Kleos 18 ottobre 2014web

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Ma ci pari...chi cci pozzu iri sempri appressu? di Antonino Bencivinni

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l senatore Antonio D'Alì è clamorosamente rientrato dopo meno di un anno nell'alveo di Forza Italia dove militava dal 1994 e da dove era uscito nel 2013 aderendo al Nuovo Centro Destra di Alfano. Fatti del senatore e di chi nel passato gli ha dato il voto. Ma sono anche fatti dei partannesi e dei cittadini del territorio perché D'Alì, piaccia o non piaccia, è stato punto di

riferimento per cose concrete da fare per il Belice, non ultimi i recenti finanziamenti di cui tanto si è riempito la bocca il sindaco di Partanna, Nicola Catania che, grazie alla disponibilità e all'apertura del sen. D'Alì e di altri parlamentari del Centrodestra, ha potuto, da coordinatore dei sindaci del Belice, far sentire la voce del territorio in alte sfere. Da qui l'inevitabile vicinanza-amici-

zia politica di Catania nei confronti di D'Alì che, stando nell'Ncd, poteva non dispiacere a Catania e ad altri sindaci della zona. Ora però il ritorno nella cellula madre ha messo in difficoltà il sindaco di Partanna che probabilmente potrebbe decidere di abbandonare il senatore ai suoi destini politici da non mescolare con i suoi.

Toponomastica Piazza Rocco Chinnici (il sistema delle terrazze)

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l paese d’origine non può morire nella nostra memoria, come nei ricordi di coloro che vi hanno vissuto i momenti più esaltanti della loro vita, indelebile nei pensieri se se ne apprezzano la grazia e la delicata armonia, ma anche nelle eccelse lodi di cui sono pregne le liriche vernacolari o nelle ricercate descrizioni degli angoli più reconditi, delle curate volumetrie, ma soprattutto degli ambiti che il tempo, inesorabile, non è riuscito a scalfire. Allo scrittore Franco Caracci dei primi del secolo scorso tornano struggenti le trepidanti vie delle lontananze nel ricordo di un paesetto in collina che a primavera si culla tra batuffoli biancorosa di fiori di mandorlo, con le sue case linde che sanno di gelsomino e spigonardo o all’ombra dei cortiletti dal fogliame fitto di pergolati bassi. Vede passare anche i contadini per le vie quasi mulattiere, bruciati dal sole, con addosso fasci di legna e cesti di verdure; portano pure l’odore della terra smossa, mentre piano piano, laggiù sul mare selinuntino, il sole degrada al tramonto, divenendo un grande disco di fuoco. Altri tempi! Un paese ignoto, senza ombra di dubbio, alle giovani generazioni. A due passi dalla vecchia “stazione delle corriere”, da qualche anno scomparsa, in pieno centro storico, svetta maestosa, seppur un po’ discosta, una piazza che un tempo doveva rifulgere in tutta la sua bellezza, secondo l’originario proget-

to e l’ideazione architettonica. E’ intestata al “pretore” Rocco Chinnici tanto caro alla popolazione di Partanna dove ha lasciato un segno rimarchevole del suo passaggio di uomo semplice ed esemplare. Muore a Palermo la mattina del 29 luglio 1983 vittima della criminalità mafiosa, in un barbaro attentato in via Pipitone Federico, insieme ai due agenti della scorta e al portiere dello stabile in cui abitava. La piazza si raggiunge attraversando tutta la via Cavour, incastonata sonnacchiosa e un po’ celata prima di arrivare al vicolo Battaglia. Originariamente ideata come costruzione di vari piani rialzati, un sistema di piccole terrazze intercomunicanti con ampie scalinate che consentono l’accesso ai vari anditi, ognuno dei quali arricchito da essenziali panchine marmoree, un tempo di indubbio gusto estetico e grazia stilistica. Le pareti più a nord presentano progetti di fontanili e vasche, intervallati da luci incassate nelle parti mediane e ricercati rivestimenti in travertino che degradano fra flessuosi porticati. L’ambiente è ingentilito dalla generosa presenza di arbusti ornamentali che s’intonano con la struttura in modo armonico ed equilibrato: dalle appariscenti jacaranda della famiglia delle Bignoniaceae con infiorescenze dal blu al viola porpora, agli esili lecci delle Fagaceae, le longeve querce sempreverdi e poi i pioppi tremuli, ficus e immancabili alberi di ulivo. Oggi la piazza, purtroppo, versa in uno

Il prossimo numero sarà in edicola il 15 novembre 2014 Copertina del mese scorso

Periodico di informazione

Iscrizione al Registro dei Giornali periodici del Tribunale di Marsala n. 168 del 31/12/2007 DIRETTORE RESPONSABILE Antonino Bencivinni Stampa Grafiche Napoli Campobello di Mazara Tel. 0924 912366

EDIZIONI LUX MULTIMEDIA Via Mazzini n. 7 - PARTANNA tel. 0924 924360 www.giornalekleos.it e-mail info@giornalekleos.it

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stato di degrado abnorme, costellata da stagnante sporcizia, assurgendo a tratti a deposito di immondizia. Le pareti hanno tutte le luci divelte e deturpate da atti vandalici e mostrano sgraziati graffiti di vecchia realizzazione, con messaggi che riportano ai melensi titoli dei libri di Moccia, intervallati da smisurati cuori infranti e giuramenti di eterni amori. Dulcis in fundo, nella piazza sono allocati parti di attrezzi agricoli, stazionano vetture di privati cittadini e carcasse di vecchi elettrodomestici ad uso e consumo di qualche artigiano locale. L’amore per la propria terra è un concetto universale che travalica gli angusti confini del nostro vissuto. Cesare Pavese, il grande scrittore delle Langhe, affermava che un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa che ci accomuna, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. Ma la storia segreta dell’infanzia di tutti è fatta soprattutto dei sussulti e degli strappi che ci hanno sradicato dal reale. Ed è per questo che uno si stanca e cerca di mettere radici, di farsi terra e paese, perché il suo operato valga e duri qualcosa di più che un comune giro di stagione, rispettando e custodendo in ogni frangente il proprio ambiente, per perpetuarlo civilmente nel tempo e consegnarlo integro alle generazioni che verranno. Antonino Pellicane

Sommario del n. 9 TOPONOMASTICA - Piazza Rocco Chinnici (Il sistema delle terrazze)

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CASTELVETRANO - Ospedale visitato ripetutamente dai ladri

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CASTELVETRANO - 10 Ottobre 2014 – In memoria di Rosario Di Bella

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ECONOMIA - C'era una volta...il finanziamento fiduciario

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STORIA LOCALE - La biblioteca comunale di Partanna un’istituzione di 140 anni

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TASSE LOCALI - Tia, Tarsu,Tares, Imu, tasi, tari, trise e per ultima la Iuc. Evviva!

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STORIA LOCALE - Partanna, Piazza Benvenuto Graffeo

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CATTOLICA ERACLEA - il Gemellaggio Italo-Francese

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GIOCHI E PASSATEMPI

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Castelvetrano

Don Undari parroco della Chiesa Madre Ospedale visitato ripetutamente dai ladri

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’Unità pastorale Chiesa Madre- San Giovanni Battista di Castelvetrano ha un nuovo parroco: don Giuseppe Undari che ha lasciato l’incarico di Vicario generale della Diocesi di Mazara del Vallo, per tornare nella sua città. Alla messa di ingresso del nuovo arciprete hanno preso parte Il Sindaco di Castelvetrano Felice Errante, il Presidente del Consiglio Comunale, Vincenzo Cafiso, ed alcuni componenti della Giunta Municipale e del Consiglio Comunale. La messa, che è stata officiata da mons. Domenico Mogavero, si è celebrata in Chiesa Madre. “Sono tornato con piacere a frequentare la nostra splen-

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dida Chiesa Madre proprio per manifestare la gioia per il prestigioso incarico assegnato al nostro concittadino don Giuseppe – ha detto il Sindaco – Padre Undari, che già in passato era stato per molti anni parroco della Chiesa di San Giovanni, ha dimostrato di avere a cuore le esigenze dei fedeli ed ha saputo portare avanti molte iniziative, una per tutti l’impegno per il riavvio dei lavori presso la chiesa di San Domenico. Nell’auspicare una proficua collaborazione con la Civica Amministrazione, rinnoviamo le nostre congratulazioni per il prestigioso incarico, ed un mio personale in bocca al lupo”.

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ella notte tra il 7 ottobre e l'8, ignoti si sono introdotti nel reparto di Oncologia che si trova al quinto piano dell’ospedale “Vittorio Emanuele II” di Castelvetrano rubando diversi computer. Nella notte tra lunedì 6 e martedì 7 ottobre sempre i soliti ignoti si sono introdotti nello stesso reparto asportando alcuni televisori. Tra sabato (4 ottobre) e domenica notte ancora ignoti hanno rubato alcuni computer negli uffici amministrativi dell’ospedale ed altri computer nella sede della Fisiatria della medicina di base. Praticamente c’è stato un furto pressoché ogni notte, con una temerarietà che non bada alla presenza notturna di centinaia di persone tra degenti e personale

dell’Ospedale, né alla inevitabile maggiore attenzione delle forze dell’ordine soprattutto dopo i primi furti. Nei mesi scorsi oggetto dell’attenzione dei ladri era stata la farmacia da cui erano stati prelevati medicinali molto costosi. Non c’è bisogno di essere scienziati per capire che il sistema di sicurezza dell’ospedale fa acqua da tutte le parti e che occorra almeno dotarlo di un sistema di allarme e di videocamere di sorveglianza da porre in ognuna delle numerose uscite della struttura ospedaliera stessa nella quale è stato ampiamente dimostrato che non è difficile introdursi. In caso contrario il passo successivo potrebbe essere non solo la “visita” ad altri reparti, ma anche quello della messa a rischio della stessa sicurezza dei degenti.

Servizio sperimentale "Pedibus"

’iniziativa sperimentale "Pedibus", seguita dal vicesindaco Marco Campagna, nasce nell’ambito delle politiche di mobilità sostenibile programmate dalla Civica Amministrazione. Il pedibus è una forma di trasporto scolastico per gli alunni delle elementari che vengono accompagnati a piedi a scuola da adulti con le stesse modalità (percorsi, fermate) dello scuolabus. In pratica, i bambini, anziché prendere l’autobus o lo scuolabus, alla fermata si aggregano ad una comitiva guidata da alcuni addetti giungendo fino a scuola, e compiendo il percorso inverso ritornando a casa. La programmazione e la sperimentazione del Pedibus prevede un’attenta e condivisa fase preparatoria tra tutti i soggetti coinvolti; l’Amministrazione quindi invierà ai dirigenti scolastici, per favorirne la diffusione tra le famiglie, un questionario per conoscere le abitudini di spostamento degli alunni nel percorso casa-scuola-casa

e valutare il consenso che può riscuotere questo progetto ai fini della effettiva organizzazione logistica. “Il progetto Pedibus è un servizio gratuito di accompagnamento pedonale dei bambini, già adottato in altre città italiane – afferma l’assessore Campagna - ed è un modo sano, sicuro, divertente ed ecologico per andare a scuola e tornare a casa. Ovviamente prevede il coinvolgimento di adulti e di volontari che garantiranno la sicurezza dei bambini e potrebbe essere un modo per arginare quei fenomeni di sosta selvaggia che si verificano davanti le scuole, ed un nuovo concetto di mobilità sostenibile, che speriamo attecchisca, per vivere la città in modo eco-sostenibile”. Un problema resta però: in giornate di pioggia o particolarmente rigide, come si fa a far capire ai bambini e ai loro genitori che per andare a scuola c'è il pedibus e non l'autobus!

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Continua l'opera di "recupero" dei ricordi del preside Antonio Ferri, relativi a momenti particolari della vita di Castelvetrano. Le foto si trovano anche nel sito www. giornalekleos.it .

