risparmio_energetico_nella_nuova_edificazione

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1 • l’architettura bioclimatica

i quaderni delle

energie rinnovabili

• quanto costa • l’isolamento termico

• gli infissi • le problematiche del mal costruito • la certificazione energetica

• gli incentivi sulla nuova costruzione

il risparmio energetico nella nuova edificazione


La collana ‘I quaderni delle energie rinnovabili’ è una iniziativa della Bracciano Ambiente S.p.A. Ideazione ed elaborazione Francesco Fabbrovich, Johannes Heger Testi Francesco Fabbrovich Grafica e illustrazioni Francesco Fabbrovich Stampa Tipografia Camponeschi Massimo, via Giulio Volpi, 33 Bracciano (RM) Stampato su carta ecologica Fedrigoni ‘Freelife’ Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo volume può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in alcuna forma e con alcun mezzo, elettronico, meccanico, in fotocopia, in disco o in altro modo, compresi cinema, radio, televisione, senza autorizzazione scritta dell’Autore.


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L’architettura bioclimatica.

asta un collettore solare, un pannello fotovoltaico o una pala eolica sul tetto per rendere un edificio energeticamente

sostenibile ed efficiente?

Beh, sarebbe come mettere gli spoiler su una 500! Sì, perché ogni edificio è, in un certo senso, proprio una macchina in grado di produrre effetti sensibili sul nostro comfort abitativo. In fondo, il concetto stesso di abitare nasce proprio da qui! Allora perché ogni inverno spendiamo una barca di soldi per il riscaldamento? E ogni estate soffriamo talmente il caldo da pensare di ricorrere ad uno di quegli strani macchinari che tolgono qualche grado di temperatura dalle nostre case, per reimmetterlo appena fuori dalla nostra finestra? Forse perché queste macchine straordinarie che chiamiamo case non sono proprio dei bolidi da competizione quanto a efficienza energetica. Ma ci sarà pure qualcosa da fare per rimediare al problema!

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Certo, in primo luogo in sede di progettazione e realizzazione dei nuovi edifici, ma pure in sede di risanamento e di ottimizzazione energetica di edifici esistenti non proprio efficienti. Ma soprattutto, per risparmiare energia, combustibili e bollette occorre innalzare la nostra soglia di consapevolezza dell’abitare, la nostra capacità di comprensione del funzionamento elementare della nostra amata casa, dei suoi difetti e delle sue potenzialità, della sua capacità di funzionare in armonia con l’ambiente che la circonda. Allora. partiamo dalla domanda fondamentale, amletica, esistenziale di ogni vero abitante consapevole: DOVE È IL NORD? Insomma, dove sorge il sole, dove tramonta?

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Sapete orientarvi con esattezza? E conoscete l’orientamento della vostra casa? Cosa c’entra?! ...c’entra, c’entra! Anzi, il nocciolo della questione è proprio questo! Eh, sì, perché una casa energeticamente intelligente usa quanto più possibile le fonti PASSIVE, GRATUITE(!) e RINNOVABILI(!!) per funzionare: il sole d’inverno per scaldarsi, l’ombreggiamento e la ventilazione d’estate per raffrescarsi. Il sole, alla nostra latitudine, funziona pressappoco così: l’ESTATE è molto alto, sorge poco a nord dell’est e tramonta poco a nord dell’ovest, mentre in INVERNO rimane molto basso, sorge poco più a sud dell’est e tramonta poco a sud dell’ovest. Questo significa che di tutte le superfici dell’involucro di un edificio quelle ORIZZONTALI, di copertura, sono soggette a forte surriscaldamento

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in estate, mentre in inverno hanno piĂš attitudine a disperdere il calore che non ad accumularlo.

Le pareti verticali a NORD non prendono MAI un raggio di sole e sono il buco nero, insieme alla copertura, della dispersione di calore invernale. Le pareti a EST e a OVEST godono di meno di un terzo del soleggiamento delle pareti SUD durante l’inverno, disperdendo piÚ calore di quanto riescano ad accumularne, mentre in estate il rapporto si inverte e diventano le principali responsabili del

