karnenu-numero-2-5776-dicembre-2015

Numero 2/5776 - Dicembre 2015 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Roma - Contiene I.P.

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KARNENU

EDITORIALE Il mondo di oggi cambia velocemente e più passano gli anni e più la velocità di cambiamento aumenta. Comprendere i cambiamenti è dunque fondamentale per correggere la rotta.

In questo numero di Karnenu abbiamo cercato di raccontare come è cambiato il Keren Kayemeth LeIsrael in 115 anni. Da una parte ci sono stati enormi cambiamenti esterni, da una terra ancora da trasformare ad un Paese con crescenti necessità energetiche e idriche, da una visione particolare ad una visione generale delle problematiche ambientali, mentre dall’altra ci sono stati anche grandi mutamenti all’interno della concezione strategica del KKL. Analizzare questo complesso quadro non è un mero esercizio dell’intelletto, ma serve a farci riflettere su cosa stiamo facendo, dove stiamo andando, come ci stiamo rinnovando e quanto invece abbiamo ancora da cambiare.

Possiamo dire che il grande lavoro di sviluppo e ricerca, ma soprattutto la volontà di condividere i risultati con altri Paesi, rende il KKL molto “moderno”, internazionale, attento alle esigenze

ambientali del mondo e non solo a quelle di Israele.

L’adozione di vari progetti in Kenia, Etiopia, Ruanda indica chiaramente la strada del futuro del KKL. Progetti definiti “goccia a goccia” perché non vogliono cambiare il mondo intero, ma un solo campo, un solo villaggio alla volta. Progetti che in Africa stanno portando l’energia elettrica e la coltivazione di verdure nei villaggi.

Gli uomini che hanno successo cercano sempre nuove opportunità per aiutare gli altri. Dunque oggi il KKL è una organizzazione ambientale formata da uomini di successo, e loro sono la dimostrazione che il popolo di Israele è un popolo di successo, perché per noi ebrei aiutare chi sta meno bene è un imperativo morale.

Raffaele Sassun

SOMMARIO 2 Le origini

Yaacov Shkolnik

N. 2/5776 - Dicembre 2015 Registrazione numero 208/2006 del 24-05-2006

8 Il riscatto della terra

Editore: Rivista della Fondazione KKL Italia Onlus Sede: Via P. A. Micheli, 53 - 00197 Roma Tel. 068075653- Fax 068078960

10 Il paesaggio delle dune prende una forma nuova

Yaacov Shkolnik

18 Dal tubo dello champagne al biofiltro

Manuel Di Segni

Direttore Responsabile Nicola Zecchini direttorekarnenu@kkl.it Caporedattore e coordinamento Martina Mieli ufficiostampa.kkl@gmail.com Redazione Shariel Gun,Valentina Funaro Progetto grafico e stampa STAMPERIA ROMANA Srl - INDUSTRIA GRAFICA ®

Per la vostra pubblicità e per comunicazioni: kklroma@kkl.it Contiene I.P.

Shariel Gun

20 La foresta nel deserto

Martina Mieli

22 Il nuovo volto del KKL

Raffaele Sassun

28 Due boss a confronto

Martina Mieli

30 Coltiviamo educazione nelle future generazioni 32 KKL Expo Mission 34 Omnibus

Gabriel Cioffi

LE ORIGINI Volevano, ma avevano paura.

Fu Herzl in persona a mobilitarsi per cambiare la decisione del V° Congresso Sionista: era giunta l’ora di istituire il KKL

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YAACOV SHKOLNIK Ya’acov Shkolnik è nato in Israele nel 1954. È stato membro del kibbutz Malkiya e guida turistica nella Haganat Hateva. Laureato presso la Facoltà di Agraria, all’Università Ebraica di Gerusalemme, è un considerevole storico dello Stato di Israele. Scrive gli itinerari dei siti del Keren Kayemeth LeIsrael.

Yaacov Shkolnik Ci sono momenti che si fissano per sempre nella storia di un popolo.

Uno di questi momenti fondanti si verificò il 29 dicembre 1901 a Basilea, fuori dalla sala del casinò in cui si era riunito il quinto Congresso Sionista. In quel momento, Johan (Yona) Karmenizki scoppiò a piangere. Karmenizki, ingegnere elettrico, industriale e sionista attivo, piangeva perché i delegati del Congresso avevano deciso di votare contro l’istituzione del Keren Kayemeth LeIsrael. Il giurista Max Bodenheimer aveva chiesto una precisa formulazione giuridica degli scopi del Fondo, prima della sua approvazione: 81 delegati votarono contro e 54 a favore.

Il quinto Congresso Sionista aveva messo ai voti un’idea formulata qualche anno prima da Zvi Hermann Schapira, un professore di matematica all’Università di Heidelberg. Nel 1897 Schapira salì sullo scranno del primo Congresso Sionista e propose di raccogliere del denaro da tutti gli ebrei del mondo, per istituire un fondo ebraico. Due terzi del denaro raccolto avrebbero costituito un fondo per l’acquisto di terre, mentre il restante terzo sarebbe stato dedicato alla conservazione delle ter-

re acquistate. Un ulteriore principio fissato da Schapira era che la terra acquistata rimanesse di proprietà del Fondo. Ma Schapira morì otto mesi dopo la sua proposta.

Tornando al quinto Congresso, Karmenizki pianse perché di volta in volta aveva visto come i delegati respingessero l’istituzione del Fondo. Egli riteneva infatti che soltanto per mezzo di un Fondo Nazionale sarebbe stato possibile far ritornare il suolo della Terra d’Israele al Popolo Ebraico. Credeva che soltanto in questo modo si potesse cambiare la realtà del Popolo che viveva in esilio da duemila anni.

Al momento della votazione Theodor Herzl stava fuori dall’aula dell’assemblea plenaria, qualcuno corse a raccontargli delle lacrime di Karmenizki, e Herzl si affrettò a ritornare in sala. Quando Herzl voleva qualcosa, non c’era nulla che potesse sbarrargli la strada. Trovò un difetto tecnico nella votazione e chiese una nuova votazione. Dopo un lungo dibattito si rivolse agli astanti esclamando: “Questa volta non vogliamo sciogliere l’assemblea senza aver compiuto l’opera. Sta a voi decidere se rinviare l’istituzione del Fondo per altri due

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role sul Sionismo alla fase dei anni, o anche fino alla venuta fatti. del Messia”.

Yona Karmenizki fu nominaTutta l’aula urlò “No”. to primo Presidente del KKL, Herzl mise nuovamente la questione al voto, stabilendo che “Il Fondo è proprietà del Popolo Ebraico tutto”. Al momento della votazione sull’aula calò il silenzio. Pochi minuti dopo Herzl annunciò i risultati della votazione: 105 voti a favore, 82 contrari. Il 29 dicembre 1901, alle ore 19:40, nacque il Fondo Nazionale Ebraico. Yona Karmenizki si asciugò le lacrime e fece la prima donazione: 10 Lire sterline; gesto immortalato sulla prima pagina del primo volume del Libro d’Oro del KKL. Anche Bodenheimer, nonostante la sua opposizione iniziale, fece una generosa do- Dall’alto in senso orario nazione. Il Popolo d’Israele era Max Bodenheimer e Zvi Hermann Schapira, passato così dalla fase delle pa- Yona Karmenizki e Nehemia De Lieme.

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aprì una sede a Vienna e da lì iniziò a operare. Karmenizki capiva che i soli benefattori non avrebbero potuto riscattare la Terra d’Israele e che era necessario ridestare il popolo.

La sua prima misura presa fu la stampa dei francobolli del KKL. Il loro acquisto in massa da parte dei figli d’Israele avrebbe consentito al Fondo di acquisire ulteriori finanziamenti per le sue attività e, al contempo, di far giungere un messaggio al mondo ebraico: per mezzo del KKL ritorneremo alla nostra terra patria.

Il primo francobollo emesso, il “Francobollo di Sion”, fu stampato in 30 milioni di esemplari e diffuso in tutto il mondo ebraico. Molti ebrei iniziarono ad apporre i francobolli del KKL sulle loro lettere, accanto

La Federazione Sionistica Mondiale La Federazione Sionistica Mondiale è una confederazione generale che unisce tutti gli organismi sionistici nel mondo, fra cui il KKL, che hanno operato per la creazione di un focolare nazionale in Terra d’Israele. La Federazione Sionistica prosegue la sua attività anche oggigiorno, concentrandosi principalmente sull’incoraggiamento alla Aliyà, sulle relazioni fra lo Stato d’Israele e l’ebraismo diasporico, sull’educazione sionistica e sulla lotta all’antisemitismo. La sede della Federazione Sionistica Mondiale si trova in Via del KKL 1 a Gerusalemme, in uno stabile condiviso insieme con l’Agenzia Ebraica e il KKL. ai francobolli ufficiali dei Paesi in cui vivevano. Le somme di denaro derivatene non furono elevate, dato che il valore del Francobollo di Sion fu fissato sulla base del francobollo di valore minimo in ogni Paese in cui fu diffuso. Ma, attraverso i francobolli del KKL, gli ebrei del mondo vennero a conoscenza dei luoghi il cui suolo era stato riscattato in Israele, dei leader del Sionismo e dei diversi progetti del KKL. I francobolli del KKL infusero la convinzione che il ritorno alla Terra d’Israele fosse possibile.

Ma non solo, il Bossolo bianco e blu fu l’altro strumento di contatto, che attraverso le generazioni ha consentito al grande miracolo dello sviluppo della Terra di Israele. Frutto dell’iniziativa di Haim Kleinman, un impiegato di banca di Nadworna, in Galizia, alcuni giorni dopo la decisione di fondare il KKL, Kleinman inviò una lettera alla redazione di Die Welt, il principale giornale sionista attivo a Vienna, con queste parole:

“Signor redattore! Seguendo il detto ‘soldo su soldo si accumula’, dopo la notizia dell’istituzione del Fondo Nazionale Ebraico, ho predisposto un Bossolo, vi ho incollato sopra un biglietto con la scritta ‘Fondo Nazionale Ebraico’, e l’ho posto in un punto centrale del mio ufficio. Il risultato è stato brillante. Suggerisco di raccogliere in questa maniera le donazioni per il Keren Kayemeth LeIsrael”.

L’idea del sionista patriottico Haim Kleinman fu accolta e nel 1904 si iniziò a produrre i primi bossoli. Anche Theodor Herzl sposò l’idea e addobbò il suo studio con il Bossolo bianco e blu. Era uno strumento efficace e intelligente. Il Bossolo educò bambini e genitori in merito all’idea sionista, consentendo alla partecipazione di ogni ebreo, anche con pochi centesimi, all’idea della rinascita nazionale. In molti luoghi il Bossolo era l’unico simbolo che ricordasse il legame con la Terra d’Israele e il Popolo Ebraico.

Nel periodo fra le due Guerre

Mondiali (1919-1939) il Bossolo si trovava in più di un milione di case e dopo la Shoah, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, iniziò a diffondersi soprattutto in America, Inghilterra, Sud Africa, Australia e paesi dell’America Latina.

L’importanza di ciò sta nel fatto che nel corso dei suoi 50 anni di esistenza, il Bossolo si trovava in due milioni di case ebraiche. Vi sono stati bossoli fino in Islanda, nella giungla dello Zimbabwe, presso la tomba della regina Ester a Susa di Persia, e nei campi di detenzione dell’armata britannica.

Negli ultimi anni, il Bossolo azzurro è ritornato nelle scuole primarie in Israele. Il KKL utilizza adesso il suo amato simbolo come strumento per promuovere l’educazione al verde in Israele. Il messaggio trasmesso dal bossolo bianco e blu contribuirà a costruire la futura forza per la rivoluzione verde che il KKL sta conducendo in Israele.