Castelvetrano

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Importanza dei ricordi

ono convinto che i nostri ricordi belli o brutti, non devono essere cancellati. Questa convinzione sta alla base dell'esigenza di restituire, sopra tutto, agli alunni che hanno frequentato il “G.B.Ferrigno”, anni 92/1993 - 2005/2006, una serie di ricordi fotografici. Le foto mi sono state donate da un carissimo amico scomparso Franco Stella. Chi dovesse riconoscersi dovrà annotare il numero della foto e recarsi al Centro Contabile Calia in via Manzoni,46/48 tl. 092445788 e farne richiesta. Le foto saranno consegnate gratuitamente. In caso di foto di gruppo potrà essere richiesta la stampa formato 10 x 15 al costo di 0,20 cad. (Antonio Ferri)

L'angolo del rimatore

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iovedì sera (9 ottobre) ci ha lasciati per una vita migliore il “grande” prof. Rosario Di Bella, docente apprezzato del Liceo Classico “G. Pantaleo” di Castelvetrano, in pensione da tanti anni (ed ora più che novantenne), ma sempre attivo e presente negli eventi culturali della Città. Lo vogliamo ricordare come collaboratore del giornale Kleos per il quale curava, "L'angolo

del rimatore", rubrica di sue poesie che firmava con Salario del Brio, nom de plume che il prof. Di Bella si era dato, anagrammando il suo stesso nome e cognome. Nel rispetto della sua volontà, continueremo, come se fosse ancora con tutti noi, a pubblicare nei prossimi numeri di Kleos, gli ultimi suoi scritti che ancora ci rimangono e che lui stesso ci ha amorevolmente consegnato.

Rosario Di Bella POESIA E PROSA (De re coquinaria) Fosca è l'aria iemale ed impietoso squassa pioppi e cipressi il vento argeste, e squallido m'appare ed accidioso il paesaggio. Ed ho freddo. Eppure queste ("Scusa, Sarino...Attenti, l'acqua bolle! Flora, è pronto quel trito di cipolle?")

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son le giornate a me quanto mai grate, perché mi fan sentire in armonia con la natura, poi che raggelate sento le fonti d'ogni mia energia. ("Il dentice, Regina, è già nel forno? Gianfranco, pensa tu per il contorno".) Ma ecco: un raggio timido di sole traluce per i nembi. E' come un raggio di speranza. Ed il cuore più non vuole il triste inverno. Vecchio, su, coraggio! ("Ancora sale? Non ce n'è bisogno!" "Va bene questa mousse?" "Agata, è un sogno!")

La vita è ancora bella se le viole del pensier t'invia Làlage in omaggio. (E se in cucina, come far si suole, di questo e di quel piatto prendi assaggio, anziché declamar: gli strozzapreti qui sono più importanti dei poeti.) Castelvetrano, Delia, Villa Pignatelli, 1 febbraio 1999

Salario del Brio

10 Ottobre 2014 – In memoria di Rosario Di Bella

' questo un giorno molto triste. Una frase che puo’ sembrare scontata e banale; ma non è così. Perché la parola “triste” è la piu’ adatta a caratterizzare questo giorno, perché é la più adatta ad esprimere che oggi non è possibile alcuna gioia, alcuna letizia. E c’è un che di crudele in questo giorno, se penso che fino a ieri, con amici comuni, si parlava di festeggiare il compleanno di Rosario Di Bella, che sarebbe avvenuto il 12 ottobre, a soli tre giorni dalla sua morte. E se dovessi scegliere un giorno per ribadire che non è possibile abituarsi alla morte, per quanto scontata essa possa apparire, per quanto a contatto con essa si possa essere come nel mio caso, per il lavoro che svolgo, sceglierei questo giorno. Non è possibile abituarsi alla morte, perché essa sottrae; e può diventare spaventosa quando, sottraendo, giunge a togliere tutto, finanche la memoria di ciò che è stato. Ma è vinta, è battuta quando paradossalmente essa stessa genera immortalità. Ed è immortale colui che morendo resta; resta nel cuore e nella mente degli altri, non soltanto perché depositario di affetti familiari, e quindi “oggetto”, ma perché soggetto di insegnamento, esempio, riferimento, in una sola parola “maestro” al quale si guarda con animo sicuro. Tutto questo è e sarà Rosario Di Bella. Quanto di quello che dirò apparirà a molti scontato e superfluo! Troppo noto l’uomo come marito, padre, cittadino e come insegnante sotto la cui guida si sono foggiate intere generazioni di studenti. Troppo nota la sua straordinaria cultura, la sua eleganza, la sua signorilità.Troppo nota la sua capacità, ascoltandolo, di rapirti e di stupirti. Ho un’ammirazione sconfinata per quest’uomo. E chiedendomi, come spesso mi chiedevo, il perché di questo sentimento nato in me fin dai primi incontri e da allora durato con forza, mi veniva subito e sempre in mente una parola, oggi molto in disuso, che esprime una enorme quantità di valori che è: Umanesimo. E devo a Rosario Di Bella se “umanesimo” è divenuto in me senso profondo di concezione dell’esistenza, che si eleva di gran lunga sul senso, più semplice e più comune, di ”umanita" che è propria di ogni uomo come natura umana o come essere sociale e civile, proprietà non sempre assoluta, ma spesso relativa alla presenza degli altri. Si può essere infatti generosi e benevoli con i propri familiari ma indifferenti con gli estranei. Umanesimo invece significa uomo, nella sua totalità di valori umani, storici, sociali come livelli altissimi ai quali si può giungere solo con lo studio e la conoscenza dei grandi

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maestri di vita. Ed è in Sarino Di Bella che io ho visto personificato il vero modello di ciò che ”umanesimo” vuole significare, rivelandomi soprattutto quale sia la prerogativa fondamentale perché questa concezione dell’uomo e della vita possa compenetrarsi intimamente e indissolubilmente in noi, farsi in ognuno di noi anima e corpo. Questa prerogativa che Sarino Di Bella mi ha svelato è l’umiltà. Com’era possibile, mi chiedevo, che un uomo di tale levatura morale, culturale, sociale, un uomo che avrebbe potuto innalzarsi su piedistalli per noi irraggiungibili, si presentasse non come personaggio, quale pure poteva pretendere di essere, ma come persona in mezzo agli altri, piena di curiosità, di capacità, di ascolto, di compianto e compiacimento, cioè di umana partecipazione, capace di apparire al contempo maestro e amico, padre e fratello. Nel marzo del 2013 Sarino, come mi concedeva di chiamarlo, mi telefonò per affidarmi la presentazione di alcune sue pagine in versi e in prosa per una delle sezioni del libro di prossima pubblicazione che raccoglierà parte dell’opera di Rosario Di Bella e di Salario del Brio (suo acuto pseudonimo) come poeta, scrittore, saggista, critico, traduttore. Fu il panico, ma anche un grande onore che mi consentì il privilegio di conoscere Sarino Di Bella in vesti straordinarie. In quegli scritti viveva un animo nobilissimo, vivevano di poesia le piccole cose, il quotidiano, l’intimo, il recupero memoriale dell’infanzia e della giovinezza. Una poesia sommessa, voluta su un’ingenuità ironica, priva di enfasi romantica, dai toni sfumati di un Di Bella ora sognatore, ora podista malcapitato, ora conviviale come nella malinconica “a cena col barolo”; un Di Bella che si cimenta, da par suo, nei metri e nei generi più disparati. Ed è riferendomi a questa raccolta che vorrei leggervi, per concludere, la lirica che Sarino scrisse in morte del fratello Manlio dal titolo “…In perpetuum, frater, ave atque vale” Da una siderale lontananza In quella luce vivida ti vedo, mi riappari e solare mi sorridi e ti vorrei fermare al consueto nel barbàglio del raggio che improvviso nostro colloquio. Ma non posso. Il sole squarcia le dense nuvole che aduggiano è già scomparso e plumbeo torna il cielo, l’umido cielo di questo mattino ed io sono un ricetto di mestizia. invernale, ed il cuore fanno triste. Non ci sei più, non ci sei più, fratello…

Tino Traina




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Castelvetrano - La pagina del "Ferrigno"

Progetto Ferrigno 2014/2015

Una cultura condivisa sulla funzione e sul valore della Scuola è quello che noi, con la collaborazione delle risorse che operano nel nostro territorio, vogliamo realizzare. E’ necessario ricostruire la percezione dell’importanza dell’istruzione di cui il Ferrigno ha fatto da sempre una realtà viva e dinamica. In questo nuovo Anno Scolastico, nuove ambizioni e nuovi obiettivi ci impegnano in toto. • La promozione del benessere economico, dell’occupazione e della mobilità sociale; • La promozione dell’uguaglianza mora-

le dei cittadini; • Una vita personale realizzata. Apprendere è un modo di conoscere la vita e, nello stesso tempo, di viverla. A tal fine, vogliamo portare un’idea di scuola aperta all’Europa ma, nel contempo, radicata nella comunità di appartenenza, stabilendo un forte legame con le Istituzioni locali e con le realtà economiche territoriali. La responsabilità della crescita dei nostri alunni vuole che la nostra scuola sia aperta a tutti; che costituisca quella frontiera educativa su cui convergono tensioni e dinamiche proprie del nostro sistema

sociale. La nostra scuola è l’agorà, in cui la persona realizza se stessa e costruisce il senso del Noi, il luogo d’incontro con l’altro, di dialogo, di disciplina e di lavoro. Ecco perché ci presentiamo, puntualmente ed annualmente, a Voi e vogliamo dirVi di noi. Siamo parte di questo territorio e, soprattutto, siamo quelli che cercheremo di migliorare il nostro territorio, offrendo gli strumenti più efficaci e nutrendo i giovani di quella linfa che noi siamo soliti appellare “l’intelligenza e la cultura del sapere fare”. Ad maiora semper

Il Nostro viaggio a Londra e Dublino

La nostra esperienza a Londra è iniziata giorno due settembre, in tarda mattinata. Il primo impatto con la città ci ha un po’ scossi, tutto era diverso dalla nostra terra: clima più rigido, vita frenetica, traffico sconsiderato! Abbiamo imparato a muoverci, utilizzando metropolitana e autobus, poiché le nostre case erano situate nelle zone periferiche e ogni mattina ci recavamo in centro per andare a scuola. Durante la nostra permanenza, abbiamo seguito un corso di lingua inglese, con il successivo conseguimento della certificazione. Nel tempo libero abbiamo trascorso delle giornate visitando piazze, monumenti e parchi, accompagnati dai professori e talvolta dalla guida. Siamo rimasti particolarmente colpiti da ”Camden town”, un quartiere caratterizzato da mercatini vari e gente particolarmente bizzarra e stravagante. Abbiamo trascorso meravigliose settimane colme di emozione: un’esperienza fantastica che difficilmente dimenticheremo. Il gruppo: Viola Leonardo, Garzia Giada, Cascio Marica, Benevento Davide Luciano, Pisciotta Stefano, Gagliano Asia, Scilipoti Valeria, Seidita Valeria, Indelicato Laura, Italiano Giuseppe, Falcetta Salvatore, Russo Michele, Falzarano Rossana, Palminteri Roberta, Pizzolato Antonella.

