DIGNITAS

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DIGNITAS

In memoria di Angelina Giobbi Schignano, 1893 - San Paolo del Brasile, 1989

“Collezionare

fotografie è collezionare il mondo. […] Questa è la superficie. Pensa adesso - o meglio, intuisciche cosa c’è di là da essa, che cosa deve essere la realtà se questo è il suo aspetto.”

Susan Sontag, On photography, 1973

Il sapiente restauro di un ritratto di famiglia restituisce il senso profondo di una figura che ha attraversato due guerre, molti eventi e quattro generazioni. È l’occasione per una riflessione legata alla ritrattistica femminile, attraverso immagini distanti per stagioni e contesti ma accomunate dalla straordinaria dignità dei soggetti rappresentati. Tutte ci dicono: siate voi stessi, qualunque cosa accada. Per chi scrive è anche il modo di rendere omaggio ad una figura che negli anni dell’adolescenza ha rappresentato un porto sicuro al riparo dalla ribalta familiare. A 35 anni dalla sua scomparsa, è un tributo forse tardivo ma dovuto.

Lorenzo Spallino UNA SPLENDIDA SIGNORA

DIGNITÀ

DI DONNA

Uno sguardo serio e sincero al mondo femminile, forte di una dignità innata che nulla può scalfire, è quello che caratterizza la mostra dello Studio Spallino dedicata alla fotografia. Spunto inziale per la rassegna, che coinvolge, assieme agli italiani, fotografi di varie parti del mondo, è stato il restauro di un dipinto dello spagnolo Pedro Antonio Martinez Exposito (1886 -1965), raffigurante la bisnonna di Lorenzo Spallino, Angelina Gelpi in Giobbi (1893-1989), allora quarantaseienne. L’opera, che apre l’esposizione, evidenzia la maestria dell’autore, ritrattista raffinato attivo prima in Spagna e poi in Brasile, che centra la sua figurazione sulla grande luce che illumina il volto, sullo sguardo limpido e sul sorriso a labbra chiuse che con il tocco deciso di rossetto dà ulteriore freschezza all’incarnato. Un ritratto ufficiale, certo, ma senza fronzoli, che gioca il fascino della bella donna tra il nero del vestito e i pizzi leggerissimi che impreziosiscono il décolleté, mentre gli sbuffi delle maniche danno sensualità a due mani affusolate, con le unghie smaltate di un rosso profondo. Dalla messa a fuoco di alcuni dettagli di quest’opera eseguita da Carlo Pozzoni prende vita l’intrigante mosaico che introduce la mostra e che evidenzia nella esplosione dei rossi del rubino dell’anello, delle labbra e delle unghie, oltre che nella profondità dell’occhio, gli elementi narrativi caratterizzanti il dipinto.

Da qui prende il via la carrellata di figure femminili ritratte fotograficamente nelle situazioni più diverse. E piace partire dall’immagine estrapolata da Gin Angri da una scheda segnaletica dell’Archivio dell’Ospedale psichiatrico San Martino di Como, in cui si sommano la perizia documentaria di Angri con lo scatto originale e non banale del fotografo che sembra assecondare la luce laterale per dare un’anima alla “donna cancellata” rappresentata e alla sua malinconica bellezza.

Il passo verso il volto di Serena inquadrata da Rachel Bujalski è breve. A distanza di decenni dalla figura precedente, si percepisce anche qui una situazione di disagio, un’indole inquieta e compromessa dalle esperienze della vita. Lo sguardo che sfugge l’obiettivo e l’atteggiamento chiuso del volto, assieme allo sfondo inespressivo, marcano lo spirito della giovane donna e ne leggono in filigrana l’imbarazzo.

Dura è anche la situazione in cui Carolina Rapezzi riprende la giovane Rashida, povera fra i poveri, all’interno di una delle discariche africane in cui confluisce il nostro consumismo, figura dignitosa con gli occhi umidi che non vedono il futuro in tanta desolazione.

