SPAZI CONNESSI

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Katia Gasparini

Architetto, dottore di ricerca, svolge attività professionale e di ricerca nell’ambito delle nuove tecnologie per l’ambiente costruito e il design, e nel settore della progettazione ambientale. È docente presso Università e Accademie di Belle Arti sui temi dell’innovazione, del colore e dei materiali smart, vincitrice di borse di ricerca e didattica nazionali e internazionali. È autrice di 130 pubblicazioni e relatore presso convegni nazionali e internazionali. Consulente editoriale di riviste e membro di associazioni culturali nell’ambito della valorizzazione e della comunicazione dell’ambiente costruito.

SPAZI CONNESSI

ISBN 978-88-916-3606-5 TECNOLOGIA

€ 25,00

ARCHITETTURA INGEGNERIA SCIENZE

Kant definiva il sistema come l’ “unità di molteplici conoscenze sotto un’idea”. Gli Spazi Connessi sono spazi fisici, culturali e sociali, che sottendono un’idea creativa di funzionalità e valorizzazione diffusa nel territorio e nel tempo. Sono quegli spazi abbandonati, impropriamente occupati o in disuso; spazi naturali o antropizzati su cui il tempo e l’uomo hanno sedimentato materiali e memoria. I Sistemi Fortificati dismessi sono emblematici di questi luoghi. Quale idea, quindi, può originare le loro connessioni? L’idea di valorizzazione che qui viene trattata si spinge oltre il principio meramente giuridico ed economico usuale, per connettersi al concetto di rigenerazione ambientale e di comunicazione. Quali sono i nodi che connettono la rete di approcci progettuali e culturali? La Cultura, la Creatività e la Socialità sono gli strumenti che possono interconnettere il paesaggio antropizzato mediante l’apparato del pensiero artistico e tecnico. I Sistemi Fortificati dismessi costituiscono un patrimonio spazialmente e culturalmente esteso che necessita, quindi, di un approccio progettuale che va oltre la mera riqualificazione e si innesta in un più ampio Processo di Valorizzazione Culturale e sociale del territorio.


In copertina: “Collage Spazi Connessi”, con immagini da: Archivio MPS Geie (Ve), Katia Gasparini, graphic Designed by rawpixel.com/Freepik

Katia Gasparini

Ricerca Finanziata DPPAC linea 1b 2018: “Progettare la valorizzazione dei sistemi fortificati”, Università IUAV di Venezia POR FSE 2014 -2020 REGIONE del VENETO Ricerca: DIGIFORT NETWORK – Piano di valorizzazione ambientale interattiva dei sistemi fortificati veneti

SPAZI CONNESSI Valorizzare, rigenerare, comunicare i sistemi fortificati dismessi

Impaginazione, grafica ed editing: Elisa Pozzoli

ISBN 978-88-916-3606-5 Copyright 2019 Maggioli S.p.A. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, anche ad uso interno e didattico, non autorizzata. ©

Maggioli Editore è un marchio di Maggioli S.p.A. Azienda con sistema qualità certificato ISO 9001:2008 47822 Santarcangelo di Romagna (RN) • Via del Carpino, 8 Tel. 0541/628111 • Fax 0541/622595 www.maggiolieditore.it e-mail: clienti.editore@maggioli.it Diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i Paesi. Il catalogo completo è disponibile su www.maggioli.it area università Finito di stampare nel mese di Settembre 2019 nello stabilimento Maggioli S.p.A Santarcangelo di Romagna (RN)


INDICE

Ringraziamenti Il libro è il risultato di due lavori di ricerca nell’ambito dei sistemi fortificati e delle nuove tecnologie per la loro valorizzazione, condotto all’interno di una rete di collaborazioni che mi ha permesso di interagire con colleghi e professionisti di altissimo livello, in molti settori. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla stesura di questo volume, fra cui gli Enti, le Associazioni, i ricercatori, i professionisti, colleghi e amici che mi hanno supportato e fornito informazioni tecniche, immagini e documentazione bibliografica. In particolare sono doverosi i ringraziamenti a: – Mauro Scroccaro e Pietro Zennaro per la stesura di due capitoli di questo libro, risultato delle loro ricerche; – i collaboratori tutti e l’A.D. di Marco Polo System Geie: Piero Pettenò; – la Cooperativa La Città del Sole e i suoi collaboratori, in particolare Davide Giraldo; – Legambiente Verona e i suoi collaboratori per la collaborazione alla ricerca, l’ospitalità e disponibilità, in particolare la Presidente Chiara Martinelli; – Mauro Frongia per le attività di action research e i preziosi consigli professionali; – il dott. Domenico Zugliani dell’Ufficio Unesco del Comune di Verona. Un ringraziamento a tutti i professionisti, Associazioni e studi internazionali che hanno fornito molte delle immagini qui pubblicate, disegni e fotomontaggi. Crediti fotografici I crediti fotografici sono riportati su ogni foto. Dove non espressamente indicato la foto/immagine/grafico sono di proprietà dell’autore.