Le nostre esperienze

Eccoci qua!... Noi studenti della II C ITC ci accingiamo a intraprendere un nuovo anno scolastico segnato dalla precedente e fruttuosa esperienza con i tablet. Tali strumenti ci hanno condotto a sviluppare un metodo di studio diverso e più efficace. Abbiamo conseguito ottimi risultati, ma il più soddisfacente è stato il lavoro di storia. All’inizio scrivere “la storia”, ci sembrava un’impresa folle, ma pian piano ci siamo resi conto che era un vantaggio poiché ci dava la possibilità di personalizzare e adeguare il lavoro secondo le nostre capacità e il nostro metodo di studio. Inoltre, tutti siamo riusciti a raggiungere qualità come la sicurezza, la disinvoltura e l’efficacia crescendo da un punto di vista responsabile, psicologico e culturale. Concludiamo con una frase di Nelson Mandela: “L’educazione è il grande motore dello sviluppo personale. E’ grazie all’educazione che la figlia di un contadino può diventare medico, il figlio di un minatore il capo miniera o un bambino nato in una famiglia povera il presidente di una grande nazione. Non ciò che ci viene dato, ma la capacità di valorizzare al meglio ciò che abbiamo è ciò che distingue una persona dall’altra.” Michelle Favoroso e Francesca Bono IIC ITC

Il mio primo anno all’I.t.c. “Ferrigno” Tutto è iniziato il mio primo giorno di scuola all’ I. T.C. Il mio stato d’animo oscillava tra l’ansia e l’euforia, dovevo ancora orientarmi, familiarizzare con nuovi regolamenti e nuove abitudini, nuovi compagni e nuovi insegnanti; ero un po’ spaesata fra tutte le voci e i nuovi volti. Con il passare dei giorni, delle settimane, dei mesi mi sono sempre più inserita, integrata, entusiasmata e oggi sono sempre più convinta e soddisfatta della scelta fatta, per questo voglio raccontarvi la mia esperienza Mi sono ambientata molto presto, ho conosciuto persone nuove con cui adesso ho un ottimo legame d’amicizia, ho trovato dei professori veramente in gamba, pronti ad aiutare e sostenere in qualunque difficoltà e circostanza noi alunni, sempre nel rispetto delle regole. La mia è una scuola intraprendente con nuove iniziative e progetti per i ragazzi, divertenti e nello stesso tempo molto istruttivi. Riguardo la sperimentazione dei tablet dello scorso anno l’ho trovata molto originale, nello stesso tempo efficace nel far apprendere in maniera interattiva e coinvolgente i contenuti delle varie discipline. Usare la tecnologia moderna collegata alla didattica è istruttivo e divertente. Andare a scuola tutto l’anno non è risultato per niente pesante o noioso. Desidero trasmettere agli studenti del Ferrigno questo mio entusiasmo e augurare a me stessa e a tutti quanti un BUON ANNO SCOLASTICO. Sonia Signorello 2° A

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Programma Operativo Regionale 2007 IT161PO011 FESR Sicilia A SCUOLA DIGITALE GRAZIE AL FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE Si è conclusa la fase di realizzazione dei progetti cofinanziati dal FESR ( annualità 2013/2014) presentati dall’ Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Francesco D’Aguirre“ di Salemi e dalla scuola aggregata “Dante Alighieri” di Partanna e destinati alle varie sedi di Salemi, Santa Ninfa e Partanna. I laboratori, autorizzati dal MIUR, attuano la digitalizzazione della scuola che da tempo il MIUR promuove e che è volta a modificare gli ambienti di apprendimento anche attraverso l’integrazione nella didattica delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Grazie al finanziamento del POR - FESR della Regione Sicilia (Bando10621 del 2012), sono stati realizzati, nelle diverse sedi dell’Istituto, i seguenti ambienti di lavoro e di studio tecnologicamente attrezzati: Istituto “D’Aguirre” di Salemi Obiettivo A Promuovere e sviluppare la Società dell'informazione e della conoscenza nel sistema scolastico Azione 2 Dotazioni tecnologiche e laboratori multimediali per le scuole del secondo ciclo; Cod.A-2-FESR06_POR_SICILIA-2012-566 “Segreteria 2.0”; “Classico 2.0"; “ Tecnico 2.0”; “Professionale 2.0" I progetti hanno permesso di acquisire postazioni informatiche per la segreteria e tablet per la didattica 2.0 destinati al Liceo classico e l’Istituto Tecnico di Salemi e il Professionale di Santa Ninfa. Istituto Professionale di Santa Ninfa Obiettivo B Incrementare il numero dei laboratori per migliorare l'apprendimento delle competenze chiave, in particolare quelle matematiche, scientifiche e linguistiche. Azione 4.B Laboratori di settore per gli istituti tecnici Cod.B-4.B-FESR06_POR_SICILIA-2012-206 “Laboratorio integrato di impianti: “ Energie rinnovabili” “Laboratorio integrato di impianti: Sperimentazione di automazione industriale” “Laboratorio integrato di impianti: Casa Domotica Istituto Tecnico di Partanna Obiettivo B Incrementare il numero dei laboratori per migliorare l'apprendimento delle competenze chiave, in particolare quelle matematiche, scientifiche e linguistiche. Azione 4.B Laboratori di settore per gli istituti tecnici cod. B-4.B-FESR06_POR_SICILIA-2012-211 “LIM in ogni classe” “Laboratorio di Fisica e Chimica” Sistema dei Licei e Istituto Tecnico di Partanna Obiettivo A Promuovere e sviluppare la Società dell'informazione e della conoscenza nel sistema scolastico. Azione 2 Dotazioni tecnologiche e laboratori multimediali per le scuole del secondo ciclo “Classe 2.0-1b”; “Classe 2.0-1a"; “ Classe 2.0-1c”; “Classe 2.0-2a" Cod. A-2-FESR06_POR_SICILIA-2012-574 I progetti hanno permesso di acquisire I-pad per la sperimentazione della didattica 2.0. Il finanziamento assegnato per i suddetti progetti ammonta a €.299.493,34 L’acquisizione di questi laboratori e strumentazioni digitali, spiega il Dirigente Scolastico dell’IISS “ D’Aguirre” Prof.ssa Francesca Accardo, permetterà la sperimentazione di una didattica innovativa ed interattiva a favore degli allievi e dei docenti della scuola che potranno formarsi, aggiornarsi e contestualmente pianificare le proprie attività didattiche servendosi delle più moderne tecnologie.

Il DIRIGENTE SCOLASTICO Prof.ssa Francesca Accardo


Economia C'era una volta...il finanziamento fiduciario (A pensar male degli altri si commette peccato ma spesso …) DICIOTT0OTTOBRE2014

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'era una volta ...... l'assegno trasferibile. Chi ha oltrepassato gli "anta" ricorderà benissimo, persino con una punta di nostalgia, quanto era più semplice la vita qualche lustro fa. Ci si ingegnava nell'intraprendere attività economiche con molta naturalezza e semplicità nonostante le difficoltà connaturate con la funzione di amministrare un'azienda. Bastava avere una buona idea di impresa, unita alla credibilità personale, la giusta tenacia e caparbietà ed il business era avviato. L’Italia diventa una tra le più importanti potenze occidentali subito dopo gli anni Sessanta. Le piccole e medie imprese, soprattutto del settore manifatturiero, sono state la colonna portante della nostra economia che ha fatto sognare parecchie generazioni. Le aziende, soprattutto le piccole (che sono numericamente quelle che maggiormente contribuiscono alla ricchezza del paese), “intraprendevano” creando ricchezza, lavoro e contribuendo a fare forte il prodotto “Italia”. La fonte primaria del finanziamento iniziale era rappresentato soprattutto dal cosiddetto “credito fiduciario”. Con un pizzico di nostalgia tutti ricordiamo quello che fu per tante generazioni il principale strumento di pagamento. C'era una volta ......... l'assegno bancario di conto corrente trasferibile. Cos'è? È stato un titolo di credito con circolazione fiduciaria riscuotibile a vista. Tecnicamente esso è un titolo di credito che incorpora un diritto con contenuto economico e dà la possibilità di esigere la prestazione che è indicata sul titolo stesso. Per circolazione fiduciaria si intende che la persona che accetta l'assegno si fida della persona che lo ha emesso. Perché oggi tale strumento non è più utilizzato come prevalente mezzo di pagamento? Una delle risposte possibili, forse quella più verosimile, è che, a norma di legge, il titolo può essere emesso, per importi superiori a € 999,99, solo con la l’apposizione della clausola “NON TRASFERIBILE”. L’intrasferibilità ne ha ridotto fortemente l'uso corrente. Perché? Oggi il beneficiario non può più trasferirlo con l’apposizione della firma di "girata" ma può solo versarlo in banca. Tale limitazione ha compromesso la sua funzione di mezzo per ottenere “credito fiduciario” tra gli ope-

ratori economici. Prima di tale limitazione, Il beneficiario lo accettava in pagamento in quanto sapeva di poterlo utilizzare, a sua volta, per pagare le proprie obbligazioni "girandolo" al proprio creditore. La facilità di circolazione del titolo generava economia. Volumi di affari basati essenzialmente sulla fiducia personale tra gli operatori economici. Credito non "istituzionalizzato" che non passava dalla tipica gestione delle banche. Credito quindi a costo zero. Perché ciò è accaduto? Dapprima lo Stato, al fine di contrastare l'evasione fiscale, ha introdotto un limite alla circolazione del contante e alla sua libera trasferibilità. Con il contante si sono posti limitazioni anche ai titoli che lo rappresentavano. Assegni, libretti di deposito del risparmio per importi superiori a 999,99 €uro devono essere obbligatoriamente non trasferibili e quindi nominativi. La motivazione, nobile, annunciata con enfasi fu quella di colpire l’evasione fiscale ed il riciclaggio di denaro sporco. Vorremmo che fosse chiaro. Noi siamo con lo Stato di diritto. Siamo totalmente dalla parte delle legge e vorremmo che fosse definitivamente sconfitta la criminalità organizzata, sia di stampo mafioso che economico-finanziaria. E con essa, ovviamente, fosse inesorabilmente colpita l’evasione. Oggi ci limitiamo semplicemente ad una costatazione. I risultati prodotti sul piano della lotta all’evasione non sono francamente entusiasmanti. Il crimine organizzato, sia di stampo mafioso che economico-finanziario, seppur risultati importanti si sono registrati, non possiamo dire di averli sconfitti. Ma siamo certi che limitare l’uso della trasferibilità degli assegni sia decisivo per la lotta all’evasione fiscale e al crimine? Non sarebbe stato più semplice consentire la trasferibilità con il semplice accorgimento di obbligare di apporre, ad ogni firma di girata, gli estremi identificativi del documento di riconoscimento ed il codice fiscale del girante per risalire con certezza all’autore della girata medesima? Con tale rimedio si sarebbe garantito il fine. No. Invece ci hanno raccontato altre cose. Lo Stato ha obbligato tutti ad utilizzare la moneta elettronica. Carte di credito, carte di debito, bancomat, bonifici. Il cittadino non può più disporre liberamente del frutto dei propri sacrifici, dei soldi che

con grande fatica è riuscito a portare a casa. Le banche sono le depositarie di tutti i nostri averi. Sappiamo bene, ormai internet ci aiuta ad essere bene informati, che moltissime banche sono sull’orlo del fallimento. Sappiamo bene cosa è successo ad alcuni Istituti di credito americani. Parecchie banche italiane non stanno meglio. Riportiamo il parere di un esperto, un economista di fama internazionale, il prof. Bruno Amoroso, professore emerito all'Università di Roskilde, in Danimarca: “La fase attuale ha avuto inizio a fine 2012 con il rastrellamento dei pochi risparmi ancora in giro mediante l’imposizione del conto in banca anche ai pensionati con 1000 euro al mese; seguito dalla legge che impone il trasferimento delle informazioni su tutti i contocorrenti all'Agenzia delle entrate e dalla Direttiva Barnier in corso di approvazione al Parlamento europeo, che introduce a livello europeo la norma sperimentata a Cipro – e cioè che in caso di fallimento bancario sono i risparmiatori a pagare e non più i governi o la BCE. Si prepara a fine anno il fallimento delle maggiori banche europee e quindi il prelievo sui conti dei risparmiatori. Su quello che accadrà poi si è espresso con chiarezza il ministro Saccomanni che ha di nuovo aperto alle “cartolarizzazioni” e ha dichiarato finita l’era delle banche per dare il benvenuto al “sistema finanziario ombra”. Insomma, la Troika (In politica europea con il termine troika, dal russo тройка, trojka, terzina, ci si riferisce all'organismo di controllo informale costituito da rappresentanti della Commissione europea, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale) è di nuovo al lavoro. La BCE e la Commissione stanno preparando il sacco dei risparmi, mentre il FMI fa lo stesso in parallelo specializzandosi su come far pagare ai cittadini il “debito estero” degli Stati.” Questa era un’intervista rilasciata ad ottobre del 2013 (fonte http://www.beppegrillo. it/2013/10/figli_di_troika.html). Probabilmente abbiamo esagerato con la fantasia. Mah…. a pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina (Cit. Giulio Andreotti).

