Pian d'Albero

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Pian d’Albero Putignano

KLeINER

FLuG


INTRODUZIONE Il 20 giugno del 1944 è sicuramente uno dei giorni più drammatici della Resistenza nella provincia di Firenze. Di primo mattino le truppe tedesche attaccano Pian d’Albero cogliendo di sorpresa i partigiani, in gran parte reclute, che avevano trascorso lì la nottata. La Brigata Sinigaglia viene colpita duramente e rischia di dissolversi, ma riesce a risollevarsi partecipando da protagonista alla liberazione di Firenze ad agosto. Nell’episodio di Pian d’Albero si intrecciano molte storie: quella dei tanti ragazzi che trovarono la morte nel casolare, quella di coloro che vennero catturati e poi impiccati a Sant’Andrea, quella di chi riuscì a fuggire e a salvarsi. Pian d’Albero, però, è anche e soprattutto la vicenda di una famiglia contadina, quella dei Cavicchi, che abitava il casolare e che a quei giovani aveva dato aiuto e ospitalità e per questo venne tragicamente decimata, perdendo in un solo giorno nonno, padre e figlio di neanche quindici anni. Con questa graphic novel sobria, ma anche appassionata, Pierpaolo Putignano riesce a coinvolgerci nelle loro vicende. Faremo così conoscenza con i Cavicchi, dal vecchio Giuseppe, al giovanissimo pastore Aronne. Leggeremo dei tanti giovani che disertarono la leva e si unirono alle formazioni partigiane. Erano spesso poco più che adolescenti con poca consapevolezza politica ed esperienza militare, doti che saranno acquisite solo strada facendo. Avevano però tutti già da subito un ideale ben preciso: un’Italia migliore di quella rappresentata dal fascismo e dalle sue guerre. Ricordarli senza retorica, ma con impegno civico, è un dovere di tutti noi. Grazie alle pagine di questo bel fumetto abbiamo un modo per farlo anche con piacere. Matteo Barucci, Gabriele Mori Istituto Storico della Resistenza in Toscana


Pian d’Albero e i nostri cuori La produzione di una graphic novel sulla storia della famiglia Cavicchi e dell’eccidio di Pian d’Albero si colloca nella continua ricerca di un modo pervasivo, che lasci traccia e segno, di quegli avvenimenti che hanno caratterizzato l’estremo trauma del passaggio nazi-fascista nel Valdarno. La più grande difficoltà per un amministratore pubblico al tempo dei social è costruire un percorso che permetta ai più giovani di incuriosirsi circa la storia recente della propria comunità. Ed è per questo un lavoro continuo che sovrappone interventi su interventi alle consuete commemorazioni. Con quest’operazione abbiamo voluto offrire un doppio canale di promozione della storia: un saggio storico e un adattamento a fumetti. La scelta del fumetto ha permesso e permetterà di diffondere fluidamente questa storia, specie per le giovani generazioni che oggi spesso approcciano la cultura partendo da questo mezzo. Però, lo stesso, è un caposaldo anche delle generazioni meno giovani che son cresciute con le strisce dei giornali o i fumetti della Bonelli. Nella storia della Brigata Sinigaglia e della famiglia Cavicchi resta il cuore della nostra comunità, che in questi ultimi anni ha scelto sempre più spesso di ritrovare il proprio rapporto con la storia, raggiungendo il casolare e ripercorrendo i sentieri che conducono lassù. Non abbiamo un Fenoglio o un Vittorini a raccontare la Resistenza a Figline e Incisa. Abbiamo però Aronne Cavicchi. Giovane, innocente, martire a sua insaputa e volontà, che si pone alternativamente al centro e ai margini della storia. Resta sullo sfondo per poi essere illuminato nel momento in cui la tragedia viene socializzata come brutalità umana, contro la quale il giudizio storico ha fatto il suo corso e dalla quale ci si deve e dovrà sempre guardare. Non va dimenticato il sostegno fondamentale dei ricercatori Matteo Barucci e Gabriele Mori, in nome dell’Istituto Storico della Resistenza Toscana, senza i quali non ci sarebbe stata questa opportunità, oltre alla casa editrice Kleiner Flug che ha fatto diventare la promozione della storia e dell’arte verso il pubblico più difficile, la propria missione. Ultimi ma non ultimi, i veri protagonisti di questa narrazione: i testimoni di allora e i sopravvissuti alla vicenda, i partigiani tutti, i contadini, gli Alleati. Tutti coloro che hanno contribuito alla Liberazione dal nazi-fascismo e che con fatica e il lutto al braccio, hanno costruito il paese e la democrazia. Giulia Mugnai Sindaco di Figline e Incisa Valdarno Mattia Chiosi Assessore alla Cultura Figline e Incisa Valdarno


figline valdarno, giugno 2016.

perchĂŠ hai voluto che ti portassi qui?

