Ma (s)se riabitiamo?

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Ma (s)se riabitiamo?



Martina Guandalini

Laura Di Donfrancesco

Ma (s)se riabitiamo?

Politecnico di Milano | Tesi di Laurea Magistrale in Architettura | Anno Accademico 2011-2012 | Relatore Gennaro Postiglione



Abstract 1 | Patrimonio abbandonato

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Conseguenza di un abbandono

2 | Storiografia di un patrimonio

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Genesi temporale Sistema difensivo Elementi difensivi Classificazioni Vita nei campi

3 | Fieldwork

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Mappatura Landscape

4 | Riattivare un territorio

151

Biologico e biodiversitĂ Azienda a filiera corta Attori under 40

5 | Caso studio Masseria paladini

209

Rilievo fotografico

6 | Concept

271

7 | Metaprogetto

283

8 | Proposta progettuale

319

Masterplan Layout funzionale Preesistenza + ampliament Attualizzazione del muro La residenza Elementi e materiali Dettagli

Bibliografia

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Indice





Abstract



Ma (s)se riabitiamo è il risultato di una ricerca volta ad indagare sul patrimonio edilizio rappresentato dalle masserie all’interno del territorio leccese. Il progetto parte dal presupposto di trovare una soluzione al problema diffuso dell’abbandono di questi manufatti, che genera numerose conseguenze dannose all’ambiente, all’agricoltura e alle comunità contadine che abitano questi territori. La masseria, da sempre, rappresenta un esempio di architettura agricola che instaura un rapporto biunivoco ed indissolubile con il territorio circostante. Attraverso questo rapporto si garantisce la preservazione del paesaggio coltivato: con l’abbandono del manufatto coincide anche il deterioramento delle campagne. L’indagine è stata svolta all’interno di una porzione specifica di campagna limitrofa al centro urbano di Lecce, nello specifico lungo un tratto di strada secondaria che si trova in posizione strategica, essendo a metà tra la città e la strada litoranea. La ricerca lungo l’asse stradario scelto, ha visto coinvolti una serie di complessi masserizi, attraverso l’analisi dei quali abbiamo delineato la strategia di recupero. L’azione del ri-abitare si basa sulla convinzione che il recupero dell’identità architettonica delle masserie sia fondamentale per evitare la perdita di un esempio di vita tradizionale e, allo stesso tempo, di sostenibilità, aspetto che gli conferisce un grado di attualizzazione nel

contesto corrente. L’intento principale è stato quello di formulare un’idea strategica che rispondesse ai requisiti di fattibilità, compatibilità con il territorio e rispetto degli stilemi architettonici originali; alternativa alle soluzioni già profondamente diffuse sul territorio come agriturismi o complessi turistici. Quest’ultimi recludono le masserie a essere entità passive, le quali private della loro funzione originale di azienda agricola, si limitano ad essere “monumenti” architettonici. Ma (s)se riabitiamo si pone come obbiettivo di ridare a questi oggetti architettonici un ruolo attivo, ripristinando la funzione originale e riportandole ad essere potenziali infrastrutture dinamiche del territorio. Il meta-progetto nasce da una formula precisa, 1+10+20, nello specifico una masseria, dieci soci e venti ettari. Il risultato è la creazione di una micro realtà autosufficiente, che si basa non soltanto sul lavoro e sulla produzione agricola, ma è volto a creare un ambiente che diventi sinergico e attrattivo non solo per le persone che vivono all’interno della masseria. Il progetto acquista fattibilità anche dal supporto del PSR, Piano di Sviluppo Rurale, segno che anche da parte delle amministrazioni pubbliche esiste l’interesse di preservare e incentivare lo sviluppo del paesaggio agricolo. La fase successiva ha visto la considerazione del caso studio della Masseria Paladini, con la quale si è giunti alla restituzione spaziale del meta-progetto. Il progetto è stato condotto a diverse

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scale d’intervento, partendo dalla configurazione dell’impianto, che vede la preesistenza rapportatasi con un nuovo elemento di annessione, che si pone sull’antica traccia della fortificazione, proseguendo poi con risposte spaziali adeguate alle diverse funzioni che l’azienda agricola prevede. Dall’analisi del caso studio è emersa dunque l’importanza del recupero dei complessi masserizi, risorsa fondamentale per la preservazione del territorio agricolo e come, attraverso il caso singolo, esso possa essere motore trainante di un strategia ampliata a tutto il territorio leccese, salentino e regionale, riacquistando col tempo una ricchezza altrimenti perduta.

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1 | Patrimonio abbandonato



Osservando la penisola del Salento ad una macro scala, si può notare come il territorio sia articolato attraverso differenti costellazioni di elementi, in una successione di layer sovrapposti; questo perché oltre ai nuclei dei centri abitati, vi è un numero elevatissimo di architetture spontanee, entrambi con uno sviluppo diffuso su tutto il paese. Secondo un recente studio condotto dall’Istituto di Architettura e Urbanistica di Bari, la stima fatta riguardo queste architetture risulta di 1092 masserie presenti su tutto il territorio salentino, purtroppo solo per il 40 % risultano abitate. Il restante 60% si divide in 40% di manufatti abbandonati e il 20 % utilizzate in minima parte. Questo dato è segno dell’attuale crisi che interessa il settore agricolo, presente su tutto il territorio italiano ma che in questo specifico contesto è anche segno di un disinteresse progressivo che si è verificato in una regione come la Puglia, che non ha trovato, durante gli anni passati, una soluzione per difendere un patrimonio tradizionale che la contraddistingue a livello internazionale. 437 sono dunque le masserie abbandonate in Puglia, delle quali è possibile stimarne un 25% in stato di rudere e il restante in buono stato di conservazione. Le ragioni che interessano la salvaguardia del patrimonio dei complessi masserizi sono diverse: innanzitutto la ricchezza ambientale che esse donano in quanto addendi connaturali del paesaggio rurale salentino, in secondo luogo sono un

esempio di sistema “vita-produzione” del tutto sostenibile e per questo motivo attualizzabile all’interno del contesto attuale. Inoltre, la questione cardine attorno a cui ruota il valore di questi manufatti, è sicuramente il rapporto intrinseco che da sempre instaurano con il territorio agricolo circostante: da loro è sempre dipesa la progettazione delle coltivazioni e quindi la geometria dei campi e le variazioni cromatiche che ne conseguono. Masseria e agricoltura diventano fattori di un’equazione perfetta, in cui entrambi sono determinanti reciprocamente e dalla quale nasce la definizione d’ambiente come sintesi di territorio e comunità umana. Il paesaggio del Salento non si definisce attraverso i singoli elementi che lo compongono ma bensì dall’articolarsi di essi in un rapporto dialettico, fatto di usi, costumi, stili di vita, modi di produrre e consuetudini più o meno radicate, in grado di giungere all’antropizzazione dell’ambiente. Di conseguenza, per questi motivi, mantenere le masserie come Cesare Daquino difinisce “cattedrali mummificate”, è controproducente anche per il sostegno del paesaggio agricolo, il quale potrebbe senza dubbio essere preservato grazie alla rivitalizzazione di esse. Secondo questi termini non basta quindi riutilizzare la masseria come involucro architettonico, come spesso capita per i complessi turistici che si limitano a ristrutturarle, modificandone l’uso, ma serve ripristinare la funzione originale

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perché solo in questo modo essa potrà essere allo stesso tempo testimonianza di ciò che è stato e risorsa per ciò che verrà. L’analisi generale a macroscala è stata poi constatata ad una scala più ravvicinata, per quanto riguarda il territorio della provincia di Lecce, così da poter verificare la presenza dello stesso tipo di costellazione anche ad una microscala. Utile restringere il campo per la successiva analisi, il territorio limitrofe alla provincia leccese è un perfetto esempio di costellazione masserizia, in cui poter comprendere meglio le dinamiche in atto tra i diversi complessi e verificare, attraverso una specifica mappatura, l’attuale stato dei manufatti. La riattivazione/ri-abitazione, del patrimonio architettonico in questione, interessa a livello sistematico, strategico e non soltanto singolare del caso a se stante.

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masserie massa insieme di terreni architetture rurali sistemi autarchici antichi espressione della coltura contadina di Puglia paesaggio in via di estinzione patrimonio unico nel suo genere modelli eco-sostenibili poli di un sistema organizzato sul territorio testimonianza dell’antropizzazione dell’ambiente fulcro della progettazione agricola paesaggi di pietra



Costellazione Salento

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Costellazione masserie

1092 18


Costellazione masserie abbandonate

40 %

40 %

437 19



Costellazione Lecce

21


Costellazione masserie

402 22


Costellazione masserie abbandonate

30 %

30 %

120 23


Cause | abbandono | abbandono | abbandono |abbandono | abbandono |

crisi economica del mercato agricolo

cambio della destinazione d’uso

sottrazione di suolo all’agricoltura

aquisto da parte di paesi stranieri

mancanza di ricambio generazionale

assenza di controllo superiore

utilizzo di colture estensive

disinteresse dei proprietari

mancanza di proposte alternative 24

abbandono | abbandono | abbandono | abba


andono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono |

Conseguenze

diffusione di impianti energetici turismo non sostenibile perdita della biodiveritĂ leccese migrazione dai villaggi rurali infiltarzioni di eco-mafie modificazioni urbanistiche alterazione caratteristiche architettoniche perdita del territorio agricolo abusivismo selvaggio alterazione degli ecosistemi perdita del patrimonio edilizio cambiamenti geologici negazione della tutela del paesaggio mummificazionedelmanufattoarchitettonico perdita integrazione tra masseria e territorio

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Conseguenze di un abbandono


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Durante gli ultimi anni il Salento si è fatto notare a livello internazionale per la sua Green Economy, diventando il simbolo di una regione ecologica e sostenibile nel rispetto dell’ambiente. Secondo l’ultimo studio dell’Ihs iSuppli Market Brief, nel 2011 l’Italia ha superato la Germania come primato mondiale nel fotovoltaico, infatti rispetto il 2010 ha raddoppiato la potenza installata passando da 3, 9 a 6, 9 GW; la Germania invece è calata del 20 %, arrivando a quota 5,9 GW. Il primato regionale, fautore in parte di questi nuovi raggiungimenti, lo detiene la Puglia, che è arrivata ad avere 16.803 impianti, per una capacità produttiva pari a 1.486 MW. Per quanto riguarda l’energia eolica, si posiziona al secondo posto, subito dopo la Sicilia, con oltre 1300 MW, di pale corrispondenti al 17 % della potenza installata sulla penisola. In questo modo, secondo i dati Terna, un quinto di tutta l’energia prodotta dalla nazione rispetto le energie rinnovabili, proviene dalla Puglia. Questi dati risulterebbero più che positivi se non fosse che ormai sono evidenti alcune gravi dinamiche in atto. Molti degli impianti sia eolici che fotovoltaici sono stati ubicati lungo le campagne già largamente incolte, le quali, a causa di questo uso intensivo del suolo, non potranno essere recuperate, se non attraverso pratiche lunghe e remunerative di ripristino. Il danno che ciò può provocare è evidente a molti, che hanno già cercato di sensibilizzare le amministrazioni con manifestazioni, cortei e con

l’istituzione di comitati specifici. Il più importante è il Comitato Nazionale contro il Fotovoltaico ed Eolico nelle Aree Verdi, che proprio durante l’aprile 2012 ha vagliato una proposta al governo italiano per fermare gli incentivi pubblici a sostegno dell’impianti di energie rinnovabili, ubicati al di fuori degli edifici e delle aree industriali. Gli impianti in questioni ledono l’integrità delle aree naturali e rurali, che vengono private di terreni utili alla produzione agricola, in funzione di energie, non del tutto remunerative. Spesso, infatti, si confonde l’energia prodotta, (Kwh), quella realmente indicativa di ciò che consumano i cittadini, con la potenza, (Kw), quella messa dagli imprenditori. Sostenere l’energie rinnovabili è importante, ma non a discapito della salvaguardia del paesaggio rurale e naturale, per non parlare della fauna, che è messa a dura prova dalla presenza di questi dispositivi. Inoltre non esistono reali regolamentazioni per la costruzione di questi impianti, i quali non vengono censiti all’interno di un’anagrafe, segno della fattibile speculazione che subiscono queste pratiche.

