Palazzo postale G.Samonà in Roma

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Il Palazzo Postale Quartiere Appio di Giuseppe SamonĂ _ 1933-1935

Inizio Lavori 10.Ott.1933 Fine Lavori 31.Ago.1935


1933 25 Febbraio 1933.XI Il ministero delle comunicazioni sotto il ministro Ciano indice il Bando di Concorso «per il progetto per un edificio ad uso dei servizi postali, telegrafici e telefonici, da costruirsi in Roma nel quartiere Appio. (Condorso A)»

Fine Agosto 1933.XI Consegna dei disegni in sala 1:50 dell’Arch. G.Samonà relativi alle piante e otto sezioni d e l l ’e d i f i c i o c o n allegata la tabella per il dimensionamento di massima delle strutture in cemento armato.

1934 10 Ottobre 1933.XI Inizio dei lavori sulla base delle piante, delle sezioni e della relazione di calcolo. La costruzione fu iniziata con Regio Decreto ministeriale , consegnando i lavori all’impresa Speroni Lu i g i d i R o m a i n licitazione privata.

1934 25 Ott 1934.XIISulla base del secondo stralcio di progetto esecutivo la «Sezione lavori» redige la perizia di spesa complessiva. L’importo era di lire 5.261.961. La spesa fu approvata con Regio Decreto.

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Riferimento Storico-Culturale

Dicembre 1934.XII Vincita del concorso d’appalto all’impresa Quojani ing. Emilio, di Roma, per il completamento di alcune parti del rustico, nonché gli intonaci, soffitti, p a v i m e n t i , tinteggiature, verniciature, finimenti vari e rivestimenti esterni in travertino.

Luglio 1934. XII La costruzione della struttura portante e delle pareti era ultimata

18 Luglio 1934. XII Accettazione da parte dell’Amministrazione dei disegni esecutivi dei prospetti che formavano il secondo stralcio dell’esecutivo. Constano di 5 tavole 1:50

Ago 1934 - Gen 1935 A causa della vertenza con l’impresa Speroni, la costruzione dell’edificio rimase interrotta per ben cinque mesi. Nel frattempo Samonà elabora alcune modifiche al progetto.

1935 26 Gen 1935.XIII Inizio dei lavori da par te dell’impresa Quojani ing. Emilio.

30 Gen 1935.XIII Inizio dei lavori da par te dell’impresa Maddalena Egidio di Milano per la fornitura e posa in opera dei rivestimenti in marmo diversi dal travertino: Pilastri del salone p u b b l i co, zo cco l o b a s a m e n t o, s c a l a esterna su viaTaranto.

23 Ago 1935.XIII Fine dei lavori da parte dell’impresa Quojani ing. Emilio. 31 Ago 1935.XIII Fine dei lavori da parte dell’impresa Maddalena Egidio.

Novembre 1935.XIII Inizio dei sopralluoghi di Samonà con l’ispettore superiore Raucher per delineare alcuni lavori di completamento funzionale.

Chiusura del cantiere.

Cronisto


[...] CRITERI ESTETICI - L’architettura degli alzati trae partito dallo speciale schema di certi ambienti che caratterizzano l’edificio. Così, si è tratto partito del salone sportelli al piano terreno per sfinestrare questo ampiamente, con un partito ritmico di pilastrate che lo accusino. La zona sovrastante adibita ad uffici è indicata dal muro più chiuso ritmato da finestre eguali. Lo scalone presenta sul prospetto la sua lunga finestra verticale, che s’oppone al ritmo più breve di tutti gli elementi della fronte. La sala degli apparati verso via Spezia si accusa con alte finestre in uno schema simmetrico, che nell’assieme esprime qualcosa del carattere industriale di questa zona dell’edificio. [...] Giuseppe Samonà Napoli, 27 Maggio 1933

1.0 INTRODUZIONE - Stralcio della relazione di Progetto

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Bando di Concorso Il Documento, redatto il 25 Febbraio 1933.XI dal Ministero delle Comunicazioni con Ministro Ciano, consta di 5 pagine e 16 articoli. Di seguito sono estrapolati alcuni articoli di particolare importanza

Nel documento della relazione del Ministero delle comunicazioni, Direzione Generale delle Poste e Telegrafi, approvato con decreto Ministeriale N.784770/1068 in data 25 Ottobre 1934, si esplicitano le ragioni di iniziare i lavori per una serie di opere pubbliche bandite per concorso. Di seguito si estrapola una parte significativa di tale relazione.

Roma, Archivio Ferrovie dello Stato, direzione generale, Servizio lavori e costruzioni (da ora in poi AMC) Documento planimetrico allegato al Bando di Concorso

Roma, AMC

«Per decentrare alla periferia i servizi postali telegrafici e telefonici è stata prevista a suo tempo la costruzione di 4 nuovi centri postali e telegrafici nei quartieri Appio, Aventino, Milvio e Nomentano. Come è noto le aree v e r r a n n o s c e l t e d ’a c c o r d o c o l competente Ufficio del Governatorato, e furono banditi quattro concorsi dei quali per il palazzo del Quartiere Appio riuscì vincitore il Prof.Arch.Giuseppe Samonà.»

Prima pagina del Bando

Cause della necessità del progetto

Come lo stesso Poretti afferma: L’idea di potenziare l’edilizia postale di Roma mediante la costruzione di quattro nuovi edifici decentrati era lanciata dal Ministro delle Comunicazioni Costanzo Ciano, che nel attribuiva la paternità allo stesso Mussolini. L’oppurtunità di una risoluzione così eclatante scaturiva dalla intersezione tra varie strategie rilanciate, all’inizio degli anni trenta, nel settore dell’edilizia: l’intensificazione della costruzione di edifici pubblici; l’accelerazione impressa al programma nazionale di potenziamento delle comunicazioni, imperniato sulla costruzione di nuove Stazioni ferroviarie e Palazzi postali; lo sviluppo di Roma capitale, la cui gestione era assunta dal Governo, direttamente o attraverso il Governatorato. La scelta della procedura del concorso di progettazione si inquadrava nel programma in atto volto a riassorbire all’interno della politica

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Riferimento Storico-Culturale

culturale del regime i fermenti per l’affermazione della architettura moderna in Italia. Il programma di sviluppo del sistema nazionale delle comunicazioni postali, telefoniche e telegrafiche era stato impostato nel 1925 con la istituzione del Ministero delle Comunicazioni e con la creazione della Azienda Autonoma delle Poste e dei telegrafi. Gli obiettivi ufficiali consistevano nella sottrazione dei servizi alle agenzie private, nel loro potenziamento, e soprattutto nella estensione capillare delle reti in tutto il territorio, anche in rapporto al programma di ruralizzazione che costituiva uno dei capisaldi del piano regolatore dell’economia italiana. In concreto, oltre a procedere gradualmente alla sostituzione della trazione animale con quella meccanica nei trasporti, il massimo impegno era dedicato alla costruzione di nuovi edifici, appositamente adibiti ai

servizi postali, in ogni capoluogo di provincia. A tale scopo il R.D.L. n.1209 del 1°luglio 1926 autorizzava l’Amministrazione ad assumenre impegni per cento milioni di lire in dieci anni. Il provlema della meccanizzazione, invece, sebbene sempre posto all’ordine del giorno, era in realtà trattao con riserve e cautele. La Commissione ministeriale inviata in Germania nel 1929 aveva riferito con entusiasmo sulla efficacia degli impianti elettromeccanici adottati per migliorare l’efficienza dei servizi postali. L’esperienza fu utilizzata per la realizzazione, nel 1930, dell’impianto sperimentale della Stazione di Milano. Ma successivamente l’opera di meccanizzazione fu limitata alla installazione di impianti di elettroposta negli edifici postali di Napoli e di Roma. Complessivamente il progresso tecnico era rallentato nei confronti degli altri paesi europei: nei bilanci e nei

programmi, sul tema ineludibile della modernizzazione era chiamata con enfasi l’unica innovazione tecnologica applicata in forma generalizzata: il tavolo antipolvere che migliorava l’igiene del lavoro. [...] Dopo il 1029 l’esigenza di attenuare gli effetti della crisi economica sulla industria delle costruzioni e di contenere la crescente disoccupazione imponeva di non diminuire il programma dei lavori pubblici varato dal Governo. In tale ambito, inoltre, si registrava uno spostamento della politica delle strade e della casa, prevalente negli anni venti, a quella degli edifici pubblici. S. Poretti, Progetti e costruzione dei palazzi delle poste a Roma 1933-1935, Edilstampa, Roma 1990. pp. 11-12


Grafico indicante i collegamenti tra i vari uffici e servizi (Fonte AMC)

cit:’’N.B. - I collegamenti qui indicati (linee tratteggiate) stanno a significare che gli uffucu tra loro collegati debbono avere rapporti reciproci di servizio. Le comunicazioni tra Uffici collegati possono essere sia nel senso verticale che in senso orizzontale.’’