Di altra ispirazione è l’immagine fermata da Mattia Vacca in una base militare della Lituania, dove due donne, reclute dell’esercito, mostrano di voler tutelare una loro dignità anche in una situazione che potrebbe preludere ad operazioni di guerra.

Infine una situazione di oggi. Nell’Ucraina di guerra e di occupazione, Diego Ibarra Sanchez fotografa, nella sua scuola bombardata, Daria, una delle tante donne che pur nello sconforto non si abbandonano alla disperazione, ma si dichiarano disposte a prendere le armi nella speranza di un futuro di libertà.

IMMAGINI

PEDRO ANTONIO MARTINEZ EXPOSITO

Angelina Giobbi

Nel 1939 Pedro Antonio Martinez Exposito ritrasse a San Paolo Angelina

Giobbi (Schignano 1893 – San Paolo 1989), trasferitasi in Brasile dall’Italia all’inizio degli anni ’20 con il marito, titolare di un’impresa di costruzioni della val d’Intelvi. Grazie a un rigoroso percorso di restauro, l’Accademia Aldo

Galli – restauratrice Lisa Trigila - ha portato a nuova vita questo ritratto, un tempo in Brasile e poi nella cappella di famiglia a Schignano.

Angelina Giobbi, 1939

olio su tela, 120 x 89 cm

@ Collezione Lorenzo Spallino

GIN ANGRI

Macchi Carolina

“Como, 31 ottobre 1916. Il sottoscritto certifica che sig.na Macchi Carolina, di anni 14, di Antonio e Anzani Rosa, è affetta da eccitamento in demenza precoce: è pericolosa a sé ed agli altri per cui è urgente il suo ricovero in manicomio”. Dall’Archivio ex Ospedale Psichiatrico San Martino di Como, foto Gin Angri, 2008.

Macchi Carolina, 1916

Luster Epson, 74 x 49 cm

@ Gin Angri

RACHEL BUJALSKI

Serena

Serena K. Fleites, 19 anni, ne aveva 14 quando un ragazzo di cui si era invaghita le chiese di fare un video nuda e di mandarglielo. Lo fece e il video finì su Pornhub. In una spirale discendente di tentativi di suicidio e droghe, Serena abbandonò la scuola e divenne una senzatetto. La storia di Serena è stata raccontata nel 2020 dal New York Times in “The Children of Pornhub”. L’inchiesta ha condotto Visa e Mastercard a rivedere gli accordi con Pornhub e questa ha a sua volta modificato le proprie politiche di caricamento e download dei video. Il lavoro del NYT ha permesso a Serena di ricevere offerte di alloggio e istruzione.

Serena K. Fleites, Bakersfield, California, 2020

Hahnemühle Photo Rag Paper, 91,5 x 61 cm

@ Collezione Lorenzo Spallino / Rachel Bujalsky

CARLO POZZONI

Frammenti di Angelina

Colpito dall’eleganza d’altri tempi del soggetto ritratto, Carlo Pozzoni ha messo a fuoco i segni identificativi del ritratto di Angelina Giobbi da una distanza ravvicinata, in modo che risaltasse ciò che all’occhio sfugge quando ci si concentra sul quadro d’insieme. Ne sono risultate più tessere di un unico mosaico, ciascuna con la sua unicità capace di veicolare la forza espressiva di un singolo dettaglio, ma allo stesso tempo dipendenti l’una dall’altra per trovare il loro posto e il loro senso nel quadro più ampio del ritratto che vanno a comporre.