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2010

2012

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2010

2012

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2010

2012

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2010

2012

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2010

2012

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2 | Storiografia di un patrimonio



Le masserie rappresentano uno degli esempi più antichi dell’architettura spontanea pugliese. Per diversi secoli hanno detenuto il ruolo di garanti dell’agricoltura e dell’allevamento regionale, instaurando un rapporto biunivoco con il territorio. Delineare le genesi storica di questi fenomeni architettonici è altrettanto complicata quanto quella formale, dal momento che ogni masseria rappresenta un esempio unico e irripetibile, segno delle stratificazioni nel tempo degli eventi storici. Pertanto è attraverso la coralità dei diversi esempi presenti sul territorio che si possono tracciare eventuali classificazioni che tengono in considerazione le diverse peculiarità. Le masserie hanno visto il loro massimo sviluppo attorno ai secoli XVI e XVII, grazie alle classi cittadine più egemoni, i cosiddetti signori della terra, i quali sfruttarono la crisi tardo medievale che aveva visto lo spopolamento di feudi e casali, per riappropriarsi delle terre incolte. Queste aziende agricole nascevano spesso sul’insediamento di antiche ville rustiche romane o kastra bizantini e l’esempio precedente (più prossimo) denominato con l’appellativo di maxariae furono le masserie regie, proprietà feudali tipiche del periodo svevo-angioino. L’evoluzione formale di questi manufatti è completamente dipendente dalla correlazione che si crea tra forma e funzione, non solo riguardante l’aspetto dell’organizzazione produttiva agricola ma bensì un secondo aspetto

che li ha sempre contraddistinti, quello difensivo. Tutta la produzione dei complessi masserizi, ha infatti dovuto tenere conto, durante tutta la sua esistenza, di diversi parametri fondamentali atti a garantire la sopravvivenza dell’azienda da minacce molto diffuse, come la pirateria marinara, le invasioni straniere, il brigantaggio, le guerre tra città rivali, la precarietà della rete stradale. In questo senso esse sono state progettate con sapiente maestria, introducendo elementi difensivi per garantire l’incolumità dei suoi fruitori. In particolar modo durante la dominazione di Carlo V si verificò l’affermarsi di un esplicita rete difensiva, composta da torri costiere e masserie dalla complessa struttura di fortificazione, a causa delle invasioni turche. Per tanto, durante la classificazione formale utile a descrivere l’infinito patrimonio delle masserie, abbiamo optato per una scelta che non si basa sugli aspetti difensivi, perchè la presenza di elementi di fortificazione, quand’anche elementare, è comunque presente in tutti gli esempi, proprio perché oggettivante la loro funzione. Di conseguenza la distinzione è stata fatta tramite una classificazione qualitativa, in base alla vocazione produttiva: _ masseria da pecore _ masseria da campo | cerealicoltura _ masseria da campo | olivocoltura La seconda è distinta, invece, da due

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diverse sfaccettature architettoniche:

deruralizzazione. no allo spazio comune dell’aia, trasformandosi in una struttura a corte. Risalgono a questo periodo anche elementi di pregio come le torre colombaie . Il progressivo abbandono di queste realtà rurali iniziò, in modo evidente, durante il dopoguerra, con la graduale deruralizzazione.

_ masseria con torre _ torre masseria In ultima analisi si riportano due evoluzioni temporali: -masseria con due torri -masseria a corte chiusa Queste ultime fanno riferimento al periodo a cavallo tra fine seicento e settecento, periodo d’oro per questi complessi rurali, che andranno sempre più ad ampliare e articolare il loro sviluppo spaziale planimetrico. Durante l’ottocento le masserie finirono sotto la gestione della nuova signoria terriera dei galantuomini, la quale iniziò un processo di speculazione e rinnovamento dei manufatti, in particolare per quanto riguarda le facciate, così da renderle armoniche con la nuova funzione di rappresentanza, per esempio con l’introduzione di stemmi. Inoltre aumentarono le funzioni all’interno, così come anche il numero di persone necessarie al sostentamento generale della masseria. In questo modo il manufatto si arricchiva di ulteriori spazi orientati attorno allo spazio comune dell’aia, trasformandosi in una struttura a corte. Risalgono a questo periodo anche elementi di pregio come le torre colombaie . Il progressivo abbandono di queste realtà rurali iniziò, in modo evidente, durante il dopoguerra, con la graduale

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Genesi temporale


III sec

Dominazione greca

Organizzazione della CHORA coloniale, si articolava in una serie di tipologie insediative:

Fattoria

Oikoi_Fattorie Komai_Villaggi rurali Phrouia_Stazioni forticate Nelle fattorie si coltivavano grano, olivo e ci si occupva di allivamento ovino.

III sec

Dominazione romana

Durante la dominazione romana, si afferma il latifundium, cioè l’unitĂ organizzativa del territorio agricolo, sviluppato in ambito molto ampio e volto alla produzione mercantile. I latifondi sorgevano attorno a strutture ed organizzazioni produttive complesse, le villae rusticae.

Villa Rustica

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Genesi temporale

Dominazione bizantina bizantina Dominazione

VI sec sec VI

Durante la dominazione la dominazione Durante bizantibizantina, avviò un processo di na, si avviòsiun processo di ristrutristrutturazione urbanistica. turazione urbanistica. La ristrutturazione ristrutturazione insediativa insediativa La partì dalla dalla ricostruzione ricostruzione di di un un partì sistema difensivo difensivo territoriale territoriale che che sistema faceva perno perno su su una una rete rete di di abitati abitati faceva forticati, kastra kastra oo kastellia, kastellia, dotati dotati forticati, di funzioni funzioni amministrative amministrative ee di giurisdizionali. giurisdizionali.

Kastra ee Kastellia Kastellia Kastra

X sec sec X

Feudalesimo Feudalesimo

Il periodo periodo feudale feudale ha ha visto visto la la Il nascita di di un un sistema sistema di di casali, casali, nascita nuclei insediativi insediativi di di piccole piccole nuclei dimensioni, che che rappresentavano rappresentavano dimensioni, una strutttura strutttura più flessibile una più essibile rispetto rispetto centro forticato. al centroalforticato. Attorno al al ‘300 ‘300 si si vericò vericò una una crisi crisi Attorno generale, cheche provocò lo generale, provocò lo spopolaspopolamento dei feudi. mento dei feudi. Cause principali: principali: Cause

Casali Casali

-guerre feudali -guerre feudali -peste -peste demograco -crollo -crollo demograco

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1480

Dominazione aragonese

A cavallo tra il XV-XVI sec. si vericò la nascita di una fitta rete difensiva, composta da torri costiere e masserie forticate. L’evento scatenante fu la presa di Otranto da parte dei turchi nel 1480, seguita da ulteriori incursioni su tutto il territorio salentino. La struttura difensiva voluta da Carlo V, prevedeva una prima cerchia di torri costierie in prossimitĂ del litorale, seguita da una seconda composta da masserie, le quali proseguivano ulteriormente su assi radiali, cosĂŹ da garantire la protezione del centro abitato vicino.

Nascita di una rete difensiva

invasioni turche

* San Cataldo

Lecce

*

Otranto

* Castro

Presicce

*

* Tricase

* Salve * Morciano

56

1480


1500

Dominazione aragonese

Per quanto riguarda l’impianto planimetrico, le masserie forticate del salento hanno una struttura molto semplice, nella quale l’edicio-torre assume un ruolo determinante, ponendosi come elemento caratterizzante di tutto il paesaggio agrario e come punto di riferimento delle attività aziendali. Di norma la torre divideva il giardino dallo spazio lavoro,(aia). Il problema delle incursioni rimase anche dopo la Vittoria di Lepanto, 1571, con la diusione del Brigantaggio, abbligando a mantenere un carattere difensivo su tutto l’edicio.

Masseria con torre prima evoluzione

Dominazione borbonica

1700

Durante il XVIII sec i complessi masserizi iniziaro a subire modiche,influenzati da una borghesia cittadina sempre più interessataalla campagna e alla produzione agricola. Le funzioni all’interno aumentano così come anche il numero di persone necessarie al sostentamento generale della masseria. In questo modo il manufatto si arricchisce di ulteriori spazi che si orientano attorno allo spazio comune dell’aia, trasformandosi in una struttura a corte.

Masseria con due torri a corte chiusa seconda evoluzione

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Genesi temporale

Rivoluzione industriale

1900

Durante il XX sec. il paesaggio agricolo pugliese subĂŹ delle modiche notevoli a cuasa causa della progressiva deruralizzazione, sostentata dalle innovazioni industriali. La conseguenza principale fu il cambiamento del ruolo delle masserie, che da fulcro della produzione agricola, iniziarono ad entrare in crisi e con il tempo ad essere abbandonate.

Deruralizzazione

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Sistema difensivo


Sistema difensivo | Salento

nord lecce +

+ +

+

sud lecce

*

+ + + +

+

+ + + +

+

+

*

+ +

*

+

galatina

+

*

+

+ + + + + +

+ + +

gallipoli / nardò

*

+

+

+ +

+ + +

+ + +

+ + +

capo di leuca

Divisione territoriale del sistema difensivo di torri costiere del Salento

60

*

+ +

otranto


Sistema difensivo | Lecce

+ +

*

+

* +

* +

*

* *

*

Rete strategica di difesa della cittĂ di Lecce, tra torri costiere e torri masserie

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mappa storica 1700

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Elementi difensivi


Caditoia

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Garitta

65


Feritoia

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Camminamento di ronda

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Scala di vedetta

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Ponte levatoio

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Classificazioni


Classificazione architettonica Torre Masseria caso studio | Masseria Barone Vecchio

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spazio lavoro stalla ovile fienile abitazione massaro abitazione contadino deposito recinto animali aia pozzo

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Classificazione architettonica Masseria con torre caso studio | Masseria Coccioli

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spazio lavoro stalla ovile fienile abitazione massaro abitazione contadino deposito recinto animali aia pozzo

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Classificazione temporale Masseria con due torri caso studio | Masseria Mendule

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spazio lavoro stalla ovile fienile abitazione massaro abitazione contadino deposito recinto animali aia pozzo

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Classificazione temporale Corte Chiusa caso studio | Masseria Giammarino

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spazio lavoro stalla ovile fienile abitazione massaro abitazione contadino deposito recinto animali aia pozzo

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Classificazione qualitativa Masseria da pecore caso studio | Masseria Cippano

80


spazio lavoro stalla ovile fienile abitazione massaro abitazione contadino deposito recinto animali aia pozzo

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Classificazione qualitativa Masseria da campo_olivocoltura caso studio | Masseria Gianpaolo

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spazio lavoro stalla ovile fienile abitazione massaro abitazione contadino deposito recinto animali aia pozzo

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Classificazione qualitativa Masseria da campo_cerealicoltura caso studio | Masseria Reca (La Greca)

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spazio lavoro stalla ovile fienile abitazione massaro abitazione contadino deposito recinto animali aia pozzo

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Vita nei campi


Se de la chianta nasce lu pummadoru, de la zappa nasce lu fiu de lu campagnolu. Se dalla pianta nasce il pomodoro, dalla zappa nasce il figlio del campagnolo.

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L’acqua de mare te strince la cigna, l’acqua de cielu te crisce la vigna. L’acqua del mare ti stringe la cinghia, l’acqua del cielo ti cresce la vigna.

89


Ci de caddhina nasci, terra scarnizzi. Se nasci gallina, non puoi che beccare per terra.

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La male annata è guvernata de la sciruccata. La cattiva annata è governata dallo scirocco.

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Se vole lu Patreternu, sìmmini a giugnu e mmeti d’invernu. Se vuole il Padreterno, semini a giugno e mieti d’inverno.

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Ci voi ‘nna bona annata, Natale siccu e Pasca mmuddhata. Se vuoi una buona annata, Natale secco e Pasqua bagnata.

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Cerialicoltura | Scansione temporale

autunno

settembre

ottobre

novembre

inverno

dicembre

SEMINA

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gennaio

febbraio

marzo


estate

primavera

marzo

aprile

maggio

giugno

MIETITURA

95

luglio

agosto

settembre


Mietitura

Raccolto

Mannocchi

Lu Laure

Aia

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Raccolta del grano Trebbiatura

Grano

Nicchie contenitive

Granaio

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Fosse granaie



3 | Fieldwork



La ricerca sul campo ha interessato una porzione specifica di territorio nella campagna del capoluogo salentino. Lecce si trova ad una distanza dal mare di circa dieci km, per questo motivo durante le invasioni turche del XV – XVI sec. fu altamente protetta da un network difensivo di complessi masserizi, che facevano capo alle torri distribuite lungo la costa. Da queste premesse si intuisce il cospicuo numero di masserie presenti sul territorio, in particolare lungo il tratto di strada secondaria che collega il comune di Surbo alla frazione di san Ligorio rispettivamente ad nord-est e sud-est di Lecce. L’area campione considerata si trova esattamente lungo questo asse, importante anche per la sua particolare posizione strategica, esso si trova infatti a cavallo tra la città e la litoranea. Già precedentemente evidenziato dall’amministrazione pubblica con l’inserimento di un percorso cicloturistico che permettesse al visitatore di addentrarsi nel campagna leccese, questo tracciato può rappresentare il giusto punto di partenza da cui iniziare la strategia condotta. Ma (s)se riabitiamo si pone infatti come obbiettivo di tracciare un metodo di rinnovo di questi addendi del paesaggio, partendo da un caso studio e verificando la fattibilità dal punto di vista economico, architettonico e gestionale. La strada campione, grazie all’alta densità di masserie presenti, potrebbe riuscire a sfruttare il caso studio, una

volta riqualificato, come elemento sinergico per iniziare una riattivazione a largo spettro. Durante l’indagine sono state visitate un numero complessivo di 44 masserie, attraverso un’osservazione partecipante sul campo, per mezzo di interviste e visite in situ, così da poter entrare in contatto direttamente con le comunità che abitano questa realtà e rendersi conto anche di come esse considerano questo fenomeno. Al termine della ricerca, sono state registrate diverse categorie_ utili a delineare un abaco totale delle masserie analizzate: _ abbandonate - private | residenziali _ agriturismi _ aziende agricole _ presidi naturalistici _ contenenti attività collaterali Conseguentemente possiamo distinguere gli attori intervistati in tre categorie, i lavoratori agricoli, quindi la generazione di contadini che persiste ancora sul territorio, i quali hanno manifestato sconforto e resa per la situazione attuale nella campagne; i gestori turistici di un età media tra i 40 e i 60 anni di età mediamente soddisfatti nei confronti della loro attività; infine la nuova generazione di under 40. Quest’ ultimi si occupano della gestione di realtà in cui la produzione agricola si unisce ad attività collaterali, culturali e didattiche che ormai sono un fenomeno in crescita sul territorio, a febbraio 2012 è stata confermata la

