensibilità decisamente minore. Probabilmente nel tempo non è stata sufcientemente proposta una specica catechesi sul valore del sovvenire alle necessità della Chiesa. La corresponsabilità anche economica dovrà certamente essere riscoperta: n dagli inizi della Chiesa (si leggano gli Atti degli Apostoli!) questa era una realtà condivisa a largo raggio.

Circa la celebrazione della S. Messa in suffragio di persone defunte lo stesso Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda che «n dai primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in

particolare il sacricio eucaristico» (n. 1032), facendo riferimento a un documento del XIV Concilio Ecumenico (Lione, 1274) che in un passaggio circa la sorte dei defunti afferma: «Le loro anime sono puricate dopo la morte … e a sollevarli … giovano loro i suffragi dei fedeli viventi, vale a dire i sacrici delle Messe, le preghiere, le elemosine e gli altri esercizi di pietà che sono soliti farsi, secondo le indicazioni della Chiesa» ( , 856).DS

Il suffragio per i fedeli defunti «che sono morti in Cristo e non sono ancora pienamente puricati» (come afferma il Concilio di Trento: , 1743) però non si esaurisce DS con la celebrazione di Sante Messe, infatti giovano a loro “le preghiere, le elemosine e gli altri esercizi di pietà” (cfr. Concilio di Lione, citato sopra), tra cui non possiamo non ricordare anche il dono delle indulgenze in loro favore. Possiamo affermare, con San Tommaso d'Aquino, che il suffragio può essere considerato come opera meritoria che giova non solo a colui al quale è destinata, ma molto di più a chi la compie (cfr. , Suppl. 71, S. Th. 4). La S. Messa offerta per i fedeli defunti è anche un modo concreto di esprimere il nostro amore facendo loro del bene, oltre che segno della fede nella vita futura, dopo la morte corporale. Si può utilmente fare memoria della raccomandazione fatta, prima di morire, da Santa Monica al glio Sant'Agostino e a suo fratello: «Di una sola cosa vi prego: ricordatevi di me, dovunque siate, innanzi all'altare del Signore» (cfr. S. Agostino, Confessiones, 9, 11, 27).

È tuttora viva la tradizione plurisecolare che risale al Papa San Gregorio Magno ( 604) di celebrare 30 Sante Messe per trenta giorni consecutivi in suffragio di un fedele defunto (le cosiddette ). Sante Messe gregoriane Questa pia pratica, che in passato ebbe anche più larga diffusione, si fonda su un racconto del Santo Pontece che riferiva della vicenda di un monaco morto senza la riconciliazione con la Chiesa dopo aver commesso un grave peccato contro la povertà. Al termine di 30 giorni, durante i quali quotidianamente era stata celebrata per il defunto una S. Messa di suffragio, il defunto apparve a un confratello riferendogli di aver raggiunto la piena visione di Dio. Questo racconto non autorizza a concludere che possa esserci quasi una specie di automatismo nella preghiera di suffragio, infatti non ci è dato di sapere nel dettaglio quali siano le modalità con cui Dio nella sua misericordia applica la nostra preghiera. Comunque anche nel nostro Santuario viene accolta la richiesta di celebrare queste 30 Sante Messe per altrettanti giorni consecutivi.

Al di là del legittimo cumulo di intenzioni nella medesima celebrazione, da attuarsi secondo precise e vincolanti norme canoniche, oggi molto diffuso, nel nostro Santuario continuiamo la prassi tradizionale che evita questo “cumulo”: ad ogni richiesta corrisponde la celebrazione di una S. Messa. Magari possono convergere più sacerdoti a concelebrare insieme: in questo caso ognuno di loro può celebrare per una intenzione distinta da quella degli altri concelebranti.

Di norma tutte le richieste di celebrazione di Sante Messe che ci pervengono trovano attuazione nel Santuario stesso; quando questo non risulti possibile in tempi ragionevoli, vengono trasmesse o al Vicario Generale dell'Arcidiocesi -perché le possa afdare ad altri sacerdoti, venendo incontro alle loro concrete necessitàoppure a sacerdoti missionari, che annunciano il Vangelo in altri Paesi.

È forse il caso di evidenziare che sembra opportuna e da promuovere la richiesta di celebrazioni di Sante Messe non solo per il suffragio di persone defunte, la quale comunque -è doveroso rilevarlo- è una concreta manifestazione di riconoscenza e di affetto sincero, nonché un regalo bello fatto ai nostri cari, ma anche per altre intenzioni come il ringraziamento o una ricorrenza signi- cativa per la persona o la propria famiglia (ad esempio l'anniversario di Matrimonio o del proprio Battesimo, un evento straordinario, la pace nel mondo, una particolare difcoltà come può essere un intervento chirurgico impegnativo o una malattia da superare, la richiesta di protezione,…). La preghiera della Chiesa nel sacricio del nostro Redentore deve infatti estendersi e giungere a sostenere tutte le situazioni di vita. Afferma infatti il Catechismo della Chiesa Cattolica: «La vita dei fedeli, la loro lode, la loro sofferenza, la loro preghiera, il loro lavoro, sono uniti a quelli di Cristo e alla sua offerta totale, e in questo modo acquistano un valore nuovo. Il sacricio di Cristo presente sull'altare offre a tutte le generazioni di cristiani la possibilità di essere uniti alla sua offerta» (n. 1368).

Come richiedere al nostro Santuario la celebrazione di Sante Messe?

Normalmente ci si rivolge personalmente all'Ufcio della Sacrestia: questo è sempre necessario quando si intende ssare una data con un orario preciso. Non vengono accolte richieste effettuate tramite telefono oppure .e-mail

È possibile inviare le richieste (specicando con precisione il delle Sante Messe da celebrare e l'numero intenzione per cui si chiede di pregare) anche tramite: - conto corrente postale n. 264101 (il modulo è accluso in ogni invio della nostra rivista trimestrale); - bonico bancario su UNICREDIT: IBAN ;IT 98 S 02008 01046 00000 3068475 - assegno bancario (solo se emesso da Istituto bancario italiano) intestato a Santuario Beata Vergine della Consolata.