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surriscaldamento dell’edificio insieme alla copertura. Le pareti a SUD, attraverso le finestrature vetrate, sono in grado di accumulare grandi quantità di calore durante l’inverno, ma sono pure soggette, se non adeguatamente ombreggiate, a forte surriscaldamento in estate. Perciò, d’inverno, le sole superfici che sono esposte significativamente alla radiazione solare sono quelle a SUD. Solo su queste possiamo puntare per avere un guadagno energetico dal sole invernale. E l’unico modo per ottenerlo è che tali superfici siano quanto più VETRATE possibile, per far entrare il calore della radiazione solare ed immagazzinarlo. Le altre pareti devono avere finestrature limitate e isolamento termico molto efficiente. In particolare il tetto deve essere

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isolato molto bene perché il calore tende sempre a salire. In estate, il raffrescamento si ottiene essenzialmente ombreggiando le pareti EST e OVEST con schermature verticali e la parete SUD con una modesta sporgenza sufficiente a riparare dal sole alto di mezzodì. Le schermature ombreggianti possono essere costituite sia da lamelle il legno che da piante rampicanti, siepi o alberature. Il sistema più economico ed efficace per evitare il surriscaldamento della copertura è il tetto ventilato, che crea un’intercapedine di ventilazione tra solaio e tegole. E’ facilmente realizzabile sia in fase di costruzione che di ristrutturazione, distanziando il manto di tegole della copertura dal solaio sottostante tramite un doppio ordine di catinelle in abete. In fase di esercizio, in estate, sotto un tetto ventilato fa fresco come se ci fosse l’aria condizionata! Ed ecco alcune variazioni possibili sul tema, che però non

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funzionano altrettanto bene… Qualsiasi orientamento diverso da quello est-ovest comporta più pareti a nord che non prendono sole e neanche una a sud pienamente soleggiata. Un perimetro troppo articolato aumenta fino al 30% le dispersioni termiche. Una facciata a sud poco vetrata non è in grado di accumulare sufficientemente il calore della radiazione solare in inverno. Le grandi vetrate a nord, così diffuse a Bracciano per godere della vista del lago, rappresentano però enormi dispersioni nel bilancio energetico dell’edificio.

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Una palazzina in un centro urbano funziona esattamente allo stesso modo, ma con le differenze derivanti dall’aggregazione di più unità abitative in un unico edificio e di più edifici ravvicinati in uno spazio ristretto. In sede di pianificazione, GLI STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI dovrebbero prescrivere una disposizione degli edifici sui lotti che privilegi il SOLEGGIAMENTO INVERNALE delle facciate a SUD. In sede di progetto, la disposizione degli appartamenti all’interno di un fabbricato dovrebbe garantire a tutti la stessa ESPOSIZIONE A SUD e, in generale, lo stesso bilancio termico. Tale obbiettivo sarebbe molto facile da perseguire attraverso una

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corretta progettazione, a tutto beneficio sia di chi costruisce, che non si troverebbe a vendere appartamenti ‘sfortunati’ esposti a nord, sia di chi abita. Solo adesso, se riusciamo a pensare al funzionamento della nostra casa passata, presente o futura, CON UN PIZZICO DI CONSAPEVOLEZZA IN PIÙ…allora mettiamo pure i collettori solari, i pannelli fotovoltaici, i generatori eolici, le caldaie a condensazione… E spegniamo pure le lampadine, quando non ci servono più!

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Bello, ma quanto costa? Il costo energetico dell’abitare rappresenta già oggi una delle voci più gravose del bilancio familiare e le previsioni per il futuro sono tutt’altro che rosee: il costo dell’energia continuerà a subire un incremento esponenziale. Costruire un edificio con criteri di risparmio energetico significa da una parte contribuire a rallentare il prosciugamento delle risorse energetiche disponibili, diminuendo le emissioni nocive nell’ambiente, dall’altro, affrancarsi da un costo dell’energia che diventerà sempre più insostenibile per le famiglie. I costi aggiuntivi sono facilmente ammortizzabili nell’arco di pochi anni, considerato il risparmio energetico ottenibile e il continuo aumento del costo dell’energia, oltre agli evidenti benefici in termini di rivendibilità e di comfort abitativo. Prendendo come riferimento una struttura in cemento armato con muri di tamponamento in laterizio e ammettendo una certa