Prescrizioni compositive

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Piante schematiche allegate al Bando di concorso

Art. 5. Il fabbricato dovrà risultare completamente isolato e le facciate, che non si trovano in fregio alle strade, dovranno distare dal confine dell’area assegnata almeno di otto metri, in maniera che si possa ricavare a tergo dell’eficio una strada privata che potrà servire eventualmente anche per accedere ai punti di carico. Art. 9. È stabilita la somma di lire cinquantamila per premiare i progetti giudicati più meritevoli. Al progetto che sarà stato classificato al primo posto della graduatoria verrà attribuito un premio di lire trentacinquemila. Art. 11. L’autore del progetto che riuscirà vincitore si impegnerà a compilare e consegnare, nel termine che gli verrà fissato, il progetto di esecuzione del fabbricato, secondo il progetto premiato e secondo le varianti che gli verranno prescritte dagli Uffici tecnici dell’Amministrazione delle Ferrovie dello Stato. Il nuovo progetto dovrà essere formato dai seguenti elaborati: - Piante quotate dei sotterranei e dei piani sovrastanti, nella scala 1:50 Disegni di tutte le facciate in scala 1:50 - I particolari e i calcoli di strutture di speciale importanza che verranno richiesti - Disegno del tipo delle fondazioni 1:100 - Perizia dettagliata, estesa anche alle fondazioni del fabbricato da progettarsi in base ai dati che gli verranno a suo tempo comunicati. Dalla perizia, che dovrà essere consegnata in doppio esemplare, dovranno risultare non solo le modalità di costruzione che si propongono per le fondazioni e l’ossatura dei fabbricati, ma anche, dettagliatamente, per ciascun locale o gruppo di locali, la natura dei materiali e delle opere di finimento con i relativi prezzi aggiornati alle quotazioni del mercato.

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Prescrizioni distributive

Dei disegni saranno consegnati due copie complete e una terza che si presti ad essere riprodotta. Il compenso, per la compilazione del detto progetto di esecuzione, resta compreso nel premio. Di esso premio verrò corrisposto, subito dopo giudicato il concorso, una prima quota di L. 15.000 e la rimanente quota di lire 20.000, dopo che il concorrente avrò consegnato il progetto esecutivo. Art. 12. Il ministro delle Comunicazioni si riserva ampia facoltà di non dare esecuzione al progetto premiato: in tal caso il vincitore sarà esonerato dall’obbligo dell’esecuzione degli elaborati di cui all’art. II, e gli verrà corrisposta oltre la quota di L. 15.000, da assegnarsi subito dopo giudicato il concorso, un ulteriore compenso di L. 10.000 in luogo della seconda quota di L. 20.000 prevista dall’art.II. Il concorso si intenderà così esaurito, ed il Ministero potrà disporre come meglio creda per la costruzione dell’edificio postale oggetto del presente bando, senza che da parte dei concorrenti possano essere sollevate eccezioni di sorta. Art. 13. Qando a seguito di analoga deliberazione, si debba provvedere alla costruzione dell’edificio, dando esecuzione al progetto vincitore, spetterà al progettista la direzione architettonica della costruzione. Per disciplinare i rapporti fra l’architetto e l’Amministrazione Ferroviaria, che resta incaricata della Dirigenza tecnica ed amministrativa del lavoro, verrà stipulata apposita convenzione con la quale verrà pure precisato il compenso relativo, compenso che ad ogni modo non dovrà superare la somma di liri quarantamila (40.000).


Elaborati grafici sviluppati per il bando di concorso Dai documenti si evidenzia come gli elaborati grafici redatti siano in continua evoluzione. Anche se le linee guida sono fondamentalmente sempre coerenti con la linea programmatica redatta nella relazione di progetto del 1933 da parte dello stesso Samonà, alcune soluzioni specifiche come la soluzione d’angolo tra Via Taranto e Pozzuoli sarà più volte modificata. Questo continuo mutamento sottile degli elaborati è confermato anche a cantiere quasi ultimato. Nel 1934 durante i 5 mesi di fermo dei lavori per la vertenza contro l’impresa Speroni si rielaborano alcune soluzioni progettuali e dopo la chiusura del cantiere, già nel Novembre del 1935, si pianificano alcuni interventi di completamento.

Tavole grafiche per il bando di concorso. 1934. Fonte AMC

Successive evoluzioni della facciata d’angolo

Elaborati di concorso

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da S. Poretti, Progetti e costruzione dei palazzi delle poste a Roma 1933-1935, Edilstampa, Roma 1990.

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Spaccato assonometrico

ANALISI caratteri tipologici e costruttivi

Terrazze

Tav. 20

Collegamenti verticali

Tav. 14

Prospetti

Tav. 15

Sistema rivestimento esterno

Tav. 18

Infissi interni ed esterni

Tav. 16-17

Solai

Tav. 13

Struttura portante

Tav. 12

Sistema illuminazione shed

Tav. 22-23

Intonaci interni ed esterni

Tav. 19

Fondazioni

Tav. 10-11

Impiantistica

Tav. 24

Organizzazione di cantiere

Tav. 21


Stralcio della relazione di progetto redatto da Samonà [...] CRITERI COSTRUTTIVI E MATERIALI - L’ingabbiatura dell’edificio sarà in cemento armato con murature di chiusura formate da pietrame a ricorso di mattoni col sistema romano. Le cornici e gli stipiti dei vani saranno in travertino. Lastre di paramento in travertino si prevedono per alcune zone dei prospetti; le altre si serviranno dello intonaco Terranova. All’interno, oltre ai materiali lapidei prevedibili in alcune zone, gli ambienti saranno colorati a tempera, con zoccolature e pavimenti in linoleum; gli infissi si prevedono in acciaio; accessori di lampade, ringhiere, ecc. in materiale anticorodal.

Giuseppe Samonà Napoli, 27 Maggio 1933

Introduzione

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Fondazioni

Archivio fotografico dell’ AMR

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caratteri tipologici e costruttivi : fondazioni


Fondazioni Dalla Relazione del Ministero delle Comunicazioni, Dipartimento di Roma, Sezione Lavori; in data 18 Luglio 1934.XII si accenna alla soluzione tecnica per le fondazioni: «[...] fondazione su platea generale reticolata, fondo su terreno di riporto convenientemente costipato con muratura mista di riempimento.[...]» Dall’analisi del lotto e dai sondaggi del terreno la profondità media in cui si trova l’acqua è di appena 24,5 metri. Nel preventivo di spesa e lavorazioni intitolato «173/D - Costruzione ampliamento e adattamento di edifici ad uso dei servizi postali e telegrafici» al punto 13 si scrive quanto segue: «[...] 13. Strato di asfalto naturale dello spessore di cm. 1 su muratura perimetrale per isolamento idrofugo.[...] Nella Perizia di Spesa, (foto della copertina), si elencano le lavorazioni per l’edificio postale. In particolare estrapoliamo quelle relative ai lavori di fondazione. «[...] II - Costruzione dell’edificio rustico -

Perizia di Spesa - 1933 (Fonte AMC)

Progetto esecutivo. pianta delle fondazioni. (Originale Scala 1:50). Agosto 1933

A) Opere in appalto a licitazione privata - Fondazione - (fino al piano dello scantinato) 1. Scavi di fondazione: a) a banco aperto b) a sezione obbligata fino a m.2 c) a sezione obbligata oltre i m. 2,00 d) scavo e riempimento con pietrame di pozzi fino a raggiungere il terreno buono di fondazione. 2. Calcestruzzo di fondazione formato di pietrisco calce e pozzolana per spianamento del suolo di fondazione. 3. Calcestruzzo di cemento per opere in c.a. in fondazione. 4. Ferro omogeneo in opera per le suddette opere di fondazione. [...] »

Planimetria d’intervento - 1933 (Fonte AMC)

Sondaggio Terreno - 1933 (Fonte AMC)

fondazioni : caratteri tipologici e costruttivi

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Struttura Portante Nella relazione di progetto dello stesso Samonà si dichiara subito che «L’ingabbiatura dell’edificio sarà in cemento armato con murature di chiusura formate da pietrame a ricorso di mattoni col sistema romano.» Dalla Relazione del Ministero delle Comunicazioni, Dipartimento di Roma, Sezione Lavori; in data 18 Luglio 1934.XII si accenna afferma che « La costruzione è eseguita con ossature in cemento armato insistente su platea generale di fondazione pure in cemento armato.