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115 ANNI

1901

Il 29 dicembre alle 19:40 nasce il KKL durante il V Congresso Sionista

1917

Nascono nuovi centri abitati a sostegno degli Olim

1904 1920

Ben Gurion "faremo fiorire deserto"

Nascita Kibbutz Degania Alef

1909

Quarta Aliyà I Guerra Mondiale

La p Fore des

1930

1924 1932

1914 1918

II Guerra Mondiale

1950

1940

Terza Aliyà

1

I nuo asso dell’

1936 1939

1927

1930

1910

Seconda Aliyà I grandi acquisti di terre

1900

I Congresso Sionista Basilea

1800

1897

1920

Prima Aliyà

1882 1903

Dichiarazione Balfour Fine dominio ottomano

Dichiarazione Stato Israele (14 maggio) Guerra Indipendenza 1948

Sviluppo Negev

1943

1939 1945

1948

2014

43

1950

2010

Sviluppo Centri R&D KKL sbarca in Etiopia, Kenya, Rwuanda, Australia

2000

1960

1971 1972

1990

Centomilionesimo albero piantato Le foreste aprono al pubblico

1970

La prima Foresta nel deserto: Yatir

Operazione Margine Protettivo KKL in aiuto alla popolazione civile

1980

I nuovi Olim: assorbimento dell’immigrazione

1960

1950

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2000 2010

2015

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DI STORIA

Guerra del Libano

Guerra Kippur

1973

2006

Guerra del Golfo

1991

Guerra Sei giorni KKL spiana strada all'IDF

1967

Nuovi orizzonti: lotta alla desertificazione e record bacini idrici

Expo Milano: KKL partner di Padiglione Israele

2015 1980

IL RISCATTO DELLA TERRA

La seconda vita della terra: dall’acquisto alla formazione.

Nasce così la nuova generazione di contadini

Shariel Gun Appena fondato, il Keren Kayemeth LeIsrael iniziò la sua prima missione: riscattare le terre del Paese.

Nel suo secondo anno di attività incominciarono ad accumularsi nelle casse del KKL le prime somme di denaro e nello stesso anno, nel 1902, Isaac Leib Goldberg donò al KKL 200 dunam (20 ettari) della sua terra nei pressi di Hadera. Queste furono le prime terre del KKL. L’acquisto ufficiale della prima terra invece avvenne nel 1904, a Kfar Hittim, vicino Tiberiade. Quello stesso anno furono acquistati i primi 2.000 dunam (200 ettari) delle terre di Hulda e i primi 1.600 dunam (160 ettari) delle terre di Beit

Arif (Ben Shemen), oltre alle terre di Umm Juni e Chatzer Kinnèret, nella Valle del Giordano.

Ben presto il KKL comprese che non bastava acquistare terreni; per provare una reale titolarità era necessario anche lavorare le terre acquistate. Crearono, e nacquero così, le prime fattorie, che formarono operai per lavorare la terra: il metodo funzionò. Dalle fattorie di formazione di Chatzer Kinneret nel 1909 uscirono sei ragazzi e una ragazza, che andarono a lavorare le terre a Umm Juni.

Desideravano dimostrare che gli operai agricoli potevano condurre una vita in autonomia e persino trarne profitto.

Sebbene nessuno desse al gruppo delle probabilità di successo, l’esperimento riuscì: nacque così la prima cooperativa in Israele. Un anno dopo su quella terra fu fondato il gruppo Degania, madre dei gruppi e dei kibbutzim. Nel 2010, per il centenario della fondazione del primo kibbutz, un’invenzione israeliana che affascina il mondo fino ai giorni nostri, il KKL ha contribuito a ricostruire il capannone storico di Degania, divenuto un sito patrimonio nazionale.

Nel 1906 il KKL, per la prima volta nella sua storia, registrò l’acquisto di un terreno per la creazione di un istituto educativo, la Scuola di Arti e Mestieri Betzalel, oggi Accademia di arte e design. In seguito il KKL acquistò delle terre anche per l’Università Ebraica di

In alto il primo Kibbutz Degania fondato nel 1910.

In basso Degania oggi, la cerimonia per il centenario nel 2010.

Gerusalemme e per il Technion (Politecnico) di Haifa, quale segno del suo impegno per l’istruzione e la cultura in Israele. Sulle terre del KKL sono sorti molti insediamenti urbani, che in grande misura hanno determinato i confini dello Stato d’Israele.

Il Kibbutz rappresenta la realtĂ sociale dei due principi fondamentali del Sionismo: la conquista del lavoro e quella della terra

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IL PAESAGGIO DELLE DUNE PRENDE UN FORMA NUOVA L’acquisto delle terre fu soltanto il primo tassello alla creazione dello Stato d’Israele.

Per definire il mosaico, su questa terra bisognava costruire una casa

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Menachem Ussishkin Classe 1863, Ussishkin è stato eletto Presidente del KKL nel 1923 fino alla sua morte nel 1941. Leader Sionista Russo, fu Segretario nel Primo Congresso Sionista; nel 1919 fece l’Aliyah in Palestina e successivamente venne nominato Capo della Commissione Sionista.

Yaacov Shkolnik

Anni ’20: i grandi acquisti

Il KKL aprì il terzo decennio di attività in maniera vorticosa: con l’acquisto di 5.000 ettari di terre nella Valle di Jezreel; il doppio dell’intera superficie che il KKL aveva acquistato sino ad allora. Yehoshua Chenkin, il noto “riscattatore” di terre, firmò l’atto d’acquisto nonostante nelle casse del Fondo non vi fosse la somma necessaria a farlo. Menachem Ussishkin, “l’uomo di ferro” dell’amministrazione del KKL, contribuì a realizzare la transazione. Divenuto poi Presidente del KKL nel 1923, Ussishkin condusse i grandi acquisti di terre.

In questo decennio il KKL investì enormi risorse sia per la bonifica dei terreni che per il risanamento delle paludi disseminate su vaste aree. Servì una immaginazione sfrenata per trasformare dell’acqua putrida, fonte di malaria, in campi fertili e rigogliosi. Il KKL fu anche costretto a ripiantare di nuovo le sue foreste, poiché di tutte quelle piantate fino alla Prima Guerra Mondiale erano rimasti solo pochi alberi.

Nel 1927 fu fondato il “Movimento dei Maestri” del KKL. Grazie a questo movimento il KKL divenne una sorta di “Ministero dell’Educazione” dello yishùv ebraico. Con l’aiuto di questi insegnanti volontari, si iniziò a “coltivare” nelle future generazioni l’amore e il rispetto per la natura e la terra. Le festività ebraiche come Tu BiShvat – Capodanno degli Alberi – e Shavuot – Festa delle Primizie – divennero, per esempio, occasioni speciali dove trasmettere ai più piccoli valori educativi ed ideologici, con formule utilizzate ancora oggi dal Dipartimento KKL Educazione e Gioventù.

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Anni ’30: nuovi centri abitati

In questo decennio giunsero in Terra d’Israele molti immigrati in fuga dalla Germania nazista. Il KKL li aiutò nella fase di inserimento e integrazione nel Paese, ricevendo anche un grande contributo dagli enormi talenti degli “olim”, fra cui molti fotografi, i quali contribuirono ad immortalare e documentare l’opera del Keren Kayemeth LeIsrael.

Nel 1936 scoppiarono i sanguinosi tumulti arabi che si protrassero per tre anni – “La rivolta araba”. Lo yishùv ebraico subì molte vittime e, per freddare gli animi, il governo britannico iniziò ad imporre restrizioni agli acquisti di terre e all’insediamento.

Per tutta risposta il KKL intensificò ancora di più il ritmo del proprio lavoro.

Per poter estendere il territorio dell’insediamento ebraico, prese parte attiva alla creazione di centri abitati nelle zone di frontiera: nel giro di tre anni il Paese contava 53 nuovi centri abitati. Ognuno di questi fu fondato ad una velocità lampo; i materiali grezzi e non lavorati venivano preparati in precedenza e, in poche ore, sorgevano baracche, venivano allestite tende, innalzate mura ed erette torri. Questo sistema di insediamento urbano era noto con il nome di “Homa veMigdal” – mura e torre.

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Anni ’40: uno sguardo al Negev

Il KKL dichiarò il 1943 l’anno della rinascita del Negev e realizzò tre avamposti: Revivim, Gevulot e Beit Eshel. Gli avamposti servirono da stazioni sperimentali per testare le nuove coltivazioni nel Negev, ma, contrariamente alle aspettative, Beit Eshel divenne un abitato fiorente e prospero. Il 20 maggio 1948, cinque giorni dopo lo scoppio della Guerra d’Indipendenza, l’esercito egiziano attaccò Beit Eshel, ma la difesa riuscì a resistere. Gli egiziani però strinsero d’assedio il centro abitato per circa mezzo anno, cannoneggiandolo quasi quotidianamente. I residenti e le truppe di difesa si trincerarono nei bunker e non capitolarono. L’assedio terminò il 21 ottobre 1948, quando l’IDF conquistò Beer Sheva. Oggi, dopo i lavori di restauro di Beit Eshel ad opera del KKL, il luogo è stato dichiarato sito di patrimonio nazionale.

Il KKL è stato compartecipe anche di un’ardita impresa di insediamento, compiuta al termine di Yom Kippur, del 6 ottobre 1946. Quella stessa notte si svolse un’operazione segreta per la nascita di undici insediamenti sulle terre del KKL. Il piano era talmente segreto che, fino al giorno stesso dell’operazione, gli stessi interessati non sapevano dove i camion li avrebbero portati. Gli avamposti e gli undici siti d’insediamento furono le basi che includeranno poi il Negev allo Stato d’Israele.

Venerdì 14 maggio 1948 fu proclamata la nascita dello Stato di Israele: meno di 24 ore più tardi, gli eserciti di Egitto, Giordania, Siria, Libano e Iraq invadevano il Paese, costringendo Israele a difendere la sovranità che aveva riguadagnato nella sua antica patria

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Gli anni ’50: i nuovi “olim”

Il primo decennio dopo la nascita dello Stato d’Israele, gli anni ’50, aprirono un nuovo capitolo della storia del Keren Kayemeth LeIsrael. Il problema più urgente era ora quello di procurare fonti di sostentamento per i numerosi immigrati che erano giunti in Israele. Il KKL offrì loro posti di lavoro nell’opera di riforestazione del Paese e di bonifica di aree destinate all’agricoltura, divenendo il maggior “datore di lavoro” in Israele.

In quegli anni furono piantate le grandi foreste sulle colline di Gerusalemme e in Galilea. Fra queste vi è la Foresta dei Martiri, sulla strada che porta a Gerusalemme, dove il KKL ha piantato sei milioni di alberi, in memoria delle vittime della Shoah. Le grandi ondate di immigrazione portarono nuovi centri abitati sulla mappa di Israele e, nella maggior parte dei casi, il KKL fu il primo in campo a bonificare centinaia di ettari per abitazioni e coltivazioni. All’inizio degli anni ’50 il KKL rispose all’appello del Governo e prosciugò le paludi e il Lago di Hula. Nel corso dei lavori il KKL creò la Riserva di Hula, la prima riserva naturale di Israele. Al termine del decennio risultò che il KKL aveva bonificato più di 37.500 ettari di terra in 250 insediamenti, molti dei quali di frontiera, che contribuirono a determinare i confini del Paese.

Nel 1957 James de Rothschild, figlio del “noto benefattore”, trasferì al KKL tutte le terre dell’associazione PICA – Palestine Jewish Colonization Association – fondata dal Barone di Rothschild: da allora, il KKL è responsabile di circa 250.000 ettari di terre.

Aliyah - “salita” - è l’immigrazione ebraica nella Terra di Israele.

Etimologicamente il termine deriva da Aliyah laReghel, che significa “pellegrinaggio“, per via della salita che si doveva compiere per raggiungere Gerusalemme durante i tre pellegrinaggi prescritti per le festività. Gli ebrei che migrano in Israele, e che fanno quindi l’Aliyah, sono detti “Olim”

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Gli anni ’60: la prima foresta nel deserto

All’inizio di questo decennio fu siglata una convenzione fra il Keren Kayemeth LeIsrael e il Governo d’Israele, in base alla quale il KKL era responsabile dello sviluppo e del rimboschimento delle terre del Paese. Tenendo fede a questa convenzione, il KKL si mise al lavoro: le ruspe bonificarono il terreno, per far sorgere dei villaggi ai confini d’Israele e per spianarne le strade d’accesso. Nel 1961 fu fondato a Nord del Lago di Kinnèret l’insediamento di Almagor, il primo insediamento di frontiera in quella zona. Un anno dopo nacque Ma’alèh Gilbòa, il primo insediamento sovrastante alla Valle di Jezreel. Nella regione di Nahal Iron, all’estremità settentrionale della Samaria, sorsero Mei-Ami e Yad Natan. Iniziò quindi la grande operazione di bonifica delle terre della Galilea superiore e il loro popolamento. Negli anni ’60 nella regione di Yatir, non lontano da Arad, il KKL ha piantato la prima foresta nel deserto in Israele. L’impresa fu compiuta “contro ogni probabilità”. Gli esperti erano del parere che non fosse possibile piantare una foresta in una regione dove le precipitazioni non superano i 200 millimetri l’anno. E invece, proprio la Foresta di Yarit, che si estende su un’area di circa 3.000 ettari, è la più grande foresta piantata dall’uomo in Israele. Da quando è stata piantata, i selvicoltori del KKL sono diventati esperti di fama mondiale nel campo delle foreste nel deserto.