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variabilità dipendente dalla tipologia (villino, palazzina) e dal numero dei piani, la progettazione con criteri bioclimatici costa esattamente come quella di un edificio ordinario. In fase di costruzione, le spese per un buon isolamento termico rappresentano una piccola percentuale, circa un 15% in più sul costo di una muratura con isolamento appena sufficiente, equivalente ad un 2-3% del costo del fabbricato. I materiali isolanti hanno in genere costi relativamente bassi ed essendo molto leggeri, il costo della posa in opera è anch’esso contenuto. Il tetto ventilato può comportare un extracosto rispetto alla copertura tradizionale non maggiore del 20%, corrispondente all’1-2% del costo del fabbricato. Le pareti vetrate esposte a sud, correttamente realizzate con vetrocamera bassoemissivo, possono rappresentare un maggior costo, rispetto alla stessa porzione di muratura, non superiore al 40%, che si traduce in un 4% del costo totale. Un edificio

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pensato e costruito con i criteri di guadagno passivo esposti non arriva a costare il 10% in più rispetto ad un edificio tradizionale. Il maggior costo di costruzione si ammortizza in 5-6 anni e, prevedibilmente, in tempi sempre più brevi per il continuo aumento del costo dell’energia. Una casa così realizzata, offre anche molti benefici. L’abbattimento del fabbisogno di energia per il riscaldamento invernale è quantificabile tra il 70 e l’80% rispetto ad un edificio tradizionale. L’abbattimento dei consumi elettrici annuali può oscillare tra il 20 e il 30%, considerato il minore fabbisogno invernale dovuto all’illuminazione naturale della zona giorno e l’eliminazione dei consumi dovuti ai sistemi di condizionamento. La sostanziale diminuzione delle emissioni nocive, che ogni unità abitativa produce, migliora la qualità generale dell’aria fuori e dentro le nostre finestre. Il

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comfort abitativo di una casa esposta correttamente non è neanche paragonabile a quello di una esposta male. Con l’introduzione della certificazione energetica, inoltre, la valutazione dei consumi diventa uno dei parametri di riferimento per la quantificazione del prezzo di mercato di un immobile.

L’isolamento termico. Lo strato isolante ha la funzione di rallentare lo scambio termico tra interno ed esterno. In inverno aiuta a mantenere il calore prodotto dai sistemi di riscaldamento all’interno dell’edificio, secondo il semplice principio che meno calore disperdo meno ne dovrò produrre. Un buon isolamento può abbattere anche del 60% il fabbisogno energetico per il riscaldamento e dunque i consumi, rispetto ad un edificio non isolato. D’altro canto, in estate, se l’isolamento è a cappotto, cioè

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posto sul lato esterno della parete, la muratura è protetta dalla radiazione solare e dal calore dell’aria esterna, non accumula calore e contribuisce a mitigare la temperatura interna. Inoltre, se tra un ambiente molto caldo e uno molto freddo la parete di separazione non pone un freno adeguato al passaggio di calore, sulla faccia calda della parete stessa si va a condensare tutta quell’acqua (tanta!) che è contenuta nell’aria in forma di vapore, di umidità come si usa dire. Avete presenti quelle goccioline sul bicchiere di una fresca bevanda nella calura estiva? Sui nostri muri non isolati succede la stessa cosa: le goccioline non si vedono, ma dopo un po’ compare quella muffa neroverdastra che ormai fa parte dell’arredo di molte delle nostre case. Un buon isolamento deve dunque essere preferibilmente a cappotto, sul lato esterno della parete, con uno spessore minimo indicativo, riferito a isolanti con coefficiente di conducibilità termica

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≤0,045 [W/


mK], di 6-8 cm per le pareti e 8-10 cm per il tetto. Le dispersioni termiche delle strutture murarie dovranno comunque rispettare i limiti del DM 11/03/2008 Allegato A. Particolare attenzione va posta ai ponti termici, angoli, perimetri delle finestre, nodi muro-solaio in cui lo scambio termico è concentrato e dove più sensibili sono gli effetti della condensa.

Gli infissi. Alle finestre, il doppio vetro è d’obbligo, ma non basta. Una buona parte dello scambio termico di un infisso avviene attraverso il ponte termico costituito dal telaio e nel passaggio d’aria di una tenuta non perfetta. Il telaio dunque dovrà essere a taglio termico. Il tipo di chiusura e di impermeabilità all’aria sono oggetto di certificazione della finestra: richiedetela! Gli infissi devono rispettare i valori prestazionali del DM 11/03/2008 Allegato B. 17


Le problematiche del mal costruito. Un edificio costruito senza criterio avrà bisogno di una enorme quantità di energia per offrire le condizioni minime di comfort estivo ed invernale. In sostanza avrà un costo di esercizio esorbitante, cui siamo purtroppo tristemente abituati. Avrà bisogno dell’aria condizionata perchè l’estate sarà un forno. Avrà bisogno di riscaldamenti sempre accesi l’inverno, perchè il calore sarà disperso in un attimo. Le pareti non isolate si copriranno di muffe da condensa. I criteri esposti non sono affatto segreti, si fondano sul buon senso prima che sulla tecnologia e sono facilmente accessibili e comprensibili sia ai progettisti che ai costruttori e agli abitanti. Ma, allora, che senso ha continuare a costruire e ad abitare in questo modo?