Frammenti di Angelina, 2024

stampa digitale su Dibond, 150 x 150 cm

@ Carlo Pozzoni

CAROLINA RAPEZZI

Rashida

Rashida, originaria del Nord del Ghana, aspetta di vendere acqua ai lavoratori della discarica di Agbogbloshie, nell’area di combustione in cui elettrodomestici, apparecchi elettronici e cavi vengono bruciati per ricavare materie prime come rame e alluminio. Giovani donne come Rashida vendono principalmente bevande e sacchetti di acqua purificata, solitamente utilizzati per spegnere il fuoco e raffreddare il rame. Il pluripremiato progetto Burning Dreams si concentra su storie relative all’inquinamento, con un focus sullo smaltimento dei rifiuti elettronici. I lavoratori di queste aree, arrivati ad Accra in cerca di migliori opportunità lavorative, appartengono per lo più al nord del Ghana o a paesi vicini.

Rashida, Accra (Ghana), novembre 2018

HAH Photo Rag Baryta, 66 x 100 cm

© Collezione Lorenzo Spallino / Carolina Rapezzi

DIEGO IBARRA SANCHEZ

Hijacked Education in Ukraine

29 settembre 2022, Zhytomyr, Ucraina. Il ritratto di Daria Kechenovska, 16 anni, all’interno della sua scuola devastata dai bombardamenti russi, il Lyceum #25. La scuola è stata completamente distrutta la mattina del 4 marzo da un attacco missilistico. Daria ha studiato qui negli ultimi undici anni ed esprime la sua determinazione dicendo: “Voglio diventare un soldato per difendere il mio paese”.

Daria Kechenovska, Zhytomyr (Ucraina), 2022

Hahnemühle Photo Rag Paper 308, 60 x 90 cm

@ Collezione Lorenzo Spallino / Diego Ibarra Sanchez

MATTIA VACCA

Rukla

L’atteggiamento aggressivo della Russia nei confronti degli Stati baltici e l’attività militare all’interno della confinante enclave russa di Kaliningrad hanno spinto l’esercito lituano a riprendere la coscrizione militare. A partire dal settembre 2015 la Lituania ha ripreso a formare personale militare di età compresa tra 19 e 27 anni. La grande maggioranza di loro ha aderito volontariamente. Nella foto, due soldatesse sistemano la loro uniforme prima della prima parata ufficiale presso la base militare di Rukla.

Rukla (Lituania), 4 ottobre 2015 alluminio laminato, 70 x 100 cm

@ Mattia Vacca

AUTORI

PEDRO ANTONIO MARTINEZ EXPOSITO

Pedro Antonio Martínez Expósito (Almería, Spagna, 1886 - Rio de Janeiro, Brasile, 1965), meglio conosciuto come il “pittore Pedro Antonio”, è stato un pittore spagnolo particolarmente noto in Sud America per le opere di ritrattistica.

GIN ANGRI

Nato nel 1949, Gin Angri ha iniziato l’attività nel 1979 con la fotografia pubblicitaria, industriale, di architettura. Ha poi trascorso un decennio in Mozambico, prima come responsabile del Centro di Formazione Fotografica, e in seguito all’Istituto di Comunicazione Sociale di Maputo. Ha realizzato reportages nell’ex Jugoslavia, e in Somalia. Tra le sue pubblicazioni, Le Stagioni del San Martino (2008), e Donne cancellate (2018), lavoro di ricerca sul materiale dell’archivio dell’ex ospedale psichiatrico di Como.

RACHEL BUJALSKI

Rachel Bujalski (USA, 1987) è una fotografa documentarista di San Francisco, California, che studia lo stile di vita degli individui che vivono ai margini delle società e che con le loro variegate e molteplici caratteristiche costituiscono la cultura americana. I suoi lavori sono stati pubblicati su The New York Times, National Geographic, The Washington Post, The Wall Street Journal, ESPN, Vice, WIRED e CNN. Nel 2020 è stata nominata tra i 30 “New and Emerging Photographers to Watch” e selezionata tra i Top 50 artisti di Critical Mass.