Nei giorni di allerta che precedettero la Guerra dei Sei Giorni (1967) il KKL si occupò inoltre di spianare le strade in tutto il Paese, agevolando l’IDF nel muoversi rapidamente per raggiungere le proprie destinazioni. Yitzhak Rabin, che allora ricopriva la carica di Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, si complimentò di ciò con il KKL: “L’opera del KKL nell’apertura delle strade di frontiera, nella creazione di avamposti e nello sviluppo di aree lungo i confini ha contribuito e continuerà a contribuire a rafforzare la sicurezza delle zone di frontiera”. Subito dopo la guerra il KKL si mobilitò immediatamente per lo sviluppo di ulteriori aree di insediamento nel Golan, nella Valle del Giordano, nel Blocco di Etzion e in altre zone del Paese. Da lì a metà anni ’80 il KKL è riuscito a bonificare circa 3.000 ettari l’anno e ha continuato ad aprire nuove strade, fra cui la prima che porta sul Monte Hermon.

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Gli anni ’70: le foreste aprono al pubblico

L’ottavo decennio della storia del KKL si apre nel segno dei cento milioni di alberi piantati nelle foreste dal KKL. L’opera di rimboschimento è proseguita a pieno ritmo, con circa 600.000 nuovi alberi piantati ogni anno. Il KKL inizia a diversificare i tipi di alberi nelle sue foreste, che vanno ad aggiungersi alle vecchie conifere e presta molta attenzione al rispetto ambientale: iniziò così il decennio in cui il KKL applicava un approccio ecologico in ogni sua attività.

Il KKL si pone una nuova missione: aprire le foreste al pubblico israeliano. Nel 1972 viene posto il primo tavolo da pic-nic, nella Foreste di Menashe.

Da allora il KKL ha allestito centinaia di parcheggi, sentieri pedonali e piste ciclabili, osservatori ornitologici e altri servizi, che hanno reso le visite nei boschi una delle forme di svago più popolare e diffusa in Israele. Il KKL offre questo tipo di servizio in maniera assolutamente gratuita.

Nel 1974 il KKL predispose le infrastrutture

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necessarie per due nuovi centri abitati in Galilea: Gush Tefen e Gush Shegev. Da lì ai primi anni ’80 sorsero 29 nuovi avamposti, in parte su terre che il KKL aveva acquistato espressamente a tal fine. Alla fine degli anni ’70, in seguito all’accordo di pace con l’Egitto, il KKL iniziò a predisporre la regione di Besor, nel Neghev occidentale, per preparare il terreno all’accoglienza degli israeliani che furono espulsi dal Sinai. Fu una delle più grandi operazioni di ripopolamento compiute dal KKL.

Gli anni ’80: i nuovi orizzonti

In quegli anni il KKL iniziò a sviluppare nuovi metodi per la lotta alla desertificazione. La desertificazione, un fenomeno che influisce su oltre un miliardo di persone in tutto il mondo, può verificarsi a causa di vari fattori come il pascolo eccessivo, tecniche agricole inappropriate e cambiamenti climatici. I metodi sviluppati dal KKL comprendono, fra le altre cose, recupero di acque meteoriche e costruzione di impianti, piantumazione di alberi per contrastare l’erosione del terreno. Le piantumazioni sono proseguite in tutto il territorio nazionale. Gerusalemme è stata contornata da una cinta di verde, e nel sito di Satàf, sui monti della Giudea, il KKL ha ripristinato l’agricoltura tradizionale, creando una concentrazione di specie di fichi, viti e olive peculiari della Terra d’Israele: una banca genetica senza pari in Israele.

Verso la fine del decennio, a seguito di alcuni anni di siccità, il direttorio del KKL decise di aiutare il settore idrico israeliano, creando dei bacini idrici per la raccolta di acque alluvionali da utilizzare poi in agricoltura. Da allora il KKL ha realizzato più di 230 bacini idrici, che raccolgono acque alluvionali e acque reflue depurate, consentendo un risparmio di enormi quantità di acqua al settore idrico israeliano.

In questo decennio il KKL ha partecipato allo sviluppo di grandi parchi regionali, come il Parco Golda e il Parco del Giordano, ha messo su una grande infrastruttura per la lotta al fuoco, aiutando a titolo di volontariato il corpo dei vigili del fuoco e le squadre di soccorso a spegnere gli incendi boschivi. L’apparato antincendi del KKL comprende torri di sorveglianza, squadre di vigilanza e veicoli per estinzione rapida di incendi, in grado di spostarsi per i sentieri delle foreste. Al termine del decennio lo Stato d’Israele dovette far fronte all’accoglienza e l’assorbimento di grandi ondate di immigrazione dai Paesi dell’ex Unione Sovietica e dall’Etiopia, che accrebbero la popolazione israeliana di circa un milione di persone. Il KKL è nuovamente sceso in campo, per preparare il terreno all’edificazione di nuovi quartieri residenziali e, nel giro di due anni, ha posto le basi per 60.000 unità abitative in tutto il Paese. Ancora una volta, come ai primi tempi del neonato Stato, il KKL ha dato occupazione a migliaia di immigrati in lavori di rimboschimento e sviluppo, apportando un grande contributo al miglioramento del panorama israeliano e al rafforzamento del legame fra gli immigrati e Israele.

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DAL TUBO DELLO CHAMPAGNE AL BIOFILTRO Manuel Di Segni Durante la Seconda Guerra Mondiale, a Londra era in funzione un condotto del diametro di 6 pollici, grazie al quale venivano spenti gli incendi che scoppiavano in città a seguito dei bombardamenti tedeschi. Finita la guerra, l’impianto rimase inutilizzato e le istituzioni nazionali in Israele lo acquistarono, con la consapevolezza che, per poter popolare il Negev, era necessario farvi giungere l’acqua. E così avvenne. Al termine del giorno di Kippur del 1946 sorsero, in segreto, undici nuovi insediamenti urbani nelle terre del KKL nel Negev.

Nel gennaio 1947 il KKL aveva già iniziato a posizionare le tubature per gli insediamenti: i due bracci del condotto, per una lunghezza complessiva di 220 km, iniziarono a fare scorrere acqua circa tre mesi dopo. Nel giugno 1947 giunse in visita nel Negev la Commissione d’inchiesta dell’Onu, la quale rimase impressionata dalla conduttura e dalla capacità che i residenti avevano nel mantenere e sviluppare coltivazioni in questa Regione. Uno

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dei membri della Commissione ebbe modo di dire al suo accompagnatore ebreo: “Questa conduttura idrica vi consegnerà il Negev”. I tubi portati da Londra erano particolarmente spessi, perché fatti per resistere alle schegge delle bombe, pertanto il loro costo fu molto elevato. Vi furono quelli che sostenevano che il prezzo dell’acqua che scorreva all’interno di questa tubatura era come il prezzo dello champagne, per questo motivo fu denominata “il tubo dello champagne” …

Dopo l’epoca del “tubo dello champagne” il KKL ha operato molto nel campo idrico, per sfruttare ogni goccia d’acqua nell’arida Israele. Dal XX secolo il KKL ha iniziato a realizzare delle sperimentazioni di una tecnologia innovativa, sviluppata dall’Università di Monash: il biofiltro. Il biofiltro è un impianto di idrodepurazione attraverso una catena di processi fisici e biologici, senza alcun consumo

energetico. Durante la stagione delle piogge l’impianto raccoglie le acque piovane sporche che defluiscono per le strade, le depura e le immette nel sottosuolo. In estate, durante la stagione secca, è possibile attingere a quest’acqua e utilizzarla per l’irrigazione del paesaggio urbano o per altri usi. Inoltre l’impianto è in grado di depurare anche acque di pozzo inquinate.

L’impianto del biofiltro si integra armoniosamente al paesaggio urbano ed è parte di un approccio innovativo chiamato “progettazione urbana idrosensibile”. In base a questo approccio le acque piovane che defluiscono per le strade sono viste come una risorsa piuttosto che come un fastidio. La sperimentazione è in corso in tre città: Kfar Saba, Ramleh e Bat-Yam e, qualora dovesse aver successo e rivelarsi efficace, ciò porterebbe enormi quantità d’acqua a tutto il settore idrico israeliano.

Uno dei più importanti campi d’azione del KKL è l’aiuto al settore idrico israeliano.

L’attività del KKL ebbe inizio con il famoso tubo; ecco come andarono le cose

Il KKL vanta avanzate tecniche ambientali di depurazione idrica: i problemi sono stati affrontati grazie alla fitodepurazione e le tecnologie di biofiltro ecocompatibili

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LA FORESTA NEL DESERTO In un giorno di agosto del 1896 Theodor Herzl Martina Mieli appuntò nel suo diario: “Dobbiamo fondare un’Associazione Nazionale degli Alberi, per piantare foreste nel Paese. Ogni ebreo dona un albero o alcuni alberi. Il risultato sarà dieci milioni di alberi!”. Nemmeno Herzl, persona la cui immaginazione superava ogni limite, era riuscito a prevedere il traguardo del KKL: 240 milioni di alberi, che hanno trasformato Israele da terra arida a Paese verde. Israele è l’unico Paese al mondo ad avere, all’inizio del XXI secolo, più alberi di quante ne aveva all’inizio del ventesimo. La maggior parte degli scienziati che si occupano di ricerche climatiche ritiene che la Terra si stia riscaldando per via di attività antropiche che causano emissioni di gas serra, primo fra tutti il diossido di carbonio (CO2). La deforestazione in tutto il mondo, per il commercio di legname o per creare terreni agricoli, concorre pesantemente al riscaldamento globale. La piantumazione di alberi contribuisce invece alla lotta contro il riscaldamento globale, poiché foreste e boschi combattono la desertificazione, migliorano l’equilibrio del carbonio nell’ambiente, mitigano il cambiamento climatico e accrescono la biodiversità; prevengono l’erosione del suolo, formano una barriera contro i gas nocivi, riducono la velocità del vento e soprattutto aiutano a combattere l’effetto serra. Il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) nel 2006 si è posto l’obiettivo di piantare un miliardo di alberi in tutto il mondo. Il programma ha riscosso successo e, fino a oggi, sono stati piantati in questo ambito più di 14 miliardi di alberi in tutto il mondo – molti di meno del numero di alberi che sono stati abbattuti. In questo campo il KKL ha numeri clamorosi: è solito piantare alberi in

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Da Herzl “Se lo vorrete non sarà un sogno” a Ben Gurion “Faremo fiorire il deserto”.

L’instancabile lavoro del KKL trasforma il sogno in realtà

zone semidesertiche, con circa 200 millimetri di pioggia l’anno, zone in cui di solito nel mondo non si piantano foreste. Fino a tempi recenti si era convinti che l’apporto di tali foreste fosse marginale. Ma nelle “foreste desertiche” le cose assumono un altro valore. Un’équipe dell’Istituto di Scienze Weizmann di Israele, guidato dal Prof. Dan Yakir, sta compiendo delle sperimentazioni in una stazione di monitoraggio posta nella Foresta Yatir, una delle tante foreste del KKL, che cresce nella zona meridionale e semidesertica del Monte Hebron. Con grande sorpresa l’equipe si è resa

conto che la foresta desertica fissa il diossido di carbonio a un tasso simile a quello di una foresta media in Europa. Israele è un piccolo Stato, e le sue foreste non sono in grado di cambiare la situazione nel mondo. Ma i selvicoltori del KKL sono esperti di fama mondiale nel campo della forestazione nelle aree desertiche. Estese aree del globo terrestre si trovano in zone climatiche semidesertiche: l’esportazione delle conoscenze del KKL, in Paesi dove esiste questo tipo di aree non sfruttate, è destinata a favorire la lotta contro il riscaldamento globale.

