Enos Rizzi con Luca Cremonesi - Conversazione sul muro del tempo (Anteprima)

Page 1

SOVRAPENSIERO//:2020


Conversazione sul muro del tempo di Enos Rizzi e Luca Cremonesi© Edizione a cura di Ass. Culturale presentARTsì - Bottega di prodotti culturali e di Luca Cremonesi associazionepresentartsì@gmail.com Tel. 0376 636839 - Fax 0376 1818203 Cercaci su FACEBOOK - presentARTsì Copertina - Nina Grafica © graficapura.com In copertina - opere di Enos Rizzi per gentile concessione Vietata la riproduzione di tutte le opere contenute nel volume previa l’autorizzazione dell’editore, del curatore e dell’autore. Stampa In Italia via web per conto di presentARTsì Castiglione delle Stiviere (MN) - Marzo 2020 Tutti i diritti sono riservati, è vietata la riproduzione del testo, o parti di esso, senza l’autorizzazione dell’autore e dei curatori.


ENOS RIZZI LUCA CREMONESI

CONVERSAZIONE SUL MURO DEL TEMPO

SAGGIO



A Nara...



INTRODUZIONE Enos Rizzi nasce a Castiglione delle Stiviere nel 1944. Frequenta per anni i corsi serali di disegno diretti da Oreste Marini, critico d’arte, docente e fra i pittori più rappresentativi della stagione chiarista castiglionese, coadiuvato da Mario Porta e Danilo Guidetti. Il Chiarismo è un movimento che nasce a Milano negli anni Trenta e che trova patria anche sulle Colline Moreniche. Testimonianza di questa fortunata stagione è la grande mostra antologica e tematica organizzata sul territorio morenico nel 1996. Enos si diploma all’Istituto Tecnico Commerciale di Castiglione delle Stivere. Per gran parte della sua vita gestirà, con la moglie Nara, un negozio in piazza Ugo Dallò. La pittura, l’arte, la storia, l’antiquariato e la poesia sono le sue grandi passioni e a queste dedica tutto il suo tempo libero, organizzando anche significativi incontri culturali e partecipando attivamente alla vita artistica del paese. Nel corso degli anni ha allestito mostre in Italia e all’estero conseguendo ottimi risultati di critica. Alcune sue opere sono presenti in molte collezioni private e pubbliche. Oltre alla galassia artistica, Rizzi è da sempre amante della sua Castiglione delle Stiviere ed è punto di riferimento per chi si avventura in ricerche e studi sul comune morenico. Vive e lavora a Castiglione delle Stiviere in via Gian Battista Tiepolo. 7


Fin qui i dati, scarni, di un’intensa vita pittorica e culturale che nessuna biografia potrà mai contenere. Enos Rizzi è il classico vulcano difficile da descrivere e da raccontare. Partiamo però dalla passione artistica. La stagione del Chiarismo, infatti, è un’esperienza che trasformò il piccolo (all’epoca) comune morenico in capitale artistica e mise Castiglione delle Stiviere in stretto contatto con Milano e tutta quella stagione pittorica. Negli anni ’90 quell’avventura fu raccontata con una grande mostra organizzata e promossa da Giovanni Magnani e Manlio Paganella. Rizzi affonda le sue radici in quella tradizione ma i rami poi sono andati ben oltre quella situazione. Proseguendo su questa immagine, i rami - e cioè le evoluzioni e mutazioni pittoriche di Rizzi - sono cresciuti liberi e questo è successo non perchè non siano stati potati in modo corretto, anzi. Il pittore castiglionese si è nutrito di quella stagione e ha poi proseguito il suo cammino in differenti direzioni. Se fossimo nel Medioevo si direbbe che Rizzi è sempre stato mosso dalla curiositas che lo ha spinto in mille strade e anfratti per inseguire sentieri che, spesso, si sono interrotti ma che hanno portato sempre linfa vitale alla sua ricerca artistica. Le radici avevano di che nutrirsi, insomma, ma a Rizzi non bastava quel terreno, pur se ha goduto di quell’abbondante fertile terra grassa. Dalla figura e dal paesaggio Rizzi arriva all’astratto. Non come espediente e neppure come semplificazione. Al contrario, come vera complicazione. Le pieghe della sua ricerca 8