La certificazione energetica. La legislazione nazionale ha introdotto la certificazione

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energetica obbligatoria degli edifici come documento integrativo delle compravendite e locazioni di immobili. Il DLgs 311/2006 lo rende obbligatorio dal 1°luglio 2007 per tutti gli edifici con S.U.>1000mq, dal 1°luglio 2008 per quelli con S.U.<1000mq se venduti in blocco e dal 1°luglio 2009 per tutte le singole unità immobiliari. La novità è epocale: quando compreremo un immobile dovremo conoscerne i consumi, proprio come per le nostre autovetture. I consumi influenzeranno il prezzo di mercato, il che rappresenta un forte incentivo per i costruttori a costruire bene, una garanzia per chi acquista e una ricaduta positiva in termini di sostenibilità energetica e ambientale per tutto il paese e dunque per il pianeta. Tanto per avere un idea, un edificio convenzionale non a norma consuma 220-250 kWh/m² anno (Chilowattora per metro quadro anno), un edificio convenzionale rispondente alle più recenti normative si accontenta di 80-100 (tra la metà ed un terzo), un

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edificio a basso consumo ne usa 30-50 (tra un quarto ed un ottavo!), un edificio passivo non supera i 15. Abbiamo visto come lo sforzo necessario ad ottenere un edificio a basso consumo o addirittura passivo sia tutto sommato modesto. L’efficacia degli accorgimenti ha la portata delle cifre appena esposte. I benefici sono soprattutto per noi, che paghiamo e pagheremo un’energia sempre più cara, e per l’ambiente che viviamo, perché meno consumi significano meno emissioni nocive.

Gli incentivi sulla nuova costruzione. La legge finanziaria 2007 prevede, ai commi 351-352 dell’art.1, agevolazioni fiscali per il 2077-2009, in forma di detrazione del 55% dall’imposta lorda per la promozione della nuova edilizia a rilevante risparmio energetico, per gli edifici con volume complessivo superiore ai 10.000 metri cubi e un fabbisogno di

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energia primaria annuo per climatizzazione invernale inferiore di almeno il 20% rispetto ai valori limite di cui al DM 11/03/2008 All. A. La Legge Regione Lazio 27 maggio 2008 n.6, stabilisce ulteriori incentivi in forma di scomputo dal calcolo degli indici di fabbricabilità dei maggiori spessori dell’isolamento di murature e coperture, dei volumi delle serre solari e dei dispositivi in genere atti alla captazione diretta dell’energia solare e della ventilazione naturale (tetti ventilati, torri del vento). La legge, inoltre, prescrive ai comuni di prevedere la riduzione degli oneri di urbanizzazione secondaria e del costo di costruzione fino al 50% in misura crescente in relazione al livello di sostenibilità energeticoambientale dell’intervento, in conformità al Protocollo regionale sulla bioedilizia, che verrà adottato entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge. Infine, la Regione

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concede contributi a soggetti pubblici e privati nella misura massima, rispettivamente, del 50% e del 20% del costo complessivo degli interventi conformi al Protocollo. Oltre agli incentivi, la legge regionale introduce anche l’obbligo, per gli interventi di ristrutturazione edilizia, di nuova costruzione e di ristrutturazione urbanistica di cui all’art.3, comma 1, lettere d), e) ed f) del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, di istallazione di impianti per il ricorso a fonti energetiche rinnovabili per almeno il 50% del fabbisogno di acqua calda sanitaria, il per 1kW per ogni unità residenziale e 5kW per fabbricati industriali, 2

commerciali e di servizio superiori a 100 m , oltre all’obbligo di adozione di misure di risparmio idrico. L’art. 19, comma 4 della Legge Regione Lazio 28 dicembre 2007, n. 26, infine, prevede l’esenzione dal titolo abilitativo per pannelli solari termici, impianti fotovoltaici e mini-eolici, seppure con alcune restrizioni tipologiche e dimensionali.

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