Da deserto a terra verde: il KKL ha dato vita al Paese 50 anni prima della sua nascita. Un successo strepitoso che continua da 115 anni

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IL NUOVO VOLTO D

Come è cambiato il ruolo della più antica organizzazione ecologica al mondo?

Ecco cos’è oggi il vecchio Fondo Nazionale Ebraico

Raffaele Sassun 115 anni di storia. Una storia iniziata addirittura prima della nascita dello Stato di Israele. Il Keren Kayemeth LeIsrael spesso è sinonimo di soli alberi; è sinonimo di donazioni attraverso il famoso “Bossolo”. Ma il KKL è molto di più. Abbiamo ripercorso in questo numero tutta la nostra storia dalle origini: dall’acquisto allo sviluppo e gestione delle terre, dai bacini idrici al biofiltro, dalle foreste alla lotta alla desertificazione. È alberi e foreste, ma è anche acqua, terra, cibo, innovazione, educazione, tecnologia, energia. L’impegno instancabile, da oltre un secolo, ha portato alla nascita e allo sviluppo in questo ultimo decennio dei Centri R&D. Un traguardo che vede le eccellenze israeliane come vetrina per il resto del mondo: i Centri di Ricerca e Sviluppo donano e offrono possibilità di lavoro alle future generazioni, in tutto il Pianeta. Tutto il mondo infatti può trarre beneficio dalle eccellenze dei nostri ricercatori. Come è avvenuto per esempio in Kenya, Ruanda, Australia. E come è avvenuto in Etiopia.

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O DEL KKL

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Shoshan Aran è una dottoressa che ha lavorato nei Laboratori di Ricerca di una società che sviluppa sementi per l’agricoltura. Quando ha capito che la sua Società sviluppava un’infinità di soluzioni per gli agricoltori di tutto il mondo, ma che queste soluzioni non erano accessibili ai piccoli agricoltori nei Paesi in via di sviluppo, non per mancanza di volontà ma per mancanza di comunicazione tra le grandi multinazionali e i piccoli contadini, ha deciso di lasciare il lavoro e di dedicarsi a questa missione: riuscire ad ottenere a prezzi bassissimi o addirittura gratis, i sementi per i campi dei villaggi africani, dove la tecnologia di aratura e di raccolta è ancora molto indietro.

Ha fondato una Onlus, la Fair Planet, che ottiene le migliori e

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più avanzate tipologie di sementi, e trova quelle più adatte ai campi in Africa. Per fare questo si fanno degli esperimenti con vari tipi di sementi, in conce diverse, insieme agli agricoltori locali, utilizzando i loro metodi di coltivazione. È importante puntualizzare questo aspetto del lavoro che fa Shoshan. Niente è imposto ai contadini locali, non ci sono né diktat come “usa questo perché è meglio” o “coltiva in questo modo perché è più efficace”, né costrizioni ad usare tecnologie che non appartengono alla loro cultura o alla loro tasca.

Il contadino deve sentirsi sicuro che sta migliorando il suo lavoro senza sentirsi oppresso od obbligato a farlo. E l’unica maniera per raggiungere questo scopo è lavorare insieme, senza

dare ordini che anche se giusti possono essere non compresi.

Dopo aver fatto i vari test, che trovano il seme giusto per il metodo di coltivazione di quello specifico contadino in quelle specifiche condizioni ambientali, si riesce a realizzare il potenziale di produzione del suo campo e a permettere al piccolo agricoltore di uscire dal ciclo della povertà.

Questi progetti sono portati avanti dalla Fair Planet insieme al KKL e le colonne portanti per descrivere il loro successo sono essenzialmente due, la fiducia e il goccia a goccia.

Fiducia perché il contadino deve avere fiducia negli esperti e nelle loro raccomandazioni di lavoro e i tecnici e i volontari devono avere fiducia nelle capacità del contadino che rimarrà

In altro a sinistra la coltivazione delle fragole idroponiche nei Centri R&D, a destra Shoshan Aran insieme allo staff del KKL e i piccoli agricoltori Etiopi. In basso gli esperti israeliani in Ruanda, istruiscono la popolazione locale offrendo loro una formazione agricola.

“Portare le nostre esperienze e soluzioni nei Paesi in difficoltà; l’adozione di questi progetti sarà il nostro e il vostro futuro”

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per la maggior parte del tempo solo a gestire i campi. Senza questa comune volontà non si potrebbero ottenere i risultati che sono riusciti ad ottenere.

Goccia a goccia perché il KKL che ha investito risorse umane e finanziarie in questi progetti, non ha dovuto stanziare fondi enormi e non ha dovuto spostare interi squadroni di ricercatori per ogni singolo progetto. Ogni progetto costa qualche decina di migliaia di dollari e se in un determinato villaggio non si raggiungono i risultati sperati, non è una débâcles totale.

Si è così creata in Etiopia una rete “peer-to-peer” in cui i singoli campi diventano gruppi di fattorie, poi villaggi, poi ancora gruppi di villaggi e così avanti, si spera, fino a coinvolgere 50,000 agricoltori nel giro

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S A

La ricerca sulla disinfestazione biologica ha portato alla risoluzione della grave piaga delle vespe in Australia, che aveva causato distruzione alle piantagioni di eucalipto.

di dieci anni. Un numero che riuscirà a dare all’intera Etiopia la sufficienza alimentare per quanto riguarda verdura e frutta. Tutto ciò grazie al passaparola e ai risultati che sono davanti agli occhi di tutti.

Nei villaggi In Etiopia dove è stato messo in funzione questo ingranaggio, il raccolto è cresciuto di cinque volte. Ma non basta. Il guadagno è cresciuto di otto volte grazie alla migliore qualità del raccolto.

SE AIUTI LA RICERCA DEL KKL, AIUTI ISRAELE E IL MONDO INTERO I Laboratori di Ricerca e Sviluppo in Israele sono tra i più avanzati al mondo: R&D significa ricerca di nuove opportunità e sviluppo delle risorse a sostegno della società.

Nuove tecnologie, nuovi posti di lavoro, nuove prospettive di vita, nuove risorse, l'eccellenza dei nostri ricercatori è riconosciuta e utile in tutto il mondo.

SOSTIENI LA RICERCA, CONTRIBUISCI ANCHE TU! IBAN: IT05 Y033 5901 6001 0000 0122 860

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DUE BOSS

Silvio Tedeschi e Sergio Castelbolognesi Nome SILVIO.

Nome SERGIO.

Età Quasi 63.

Età Devo dirla? 55.

Che ruolo ricopri nel KKL? Ex Presidente Commissione Milano KKL.

Che ruolo ricopri nel KKL? Neo Presidente Commissione Milano KKL.

Hai mai piantato un albero in Israele?

Tanti! in memoria di tutti i membri della mia famiglia.

Ho piantato alberi anche fisicamente in Israele, nei vari viaggi del KKL e in occasione dell’inaugurazione della Foresta del Cardinale Martini.

Hai mai piantato un albero in Israele?

Si, più di uno. Come è usanza, in occasioni tristi e liete, ho donato per esempio alberi in memoria di mio padre e per i miei colleghi dopo aver lasciato la mia azienda.

Quando hai conosciuto il KKL? La nonna di mia moglie mi mandò negli uffici del KKL a donare degli alberi. Incontrai Guido Levi e Giuditta Matalon, che si lamentavano del fatto che non c’erano giovani all’interno della Onlus. Mi invitarono a partecipare ad una riunione… E fu così che entrai a far parte di questa grande famiglia.

Quando hai conosciuto il KKL? Da bambino, il primo ricordo che ho è del KKL è il famoso Bossolo che avevo sia in casa che in classe a scuola.

Hai mai litigato con tua moglie per colpa del tempo che dedichi al KKL? No! Lei è stata il mio più grande supporto. Anzi oggi è molto dispiaciuta che ho lasciato questo ruolo.

Vedere i progetti del KKL realizzati in Africa ti rende più: a. orgoglioso di aiutare gli altri b. orgoglioso del know-how israeliano c. altre opzioni di felicità Qual è la prima cosa che ti viene in mente quando senti “KKL”?

Un bel messaggio da comunicare e che viene compreso sia all’interno che all’esterno della Comunità.

Come hai spiegato a tuoi figli che cos’è il KKL? Frequentando la Scuola Ebraica non c’è stato bisogno!

Anzi i miei figli sono sempre stati fieri ed orgogliosi del ruolo che ricoprivo.

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Silvio Tedeschi

Hai mai litigato con tua moglie per colpa del tempo che dedichi al KKL? Per ora no! Però è l’unico ente di cui mia moglie mi ha autorizzato a fare parte!

Vedere i progetti del KKL realizzati in Africa ti rende più: a. orgoglioso di aiutare gli altri b. orgoglioso del know-how israeliano c. altre opzioni di felicità Qual è la prima cosa che ti viene in mente quando senti “KKL”?

Gli alberi. I milioni di alberi piantati e il verde che ricopre oggi Israele.

Come hai spiegato a tuoi figli che cos’è il KKL? Non è stato necessario, la scuola svolge un lavoro eccellente. Io ho solo continuato quello che avevano già imparato.

Sergio Castelbolognesi

A CONFRONTO si raccontano a Karnenu

Qual è il ruolo più importante che svolge il KKL Italia?

Rappresenta il ponte dei legami tra la diaspora e Israele; ma il fundraising è il vero compito centrale.

Hai il Bossolo in casa?

Ovviamente sì! Il Bossolo è posizionato in bella vista e ci ricorda Israele. È un oggetto che tutti dovrebbero avere per non dimenticare che apparteniamo a questa Terra magnifica.

Cosa rappresenta per te il KKL? Un modo per far parte della Comunità. Un motivo di gioia, soprattutto quando vado in Israele e vedo concretamente tutte le iniziative realizzate. Bellissimi e indimenticabili i momenti che ho trascorso con la Commissione Milano, fatta di tanti amici e persone a cui voglio bene. Un lavoro instancabile e un momento importante della mia vita.

Cosa ti aspetti dal futuro?

La decisione di lasciare è stata presa perché era arrivato il mio tempo. È giusto il cambiamento: porta nuove idee, nuove fonti di ricerca, nuove persone.

Sono fermamente convinto che questo debba essere un ruolo a termine.

Vuoi aggiungere altro?

Sono felicissimo che Sergio abbia accettato il ruolo di Presidente e sono certo che farà un lavoro eccezionale. Avrà sempre il mio appoggio incondizionato.

Ringrazio inoltre lo Staff dell’ufficio e i Membri della Commissione di Milano per il supporto ricevuto, perché hanno contribuito in questi anni al successo del KKL.

Silvio Tedeschi

Martina Mieli Qual è il ruolo più importante che svolge il KKL Italia?

In questo momento di particolare difficoltà è fondamentale mostrare il vero volto di Israele. Il KKL è la più antica organizzazione ecologica al mondo, trasmettere questo messaggio e soprattutto esserne parte attiva ha il suo fascino.

Hai il Bossolo in casa?

Certo! È situato in cucina dove tutti passano, il luogo di ritrovo della nostra famiglia.

Cosa rappresenta per te il KKL? Rappresenta la “realtà” di Israele. Israele non è solo guerra e quello che si legge sui giornali. Ma ricerca, sviluppo, lavoro per il prossimo, lavoro per la terra e particolarmente per il bene del mondo. Mi domando se in altri Paesi ci sono enti come il nostro.

Cosa ti aspetti dal futuro?

Mi aspetto di avvicinare quanta più gente possibile, soprattutto al di fuori della nostra Comunità. Far apprezzare Israele ai non ebrei per quella che è, trasmettendo loro che non si tratta solo della terra degli ebrei ma rappresenta il bene di tutti.

Vuoi aggiungere altro?