Gaspare Magro - Victor Di Maria dottori Commercialisti

Le farmacie di turno dal 18 ottobre al 9 novembre 2014 Partanna

Santa Ninfa

Castelvetrano

Campobello di Mazara

Salemi

Vita

Gibellina

Salaparuta Poggioreale

Mazara del Vallo

18 ottobre

Ciulla N.

Dallo

Di Prima

Tummarello

Spina

Caputo

Gerardi

Di Giovanni

Barracco

19 ottobre

Ciulla N.

Dallo

Ferracane

Tummarello

Spina

Caputo

Gerardi

Di Giovanni

Calabrese

25 ottobre

Rotolo

Barbiera e Conf.

Ferracane

Parisi

Aleci S.

Pandolfo

Cusumano

Siragusa

Calabrese

26 ottobre

Rotolo

Barbiera e Conf.

Giardina

Parisi

Aleci S.

Pandolfo

Cusumano

Siragusa

Caravaglios

1 novembre

Galante

Dallo

Giardina

Pace

Mangogna/Aleci V.

Caputo

Gerardi

Di Giovanni

Caravaglios

2 novembre

Galante

Dallo

Ingrassia

Pace

Mangogna/Aleci V.

Caputo

Gerardi

Di Giovanni

Giubilato

8 novembre

Dia

Barbiera e Conf.

Ingrassia

Tummarello

Rubino

Pandolfo

Cusumano

Siragusa

Giubilato

9 novembre

Dia

Barbiera e Conf.

Gagliano

Tummarello

Rubino

Pandolfo

Cusumano

Siragusa

Grimaudo

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Storia locale

DICIOTTOOTTOBRE2014

la biblioteca comunale un’istituzione di Nino Passalacqua Anelito di Biblioteca pubblica Quando, nel settembre del 1873, in sede di discussione del Bilancio di previsione per l’anno 1874, la Commissione Comunale Istruzione Pubblica presenta la proposta di creare un capitolo per la istituzione di una Biblioteca comunale, il Consiglio vota il relativo stanziamento di £ 2.000 all’unanimità. Una siffatta decisione sta a dimostrare certamente il grado di lungimiranza della classe dirigente partannese dell’Ottocento e nasce forse dal desiderio di coprire il vuoto lasciato dalla soppressione delle biblioteche conventuali. Tanta euforia, però, si scontra ben presto con la dura realtà. Il “piano d’arte”, infatti, commissionato all’ing. Coci “per la costruzione di una stanza per Biblioteca nel Convento di San Francesco” e della relativa suppellettile, prevede una spesa di £ 5.000, di cui £ 1.686,78 per la parte muraria e £ 3.313, 22 per la parte lignea destinata alla scaffalatura. Una spesa, quindi, di gran lunga superiore allo stanziamento previsto in Bilancio. Per superare l’ostacolo, in Consiglio Partanna - Chiesa e Convento di S. Francesco Comunale viene fatta la proposta di utilizzare gli scaffali della Biblioteca del Convento dei Padri Cappuccini, da poco ceduto al Comune dal Governo. La proposta, però, viene scartata in quanto tali scaffali “non sarebbero applicabili perché troppo piccoli e troppo vetusti”. Viene, invece, accolta la proposta del dr. Paolo Patera di ricorrere allo stratagemma “che la spesa si ripartisse per le spese in muratura nel bilancio 1873 e per quelle in legname nel bilancio 1874”. Nasce la Biblioteca Comunale Si dà, quindi, inizio ai lavori di muratura, mentre si cercano altre vie per reperire le somme necessarie alla costruzione degli scaffali e all’acquisto di opere librarie. La soluzione più a portata di mano sembra quella di rivolgere un’istanza alla Deputazione Provinciale per ottenere un sussidio, con la motivazione che il Comune non ha potuto acquistare alcun libro per mancanza di fondi “a causa della fallanza (fallimento) del Contabile”, così come riporta una deliberazione del Consiglio Comunale dell’ottobre del 1874. Non si ha notizia, purtroppo, degli esiti di tale richiesta, né tanto meno dell’andamento dei lavori. Gli atti tacciono fino al 1888. Nel settembre di quell’anno, finalmente, il Sindaco, dr. Paolo Patera, rende noto che, “dopo lungo attendere”, la Giunta può esprimere la sua soddisfazione “d’innalzare questo segno visibile e concreto del pensiero umano con l’aprire alle intelligenze del pubblico una comunale biblioteca”. Tutto lascia pensare, quindi, che quelle difficoltà finanziarie cui fa cenno la delibera del 1874, se rallentano, come è facilmente intuibile, i

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lavori relativi all’approntamento della Biblioteca, tuttavia non li smorzano del tutto e che nei quattordici anni che intercorrono fra il 1874 ed il 1888 si proceda comunque alla sistemazione del locale, alla costruzione degli scaffali e all’acquisto di libri. Intitolazione a Dante Alighieri Nell’inaugurare “la comunale biblioteca”, il primo pensiero della Giunta, per bocca del Sindaco, dr. Paolo Patera, è quello di “farne la dedica ad un illustre personaggio”. Ad unanimità, quindi, viene deciso di “metterla sotto gli auspici del padre della letteratura nazionale, dedicarla, cioè, al Divino Alighieri”. E ciò, sia in segno di omaggio al più grande poeta nazionale “quanto come felice augurio che gli studi abbiano ad essere sempre più di sprone al miglioramento del nostro vivere civile”. Degne di nota sono in quel contesto le espressioni che il Sindaco pronunzia, non senza una vena di voluta magniloquenza, in lode di Dante, “grande e maschia figura di poeta, di pensatore e di cittadino”, colui che “col suo immenso ingegno seppe elevarsi a tanta altezza da sintetizzare con dialettica impareggiabile tutto il pensiero italiano”, e le cui opere rimangono “come un faro che arde e rischiara tutta la vita nazionale”, Per rendere ancor più tangibile tale intitolazione, poi, viene deliberato l’acquisto di un ritratto del Poeta, per l’importo di £ 50, da esporre “nel vestibolo della sala d’ingresso a vista di chi entra”. Biblioteca … itinerante. Il riferimento ad un “vestibolo” fa capire che ancora nel 1888 la Biblioteca è allocata in almeno due sale del Convento di S. Francesco. Quando più tardi, infatti, viene trasferita nell’ex Oratorio della Gancia (oggi adibito a Sala Consiliare) essa avrà a disposizione soltanto un unico ambiente, anche se certamente più vasto delle due precedenti sale. Alla Gancia la Biblioteca si ferma per almeno un decennio, fino all’ottobre del 1904, durante il quale periodo viene rifornita di un gran numero di opere, quali, ad esempio, “La geografia universale” di C. Cantù o “La storia della rivoluzione di Messina” di F.Guardiano, e di varie “associazioni” (abbonamenti) a pubblicazioni periodiche. Purtroppo, la mancanza di un bibliotecario, a cui si crede invano di porre rimedio con l’affido della struttura ad un circolo di cultura, crea disservizio e disordine. Né la situazione viene migliorata trasferendo, appunto nel 1904, la Biblioteca all’interno del Palazzo Municipale, nella sala della Giunta. Che, anzi, in occasione di tale trasferimento vengono “persino scompaginati i volumi di una stessa opera e ciò specie per quanto riguarda numerose pubblicazioni in fascicoli”. Comunque, malgrado i ripetuti trasferimenti e la cronica mancanza di un vero e proprio bibliotecario, l’attività di rifornimento di libri non si arresta. Risultano in quegli anni acquistate numerose opere, soprattutto edite dall’Unione Tipografica Editrice Torinese (nota oggi come UTET), quali, ad esempio, l’”Enciclopedia delle arti e delle scienze”, acquistata “molti anni or sono “, di cui nel maggio del 1905 si provvede ad una necessaria integrazione con “alcuni fascicoli mancanti”. In tal modo, il patrimonio librario nell’ottobre del 1905 viene conteggiato in

“più di 4.000 volumi”. Riordinamento della Biblioteca L’iniziativa più meritoria di quel periodo, però, è senz’altro il progetto di riordino della Biblioteca affidato dalla Giunta, retta da Girolamo Calandra, al prof. Girolamo Palermo Patera. Questi, in due successivi periodi estivi, del 1905 e 1906, sostituisce “un vecchio ed incompleto indice per autore” con un nuovo “indice” diviso per materia in modo da distribuire tutte le opere in undici “cataloghi: 1) Lettere, gramatica e filosofia; 2) Classici latini e greci; 3) Enciclopedie e dizionari; 4) Collezioni diverse; 5) Storia civile ed ecclesiastica, Etnografia, Geografia ed Archeologia; 6)Ascetica, Oratoria sacra, Agiografia; 7) Teologia dommatica e morale, Patristica, Liturgia; 8) Opuscoli diversi; 9) Politica, Ius civile ed economica, Economia politica; 10) Scienze naturali, Medicina, Scienze occulte; 11) Matematica ed industrie”. Per questo suo improbo lavoro, “mercé il quale la Biblioteca Comunale di Partanna - come orgogliosamente afferma il Sindaco, avv. Nicolò Patera - risulta ordinata come le più moderne del regno”, il Palermo Patera, viene ricompensato con l’onorario di £ 250 e, più tardi, addirittura, insignito del titolo onorifico di “Bibliotecario Comunale Onorario”, sia per ricordare “l’opera assidua e la singolare competenza del predetto valoroso insegnante”, sia per consentirgli “sotto tale veste, ad invigilare nell’opera compiuta e curarne con autorevoli consigli il continuo e progressivo incremento”. Acquisti e donazioni Un incremento che non trova soste e che si concretizza con l’accoglimento delle offerte di vendita di libri o di “associazione” a riviste periodiche (ricorrente quella con la Casa Editrice Vallardi) da parte di rappresentanti di Case Editrici o addirittura da parte di privati. E’ questo il caso, riportato in un verbale di Giunta del 1905, della “proposta di vendita da parte del sig. Benedetto Pisciotta di alcuni libri pervenutigli da una recente eredità”. Nel settembre del 1906, però, un fatto inedito viene a scuotere la vita della Biblioteca e forse a provocarne indirettamente una svolta sul piano organizzativo. In quei giorni, il sac. prof. Francesco Riggirello decide di donare al Comune tutti i libri pervenutigli in eredità alla morte del padre, un noto avvocato, per essere destinati alla Biblioteca. Egli chiede soltanto che in memoria del defunto genitore lo scaffale nel quale verrà conservato il suddetto patrimonio porti l’intitolazione “libri dell’avv. Antonino Riggirello”. Durante la seduta del Consiglio Comunale tenuta per l’accettazione della donazione, in cui il Sindaco avv. Nicolò Patera, lodare l’atto generoso del Riggirello esprimendo “sentite azioni di grazie al donatore”, il dr Battaglia, consigliere di opposizione, interviene raccomandando all’Amministrazione che “la Biblioteca sia aperta agli studiosi”. Nasce il “distributore di libri” Una raccomandazione, quella del Battaglia, che, per uno strano gioco del destino, varrà come impegno per se stesso. Questi, infatti, pochi mesi dopo viene eletto Sindaco ed in tale veste nell’ottobre del 1907, forse me-


di

DICIOTT0OTTOBRE2014

140

anni

more delle sue sollecitazioni polemiche in favore della Biblioteca, propone l’istituzione di una figura impiegatizia che comprenda “anche” il ruolo di bibliotecario: viene prevista, cioè, la figura anomala di “applicato alla Biblioteca e al Catasto” con assegno annuo di £ 250 annue oltre ad un quarto dei proventi del Catasto, fino a quel momento corrisposti per metà al Segretario comunale. Malgrado le proteste pretestuose dell’opposizione, che ritiene tale posto “non necessario e di carattere facoltativo” (avv. P. Molinari) o addirittura illegittimo in quanto toglie al Segretario quel quarto di proventi catastali (avv. Nicolò

Storia locale

portati

Patera), l’istituzione del posto di “catastaro e distributore di libri della Biblioteca” viene approvato con 16 voti favorevoli e 7 contrari. Non trascorrono che pochi mesi, il tempo di vedere approvata dalla Giunta Provinciale Amministrativa la relativa delibera, e la Giunta nel marzo del 1908 invita il Consiglio a fissare le norme per il relativo concorso (“avere almeno conseguito la licenza elementare, avere tenuto costantemente buona condotta, essere di maggiore età”) e il giorno 11 del mese successivo lo bandisce, assegnando agli eventuali aspiranti un termine di 10 giorni per presentare domanda di ammissione.

bene

Scaduti i termini, viene presa in esame l’unica domanda prodotta dal sig. Giovanni Giliberti, che risulta fornito di “frequenza della 5° classe dell’antico Ginnasio Comunale”, titolo di gran lunga superiore a quello minimo della licenza elementare prescritta per l’ammissione al concorso. Il Giliberti, pertanto, viene assunto per un quadriennio, cioè sino al 31/12/1912, con assegno di £ 300 annue, oltre ¼ dei proventi per diritti catastali. Per la prima volta, in tal modo, anche se in forma “promiscua”, viene assicurato un pressoché regolare servizio bibliotecario.