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presenza di 70 masserie didattiche presenti su tutto il territorio pugliese. L’aspetto più interessante è stato proprio entrare in contatto con quella parte di comunità rurale under 40, non sempre proprietari diretti della masseria ma ugualmente propensi alla salvaguardia del luogo da loro abitato e gestito. In particolare sono tre i casi in cui, all’interno della struttura, convivono insieme le funzioni di abitazione, azienda agricola biologica e centro nevralgico per attività culturali che richiamano fruitori esterni. -Masseria Miele _Masseria Liobello _Masseria Ospitale

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Mappatura


Inquadramento della strada campione

4 km

8 km

collegamenti

percorso cicloturistico

nodi

104

masserie fortificate

masserie


abbandono

privato residenziale

azienda agricola

agriturismo

attivitĂ collaterali

funzione storico naturalistica

105


1 2

3 4

5

11

13

12

6 7

15 14

16 17

10 8 18

9 20

26

22

19 21

25 23 24

27 28

29 30

31 32 33

34

39

seminativo

uliveto

abbandonato

106


1

masseria casa di mosto

6

2

masseria badessa

7

3

masseria provenzani

8

4

masseria badessa nuova

9

5

masseria alcaini

40

masseria virgili

masseria gagliardi

masseria cerrate grande

11

masseria monacelli

12

masseria giampaolo

13

/

14

masseria coccioli

15

/

16

masseria barone vecchio

37

9 38

masseria particelli

10

35 36

masseria caretti grande

41 17

42

43

44

18

107

masseria rauccio

masseria fasani


19

masseria barrera

32

masseria ingrosso

20

masseria fragge

33

masseria strusci

21

masseria mendole

34

masseria grande

35

masseria serraria

masseria paladini 22

masseria paladini

23

/

36

masseria lizza

24

masseria ospitale

37

masseria pisciaconche

25

masseria solicara

38

masseria capitolicchio

masseria gelsi

26

39

masseria alari

27

/

40

masseria lilla

28

masseria papa

41

masseria miele

29

masseria caputa

42

masseria ciccioprete

30

masseria forte di marello

43

masseria crocifisso

31

masseria liobello

44

masseria tresca

108


16

abbandono

9

privato residenziale

7

azienda agricola

5

agriturismo

5

attivitĂ collaterali

2

funzione storico naturalistica

109



Masseria Caretti Grande categoria | azienda agricola classificazione | masseria senza torre anno | 1700 persone | 10 ettari | 80

111


Masseria Alcaini categoria | privato residenziale classificazione | torre masseria anno | 1550 persone | 6 ettari | 70

112


Masseria Casa di Mosto categoria | azienda agricola classificazione | senza torre anno | 1750 persone | 10 ettari | 60

113


Masseria Provenzani categoria | privato residenziale classificazione | masseria con torre anno | 1500 persone | 6 ettari | 50

114


Masseria Cerrate Grande categoria | funzione storico naturalistica classificazione | masseria senza torre anno | 1400 persone | 1 ettari | 70

115


Masseria Monacelli categoria | agriturismo classificazione | masseria con torre anno | 1500 persone | 5 ettari | 60

116


Masseria Giampaolo categoria | agriturismo classificazione | torre masseria anno | 1400 persone | 5 ettari | 60

117


Masseria Rauccio categoria | funzione storico naturalistica classificazione | torre masseria anno | 1650 persone | 3 ettari | 80

118


Masseria Coccioli categoria | agriturismo classificazione | masseria senza torre anno | 1500 persone | 8 ettari | 120

119


Masseria Fasani categoria | azienda agricola classificazione | masseria senza torre anno | 1750 persone | 12 ettari | 80

120


Masseria Barrera categoria | privato residenziale classificazione | masseria con doppia torre anno | 1450 persone | 4 ettari | 50

121


Masseria Mendole categoria | abbandono classificazione | masseria con torre anno | 1500 persone | / ettari | 30

122


Masseria Gelsi categoria | privato residenziale classificazione | masseria senza torre anno | 1800 persone | 7 ettari | 10

123


Masseria Particelli categoria | abbandono classificazione | masseria senza torre anno | 1750 persone | / ettari | 30

124


Masseria Ospitale categoria | attivitĂ collaterali classificazione | masseria senza torre anno | 1550 persone | 5 ettari | 70

125


Masseria Caputa categoria | attivitĂ collaterali classificazione | masseria torre anno | 1600 persone | 7 ettari | 50

126


Masseria Papa categoria | abbandono classificazione | masseria con torre anno | 1700 persone | / ettari | 40

127


Masseria Liobello categoria | attivitĂ collaterali classificazione | masseria senza torre anno | 1750 persone | 4 ettari | 50

128


Masseria Strusci categoria | azienda agricola classificazione | masseria con doppia torre anno | 1700 persone | 8 ettari | 70

129


Masseria Serraria categoria | abbandono classificazione | masseria con torre anno | 1650 persone | / ettari | 40

130


Masseria Lizza categoria | agriturismo classificazione | masseria senza torre anno | 1750 persone | 3 ettari | 30

131


Masseria Pisciaconche categoria | azienda agricola classificazione | masseria senza torre anno | 1700 persone | 7 ettari | 20

132


Masseria Lilla categoria | privato residenziale classificazione | masseria con torre anno | 1700 persone | 4 ettari | 10

133


Masseria Miele categoria | attivitĂ collaterali classificazione | masseria con torre anno | 1650 persone | 4 ettari | 20

134


Masseria Alari categoria | azienda agricola classificazione | torre masseria anno | 1450 persone | 10 ettari | 40

135



Landscape


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140


141




144


145




148


149





4 | Riattivare un territorio



La strategia di riattivazione del territorio in questione si basa su tre specifiche risposte.

in diverse misure, in particolare, prendiamo in esamine la Misura 112 insediamento giovani agricolturi e Pacchetto Multimisura Giovani, il quale si spone come obietivi: _ mantenere e consolidare il tessuto socio-economico nelle zone rurali per garantire il mantenimento di aziende vitali e produttive; _ garantire un ricambio generazionale funzionale al rinnovato quadro di riferimento economico e sociale dell’agricoltura, e al ruolo che questa deve assumere nella società; _ incoraggiare il miglioramento delle capacità professionali dei giovani agricoltori, anche al fine di orientarli verso lo sviluppo di nuovi sbocchi per le produzioni agricole.

1 | Agricoltura biologica con tutela della biodiversità pugliese 2 | Filiera corta e associazionismo imprenditoriale 3 | Attori under 40 Ogni risposta promossa per la strategia di rinnovo dell’ambiente rurale salentino, da noi delineata, è sostenuta a livello amministrativo dal PSR, Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013. Il PSR mira a favorire la continuità, lo sviluppo dell’attività agricola e agroalimentare, aumentandone la competitività e la diversificazione, garantendo, nel contempo, la salvaguardia dello spazio naturale dell’ecosistema agricolo e del paesaggio naturale. Il programma si presuppone tre macro obbiettivi: competitività, ambiente e qualità della vita/diversificazione; declinati in quattro assi di intervento. _ Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale; _Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale; _Miglioramento della qualità di vita nelle aeree rurali e diversificazione dell’economia rurale; _Approccio Leader, per favorire le strategie di sviluppo, promosse da partenariati locali pubblico-privati chiamati Gal. Le risorse finanziarie sono suddivise

I soggetti che possono richiedere il premio di primo insediamento devono avere un’età compresa tra i 18 e 40 anni e non essere mai stati titolari di un’azienda agricola. Automaticamente rientrano nella possibilità di accedere al “Pacchetto Multimisura Giovani”: _ Misura 111 – Azioni nel campo della formazione professionale e dell’informazione _ Misura 114 - Utilizzo di servizi di consulenza _ Misura 121 - Ammodernamento delle aziende agricole _ Misura 132 - Partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità alimentare

153


_ Misura 311 - Diversificazione in attività non agricole

La PAC si impegna a concedere un finanziamento a sostegno degli investimenti nelle aziende agricole; l’obiettivo è di ammodernare le installazioni, le attrezzature e i sistemi agricoli, per migliorare i redditi e le condizioni di vita, di lavoro e di produzione degli agricoltori. Il finanziamento per l’insediamento di giovani agricoltori, a livello comunitario, ammonta a 30 000 euro.

La Misura 112 prevede un investimento massimale di 550 000 euro con il 60 % a fondo perduto, inoltre si può richiedere un aiuto sotto forma di premio unico, a seconda della zona in cui ci si insedia. Nel caso delle aree definite “Poli Urbani” e “Aree Rurali ad Agricoltura Intensiva Specializzata”, che conincidono con l’area campione da noi esaminata, il premio unico ammonta a 40 000 euro. L’insediamento può avvenire nelle seguenti forme: _ Impresa individuale _ Società Agricola di persone o di capitale _Cooperativa Agricola di conduzione Un’altra misura che rientra nella nostra analisi è la Misura 214Pagamenti agroambientali. Essa mira a favorire un utilizzo e una gestione sostenibile dei terreni agricoli della regione, in particolare promuovendo la salvaguardia delle risorse idriche, la tutela dle suolo, la protezione e valorizzazione della biodiversità e del paesaggio agrario, e il miglioramento della qualità dell’aria. A sostegno della strategia per il rinnovo del territorio salentino, vi è anche un finanziamento a livello comunitario, che arriva dalla PAC, Politica Agraria Comunitaria.

154


Biologico e biodiversitĂ


Agricoltura biologica significa gestire in maniera sostenibile la produzione agricola utilizzando pratiche ambientali che garantiscono il mantenimento di un alto livello di biodiversità, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e la tutela delle risorse territoriali. Il metodo di produzione biologica trova la sua realizzazione attraverso l’operato di produttori e consumatori sensibili a tematiche ambientali e sociali, i quali hanno l’intento di fornire beni che contribuiscono alla tutela della salute, del territorio e allo sviluppo sostenibile. Diversi punti concorrono a delineare il quadro generale di definizione del metodo biologico, prima fra tutti l’esclusione di prodotti chimici di sintesi, che alterano profondamente l’ambiente ed influiscono negativamente sulla salubrità delle produzioni ottenute. In secondo luogo, si prevede l’utilizzo di tecniche agronomiche idonee, come, per esempio, l’impiego di piante resistenti e insetti predatori contro i parassiti e l’incremento e il mantenimento della fertilità naturale del terreno, mediante l’utilizzo di tecniche di lavorazione non distruttive. Inoltre, il punto focale di un approccio biologico è il rispetto per la stagionalità dei prodotti coltivati, adottando quindi la tecnica della rotazione e dei sovesci; quest’ ultimi consistono nell’interrare apposite colture, allo scopo di mantenere o aumentare la fertilità del terreno.

Si prosegue inoltre con l’uso di fertilizzanti naturali e il non utilizzo di radiazioni per aumentare la conservabilità del prodotto e dei suoi ingredienti. Queste norme sono poi mantenute anche durante le azioni di trasformazione dei prodotti in alimenti finiti. Dai dati raccolti emerge una situazione positiva, per quanto riguarda l’agricoltura biologica italiana, prima in Europa come numero di aziende di questo settore e solo seconda per il numero di ettari coltivati con questo sistema. Sommariamente anche l’andamento sembra positivo, fatta eccezione per il periodo attorno al 2004-2005. Gli anni successivi fino ad oggi vedono la produzione biologica italiana in crescita. Per quanto riguarda la situazione regionale, la Puglia è al secondo posto come numero di ettari coltivati e al terzo per numero di azienda, preceduta solo dalla Sicilia e dalla Calabria. A livello amministrativo, l’agricoltura biologica pugliese è sostenuta dal PSR, Programma di Sviluppo Rurale, che sostiene tramite incentivi finanziari il lavoro agricolo. In particolare, attraverso la Misura 214, si incentivano le coltivazione di varietà tradizionali. Dal punto di vista economico, esse rappresentano un patrimonio anche per il futuro, avendo un buon grado di fertilità, robustezza, resistenza ai fattori ambientali ostili e alle malattie.

