Tar 2020: ricorso VS la sanzione disciplinare del richiamo scritto Pubblicato il 03/02/2020 N. 00103

Tar 2020: ricorso VS la

sanzione disciplinare del richiamo scritto

Pubblicato il 03/02/2020 N. 00103/2020 REG.PROV.COLL. N. 00981/2019 REG.RIC.

R E P U B B L I C A

I T A L I A N A

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Emilia Romagna (Sezione Prima)

ha pronunciato la presente SENTENZA

ex

art.

60

cod.

proc.

amm.;

sul ricorso numero di registro generale 981 del 2019, proposto da --OMISSIS-- --OMISSIS--, rappresentato e difeso dall'avvocato --OMISSIS-- -OMISSIS--, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia; contro Ministero

dell'Interno

non

costituito

in

giudizio;

Questura di --OMISSIS--, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'Avvocatura Distrettuale Bologna, domiciliataria ex lege in Bologna, via A. Testoni, 6; per l'annullamento del provvedimento del Questore di --OMISSIS-- Prot. 2.8-2019 del 07.11.2019, notificato il 07.11.2019, irrogante la sanzione disciplinare del richiamo scritto

Visti il ricorso e i relativi allegati; Visto l'atto di costituzione in giudizio di Questura di --OMISSIS--; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nella camera di consiglio del giorno 29 gennaio 2020 il dott. Marco Morgantini e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale; Sentite le stesse parti ai sensi dell'art. 60 cod. proc. amm.; Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.

FATTO e DIRITTO 1. Parte ricorrente espone in punto di fatto quanto segue.

L’odierno ricorrente, Assistente Capo della Polizia di Stato in forza presso la Questura di --OMISSIS-- (matricola nr. --OMISSIS--), si vedeva inflitta, con il provvedimento disciplinare sopra richiamato, la sanzione del richiamo scritto, ex art. 3 n. 3 D.P.R. 737/1981, poiché “In data 27.09.2019, comandato di servizio all’ingresso della Questura con orario 8.300/14.00, instaurava un’animata discussione con un utente che voleva presentare una denuncia e successivamente lo invitava a recarsi direttamente alla Sezione Polizia Stradale”.

Il ricorrente avrebbe animosamente discusso con un cittadino utente invitandolo a recarsi presso un Ufficio diverso da quello ove il fatto sarebbe accaduto.

2. Parte ricorrente lamenta mancanza di chiarezza e difetto di specificità dei fatti contestati, la mancata audizione dello stesso ricorrente e mancata indicazione delle generalità del soggetto nei cui confronti egli avrebbe rivolto le frasi contestate.

La censura è infondata.

Infatti l'amministrazione ha inflitto la sanzione disciplinare in relazione ad un fatto specifico ossia il seguente: in data 27 Settembre 2019, comandato di servizio all'ingresso della Questura con orario 8 - 14, istaurava un'animata

discussione

con un utente che voleva presentare una denuncia e

successivamente lo invitava a recarsi direttamente alla sezione Polizia Stradale.

Il cittadino successivamente inviava le sue lamentele.

L'amministrazione ha specificamente valutato anche la versione dell'incolpato con specifico riferimento alle giustificazioni presentate in data 21 Ottobre 2019.

L'amministrazione ha specificamente acquisito la testimonianza di altri funzionari di polizia che hanno assistito al fatto. È emerso che il ricorrente, mentre avrebbe potuto consentire al cittadino di presentare denuncia in loco, lo ha invece invitato a recarsi presso la Polizia Stradale.

Dagli atti del procedimento si ricavano altresì le generalità del privato che voleva sporgere denuncia.

Conseguentemente non sussiste il lamentato travisamento ed erronea valutazione dei fatti né rileva la circostanza che non vi sia stata un'immediata contestazione da parte dei superiori.

Parimenti non sussiste il lamentato difetto di proporzionalità, essendo stata applicata la sanzione disciplinare del rimprovero scritto.

Trattasi di sanzione congruente rispetto ai fatti addebitati, considerando che, ai sensi dell'art. 3 del d.p.r. n° 737 del 1981 il richiamo scritto è una dichiarazione di biasimo con la quale vengono punite: 1) la reiterazione in lievi mancanze; 2) la negligenza in servizio; 3) la mancanza di correttezza nel comportamento; 4) il disordine nella divisa o l'uso promiscuo di capi di vestiario della divisa con altri non pertinenti alla stessa; 5) il pernottamento senza autorizzazione fuori della caserma o dell'alloggio collettivo di servizio;

6) il contegno comunque scorretto verso superiori, pari qualifica, dipendenti, pubblico.

Il ricorso deve pertanto essere respinto.

La condanna alle spese segue la soccombenza con liquidazione equitativa nella misura di euro 2.000.

P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per l'Emilia Romagna (Sezione Prima), definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo respinge.

Condanna parte ricorrente al pagamento delle spese di giudizio nella misura di Euro 2.000.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.

Così deciso in Bologna nella camera di consiglio del giorno 29 gennaio 2020 con l'intervento dei magistrati: Giuseppe Di Nunzio, Presidente Umberto Giovannini, Consigliere Marco Morgantini, Consigliere, Estensore

L'ESTENSORE Marco Morgantini

IL PRESIDENTE Giuseppe Di Nunzio

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