Mi auguro di poter rappresentare una continuità con il passato e di essere in sintonia con il mio predecessore. Il mio desiderio è di mantenere alto il livello dell’immagine del Keren Kayemeth LeIsrael e tutto questo lo farò con Silvio al mio fianco, da amico adesso.Voglio inoltre ringraziare tutto lo Staff dell’ufficio di Milano che mi è ogni giorno di grande aiuto e sostegno; Donia e Franco che rappresentano un segno di continuità e mi stanno aiutando in questa mia nuova avventura. E non ultimo ringrazio il prezioso aiuto di Shariel, che è stato per me una sorpresa, un uomo capace, pieno di volontà e in fretta è diventato un buono amico. Il mio auspicio è che non voglio essere protagonista, ma mettermi al servizio del KKL.

Sergio Castelbolognesi

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COLTIVIAMO EDUCAZIONE Direttore Educazione KKL Israele in visita a Milano Zohar Vloski Sono arrivato con entusiasmo in Italia da Gerusalemme, per incontrare la Comunità Ebraica di Milano e conoscere da vicino tutte le attività svolte dal KKL Italia in occasione di Expo Milano 2015.

Uno degli obiettivi principali della mia visita è stato quello di studiare nuove strategie per rafforzare il già consolidato legame tra Italia e Israele attraverso il KKL. Ho incontrato gli studenti della Scuola Ebraica di Milano, ragazzi molto orgogliosi della loro identità e appartenenza ebraica, mi sono confrontato con il team

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degli insegnanti molto preparati e fortemente impegnati nello stabilire legami stabili e duraturi con Israele. Durante l’incontro con gli studenti ho chiesto loro se conoscevano il Bossolo bianco e blu e la risposta si è palesata di fronte ai miei occhi, in ogni classe ne ho visto uno. È stato davvero emozionante! Ho raccontato loro la simbologia e la funzione legati al Bossolo, spiegando che ancora oggi è uno strumento di grande efficienza: educativo, didattico, ideologico che nel tempo riunisce ancora il disperso Popolo

Ebraico attorno all’idea del “ritorno a Sion”. Dopo una serie di incontri istituzionali è stata la volta del Padiglione Israele a Expo Milano 2015, un vivido ed emozionante esempio della grandezza delle attività svolte dal KKL. Per riassumere la mia breve esperienza nella città di Milano voglio raccontare un piccolo aneddoto. Ho posto agli studenti della Scuola di Milano una domanda… “Preferite l’Italia o Israele?”.

La risposta è stata univoca e a gran voce: “Israele!”.

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NELLE FUTURE GENERAZIONI Sukkot 5776 Martina Mieli “Il primo giorno prenderete del frutto di alberi d’ornamento: rami di palma, rami dalla verzura folta e salici di torrente, e vi rallegrerete dinanzi al Signore Vostro D-o, per sette giorni” (Levitico 23;40).

In occasione della festività di Sukkot, si sono svolte mercoledì 30 settembre 2015 presso la Scuola Media Angelo Sacerdoti di Roma attività didattiche ed educative con le classi seconde.

Una bellissima interpretazione vede la Sukkà come un abbraccio.

Mentre ci si trova al suo interno, D-o ci abbraccia, dalla testa ai piedi. Qualsiasi cosa si faccia sotto la Sukkà viene trasformata in una mitzvà, una connessione sicura e

senza tempo con l’infinito. E quando si lascia la Sukkà per entrare nel mondo, si porta quell’abbraccio; così anche la vita quotidiana può diventare un abbraccio, un abbraccio con l’infinito. In collaborazione con il corpo docenti della scuola, insieme a Letizia Piperno e Lorella Zarfati, Consiglieri KKL, i ragazzi suddivisi in gruppi, dopo una breve introduzione, hanno risposto alle domande con entusiasmo e creatività: “Abbiamo poca acqua e bisogno di coltivare la terra, come facciamo?

Dobbiamo ridurre l’anidride carbonica per combattere l’effetto serra, cosa possiamo fare?”. Risultato eccezionale è stato ottenere dalle risposte più assurde a

quelle più geniali, per bambini di soli 12 anni. Dopo la proiezione dei video e aver illustrato le reali attività del KKL, tutto è stato più chiaro. Si è svolta una attiva discussione, dove il confronto e la spiegazione alla risoluzione dei problemi ha soddisfatto insegnanti ed alunni.

Così come l’abbraccio della Sukkà abbiamo simbolicamente trasmesso, alle nuove generazioni e soprattutto ai nostri nuovi “piccoli Ambasciatori KKL”, l’abbraccio per il futuro attraverso una corretta educazione ambientale e l’importanza delle attività che il Keren Kayemeth LeIsrael svolge per Israele e per il mondo da 115 anni.

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KKL EXPO MISSION

I massimi vertici del KKL a Milano per il Congresso Mondiale

Si è svolta dal 6 al 9 settembre 2015 Gabriel Cioffi la “KKL EXPO MISSION”, il Congresso Mondiale del KKL, alla quale hanno partecipato personalità di spicco delle Delegazioni KKL di tutto il mondo. Quest’anno in via del tutto eccezionale si è svolta a Milano, nell’ambito della partecipazione e partnership del KKL a Expo Milano 2015. “Il muro del Padiglione Israele – ha dichiarato nel suo discorso di apertura il Presidente KKL Italia Onlus, Raffaele Sassun – è un muro in cui l’uomo ha superato i limiti dello spazio che serve per far crescere piante e cibo. Un muro che si presenta come una soluzione nuova, tecnologica per migliorare e aumentare la produzione senza però distruggere il mondo e di conseguenza il futuro dei nostri figli. Un muro che è un esempio di quello che si chiama sviluppo sostenibile, cioè lasciare a mio figlio la possibilità di distruggere la stessa quantità di risorse del Pianeta che ha a disposizione la nostra generazione. Se poi riesco a lasciarne di più è meglio. Il KKL lavora per lo sviluppo del mondo, non solo di Israele, da 114 anni, dove è impegnato nella ricerca, nell`educazione, nella cooperazione internazionale, nel Food Security, nella lotta alla desertificazione. Spero che tutta la famiglia del KKL, tutti i Presidenti e volontari siano fermi e decisi come un muro per resistere a chi vorrebbe rovinare il sogno che dura da 114 anni”. Tutti i partecipanti sono stati in visita a Expo Milano 2015 dove hanno ammirato le eccellenze del Padiglione di Israele e dell’Esposizione Universale. Come il Congresso Mondiale prevede, i massimi vertici delle delegazioni di tutto il mondo si sono confrontati sulle esperienze e attività legate al comune impegno a favore di Israele, del mondo e della salvaguardia ambientale: incontri professionali e scambi di opinioni, per comprendere al meglio l’andamento delle attività del KKL e del futuro lavoro da svolgere insieme e in sinergia.

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Domenica 6 settembre: la giornata è iniziata con una visita ai siti caratteristici di Como; a seguire un fantastico tour in battello dove Presidenti e rappresentanti di tutto il mondo del KKL hanno ammirato le meraviglie del Lago. Nella cornice del Marriot Hotel a Milano si è svolta invece la serata di apertura della Expo Mission del KKL. Hanno partecipato ospiti illustri quali, Nouriel Roubini, Claudia Terzi, Naor Gilon, Francesco Maria Talò, Efi Stenzler, Eli Aflalo, Raffaele Sassun, Karine Bolton, Avi Dickstein, Presidenti e rappresentanti del KKL di tutto il mondo e personalità di spicco della Comunità Ebraica di Milano. Dopo il cocktail di benvenuto, gli ospiti hanno partecipato alla cena dove i discorsi dei vari oratori hanno colorato la serata. L’economista e docente della New York University Nouriel Roubini, nel suo keynote speech ha sottolineato l’importanza del tema ambientale per offrire soluzioni a problemi mondiali come la povertà, la crisi economica e le migrazioni. “Le immagini che vediamo sui giornali, di migliaia di profughi che tentano disperatamente e con ogni mezzo di raggiungere i confini europei, non sono solo frutto di con-

flitti politici o religiosi – ha detto Roubini – ma sono collegate ai temi ambientali. Il conflitto siriano deriva anche dalla crescente desertificazione e in Israele la mancanza d’acqua ha creato molte tensioni. Quando si ha fame è più facile che si inizi a odiare il proprio vicino”.

Lunedì 7 settembre: il secondo giorno a Milano ha visto tutti i partecipanti in visita all’Expo. Tutta la delegazione ha avuto l’opportunità di visitare diversi Padiglioni e il tour al Padiglione Israele è stato emozionante ed entusiasmante per tutti. La parete verticale riecheggia il lavoro, la passione, la professionalità e l’amore per la Terra di Israele. Una bellissima giornata trascorsa tutti insieme all’insegna del lavoro, della condivisione e della missione unica che il KKL svolge ogni giorno. Nella splendida cornice di Palazzo Marino, invece, la delegazione del KKL è stata ospite del Sindaco di Milano On. Giuliano Pisapia, alla presenza di Ruggero Gabbai, Presidente della Commissione Consigliare EXPO 2015, Efi Stenzler, Presidente Mondiale KKL, Eli Aflalo, Copresidente Mondiale KKL, Raffaele Sassun, Presidente KKL Italia, Shariel Gun, Direttore Generale KKL Italia, Sergio Castelbolognesi, nuovo Vicepresidente KKL Italia. “A Milano c’è una Comunità che lavora per il dialogo tra i popoli. Lotta per la fame nel mondo e per un futuro per le prossime generazioni. Sono lieto di ospitare qui a Palazzo Marino la famiglia del KKL – ha dichiarato il Sindaco di Milano On. Giuliano Pisapia – perché questa location è considerata la casa dei cittadini del mondo. L’Expo

ci ha permesso di rafforzare l’amicizia già esistente tra Italia e Israele. Solo rafforzando l’amicizia si può creare un mondo più giusto e un mondo migliore. Noi vogliamo stare in mezzo a tanti popoli, accogliere i più deboli, e la democrazia israeliana è un esempio da seguire, soprattutto nel campo ambientale, e sperare di migliorare sempre facendo un passo avanti in tutto”.

Martedì 8 settembre: un nuovo risveglio a Milano per la Delegazione del KKL, dove tutti i partecipanti in visita a Expo hanno ammirato le eccellenze dell’Esposizione Universale e nuovamente il Padiglione di Israele. Inoltre, i massimi vertici delle delegazioni di tutto il mondo si sono confrontati in vari meeting. La serata di chiusura della “KKL EXPO MISSION” si è svolta nella caratteristica cornice del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano. Dopo il cocktail iniziale gli ospiti hanno partecipato a tour guidati all’interno del Museo. Fiorenzo Galli, Direttore Generale Museo Leonardo da Vinci, ha dichiarato: “Siamo onorati di ospitare questi ospiti prestigiosi come testimonianza della dimensione internazionale della città e del museo. La realtà del KKL rappresenta la perfetta congiunzione tra ricerca e tecnologia”. Giulio Gallera, Sottosegretario Regione Lombardia, ha presenziato alla serata portando i saluti di Roberto Maroni. Ha ricordato l’accordo stipulato tra il KKL e la Regione Lombardia che svilupperà programmi di stage in Israele per studenti lombardi. “È ammirevole il grande lavoro di Israele – dichiara Gallera – e del KKL nell’agricoltura e nella tecnologia. Siamo tutti consapevoli del successo del Padiglione che è perfettamente in tema con Expo e comporta una grande cooperazione tra Italia e Israele”. Una serata danzante che ha trasformato l’atmosfera dei lavori in un ambiente familiare di festa e di gioia. Eli Aflalo ha ringraziato tutti i Presidenti presenti per essere arrivati fino a Milano per partecipare a questa KKL EXPO MISSION. “È stata una occasione per vedere con i propri occhi il duro lavoro del KKL: Israele è un Paese così piccolo ma con un grande sviluppo di tecnologie che dona a tutto il mondo. Questo grazie al vostro aiuto e delle vostre famiglie, che in 114 anni ci ha permesso di trasformare il deserto in terra verde. L’importanza del KKL, che è la più grande e antica organizzazione ecologica al mondo, e che grazie a Expo ha avuto la possibilità di rafforzare le relazioni tra Italia e Israele”.