156


BIOLOGICO

Uso di sostenze chimiche di sintesi Uso di mangimi OGM Inquinamento delle acque Inquinamento del suolo Uso di energie non rinnovabili Aumento del riscaldamento globale Benessere animale Biodiversità Tutela animali selvatici e utili

Ecosostenibilità Uso di coloranti, edulcoranti, esaltatori di sapidità Residui di sostenze di sintesi sugli alimenti Sistema di controllo specifico

157

CONVENZIONALE


Biologico | Mondo

EUROPA

160 paesi nel 2009 25% della superficie BIO mondiale 14% dei produttori BIO nel mondo 51% del mercato BIO mondiale

L’agricoltura biologica impegna una superficie di circa 37,2 milioni di ettari nel 2010: un aumento di oltre 2 milioni di ettari (+6,2%) del territorio coltivato a biologico rispetto al 2009. I produttori biologici sono circa 1.800.000 nel 2010, con un incremento del 31% rispetto al 2009 (dovuto soprattutto ad un forte aumento del numero dei produttori in India. Nel 2010 il mercato mondiale di prodotti biologici ha superato il valore di 55 miliardi di dollari, (40 miliardi dieuro, 5% in piÚ sul 2006).

158


distribuzione per continente dei produttori biologici asia africa america Latina europa nord America oceania 250.000 720.000

0

distribuzione per continente delle superfici coltivate ad agricoltura biologica oceania europa america Latina asia nord America africa 9.250.000 0

159

12.000.000 (Ha)


Biologico | Italia

ITALIA

della superficie BIO europea

25%

dei produttori BIO in europa

35%

del mercato BIO in europa

34% sviluppo, grazie alla scelta dell’Unione Europea di investire in sistemi di produzione ecologici per garantire contemporaneamente sicurezza alimentare e condizioni ambientali sostenibili nel medio e lungo termine.

La crescita delle aree coltivate col metodo biologico è costante: a livello europeo nel 2008 esse hanno superato i 7,8 milioni di ettari (una superficie pari a quella di Belgio e Olanda messi assieme), con un aumento del 4,5% rispetto all’anno precedente; anche il numero dei bio-agricoltori è aumentato a oltre 180.000 (dati 2010). Quello biologico non solo è il comparto più in crescita (e meno intaccato dalla crisi finanziaria) dell’intero settore agroalimentare, ma ha anche in sé un grande potenziale di ulteriore

Fonte: FiBl/IFOAM, “The World of Organic Agriculture: Statistics and Emerging Trends 2011” (dati relativi alla fine del 2010)

160


Ha

Numero ettari coltivati con sistema biologico Spagna Italia Germania Gran Bretagna Francia 1.002.414

Numero dei produttori per stato Italia Grecia Spagna Austria Germania

44.371

161


In questo scenario globale, l’Italia riveste un ruolo di primaria importanza: nel settore della produzione biologica, grazie ad oltre un milione di ettari di terreno coltivati da circa 50.000 aziende agricole, il nostro Paese continua ad avere una posizione di rilievo anche in Europa. È il primo produttore al mondo di cereali, ortaggi, agrumi, uva ed olive; il secondo al mondo di riso. Il giro d’affari del settore viene stimato in oltre 3 miliardi di euro (inclusi 900 milioni di export).

È il primo Paese al mondo per le esportazioni di prodotti bio. L’Italia è il primo Paese europeo per numero di produttori biologici (44.371).

Fonte: l’Agricoltura Biologica in cifre, SINAB 2010 (su dati forniti dal MiPAAF e dagli OdC relativi alla fine del 2010)

162


convenzionale vs bio superfic

-45%

3.023.344

+1.185%

-15%

+61% 50.276

2.593.090

-28%

+642%

1.679.439

31.118

4.189

07

+ 20

00

19

07

163

+ 20

+ 90

+ 20

00

+ 20

19

90

+


che hanno superato le 51.000 unità (+2,4% sul 2005) e delle superfici, che hanno sfiorato gli 1,15 milioni di ettari (+7,6%). Questo ha consentito al nostro Paese di consolidare la leadership in Europa per numero di aziende ed superfici bio. Nel 2007 si segnala un leggero calo del numero degli operatori pari a 50.276 unità (- 1,55%), a cui però ha corrisposto un aumento dello 0,18% della superficie (1.150.253 ettari).

Dal 1993 al 2001 si è registrato un incremento progressivo, in termini di aziende operanti nel settore e in termini di superficie destinata alla coltivazione di prodotti biologici. Nei tre anni successivi, si è registrata una diminuzione, sia del numero di aziende impegnato nella produzione sia della superficie utilizzata. Nel 2005 si è verificata, poi, un’inversione di tendenza, con una nuova crescita delle aziende biologiche, che hanno raggiunto circa le 50.000 unità (+20,7% sul 2004) e delle superfici, che hanno oltrepassato l’importante soglia del milione di ettari (+11,8%). Tale crescita è dovuta alla riapertura dei bandi dei PSR che molte Regioni hanno indirizzato quasi esclusivamente al biologico. La crescita è poi proseguita nel 2006, anno in cui si è registrato un nuovo aumento delle aziende biologiche,

Fonte: l’Agricoltura Biologica in cifre, SINAB 2010 (su dati forniti dal MiPAAF e dagli OdC relativi alla fine del 2010)

164


70.000

1.400.000

60.000

1.200.000

50.000

1.000.000

40.000

800.000

30.000

600.000

20.000

400.000

10.000

200.000

20 09

20 08

20 07

20 06

4

20 05

20 0

2

165

20 03

1

20 0

20 0

20 00

19 99

19 98

19 97

19 96

19 95

19 94

19 93

Ha


Biologico | Puglia

12%

della superficie BIO nazionale

11%

dei produttori BIO nazionali

34%

del mercato BIO in europa

PUGLIA

Le aziende che si occupano di biologico (produttori, preparatori ed importatori) sono concentrate soprattutto nel Sud del nostro Paese, con tre Regioni (Sicilia, Calabria e Puglia) che vedono la presenza del 41% delle aziende. La leadership delle imprese di trasformazione e distribuzione è detenuta dall’Emilia Romagna, seguita dalla Lombardia, ma va segnalato il terzo posto della Sicilia, prima tra le Regioni del Sud.

Si ha, dunque, una maggiore concentrazione di aziende di produzione al Sud e di trasformatori ed importatori al Nord.

Fonte: l’Agricoltura Biologica in cifre, SINAB 2010 (su dati forniti dal MiPAAF e dagli OdC relativi alla fine del 2010)

166


Numero dei produttori per stato Sicilia Calabria Puglia Emilia Romagna Lazio Basilicata Piemonte Campagna Toscana Marche Umbria Veneto Abruzzo Sardegna Lombardia Liguria Trentino Alto Adige Friuli Venezia Giulia Molise Valle d’Aosta

5371

7000

0

Ha

Numero ettari coltivati con sistema biologico sicilia puglia basilicata toscana calabria sardegna lazio emilia romagna marche abruzzo umbria piemonte campania veneto lombardia trentino alto adige liguria friuli venezia giulia molise

130.000 0 167

220.000


totale complessivamente investita ad agricoltura biologica sul territorio nazionale. La lettura dei dati relativi ai diversi orientamenti colturali rivela, inoltre, che in Puglia si estende il 31% della superficie nazionale coltivata a fruttiferi (escl. agrumi, vite e olivo),il 30% delle superfici ad olivo, il 17% delle estensioni cerealicole, 14% degli investimenti a vite e il 10% di quelli ad ortaggi.

I principali orientamenti produttivi interessano cereali, foraggi, prati e pascoli, che, nel loro insieme, rappresentano piÚ del 50% della superficie ad agricoltura biologica. Seguono, in ordine di importanza, le superfici investite ad olivicoltura e viticoltura, la cui consistenza è la maggiore al mondo; aumentano di circa 4.400 ettari la superficie orticola, di oltre 9.000 quella a frutta secca, di oltre 7.500 quella ad agrumi e di oltre 3.000 quella a vite. In Puglia si coltiva il 12% della SAU

Fonte: l’Agricoltura Biologica in cifre, SINAB 2010 (su dati forniti dal MiPAAF e dagli OdC relativi alla fine del 2010)

168


185.735

52% 17%

cereali

84.025

olivo

24% 30%

37.520

11% frutta

vite

31% 27.408

8% 14% 10.891

3% ortaggi

10% 6.436

2% legumi

39% Percentuale di superfice utilizzata per le principali categorie di prodotti in Puglia in relazione alla superfice utilizzata in Italiana

169


Nel decennio che volge al termine, dopo una prima fase di crisi terminata nel 2004, il settore biologico pugliese, nel secondo quinquennio, è ritornato a far registrare risultati a sei cifre. I dati riferiti a questa seconda fase mostrano una sostanziale stabilità. Nel 2010, si segnala una tendenza al rialzo per entrambe le variabili: • per gli operatori + 0,3%, cresciuti da 5.357 unità nel 2009 a 5.371 unità nel 2010; • per le superfici + 5%, con un incremento da 113.279 ha nel 2009 a 118.898 nel 2010.

Fonti: 2002-2010: Cardone e Pellegrino (2008); 2008: elaborazioni Osservatorio Regionale sull’Agricoltura Biologica – Regione Puglia-IAMB su dati OdC

170


8.000

160.000

7.000

140.000

6.000

120.000

5.000

100.000

4.000

80.000

3.000

60.000

2.000

40.000

1.000

20.000

171

20 08

20 07

20 06

20 05

20 04

3 20 0

20 02

20 01

20 00

Ha


Biologico | Salento

12% della superficie BIO regionale 11% dei produttori BIO regionali

LECCE

Gli operatori biologici pugliesi nel 2010 si concentrano per il 41% ed il 27%, rispettivamente, nelle province di Bari (2.210) e Foggia (1.466) Passando all’analisi della distribuzione provinciale delle superfici coltivate in biologico si segnala che il 44% della SAU bio totale, pari a 572.390 ha, ricade nel territorio di Bari, il 27% (9.384 ha) in quello di Foggia, seguono con percentuali decisamente inferiori Taranto, Lecce e Brindisi.

Fonte: Elaborazioni Osservatorio Regionale sull’Agricoltura Biologica – Regione Puglia-IAMB su dati OdC

172


SAU bio tot

Numero operatori bio

10%

11%

90%

Provincia di Lecce Provincia di Brindisi Provincia di Foggia Provincia di Taranto Provincia di Bari 8%

25% 13%

44%

9%

27% 12%

41%

Ha bari foggia taranto lecce brindisi 12.378 52.390

0

bari foggia taranto lecce brindisi 594 0

173

2210


degli investimenti totali) e un peso decisamente importante anche delle altre province. Infatti, la seconda posizione è occupata da Lecce (22%), seguono Foggia (19%), Brindisi (14%) e Taranto (13%). Infine, la viticoltura bio risulta principalmente diffusa nelle province di Bari, Taranto e Foggia, con, rispettivamente, il 36%, 25% e 22% degli investimenti totali.

La lettura dei dati sulla distribuzione provinciale delle colture nel 2010, evidenzia una forte concentrazione della cerealicoltura biologica in due province: Bari (57%) e Foggia (26%). Anche nel caso degli ortaggi le superfici si estendono prevalentemente in due territori provinciali con una situazione invertita rispetto ai cereali: Foggia detiene la prima posizione (48%) seguita da Bari (25%). La distribuzione delle superfici appare più equilibrata nel caso dell’olivo con il primato di Bari (32%

Fonte: Elaborazioni Osservatorio Regionale sull’Agricoltura Biologica – Regione Puglia-IAMB su dati OdC

174


40.600

31% 5%

cereali

34.500

26% 22%

olivo

9.700

7.5% frutta

vite

2% 6.500

5% 8% 4.100

3% 8%

ortaggi 3.500

legumi

2% 4% 31.100

24% altro

6% Percentuale di superfice coltivata con metodo biologico delle principali categori di prodotti nel Salento in relazione alla superfice coltivata in Puglia

175


22%

14%

olivo

19% 13%

2%

32%

frutta

7% 12% 20%

59%

4% legumi

Provincia di Lecce Provincia di Brindisi Provincia di Foggia Provincia di Taranto Provincia di Bari

3% 11%

176

51%

31%

5%

cereali

4% 26% 8%

57%

8%

ortaggi

9%

48% 10% 25%

8%

9%

vite

22%

25%

36%


1.815

15%

cereali

7.600

62%

olivo

180

2%

frutta

446

4%

vite

260

2%

ortaggi

104 legumi

1% 1.973

altro

14% 177


2007

1991

regolamento ce 834/2007

regolamento cee 2092/91

abroga i precedenti ed è relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici sia di origine vegetale che animale.

primo regolamento comunitario sul metodo di produzione biologica che pone termine alle 15 agricolture biologiche europee che si erano sviluppate in Europa, e stabilì norme di produzione e trasformazione che definiscono un metodo biologico unico, con un sistema di etichettatura univoco e riconoscibile da tutti i consumatori europei, grazie alla definizione di un logo comunitario.

1992

2010

regolamento ue 271/2010

regolamento cee 2078/92

definizione del nuovo logo e della modalità di applicazione dell’etichettatura dei prodotti biologici.

prevede finanziamenti all’agricoltura biologica e le modalità per usufruirne.