si sono arricchite e moltiplicate. Lo spazio della figura e del paesaggio - pur se, come dichiara lo stesso Rizzi, “sono anima della mia pittura” - sono diventati stretti. L’artista castiglionese è così partito per un lungo viaggio, guidato in questo da Danilo Guidetti, il più contemporaneo fra i contemporanei del nostro Enos Rizzi. Nasce così una contaminazione che richiama alla memoria le parole di un grande filosofo francese, Gilles Deleuze, quando, guardando alla storia della filosofia, affermava: “cerchiamo solo un pò di ordine per difenderci dal caos”. La sua, insomma, è una ricerca viva e vitale, mai domata, che prende spunto, rielabora e ripensa senza tregua. Non si tratta di citazionismo. Rizzi è sempre autentico e reinterpreta con volontà artistica propria. Attenzione, però. Rizzi, come tanti altri veri artisti, non vuole domare e imprigionare il caos. Anzi. Come ben sanno i suoi illustri colleghi, gli artisti vogliono ‘solamente’ rendere visibile questo caos generativo; mostrarlo e mostrarcelo. Farcelo vedere insomma. Ecco la magia dell’arte: farci vedere cioò che noi, guardando, non riusciamo a vedere. Cambiano i materiale. Cambia la tecnica. La frenesia prende il posto della lentezza. La produzione ri-sboccia come fosse una nuova primavera. Il magma fuoriesce da Rizzi. Non c’è spazio che lo contenga. Non c’è ambito che possa soddisfarlo. C’è troppo da dire e, soprattutto, da esprimere. Il nuovo corso della sua pittura esplode e se, come scrive il critico Gianfranco Ferlisi, si guarda alla vivacità creativa 9


di artisti di fama internazonale come Mimmo Rotella, allo stesso tempo dobbiamo render giustizia a Rizzi che, sulle Colline Moreniche, fa quello che è di casa nelle metropoli dell’arte italiana. Nessuno come lui insomma. Qui, in casa nostra. Non è campanilismo e neppure voglia di ergere una nuova torre, più alta di quelle già esistenti, per dettare legge e rivendicare primogeniture e appartenenze. L’arte è trasversale e, per questo, universale. Rizzi sente quello che sentono i suoi contemporanei. Solo che lui lo percepisce, lo vive e lo esprime qui, in provincia, fra le Colline che ama. Mentre i suoi colleghi lo fanno fra acciaio e cemento. Differenza sostanziale che dimostra come ci sia un sentire “contemporaneo” che anima il mondo dell’arte. Carta, colla, colori liberi e selvaggi, parole e disegno si mescolano e, disordinati (rispetto all’ordine precedente del figurativo e del paesaggio), diventano materia creativa da plasmare. “Si fa l’immagine” direbbero Beckett e Godard e così succede. Nascono nuove immagini, pure e assolute. Non assomiglia più a nulla l’arte di Rizzi. Un muro del tempo, scrive spesso, che trascende la somiglianza con la natura per diventare pura vita fatta di immagini. Creazione pura insomma, non sostenuta da nessun modello. Ed è un bene che succeda questo perchè solo così, insegna Platone nel Teeteto, si comincia a pensare. Da artista Rizzi diventa uomo di pensiero, nel senso che fornisce nuovi elementi al pensiero. 10