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ULTIMO MESE A EXPO MILANO 2015 “Terra e fede” una solida alleanza “Terra e Fede”, un binomio assoluto tra la spiritualità e l’umano, questo l’argomento trattato all’evento KKL che si è tenuto domenica 25 ottobre a Expo Milano – Padiglione Israele – in collaborazione con il Ministero del Turismo israeliano. Alla serata, dedicata al ricordo di S.E. Cardinale Carlo Maria Martini, sono intervenuti: il nipote Giovanni Martini, il Monsignore Francesco Fumagalli,Vice Prefetto della Biblioteca Ambrosiana, Rav Elia Richetti, Avital Kotzner, Direttore dell’Ufficio del Turismo israeliano e Joseph Robert Gosselin, Vescovo della Chiesa Evangelista in Florida.

Shariel Gun, Direttore Generale KKL Italia, ha aperto la serata salutando e presentando i relatori.

Il Presidente della Delegazione KKL di Milano, Sergio Castelbo-

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lognesi, ha ringraziato il pubblico presente come testimonianza del legame con la Terra d’Israele sia da parte ebraica sia cristiana, e anche della solida democrazia di Israele.

“Un Paese straordinario, il luogo dove ha avuto origine la storia dell’umanità e dove sono le nostre radici comuni, l’unico posto al mondo dove Terra e Fede sono così strettamente unite, finalmente ha potuto farsi conoscere per ciò che è realmente, in questi sei mesi di EXPO” così ha parlato Avital Kotzner, invitando a recarsi in questo splendido Paese che ha tanto da offrire. Mariagrazia Falcone, Direttore Press dell’Ufficio

del Turismo israeliano, ha presentato il Gospel Trail, un progetto di turismo religioso per scoprire i luoghi del Vangelo. Rav Elia Ri-

chetti ha riconosciuto al Cardinale Martini il merito di aver portato il dialogo ebraico-cristiano ai più alti livelli della storia. Giovanni Martini, molto emozionato, ha ricordato il suo viaggio in Israele in occasione dell’inaugurazione della Foresta dedicata a suo zio: la piantagione è situata vicino a Tiberiade, il luogo che più egli amava.

La serata ha chiuso, dunque, la serie di numerosi eventi di successo in cui il KKL, in prima linea, ha cercato di dare un volto alla meravigliosa Terra d’Israele, sconosciuta purtroppo a molti visitatori dell’Esposizione Universale. Rav Elia Richetti ha inaspettatamente intonato l’Hatikvah, l’Inno Nazionale israeliano, creando così una calda atmosfera condivisa da tutti i presenti.

Nutrire la mente, nutrire il corpo, le bufale dell’alimentazione Al Padiglione d’Israele, il 22 ottobre, si è svolto il convegno sul tema “Nutrire la mente, nutrire il corpo, le bufale dell’alimentazione”. La moderatrice Michela Proietti, giornalista del “Corriere della Sera”, ha presentato gli ospiti: Prof. Luca Bernardo, Responsabile del Dipartimento Materno Infantile dell’Ospedale Fatebenefratelli, Gabrielle Fellus, Istruttrice G5 Krav Maga, Gianfranco Quaglia, giornalista, Direttore Agromagazine, Manuela Pizzagalli, Responsabile Progetti di Innovazione Fondazione Politecnico di Milano.

Un team costruito ad arte per sviluppare l’argomento nutrizionale sotto diversi aspetti, tutti strettamente correlati tra loro.

Il prof. Luca Bernardo, nel suo reparto pediatrico, affronta quotidianamente problemi di sovrappeso o anoressia degli adolescenti ed il loro risvolto psicologico

che condiziona il rapporto con il cibo. Gabrielle Fellus, con la disciplina del Krav Maga, in collaborazione con il reparto pediatrico del Fatebenefratelli, da parecchi anni svolge un’attività di sostegno per l’autodifesa sia fisica che psicologica con conseguente miglio-

ramento della stima di sé e del proprio spazio; Gabrielle Fellus si rapporta con giovani che spesso non riescono scaricare la rabbia latente e che può causare uno scorretta alimentazione. Non basta dunque produrre cibo sano, è importante anche saperlo gestire e, come dice il Prof. Luca Bernardo, “La bocca è lo specchio dell’anima”.

Infine Gianfranco Quaglia ha affrontato il tema delle contraffazioni alimentari e del lavoro svolto incessantemente dai NAS (Nuclei anti sofisticazioni) e le relative implicazioni mafiose.

L’Architetto Pizzagalli ha esposto gli studi del suo team, sulle tecnologie più avanzate al servizio della tracciabilità degli alimenti, della loro sicurezza, sino al loro imballaggio.

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ULTIMO MESE A EXPO MILANO 2015 In cerca del vino di Re David Domenica 18 ottobre, nell’ambito di Expo 2015, si è tenuto al Teatro Franco Parenti di Milano l’evento “In cerca del vino del Re David”, una serata di scoperte bibliche in collaborazione con il Ministero del Turismo di Israele.

Avital Kotzer, Direttore Generale dell’Ufficio del Turismo, ha ringraziato il KKL per questa collaborazione e raccontato la sua storia e il suo amore per la natura; ha descritto Israele come una Terra magica, dove si compiono imprese impensabili come produrre vino in pieno deserto. Ciò che non tutti sanno è che molti vini prodotti, ogni anno, ricevono premi internazionali, e che anche il cibo ha un sapore speciale grazie alla mescolanza delle etnie e ai diversi Paesi di provenienza della popolazione israeliana; Avital ha mostrato un video sulla gente di questa meravigliosa Terra.

Il Professor Elyashiv Drori, dell’Università Ariel, ha effettuato delle ricerche importanti sui vigneti israeliani: già dai tempi di Re David circa 3.000 anni, fa il vino era molto diffuso e apprezzato; purtroppo, durante l’invasione di popolazioni musulmane, ne fu proibito l’uso e la produzione; vennero distrutti i vigneti poiché per la loro religione è vietato il consu-

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mo di alcolici. Da allora in Israele non fu più prodotto vino, sino a quando il barone Rothschild, nel 1870, ne ripristinò l’industria importando nuove e diverse qualità, soprattutto dalla Francia, come il Cabernet Sauvignon e il Merlot.

Elyashiv Drori ha voluto recuperare l’antico vino originario perché finalmente Israele ritrovasse il suo prodotto mentre, fino a

quel momento, veniva prodotto vino di origine straniera; ha compiuto una ricerca sulla localizzazione delle antiche popolazioni che producevano il vino ed ha cercato le varie specie sparse, per

la maggior parte, in aree selvatiche e non coltivate.

Il passo successivo della sua ricerca ha portato all’identificazione delle varietà di uva adatte qualitativamente alla produzione del vino biblico, il vero vino originario di Israele.

Il professor Ehud Weiss della Bar Ilan University, ha raccontato come ha individuato il DNA dagli antichi semi ritrovati ancora nelle giare e come preservare il materiale archeobotanico; il DNA scoperto era danneggiato ed è stato ricostruito grazie ad apparecchi scanner 3d, utilizzati anche per riconoscere le qualità dell’uva selvatica. Nel 200 a.C., in Babilonia erano presenti due qualità di vino chiamate Gordali e Hardali, molto simili a quelle trovate e ottenute oggi: Jamdali e Hamdani.

I professori che collaborano a questa ricerca hanno espresso la loro gratitudine al KKL per aver sostenuto questo progetto e sono orgogliosi di rafforzare l’identità biblica del vino ottenuto attraverso la documentazione storica e reperti archeologici da loro recuperati. A concludere, Idor Levinson, il proprietario dell’azienda Recanati, ha iniziato a produrre vino dai vigneti nei pressi di Hebron ed oggi realizza le qualità Marawi e Hamdani.

Nutrire il pianeta: le iniziative internazionali per la sicurezza sul cibo di KKL “Nutrire il Pianeta”, questo il tema alla base dei due progetti trattati ieri sera, giovedì 15 ottobre 2015, a Expo Milano 2015, Padiglione d’Israele. Karine Bolton, Direttore dei Progetti Internazionali del KKL, ha presentato sia i promotori di queste meravigliose iniziative, sia i rappresentanti delle popolazioni destinatarie. Shoshana Haran, biologa, dopo molti anni di esperimenti e ricerche su sementi, ha deciso di offrire le sue conoscenze, su sollecitazione dei missionari cattolici di MCSPA, alle popolazioni di Butijara (Etiopia) creando il progetto “I semi della speranza”; così pure Moti Harari, responsabile KKL del Laboratorio Ricerca e Sviluppo dell’Aravà, ha attivato un progetto analogo ma più mirato alle risorse idriche per l’agricoltura, dal titolo “Solchi nel Deserto”, in Turkana,

Kenya. Due progetti di immenso valore umanitario, che si propongono attivamente nell’offrire gli strumenti di autosostentamento a popolazioni che non possiedono assolutamente nulla, abituate da sempre agli aiuti delle Organizzazioni Internazionali.

Lo slogan apparso alla conclusione del video rende bene l’idea dei loro obiettivi: Dai un pesce a un uomo, mangerà per un giorno, gli insegni a pescare e mangerà per tutta la vita.

La testimonianza di Nyashwaya Peterson, responsabile del Padiglione keniota e rappresentante del Turkana, è stata illuminante e ci ha toccati nel profondo: ci

ha resi consapevoli della criticità dei problemi di sopravvivenza della sua popolazione, aggravati da situazioni geopolitiche e nuovi cambiamenti climatici; per loro, l’aiuto del KKL, in particolare dall’Italia, è fondamentale. I volontari del KKL hanno trasferito le conoscenze indispensabili ai giovani kenioti – spesso orfani – per passare dal nomadismo e dalla pastorizia senza futuro all’agricoltura, fornendo loro sementi e infrastrutture idriche. I giovani, istruiti in questa direzione, a loro volta formeranno interi gruppi di altri giovani. Peterson, a nome del suo popolo, ha espresso immensa gratitudine al KKL per questo progetto. Entrambi i progetti lavorano con volontari e necessitano sempre di nuove energie: Shoshana Haran e Moti Harari hanno così invitato i presenti alla partecipazione attiva sul posto e alla più ampia divulgazione.

Paola Avigail Senigaglia

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OMNIBUS Dal Parenti ad Aldeno, il percorso del vino Israeliano Il caso, nel caso, per caso, cos’è la vita di ognuno se non un continuo intrecciarsi di “casi”, quando il risultato non ci piace (abbastan-

anticipare quello di Aldeno.

Un caso? In una serata molto gradevole, con la consueta quanto immancabile atmosfera familiare

za spesso) protestiamo, quando invece è gradevole (meno spesso) siamo contenti. E questo è il caso.

Aldeno (Trento). A “Mondo Merlot”, la tradizionale rassegna di vini Merlot italiani, che si tiene in questo delizioso paese del Trentino circondato da imponenti montagne, quest’anno c’è una novità, un tocco di internazionalità voluto dal sindaco, il giovane e dinamico Nicola Fioretti. Ospiti d’onore (fuori concorso) i vini israeliani e il KKL, presente all’inaugurazione dell’evento la sera di giovedì 22 ottobre.

Teatro Parenti (Milano), domenica 18 ottobre. L’evento al Parenti sembra volere “strategicamente”

“KKLiana”, si succedono i vari interventi tra cui anche quello del Prof. Eliashiv Drori, dell’Università Ariel, che ci racconta come in Israele, inspiegabilmente, si sia persa negli anni l’uva da vino tipica di Israele con il risultato che quasi tutto il vino Israeliano è prodotto con vitigni piantati (grazie al KKL, anche nel deserto) usando semi di uva da vino originari di altri Paesi (Francia, Italia… Moscato, Merlot, Chardonnay, etc.). Ma ecco che l’incredibile diventa realtà. Isolato dai ricercatori israeliani il DNA di un vitigno risalente ai tempi di Re David, ecco il primo vino israeliano prodotto finalmente con uva autoctona, il Marawi.

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Naturalmente tutti abbiamo poi potuto gustare questo specialissimo vino “biblico” per bagnare le varie prelibatezze del buffet. “Prendi questa e portala in dono a Mondo Merlot”. Shariel, il nostro shaliach, mi porge una bottiglia, naturalmente è quella con il vino di Re David.