Tasse locali

Pubblichiamo un articolo del nostro Batman sui numerosi balzelli che siamo costretti a pagare ora e nei prossimi mesi, articolo informativo che è stato pubblicato il 13 luglio scorso nel nostro sito www.giornalekleos.it dove in pochi mesi ha registrato poco meno di 1000 visualizzazioni. Lo riproponiamo, per il successo riscontrato, pure ai lettori del Kleos cartaceo.

L

Tia, Tarsu,Tares, Imu, tasi, tari, trise e per ultima la Iuc. Evviva!

a nuova imposta introdotta nella legge di stabilità 2014 (Iuc) ingloba tasse e tributi dovuti in relazione alla casa (IMU) e alla produzione di rifiuti (ex TIA E TARSU E TARES). La IUC, all’inizio era stata battezzata con il nome di TRISE, poi nel maxi-emendamento del governo approvato in Senato, ha assunto la denominazione di IUC (imposta unica comunale). In realtà, di unico ha ben poco, se non l’unicità di incidere fortemente sulle proprietà immobiliari. Si tratta di tre tributi, con diverse discipline e con diversi adempimenti. Ma analizziamo le varie componenti IUC, cercando di delineare un quadro completo sulle tasse sulla casa 2014. La “vecchia IMU” (imposta municipale propria-che doveva scomparire) rimane quale componente patrimoniale della nuova IUC, si continuerà a pagare oltre che sui fabbricati e sulle aree fabbricabili anche sui terreni agricoli (ad eccezione di quelli esenti per decreto ministeriale). L’IMU non è dovuta sulle abitazioni principali (non di lusso), sugli alloggi sociali, sugli immobili adibiti a ricerca scientifica degli enti non commerciali. Chi deve pagarla? Il proprietario o chi vanta un diritto reale di godimento. Come si determina la base imponibile dell’IMU? Si parte dalla rendita catastale dell’immobile, si rivaluta e si moltiplica la somma ottenuta per i coefficienti previsti dalla legge in base alla diversa tipologia immobiliare. L’aliquota base è pari al 7,6 per mille. Cosa può decidere il Comune? Di aumentarla o diminuirla da un minimo del 4,6 per mille ad un massimo del 10,6 per mille. Dal 2014 non ci sarà più la possibilità di applicare le detrazioni soggettive per i figli conviventi di età inferiore a 26 anni, come invece, era previsto fino al 2013. Esiste la facoltà, invece, per i comuni di considerare direttamente adibita ad abitazione principale: quella di proprietà di anziani e disabili che acquisiscono la residenza in istituti di ricovero o sanitari, a condizione che l’unità abitativa non risulti locata; quella concessa in comodato a parenti in linea retta entro il primo grado (comunque per una quota fino a euro 500 oppure nel caso in cui il nucleo familiare del comodatario abbia un reddito ISEE non superiore a 15.000 euro annui).

E per coloro che hanno una casa, ma non hanno un lavoro? Devono pagare. Allo Stato è riservato il gettito IMU, derivante dagli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D, calcolato ad aliquota standard dello 0,76 percento. Il versamento dell’IMU va effettuato in due rate da pagare entro il 16/06 ed il 16/12. La seconda componente della IUC, è la TASI (tributo servizi indivisibili), a carico sia del possessore sia dell’utilizzatore dell’immobile, e serve a coprire i costi relativi ai servizi indivisibili comunali (strade, illuminazione; polizia municipale ect), individuati con delibera da ciascun consiglio comunale, specificando i costi per ciascun servizio da finanziare. La base imponibile della Tasi, che si applica a aree fabbricabili e fabbricati, incluso l’immobile principale, ad eccezione dei terreni agricoli, si calcola con le stesse regole valide per l’IMU. Devono pagare i possessori e i detentori (quindi anche gli inquilini) degli immobili di riferimento. Gli inquilini devono contribuire in una misura tra il 10% e il 30%, in base a quanto disposto dal Comune. L’1 per mille rappresenta l’aliquota base. La somma di Tasi e IMU non può per legge superare il 10,6 per mille. Per il 2014 l’aliquota Tasi non potrà superare il 2,5 per mille. Il comune potrà alzare l’aliquota di un altro 0,8 per mille nel caso di agevolazioni all’abitazione principale che possano equiparare il carico della Tasi a quello dell’IMU sull’immobile principale. Ma la tassazione sulla prima casa non doveva scomparire? Oppure si trattava solo di uno spot elettorale? In ogni caso, il comune, con deliberazione del consiglio comunale, può ridurre l’aliquota fino all’azzeramento. Per i comuni che hanno inserito/ inviato la delibera di approvazione delle aliquote e delle detrazioni TASI nel portale federalismo del Ministero delle Finanze, entro il 23 maggio 2014, viene confermato il pagamento in 2 rate al 16 giugno e al 16 dicembre, sulla base delle aliquote e detrazioni approvate dal comune stesso. Per i comuni che non hanno inserito/inviato

la delibera entro il suddetto termine, ma provvederanno ad inviarla entro il 10 settembre 2014, il versamento della prima rata TASI viene posticipata al 16 ottobre e la seconda rata confermata al 16 dicembre. Nel caso in cui entro il 10 settembre, il comune non avesse ancora inserito/inviato la delibera, l’imposta sarà dovuta applicando l’aliquota di base pari all’1 per mille e sarà versata in un’unica soluzione il 16 dicembre 2014. L’ultima componente IUC è la TARI (tributo servizio rifiuti), che è destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, a carico dell’utilizzatore dell’immobile. La Tari è quindi la nuova tassa sui rifiuti, che sostituisce la TARES, la TIA, la vecchissima TARSU: si deve applicare a tutti gli immobili che producono rifiuti urbani, mentre sono escluse le superfici che producono rifiuti speciali e le aree scoperte pertinenziali. Essa si compone di una quota fissa, che copre i costi fissi del servizio, e una variabile, che dipende dalla fruizione del servizio da parte del cittadino. Come si paga? Le utenze domestiche pagano in base ai metri quadrati e al nucleo familiare, mentre le altre anche in base agli indici medi di produttività dei rifiuti (oltre che in base ai metri quadri). Poco importa se la casa è disabitata, se non vi sono tutte le utenze (acqua, luce, gas) attive o se vi è poco arredamento, in ogni caso, se i locali per regolamento (approvato sempre dal consiglio comunale) sono idonei a produrre rifiuti, il contribuente deve pagare, e poco importa se poi la spazzatura si accumula, e la spazzatrice non passa. Le tasse sono tasse e vanno pagate! Per la Tari è il Comune che deve decidere se modificare le scadenze indicative previste dalla legge. Occorre evidenziare che tutto ciò che nel Belice pagheremo a titolo di TARI rappresenta però una partita di giro che i Comuni dovranno liquidare a favore di Belice Ambiente che, nonostante i grandi proclami, è ancora in vita. Batman

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Piazza

Storia locale

di Domenico De Gennaro

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Benvenuto

feo…….quindi lungi da riguardarsi come un fatto di prepotenza baronale, deve al contrario riguarIl Corso Maggiore è stato sistemato, così come darsi come esercizio del diritto di proprietà, che oggi lo vediamo, nella seconda metà del XIX se- competea alla famiglia Grifeo”. Questa lettera del colo. In molti tratti, il piano della strada è stato 28 aprile del 1873 trovò un feroce oppositore in abbassato e ciò lo si può osservare sulle facciate consiglio comunale nella persona di Giuseppe degli edifici monumentali esistenti lungo il suo Todaro-Patera. Nel verbale, redatto dal segretario asse: le fondamenta dei portali d’ingresso dei pa- comunale, articolò il suo intervento in maniera lazzi Todaro-Molinari, Pisciotta-Calandra ed il molto dettagliata e tese a dimostrare le ragioni del Comune nel diritto di abbattere, campanile di san per la pubblica utilità, lo stagnone daFrancesco con il divanti al castello; le idee contrarie di rimpettaio Orfanomantenerlo in vita, per il Sindaco, non trofio Renda-Ferrari avevano nessun valore legale e “consesono state visibilguano da un’ ignoranza completa tanto mente abbassate. Nel delle disposizioni delle leggi civili ed piano generale di amministrative, quanto della diplomaquesta sistemazione zia feudale, delle costituzioni del regno rientra anche la piaze della nostra patria”. Il consigliere Toza antistante il seidaro-Patera manifestava che tutti in centesco ingresso Partanna, in misura diversa, avevano monumentale del caoccupato il suolo pubblico, costruendo stello Grifeo. Partansulle vie pubbliche “scarpe e scale sia na nel 1873 contava incavandovi cisterne e latrine. Or se si 17.644 anime, era goammette ad una transazione, che è vievernata dal sindaco e tata dalla legge, io stesso, dice il signor da trenta consiglieri Todaro, io stesso farò arrestare le opere comunali; tutte le denel corso maggiore, appena giunti incisioni prese in consinanti la mia casa; imperocchè per glio comunale dovevano essere Partanna - Cippo commemorativo di Maddalena Grifeo ben due secoli la mia famiglia trovasi d’avere occupato il suolo pubratificate ed apblico e costruito quel selciato che provate dalla Deputazione Provinciale di stanza nella città di Trapani. Nel consiglio comunale del tutti vedete”. La concessione fatta dal conte Rug19 aprile del 1873, presieduto dal sindaco e pre- gero a Giovanni Graffeo era solo a titolo di ususidente Giuseppe Patera-Giliberti, segretario Be- frutto e che questo doveva essere rinnovato nedetto Napoli, venne affrontato un argomento all’erede con l’investitura di principe e che gli pomolto importante che scatenò un’animata e co- teva essere revocato qualora il feudatario si renriacea discussione: la sistemazione della Piazza deva “reo di fellonia” e non adempiva agli obbliCastello e Gesù e Maria. Il Corso Maggiore era sta- ghi giurati nell’investitura. Il Todaro asseriva che il to sistemato quasi interamente, mancava solo la “comune esisteva pria del feudo e che il castello parte adiacente il castello, che rimaneva ad un li- era dentro il comune e non il comune dentro il vello più alto e “vedesi ingombra di terreni, d’im- castello”, smentiva poi l’antichità dello stagnone mondezza, e coperta d’ortiche, quindi (il sindaco) riferendo che esisteva massimo da settanta od otinvita il consiglio perché senza indugio e senza tant’anni e che lo “ricordano i nostri padri ancora esitazione votasse la sistemazione di detta piazza vivi”, proseguiva ancora il Todaro: “ad ogni modo e l’abbattimento dello stagnone che le sta sotto”. quel fabbricato, a qualunque epoca rimonti, non Venuta a conoscenza della questione, che si stava darà mai un diritto alla signora Grifeo, imperocper affrontare in seno al consiglio comunale, ché la piazza sotto cui esso fu costruito sempre è Maddalena Grifeo, che abitava nel castello, inol- stata posseduta dal comune ed addetta ad uso trò una lettera al Sottoprefetto del Distretto di pubblico”.Continuava asserendo che i padroni Mazara. In questa missiva la nobildonna rivendi- della città nel tempo avevano solo arrecato dancava la proprietà della piazza ed asseriva che da no e che non avevano “mai regalato un’opera che tempi immemorabili e “propriamente dall’epoca possa menomamente rammentarci, come qualin cui il conte Ruggero concesse a Giovanni I Graf- che volta i nostri tiranni vogliono essere munififeo il territorio di Partanna, il gran palazzo, o sia il centi”. Dopo tutta questa disquisizione riconobbe castel baronale, con tutti suoi accessori, esistenti comunque come la signora Grifeo non volendosi nel comune di Partanna e fra predetti accessori, vi opporre ai diritti comunali, ritenesse necessaria la é un piano o sia largo, ove esiste sotto, uno spazio sistemazione della piazza. La principessa Grifeo stagnone, con segni visibili esterni, che servirà chiese al comune di Partanna un congruo indenalla raccolta di acque piovane, che vi si raccoglie- nizzo in lire 300 prima di abbattere lo “stagnone” vano per irrigare un grandioso giardino tuttora e rinunciò a qualsiasi diritto che aveva sullo staesistente”. La stessa Grifeo lamentava che il mu- gnone e ad eventuale danno derivante dall’abnicipio vagheggiava l’idea di abbassare quello battimento dello stesso e dalla sistemazione della spiazzo, abolendo lo stagnone e lasciando “in so- medesima piazza(lettera 20 luglio 1873 di Madspeso la facciata del castello per mettere a livello dalena Grifeo). Risulta evidente dalla lettura degli una rimota ed insignificante via, ed al certo, il atti come fosse vivace la discussione in consiglio principio della pubblica utilità, cui debba cedere comunale e come l’abolizione della feudalità nel la proprietà privata, non ritrova nella specie veru- 1820 avesse portato alla rimozione di qualsiasi tina applicabilità…..in ogni evento il proprietario more nei confronti dei Signori di Partanna. L’unita’ dovrebbe prima di ogni fatto essere indennizzato d’Italia si era conclusa da appena un decennio e ai sensi di legge…. perché prima di esistere il co- quindi era crollata la cortina di ferro che protegmune di Partanna, il territorio con tutti suoi ag- geva l’aristocrazia feudale e che per secoli l’aveva gregati era stato concesso alla famiglia Gri- resa libera di attuare il “mero e misto imperio”. La