Nei capitolati di spesa si nota come alcuni elementi strutturali come gli architravi siano pensati in c.a. e non sempre con architravi di mattoni come si evince facilmente dalla foto sottostante. Nel preventivo di spesa e lavorazioni intitolato «173/D - Costruzione ampliamento e adattamento di edifici ad uso dei servizi postali e telegrafici» al punto 9-10 si scrive quanto segue: «Opere Murarie: 9) Muratura mista retta o curva con ricorsi orizzontali di spianamento. 10) Riempimento di pietrame a) dietro le murature - b) per vespai e simili.»

Foto d’archivio, 1934. Fonte AMC

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caratteri tipologici e costruttivi : struttura portante

Foto d’archivio, 1934. Fonte AMC


Solai N e l «Ve r b a l e d i c o n s e g n a d e l l ’e d i f i c i o all’Amministrazione delle RR. Poste e Telegrafi» si fa notare che: «[...] La costruzione è eseguita con ossatura di cemento armato insistente su platea generale di fondazione pure in cemento armato. I solai in genere sono costruiti con solette piene di comento armato e solai misti in volterranee e cemento armato. Il pavimento del piano scantinato è disteso su volticelle di mattoni impostate sulle travi di cemento armato della platea. Fra le dette volte e la soletta della platea stessa vi è un vespaio in pietrame di tufo dell’altezza di circa m.1,20 media. [...] » Nella sezione «Piano Scantinato» si fa riferimento al solaio: « [...] In questo piano sono ubicati i seguenti locali; 1° Archivi vaglia: A - B - C - D con (a) pavimenti in battuto di cemento; (b) pareti rivestite di intonaco civile tinteggiato; [...] Nel preventivo di spesa e lavorazioni intitolato «173/D - Costruzione ampliamento e adattamento di edifici ad uso deiservizi postali e telegrafici» al punto 7 e successivi si scrive quanto segue:

Verbale di consegna dell’edificio. 30 Aprile 1938.XVI. (Fonte AMC)

Tabella per le strutture in cemento armato. 1933.XI. (Fonte AMC)

(AMC)

«[...] 7. Solai a struttura mista in cemento armato e laterizi: a) della portata fino a m. 4,00 b) della portata da m. 4,00 a m. 5,00 c) della portata da m. 5,00 a m. 7,00 8. Soffitti formati con tavelle di cotto scanalate e forate per formazione di camera d’aria sotto terrazzo. [...]» Nella «tabella per le strutture in cemento armato» viene velocemente citato il tipo di solaio: « [...] I Solai si prevedono del tipo UNIC brevetto ingg. Magnani Rondoni e Castori. In linea di massima e a tutto vantaggio della stabilità per i solai si sono considerati gli interassi in luogo delle portate dedotte dalle luci libere fra le nervature. Le distanze fra gli appoggi si riferiscono a quelle del prontuario UNIC. Per le nervature incrociate l’interasse è il medio. [...]» (AMC)

(AMC)

solai: caratteri tipologici e costruttivi

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Collegamenti Verticali N e l «Ve r b a l e d i c o n s e g n a d e l l ’e d i f i c i o all’Amministrazione delle RR. Poste e Telegrafi» si fa notare che: «[...] Le scale principali A e B hanno i gradini di marmo bianco di Carrara, la ringhiera in tubolare e piatto anticorodal ; pareti e rampe rivestite d’intonaco semplice verniciate con vernice lavabile. Le scale C e C’ hanno i gradini e i sottogradini in marmo bianco di Carrara, le ringhiere in tubolare ferro, e pareti con intonaco semplice tinteggiate a colore. Scala G. Gradini e sottogradini in marmo di Carrara ; pavimento in Greis ceramico; pareti intonacate e verniciate con Arsonia ; ringhiera in tubolare ferro. Scala F. Gradini e sottogradini in marmo di carrara ; atrio pavimentato con lastre di travertino ; pareti tinteggiate e verniciate «Arsonio». Scala D. Costituita da una rampa, che attraversa la chiostrina e mette in comunicazione la scala C con il locale 5; ha i gradini in marmo, la ringhiera in ferro, ed una tettoia a vetri. [...]»

Fronte su via Pozzuoli, Particolare. 1989

Indicazione dei corpi scala

Fronte su via Taranto, Particolare. 1989

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caratteri tipologici e costruttivi: collegamenti verticali


Prospetti N e l «Ve r b a l e d i c o n s e g n a d e l l ’e d i f i c i o all’Amministrazione delle RR. Poste e Telegrafi» si fa notare che: «[....] I corpi di fabbrica prospicenti le vie Taranto e Pozzuoli (in parte su quest’ultima) hanno le facciate superiormente al 1° piano, rivestite di lastre di travertino romano. Per l’altezza del piano terreno vi è un ordine di grandi vetrate in ferro (vani di luce e portoni d’ingresso) allineate ai pilastri di cemento armato rivestiti di marmo nero del Belgio. I corpi di fabbrica prospicenti la via Pozzuoli (in parte) la via privata (pure in parte) e via La Spezia hanno le facciate rivestite con liste greificate tipo Klinker. I prospetti interni dei detti corpi di fabbrica, nella parte verso le vie La Spezia eTaranto sono anch’essi rivestiti con liste greificate tipo Klinker per l’altezza del primo e secondo piano; la rimanente parte dei prospetti interni ha l’intonaco civile con semplici tinteggiature. La zoccolatura dell’edificio è in travertino. [...]»

Prospetto su via Taranto. 1936

Dettaglio delle lastre in travertino romano su via Pozzuoli. 2012

Prospetto su via Pozzuoli.1989

Particolare d’angolo su via Pozzuoli. 2012

Dettaglio delle liste in Klinker su via Pozzuoli. 2012

prospetti: caratteri tipologici e costruttivi

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Infissi interni ed esterni N e l «Ve r b a l e d i c o n s e g n a d e l l ’e d i f i c i o all’Amministrazione delle RR. Poste e Telegrafi» si fa notare che: «[...] Tutte le finestre e infissi sono in ferro verniciato a fuoco. Gli infissi interni tranne qualche eccezione di cui si fa menzione nella citazione dei singoli vani, sono in legno compensato su intelaiatura cellulare con ferramente di chiusura e di applicazione in metallo bianco inossidabile. [...] 3)tutte le fineste sono in ferro e vetri con speciali dispositivi di manovra; [...] » Nel dettaglio sono indicate le tipologie di infisso nel Capitolo III delle «Opere compiute da valutarsi a misura»: «[...] 9. Vetrone per la finestra della scala in Via Pozzuoli, costituito da ferri di profilo speciale per ferramenta, muniti insieme di viti o da chiodi ... o mediante chiodatura elettrica in quattro campate divise in ventitre file da correnti orizzontali delle quali la sesta, ottava, undicesima e tredicesima dal basso con sportelli apribili a bilico muniti di opportuni congegni rigidi o snodati, escluse le catene o le funicelle, fornito di apparecchi automatici o meno, di arresto o di fermo degli sportelli in qualsiasi posizione. [...]»

Contratto per gli infissi in ferro. AMR

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Infissi Interni ed Esterni: caratteri tipo logici e costruttivi

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Stralcio del Capitolo III delle «Opere compiute da valutarsi a misura». AMR

caratteri tipologici e costruttivi : infissi interni esterni


Infissi interni ed esterni

Pagine del Contratto per gli infissi in ferro stipulato con la ditta Veronesi. AMR

infissi interni ed esterni: caratteri tipologici e costruttivi

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Sistema rivestimento esterno Nel documento redatto a Roma il 21 Feb. 1942 dal Servizio Lavori e Costruzioni si evidenzia nel dettaglio il sistema di aggancio delle lastre di travertino. Ad una attenta analisi del Palazzo postale ad oggi, si può notare oltre al consistente stato di abbandono e degrado del complesso, il sistema di ancoraggio tramite «grappe di ferro tondo zincate» dopo il distacco di alcune lastre di granito verde della scalinata di accesso verso Via Taranto. E’da ricordare che questi avvenimenti non erano un caso isolato al tempo, anzi, costituivano prassi comune nei lavori di ordinaria manutenzione dei fabbricati in quanto il sistema di aggancio delle lastre marmoree a un supporto ibrido quale quello della struttura intelaiata in c.a. e tamponamento in ricorsi di mattoni era ancora in fase sperimentale. Rispetto ad altri edifici coevi, il Palazzo Postale nel Quartiere Appio presenta un sistema di fissaggio più attento ai dettagli costruttivi perché le grappe sono sempre annegate nella malta cementizia applicata direttamente sul supporto tradizionale in mattoni e mai su quello in cemento armato. Nè dà prova il fatto che la struttura in c.a. è sempre inglobata dalla muratura nelle parti del prospetto in cui le lastre di travertino dovevano essere collocate, ed è a filo parete quando si prevedeva una semplice intonacatura o rivestimento in liste greificate tipo Klinker allettate su malta e stuccate. Degno di nota è il rivestimento in listelli di Klinker utilizzati principalmente per il rivestimento del fronte su Via La Spezia. Nelle tavole di sintesi vedranno in dettaglio.