1997 2012

PAC agenda 2000

riforma per il futuro della politica comunitaria nell'ottica del previsto allargamento. Agenda 2000 ha fornito una solida base per lo sviluppo dell'agricoltura nel UE, ponendosi come obbiettivi una nuova politica dello sviluppo rurale e il miglioramento della qualità dei prodotti alimentari e della loro sicurezza. Con questa riforma si creano le condizioni per lo sviluppo nell'UE di un'agricoltura comunitaria multifunzionale, sostenibile e concorrenziale.

PAC post 2013

prime proposte e i primi orientamenti sul futuro della politiche agricole comunitarie per il periodo 2014-2020. Il dibattito attuale definisce la necessità di promuovere i modelli agricoli sostenibili e virtuosi.

178


Agricoltura biologica

biodiversitĂ a rischio Bio

con conseguente perdita di prodotti tipici in via di estinzione, stagionalitĂ e mancanza di salvaguardia del patrimonio storico territoriale

179


BiodiversitĂ

batata

mugnuli

pomodoro

indivia

rucola selvatica

carciofo

portulaca

pastanaca

180


meloncella

fava di zollino

cicerchia

arancia vaniglia

melone di gallipoli

Paparina

cima di rapa

cicoria all’acqua

181


Finanziamenti

PSR | Programma di Sviluppo Rurale | prevede la misura 214, con la quale si stabilisce un premio verso una serie di coltivazioni che aiutano a preservare la biodiversità regionale

+ misura 214 | incentivi per biodiversità

Bio

premio | ha | anno

182

orticole

186 €

fruttiferi

417 €

colture da granella

86 €


Aziende a filiera corta


Attraverso i dati Istat 2010, riguardanti le attività legate alle aziende agricole, si è condotta un’analisi per distinguere diversi trend in atto e delineare un quadro generale. Da questo primo esame è poi conseguito un confronto diretto con le aziende agricole convenzionali e biologiche. In entrambi i casi, il 60 % delle aziende risulta a conduzione familiare, evidenziando una solida struttura gestionale alla base. In media, gli operatori del settore biologico, risultano però di età inferiore e con un grado di istruzione superiore, rispetto al convenzionale. Allo stesso modo, gli operatori biologici, manifestano un alto interesse a collaborare con il settore della ricerca. Questi dati sono generalizzabili su tutto il territorio nazionale; ciò che differisce invece a livello pugliese, rispetto il resto della nazione, è la mancanza di un forte associazionismo, utile alle aziende, per creare un network saldo fra loro, che aiuti ad essere competitivi verso la GDO, (grande distribuzione organizzata). La soluzione, per gli agricoltori biologici della regione, potrebbe essere quella di scegliere un metodo di trasformazione e commercializzazione a filiera corta e l’organizzazione di un sistema funzionante di OP (Organizzazione Operatori) che li aiuti a regolamentarsi e gestirsi attraverso questo metodo. L’insieme di aziende agricole biologiche che prediligono un sistema a filiera corta, è indice prima di tutto

che ognuna di esse riesce a sussistere come caso singolo; se a questo uniamo un forte associazionismo, da casi singoli, diventano un sistema così da diventare una realtà sempre più forte e competitiva. La regione Puglia sostiene ed incentiva questo metodo di gestione aziendale anche a livello amministrativo. Il PSR, Programma di Sviluppo Rurale, prevede al suo interno una misura speciale volta proprio all’ammodernamento delle strutture aziendali. Per poter partecipare al bando della Misura 121, si deve garantire: l’innovazione tecnologica, l’introduzione di impianti, macchine, attrezzature e sistemi che migliorino la qualità dei prodotti e che riducano i costi di produzione; la riconversione varietale e la diversificazione colturale delle produzioni agricole regionali; la realizzazione di interventi mirati al risparmio energetico. La filiera corta consiste in un’organizzazione che prevede il rapporto diretto tra produttore e consumatore; diventa, dunque, indispensabile, anche a livello amministrativo, la relazione paritaria che s’instaura tra gruppi d’offerta e gruppi di domanda. Quest’ultimi permettono di garantire un tipo di domanda aggregata, che facilita il produttore nell’organizzazione delle coltivazioni, evitando sprechi e lavorando nel rispetto della stagionalità. Per quanto riguarda i gruppi di offerta, invece, possono essere cooperative o società agricole, in cui si deve disporre

184


di un locale idoneo per la prima lavorazione che consiste nel lavaggio, selezione e confezionamento dei prodotti. L’eventuale associazionismo tra diversi produttori permette di abbattere i costi del trasporto, incidendo positivamente sui prezzi finali. La filiera corta può avvenire attraverso la vendita diretta, nell’azienda agricola, attraverso i GAS, Gruppi d’Acquisto Solidale, oppure all’intarno di mercatini bio.

185


Aziende convenzionali ALLOGGIO RISTORAZIONE DEGUSTAZIONE ALTRE ATTIVITA’ Aziende Agrituristiche 73 7 50 autorizzate per tipo 90

FINO A 3 MESI DA OLTRE 3 A 6 MESI OLTRE 9 MESI INTERO ANNO Aziende per durata 62 28 autorizzata dell’attività -

SOLA RITORAZIONE +ALLOGGIO +ATTIVITA’ +DEGUSTAZIONE Aziende agrituristiche 73 autorizzate 7 43 (1.817 coperti) (1.021 coperti) (229 coperti) alla ristorazione

SOLO ALLOGGIO Aziende agrituristiche autorizzate 10 all’alloggio (209 p.letto)

+RISTORO 73 (1.816 p.letto)

+ATTIVITA’ 50 (1.433 p.letto)

+DEGUSTAZIONE 7 (275 p.letto)

INDIPENDENTISPAZI APERTI ABITAZIONI NON INDIPENDENTI INDIPENDENTI Aziende agrituristiche 10 36 autorizzate all’alloggio 54 (151 piazzole) (1.130 p.letto) per tipo di sitemazione (1.064 p.letto)

EQUITAZIONE Aziende agrituristiche autorizzate all’esercizio 6 di altre attività

TREKKING

MOUNTAIN BIKE ATTIVITA’ VARIE

22

29

25

FEMMINE

MASCHI Aziende agrituristiche per genere 56 del conduttore

34

NUOVE AUTORIZZAZIONI

ANNO PRECEDENE Aziende agrituristiche 81 autorizzate

9

186

TOT 90 282 tot Puglia

TOT 90 230 tot Puglia

TOT 73(1.817) 243 tot Puglia 6.654 TOT 90(2.194) 282 tot Puglia 5.519 TOT 90(2.194) 282 tot Puglia 5.519 TOT 50 141tot Puglia

TOT 90 282 tot Puglia

TOT 90 282 tot Puglia


AZIENDE AGRICOLE PER FORMA DI CONDUZIONE Manodopera familiare 162.735 Manodopera familiare prevalente 40.523 22.350 Manodopera extrafamiliare prevalente Conduzione con salariati 19.644 SUPERFICIE TOTALE PER FORMA DI CONDUZIONE Manodopera familiare 550.804 ha Manodopera familiare prevalente 277.768 ha 156.328 ha Manodopera extrafamiliare prevalente Conduzione con salariati 324.656 ha AZIENDE AGRICOLE CON SAU PER CLASSE DI SAU Meno di 1 83.825 2-5 47.890 13.637 10-20 5o ed oltre 2.877 SAU PER CLASSE DI SAU Meno di 1 46.169 ha 2-5 144.723 ha 190.250 ha 10-20 50ed oltre 294.290 ha SAU PER FORMA DI CONDUZIONE 522.911 ha 256.673 ha 147.069 ha 262.932 ha

Manodopera familiare Manodopera familiare prevalente Manodopera extrafamiliare prevalente Conduzione con salariati

TITOLO DI STUDIO DEL CAPO AZIENDA 1.639 Lauera o diploma agrario 11.241 Laurea o diplama altro tipo 30.471 Diploma superiore 177.560 Licenza media inferiore-elementare Reddito per tipologia colturale Regione Puglia

COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI ATTIVITA’ 32.756 Vendita diretta al consumatore NO ATTIVITA’ 619

olivicoltura | 1521 euro/ha

Vendita con vincoli ad imprese commerciali

ceralicoltura | 285 euro/ha

Vendita ad organismi associativi

Fonte_Dario Stefano Assessore alle Risorse Agroalimentari

Vendita con vincoli ad imprese industriali

187

ATTIVITA’ 15.746 NO ATTIVITA’ 183 ATTIVITA’ 60.185 NO ATTIVITA’ 1.542 3.034 ATTIVITA’ NO ATTIVITA’ 159


Aziende biologiche

594

LECCE

594 11%

dei produttori BIO regionali

60 % 357 aziende a conduzione familiare

81 % 73 + ristorazione

55 %

15 % 90 agriturismi

50

188

+ attivitĂ collaterali


Aziende biologiche

mancanza di associazionismo la la mancanza di un network ben organizzato tra le aziende agricole biologiche che le aiuti a diventare competitive sul mercato

189


Filiera corta

vendita diretta

G.a.s

produttore

consumatore mercatini bio

punti di forza

1 | riduzione dei costi generali, con vantaggi sia per i consumatori che per i produttori

2 | riduzione dell’inquinamento, grazie al Km zero

3 | tutela ambiente, attraverso pratiche salvaguardano los viluppo rurale

4| incentivo della biodiversitĂ

190


Luoghi della filiera

340

G.A.S. Gruppi d’Acquisto Solidale 2008

Sono quelle organizzazioni di consumatori, informali o dotate di un proprio statuto, che decidono di riunirsi per acquistare i prodotti biologici direttamente dal produttore o da gruppi di produttori organizzati con piccole/medie piattaforme, beneficiando di un taglio importante sul prezzo finale, dovuto appunto all’accorciamento della filiera di vendita. Alcuni gruppi d’acquisto hanno

220

2010

assunto come obiettivo prioritario la sensibilizzazione del consumatore alle problematiche dello sviluppo sostenibile e l’educazione al consumo critico; per questo hanno assunto la denominazione di GAS (Gruppo di Acquisto Solidale). Solidarietà tra consumatori; solidarietà tra consumatori e ambiente; solidarietà tra consumatori e produttori.

250

Mercatini Bio | Farmer Market 2008

Mercati nei quali si commerciano esclusivamente prodotti locali, dove i piccoli produttori del territorio hanno l’opportunità di vendere direttamente ai consumatori gli alimenti provenienti dalle loro aziende, evitando perciò i passaggi intermedi dei grossisti e delle grandi catene di distribuzione. I vantaggi dei farmers market sono moltepolici, come ad esempio la competitività dei prezzi di alcuni

185

2010

prodotti, che non subiscono i ricarichi generati dal passaggio di mano fra un intermediario e l’altro. Inoltre, la provenienza locale dei prodotti garantisce la freschezza degli stessi, a differenza di quanto avviene nella grande distribuzione. Il presupposto stesso del “km zero”, fa sì che i cibi vengano trasportati solo su distanze relativamente brevi, il che consente la riduzione dei consumi energetici e inquinamento.

191


Consumatori Indagine condotta da Federbio su un campione di 70 intervistati

78,8%

maggiore sicurezza

71,1

salubrità

49,5

qualità superiore

perchè bio?

38,4

50%

dove bio?

30%

20%

gusto migliore

dettaglio specializzato

acquisto diretto

GDO

192


Prodotti bio

25%

latte

latte

25%

Yogurt

latticini

18%

pane e pasta

17%

verdura

10%

frutta

olio

vino

5% 5% 193


Confronto Filiera lunga

produttore

grossista

industria di trasformazione

Dettaglio Specializzato

consumatore

GDO

/ risparmio

guadagno

Filiera corta Secondo un indagine condotta da Ismea, Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, la filiera corta, grazie all’eliminazione di alcuni passaggi commerciali, consente di abbattere il prezzo finale, con vantaggi sia per il consumatore che per il produttore. Ques’ultimo ha discreti margini di guadagno più alti rispetto alla vednita ad altri operatori della filiera lunga e il consumatore arriva a risparmiare in media quasi il 100 %.

vendita diretta consumatore

produttore

100 % risparmio

guadagno prezzo vendita diretta

prezzo all’origine

prezzo al consumo

patate

0.50

1.20

2.06

cavolfiori

0.55

1.75

2.81

limoni

0,55

1.35

2.26

194


Finanziamenti

PAC | Politica Agricola Comunitaria| concede un finanziamento a sostegno degli investimenti nelle aziende agricole, l'obiettivo è di ammodernare le installazioni, le attrezzature e i sistemi agricoli per migliorare i redditie le condizioni di vita, di lavoro e di produzione degli agricoltori.

+ finanziamento | Insediamento giovani agricoltori ammontare del finanziamento previsto e destinato a facilitare l'insediamento dei giovani agricoltori, concesso ad una azienda agricola che sia gestita da un un attore che abbia meno di 40 anni e che intraprenda per la prima volta l'attivitĂ agricola.