Graffeo

società contadina si sganciava dai rigidi schemi feudali e di lì a poco, nel 1898, si sarebbe celebrato il primo Congresso Socialista, sotto l’egida di Filippo Turati, che poneva le basi per la liberazione dalla schiavitù feudale dei contadini che, seppur lentamente, andavano acquisendo diritti negati per molti secoli. E’ da rigettare il concetto del Todaro in consiglio comunale, che definisce i Grifeo tiranni ed avari per non avere regalato mai u n ’o p e r a alla città. Ricordiamo che l’impianto stradale esistente nel centro storico della città, è opera dei Grifeo, dovuto allo “ius aedificandi” risalente al 1500; ricordiamo il convento del Carmine adibito ad ospedale sin dal 1400 e che dava ricovero già allora a molti che oggi diremmo "e x t ra co munitari"; la facoltà di Medicina e Te o l o g i a fondata Partanna - Benvenuto Graffeo dentro le mura del castello sin dal 1700 per coloro che avessero voluto studiare; il monte di Pietà annesso all’Ospedale della città ed adiacente la chiesa di sant’Antonio abate sul Corso Maggiore; la grandiosa Chiesa Madre; il Castello che, con l’attuale museo del Basso belice, sicuramente per i cittadini del terzo millennio possono rappresentare un ottimo incentivo al turismo. Certamente il sentimento del Todaro-Patera, di affermare la supremazia e l’autonomia dell’autorità comunale era molto forte, ma per verità storica, prima è nata la feudalità e nel suo contesto si è affermata la nascita dei comuni. Ricordiamo ancora che i Grifeo ebbero l’assegnazione del territorio di Partanna nel 1139 da parte di Ruggero II con diploma scritto in greco antico e lingua saracena nel 1179, oggi conservato in casa Turrisi-Grifeo. Di Maddalena Grifeo, attualmente rimane un cippo commemorativo nel 5° campo del cimitero monumentale della città che io stesso nella qualità di Assessore ai Beni Culturali, sindaco, l’on.le Culicchia, ho fatto restaurare.

Mentre andavamo in stampa un grave lutto ha investito il nostro collaboratore Vito Piazza che ha perso la sorella. A lui vanno le condoglianze di tutta la redazione di Kleos.

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Partanna

Catania: "L'Unione dei Comuni deve funzionare o va sciolta"

I

l sindaco di Partanna Nicola Catania è stato eletto il 14 ottobre scorso presidente dell’Unione dei Comuni della Valle del Belice (che comprende oltre che Partanna i paesi di Gibellina, Santa Ninfa, Salaparuta e Poggioreale). Catania ha immediatamente dichiarato che per quanto riguarda l’Unione o si cambia o è meglio scioglierla. Questa la dichiarazione nella sua interezza:

“In continuità con la gestione passata – ndr. tenuta l’anno precedente da Rosario Fontana, sindaco di Gibellina, – mi attiverò assieme al resto della giunta dell’Unione – ndr. formata dagli altri sindaci – per potere attuare un’attività di rilancio dell’Unione dei Comuni attraverso un piano am-

piamente condiviso, essendo unanimemente d’accordo sul fatto che troppe occasioni sono fallite e troppe opportunità non sono state colte al punto da far considerare oggi tale aggregazione con un bilancio fallimentare. Pertanto abbiamo già condiviso con i colleghi sindaci di esprimere una forte azione politico-amministrativa per potere sfruttare al meglio le tante opportunità che un’aggregazione come l’Unione dei Comuni deve necessariamente cogliere. Se così non fosse tanto varrebbe procedere ad un suo scioglimento immediato al fine di evitare oltre alla beffa anche il danno”.

PARVA FAVILLA

La Tasi, questa sconosciuta La chiamano Tasi e la traducono in Tassa sui Servizi Indivisibili (o Invisibili?). Essa “riguarda i servizi comunali rivolti alla collettività”. Così afferma il Sindaco nel suo “programma … nel periodo luglio 2013 – giugno 2014”. Mi si consenta una prima osservazione. A parte l’erroneo utilizzo del termine “programma” (programma = progetto), per riempire le pagine si son dovuti arrampicare sugli specchi ricorrendo a piccoli sotterfugi del tipo “cosa faremo” o alla “appropriazione indebita” di finanziamenti già ottenuti dalla precedente Giunta, quale ad esempio i lavori di restauro della Chiesa Madre e altro ancora. Ci mancava solo che fra le “cose fatte” si includesse anche … la benefica pioggia invernale o il bel sole estivo. Quanto alla Tasi, due o tre domande mi frullano per la mente. Perché mai il Sindaco nel presentarla non dichiara apertamente qual è l’aliquota applicata dal Comune di Partanna? E dire che sproloquia per circa 50 righe. E inoltre, dato per scontato che quelle elencate nelle tabelle, e non altre, siano le esigenze prioritarie dei partannesi (d’altronde, “cu cumanna fa liggi”!), siamo proprio certi che le somme indicate a piè di ogni singola tabella siano bastevoli per realizzare le opere previste? Siamo proprio sicuri, ad esempio, che con 105 mila euro circa si possa contemporaneamente sistemare la villa Lentini; impiantare un ascensore nel Palazzo Comunale; “manutentare” la Biblioteca, il Palazzo Calandra, gli orologi e il Teatro Montagna; ripristinare vari impianti di illuminazione e acquistare attrezzature per la Fiera del Bestiame e per il Cimitero? Mi sa tanto che le varie tabelle siano altrettanti specchietti per le allodole, al fine di impressionare favorevolmente il contribuente. Il quale contribuente pagherà, certo che pagherà. Tanto è sicuro che se le opere elencate non saranno realizzate, le tasse versate per i “servizi indivisibili” (e non per altro!) gli saranno rimborsate nella misura in cui l’Amministrazione verrà meno agli impegni assunti. O no, signor Sindaco?

preziosi e idee regalo

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Provincia di Agrigento Cattolica Eraclea: il Gemellaggio Italo-Francese di Enzo Minio

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hi l’avrebbe mai detto che il comune di Cattolica Eraclea, ricco di storia, di beni ambientali ed archeologici, potesse far gola ai francesi che intendono trascorrervi l’estate e qualche altro periodo dell’anno. Per tale ragione si sono incontrati nelle settimane scorse i responsabili della civica amministrazione e della Pro Loco siciliana con i colleghi d’oltr’Alpe per approfondire i rapporti di collaborazione tra le due comunità che hanno avviato un progetto di scambi, oggi in itinere. Si è conclusa in Francia, nel dipartimento della Somme e nella regione della Picardie, a circa 100 chilometri sopra Parigi, a nord, verso il Canale della Manica, la prima fase di un prossimo gemellaggio amministrativo, culturale, scolastico e turistico tra il comune di Cattolica Eraclea, la Pro Loco cattolicese e ben 26 piccoli comuni francesi che fanno parte dell’Unione dei Comuni Bocage Hallue. La comunità cattolicese è stata rappresentata in Francia dal sindaco Nicolò Termine, dal presidente della Pro Loco Giacomo Spoto, dall’ex primo cittadino Nino Aquilino e da Girolamo Rizzuto, che ha abitato nella Somme e che ha tenuto i contatti in questi mesi tra le due comunità. I rappresentanti cattolicesi si sono incontrati con i sindaci francesi, gli assessori e altri consiglieri comunali della comunità di Bocage, con il presidente del consiglio generale Christian Manable ad Amiens e con alcuni dirigenti scolastici locali per programmare durante la prossima primavera uno scambio di alunni di scuola media tra le due comunità.

C’è stato il tradizionale scambio di doni e di targhe tra le due comunità a testimonianza che si vuole costruire una Europa non delle nazioni, ma dei popoli che ancora non si conoscono, nonostante l’Unione Europea e la moneta unica dell’euro. Alcuni sindaci, tra cui quello di Vaux en Amienios Daniel Leleu e il presidente dell’Unione dei Comuni Bocage Hallue Claude Deflesselle, nonché Marc Vignolle e Bernard Binoist, hanno già annunciato che tra la primavera Cattiolica Eraclea - La cerimonia del gemellaggio italo-francese e l’estate prossima verranno in vacanza in Sicilia con un soggiorno ad Eraclea cattolicesi in Francia dove saranno ospiMinoa e chiederanno ai produttori cattati presso le famiglie che restituiranno tolicesi di volere far conoscere l’olio, le la visita dei loro figli entro l’anno scolastimandorle, le arance, il vino e i dolci sui co. Le autorità cattolicesi hanno visitato scuole, impianti sportivi, centri culturali, località turistiche in tutta la regione della Somme da Amiens a Villiers Bocage e a Saint Valery sur Somme. Sono state pure a Thiepval per visitare il Memorial del Circuito del Ricordo con i cimiteri della prima guerra mondiale che ha fatto 11 milioni di morti di 25 paesi del mondo e ben 14 milioni di feriti. Ad Amiens sono state ricevute dal presidente del Consiglio Generale, Christian Manable, che nei giorni scorsi, tra l’altro, è stato eletto senatore della Repubblica di Francia. A fare gli onoCattolica Eraclea - Il brindisi tra le autorità italiane e francesi ri di casa per delegazione cattolicese è stato Daniel Leleu che per due anni consecutivi è stato a Cattolica Eraclea e mercati francesi del dipartimento della ad Eraclea Minoa, in vacanza. Somme, in occasione delle fiere tradizionali, locali e provinciali. E’ previsto un viaggio degli studenti

Cultura popolare

L'abbanniata

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andire, dar pubblico avviso gridando o cantando, vendere all’incanto la mercanzia, imbonimento, è la traduzione che si può dare in italiano al vocabolo siciliano “abbanniata” o “vanniata”. Una volta la merce era conservata “nta li scaffiati” (negli scaffali) dei negozi o delle botteghe; a richiesta del compratore, il negoziante o il bottegaio, prelevava la merce e la consegnava. Il sistema di vendita “merce vista e gradita” è subentrato intorno agli anni ’60 con l’arrivo dei supermercati. In alternativa c’era il venditore ambulante, che portava la sua mercanzia su una cassettina messa a tracolla, su una bicicletta o su un carrettino spinto a mano o trainato dall’asinello. L’ambulante ed il bottegaio, tramite “l’abbanniata” (l’imbonimento), che significa letteralmente: rendere buono, stimolavano il compratore ad acquistare. “La robba abbanniata è mezza vinnuta”, “lu putiaru socc’avi abbannia” sono dei proverbi dei vecchi tempi, che si riferiscono a tale sistema di vendita. Così, i venditori, per meglio essere ascoltati, ma seguendo anche antiche tradizioni, spesso improvvisavano un canto con melodia araba. Ne ricordo uno cantato da un venditore di sale: “megghiu di l’ogghiu ci voli / e ci voli lu sali. / Sali haiu / iu vi vinnu lu sali”. Un’altra “abbanniata” caratteristica che ricordo è quella improvvisata da un venditore di veleni per topi: “Assa pigghia, assa mancia, la camula pei topi”.