Contratto con la Ditta Maddalena Egidio. Gennaio 1935. AMC

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caratteri tipologici e costruttivi : sistema rivestimento esterno

Dettaglio della grappa di ancoraggio. 2012


Intonaci Nella «Perizia di Spesa» del 25/10/1934, si delineano, al punto 20 e successivi, gli interventi per le opere di intonacatura: «20) Intonaco con malta di calce e cemento su pareti e soffitti in preparazione dello strato colorante. Strato colorante di rivestimento all’intonaco tipo «Sildore, cementite, murolite ecc. 30) Intonaco di cemento in parete. 31) Intonaco tipo terranova nei prospetti retro corte e sulla via interna et Spezia, compreso l’intonaco di preparazione e ponteggi.

Perizia di spesa. 1934. AMC

intonaci: caratteri tipologici e costruttivi

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Terrazze N e l «Ve r b a l e d i c o n s e g n a d e l l ’e d i f i c i o all’Amministrazione delle RR. Poste e Telegrafi» si fa notare che: «[...]TERRAZZE di copertura del fabbricato. hanno il pavimento in asfalto con l’aggiunta di tre strati di cartone feltro pesante tipo continental ed uno strato di isolante protettivo di mastice bituminoso misto a ghiaietto minuto (tipo fratelli Praga). In corrispondenza dei locali del piano sottostante sono disposti, su appositi sostegni in ferro, N°2 gruppi cassoni di N°26 il primo e di 14 il secondo, di eterni, della capacità di 500 litri ciascuno, per l’alimentazione dell’impianto idraulico di tutto l’edificio. La copertura del locale 4 (reparto arrivi e partenze) al piano terreno, è protetta da una stratificazione di asfalto con soprastante strato di mastice bituminoso misto a ghiaietto come per le terrazze anzidette. La parte relativa alla copertura costruita a dente di sega ha, inoltre una stratificazione di impermeabilizzante «Metablit» a vernice metallica. [...]»

Estratto del Verbale di Consegna (fonte AMC)

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caratteri tipologici e costruttivi: terrazze

Viste aeree del palazzo delle poste (fonte Microsoft BingMap 2012)


Mano d’opera di cantiere Nel Contratto stipulato con la Ditta Quojani Ing. Egidio si fa riferimento al tariffario dei prezzi per la mano d’opera e noleggi. Nel Capitolo 1 leggiamo: «1) Muratore; per ogni ora di effettivo lavoro: lire tre e centesimi trenta. 2) Scalpellino; per ogni ora di effettivo lavoro: lire quattro e centesimi trenta.

Nel libro di Riccardo Nelva e Bruno Signorelli intitolato «Avvento ed evoluzione del calcestruzzo armato in Italia: il sistema Hennebique» del 1990, si trovano alcune preziose informazioni sull’evoluzione del sistema di cantiere di questi anni: « La diffusione in larga scala elle applicazioni del conglomerato cementizio armato porta il livello di organizzazione dei cantieri ad una modifica dei ritmi e del tipo di lavoro richiesto; infatti proprio per la caratteristica di questa tecnica costruttiva vengono richieste notevoli quantità di conglomerato da impastare e di armatura di ferro da piegare. [...] Compaiono sul mercato, nei primi anni del Novecento, diversi tipi di apparecchiature tutte allo scopo di impastare conglomerato, regolarmente e intimamente mescolato, con basso costo, alto rendimento e praticità di impiego. Si pensa d’apprima a mescolare il conglomerato in analogia alle preparazioni delle malte mediante apparecchi ad agitatori (sistema Kunts) muniti di un tamburo aperto, che durante le operazioni di mescola rimane fisso mentre ruotano gli agitatori interni e per lo svuotamento può essere ruotato intorno al proprio asse. [...] Altre tipiche apparecchiature destinate a semplificare e velocizzare le opere di realizzazione delle strutture in c.c.a. sono gli strumenti per lavorare il ferro di armatura. Sono brevettati in questi anni diversi tipi di piegaferri per staffe, tronchesine, ecc. tutte ad azionamento manuale.»

3) Cementista, carpentiere, pontarolo; per ogni ora di effettivo lavoro: lire tre e centesimi sessanta. 4) Manovale, carriolante; per ogni ora di effettivo lavoro: lire due e centesimi dieci. 5) Garzone; per ogni ora di effettivo lavoro: lire una e centesimi trenta 6)Noleggio di autocarro della portata non inferiore a T. 3,5 compresa nel prezzo la mercede del conducente e consumo del carburante e dei lubrificanti; per ogni ora di effettivo lavoro: lire venti. 7) Noleggio del legname di qualsiasi qualità e dimensioni in travi, tavole, murali, ecc., per tutta la durata dei lavori, anche se impiegato a varie riprese, compresa la lavorazione, lo spreco, le perdite nonché il noleggio della ferramente occorrente per la costruzione di ponteggi, misurato a piè d’opera; al metro cubo: lire cinquanta L.50,00.»

Estratto del Contratto con la Ditta Quojani Ing. Egidio con le relative tariffe dei «materiali in provvista a piè d’opera». AMC

mano d’opera di cantiere

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Sistema illuminazione shed Sul sistema di illuminazione a Shed le fonti archivistiche non ci danno una descrizione dettagliata, solo a livello fotografico o di tavole di progetto si può ricavare il sistema strutturale caratterizzato da un telaio in c.a. e soletta di tamponamento debolmente armata,

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considerando anche le indicazioni sui materiali utilizzati (c.a. a solette piene) fanno parte delle spese computazionali relative al cemento armato del piano secondo.

caratteri tipologici e costruttivi: Shed


Sezioni

Sezione A - B . Ricostruzione sulla base delle fonti archivistiche. Agosto 1933. AMR

Sezione N - R . Originale del progetto esecutivo. Agosto 1933. AMR

shed: caratteri tipo logici e costruttivi

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Impiantistica N e l «Ve r b a l e d i c o n s e g n a d e l l ’e d i f i c i o all’Amministrazione delle RR. Poste e Telegrafi» si fa notare che: «[....] L’edificio è dotato dei seguenti impianti meccanici in per fetto ordine e regolare funzionamento ; a) Impianto di riscaldamento e termosifone a circolazione naturale. La circolazione è meccanica per i locali a riscaldamento intermittente. Il grande salone del pubblico a piano terreno è riscaldato col sistema indiretto ad aria calda mediante apparecchio aerotermo e gruppo elettroventilatore. La centrale consta di due caldaie in ferro del tipo Cornovaglia a tubi di fumo rispettivamente di metri quadrati 57 e 25. b) Impianto idraulico e sanitario con gli apparecchi sopra elencati. c) Ascensore tipo «Sabiem» adiacente alla scala B, per il servizio del piano terreno, 1° e 2° piano; d) Impianto per l’inoltro meccanico della corrispondenza delle buche di impostazione; e) impianto per lo smistamento della corrispondenza; f ) tavole aspira polvere; g) impianto gas con N°2 contatori; h) impianto elettrico di illuminazione e suonerie. [...]»

Tra i numerosi impianti dell’edificio, estrapoliamo, dalle fonti archivistiche, alcuni documenti dell’impianto Termico per il riscaldamento del Palazzo Postale.