Aldeno (Trento), 22 ottobre, serata di inaugurazione di “Mondo Merlot”. Invitare i vini israeliani e il KKL all’evento è stato un bel gesto di concreta solidarietà con Israele, “State passando un periodo difficile, noi siamo con voi, i vostri vini li vogliamo qui insieme ai nostri”, grazie Aldeno.

Io e l’amico Marcello Malfer lavoriamo tutto il pomeriggio per la preparazione dello stand dei vini israeliani. Il salone dove si svolgerà l’evento è bellissimo, ampio, luminoso, con una serie impressionante di vini Merlot italiani, allineati ordinatamente sui lunghi stand, ognuno con la sua scheda prodotto illuminata da un faretto.

In fondo al salone, sulla sinistra, un piccolo stand, uguale in tutto e per tutto agli altri ma più piccolo, messo volutamente in disparte perché le 7 bottiglie di vino israeliano Merlot esposte sono ospiti fuori concorso. La piccola Israele e il resto del mondo? Impossibile non fare l’associazione. In mezzo ai 7 Merlot fa bella mostra di sé, voce fuori dal coro, la nostra bottiglia di Marawi, a fianco le ban-

diere di Italia e di Israele come a sottolineare, una volta di più, la nostra antica amicizia. Noi forse siamo un po’ abituati alle meraviglie che periodicamente ci giungono da Israele, ma avere come ospite anche il vino di Re David è stato, per gli amici di Aldeno, come ricevere la benedizione di Israele per il successo della manifestazione.

L’inaugurazione si apre puntuale alle 20 con il saluto del sindaco, l’amico Nicola Fioretti, seguito dall’inno di Aldeno, composto per l’occasione da Don Valerio, l’anziano parroco di Aldeno ora in pensione, e dal Maestro Franceschetti, una dolce, struggente melodia magistralmente eseguita dal coro locale. Poi tocca a me porta-

re il saluto del KKL, cominciando con il ringraziare il sindaco e tutti gli amici di Aldeno per averci invi-

tato, in modo particolare Marcello Malfer, condividendo poi con gli ospiti, piuttosto incuriositi, quello che avevo appreso “per caso” al Parenti solo qualche giorno prima. Concludo citando il verso del salmo 126, “bandiera” dello stand di Israele all’EXPO, “Asorhim Be-

Dimhà BeRina Iktzorù”, si semina piangendo ma si raccoglierà cantando, e aggiungo quello che dice la Profezia di Israel “quando la terra di Israele darà copiosamente i suoi frutti (ed è evidente che lo sta facendo) sarà uno dei segni più inequivocabili che siamo vicini ai tempi dove finalmente tutti i popoli vivranno in pace tra loro e nel benessere più grande”.

Non chiedetemi come, non sono un profeta.

Però ci credo, anzi lo spero, tutti gli ebrei lo sperano. Non a caso l’inno nazionale di Israele si chiama “HaTikvà”, la speranza. Non a caso. Ancora il caso? È proprio il caso di dirlo.

Maurizio Hazan

Studenti in visita alla sede KKL di Gerusalemme

Nel mese di luglio 2015, un gruppo di studenti aderenti ad un progetto di studio estivo promosso

dagli Istituti Superiori di Scienze Religiose di Milano e Torino, coordinati dalla sottoscritta e la Prof. ssa Claudia Milani, hanno visitato la sede del KKL a Gerusalemme.

Hanno incontrato la Direttrice insieme a Eti Lankri, le quali hanno presentato i progetti del KKL sia in Israele che in alcune regioni aride dell’Africa ed hanno mostrato i Libri d’Onore nei quali

compaiono il giardino e la foresta piantati in memoria di Carlo Maria Martini. È stato un pomeriggio significativo e indimenticabile, che verrà riproposto anche per gli studenti che parteciperanno alle prossime edizioni estive di studio a Gerusalemme.

Elena Lea Bartolini De Angeli

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OMNIBUS Cda KKL Italia Onlus: rinnovate le cariche 25 Ottobre, ultimi giorni di Expo: una folla incredibile formava una fila con attesa prevista di ore pur di accedere al Padiglione israeliano; quelli che ne uscivano si fermavano a commentare quello che avevano visto, tanti capannelli di persone che, forse per la prima volta, si avvicinavano ad Israele cogliendone lo spirito innovativo, generoso, pacifico. Al piano superiore, nella sala conferenze, cominciava la riunione del CDA

del Keren Kayemeth LeIsrael, che come partner del Ministero degli Esteri israeliano, è stato una presenza incisiva nel Padiglione. Grazie ai suoi laboratori di ricerca ed alle sue innovazioni tecnologiche in campo agricolo ed idrico, ha colpito l’immaginario dei visitatori che, incuriositi ed affascinati anche dalle sue cooperazioni internazionali, hanno volentieri (in decine di migliaia!), lasciato i loro dati nel totem del KKL pur di ricevere aggiornamenti ed informazioni sui progressi e le iniziative

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del nostro Ente. Così, con l’affermazione di una piena soddisfazione dello staff e della dirigenza italiana ed israeliana, il Presidente Nazionale Raffaele Sassun ha aperto i lavori, riconoscendo le fatiche ed i meriti dell’organizzazione di circa 23 eventi di spessore allo Shaliach Shariel Gun e allo staff dell’ufficio di Milano, in stretta collaborazione con quello di Roma e Gerusalemme. Come a loro il plauso di tutti è andato anche al personale che ha gestito il Padiglione stesso, con una menzione speciale per Altea Soued. Tutti si sono prodigati al meglio. Elazar Coen, Commissario Generale del Padiglione Israele a Expo, ha voluto presenziare brevemente per raccontare tra l’altro che, oltre ogni aspettativa, circa 2.300.000 persone hanno visitato il Padiglione e che la cooperazione col KKL è stata incisiva. Abbiamo tutti ottenuto una grande visibilità presso privati ed istituzioni, mentre resta da definire ancora il destino della struttura stessa del padiglione: vi sono, da parte di enti e privati in Italia, alcune richieste di riutilizzo che sono ancora in attesa di valutazione. Oltre all’inserimento di Maurizio Hazan nell’organico dell’ufficio di Milano, il CDA ha poi ratificato alcuni avvicendamenti nell’ambito delle cariche istituzionali: sia Silvio Tedeschi, vice-Presidente nazionale e Presidente della commissione di Mi-

lano, che il Consigliere Maurizio Ruben, hanno ritenuto di dimettersi dai propri incarichi e con ciò hanno determinato nuovi ingressi.

In loro vece sono stati ammessi nel Consiglio Sergio Castelbolognesi, neo-Presidente del KKL di Milano e nuovo vice Presidente nazionale, e Franco Modigliani.

Nell’augurare ai nuovi membri un buon lavoro, il Consiglio ha rivolto ai membri uscenti i più sentiti ringraziamenti per l’impegno fin

qui dimostrato ed ha auspicato di poter ancora contare in futuro sulla loro preziosa e qualificata collaborazione. Novità anche sul fronte del KKL di Gerusalemme: c’è un nuovo Presidente, Dani Attar, ed il suo vice sarà Udi Landau.

Questo CDA, svoltosi in una “location” così speciale, ha testimoniato la volontà di tutti di mettere a frutto, in futuro, il patrimonio di relazioni e conoscenze acquisito grazie ad Expo.

Donia Schaumann Ellis

Assegnazione del Deghel Yerushalaim Come ogni anno, vicino alla festa di Purim, i rappresentanti del Keren Kayemeth LeIsrael hanno incontrato gli alunni della Scuola primaria Alessandro da Fano di Milano per la raccolta dei Bossoli bianco e blu; si tratta di un’iniziativa nata in collaborazione con la scuola con scopo educativo: così, come a casa, anche a scuola ogni bambino è sollecitato a dare il proprio contributo personale alla nostra amata Terra d’Israele.

I bambini, curiosi e interessati, amano ascoltare i racconti sul lavoro del KKL e sapere che con i

e premiano quella che si è distinta tra tutte. Il premio è il “Deghel Yerushalaim”, ossia la bandiera del KKL, che verrà esposta in aula per la durata di tutto l’anno scolastico: un po’ come un testimone, viaggia di classe in classe portando i valori e i nobili sentimenti dei piccoli allievi. Per il 2015 è stata la Classe 2°B a meritare il Deghel: grazie bambini, continuate sempre così! loro soldini saranno piantati degli alberi in Israele. A raccolta avvenuta, i rappresentanti del KKL stimano il contributo di ogni classe

Paola Avigail Senigaglia

Progetto di Israele per l’impiego dei terreni agricoli

Dopo l’assistenza post-terremoto ai suoi studenti, il KKL torna a collaborare con le realtà locali abruzzesi per promuovere progetti di sviluppo ecosostenibile in tutta la regione. Il Presidente Raffaele Sassun è stato ricevuto all’Emiciclo e nella Sala Operativa Regionale della Protezione Civile per un confronto su come sfruttare al meglio le potenzialità del suolo di quella che è riconosciuta come la regione più verde d’Europa. “Forse – ha spiegato il Presidente del

Consiglio Regionale, Giuseppe Di Pangrazio nel ricevere Sassun – il Padiglione israeliano è quello che interpreta al meglio lo spirito dell’Expo, specie nelle sfide volte a strappare spazi al deserto per trasformarli in terreni coltivabili, fonte di cibo e benessere”. Sassun ha parlato dell’esperienza di varie famiglie a ridosso della Striscia di Gaza che nel giro di qualche anno hanno reso abitabile e coltivabile un pezzo di terreno altrimenti ostile. “È solo il primo di una serie di incontri che porteremo avanti cercando come interlocutori gli imprenditori della zona – ha spiegato Raffaele Sassun – siamo felici di aver creato le premesse per realizzare qualcosa di importante in questa terra che porta ancora

tutti i segni del sisma. Siamo orgogliosi di aver costituito un legame attraverso dei progetti tangibili come la realizzazione, a Lucoli, del Frutteto per le vittime del sisma. Abbiamo voluto diffondere, così, un messaggio di speranza per un futuro migliore, senza però dimenticare di tramandare un sistema di valori antichi, quelli legati alla natura e alla terra, che consentiva di sopravvivere al meglio sul territorio”. In Abruzzo si lavora con il rischio idrogeologico, in un’ottica che vede la Regione compiere scelte ben precise in favore della prevenzione. Il nuovo orientamento dei fondi Por-Fesr 2014-2020 destina ben 25 milioni di euro per far fronte al dissesto idrogeologico.

M.M.

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OMNIBUS Oltre il mare di Haifa Oltre il mare di Haifa è un romanzo che si legge tutto d’un fiato e che narra la complessità delle relazioni in una terra contesa e dal fascino indiscutibile. Racconta il dolore di due popoli in lotta tra loro che provano, nonostante le complicazioni della Storia, a vivere e amare, spesso sognando la fuga al di là del mare, unico confine certo di quella zona. È un ritratto tagliente di un’umanità che deve fare i conti con le proprie origini, ma che non si preclude la speranza di una vita in pienezza.

Abbiamo intervistato l’autrice Maria Elisabetta Ranghetti.

Questo è il tuo romanzo d’esordio, come è nata l’idea?

L’idea di questo romanzo nasce dalla mia passione per la scrittura e dall’amore che nutro per Israele: là mi sento a casa, come se vi fossi nata, e ne sento spessissimo la nostalgia, anche se cerco di colmarla ogni anno scegliendo di andare lì e non altrove. Desideravo parlare di quella terra caratterizzata dalla varietà delle diverse etnie e religioni, dalla bellezza geografica dei posti, dall’incrocio di culture millenarie piene di fascino, ma anche segnata dalla complessità spesso appiattita dai nostri media; Israele sale agli onori della cronaca solo quando ci sono guerre in corso e l’accento viene posto sull’ostentazione mediatica del conflitto e non sul dolore umano, tanto è vero che, a guerra conclusa, raramente si torna a parlare di quella zona se non in occasione

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delle elezioni o di qualche evento speciale. Per questo ho deciso di scrivere un romanzo che invece ponesse l’accento sull’umanità che lì abita.

Quanto conosci Israele?