+ 30.000 â‚Ź

195



Attori under 40


In Italia il ricambio generazionale dell’agricoltura è ai livelli più bassi d’Europa. Solo 112 mila aziende hanno un conduttore giovane, solo il 16% delle nuove aziende è guidato da un giovane e solo nel 2,3% delle aziende storiche è subentrato un giovane alla conduzione. Medesima situazione per la regione Puglia, in cui il tasso di senilità aziendale è elevatissimo: un solo imprenditore under 35 ogni dieci over 65. Negli ultimi anni, però, l’Assessorato alle Risorse Agroalimentari sta cercando di arrestare questa tendenza, incentivando la presenza di operatori giovani, fondamentali per la progressione del settore agricolo. Se si tiene conto che il tasso di disoccupazione giovanile a Lecce è del 47,3%, l’offerta di una nuova strada lavorativa rivolta a degli attori di età compresa tra i 18 e i 40, risulta essere più che positiva. Dunque, il PSR (Programma di Sviluppo Rurale) prevede al suo interno la Misura 112 per l’insediamento di giovani agricoltori under 40.

198


Settore agricolo | Italia

Agricoltura

2.8 % Pil

valore aggiunto

produttivitĂ del lavoro

1,9 %

0,2 % 2001

2001

2004

2005

14 % 2004

0,8 %

2005 0,7 %

2006

2006

2009

2010

2014

2009 /

2010

2014

199


Settore agricolo | Italia

850 000 unitĂ

4,6 %

occupati totali-unitĂ di lavoro

1980

2009

2014

2010

13 % occupati

3.7 % occupati

3.1 % occupati

200

2011


Settore agricolo | Puglia

Agricoltura 4.46 % Pil

occupati-totale economia

occupati-agricoltura

1,8 %

0,8 % 2001

2001

2007

2,9 %

1,2 % 2008

2007

2008

2014

201

2014


Agricoltori e operai agricoli specializzati occupati

384.998

domanda di lavoro

343.532

68.093 -41.466

10,8 % occupati 2009

occupati 2014

2008

2014

assunzioni per sostituzione

assunzioni aggiuntive

Personale non qualificato dell’agricoltura occupati

268.649

domanda di lavoro

195.575

232.704

-35.946

13,4 % occupati 2009

occupati 2014

2008

2014

202

assunzioni per sostituzione

assunzioni aggiuntive


Agricoltori e operai agricoli specializzati in colture a pieno campo

111.000 occupati 30.26 %

69.74%

24.74 % 92.56 %

femmine maschi

indipendenti dipendenti

7.44%

75.26%

>=40 anni < 40 anni

Agricoltori e operai agricoli specializzati di coltivazioni legnose agrarie

61.000 occupati 27.14 % 29.46 %

83.16 % femmine maschi

70.54%

16.84%

>=40 anni < 40 anni

indipendenti dipendenti

72.86%

Agricoltori e operai agricoli specializzati di ortive protette e orti stabili

104.000 occupati 15.45 %

55.78 % 43.23 %

femmine maschi

84.55%

>=40 anni < 40 anni

indipendenti dipendenti

44.22%

56.77%

Agricoltori e operai agricoli specializzati di colture miste 69.66 %

68.000 occupati 74.21%

31.83 % femmine maschi

68.17%

>=40 anni < 40 anni

indipendenti dipendenti

25.79%

203

30.34%


Occupazione nel settore agricolo in Puglia

3,1 %

LECCE

tasso di occupazione settore agricolo

1,3 % 2001

2,9 % 2007

2008

2014

1 <35 10

tasso di senilitĂ aziendale

>= 65

204


Aziende biologiche

bassa percentuale di under 40 nel settore agricolo dai dati emerge una presenza inferiore di partecipanti under 40, che determina l’assenza di ricambio generazionale, fondamentale nel garantire il progredire di un settore

205


Attori under 40

< 40

punti di forza

1 | grado di istruzione piĂš elevato

2 | apertura verso metodi innovativi

3 | maggiore sensibilizzazione verso la sostenibilitĂ

4| riduzione del tasso di disoccupazione

206


Finanziamenti

PSR | Programma di Sviluppo Rurale | prevede il pacchetto multimisura giovani, con la quale l’attore in questione, di età compresa tra i 18 e 40 anni, potrà richiedere un aiuto sotto forma di premio unico. Il beneficiario del finanziamento potrà usufruire nello specifico anche della misura 112.

+ misura 112 | Insediamento giovani agricoltori 50 %

max 500.000 €

a fondo perduto

+ premio unico previsto a tutti i beneficiari della misura 112, ( nel caso si tratti di un azienda composta da più componenti, il premio unico spetta ad un individuo ogni tre componenti )

120.000 €

+ 40.000 € + 40.000 € + 40.000 €

207



5 | Caso studio Masseria Paladini



Durante l’analisi condotta sull’area campione è stata raccolta la presenza di numero 16 masserie abbandonate, tra le quale è stata scelta quella campione che potesse fungere da caso studio. La decisione è ricaduta sulla Masseria Paladini, manufatto risalente al XVI sec, in buone condizioni statiche, la quale si trova al centro della strada campione, vicino a due dei tre complessi masserizi di maggiore interesse per la nostra analisi, ( Masseria Ospitale e Masseria Liobello). L’indagine condotta sul caso studio è iniziata attraverso un rilievo architettonico e fotografico ed è poi proseguita con una storiografica a compimento della quale si è giunti alla formulazione della morfogenesi completa del manufatto e l’individuazione delle sue peculiarità formali. Lo stato di fatto del caso studio è il risultato dell’ evoluzione formale che il manufatto ha ottenuto negli anni, individuando nello specifico quattro soglie storiche. Il primo nucleo originario, interamente fortificato dal muro di cinta, prevedeva l’accostamento di due elementi indipendenti, l’edifico torre a due piani e le stalle con uno sviluppo longitudinale, limitato al solo piano terra. La conformazione interna della torre, prevede al piano terra due vani distinti, voltati a botte, mentre al primo piano si hanno due ambienti comunicanti voltati a botte e a stella; le stalle a loro volta erano e sono tutt’ora voltate interamente a stella.

Il complesso masserizio presenta fin dalle sue origini, un prospetto uniforme dalla simmetria delle aperture e dei parapetti, inoltre elemento caratterizzante è la scala in facciata, disposta longitudinalmente il prospetto principale. Essa rappresenta uno degli stilemi classici presenti in ogni masseria, attraverso cui esse si distinguono le une con l’altre; inoltre non si può dimenticare la funzionale difensiva che svolgeva: consentiva, infatti, di avere due ingressi distinti al primo e al piano terra. Altri elementi peculiari della difesa si possono costatare nella presenza della grande caditoia in posizione centrale sul prospetto principale e una serie di feritoie, lungo tutto il cornicione di copertura. Altro elemento peculiare della Masseria Paladina è la scala di vedetta sempre in copertura, apparsa in secondo memento, insieme all’ accorpamento dei due distinti corpi di fabbrica. La scala di vedetta è elemento protagonista delle terrazze di copertura, spazi abitabili, dal grande potenziale che mettono in comunicazione diretta con il paesaggio rurale circostante, fino a raggiungere la vista del mare. Sostanziale cambiamento durante l’anno 1700, oltre l’introduzione di ulteriori spazi adibiti al lavoro, come ovili e fienili, fu l’ampliamento dell’edificio torre, che vide l’annessione di due nuovi elementi, rispettivamente a destra e a sinistra di esso. L’ultima soglia storica risale al 1755,

211


anno che segna anche il passaggio di proprietĂ della masseria, la famiglia Paladini le cede ai Palmieri; questo periodo coincide con il progressivo sviluppo della nuova signoria terriera, che fu sempre interessata a donare un carattere di rappresentativitĂ a queste architetture rurali. Risalgono a questo periodo, la torre colombaia, il pozzo e gli stemmi di famiglia; gli ultimi due trafugati in secondo momento. Attualmente sono ancora evidenti i resti al suolo della cinta muraria e gli spazi lavoro, come depositi e fienili, risultano in stato di rudere, probabilmente a causa della loro natura piĂš fragile e vulnerabile, (spesso la copertura di questi spazi era fatta di materiali biodegradabili, come legno o paglia). Il resto del volume architettonico, composto dalla torre, le stalle e gli spazi aggiunti nel tempo, si mostrano rigidi e composti, segno della grande maestria dei costruttori tradizionali salentini, fautori di opere durevoli nel tempo.

212


Masseria Paladini categoria | abbandonata classificazione | masseria con torre anno | 1500 persone | / ettari | 40

213


Stato di fatto

0

50 m



Soglie storiche

1500


1500


1700


1755


Distribuzione funzionale

spazio lavoro

abitazione contadino

stalla

giardino | orto

ovile

deposito

dispense

recinto animali

abitazione massaro

aia

220


Rilievo fotografico


La torre + L’aia

222


223


224


225


La torre colombaia

226


227


L’ovile

228


229


230


231


Il giardino

232


233


234


235


Le stalle _ 1

236


237


238


239


Le stalle _ 2

240


241


L’abitazione dei contadini

242


243


Il deposito

244


245


Le stanze per il lavoro _ 1

246


247


Le stanze per il lavoro _ 2

248


249


Le dispense _ 1

250


251


Le dispense _ 2

252


253


L’abitazione del massaro _ 1

254


255


256


257


L’abitazione del massaro _ 2

258


259


260


261


La terrazza

262


263


264


265


La vedetta

266


267


268


269



6|

Concept



Masseria, parola che deriva dal latino massa e che sta ad indicare un qualità fisica, ma che durante l’età medioevale è servito anche ad indicare i possedimenti terrieri. Questo duplice significato è perfettamente in linea con l’altrettanta duplice valenza del manufatto architettonico masseria. Essa, infatti, è allo stesso tempo espressione fisica dell’antica organizzazione della produzione agricola del Salento e manifestazione tettonica dell’uso sapiente della massa. Massa quindi intesa come blocco che nel linguaggio architettonico dei complessi masserizi si esplica attraverso l’utilizzo di un unico materiale, il tufo. Osservando queste architetture spontanee sparse lungo la campagna, siano esse ruderi o in buono stato di conservazione, ciò che colpisce è la loro conformazione volumetrica, ortogonale, solida e monolitica, in un’alternanza di forme mai uguali, le quali, nonostante la compostezza, trasmettono movimento ed espressione. Il tufo grazie alla sua facile lavorabilità, ha permesso ai costruttori di arricchirle ogni volta di dettagli, i quali creano effetti chiaroscurali evidenti sulla perfezione geometrica degli elementi. La massa si esprime ad una microscala con il concio strutturale e diventa fortificazione ad una scala più ampia. Nel relazionarsi con la preesistenza si è tenuto in considerazione questo aspetto peculiare dell’estetica delle masserie; esse contengono al loro interno ogni declinazione della pietra,

che parte dal singolo concio, passa per muro di fortificazione e arriva al volume intero, il quale se osservato da lontano torna ad assomigliare al blocco iniziale. Questo rapporto circolare è l’esplicitarsi dell’espressione della massa. Affiancare la Masseria Paladini con un nuovo edificio ha significato rispettare la sua conformazione antica, andando a ricalcare l’antica traccia della fortificazione e ripristinando una conformazione a corte chiusa. IL nuovo muro che diventa edificio stesso, diventa il link tra preesistente e nuovo, pur mostrando un linguaggio estetico differente. Nel passato ha rappresentato un modo per chiudersi e proteggersi dall’esterno, oggi può rappresentare, come elemento connotativo, il criterio con cui rivendicare la ritrovata riattivazione. Riattivazione conforme alla tradizione.

273


0’


1’


2’


3’


4’


5’


6’


7’



7|

Metaprogetto



Ma (s)se riabitiamo giunge a delineare una strategia di intervento con la formulazione di un meta progetto, in cui agricoltura, vita comunitaria e cultura convivono insieme. La formula della strategia si riassume in 1+10+20, rispettivamente una masseria, dieci soci e venti ettari. Questi numeri sono la risposta adeguata al fine di tutelare un manufatto alla volta, creando allo stesso tempo una proposta di vita e di lavoro realizzabile per un numero equo di persone, attraverso una quantità di ettari proporzionata alla scala della comunità. L’espressione numerica è il frutto di una serie di tentavi che si sono susseguiti, in cui modificando alternativamente ciascun addendo si è sempre giunti a proposte che si sono rivelate sproporzionate al conseguimento della strategia. In certi casi si è trattato di considerare un numero di soci troppo elevato, con il conseguente abbassamento delle salario individuale; in altri casi, invece, l’idea di occuparsi di due masserie contemporaneamente, pur aumentando il numero di persone, si è rivelata pretenziosa e inefficace per assicurare dei buoni livelli di gestione, senza considerare i costi eccessivi di partenza. Le interviste raccolte durante il fieldwork, si sono dimostrate utili per valutare le funzioni da inserire all’interno dell’azienda e capire le necessità che un progetto del genere implicasse, stilando anche una media riguardante il numero di possedimenti terrieri presenti nelle masserie.