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Questi canti spesso rassomigliavano allo stile di canto dei carrettieri, cha a loro volta provenivano dai canti arabi. Alcuni studiosi musicologi, infatti, hanno abbinato questo genere di canto fra quelli popolari. Ma c’era anche “lu tammurinaru” che, suonando il suo tamburo per richiamare l’attenzione della gente girava per le vie del paese e, ad ogni crocevia si fermava e “abbanniava”, annunciando la vendita di un certo prodotto. Si trattava della prima forma di pubblicità della storia.

Vito Marino Soluzione del cruciverba di p.13 del n. 8 (settembre 2014) di Kleos



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Le nostre ricette ARANCINE

a cura di Ina Venezia

Musica

Ingredienti: 1 kg di riso, 85 g di burro, poco più della metà di un dado, 30 g di sale, 2 foglie di alloro, 2 bustine di zafferano, 2,5 l di acqua. Per friggere: farina, acqua, un pizzico di sale, pangrattato. Per farcire: ragù o prosciutto e formaggio (tipo fontina o la classica mozzarella).

P

ortate a bollore l’acqua con tutti gli ingredienti, tranne il riso. Versate il riso, mescolate, aspettate qualche minuto finché l’acqua non avrà ripreso il bollore. Spegnete, coprite e aspettate che il riso si raffreddi. A quel punto il riso avrà assorbito l’acqua e raggiunto un punto di cottura ottimale. Formate le arancine farcendole al centro con il ripieno preferito. Preparate una pastella liquida con acqua, farina e un pizzico di sale. Ricoprite con essa le arancine, rotolatele nel pangrattato e friggetele.

D

Due Ottobre, Festa dei Nonni

a qualche anno si celebra anche la Festa dei Nonni fissata per il due ottobre. A Partanna è stato il Plesso Fontana della Scuola Materna che ha festeggiato i numerosi "nonni" presenti. Per l'occasione Nonna Mita Li Vigni ha recitato una poesia dedicata proprio ai nonni: Li niputeddi Li niputeddi sunnu angileddi Cchiù li talii e cchiù li vidi beddi Si 'un n'hai chista cumpagnia Ti pigghia 'ncoddu la malincunia.

Quannu si cu iddi ti succedi di scurdari puru li to' peni. La vita a ridiri ti torna mentri di gioia ogni cosa s'orna; puru tu, torni picciliddu e pi accuntintarili iochi a mucciareddu. Attornu pari tuttu 'na gran festa La casa risona di li vuci E mentri la iurnata scurri lesta 'nni lu cori ti lassa tantu duci Nonna Mita Li Vigni

a cura di Salvo Li Vigni e Pinob 1. Saint Motel – My type 2. Sia - Chandelier 3. Ed Sheeran – Don’t 4. Queen & Michael Jackson – There must be more to life than this 5. Megan Trainor – All about that bass 6. Mapei – Don’t wait

8. Dear Jack – Ricomincio da te

Lucy

9. Ligabue – Siamo chi siamo

Lucy di Luc Besson, con Scarlett Johansson, Morgan Freeman, Amr Waked, Choi Minsik; Usa - Francia, 2014; colore, durata 90’; azione. La vita ci è stata donata un miliardo di anni fa, che ne abbiamo fatto?". Con questa domanda si apre l’ultimo film del regista francese Luc Besson, al cinema dal 25 settembre. Lucy (Scarlett Johansson) è una ragazza americana che studia a Taiwan. Raggirata dal proprio ragazzo, viene rapita da un boss coreano, Mr. Jang (Choi Min-sik), il quale, insieme ai suoi scagnozzi, la cattura e le immette nello stomaco un pacchetto di droga da contrabbandare. La rudimentale operazione, però, non tiene al sicuro l’oscura sostanza nel corpo di Lucy che inizia ad assorbirla, acquisendo nuove e incredibili capacità cerebrali. Il film prova a mostrare i limiti intellettuali dell’uomo, capace di sfruttare solo il 10% del potenziale mentale e, allo stesso tempo, la sua inadeguatezza ad un uso di maggiore livello. Lucy, non si capisce se per fortuna o per disgrazia, arriva progressivamente al 100% e nemmeno il neuroscienziato Samuel Norman (Morgan Freeman) trova spiegazioni o soluzioni appropriate al caso. È tutta una corsa verso l’ignoto, infarcita di eccessivi effetti speciali atti a riempire i vuoti di una narrazione povera di dialoghi brillanti. Il finale tenta un’insoddisfacente quanto vana riposta alla domanda iniziale, accompagnato dalla voce fuori campo di Lucy: «la vita La locandina del film ci è stata donata un miliardo di anni fa, ora sapete cosa farne». Elenia Teri

"

10. Enrique Iglesias - Bailando

Dj Club Chart a cura Alemix dj 1. Lilly Wood & The Prick and Robin Schulz Prayer In C 2. David Guetta ft Sam Martin - Lovers On The Sun

3. Kiesza - Hideaway 4. Calvin Harris ft. John Newman - Blame 5. Jason Derulo feat. Snoop Dogg - Wiggle 6. Enrique Iglesias - Bailando

a cura del dr. Francesco La Rocca

Ci dissi lu sceccu a lu mulu: semu nati pi dari lu culu. L'asino dice al mulo: siamo nati per sgobbare.

Il proverbio sottolinea la convinzione, molto diffusa nel passato, dell'ineluttabilità del proprio destino e della difficoltà a cambiare condizione: chi è nato per fare lavori umili e di fatica, infatti, è destinato a continuare a farlo.

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Discovery Dance Parade

7. U2 – The miracle

Film - Le nostre recensioni

Antichi Proverbi belicini

Le 10 canzoni più programmate dal 18 settembre al 15 ottobre 2014

7. Stromae - Papaoutai 8. Pitbull - Fireball 9. Clean Bandit - Extraordinary 10. Duke Dumont - Wont look back


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Giochi e svago

Qualche passatempo tra una lettura e l’altra (Lucio Bencivinni)

ORIZZONTALI: 1. Sportello dell’armadio - 5. Carne cotta a fuoco vivo - 10. Tessuto a trama molto rada e sottile - 15. Comune in provincia di Agrigento - 17. Producono suoni intensi e prolungati con frequenza variabile - 18. Benevento - 19. Il primo uomo 20. Intensa campagna pubblicitaria - 22. Beni, ricchezze - 23. Comune in provincia di Cosenza - 24. Bologna - 25. Ciascuno degli anelli che i serpenti formano quando si avvolgono su se stessi - 26. Combattimento, duello - 27. Nulla Osta Sicurezza - 28. Organo propulsore di navi e aeromobili - 29. Cantautore italiano - 30. Nella pallavolo è l’azione difensiva che i giocatori di una squadra oppongono alle schiacciate di un avversario - 31. Primo stadio di insetti soggetti a metamorfosi - 32. Città della Sardegna - 33. Etichetta apposta su prodotti commerciali - 34. Un saluto nell’antica Roma 35. Bastoni usati nella lavorazione del lino e della canapa per separare le fibre tessili da quelle legnose - 36. Persona tanto somigliante a un’altra - 37. NordOvest - 38. Strumento musicale a fiato - 39. Limpida, nitida - 41. Ghiandola endocrina - 42. Figura della mitologia greca - 43. Simbolo chimico dell’indio 44. Si esibisce nell’arena durante una corrida - 46. Antica città greca sita sulla costa sud-occidentale della Sicilia - 48. Gracile, delicato - 49. Vino liquoroso prodotto nella provincia di Trapani 50. Continente della Terra. VERTICALI: 1. Nel gioco del lotto è la combinazione di due numeri estratti sulla stessa ruota - 2. Avverbio - 3. Trento - 4. Ancestrale - 5. Tirchia, spilorcia - 6. Parti legnose dell’albero - 7. Riserva Generale Orientata - 8. Zoo senza capo - 9. Veicolo agricolo - 10. Grosso recipiente di terracotta - 11. Il cane di Ulisse - 12. Donne colpevoli - 13. Simbolo chimico dello zinco - 14. Dispersione di minutissime particelle in un gas - 16. Pianta sempreverde - 17. Momentanea interruzione di un’attività - 20. Razzo luminoso di segnalazione - 21. Veicoli che viaggiano su rotaie - 22. Il punto più alto - 23. Adatti, adeguati - 24. Vento freddo di tramontana - 25. Ceppo linguistico di origine indoeuropea - 26. Giocatore di pallacanestro - 27. Frazione del comune di Paceco - 28. Sostanza costituita da gomma vulcanizzata - 29. Popolo polinesiano - 30. Principale porto dell’Eritrea - 32. Struttura portante di un’imbarcazione - 33. Attrice italiana - 35. Punteggio di alcune discipline sportive - 36. Mobile su cui ci si siede - 38. Casa automobilistica tedesca - 39. Il Guglielmo leggendario eroe svizzero - 40. Nella mitologia greca era figlio di Anchise e di Venere - 41. Istituto per la Ricostruzione Industriale 42. Mia in latino - 43. Istituto Tecnico Industriale - 45. Simbolo chimico dell’osmio - 46. Strada Statale - 47. Simbolo del nanosecondo.

L'artista del mese SAINT MOTEL – My type di Salvo Li Vigni

C

ari lettori Kleossiani, questo mese vi propongo un gruppo indie rock americano di Los Angeles, la cui musica è stata descritta in diversi modi, da "dream pop" a "prog indie". La band è composta da A/J Jackson (voce/chitarra), Aaron Sharp (chitarra solista), Dak (basso) e Greg Erwin (batteria). Stiamo parlando dei Saint Motel. In effetti il loro ultimo pezzo, “My type", non è una novità assoluta, essendo stato rilasciato nello scorso giugno, ma solo adesso sta trovando il successo che merita ed è pure difficile che passi inosservato. Infatti le sonorità prettamente anni '70, risaltano subito all’orecchio. Ma ciò che più mi ha colpito sono i video. Ebbene sì, i video. Infatti i Saint Motel hanno deciso di realizzarne due: uno ambientato negli anni '70, con camicie a fiori ed ambientazioni stile Starsky e Hutch, e un secondo che è un vero tributo all'Italia, a Raffaella Carrà e allo storico programma Milleluci. Nel video, grazie ad un abile fotomontaggio, il cantante A/J Jackson balla insieme ad una splendida e giovanissima Carrà.

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Salute Vaccino, un efficace presidio contro le malattie o un’inutile fonte di rischi?