Cambia anche la superficie, fedele a quanto sostiene Lyotard che legge Fontana: “si può fare arte ben oltre la tela e ben oltre la superficie bianca della tela”. L’espressione di Rizzi sfocia nel libro d’artista, nella cartolina (mailing art oggi, esperienza artistica già resa nobile da quel Guglielmo Achille Cavellini, lettura ed esperienza artistica che Rizzi conosce bene) e nella copertina d’artista. Esonda Rizzi e nulla lo può contenere. E’ una vera esigenza creativa che lo pervade. Un ballo di san Vito che non si può fermare, mai. La contemporaneità - se vissuta bene - è una grande stagione artistica e creativa. Non è vero che questa è l’epoca della morte dell’arte. Dipende sempre da quello che abbiamo da dire, esprimere e raccontare. Enos Rizzi non ha smesso di avere idee, pensieri e cose da esprimere. Rizzi ha solo trovato nuove strade per incanalare il suo magma. La differenza è che in queste sue continue rinascite, Rizzi ha trovato molti più spazi di quelli che aveva prima. Ed è un bene. Per tutti quanti ne vogliano godere, ovviamente. Enos Rizzi, però, non finisce qua. Si diceva all’inizio che siamo difronte a una personalità ricca e complessa. Il Barocco, insegna Deleuze nel suo Le Plis (1988), è un periodo che piega e ripiega e questo consente di esprime la molteplicità. Rizzi, allo stesso modo e con il dovuto rispetto, è una figura molteplice. Una molteplicità che - grazie a Dio - non può essere ridotta e ricondotta a ciò che già conosciamo. Se è indubbiamente vero che ci sono echi, figliolanze, rimandi 11


e richiami, è altrettanto vero che Rizzi ci ha messo del suo. Questo rende unica la sua attività e la sua esperienza artistica. Senza dubbio alcuno Enos Rizzi ha un bisogno, costante, di visibilità. Non per vanagloria. La sua è l’esigenza di chi vuole un confronto con il pubblico. Mostrare la sua arte, la sua produzione, le sue creazioni, è parte integrante del corto-circuito creativo che, sulle Colline Moreniche, solo Giovanni Pegoraro ha saputo perseguire. Pur se con modalità diverse e differenze, i due artisti sono fra pochi che hanno portato queste esperienze artistiche, figlie della nostra contemporaneità, nella nostra piccola comunità. Il lavoro di Rizzi, come quello di Pegoraro, ha nel pubblico non la ricerca di fan o di like, ma di occhi che, educati o ri-educati, diventano parte integrante del processo creativo. Rizzi, come Buneul, taglia l’occhio dello spettatore per far vedere altrimenti… La differenza con il grande regista sta nel fatto che Rizzi, una volta tagliato l’occhio, ci prende per mano e, nell’abbondanza della sua produzione, ci fa vedere, pezzo per pezzo, il suo lavoro. La necessità di questo libro-intervista/saggio sulla sua attività è quella di un’ulteriore percorso guidato per mano dell’artista. Abbiamo privilegiato la parola. Rizzi l’ha sempre amata e ne ha fatto un elemento distintivo della sua opera. Abbiamo ritenuto che fosse giusto parlare con lui della sua arte. Ne è uscito un libro che è un ibrido - un U.F.O. si direbbe oggi 12


- che ci ha permesso di aprire una nuova porta sulla vasta produzione di Rizzi… nell’attesa di una nuova svolta! Questo libro nasce da una serie di conversazioni che io e Enos ci siamo presi la libertà - dopo anni di amicizia e frequentazioni - di realizzare con la volontà di renderle fruibili. Nascono libere e come tali sono rimaste. Nessuna velleità di spiegare o dare delucidazioni sull’Arte e, allo stesso tempo, sulla produzione di Enos Rizzi. Liberamente abbiamo parlato di arte, colori, disegno e di tutto ciò che vi ruota attorno. Le conversazioni che seguono e che formano questo libro sono da leggersi tenendo conto di questa libertà che le ha generate e prodotte. Sono ‘collegate’ fra di loro e, allo stesso tempo, ‘scollegate’. Potete entrare in questo testo dove volete o, sia chiaro, uscire dove vi pare. Il nostro intento non è quello di imporvi una direzione. Decidete voi come procedere. Un po’ come quando si visita una mostra: potete seguire i cartelli, le ormai immancabili scritte sui muri, le didascalie delle opere, l’audio-guida o la guida... oppure potete vagare per la mostra per farvi catturare da quello che vedete, guardate e leggete in assoluta libertà.... Fatelo pure fra queste pagine!

Luca Cremonesi Marzo 2020 13


CONVERSAZIONE I Gli inizi....


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.