L’ultimo censimento Istat riguardante la produzione agricola in Puglia, in particolare nella provincia di Lecce, è stato utilizzato per verificare la situazione attuale riguardante il settore convenzionale e da li creare un confronto con quello biologico. A sostegno del meta progetto è stato redatto un business plan che verifichi dal punto di vista economicofinanziario, la fattibilità del progetto, registrando l’evoluzione di esso dall’anno preliminare la realizzazione, fino al decimo anno di vita.

285


1

masseria

AttivitĂ collaterali

365 giorni

183 giorni

286

n^

n^ giorni


Slow food

Si prevede all’interno della Masseria uno spazio ristorante servito con prodotti alimentari coltivati direttamente dall’azienda, conferendogli la possibilità di entrare a far parte dei presidi Slow Food.

50 coperti

73 000 €

ricavo al netto

287


Turismo sostenibile

Si sostiene un tipo di turismo che rispetti il paesaggio dell’entroterra, evitando di alimentare la congestione delle realtà balneari. Il visitatore può partecipare in modo attivo alla quotidianità della masseria, diventando parte integrante della comunità composta dai dieci soci.

6 alloggi

43 800 €

ricavo al netto

288


Artist in residence

Viene prevista la collaborazione con aritisti e artigiani, offrendo loro la possibilità di vivere all’interno della masseria con un affitto limitato, con l’idea che essi possano al contempo creare situzioni favorevoli e sinergici per la comunità.

2 alloggi

6480 €

ricavo al netto

289


Workshop

26 La masseria diventa spazio didattico e ricreativo, prevedendo l’organizzazione di diversi eventi culturali, rivolti ad un pubblico che coinvolge adulti e bambini.

AttivitĂ culturali

100 posti

Didattica adulti

20 adulti

Didattica bambini

50 bambini

38.220 â‚Ź

ricavo al netto

290


Attività collaterali | ricavi

TOT

UNITA’

/UNITA’ €

GIORNI / MESI

50

20

183

182.500

camere ospiti

6

480

183

87.600

artist in residence

2

300

12

7200

didattica bambini 50

10

26

13.000

didattica adulti

20

30

26

15.600

attività Culturali 100

10

26

26.000

ristorazione

291


Attività collaterali | costi

TOT

COSTI %

COSTI €

ristorazione

60 %

109.500

73.000

camere ospiti

50 %

43.800

43.800

artist in residence

10 %

720

6.480

didattica bambini

30 %

3.900

9.100

didattica adulti

30 %

4.680

10.920

attività Culturali

30 %

7.800

18.200

292


AttivitĂ collaterali | reddito netto

161.500 â‚Ź

293


10

soci

Attori

fruitori esterni

turista

294

affittuario


20

ettari

Agricoltura

365 giorni

183 giorni

295

n^

n^ giorni


Coltivazione | vendita diretta

Spazio mercato con vendita di prodotti biologici a kilometro zero, derivanti dalla diretta coltivazione nei campi annessi alla massseria, con il rispetto della stagionalitĂ e qualitĂ .

677 mq spazio mercato

ricavo al netto

72.133 â‚Ź

296


Programma colture

25 %

frutta

arance pesche

50%

ortaggi

peperoni melanzane meloncella pomodori rucola carciofi rapa indivia muguli melone

10 % 10 % 5%

297

tuberi

batata pastinaca

legumi

fave ceci

lereali

frumento


Lavorazione | vendita prodotti lavorati

Un quarto del raccolto viene destinato alla lavorazione di prodotti finiti, quali marmellate, confetture e salse, da vendere direttamente in masseria.

34 mq bioshop

12.091 â‚Ź

ricavo al netto

298


Dati Istat Convenzionale

cereali

SUPERFICIE (Ha) 22.000 4.500 4.000 70

fava da granella fagiolo pisello da granella cece patata primaticcia patata comune

70 40 40 45 1.800 50

1.050 600 600 810 216.00 6.000

1.029 590 590 785 211.680 6.000

fava fresca fagiolino pisello aglio e scalogno carota e pastinaca cipolla broccolo rapa cavolo cappuccio cavolo verza finocchio indivia lattuga

60 145 120 40 15 90 225 60 70 300 30 140

3.000 185.125 8.400 2.000 1.950 10.800 45.000 9.000 11.200 66.000 4.500 22.400

2.960 185.125 8.150 1.960 1.950 10.800 43.000 9.000 11.200 66.000 4.500 22.400

ortaggi in piena aria

frumento duro orzo avena mais

leguminose e tuberi

Seminativi

PRODUZIONE TOT. PRODUZIONE RACCOLTA 396.000 380.000 81.000 79.000 64.000 63.000 4.550 4.550

radicchio

250

45.000

45.000

cocomero fragola melanzana peperone melone zuccina

450 7 200 240 180 300

315.000 430 70.000 84.000 36.000 75.000

300.000 410 70.000 84.000 36.000 75.000

pomodoro pomodoro da industria

220 400

30.800 280.000

30.800 280.000

299


Dati Istat Convenzionale Coltivazioni legnose

PRODUZIONE TOT.

frutta fresca

PRODUZIONE RACCOLTA 2.950 12.050 6.500 165

pesco nettarina susino mandorle

129 79 27 80

19.350 11.850 3.645 1.440

18.950 11.600 3.535 1.412

agrumi

3.000 12.320 6.600 170

arancio mandarino clementina limone

450 40 155 50

67.500 5.800 23.250 6.750

67.500 5.800 23.250 6.750

vite e vino

SUPERFICIE (Ha) 20 88 47 6

uva da tavola uva da vino vino

200 13.000 --

46.000 1.120.000 760.300

44.620 1.085.000 --

olivo

melo pero albicocca ciliegio

olive

89.300

3.125.500

3.125.500

300


Dati Istat Convenzionale Colt. legnose | frutta superficie tot. 476 Ha

Seminativi | cereali superficie tot. 30.570 Ha frumento duro orzo 14% avena 13% mais 0.2%

melo 4.2% 18% pero 10% albicocca ciliegio 1.2% 27% pesco 16.5% nettarina 5.6% susino 17% mandorle

71%

Seminativi | leguminose e tuberi superficie tot. 2.045 Ha fava da granella fagiolo pisello da granella cece patata primaticcia patata comune

3.4% 2% 2% 2.2%

Colt. legnose | agrumi superficie tot. 695 Ha

88% 2.5%

arancio mandarino clementina limone

Seminativi | ortaggi superficie tot. 3.542 Ha fava fresca fagiolino pisello aglio e scalogno carota e pastinaca cipolla broccolo rapa cavolo cappuccio cavolo verza finocchio indivia lattuga radicchio cocomero fragola melanzana peperone melone zuccina pomodoro pomodoro da industria

1.7% 4% 3.4% 1.2% 0.5% 2.5% 6.3% 1.7% 1.8% 8.5% 0.8% 4% 7% 13% 0.2% 6% 6.8% 5% 8.5%

65% 6% 22.3% 7%

Colt. legnose | vite superficie tot. 13.200 Ha uva da tavola 2% uva da vino

98%

Coltivazioni superficie tot. 139.828 Ha 22% cereali leguminose e tuberi 1.5% ortaggi 2.5% frutta 0.3% agrumi 0.5% 9.5% vite olivo

6.2% 11.3%

301

64%


Dati Istat Convenzionale Seminativi | cereali produzione tot. 526.550 q frumento duro

Colt. legnose | frutta produzione tot. 57.162 q 5.2% melo 21% pero 11.4% albicocca ciliegio 0.3% 33% pesco 20% nettarina 6.2% susino mandorle 2.5%

72%

orzo 15% avena 12% mais 1%

Seminativi | leguminose e tuberi produzione tot. 220.674 q fava da granella fagiolo pisello da granella cece patata primaticcia patata comune

0.5% 0.2% 0.2% 0.3%

Colt. legnose | agrumi produzione tot. 103.300 q

95% 2.7%

arancio mandarino clementina limone

Seminativi | ortaggi produzione tot. 1.288.255 q fava fresca fagiolino pisello aglio e scalogno carota e pastinaca cipolla broccolo rapa cavolo cappuccio cavolo verza finocchio indivia lattuga

0.2% 14.4% 0.6% 0.1% 0.1% 1% 3.4%

22.5% 6.5%

Colt. legnose | vite produzione tot. 1.129.620 q uva da tavola uva da vino

0.7% 1.2% 5% 0.4% 1.7% radicchio 3.2% 23% cocomero fragola 0.1% 5.4% melanzana peperone 6.5% melone 2.3% zuccina 5.5%

pomodoro pomodoro da industria

65% 5.6%

4% 96%

Coltivazioni produzione tot. 6.451.061 q 8% cereali leguminose e tuberi 3.5% 20% ortaggi frutta 1% agrumi 1.6% 17.5% vite olivo

2% 21.7%

302

48.5%


Dati Istat Convenzionale

Fonte: Camera di commercio Lecce

Seminativi

Coltivazioni legnose

ortaggi in piena aria

melo locali pere locali albicocche ciliegie

0.17 0.13 0.17 --

fava sguscaite fagiolo pisello da granella cece patata novella patata comune

1.03 0.92 -0.92 0.5 0.65

fava fresca fagiolino pisello aglio e scalogno carota cipolla broccolo rapa cavolfiore cavolo verza finocchio indivia lattuga

2.00 ----0.50 0.50 0.55 0.50 0.50 2.20 1.00

radicchio cocomero nero fragola melanzana locale peperone melone zuccina locale

-1.10 -1.00 1.80 -0.70

pomodoro pomodoro da industria

1.20 --

unità €/Kg -----

frutta fresca

grano duro locale orzo locale avena locale mais

unità €/Kg

pesche nettarina susine mandorle

--3.90 --

agrumi

leguminose e tuberi

cereali

I prezzi riportati si riferiscono alla produzione al netto dell’IVA di prodotti agricoli, nel mese di Marzo 2011. La mancata indicazione di alcuni prodotti significa che la merce non è stata quotata.

arancie mandarini clementine limoni locale

0.80 0.65 0.90 0.55

A cuasa della forte variabilità del mercato dei prezzi ortofrutticoli e della stagionalità di molto colture, è difficile stabilire delle medie annuali. Dai numeri indici dei prezzi si può però vedere l’andamento del mercato in confronto al 2005 (base 2005 = 100) frumento 201.7 altri cerali 197.5 ortaggi freschi 91.0 patate 176.4 frutta 114.6 vino 106.9 olio d’oliva 95.8

+101.7% +97.5% -9%

+76.4%

+14.6% +6.9% -4.2%

Fonte: Istat, indagine sui prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori.

303


Dati raccolto

HA

RACCOLTO

Q

KG

peperoni

117

11.700

1

11.700

melanzane

117

11.700

1

11.700

meloncella

83

8.300

1

8.300

muguli

53

5.300

1

5.300

carciofi

73

7.300

1

7.300

arance

50

5000

2.5

12.500

pesche

48.7

4.870

2.5

12.175

batata

40

4.000

1

4.000

fave

53

5.300

1

5.300

ceci

5.8

580

580

1

pomodori

47

4.700

1

4.700

pastinaca

43.3

4.330

1

4.330

rapa

64

6.400

1

6.400

indivia

50

5000

1

5.000

melone

67

6700

1

6.700

rucola

60

6000

1

6.000

304


Dati raccolto

DIRETTA

LAVORATO

PERSONALE

peperoni

11.115

292.5

292.5

melanzane

11.115

292.5

292.5

meloncella

8.02,5

0

207.5

muguli

5.035

132.5

132.5

carciofi

6.935

182.5

182.5

arance

11.875

312.5

312.5

pesche

11.566,25

304.375

batata

3.900

0

fave

5.035

132.5

132.5

ceci

551

14.5

14.5

pomodori

4.465

117.5

117.5

pastinaca

4.113,5

108.25

108.25

rapa

6080

160

160

indivia

4875

0

125

melone

6.532,5

0

167.5

rucola

5700

150

305

304.375 100

150


Dati raccolto | costi e ricavi

DIRETTA €

TOT DIRETTA

LAVORATO €

TOT LAVORATO

peperoni

2.3

25.564,5

12

3.510

melanzane

1.15

12.782,25

12

3.510

meloncella

1.2

9.711

0

muguli

0.8

4.028

10

1.325

carciofi

2

13.870

15

2555

arance

1.5

17.812,5

15

4.687,5

pesche

1.2

13.879,5

0

batata

0.9

3.510

100

fave

1.1

5.538,5

10

1.325

ceci

1

551

10

145

pomodori

1.35

6.027,75

10

1.175

pastinaca

0.95

3.907,825

12

1.299

rapa

1.25

7.600

12

1.920

indivia

0.7

4.412,5

0

0

melone

0.9

5.879,25

0

0

rucola

0.6

3.420

20

306

0

4.565,626 0

3.000


Dati raccolto | costi e ricavi

Tot 110.973,3 35 % costi

ricavo al netto

72.132,65 â‚Ź

Tot 24.182,125 50 % costi

ricavo al netto

307

12.091

â‚Ź


Agricoltura | reddito netto

84.224

308

â‚Ź


Finanziamenti | biodiversitĂ

ETTARI

â‚Ź

600

PAC

20

TOT

12.000 4.675

PSR Granella

86

2

cicerchia

Frutta

meloncella

417

fava di zollino

5

arancia vaniglia

309

172

2085

melone di gallipoli


Finanziamenti | biodiversità

ETTARI

186

Orticolo

paparina

pastanaca

cima di rapa

TOT

2418

13

batata

indivia

carciofo

rucola selvatica

cicoria all’acqua

310

TOT

mugnuli

pomodoro

portulaca


Finanziamenti | reddito netto

Bio

16.675

311

â‚Ź


Business Plan

Situazione preliminare

10 soci 10.000 € ( 1.000 € a testa a fondo perduto )

