Tar 2019: ‘ rideterminazione del trattamento economico in applicazione della l. 539/50 nella parte i

Tar 2019: ‘ rideterminazione

del trattamento economico in applicazione della l.

539/50 nella parte in cui opera implicitamente il riassorbimento dei benefici economici dal 1.1.1995’ Pubblicato il 21/12/2019 N. 14722/2019 REG.PROV.COLL. N. 00886/2010 REG.RIC.

R E P U B B L I C A

I T A L I A N A

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Prima Quater)

ha pronunciato la presente ORDINANZA

Vista la domanda depositata in data 20/06/2019 da -OMISSIS-, rappresentato e difeso dagli avvocati Claudia Zhara Buda e Massimo Zhara Buda, presso il cui studio è elettivamente domiciliato in Roma, via Orti della Farnesina, 155; per la correzione di sentenza n. 7205 del 2018, pubblicata il 28 giugno 2018, pronunciata da questa Sezione sul ricorso 886 del 2010; Relatore nella camera di consiglio del giorno 16 dicembre 2019 la dott.ssa Donatella Scala e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale; Vista la sentenza n. 7205 del 2018, pubblicata il 28 giugno 2018, con cui questa Sezione ha accolto il ricorso n. 886 del 2010, proposto da -OMISSIS- per l'annullamento del decreto del Ministero dell’interno del 17.4.1998 di rideterminazione del trattamento economico in applicazione della l. 539/50

nella parte in cui opera implicitamente il riassorbimento dei benefici economici dal 1.1.1995, data di attribuzione della classe successiva, e per il riconoscimento del suo diritto al non riassorbimento dei benefici ex lege n.

539/1950, e per la condanna del Ministero dell’interno a corrisponderei benefici economici dalla data del riassorbimento sino alla cessazione dal servizio; Vista l'istanza di correzione di errore materiale; Visto l'art. 86, co. 2, cod. proc. amm.; CONSIDERATO che, con istanza depositata il 20 giugno 2019, il ricorrente chiede, ai sensi dell'art. 86 c.p.a., la correzione della sentenza n. 7205 del 2018, pubblicata il 28 giugno 2018, eliminando l’inciso contenuto nel terzultimo capoverso della parte motiva della sentenza “da calcolarsi dalla data di proposizione del ricorso”; CONSIDERATO che adduce, al riguardo, -che la sentenza suddetta era stata emessa a seguito di giudizio facente parte di una serie di ricorsi paralleli, proposti da dirigenti della Polizia di Stato o funzionari con trattamento economico dirigenziale, aventi tutti ad oggetto la richiesta di annullamento del decreto di attribuzione del trattamento economico spettante in applicazione della legge n. 539 del 1950, nella parte in cui ha illegittimamente operato il riassorbimento dei detti benefici economici in occasione della data di attribuzione della classe successiva e la conseguente domanda di rideterminazione del trattamento economico comprensivo del beneficio in questione e di attribuzione degli arretrati; -che con la sentenza de qua è stato riconosciuto che il beneficio economico “ha effetti permanenti ed è collegato al solo e sufficiente presupposto costituito dall’esistenza del verbale della Commissione medica con il quale, in costanza di servizio del dipendente, sia riconosciuta la dipendenza da causa di servizio”;

-che, nell’ambito dei diversi giudizi, il TAR Lazio ha correttamente operato una distinzione tra i ricorrenti il cui provvedimento di attribuzione/riassorbimento del beneficio economico era stato emesso entro i cinque anni antecedenti alla proposizione del ricorso (ipotesi del ricorrente) e quelli il cui provvedimento era stato emesso prima dei cinque anni antecedenti la data di proposizione del ricorso, differenziando le posizioni con riconoscimento, per i primi, del diritto a percepire per intero e senza riassorbimento il beneficio c.d. “combattentistico”, mentre, per i secondi, “nei limiti della prescrizione quinquennale, da calcolarsi dalla data di proposizione del ricorso”; -che per alcune posizioni, tra cui quella dell’odierno esponente, non è stato ritenuto coerente con la normativa esaminata il disposto riassorbimento, “con conseguente obbligo dell’intimata Amministrazione di ripristinare i benefici economici

reclamati

e

corrispondere

quelli

finora

non

riconosciuti”, mantenendo, tuttavia, erroneamente l’inciso “da calcolarsi dalla data di proposizione del ricorso” evidentemente riferito all’ipotesi in cui operava la prescrizione quinquennale, da calcolarsi dalla data di proposizione del ricorso; -che sarebbe desumibile in modo agevole l’errore materiale non solo dal fatto che l’inciso “da calcolarsi dalla data di proposizione del ricorso” è presente solo in alcune delle sentenze parallele, e per l’esattezza solo in quelle nelle quali non si fa cenno dei limiti della prescrizione quinquennale (ove l’inciso medesimo trovava un senso compiuto), ma, soprattutto, dalla circostanza che non ha alcun senso ordinare il ripristino dei benefici reclamati e la corresponsione di quelli finora non riconosciuti, solo dalla data di proposizione del ricorso; -che, a conferma della rilevanza dell’errore, militerebbe il contenuto del decreto di esecuzione dell’ordine della sentenza de qua adottato dal Ministero resistente, con cui è stato liquidato al ricorrente il beneficio economico stabilito