Offerta tecnica per l’impianto termico. 1934. AMC

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Analisi impiantistica


SINTESI CRITICA confronto dei documenti e manualistica coeva

Spaccato prospettico, vista da via Taranto

Analisi Distributiva

Tav. 26

Analisi compositiva in facciata

Tav. 27

Analisi delle finiture

Tav. 28-29

Analisi ancoraggi del marmo

Tav. 30

Analisi rivestimento in klinker

Tav. 31

Analisi impiantistica

Tav. 32

Tavola sinottica dei dettagli

Tav. 33-36

Ricostruzione elaborati grafici

Tav. 37-40

Sezioni prospettiche

Tav. 41


Analisi distributiva Nelle tavole del bando di concorso redatte direttamente dal Ministero per i Lavori Pubblici del 1933 per la costruzione dei quattro edifici ad uso postale, si nota come le prescrizioni di carattere distributivo-funzionale siano astrattamente schematizzate. Una chiave di lettura precisa di tali schemi ci viene fornita dal libro di Giuseppe Vaccaro intitolato «Schemi distributivi di architettura» del 1933. In Particolare leggiamo: «Lo schema organico nasce sempre intorno ad elementi singolari. In una banca (p.es.) l’elemento tipico che primo si presenta al progettista è il salone degli sportelli. Esso è appunto uno di quegli elementi che riuniscono tutti i dianzi detti caratteri di preminenza: importanza pratica (baricentro della vita pubblica dell’azienda); singolarità formale (formalità ciclica); singolarità funzionale (carattere tentacolare e radiale verso gli uffici, verso il tesoro, verso l’atrio).»

Chiave di lettura « Nel caso dunque di edifici a funzione prevalentemente baricentrica (centripeta o centrifuga) sarà in generale il cerchio la figura iniziale per l’impianto dello schema; le altre figure risentiranno di poi automaticamente di questa genesi, sì che spontaneamente si disporranno in «segmenti circolari» in «segmenti di corona circolare, in settori» etc., intorno alla figura iniziale. Le aree relative delle figure saranno valutate a occhio secondo l’approssimativa proporzionalità relativa dei locali (le cui aree richieste potranno essere scritte su ogni figura corrispondente). La contiguità necessaria dei locali sarà indicata con la contiguità delle figure corrispondenti nel grafico (la lunghezza del contatto sarà grossolanamente proporzionale a quella richiesta; in casi di contatti tassativamente richiesti - quali sportelli per anche ecc. - le lunghezze di contatto potranno pure essere scritte in cifre sul diagramma).

Le comunicazioni fra i locali, saranno indicate con linee più sottili colleganti le figure corrispondenti. Gli incroci di queste linee nel grafico (se non corrispondenti a interferenze necessarie nelle comunicazioni dell’edificio) saranno indicati mediante un archetto semicircolare imposto al tracciato di una comunicazione all’incrocio col tracciato dell’altra indipendente, a mò del graficismo usato negli schemi dei circuiti elettrici. Il carattere verticale (scale, ascensori, ecc.), od orizzontale (corridoi, passaggi, etc.) di tali comunicazioni, potrà notarsi direttamente lungo la linea che li indica. I segmenti di perimetro di un locale necessariamente esposti all’esterno saranno segnalati mercè il raddoppio del tratto continuo grosso di perimetro della figura corrispondente; se l’indicazione dev’essere esatta, il raddoppio sarà accompagnato da una «quota» indicante la lunghezza del segmento di «esterno» richiesto.

Ogni figura corrispondente a un locale porterà un Numero d’ordine riferito ai numeri progressivi di una Leggenda nominativa dei locali posta a fianco di ogni schema. Le aree richieste per ogni elemento di fabbrica potranno essere scritte sulle figure corrispondenti del diagramma (con cifre fra parentesi per distinguerle dal numero d’ordine), oppure a lato dei nominativi della leggenda. I percorsi pedonali o carrai sarnno indicati mediante grosse frecce isolate, o addirittura con un tracciato continuo in tratto molto grosso.»

Estratto dal libro di Giuseppe Vaccaro, Schemi distributivi di architettura. 1933

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sintesi critica


Analisi compositiva della facciata R i g u a r d o l a composizione in facciata Poretti afferma: «[...] A rafforzare l’autonomia formale della facciata concorre il preciso tracciato geometrico che regola le proporzioni del partito fondamentale. Nel modulo compreso tra due pilastri e segnato superiormente dai corrispondenti giunti del rivestimento, si i n s c r i v o n o i n sovrapposizione quattro rettangoli uguali: i due inferiori coincidono con il sistema trabeato, comprendente i ritti, la cornice a duplice risega e la fila più bassa delle lastre di travertino; i due superiori delimitano ciascuno la porzione di parete corrispondente ad una finestra. Restano esclusi: superiormente, l’ultima fascia di lastre di travertino e la cornice stondata a raso; sotto, il basamento. Lo stesso rapporto tra i lati che determina il rettangolo base della geometria dell’insieme, assume e v i d e n z a d e l f ro n te murario. Secondo la tecnica raccomandata nei manuali scolastici d e l l ’e p o c a , l ’ u n i t à formale è affidata alla similitudine tra i rettangoli in cui sono inscritte le principali componenti del prospetto.» Schema geometrico proporzionamento in facciata

Schema geometrico proporzionamento in facciata

Sezione A-A

1. Pilastro in c.a. 2. Trave portante in c.a. 3. Architrave in c.a. 4. Solaio in c.a. 5.Muratura di tufo con ricorsi di mattoni «alla romana» . 6. Muratura di mattoni pieni. 7. Rivestimento di lastre di marmo Bianco di Carrara.8. Rivestimento di lastre di Travertino.8. Rivestimento di lastre di travertino 9.Pavimento di lastre di marmo Bianco di Carrara.10.Rivestimento di lastre di Gneiss di Salomaco.11.Soletta di vetrocemento.12. Pavimento del salone al pubblico in lastre di Gneiss di Salomaco13.Parapetto della scala con tubo di acciaio e fasce in anticorodal. 14.Infisso di acciaio con profilato ferrofinestra. 15.Muratura di mattoni pieni.

sintesi critica

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Analisi degli finiture

Vista da via Taranto

Vista da via Pozzuoli

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sintesi critica

Anticorodal «L’alluminio e le sue leghe vengono presentati in quegli anni come simbolo della modernità e l’uso generalizzato che se ne fa va dal serramento agli oggetti di design. L’impiego dei metalli bianchi, strettamente legato al nuovo linguaggio architettonico, diviene una costante delle architetture razionaliste. In Italia, grazie alle miniere di bauxite dell’Appennino centrale, la produzione dell’alluminio e delle sue leghe compensò la carenza di altri metalli. In breve tempo si diffusero l’Anticorodal, l’Aluman, il Cromalluminio ed altre leghe usate sia nell’edilizia che negli elementi di arredo. L’anticorodal è considerata la lega italiana per eccellenza. L’aluman con la caratteristica di buona resistenza alla corrosione atmosferica era impiegato sia per le coperture che per gli elementi di finitura esterna all’edificio. Soprattutto per le coperture esterne verranno usati: il Duralluminio, un metallo che presenta buone qualità di resistenza, leggerezza e inalterabilità. L’anticorodal si ottiene aggiungendo all’alluminio piccole quantità di Silicio e Magnesio che ne aumentano la resistenza meccanica e alla corrosione [la composizione media è la seguente: Mg= 0,60% Mn= 0,70%; Si= 2,00%; Al = resto. Il peso specifico dell’Anticorodal 2,73 Kg/cmq]. Appartiene alla categoria delle leghe da fonderia così denominata perché i pezzi sono ottenuti per colata in sabbia o in conchiglia. Le leghe possono avere una maggiore percentuale di silicio o di magnesio. L’anticorodal era prodotto dalla L.L.L. Lavorazione leghe Leggere di Milano. In edilizia questa lega si trova impiegata in elementi esterni all’edificio (pluviali, scossaline) e per finiture interne, serramenti, corrimani, maniglie. Nonostante la buona resistenza a corrosione, si ritiene necessario, specie se in presenza di umidità, adottare una serie di misure cautelative ed un sistema di protezione degli elementi. E’ da evitare il contatto con metalli di diverso potenziale elettrochimico con l’esclusione del ferro zincato a fuoco.» Vetro Opalino «Vetro colorato in pasta in tutto lo spessore che appartiene alla categoria dei vetri opacizzati nella massa. Durante la fusione, per ottenere lo strato opalino, si mescolano componenti opacizzanti o coloranti (fosfati, ossidi speciali) o si effettua la devetrificazione. La facciata esterna è levigata e lucidata, quella interna è rigata per facilitare la posa. Dal crogiuolo la miscela vetrificante viene colata nella macchina laminatrice. I nastri passano al forno di ricottura, le lastre vengono poi tagliate, spianate con acqua e sabbia, levigate o lustrate a specchio da molette con feltri e ossidi di ferro.»

Applicazione dell’intonaco Terranova 1. Applicazione dell’impasto sulla parete; 2. Fratazzatura della superficie; 3. Lamatura all’inizio della presa del materiale; 4. Spazzolatura con attrezzo di crine.