INTRODUZIONE...........................................................................

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PROGETTARE LA VALORIZZAZIONE.............................. 1.1 Fra degrado e salvaguardia ambientale: l’importanza della valorizzazione per la rigenerazione 1.2 Il fattore economico nel processo di valorizzazione 1.3 Le nuove frontiere della valorizzazione

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2. VALORIZZAZIONE, FRUIBILITÀ È TUTELA.................. Il contesto legislativo 2.1 Il contesto normativo italiano 2.2 I riferimenti normativi europei

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3.

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1.

4.

LA VALORIZZAZIONE DEI SISTEMI FORTIFICATI...... 3.1 L’approccio sistemico 3.2 Il Sistema Fortificato come Bene Culturale 3.3 L’approccio europeo ed italiano alla valorizzazione dei sistemi fortificati 3.4 Genesi di un approccio funzionale 3.5 Il contesto storico, costruttivo e ambientale 3.6 Il progetto Site-Specific-System

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UN SISTEMA FORTIFICATO DIFFUSO............................. 99 Cavallino Treporti 4.1 Un percorso nella storia di Cavallino Treporti 99 (a cura di Mauro Scroccaro) 107 4.2 Il sistema fortificato di Cavallino Treporti 129 4.3 L’integrazione con la pianificazione territoriale 5


5. VALORIZZARE L’IDENTITÀ DEL SISTEMA FORTIFICATO.......................................................................... 5.1 Il territorio, i soggetti e gli obiettivi della valorizzazione del sistema fortificato di Cavallino Treporti (a cura di Pietro Zennaro) 5.2 Valorizzazione Integrata territoriale (a cura di Pietro Zennaro) 5.3 Riqualificazione e valorizzazione ambientale: un rapporto biunivoco 5.4 Scenari di un modello di valorizzazione del sistema fortificato 5.5 I modelli di valorizzazione possibili 6. UN PIANO DI VALORIZZAZIONE PER VERONA CITTÀ FORTIFICATA............................................................. 6.1 Verona Città Fortificata 6.2 Un modello di valorizzazione possibile 6.3 Il contesto sociale, urbano, turistico 6.4 Esplorando il contesto internazionale 6.5 Quale piano di valorizzazione

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173 174 176 191 197 200

CONCLUSIONI.............................................................................. 205

Allegato 1............................................................................................ 207 Bibliografia........................................................................................ 217

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INTRODUZIONE

Gli Spazi Connessi sono spazi fisici, culturali e sociali, che sottendono un’idea creativa di funzionalità e valorizzazione diffusa nel territorio e nel tempo. Sono quegli spazi abbandonati, impropriamente occupati o in disuso; spazi naturali o antropizzati su cui il tempo e l’uomo hanno sedimentato materiali e memoria. I Sistemi Fortificati dismessi sono emblematici di questi luoghi. Quale idea, quindi, può originare le loro connessioni? L’idea di Valorizzazione che qui viene trattata si spinge oltre il principio meramente giuridico ed economico usuale, per connettersi al concetto di rigenerazione ambientale e di comunicazione. Progettare la valorizzazione sembra essere diventato il mantra di questo secondo decennio del XXI° secolo, caratterizzato da una rinnovata attenzione ambientale e una sporadica sensibilità culturale, sempre più relegata a sparuti gruppi di intellettuali e ambientalisti. I lemmi che si riconcorrono nel linguaggio corrente sono, oltre a “valorizzazione”: rigenerazione, riqualificazione, ambiente, riuso, recupero, riciclo, e così via. Passata l’epoca del “sostenibile” a tutti i costi, che in taluni casi sembrava più un brand che una conoscenza culturale e scientifica, attraversato fugacemente l’ultimo lustro con gli “smart” di europea origine, ma poco perseguito in Italia, il repertorio più recente è passato attraverso la “valorizzazione” per confluire nella rinnovata filosofia della “rigenerazione urbana”. Nei fatti, come vedremo, il concetto di valorizzazione è comune a più discipline spesso poco connesse fra loro, come spesso accade in taluni settori che così adottano linguaggi diversi per esprimere uno stesso concetto. Altre volte l’autoreferenzialità disciplinare o la mis-conoscen7


