Leonardo da Vinci è un uomo mite e pacifico, dedito all’arte e alla scienza. Sta lavorando sul Colosso, il monumento equestre per Francesco Sforza. Un lavoro
a cui dedica oltre dieci anni della sua vita e che concepisce attraverso l’uso di nuovi metodi di fusione. A seguito della fine della Pace di Lodi, con la discesa in Italia di Carlo VIII di Francia, il bronzo che doveva comporre la statua servirà invece a fabbricare cannoni. Neanche cinque anni dopo, nel 1499, il modello di argilla della
scultura è distrutto dalle truppe francesi entrate a Milano e lo stesso artista è costretto ad abbandonare la città, cominciando una vita errabonda, segnata dalle difficoltà economiche e dai problemi, passando per Mantova, Venezia e Firenze, sempre alla ricerca della serenità. Leonardo vive sulla sua pelle il passaggio tra due ere, quella della seconda metà del 1400 che permette al fioritura degli splendori rinascimentali e quella di inizio 1500 che prelude invece a un nuovo secolo di sanguinosi scontri politici.