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Edgardo Mannucci e l'arte plastica informale
Ipercorsi artistici non sono mai lineari e semplici, c’è sempre un inizio ed un dopo, attraverso i quali si sviluppano tante esigenze artistiche quale frutto sia dell’esperienza, dei contatti con altri artisti ma, essenzialmente, come necessità espressiva dell’artista stesso. All’inizio della sua esperienza artistica Mannucci è attratto da un primitivismo plastico, ma già l’incontro con l’artista Quirino Ruggeri lo conduce ai neo-cubisti, per poi giungere ad una originale scultura informale, in un primo momento simbolica e poi materico-gestuale.

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L’artista è attratto dalla possibilità della materia che, secondo lui, è capace di esprimere emozioni profonde In questo modo ed in tale prospettiva si esprime con grande creatività per liberare l’energia che è imprigionata nella materia trasformandola in movimento Edgardo Mannucci nasce a Fabriano (AN) il 14 giugno 1904 e fin da bambino si esercita alla lavorazione del marmo, aiutando il padre nel suo laboratorio di artigiano marmista Dopo il servizio militare e il suo rientro a Fabriano, nel 1927, lascia ventitreenne la famiglia e, spinto dal desiderio di conoscere cose nuove, si trasferisce a Roma, dove, per vivere, lavora inizialmente come muratore, stuccatore, manovale e aiutante dello scultore Zaccagnini Va ad abitare quindi per alcuni anni nello studio dello scultore Quirino Ruggeri, del quale diventa allievo, e che costituisce un punto di riferimento diretto per il suo lavoro, soprattutto per l'interesse che Ruggeri ha per il primitivismo plastico. A Roma frequenta, ma solo per pochi mesi, l'Accademia di Belle Arti. Attraverso Ruggeri conosce Arturo Martini, Cardarelli, Longhi, Bartoli, Socrate, Cecchi e altri esponenti della cultura artistica e letteraria Importante è anche la sua amicizia con Corrado Cagli con cui costituiscono il gruppo "Gli Orientalisti" che si ispira all'Oriente Il gruppo fa capo al Caffè Castellino a Piazza Venezia, dove si ritrovano Libero de Libero, Afro e Mirko Basaldella, Sclavi, Ravasenga e altri. Nel 1930 lascia lo studio Ruggeri e si trasferisce in via Flaminia, dove divide il nuovo studio prima con il romano Enrico Castelli e poi, per due anni, con Gentilini Lavora ancora in modo tradizionale e analitico, ma nasce qui una sua prima reazione, e, con questa, la necessità di ricercare forme nuove Nel 1931 espone per la prima volta al Circolo "Gentile" a Fabriano Dopo la guerra e a seguito della trasformazioni del mondo, Mannucci avverte la necessità di dare una svolta alla sua arte. Lavora alle prime opere geometriche in gesso. Poi, abbandona il gesso per agire direttamente sul metallo Nel 1950-51, tra i primi a saldare direttamente, prima con lo stagno, e più tardi con il gas Edgardo Mannucci muore il 21 novembre 1986 nella sua abitazione di Arcevia (An) Le sue opere si trovano nei seguenti musei ed edifici pubblici: Krller Mller di Otterlo, Museum of Modern Art di Buffalo, Museum of Modern Art di New York, Museum of Modern Art di Dallas, Museo Civico di Fabriano, Museo Civico di Macerata, Palazzo della Provincia di Ancona, Sede centrale della Cassa di Risparmio di Fabriano e di Cupramontana

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Per partecipare
Federica Micheli e Annalisa Mazzieri dell’Ufficio Turistico del Comune di Jesi