IntonacoTerranova «All’inizio degli anni ‘30 vengono prodotte in Italia diverse varietà di intonaco. Questi intonaci, resistenti, impermeabili, lavabili, di varia granulosità, che imitano la pietra naturale, presentano una estesa gamma di colori e sfumature vellutate, tutti caratterizzati da una buona resistenza agli agenti atmosferici, confezionati in sacchetti, erano già largamente usati all’esterno. L’intonaco Terranova proveniente dalla Germania, è preparato con speciali sostanze e colorato con pigmenti naturali; ha qualità di durezza e impermeabilità. Si può lavorare facilmente con getto a pressione. Si produce a grana fina media e grossa e presenta una estesa varietà di colori e sfumature diverse. Prodotto autarchico per eccellenza comprende varianti di colori misti ed elementi brillanti di quarzo, che conferiscono alla superficie un aspetto attraente.»

Pitture speciali: Arsonia « L’arsonia è una pittura mordente per esterni ed interni. Allo stato pastoso è solubile in acqua; una volta essicata diviente insolubile. Quindi è una pittura lavabile, e non solo con acqua, ma anche con soluzioni concentrate di soda, potassa, candeggina, soluzioni acide, alcool, benzina, petrolio, ecc. Per questa sua proprietà è particolarmente indicata per ospedali, scuole, ospizi, ecc. Aderisce bene e rapidamente a legno, marmo, metalli, tessuti, cartoni catramati, celotex e simili, ecc. Essica rapidamente e permette tosto l’applicazione di nuove mani di pittura. L’arsonia presenta una estesa serie di colori che, applicati, risultano brillanti e vellutati. La superficie appare opaca, di notevole luminescenza, e si manifesta dura e compatta. L’arsonia può applicarsi su intonaco fresco e anche su pareti umide laddove le ordinarie vernici a olio non potrebbero essere usate. Quando viene applicata su ferro si avrà cura di proteggere questo con una mano di minio di stucco o altro ingrediente perché l’acqua contenuta nell’impasto non dia luogo a momentanee ossidazioni che alterano il colore del prodotto. L’arsonia è un prodotto originale della «Arson Sisi», Industrie Riunite Vernici Smalti S.A., Milano.

Rif. bibliografico: Enrico A. Griffini, Dizionario dei nuovi materiali per l'edilizia.1934


Analisi degli finiture Linoleum «Il linoleum deve il suo nome all’olio di lino che ne è il componente principale il quale ha la proprietà di trasformarsi, quando sia ossidato mediante un lungo ed intimo contatto con l’aria in un corpo solido, elastico, tenace, resistente, avente analogie con la gomma elastica. Si mescola intimamente alla pasta della finissima polvere di sughero ed in seguito, dopo l’aggiunta della materia colorante voluta, calandrato ad alta pressione sopra un tessuto di juta che ne accresce la resistenza ed ha l’ufficio di sostegno. Al rovescio viene poi applicato uno strato di vernice di protezione. Il linoleum per le sue qualità è largamente usato nell’edilizia moderna. Resiste al logorio, è impermeabile e lavabile, non trasmette i rumori ed è cattivo conduttore del calore. Si trova normalmente in commercio in pezze arrotolate di circa m 25 di lunghezza e 2 m di altezza, di spessore variabile tra mm 1,8 a mm 6 e più. Gli spessori per i pavimenti vanno da 3 a 4 mm. Posa in opera. Il linoleum deve essere applicato su sottofondi solidi, bene spianato, perfettamente asciutto e protetto dalle infiltrazioni di umidità. I gessi idraulici ricotti ad altissima temperatura sono, in ordine di preferenza, un ottimo materiale per questo uso. Dovendo applicare il linoleum su impalcature in cemento armato, si può predisporre il piano di posa contemporaneamente alla gettata di calcestruzzo. La superficie di questo dovrà poi essere livellata e lisciata mediante appositi preparati. Quando non prevalgono criteri di assoluta economicità, è consigliabile, se si vuol raggiungere una maggiore afonicità, l’applicazione, fra il sottofondo e il linoleum di uno strato di cartone-feltro dello spessore di circa 1 mm, o di asfalto naturale compresso. Il linoleum si fissa al sottofondo mediante colle speciali: come le colle a base di catrame, colofonia e gomme speciali: mastici a base di lacca o capale; colle a base di caseina; colla da falegname.»

Sottofondi 1. linoleum sp. 4 mm + colla di fissaggio. 2. lama di asfalto sp. 1 cm 3. massetto di cemento sp. 3 cm 4. soletta in c.a.

Rivestimento in materiale lapideo I materiali lapidei impiegati nelle opere pubbliche italiane generalmente provenivano da regioni limitrofe all’area di realizzazione ad eccezione delle opere più rappresentative, in cui venivano impiegati materiali proveniente da regioni più lontane. Per gli interni venivano utilizzati soprattutto marmi ed allo stesso tempo rocce intrusive come graniti, dioriti, impiegate anche pietre calcaree locali come ad esempio i travertini. Ciò viene confermato dalle raccomandazioni di Gaetano Minnucci riguardanti le migliori pietre da adottare per gli esterni: «graniti, porfidi, alcuni gneiss poco scistosi, travertini, calcari semicristallini, fra cui la pietra Trani e il Botticino, marmi di Lasa, ecc.». [G.Minnucci, Gli elementi costruttivi dell’edilizia,Vol.I Seconda Ed., Roma, 1949, p.194] Lavorazioni Nella tecnica moderna di lavorazione delle pietre e dei marmi viene ad assumere grande importanza la segatura dei blocchi in lastre, tanto che le varie operazioni si possono riassumere nella lavorazione di lastre o di masselli. Parte della lavorazione avviene nelle segherie che constano di impianti fissi di grandi telai a lame multiple sotto i quali vengono spinti, disposti e fissati i blocchi da segare. Nel laboratorio poi vengono impiegati i martelli pneumatici per la lavorazione.[...] Le lucidatrici sono composte da un piatto che porta segmenti abrasivi a grana diversa secondo la finezza di lucidatura che si vuole ottenere[...]. Posa in opera In merito al distacco dei rivestimenti lapidei venivano adottate lastre di dimensioni superficiali notevoli, ma di spessore assai limitato «assicurate alla muratura mediante chiavelle e con malta di collegamento». Il sistema più elementare di ancoraggio si realizza con la staffa semplice e piatta, ma si possono altrimenti utilizzare zanche speciali per realizzare ad esempio dispositivi atti a sostenere contemporaneamente due lastre affiancate penetrando opportunamente nelle coste verticali, a cui segue la colata di malta. Altro tipo è la chiavella che investe due lastre sovrapposte[...].

Schema statico delle lastre lapidee Lo schema evidenzia quattro possibili comportamenti delle lastre in funzione del tipo di carico ricevuto. Nel caso A, puramente teorico, il carico P è perpendicolare al baricentro verticale della lastra, il sistema è in equilibrio. Teoricamente non servirebbero grappe o malta cementizia di allettamento. Caso B, il carico è eccentrico quindi il sistema non è in equilibrio. Introduzione di supporti meccanici. Caso C, come nel caso precedente il sistema non è in equilibrio, la risultante del carico è inclinato e genera una rotazione della lastra. Nella realtà si genera una commistione dei due casi B e C. Il Caso D è possibile ma molto raro in quanto sono poco rilevanti le spinte nella direzione P indicata.

P

P

P

P

eccentricità

rottura lastra

A

B

C

D

Ipotesi ricostruttiva pavimento in linoleum

sintesi critica

29


Analisi degli ancoraggi della facciata Nel mese di Febbraio del 1942 viene redatta una relazione (vedi estratto) sul distaccamento di alcune lastre di granito del rivestimento di un pilastro. L’analisi dettagliata ci fa capire i motivi del distaccamento e il sistema di ancoraggio di tali laste. La rielaborazione tridimensionale delle pareti perimetrali verticali fa capire come l’intelaiatura in c.a. sia inglobata nella muratura di tamponamento in laterizio. Questo sistema permette di evitare discontinuità materica e quindi fenomeni differenziati di dilatamento nonché eliminazione, anche se inconsapevole, dei ponti termici .

Grappa di ferro tondo zincato Lastra di travertino Malta di allettamento Struttura resistente

Dimensioni lastre Lastre in facciata: (BxHxP) = 79x110x4 cm Ipotesi passo delle grappe: Lastre dei pilastri (BxHxP) = 62x100x4 cm Ipotesi passo delle grappe: 15,5 cm

Importante notare come le lastre di travertino risultino fermate di costa solo sul lato superiore e semplicemente appoggiate nel lato inferiore sulla lastra sottostante. L’ipotesi del posizionamento delle grappe è una estrapolazione che parte dal dato reale sul rapporto del distacco di alcune lastre di marmo sulla pilastrata al piano terra. Per ipotesi, se su una lastra di 62 cm sono presenti due grappe, su quella da 73 ce ne saranno almeno 3; nella lastra di 194 cm che risulta essere 2,60 volte più grande la precedente si avranno almeno 8 grappe di ancoraggio.

