Introduzione Seminario Cultura e territorio. D. Devetak

Page 1

Fiducia oltre il confine: Darko Bratina tra sociologia e cinema "Seminario Cultura e Territorio: idee e risorse per lo sviluppo di terre ai margini" Università di Udine - 26 novembre 2018

Introduzione di Davorin Devetak

A nome del Kinoatelje e degli altri partner del progetto Fiducia oltre il confine saluto il pubblico di Cantiere Friuli, gli studenti e docenti dell'università di Udine, gli amici friulani e sloveni delle Valli del Natisone e d'oltre confine. Ringrazio in particolare il prof. Mauro Pascolini, coordinatore di Cantiere Friuli, il prof. Nicola Strizzolo e Marta Tasso che si sono attivati per la riuscita dell'incontro e anche il magnifico rettore dell'ateneo udinese Alberto F. De Toni. Vse vas iz Nediških dolin, od Benečije do Kanalske doline in onstran meje, pozdravljam na tem "čezmejnem srečanju". E un saluut ancje in marilenghe a duc i furlans che son vignuus a scoltaus. Nella seconda parte del seminario interverranno i coordinatori della parte italiana e slovena del Cluster per la cooperazione transfrontaliera che si compone di 21 comuni della nostra Regione e di 4 in Slovenia. Il nostro ringraziamento va anche al coordinatore italiano del Cluster, Alan Cecutti sindaco di Taipana e a Simon Škvor, direttore del Comune di Kobarid che parlerà a nome del coordinatore sloveno, il sindaco di Kobarid Robert Kavčič. Come ha spiegato il prof. Pascolini, Cantiere Friuli ospita nella sezione "in corso d'opera" questo incontro e confronto di più temi all'insegna dell'eredità di un uomo politico e ancor prima di cultura e di scienza "sui generis". Il senatore Darko Bratina per l'anagrafe Diodato, scomparso 21 anni fa a Strasburgo dopo una sessione del Consiglio d'Europa, si professava insieme italiano e sloveno e di questo forniamo testimonianza con due suoi testi significativi: "Essere insieme italiani e sloveni" del 1986 che fa parte del numero della rivista "Il Territorio" sulla presenza degli sloveni in regione e "Ethnos - Et Nos" che è la trascrizione della sua introduzione a un incontro dello SLORI - Istituto di ricerca sloveno sul "multilinguismo" in Val Canale nel 1995. Questi sono qui disponibili nelle due lingue e sul sito web kinoatelje.it. (X) Dunque: Darko Bratina era insieme italiano, sloveno e anche friulano, perchè nel suo collegio elettorale, il c.d. "Collegio Bratina" a cavallo del confine, si rivolgeva agli elettori e interlocutori del tutto spontaneamente nelle tre parlate. Perchè nel "Campo di Salcano", Solkansko polje, la zona limitrofa di orti e vigne a Nord di Gorizia, dov'è nato nel 1942, si parlavano tutte e tre le lingue. Bratina usava le tre lingue perchè era profondamente convinto che il codice linguistico di origine, lingua o dialetto che sia, o la loro coesistente pluralità, come nelle nostre terre, fossero un dato essenziale, sia personale che sociale, della costituzione identitaria di ognuno. Sul tema del confine si veda il suo racconto autobiografico "La domenica delle scope/Metle pometle mejo" uscito sulla rivista "Isonzo-Soča" di Gorizia nel 1994 e riedito nel 2004, all'entrata della Slovenia nella UE. (X)