+

1 proprietario 100.000 € ( cifra che viene restituita in 5 anni )

ToT capitale iniziale

110.000 € 312


Anno zero

+

150.000 €

+

20o.000 €

PSR_40.000 € x 3 soci_120.000 € PAC_30.000 €

mutuo da estinguere in 10 anni con la metà a fondo perduto finanziato dal PSR

-

10.000 €

-

100.000 €

1.000 a socio come quota di inizio attività

ToT capitale iniziale

460.000 €

313


Primo anno

+

84.223,7 € ricavo annuo dalla agricoltura

+

16.675 € PSR incentivi biodiversità

-

10.000 €

-

15.000 €

quota annuale per estinguere mutuo e finanziamento

contributi previdenziali

/

ToT

reddito netto primo anno

75.900 €

314

632 € mensili (10 quote + 1 proprietario)


Quinto anno

+ + + -

84.223,7 € ricavo annuo dalla agricoltura

161.500 € ricavo annuo dalle attività

16.675 € PSR incentivi biodiversità

10.000 € quota annuale per estinguere mutuo e finanziamento

-

15.000 €

+

23.854 € entrata annua

contributi previdenziali

ToT

reddito netto primo anno

1.720 € mensili 262.400 €

315

(10 quote + 1 proprietario)


Decimo anno

+

+

-

+

245.725 € ricavo annuo dalla agricoltura e dalle attività

16 675 € PSR incentivi biodiversità

15 000 € contributi previdenziali

23.854 € entrata annua

ToT

reddito netto primo anno

1.820 € mensili 262.400 € 316

(10 quote + 1 proprietario)


Previsione

ferroviviere

2.453 €

impiegato di posta

2.000 €

1.700€€€ 1.820 socio all’interno della masseria1.800

317

commerciante

1.700 €

libero professionista

1.600 €

insegnate scuola pubblica

1.500 €

bracciante agricolo

1.300 €



8 | Proposta progettuale



L’intervento architettonico prevede l’annessione alla preesistenza di un nuovo blocco che si sviluppa lungo la traccia dell’antica fortificazione. Questo, attraverso una conformazione ad L, permette di riacquistare la disposizione a corte chiusa, appartenuta alla masseria in precedenza. All’interno del nuovo elemento sono contenute le funzioni private dei diversi alloggi. Al piano terra, sviluppati su due livelli, sono presenti i dieci duplex riservati ai soci dell’azienda, al secondo piano fuori terra invece si trovano sei monolocali per il turismo e due appartamenti destinati all’affitto. I due prospetti principali del nuovo edificio sono trattati diversamente: quello interno, il quale si rivolge verso i giardini privati, presenta grandi aperture vetrate, in alternanza al policarbonato, che garantiscono un’illuminazione continua e sono schermati da oscuramenti in lamiera stirata ossidata. La stessa facciata è ulteriormente filtrata dalla presenza del ballatoio, anch’esso realizzato in lamiera che consente di avere una zona di semiombra e di ventilazione continue di fronte alle residenze. La permeabilità tra interno ed esterno è consentita al piano terra e al secondo grazie a serramenti a libro. A quota zero, gli appartamenti prevedono una zona esterna che diventa uno spazio unico con il soggiorno, mentre al secondo gli spazi interni si estendono direttamente al ballatoio.

Il rapporto con la luce e l’aria è stato determinante anche per la conformazione del secondo prospetto, verso l’esterno, il quale presenta bucature meno estese rispetto al lato opposto ma ugualmente efficaci nel garantire la ventilazione trasversale tra i due fronti, in quanto anch’esse provviste di oscuramenti apribili in lamiera stirata. Il nuovo edificio ospita al suo interno anche le funzioni tecniche e di supporto al lavoro agricolo, posizionate lungo il lato est, quali i garage, i magazzini e il granaio. Questo elemento si differenzia dal resto dell’annessione per la presenza di una copertura a shed e per la mobilità completa dell’ involucro esterno che agevola il lavoro e il passaggio dei macchinari. All’interno della preesistenza è stata rispettata la distribuzione degli spazi originaria, limitando l’intervento alla realizzazione di arredi fissi e mobili ad hoc per le diverse funzioni. La conformazione interna della masseria prevede la successione di diverse nicchie verticali nel muro create dalle strutture a volte di copertura, al loro interno sono stati inseriti gli arredi mobili, giustapposti, sempre per garantire un intervanto meno invasivo. Nel manufatto antico sono inserite le funzioni collettive, diventando il vero cuore dell’intero complesso; ospita, infatti, la cucina e il salotto comune, oltre che gli spazi di lavoro come il ristorante, il Foodshop e l’area accoglienza. Al primo piano dell’edificio torre

321


sono ospitate tutte le aule workshop ricavate all’interno dell’antica dimora del massaro; da questi spazi si ha l’accesso diretto alle terrazze, spazi rimasti intatti con la funzione originaria di belvedere. Il manufatto antico e il nuovo blocco presentano un collegamento diretto proprio in prossimità degli spazi workshop, dove l’antico ballatoio è collegato da un nuovo passaggio che permette di raggiungere l’area centrale dell’edificio annesso, anch’essa ospitante aule lavoro. Tutto il progetto è volto al rispetto della conformazione originaria della masseria, con l’inserimento di un nuovo elemento che pur nascendo morfologicamente dall’antica traccia della fortificazione, acquista poi un’identità propria per quanto riguarda il trattamento formale dei materiali. Materiali ripresi poi nella realizzazione dei piccoli interventi puntuali, riguardanti arredi e serramenti, presenti nella masseria: in tutto il progetto vi è l’utilizzo di legno, policarbonato e lamiera stirata.

322


Masetrplan


0

50 m




Layout funzionale



attivitĂ agricola

spazi esterni

spazio esterno attrezzato

produzione agricola

mercato bio

area barbeque

bio shop

giardino privato

attivitĂ collaterali

orto verticale

workshop

servizi ristorante slow food

lavanderia depositi

accoglienza

dispensa

residenza toilette alloggi soci

attori alloggi turisti

socioi

alloggi affittuari turista

area collettiva

affittuario

salotto comune esterno cucina comune

329


Intervento

residenza

giardini

orto verticale

2423 mq

410 mq

28 mq

servizi

330

94 mq


area collettiva

400 mq

area attivitĂ

150 mq

workshop

137 mq

aia

677 mq

area produzione agricola

500 mq

331


Preesistenza

salotto comune interno esterno

92 mq 73 mq

toilette

80 mq

aule

9 mq 1 x 4 mq 1 x 5 mq

workshop area barbeque

56 mq 1 x 20 mq 1 x 36 mq

workshop giardino privato

330 mq

archivio

18 mq


dispensa

44 mq

bio shop

34 mq

spazio esterno attrezzato

50 mq

cucina comune

54 mq

ristorante slow food accoglienza

20 mq

interno esterno

mercato bio

370 mq

toilette

54 mq 66 mq

20 mq 2 x 10 mq


Aia | spazio pubblico

mercato bio spazio esterno attrezzato

am

pm

334


Giardini | spazio privato

verde non atrezzato area barbeque

am

pm

335


Ampliamento

residenza alloggi soci

680 mq 10 x 68 mq

servizi lavanderia depositi

residenza alloggi turisti

228 mq 6 x 38 mq

34 mq 60 mq 2 x 30 mq

residenza alloggi affittuari

176mq 2 x 88 mq


workshop aule

140 mq

produzione agricola rimessa

128 mq

1 x 92 mq 1 x 48 mq

produzione agricola garage

184mq 4 x 46 mq

produzione agricola granaio

45 mq


Alloggio turista | standard

giorno notte connessione servizi | bagno esterno esterno | ballatoio

338


Alloggio socio | duplex

giorno notte studio connessione servizi | bagno cucina esterno

339


Alloggio affittuario | patio

giorno notte studio/atelier connessione servizi | bagno cucina esterno

340


Preesistenza + Ampliamento


0

10 m


pianta + 0.50


0

10 m


pianta + 5.90


0

10 m


a-a

b-b




0

10 m


c-c

d-d





Attualizzazione del muro


0

10 m


prospetto est

prospetto nord




0

10 m


prospetto ovest

prospetto sud





La residenza


rapporto con la luce | il balaltoio

366


La rete metallica staccandosi dalla L’involucro del ballatoio in lamiera facciata crea un’intercapedine d’aria, stirata ha la fuzione di ombreggiare il collegamento orizzontale , ambienti interni della residenza. permettendo allo stesso tempo un filtraggio continuo della luce

La e il raffrescamento La ventilazione rete metallica staccandosi dalla delle parti la residenza facciata creaantistanti un’intercapedine d’aria, che sono garantite dalla presenza del ballatoio, che residenza. funge da ambienti interni della intercapedine d’aria.

367


0

5m


f-f


rapporto con la luce | la facciata

370


Un La retesecondo metallica sistema staccandosi didalla ombreggiamento in lamiera facciata crea un’intercapedine d’aria, che stirata applicato direttamente in facciata, gli ambienti ambientiprotegge interni della residenza.della residenza dalla luce solare diretta.

rete metallica dalla IlLasistema continuostaccandosi della facciata composto da serramenti in legno facciata crea un’intercapedine d’aria, e pannelli di policarbonato crea diverse intensità luce, in relazione ambienti interni di della residenza. degli spazi interni della residenza.

371


0

5m


e-e


0

1m


pianta + 0.50


0

1m


pianta + 3.20


0

1m


pianta + 5.90


0

1m


sezione longitudinale



Elementi e Materiali


Residenza | alloggio standard

384


4

3

1 | blocco doccia legno 2| blocco servizi policarbonato 3| copertura servizi policarbonato

2

4 | blocco letto policarbonato

385


Residenza | alloggio duplex

386


4

3

1 | scala attrezzata legno 2| blocco cucina legno 3| divisioni interne policarbonato

4 | blocco bagno legno

2 1

387


Preesistenza | serramenti

388


giustapposizione

389


390


1

2

3

1 | serramento legno 2 | struttura portante legno 3 | oscuramento lamiera stirata

391


Preesistenza | arredi

392


giustapposizione

393


394


1

1 | seduta legno

3

2 | cassetto policarbonato

2 3 | base legno

395



Dettagli



1 2 3 4

5 6 7 8

9

10

1

serramento fisso di legno

6

serramento mobile di legno

2

serramento mobile di legno

7

struttura di legno copri imbotto porta

3

struttura di legno copri imbotto porta

8

4

5

399

oscuramento fisso in lamiera stirata

serramento fisso di legno

9

10

profilo L metallico portante per oscuramento in lamiera stirata

oscuramento apribile in lamiera stirata

struttura di legno copri soglia porta


400


1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

13 14 15

16 17 18 19 20 21 22 23 24

25 26 27 28 29 30 31 32 33 34

35 36 37 38 39 40

pavimento di finitura in lengo

25

18

massetto 100 mm

26

armatura in cls gettato in opera

27

rete elettrosaldata

cordolo in cls gettato in opera

10

3

pavimento di finitura in lengo

11

4

impermeabilizzazione

12

pilastro acciaio Hea 200 mm

20

5

massetto 100 mm

13

profilo C metallico portante per oscuramento in lamiera stirata

21

cordolo in cls gettato in opera

29

6

armatura in cls gettato in opera

14

oscuramento in lamiera stirata

22

isolante 50 mm

30

15

oscuramento in lamiera stirata

23

16

rete metallica per piano di calpestio

24

7 8

pannello cassero in EPS per sistema solaio serramento scorrevole a libro di legno

9

17

1 2

isolante 50 mm profilo L acciaio di ancoraggio per sostegno del sistema di facciata oscuramento in lamiera stirata

19

pannello cassero in EPS per sistema solaio

profilo L acciaio di ancoraggio per sostegno del sistema di facciata trave acciaio Hea 200 mm

401

28

doppio profilo d’ancoraggio per pannelli di policrabonato profilo doppia C metallico portante per oscuramento in lamiera stirata sistema di facciata doppia pannello di policarbonato 50 mm sistema di facciata doppia intercapedine d’aria sistema di facciata doppia pannello di policarbonato 50 mm profilo L acciaio di ancoraggio per sostegno del sistema di facciata

33

serramento scorrevole a libro di legno

34

oscuramento in lamiera stirata

35

pavimento di finitura in lengo

36

massetto

37

isolante 50 mm

38

trave di bordo di legno

31

isolante 50 mm

39

trave di bordo di legno

32

trave di bordo di legno

40

serramento scorrevole a libro di legno



Bibliografia


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405


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