CARLO POZZONI

Nato a Lecco nel 1952, Carlo Pozzoni inizia con l’editoria di viaggio fino a dedicarsi al fotogiornalismo. Nel 2004 una sua foto di cronaca viene pubblicata sul New York Times. Ha collaborato con l’Istituto Geografico De Agostini e diverse riviste italiane (Sipario, Bell’Italia, Weekend Viaggi, Dove, Ville Giardini, Interni, l’Espresso). Numerosi i volumi di fotografia pubblicati e le mostre organizzate, tra cui quella dedicata alle immagini di scena di Angelo Novi (2014). Nel 2023 ha pubblicato “Cattedrale di luce”, che raccoglie cento scatti inediti del Duomo di Como.

CAROLINA RAPEZZI

Fotografa italiana con base a Londra, Carolina Rapezzi (1986) si concentra su progetti a lungo termine riguardanti questioni umanitarie e ambientali in Europa e in Africa. Ha coperto la crisi dei rifugiati in Sicilia e a Calais, le proteste politiche a Londra, le storie di migrazione in Ghana. Tra il 2022 e il 2023 ha lavorato sul diritto all’istruzione per richiedenti asilo e rifugiati in Italia e nel Regno Unito. Numerosi i riconoscimenti internazionali. L’immagine di Rashida è stata finalista al Sony World Photography Awards 2020.

DIEGO IBARRA SANCHEZ

Co-fondatore di MeMo, Diego Ibarra Sanchez (Spagna, 1982) è un fotografo documentarista con base in Libano. Ha ricevuto il premio umanitario AECID Juan Bartolomé, il premio FINI dell’Università Messicana, il premio Aragón Journalism Association, due menzioni d’onore alla National Press Photographers Association (NPPA), il primo posto agli International Photographic Awards (IPA) e il premio spagnolo Human Right con MeMo. I suoi lavori sono esposti in tutto il mondo. Lavora per il The New York Times dal 2012. Nel 2024 è stato nominato Photographer of the Year, Asia, 2024 (POY).

MATTIA VACCA

Nato nel 1978, Mattia Vacca è fotogiornalista e fotografo documentarista. Ha lavorato a diversi progetti su questioni sociali e sulle conseguenze dei conflitti armati nel mondo. Ha ricevuto numerosi premi, tra cui Sony World Photography Awards, Royal Photographic Society Awards, Unesco Humanity Photo Awards, New York Photo Awards, Renaissance Prize, Paris Photography Prize, Humanistic Photojournalism Award. Le sue fotografie sono state esposte in gallerie e festival in tutto il mondo.

ACCADEMIA DI BELLE ARTI ALDO GALLI

L’Accademia di Belle Arti Aldo Galli di Como è una Accademia legalmente riconosciuta dal Ministero dell’Università e Ricerca (MUR) e fa parte del sistema AFAM. L’Accademia

Aldo Galli, dal 1969, prende il nome del suo primo omonimo direttore, l’artista Aldo Galli, emblematico rappresentante dell’astrattismo comasco.Ad oggi Accademia Aldo Galli mantiene la tradizione della scuola di restauro con due corsi quinquennali abilitanti alla professione di restauratore nei profili PFP1 e PFP2. Si aggiungono tre corsi triennali in Pittura e linguaggi visivi, fashion textile design e Product design, Bienni specialistici, Master e corsi di formazione continua. Dal 2010 l’Accademia Aldo Galli fa parte del network IED - Istituto Europeo di Design.

Como, 8/9 giugno 2024

Studio Legale Spallino

Via Volta 66, Como - Italia

Progetto grafico e impaginazione

Alice Fattorini - BonBonDesign

Stampa

Lazzati Industria Grafica

Tutti i diritti riservati.

Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, interamente o in parte, memorizzata o inserita in un sistema di ricerca delle informazioni o trasmessa in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo (elettronico o meccanico, in fotocopia o altro), senza il consenso scritto degli autori o della proprietà Spallino, a seconda della indicazione di appartenenza.

Finito di stampare: maggio 2024

Studio Legale Spallino - Como

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