Il prof. Strizzolo che rappresenta l'Università di Udine nel progetto illustrerà i suoi contenuti. Io invece a nome del Kinoatelje mi limiterò a ricordare che il progetto Fiducia oltre il confine è nato a partire dall'omonimo simposio goriziano dell'anno scorso per celebrare la figura del senatore goriziano a 20 anni dalla scomparsa. Poi la Regione FVG ha approvato il progetto più articolato, con il sottotitolo Darko Bratina tra sociologia e cinema, grazie ai fondi della legge nazionale per la minoranza slovena, per valorizzare e attualizzarne l'eredità culturale. Oltre a digitalizzare la produzione scritta e audiovisiva sulla piattaforma web darkobratina.net abbiamo pensato anche a occasioni di approfondimento in ambito universitario come la presente. Ora ci aspetta la visione del film Langa che muore ed è con noi l'autore Giovanni Zanet, che a inizi anni 70 ha realizzato questo documento prezioso, con la fotografia di Luigi Fusco e con i testi di Darko Bratina. Il prof. Zanetti, di qualche anno più anziano, ha collaborato con Bratina al CeRIS Centro di ricerche sull'impresa e alla SAI - Scuola di amministrazione industriale di Torino. Lui da economista e Bratina da sociologo hanno realizzato insieme il libro "L'impresa innovativa", che si basa su una ricerca su gruppi di ricerca e gruppi innovativi di importanti industrie italiane del periodo. (X) Bratina che appartiene alla prima generazione di studenti della facoltà di sociologia di Trento arrivò a Torino nel 1966 con una borsa del CNR ancor prima della laurea conseguita formalmente nel 1968. Oltre a illustrare la genesi del film il professor Zanetti ci testimonierà degli anni torinesi dell'amico collega al quale lo legano anche legami familiari: è padrino della secondogenita Majda Bratina qui presente. Per il seminario ho preparato una bibliografia essenziale dove sono evidenziate le opere di cui parlo e che è visibile anche sullo schermo. A questo punto era prevista la partecipazione dell'Associazione Dislivelli con la presentazione del progetto di Sweet Mountains. Oggi non possono essere presenti suoi rappresentanti, perciò il direttore Maurizio De Matteis ci ha inviato un testo che leggeremo, esprimendo la loro disponibilità a collaborare con iniziative analoghe da noi o nella vicina Slovenia. La testimonianza del prof. Zanetti sarà integrata da due ex collaboratori di Darko Bratina che hanno lavorato per la sede SLORI di Cividale aperta nella Benecia o Slavia Veneta del post-terremoto grazie alla lungimiranza e agli investimenti della SKGZ - Unione economica culturale slovena. Ferruccio Clavora è nato nel 1945 ed è quasi coetaneo di Bratina. A pochi mesi di vita abbandona Pulfero-Podbonesec perché il padre emigra per fare il minatore in Belgio. Dopo la laurea in economia a Liegi e in sociologia a Lovanio è tornato nell'anno del terremoto nelle Valli per essere assunto dal primo direttore e fondatore dello SLORI Karel Šiškovič come ci racconterà egli stesso. Riccardo Ruttar è nato nel 1947 a San Leonardo-Svet Lienart, lavora come maestro elementare nelle Valli e nel Friuli e poi si laurea in pedagogia a indirizzo psicologico a Torino. Nel 1979 entra a far parte dello SLORI di Cividale. Darko Bratina fa da subito parte del consiglio di ricerca dello SLORI dal, nel 1975 diviene socio, nel 1977 entra nel CDA e nel 1982, alla morte di Šiškovič, lo sostituisce nella direzione e rimarrà direttore per 10 anni fino al 1992 quando diventa senatore e gli subentra Emidio Sussi/Susič. Si succedono quindi nella direzione Maja Mezgec e l'attuale direttore Devan Jagodic che collabora attivamente al nostro progetto. La sede friulana dell'istituto riveste una funzione fondamentale per gli sloveni di Udine, infatti da subito comprende negli organi direttivi e scientifici molti dei protagonisti del processo di rinascita