Mi sono recata in Israele e West Bank per la prima volta nel 2005 e poi ho cominciato ad andare a Gerusalemme – che sento come la mia vera città – una/due volte all’anno per fare corsi di ivrit (ebraico), di archeologia biblica, di ermeneutica rabbinica e talvolta per stare con gli amici che negli anni ho conosciuto. L’ultimo viaggio risale a questa estate, luglio 2015; in quell’occasione ho fatto alcune importanti visite al Ministero del Turismo israeliano e presso la sede del KKL a Gerusalemme dove mi è stato raccontato in maniera diretta il lavoro che il Fondo Nazionale Ebraico svolge per la propria terra.

Non solo un romanzo storico, non solo intrecci di storie d’amore, c’è qualcosa di reale?

Il titolo del libro fa riferimento ad Haifa, città nota per la discreta convivenza tra arabi ed ebrei, protagonisti di questa storia, che guardano ciò che c’è oltre quel mare, che sognano talvolta di scappare dalle loro vite condizionate dalla Storia con la S maiuscola un po’ come capita a molti di noi. Ho intrecciato, tramite salti temporali e geografici, le vicende di diversi personaggi che s’incontrano nell’arco di un quarantennio, dalla guerra dei sei giorni fino al 2011, che provano ad amarsi e al contempo lottano per una terra bellissima e complicata. La storia è frutto della mia creatività ma cerca di rispecchiare i caratteri dei due popoli descritti.

Qual è il messaggio che volevi trasmettere ai lettori?

Siamo in un momento storico veramente difficile e proprio per questo voglio contribuire a creare ponti, ad aprire una finestra tra il mio Paese, l’Italia, e quella che considero “la mia terra”, Israele, cercando di far sì che anche coloro che nulla sanno di Gerusalemme – e che ora stanno leggendo il mio libro – possano cominciare a farsi qualche domanda in più, a conoscerla e magari, in futuro, a saperla guardare con gli occhi dell’amore.

Per info e acquisto: www.ibs.it www.ektglobe.com Martina Mieli

Un Pomodoro Speciale L’operazione “Un Pomodoro Speciale”, presentata al Padiglione di Israele durante Expo 2015, è stata realizzata grazie alla partnership tra KKL e Grow The Planet.

Una piccola busta di semi che racchiude un grande significato simbolico.

La varietà di pomodoro ciliegino, contenuta al suo interno, rappresenta al contempo uno dei tanti risultati di successo dell’attività di ricerca agronomica israeliana e una tra le colture che meglio si sono ambientate in Italia, in particolare nella zona di Pachino.

Un’unione di gusto, amore e avanguardia che ora appartiene anche

a tutti coloro che hanno ricevuto in dono “Un Pomodoro Speciale”.

Il progetto è stato abbracciato da Grow The Planet, l’AgriFood Digital Company del gruppo HFarm che aiuta le realtà del mondo green e agroalimentare a cogliere nuove opportunità di business grazie all’innovazione digitale e a forme di marketing creativo e personalizzato. Tecnologia e orticoltura vanno quindi decisamente a braccetto nel progetto “Un Pomodoro Speciale”, dato che Grow The Planet ha messo a disposizione la sua piattaforma digitale, che insegna a coltivare l’orto in modo smart, e la sua community, il più importante network italiano legato all’orto e al buon cibo. È il tuo turno, iscriviti e comincia a coltivare anche tu il tuo Pomodoro Speciale!

Grow the Planet

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IL POPOLO DEL LIBRO SEFER HAYELED ROMA: Benvenuto tra noi Alberto Nathan Piperno! ‫לא ךל ןתיו‬-‫ךתיא ךערזלו ךל םהרבא תכרב תא םיה‬ Ti benedica il Signore con la benedizione di Avraham, a te e alla generazione che discende da te (Bereshit, 29:4).

Con amore, Papà e Mamma TRIESTE: Ethan Camerini iscritto dagli amici in occasione della nascita PARMA: Aaron Woldetensaye è stato iscritto al Sefer Hayeled dai suoi bisnonni Marisa e Matteo

Alberto Nathan Piperno

SEFER BAR-BAT MITZVÀ MILANO: Sefer Bar Mitzvà in onore di David Permutti. Offerto da Miky, Simonetta, Micol, Silvia, David, Gabriele Treves

Ethan Camerini

Giovanni Jochanan Della Seta Sefer Bar Mitzvà

Aaron Woldetensaye David Permutti

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ALBERI IN ONORE PORDENONE: Un Giardino di 200 alberi a Baram in onore di Carla Lombardi e Pietro Moras a “testimonianza di vita e amore” MILANO: Un Giardino per la nascita di Gaia Montanari anche a ricordo dei (bis) nonni Bruno e Carola Montanari. Ruben e Sabrina 24 Agosto 2015 – 9 Elul 5775 LIBRO D’ORO DELLE NOZZE ROMA: A Yael e Alessandro con gli auguri più sinceri di tanta felicità vera e duratura (un dolce pensiero al grande nonno Elio che resterà sempre nei nostri cuori). Che il D-o d’Israele vi protegga e vi doni, nel corso della vostra vita, tutto ciò che il vostro cuore più desidera. Un forte abbraccio, Marta Landucci 11 ottobre 2015 – 28 Tishrì 5776

Yael e Alessandro

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Iride Ester Tradati Schwarz Giardino

Judith Perugia Giardino

Alberto Pavoncello Giardino

Salvatore e Giuditta Mieli Giardino

Aldo Antolli Giardino

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Marco Calò e Franca Astrologo z.l.

Giardino

Fortunata (Ada) Livoli Giardino

Ada Lattes Ilan Day Centre

IL POPOLO DEGLI ALBERI MILANO: Un Giardino in memoria di Iride Ester Tradati Schwarz. I collaboratori della Casa di Cura Igea di Milano 4 settembre 2015 Un Giardino in memoria di Luciano Consigli z.l.

Presidente per tanti anni del Keren Kayemeth LeIsrael di Milano. Offerto dalla famiglia e dagli amici ROMA: Un Giardino di 200 alberi a Baram in memoria di Luciana Judith Perugia in Frascati z.l. offerto dal marito e i figli Un Giardino in memoria di Marco Calò e Franca Astrologo z.l. “ … Un albero rivolto a Dio per tutto il giorno, che innalza al cielo le sue frondose braccia in segno di preghiera …”. Con amore e gioia dai figli, dai fratelli, dalle sorelle, dai cognati, dalle cognate, dai generi, dai nipoti e dagli amici

UDINE: Un Giardino di 224 alberi a Baram in memoria di Ida Levi z.l. offerto dal marito, dai figli con le rispettive famiglie, dai cugini di Trieste e Firenze, dagli amici LIVORNO: Un Giardino di 100 alberi a Baram in memoria di Miranda Schinasi z.l.

“Che in giovane età ci ha lasciati, addolorati e attoniti. A lei, che tanto amava Eretz Israel, questo Giardino da parte di Bettina Cabibbe z.l. che non ha fatto in tempo a vederlo realizzato. Ora ne gioiscono insieme dal Gan Eden. Grazie agli amici che hanno contribuito” PROGETTI SPECIALI TORINO: Bianca Bassi ha partecipato alla realizzazione del Centro Medico “Ilan Day Centre” a Kiryat Haim in memoria della zia Ada Lattes

Un Giardino di 100 alberi a Park Italia in memoria di Alberto Pavoncello z.l. offerto dalla famiglia Un Giardino di 200 alberi a Baram in memoria di Salvatore e Giuditta Mieli z.l. donato dai figli TRIESTE: Un Giardino di 100 alberi a Baram in memoria di Fortunata (Ada) Livoli in Caimi z.l. da parenti ed amici Un Giardino di 100 alberi a Baram in memoria di Fortunata (Ada) Livoli in Caimi z.l. dai famigliari Un Giardino da 100 alberi offerto da parenti ed amici in memoria di Aldo Antolli z.l.

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RICORDIAMO FEDERICO CARDANOBILE DI BARI Alcuni lettori si domanderanno perché Karnenu ricorda Federico Cardanobile z.l.

Chi era Federico Cardanobile? Era un grande amico degli ebrei, e di tutti gli uomini onesti. Era un grande amico di Israele e di tutta l’umanità. I suoi scritti evidenziano il grande amore che egli aveva per il suo prossimo e la sua fiducia infinita prima in D-o e poi negli uomini. Ma era avverso ad ogni forma di ingiustizia e strenuo difensore dei diritti di ciascuno. Federico era un uomo di straordinaria cultura: era un esperto nel campo dell’arte, nella Storia dei Popoli (e in particolare del Popolo Ebraico), nella Bibbia, nel Vangelo, nelle tradizioni delle altre religioni. Era un poeta, uno scrittore raffinato, un pittore e un vignettista, un tecnico esperto dei segreti del computer…

Ma la domanda rimane: perché Karnenu lo ricorda? Perché Egli “ha piantato” un numero enorme di alberi in Israele attraverso il KKL in occasione di ricorrenze famigliari e per onorare amici e istituzioni. Ad ogni Presidente della Repubblica italiana egli ha inviato “un albero del KKL” subito dopo la sua elezione, ricevendo immediata lettera di ringraziamento dal Presidente eletto. Ad ogni Papa che saliva al Pontificato, egli ha inviato “un albero del KKL” ricevendo lettera di ringraziamento dalla Segreteria di Stato.

Karnenu lo ricorda quindi in particolare, perché Federico Cardanobile ha fatto conoscere personalmente il KKL Italia ai Presidenti della Repubblica italiana e a Papi.

Estratto delle poesia di Federico Cardanobile “Il Pagliaccio Innamorato” (2011)

“Ridi Pagliaccio”, recita l’aria di una lirica.

In alto il molle ondeggiare di un trapezio; …una donna in tutù, simile ad un angelo, con leggeri passi di danza, si accosta e con dolcezza …ti colma d’amore!

E ti lasci cullare,… trasportare.

Ora sì,…puoi ridere Pagliaccio; Sotto le goffe vesti un cuore pulsa senza posa, …vibrazioni d’infinito, …vibrazioni di Amore!

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Un dono ...per sempre

Non c’era. Ne sono sicuro, ieri non c’era. Si è infilata stanotte, di nascosto, mentre dormivo, silenziosamente, clandestinamente. Ospite indesiderata, ma di certo non inattesa, si è sistemata allungandosi sotto l’occhio sinistro, prima seguendone il contorno, poi, quasi si fosse pentita, risalendo con un balzo improvviso come a disegnare un piccolo baffo. Ora che si è sistemata comodamente, da lì certo non se ne andrà più via. Provo a fare una smorfia, poi un’altra, ecco, è sparita, no, è ancora lì al suo posto, un’altra dannata ruga si è aggiunta alle sorelle che l’hanno preceduta nel comune obiettivo di cambiare la geografia del mio viso, un altro indelebile segno dell’inarrestabile trascorrere del tempo.

Dannata ruga, te la prendi con il mio corpo ma non puoi cambiare me, io sono quello di sempre, con tutte le promesse, tutte le speranze, i sogni, i progetti ancora da realizzare, tu segni il tempo che passa ma il tempo non passa, sono io che passo attraverso il tempo.

Les jeux sont fait, riens ne va plus, quando il tempo finisce e i giochi sono fatti, le partite non giocate si possono ancora disputare, basta giocare in anticipo, con una promessa, una semplice promessa al KKL e niente di più, posso donare a Israele quello che voglio quando non mi servirà più.

Non c’era. Sono sicuro, ieri non c’era. E invece oggi eccola lì. Guardate quanto è bella, no, non voglio farla sparire, anzi, è la mia ruga, non si è infilata stanotte, di nascosto, mentre dormivo, l’ha scavata il KKL per me in Israele, alla luce del sole, grazie alla mia promessa ci ha messo dentro la vita, dentro queste “mie rughe” sono cresciuti alberi, ortaggi, frutta, boschi, foreste, cento, mille rughe di vita che cambiano ogni giorno il volto di Eretz Israel rendendolo sempre più rigoglioso, solchi che resteranno come segni indelebili della mia partita vinta in questo mondo, per sempre.

Maurizio Hazan Sviluppo relazioni e progetti KKL Tel: 335276425

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