Lastra 62 cm di costa: passo delle grappe: 15,5 cm; 2 grappe Lastra 73 cm di costa: passo delle grappe: 18 cm; 3 grappe Lastra 194 cm di costa: passo delle grappe: 21 cm; 8 grappe

Ipotesi ricostruttiva sulla posizione delle grappe di ancoraggio

30

sintesi critica

Relazione sul distaccamento di alcune lastre in marmo, 1942, AMC


Analisi del Rivestimento in ItalKlinker Dal testo di Marika Mangosio si legge: «Nel 1931 Giovanni Muzio riceve dalla Fondazione Bernocchi l'incarico di progettare la nuova sede per la Triennale nel parco Sempione di Milano. La peculiarità del tema progettuale e l'anelito ad una maggiore libertà compositiva spingono il progettista alla ricerca di un nuovo materiale da costruzione. Per il Palazzo dell'Arte Muzio sceglie il klinker, un mattone in materiale ceramico molto diffuso sia in Olanda che in Germania, ma ancora sconosciuto in Italia. Il klinker appartiene insieme al grès alla categoria dei prodotti ceramici silicatici a tessitura vetrificata del tipo comune ed è prodotto a partire da una miscela a base di argille caoliniche vetrificabili, rocce feldspatiche come fondenti e graniglia refrattaria (chamotte e quarzo) in dose elevata. Esso possiede un'elevata percentuale di fase vetrosa, che si sviluppa mediante cottura una volta raggiunto il punto di greificazione. Si verifica in tal modo il passaggio da una struttura porosa ad una struttura compatta, che dà origine ad un prodotto omogeneo, impermeabile, non gelivo, dotato di elevata resistenza meccanica e chimica. L'uso del klinker massiccio crea però qualche difficoltà nella posa in opera, a causa dell'eccessivo peso dei mattoni e degli spigoli taglienti. Poiché il costo è ancora elevato e quindi poco concorrenziale, dietro consiglio di Muzio la ditta del conte Piccinelli abbandona ben presto il mattone pieno strutturale, per produrre un tipo di klinker più leggero, detto litoceramica o pietra-ceramica. Essa è composta da argille caoliniche, da fondamenti che possono essere costituiti da silicati rocciosi e da rocce eruttive (porfidi o basalti) finemente macinate come materiale antiplastico. La nuova produzione viene orientata verso listelli.»

Visita di S.E. Capo del Governo al Palazzo dell’Arte Palazzo dell’Arte a Milano, Arch. G. Muzio. a Milano durante la costruzione del muro in litoceramica Pareti in litoceramica

1. Pilastro in c.a. 2. Trave portante di c.a. 3.Architrave di c.a. 4. Solaio di c.a. 5.Muratura di mattoni pieni. 6.Controsoffitto con orditura in legno. 7.Cornice di massello in Travertino di Tivoli. 8.Rivestimento e pavimento in lastre di Travertino. 9.Rivestimento di liste di «litoceramica». 10.Pavimento della sala pacchi di linoleum azzurro. 11.Pavimento del salone degli apparati telegrafici di doghe di rovere di Slavonia. 12.Infisso di acciaio con profilati normali e «Ferrofinestra». 13.Vetri opalini

Palazzo dell’Arte a Milano, Arch. G. Muzio.

Particolari case popolari a Vienna.

Villa costruita con Litoceramica

sintesi critica

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Analisi Impiantistica Nella Tavola 09 si elencano tutti i tipi di impianto presenti nell’edificio postale. Ora andremo ad analizzare nel dettaglio l’impianto termico di riscaldamento ambientale cercando di capire quale potesse essere il metodo di calcolo applicato dalla Ditta Caligaris a Piacenza vincitrice del concorso di appalto pubblico per la realizzazione del suddetto impianto. Dal Manuale dell’Architetto dell’ Ing. Daniele Donghi, pubblicato in prima stampa nel 1925, è esplicitato un metodo di calcolo per i coefficienti di dispersione termica di un edificio in funzione delle loro coefficiente di conduttività (l) espresso in Calorie/h e non, come intendiamo oggi, W/m² h °C. Se dovessimo fare una considerazione tecnica sul metodo di calcolo e di approccio al problema della dispersione termica potremmo notare diversi aspetti lasciati completamente fuori dalle previsioni analitiche. Solo per citare i più importanti notiamo come 1) I Ponti Termici non erano oggetto di studio 2) Non viene tenuto conto del contributo in termini energetici del soleggiamento in facciata in funzione dell’esposizione solare. Da ciò ne deriva un errato dimensionamento degli elementi radianti negli ambienti. Di contro viene tenuto presente che ogni differenza di temperatura produce un effetto di scambio termico tra interno ed esterno quindi questo concetto è utilizzato anche per il calcolo dei solai disperdenti oltre che per le pareti e gli infissi.

Applicando la stessa logica operativa del Manuale dell’Architetto di Donghi possiamo operare parallelamente seguendo un esempio del manuale per poi trasporlo nell’applicazione pratica su un locale dell’edificio Postale di Samonà. Una volta calcolato quanto l’edificio disperde nella sua totalità è possibile il dimensionamento delle caldaie e degli elementi radianti. 1° Caso A intonaco su ambe le facce e due finestre alte con vetrata semplice: Il coefficiente di trasmissione del muro sarà:

Ricapitolando possiamo estrapolare tutte le informazioni necessarie per una applicazione pratica. Riassumendo abbiamo: C = Coefficiente di trasmissione [Cal/h per mq] S = Superficie della Parete [mq] Sv = Superficie Vetrata [mq] Sm = Superficie Muratura [mq]

Qm + Qv = Superficie disperdente muratura+vetro [Cal] C=

1 1/8 + 1/10 + 0.01/0.7 + 0.4/0.4 + 0.01/0.7

= 0,798 Calorie

Dt = Differenza di temperatura tra interno ed esterno [°C] Per estrapolazione si ricavano le seguenti formule:

per mq e per ora, in cui 8, 10, 0.7, 0.4 sono i coefficienti di conduttività dell’aria esterna e interna, dell’intonaco e della muratura di mattoni. Si ritiene 5 il coefficiente di trasmissione della vetrata semplice con telaio in legno. Siano S la superficie della parete, Sv quella della vetrata, Sm quella della porzione di muratura, Qm e Qv le calorie trasmesse dalla muratura e dalle vetrate: sarà S = mq 12; Sv = 2 x 1 x 1.8 = mq 3.60; Sm = 12 - 3.60 = mq 8.40, ed essendo 15° + (-5°) = 20°, sarà Qm = 0.798 x 8.40 x 20 = 134.06; Qv = 5 x 3.60 x 20 = 360; Qm + Qv = 494.06 totale delle calorie trasmesse dalla parete.

Qm = Cm x mq x Dt

Caso studio: A Parete disperdente: (bxh) 4x3m

2° Caso A’ Rivestimento interno di marmo e due finestre alte con vetrata semplice: Essendo 2.50 il coefficiente di conduttività del marmo, quello del muro sarà:

C=

Esterno (+5°C)

32

sintesi critica

Interno (+15°C)

1 1/8 + 1/10 + 0.01/0.7 + 0.4/0.4 + 0.02/2.50

Qv = Ci x mq x Dt

Sala Segreteria 1°Piano Parete disperdente: (bxh) 14,1x3,85m

Applicazione: Considerando i dati sin ora utilizzati, si applica il metodo alla Sala Segreteria al Primo Piano del Palazzo Postale del Quartiere Appio.

= 0,80 Calorie

C=

1 1/8 + 1/10 + 0.01/0.7 + 0.4/0.4 + 0.02/2.50

= 0,80 Calorie

e quindi:

e quindi:

Qv = 5 x mq 3.60 x 20 = 360; Qm+Qv = 134.4 + 360 = 494.4 totale delle calorie trasmesse dalla parete.

Qv = 5 x mq 2(1.6x1.8) x 20 = 576; Qm = 0.80 x 48.52 x 20 = 776.32. Qm+Qv = 1.352,32 Calorie totali dalla parete.