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carlo, sono io il vecchio rimbambito, non tu.

lo so, ma hai insistito perché ti portassi qui in questo periodo dell’anno...

siamo qui perché ci sono nato e cresciuto.

e lo sento quando hai delle preoccupazioni che ti assillano e non vuoi parlarne...

uhm... hai ragione. c’è un motivo per cui ti ho chiesto di riportarmi qui proprio durante questo periodo.

certo che lo so, ma non hai mai voluto raccontarmi nulla...

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“tu sai che da ragazzino ho combattuto contro i nazifascisti.”


e io questo l’ho sempre rispettato, ma ho sempre desiderato saperne di più...

ho visto e fatto cose che mi rendono fiero di me...

e altre che credevo dovessero morire con me.

vedi... ...in realtà ho sempre pensato a te come a un eroe.

“la guerra e la morte non hanno nulla di eroico.” “quello lascia che lo dicano i film...”

“in realtà, sono solo oscene, come le pose dei cadaveri che ci si lasciano alle spalle.”

ma, a volte, capisci che è necessario fare delle scelte dure... imbracciare le armi.

babbo!

combattere contro ciò che ritieni profondamente sbagliato. alcuni lo chiamano coraggio morale.

“io l’ho capito presto.”

posso vivere in un paese migliore.

poi, quando la puzza del sangue e della cordite svanisce, ti dici...

chi verrà dopo di me avrà davanti un futuro di libertà.

“ok! ho fatto la mia parte.”

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“cominci a dar credito a quella faccenda dei corsi e dei ricorsi storici.”

“poi guardi i telegiornali, leggi i quotidiani e ascolti dichiarazioni...”

“e realizzi che si è rimasti veramente in pochi a poter tramandare i propri ricordi a un paese che sta dimenticando.”

ma...

e dato che il corpo ormai non mi accompagna più, bisogna agire fin quando la testa funziona ancora.

babbo, ne sei sicuro? voglio dire, dopo tutti questi anni...

e cercare di dire a tutti quello che si è vissuto.

Pian d’Albero

se ne sono sicuro? buffo. tutto iniziò con questa domanda, poco lontano da qui. a...

Testi e disegni: Pierpaolo Putignano

ne sei sicuro?

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come, signore?

non sei troppo piccolo per sparare alla gente?

ti ho chiesto se sei sicuro di voler combattere...

e mio nonno è un carretto!

ho diciassette anni!

ehm... quindici...

ecco.

quindici o diciassette, dovresti essere a casa a giocare. o a dare una mano con le faccende.

non vuol dire che non faccia schifo lo stesso!

oh, andiamo. c’è una guerra... chi gioca più?!

“ volevo unirmi ai partigiani e li trovai al casolare di pian d’albero. a causa del maltempo, avevano deciso di fermarsi lì per la notte, prima di proseguire verso i rifugi della brigata sinigaglia.”

vieni dentro, tra poco pioverà.

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“nella casa vivevano alcuni sfollati e i proprietari.”

“nonno giuseppe e paolo cavicchi.”

“papà norberto e mamma cavicchi.”

“i piccoli giuseppina e orlando cavicchi...”

“e aronne cavicchi, di quattordici anni.” “...come accadeva spesso all’epoca, abbastanza grande per dare una mano con le faccende di casa.”

“anche lui troppo piccolo per combattere, ma...”

“il giorno prima, una pattuglia aveva incrociato una topolino tedesca.”

“c’era una certa agitazione...”

“uno degli occupanti era stato ucciso...”

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“l’altro era fuggito e aveva dato l’allarme, mettendo i tedeschi sul chi vive.”

“quella notte, si pensava di trasferire in brigata i nuovi arrivati...”

ormai ci siamo, domani raggiungiamo gli altri.

era ora. tutti questi ragazzi disarmati...

e solo il nostro piccolo gruppo di scorta, lì fuori...

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...non mi sento tranquillo.


dovrebbero sapere da dove passare per sorprenderci...

non preoccupiamoci. domani saremo tutti al sicuro.

quanto si sbagliava...

vuoi dire che...

ci presero con le brache calate.

sapevano benissimo dove trovarci.

e come colpirci.

ancora oggi, cerco di capire come fecero. fatto sta...

“...che, prima dell’alba del 20 giugno, paracadutisti della quarta divisione...”

“...si mossero velocemente e, forse guidati dalle tracce della topolino...”

“...oppure da alcuni prigionieri, catturati il giorno prima...”

“...ci raggiunsero e presero posizione.”

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“l’alba nebbiosa del 20 giugno trovò molti di noi in attività.”

“nonno cavicchi rigovernava i maiali.”

“aronne aveva già riportato le pecore all’ovile.”

“orlando portava il latte a badia a monte scalari.”

“altri preparavano il pane.”

“alcuni iniziavano a prepararsi per andar via.”

“mamma cavicchi si recava al pozzo.”

“ignara di essere seguita da occhi malevoli.”

warte...

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