dalla legge n. 539/50, a decorrere dalla data di deposito del ricorso, a differenza di altri ricorrenti per i quali la sentenza prevedeva espressamente i limiti della prescrizione quinquennale, decorrente dalla data di proposizione del ricorso; -che l’errore materiale ha comportato, pertanto, un’evidente situazione di disparità di trattamento tra dipendenti che si trovavano nella medesima situazione giuridica, essendo stata operata solo per alcuni (quelli nei cui confronti è stato previsto il limite della prescrizione quinquennale) la completa ricostruzione del beneficio economico spettante; CONSIDERATO che l’Avvocatura Generale dello Stato, con memoria depositata il 26 agosto 2019, ha chiesto il rigetto dell’istanza di correzione materiale, tenuto conto che nel caso in esame, il provvedimento di rideterminazione del trattamento economico spettante al ricorrente ex legge n.

539/195, con implicito riassorbimento del detto beneficio a decorrere dal 1.1.1995 (data di attribuzione della classe stipendiale successiva) è stato emesso il 17.04.1998, ben prima dei cinque anni antecedenti la data di proposizione del ricorso (12.01.2010); CONSIDERATO che la difesa erariale si oppone alla richiesta di parte ricorrente che realizzerebbe, attraverso la correzione della sentenza con l’eliminazione dell’inciso “da calcolarsi dalla data di proposizione del ricorso”, l’indebito riconoscimento all’odierno istante del diritto a percepire per intero, il beneficio economico di cui si discute, e ciò nonostante operi nei suoi confronti, in base alla data di emissione del decreto ministeriale, la prescrizione quinquennale, con conseguente inesigibilità dei ratei stipendiali antecedenti al 12.1.2005; RITENUTO che, nel processo amministrativo, l'errore materiale oggetto di possibile correzione per il tramite del procedimento ex art. 86 c.p.a. è quello che si estrinseca in una inesattezza o svista accidentale, rilevando una discrepanza

tra la volontà del giudicante e la sua rappresentazione, chiaramente riconoscibile da chiunque e che è rilevabile dal contesto stesso dell'atto; RILEVATO che, nella sentenza in esame, la Sezione ha espressamente affermato:

“Il

Collegio

ritiene

fondata

l’eccezione

opposta

dall’Amministrazione ministeriale di prescrizione quinquennale ex art. 2948 c.c., per i ratei stipendiali antecedenti al 12.1.2005, riguardando la pretesa attorea il riassorbimento di uno scatto stipendiale dalla data di attribuzione della classe stipendiale successiva che in quanto tale è assoggettato ai predetti effetti estintivi, ritenendo priva di pregio l’eccezione di prescrizione decennale non essendone maturati gli effetti.”; CONSIDERATO che, al contrario di quanto assume il ricorrente, la Sezione si è specificamente

espressa

sull’eccezione

di

prescrizione

quinquennale,

accogliendola e delimitandola temporalmente (per i ratei stipendiali antecedenti al 12.1.2005); RITENUTO, pertanto, che non vi è contrasto tra l’inciso ora riportato e il terzultimo capoverso della parte motiva della sentenza, in cui l’inciso “da calcolarsi dalla data di proposizione del ricorso” non può che essere inteso in relazione al calcolo della prescrizione; RITENUTO, pertanto, che nessun errore materiale, come sopra definito, è desumibile nella sentenza n. 7205/2018, non sussistendo la lamentata discrepanza tra la volontà decisionale e la sua estrinsecazione; P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, Sezione Prima Quater, RESPINGE l'istanza di correzione dell'errore materiale in epigrafe.

Ritenuto che sussistano i presupposti di cui di cui all'articolo 52, commi 1 e 2, del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, e all'articolo 9, paragrafi 1 e 4, del Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27

aprile 2016 e all’articolo 2-septies del decreto legislativo 30 giugno 2003, n.

196, come modificato dal decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 101, manda alla Segreteria di procedere, in qualsiasi ipotesi di diffusione del presente provvedimento, all'oscuramento delle generalità nonché di qualsiasi dato idoneo a rivelare lo stato di salute delle parti o di persone comunque ivi citate.

Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 16 dicembre 2019 con l'intervento dei magistrati: Salvatore Mezzacapo, Presidente Donatella Scala, Consigliere, Estensore Lucia Gizzi, Primo Referendario

L'ESTENSORE Donatella Scala

IL PRESIDENTE Salvatore Mezzacapo

IL SEGRETARIO In caso di diffusione omettere le generalità e gli altri dati identificativi dei soggetti interessati nei termini indicati.