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i stiamo avviando molto spediti al mese di novembre, che come tutti noi sappiamo è il mese delle vaccinazioni. E come al solito sempre la stessa domanda risuonerà tra le mura domestiche di giovani genitori, di anziani, o di qualsiasi persona che semplicemente vorrebbe risparmiarsi la solita antipatica e sofferente settimana di influenza: conviene vaccinarsi? Mai come adesso quest’argomento è attuale e fortemente dibattuto, in quanto sono addotte valide ragioni teoriche sia da una parte che dall’altra. Innanzitutto è bene ricordare come la storia dei vaccini rappresenta il trionfo della medicina sulle malattie. Grazie alle vaccinazioni infatti sono state debellate malattie che hanno causato in passato tantissimi morti, dalla “rabbia” alla “poliomelite”, al “tetano”, fino ad arrivare ai nostri giorni, con l’ideazione e la produzione di marca italiana, del vaccino contro l’ebola, che più che una certezza al momento rappresenta una speranza. Le vaccinazioni contro Difterite, Tetano, Poliomielite ed Epatite B sono state introdotte come obbligatorie, e l’obbligatorietà permane tuttora. Dunque che le vaccinazioni siano utili lo dicono i numeri. Esistono malattie, come il vaiolo, che sono praticamente scomparse dalla faccia della Terra, tanto che non si procede più alla vaccinazione. È vero peraltro che i vaccini stessi possono causare, in alcuni casi, effetti collaterali gravi, tanto che è previsto uno specifico risarcimento da parte dello Stato in caso di danno da vaccino. Il primo effetto collaterale cui si può andare incontro nella vaccinazione è lo shock anafilattico, ossia una grave forma di allergia in cui l’organismo reagisce immediatamente al corpo estraneo immesso nell’organismo causando una abnorme risposta immunitaria che può causare broncospasmo fino ad arrivare alla morte. È inutile dire che la percentuale che si manifesti tale evento è ampiamente sotto lo zero (un caso su un milione). Purtroppo oltre alle conseguenze acute, possono manifestarsi conseguenze a lungo termine, che possono portare a gravissimi danni: sono riportati casi di meningite asettica, convulsioni, patologie autoimmuni e gravi forme di neuropatie, in cui il sistema immunitario è talmente tanto stimolato ed iperproduttivo da attaccare gli stessi tessuti neuronali, riportando danni talvolta irreversibili.

Un'indagine condotta dall’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza, riporta che il 23 % dei genitori teme che gli effetti immediati dei vaccini possano essere rischiosi, un altro 18 % preferisce evitarli ritenendo probabili conseguenze negative per il futuro dei propri figli. L’indagine riporta anche una relativa ignoranza da parte dei genitori sull’esistenza stessa di alcuni vaccini: il 60% sceglie il vaccino per morbillo, parotite e rosolia, ma solo uno su due vaccina i figli contro lo pneumococco e meno di uno su tre per il meningococco C, rispondendo negativamente alla domanda sulla conoscenza dell’esistenza di tali patologie. Dunque nell’era dell’informazione la popolazione si “rifugia” sull’esperienza del pediatra o del farmacista nell’affrontare determinati argomenti, e comunque rimane molto restia nell’utilizzo dei vaccini non obbligatori, arrivando ad un picco minimo nel caso dei vaccini anti-influenzali, scelto solo nel 10% dei casi. Inoltre c'è un buon 35% di mamme e papà che non disdegnano di provare la vaccinazione antinfluenzale con metodi alternativi, ad esempio con l'omeopatia! A tal riguardo i miei assidui lettori sapranno sicuramente il mio giudizio sull’argomento per cui mi astengo da ogni ulteriore commento… In questa disaffezione giocano sicuramente un ruolo le resistenze dei genitori che, poco informati sui vaccini, finiscono a volte per credere alle tante dicerie che circolano sul conto di questi presidi di prevenzione: il 5%, ad esempio, li considera semplicemente inefficaci. Il 90% dei genitori va su internet per trovare informazioni sui vaccini e anche se il 70% è a conoscenza dell'esistenza di siti certificati e qualificati dove trovare notizie corrette, in rete si possono trovare siti anti-vaccinazioni che riferiscono di pericoli oggettivamente preoccupanti: i vaccini sono stati accusati di provocare l'autismo, malattie autoimmuni, sclerosi multipla e altre patologie neurologiche, perfino tumori. Nonostante non ci siano prove reali e documentate e anzi, sia invece certo il beneficio delle vaccinazioni per sventare i ben più certi rischi derivanti dalle malattie che combattono, tuttora quattro genitori su dieci si fanno bloccare dalla paura. L'”antidoto” a questi infondati timori può essere proprio il pediatra, a cui rivolgersi per chiarire dubbi e incertezze.

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Libri Un'estate di novità librarie alle Scuderie del Castello a cura di Antonino Pellicane "IL PIACERE DELLA LETTURA” di Giuseppe Petralia E’ perfettamente inutile disquisire e interrogarsi sulla grande valenza della lettura perché un libro è per antonomasia il cibo quotidiano della mente, l’alimento fondamentale della nostra vita, constatata la sua funzione di motore portante della crescita culturale e intellettiva. Asseriva Aidan Chambers che leggere non comporta solo la decodificazione dei segni tracciati sulla carta, ma consente di poter vivere infinite vite e storie, immergersi e riflettere sulle vicende virtuali dei personaggi, al fine di comprendere meglio noi stessi. Giuseppe Petralia, mio caro e prezioso amico, amava visceralmente i libri, infatti, la lettura ha permeato totalmente il suo vissuto quotidiano. L’attività di giornalista, che portava avanti instancabilmente con la collaborazione per alcune testate regionali e quella di pubblicista per “Il Giornale di Sicilia”, insieme alla grande passione per i best seller, hanno caratterizzato la sua interiorità, lo studio e gli affetti più reconditi. Oggi, grazie all’azione accorata di un gruppo di amici, vede la luce, purtroppo postuma, la stupenda pubblicazione “Il piacere della lettura”, ossia un libro che contiene le recensioni e le interviste fatte on line ai maggiori rappresentanti del panorama letterario contemporaneo, con particolare attenzione agli scrittori di gialli, di noir, ma soprattutto per i grandi romanzieri, oltre ai saggisti e alle opere di divulgazione storico-politica. I lavori recensiti da Giuseppe Petralia insieme alle intelligenti e curate interviste offrono gli strumenti necessari per avvicinare i lettori alla conoscenza delle novità librarie in modo consapevole ed esaustivo, presentano le possibili chiavi interpretative delle opere, mettendone in luce le peculiarità stilistiche, oltre a contestualizzarle all’interno di più ampi filoni letterari. Se per Borges leggere è più nobile che scrivere, Peter Bichsel conveniva che la scrittura e la lettura sono entrambe esercizi solitari, pertanto, tutta la letteratura altro non è che una forma di solidarietà fra le due solitudini e, in tale contesto, “Il piacere della lettura”, collocandosi agevolmente nel variegato panorama della cultura, consente meglio di controllare le nostre passioni e dare respiro a quell’amena follia che è la vita. “SCRITTI A MANO” AA.VV. Prodotto da un laboratorio di scrittura, sapientemente curato da Beatrice Monroy, “Scritti a mano” è una raccolta di racconti-brevi di AA.VV., data alle stampe per i tipi di Navarra Editore. Quello che unisce i giovani scrittori è l’ostinata insistenza che traspare nel provare a riconciliare gioia e sofferenza nel tessuto della vita odierna, pertanto gli ambienti descritti come le vicende che ruotano all’interno delle loro narrazioni sono luoghi dell’anima e della memoria, un’aria che si respira, un modo di essere e di guardare il mondo. Ogni storia è il tragicomico resoconto delle problematiche attuali, veri drammi sociali che trasformano il corpo e la psiche delle persone e vanno dal disagio giovanile alla solitudine degli anziani,

passando attraverso le vicissitudini dell’integrazione nel tessuto sociale. Tutti i personaggi vengono fotografati nel loro essere, in quel punto della vita che è oltre il confine del non ritorno, ossia vite sospese o intrecciate, cariche di interrogativi, tutte confezionate con maestria ed arte. La vecchiaia e la solitudine, l’incertezza del futuro e il dolore della detenzione, l’abominio sui minori e sulle donne sono raccontati con una prosa elegante e netta, talvolta con il velo dell’ironia che attenua la voragine oscura della quotidianità, spesso celata sotto l’abituale scorza della passività e dell’indifferenza. Tutto sommato un lavoro encomiabile, in cui emergono le buone capacità dei narratori, ma soprattutto la loro sensibilità di acuti osservatori della società odierna. "IL CANCRO DELLA CORRUZIONE” di Claudio Mungivera Dalla vicenda della Banca Romana del 1888 all’inchiesta Saredo di Napoli, dallo scandalo INGIC nella gestione delle imposte di consumo, fino al ciclone di Mani Pulite che spazzò via la cosiddetta Prima Repubblica, l’Italia ha visto il susseguirsi di un fiume di illeciti oltre all’abnorme sistema delle tangenti che per anni ha mantenuto un’intera classe politica nello squallore della corruzione. Il saggio “Il cancro della corruzione” di Claudio Mungivera ripercorre la tappe più significative della lotta alla corruzione, guidando il lettore in modo semplice e chiaro sui meccanismi di prevenzione e repressione con un puntuale excursus sui grandi episodi di corruttela avvenuti in Italia, talvolta, in un passato non molto lontano. Opera di grande interesse, coinvolgente e curata sotto l’aspetto documentale, dà l’opportunità di approfondire le cause dell’illegalità, il turpe ricorso al guadagno illecito o l’accettazione del sopruso e della violenza privata, della precaria salvaguardia dei diritti, soprattutto quelli che investono la sfera della quotidianità e in particolare il mondo della scuola, della sanità e del lavoro, fino al diritto di vivere con dignità. L’opera è un’attenta analisi storica di quel “cancro” che, talvolta, si intreccia strettamente con l’inamovibilità di taluni dirigenti e funzionari i quali, approfittando di quelle regole morte, fatte passare per “procedure”, riescono a nuotare nella palude senza rispondere del loro operato e degli obiettivi alla base della convivenza civile. Nella seconda parte del saggio vengono divulgate quelle problematiche contemporanee di cui la cronaca giornalmente ci fa conoscere i risvolti più emblematici con le loro ripercussioni sull’ambiente: lo smaltimento dei rifiuti in Campania e le ecomafie, la Terra dei fuochi e i roghi tossici. Appurato che in Italia la corruzione è la più alta fra tutti i Paesi occidentali, la ricerca delle cause non può fermarsi solo alla malavita organizzata, dimenticando quei fattori come l’inefficienza della macchina giudiziaria, la legislazione farraginosa ed ambigua o la stagnante burocrazia, che hanno fatto affievolire il più efficace antidoto alla corruzione, ossia la condanna di coloro che non rispettano le regole. Nonostante il quadro impietoso e desolante del fenomeno, espressione di una casta malata, dedita ad insaziabile frenesia di accumulo e di guadagni, il messaggio di congedo è un grido di speranza e di fiducia, l’auspicio di un risveglio dell’interesse collettivo per poter riaffermare i valori portanti di civismo e il rispetto delle regole del vivere, additando la strada dello sviluppo nella legalità.

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Unione Europea

Fondo Sociale Europeo

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro! Programmazione Fondi Strutturali 2007/2013 Programma Operativo Nazionale “ Competenze per lo Sviluppo” Azione: C1 Interventi per lo sviluppo delle competenze chiave (comunicazione nelle lingue straniere)

C-1-FSE-2014-424 Soggiorno linguistico a LONDRA a.s.2014/15

“Learning English Abroad 1 e 2”

LʼI.I.S.S. “ M. Cipolla” di Castelvetrano premia il merito. Mercoledì 1 ottobre, sono rientrati in sede 31 studenti frequentanti il quarto e il quinto anno dellʼIISS “M. Cipolla” di Castelvetrano dopo 3 settimane di soggiorno studio svoltosi a Londra grazie a due progetti , “Learning English Abroad 1 ” e “Learning English Abroad 2”, finanziati dal Fondo Sociale Europeo Programma Operativo Nazionale azione C1-FSE-2014-424. Il Dirigente Scolastico, dott.ssa Gaetana Maria Barresi ha espresso grande soddisfazione per questa iniziativa che ha premiato i ragazzi che si sono distinti per merito, impegno e titoli acquisiti nel corso dellʼanno scolastico. Durante le tre settimane di soggiorno svoltosi dallʼ 11 settembre al 1 ottobre, i due gruppi, accompagnati da docenti della scuola, hanno avuto modo di frequentare un corso di lingua inglese della durata di 60 ore per potenziare le loro competenze comunicative e conoscere gli aspetti più significativi della cultura inglese. Al rientro in Italia, gli studenti sosterranno esami linguistici per lʼacquisizione delle Certificazioni Europee della lingua inglese di livello B2 presso Enti Certificatori esterni alla scuola e riconosciuti dal MIUR .


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