culturale ed economica di questa comunità. A partire da Viljem Černo che è stato il primo vicepresidente dello SLORI, il prof. Paolo Petricig, inventore della colonia estiva Mlada Brieza e del Centro Studi Nediža, l'architetto Valentino Simonitti, Izidor Predan - Dorič, i preti coraggiosi Emilio Cencig, Božo-Natalino Zuanella, l'autore del libro documentario Gli anni bui della Slavia. (X) E quindi il mons. Marino Qualizza, Firmino Marinig, il dott. Renato Qualizza e don Mario Gariup, Salvatore Venosi e Rudi Bartaloth in Val Canale, e ancora l'architetto Renzo Rucli, il prof. Marino Vertovec, Živa Gruden, la fautrice della Scuola bilingue statale - Dvojezična državna šola di S.Pietro al Natisone -Špeter, il geografo Igor Jelen... Tra i primi collaboratori c'era anche Laura Bergnach che ha curato varie ricerche sociologiche sul territorio, lavorando allo SLORI e all'ISIG di Gorizia, prima di approdare all'Università di Udine. Vorrei ora citare alcuni dati per evidenziare il contributo dello SLORI udinese dal 1976 al 2006, anno in cui si è dovuto chiudere tutte le sedi periferiche in provincia di Gorizia e Udine per motivi di razionalizzazione. Nella bibliografia curata da Ksenija Majovski per la pubblicazione del quarantennale SLORI (2014), tra le 170 pubblicazioni monografiche ben 27 attengono alle questioni linguistiche, culturali e socioeconomiche degli sloveni della provincia di Udine. Nell'analoga pubblicazione "SLORI 25" del 2001, sono citati nella bibliografia dei ricercatori e dei collaboratori: 7 lavori di Bergnach, 12 di Clavora e 21 di Ruttar. (X) Ora a distanza di tanti anni Clavora e Ruttar hanno preso strade diverse ma qui li riunisce il ricordo e la memoria di un uomo che credo stimassero, Darko Bratina. Lui ha sempre creduto nella collaborazione tra le varie anime e le specificità di questa regione, proponendo prospettive di analisi e metodologie innovative nei vari ambiti di studio e di dibattito dove ha preso parte, come ad es. nel testo "Il caso Benecia nel caso Italia fra centro e periferia", pronunciato nell'ambito del 10° ciclo degli Incontri culturali della Benecia nel 1983. (X) Questo è stato il suo approccio anche nei convegni dell'Istituto Gramsci del FVG dedicati ad altre tematiche regionali, insieme al suo presidente Giuseppe Petronio, a Carlo Tullio-Altan, al docente di economia dell'ateneo udinese Roberto Grandinetti e al segretario del Gramsci Romano Vecchiet. Anche Bratina è tornato da Torino a Gorizia nel 1976, l'anno del terremoto. Bratina, Ruttar e Clavora appartengono alla stessa generazione e i loro nomi sono legati anche alla loro partecipazione al seminario per il ventennale dell'associazione e rivista dei cristiano sociali sloveni "Revija 2000", a Godovič in Slovenia nell'agosto 1986, al quale hanno preso parte Lojze Peterle, il presidente del primo governo della Slovenia indipendente e Peter Kovačič Peršin, leader della associazione-rivista "2000". Riccardo Ruttar dovrebbe parlare anche di questo. (X) Darko Bratina in quanto sociologo, prima che uomo politico, ha conosciuto e collaborato con diversi professori dell'Università di Udine, come ad esempio il prof. Bruno Tellia. Tellia ha lavorato qui fino a qualche anno fa ed era amico fraterno di Bratina dai tempi di Trento. Un altro è il prof. Bernardo Cattarinussi, alle cui esercitazioni di storia della sociologia ho partecipato come giovane studente durante il corso di sociologia generale del prof. Bratina. E poi c'è il prof. Raimondo Strassoldo, suo collega a Trieste con Marcello Cherini, Antonio Cobalti ed Emidio Sussi-Susic; Strassoldo ne ha fatto un bel ritratto nel libro autobiografico "Quarant'anni di sociologia" del 2017, nella parte dedicata agli amici "triestini" e "goriziani", reperibile anche su web. (X)


Il sottotitolo che abbiamo dato al seminario di oggi "Cultura e territorio" recita: "idee e risorse per lo sviluppo di terre ai margini". La nostra idea è che esperienze che provengono da lontano possano parlare ad un pubblico interessato delle due parti del confine e dei giovani, studenti dell'ateneo udinese. Prendendo in considerazione esempi e possibilità di sviluppo turistico della montagna e di territori vicini, dal Piemonte fino al Friuli e alla Slovenia, ci aspettiamo un confronto costruttivo e sincero tra operatori, esperti e politici. Nella seconda sessione del seminario, questi saranno presentati dal prof. Strizzolo che modererà i loro interventi. A partire dall'introduzione critica di Joško Sirk e con le testimonianze delle esperienze di Sweet Mountains, della stazione Topolò - Postaja Topolove, del Sentiero della Pace - Pot miru e del Parco del Triglav, il tutto ispirato dalla figura ed eredità di Darko Bratina. Ora assisteremo al film Langa che muore, un suggerimento: state attenti alle riprese del film, ai ritratti, ai rituali, ai discorsi documentati dai giovani scienziati sociali d'allora, Zanetti e Bratina. Oltre alle elaborazioni teoriche in ambito metropolitano, si dedicavano all'osservazione partecipante, e direi di convinta passione politica, delle aree depresse piemontesi: le Langhe. Darko Bratina usava come approccio di indagine e analisi anche il cinema, proprio per questo abbiamo deciso di introdurre il seminario con la proiezione di questo film. Ci auguriamo che la visione possa suscitare una proficua discussione. Davorin Devetak

NOTE ...


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.