Tavola sinottica dei dettagli

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Livello fondazioni

Seminterrato

Piano terra

Primo Piano

Secondo piano e copertura

D03

D04

Facciata d’angolo

Fondazione

D01-02

D07 Solaio interpiano

Collegamento verticale

D06

D05

D08

Rivestimento in travertino

Rivestimento in litoceramica

Solaio di copertura


D01

D02

D03

1. Pilastro in c.a. 5.Muratura di tufo con ricorsi di mattoni ÂŤalla romanaÂť . 6. Muratura di mattoni pieni. 7. Rivestimento di lastre di marmo Bianco di Carrara.8. Rivestimento di lastre diTravertino.9.Pavimento di lastre di marmo Bianco di Carrara.10.Rivestimento di lastre di Gneiss di Salomaco.11.S oletta di vetrocemento.13.Parapetto della scala con tubo di acciaio e fasce in anticorodal. 14.Infisso di acciaio con profilato ferrofinestra. 15.Muratura di mattoni pieni.

Rivestimento in Travertino

D05

D08

Rivestimento in Travertino

D04

34

sintesi critica

D06

D07


Ipotesi di restituzione costruttiva

D07

D08 Cornice di massello in Travertino Malta cementizia di allettamento Tondo d’acciaio Tavella laterizia forata Muratura «alla romana» Lastre di Travertino Architrave in c.a. Rivestimento in Klinker

L’ipotesi ricostruttiva è stata ricavata dallo studio della manualistica coeva e dai documenti originali. Il solaio tipo «Perret» viene indicato da Samonà nelle sue «Tabelle» di dimensionamento strutturale. Nello specifico un solaio di questo tipo consiste in un sistema in laterizio costituito da file di tavelle laterizie forate - dimensioni da 3 a 5 cm, larghezza 25 cm, lunghezza 40 accostate fra loro previo inserimento e stuccatura a malta cementizia di tondo d'acciaio entro apposita semiscalanatura su ciascun bordo laterale e poggianti ogni 2,50 m. al più.

Infisso in Anticorodal

Solaio di copertura. Ipotesi restitutiva

Malta cementizia di allettamento Soletta piena in c.a. Trave di bordo in c.a. Muratura «alla romana» Lastre di Travertino Architrave in c.a. Rivestimento in Klinker Infisso in Anticorodal

Dall’analisi attenta dei documenti fotografici in fase di realizzazione dei solai interpiano si è potuta ipotizzare con certezza una minima parte della disposizione d’armatura all’interno delle travi portanti. Come consueto, nei prospetti dove è stato previsto il rivestimento in lastre di travertino, la struttura portante è contenuta nella muratura «alla romana» così da poter evitare dilatazioni differenziate dell’intelaiatura in c.a. che avrebbe portato al distacco delle lastre di rivestimento. Il prospetto verso via La Spezia è trattato con liste di litoceramica direttamente disposte su malta a base cementizia. In questo caso non era necessario separare la struttura dal filo esterno di facciata.

Solaio interpiano. Ipotesi restitutiva

sintesi critica

35


Ipotesi di restituzione costruttiva Nell’ipotesi ricostruttiva si è tenuto conto delle descrizioni dei documenti originali in cui viene esplicitato, anche se non direttamente e a con piccoli riferimenti in diversi documenti, la soluzione progettuale per il livello di fondazione. Quello che sorprende è la grande accuratezza e le dimensioni in sezione per un totale approssimato di 2.30 metri. Un edificio contemporaneo avrebbe avuto una sezione molto minore. Bisogna comunque precisare che nei suoi 77 anni di vita non ha mai presentato cedimenti strutturali forse grazie a tanta perizia costruttiva per di più su un terreno di non facile gestione. L’umidità proveniente dal terreno è stata scongiurata grazie a uno strato importante di malta mista a pezzame di tufo per una altezza media di 1,20 metri. Il tufo essendo un materiale molto poroso permette la microcircolazione dell’aria evitando il dannoso ristagno di umidità. La pavimentazione in battuto di cemento grava su una struttura in voltine di mattoni in cotto.

D04

Stralcio da: C.Formenti, La pratica del costruire, Hoepli, Milano 1893. Costruzione dell’arco policentrico

Tracciare la luce AB e la freccia OE (fig. 6); tracciare una circonferenza di raggio OA; prolungare OE intersecando la circonferenza in D; unire i punti A e B con E; tracciare la circonferenza di centro E e raggio ED che intersecherà le rette AE e BE nei punti k1 e k2; tracciare una retta ortogonale al segmento Ak1 passante per il punto medio m1; tracciare una retta ortogonale al segmento Bk2 passante per il punto medio m2; le due rette tracciate si incontreranno in C3 ed intersecheranno AB nei punti C1 e C2; C1, C2, C3 rappresentano i tre centri di altrettante porzioni di cerchio che conformeranno l’arco; facendo centro in C1 si traccia la circonferenza di raggio C1A fino al punto F; allo stesso modo, facendo centro in C2 si traccia la circonferenza di raggio C2B fino al punto G; facendo centro in C3 si traccia la circonferenza di raggio C3E dal punto F al punto G.

Le ipotesi restitutive sono state elaborate secondo il confronto con la manualistica storica. Stralcio schema di fondazione

Pavimento in battuto di cemento Rinfianco in cemento e pezzame di pietra Voltine di mattoni disposti di coltello Masso di pietra concia Letto di sabbia

Riempimento in malta e pezzame di tufo Soletta di sottofondazione in c.a. Sezione A-A' - ipotesi restitutiva A

36 a

sintesi critica

Costruzione geometrica arco a sesto ribassato


Ipotesi di restituzione costruttiva

D04

Pavimento in battuto di cemento

Pavimento in battuto di cemento

Trave a doppia T

Trave a doppia T

Riemp. in cemento e pezzame

Riemp. in cemento e pezzame

Mattoni pieni disposti in foglio

Mattoni pieni disposti di coltello

Pavimento in battuto di cemento Voltine di mattoni disposti in foglio Trave a doppia T Trave rovescia di fondazione in c.a. Riemp. in malta e pezzame di tufo

Soletta di sottofondazione in c.a. Ipotesi restitutiva B

Pavimento in battuto di cemento Voltine di mattoni disposti di coltello Trave a doppia T Trave rovescia di fondazione in c.a. Riemp. in malta e pezzame di tufo

Soletta di sottofondazione in c.a. Ipotesi restitutiva C

36 b

sintesi critica



Restituzione piano primo

38

sintesi critica


Restituzione sezione longitudinale

Sezione G-H

Interno della sala del pubblico al piano terra

Sala del pubblico

Vista interna sulla soluzione d’angolo

Dettaglio delle scale interne

sintesi critica

39


Restituzione sezione longitudinale

Sezione I-L

40

sintesi critica


Restituzione sezioni prospettiche

Sezione G-H

Sezione A-B

Sezione I-L

Sezione O-P

sintesi critica

41


Bibliografia

Sul palazzo delle Poste G. Vaccaro, Schemi distributivi di architettura, Giuseppe Maylender Editore, Bologna 1933. G.Samonà, Giuseppe Samonà 1923-1975 : cinquant'anni di architetture, Officina, Roma 1975. S. Poretti, Progetti e costruzione dei palazzi delle poste a Roma 1933-1935, Hoepli, Milano 1990. S. Poretti, Modernismi italiani, Gangemi, Roma 2008. Letteratura tecnica C.Formenti, La pratica del fabbricare, Hoepli, Milano 1893. G.Musso - G.Copperi, Particolari di costruzioni murali e finimenti di fabbricati, Paravia, Torino 1912. D.Donghi, Manuale dell'architetto, Utet, Torino 1923. G. Minnucci, intonaci e rivestimenti, in “Architettura e arti decorative”,fasc. 2, 1930, pp.90-96. E.A. Griffini, Dizionario dei nuovi materiali per l'edilizia, Hoepli, Milano 1934. R. Nelva e B. Signorelli, Avvento ed evoluzione del calcestruzzo armato in Italia: il sistema Hennebique, Edizioni di scienza e tecnica, Milano 1990. V. Bernardini, F. Dal Falco, Architetture Moderne: tecniche, materiali, criteri progettuali, in “AUTecnologie”, 8-9, 1992, pp. 105-134. D. Sorana, L'evoluzione dei solai misti, “Recuperare l'Edilizia”, 2003. Documenti in rete http://amshistorica.cib.unibo.itwww.aising.it/docs/atticonvegno/p597-600.pdf http://www.casadellarchitettura.eu/ http://periodici.librari.beniculturali.it/PeriodicoScheda.aspx?id_testata=21 Fonti archivistiche Archivio Centrale delle Ferrovie dello Stato,servizio lavori e costruzioni, (AMR).

23.Feb.2012


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