za tecnica, portano a confondere terminologie e linguaggi affidandosi al dire comune anziché approfondire nei settori di afferenza. In questo modo la trasversalità dei saperi diventa più una babele anziché essere una prerogativa. La valorizzazione dei beni culturali, già da tempo prevista nelle normative di settore per i beni culturali (si veda a questo proposito l’excursus del capitolo 2), trova oggi una nuova linfa negli ambiti urbani e amplia il suo campo d’azione concettuale. Il problema della sicurezza strutturale (sismica) e sociale (dovuta al degrado), la necessità di recuperare i centri storici e periferie e in stato di incuria e abbandono attraverso operazioni di rigenerazione urbana, economicamente difficili da sostenere (edifici storici, social-housing e manufatti di archeologia industriale), stanno spingendo gli addetti ai lavori alla ricerca di nuove strategie di approccio sociale e costruttivo per rivitalizzare tali ambiti. Ecco che la “valorizzazione” sembra essere diventata uno strumento non solo legislativo relegato al settore dei beni culturali, ma un concetto flessibile che può diventare strumento di progetto a scala urbana, secondo strategie e approcci costruttivi e sociali economicamente e progettualmente sostenibili. Questo non significa che gli interventi debbano essere uniformati indistintamente su vasta scala, ma è possibile partire da valutazioni dedicate per ogni luogo, secondo un approccio integrato nel territorio fra competenze diverse. Si tratta di coadiuvare ambiti come il sociale, la pianificazione territoriale, la progettazione, il recupero e le nuove tecnologie, partendo da analisi ad ampio spettro dei bisogni e delle realtà insistenti sui luoghi. Gli strumenti culturali, economici, costruttivi e legislativi, come vedremo nei capitoli seguenti, non mancano manca forse una accurata regia che li metta a sistema (progetto culturale?). Il libro mette a confronto gli strumenti legislativi, progettuali e culturali attualmente disponibili agli attori coinvolti nella tutela e valorizzazione dell’ambiente costruito (dai progettisti alle pubbliche amministrazioni), con le esigenze di un territorio denso di storicità e architettura, cercando di connettere questi elementi con l’uomo, quale unico artefice e fruitore di tali beni materiali e immateriali. L’approccio che ne consegue, viene proposto su due ambiti veneti diversi per struttura urbanistica, costruttiva e temporale: il sistema fortificato di Cavallino Treporti e Verona. 8

La prima parte del volume approfondisce l’attuale visione del concetto di valorizzazione alla luce delle criticità emergenti nell’ambiente costruito legate al degrado dei luoghi e dei manufatti, alla sicurezza sociale e, non da ultimo, al problema economico che attanaglia la Pubblica Amministrazione con evidenti ricadute sulle attività di recupero, riqualificazione, rigenerazione e valorizzazione urbana. La valorizzazione viene qui trattata come tema trasversale alle diverse discipline, da quelle sociali, legali e costruttive. Dalle analisi condotte emerge che i problemi più evidenti, che frenano un approccio innovativo alla valorizzazione ambientale non sono solo di ordine economico, come sembrerebbe ad un primo superficiale approccio, ma soprattutto di ordine culturale e scientifico. La superficialità di taluni approcci, il basso profilo culturale di certi ambiti tecnici e l’incapacità di un confronto scientifico fra le parti in causa, sono un freno ad ogni più piccola attività di valorizzazione e comunicazione. Nel testo si propone un approccio alla valorizzazione funzionale dell’ambiente costruito, che va oltre la valorizzazione così come intesa dal Codice dei beni Culturali e del Paesaggio e che prevede una visione innovativa, a basso impatto ambientale, che utilizza tecnologie e sistemi di valorizzazione cromatica e luminosa, già sperimentati a livello internazionale su ambiti diversi. Il libro riporta alcuni esempi illustri di interventi realizzati in contesti nazionali e internazionali, che possono essere valutati come base sperimentale di studio, intersecando in un unico progetto le diverse tecniche progettuali e gestionali adottate: dall’esempio milanese di Temporiuso, al Matadero di Madrid, passando dall’esperienza dei piani europei che hanno permesso investimenti e interventi culturali di valorizzazione in molte regioni italiane e in Europa: dal Piemonte al Veneto, fino alle collaborazioni con i Paesi del Mediterraneo attraverso i piani ADRION, ATFORT, la New Dutch Waterline in Olanda e altri, solo per citarne alcuni. Lo studio si relaziona con la già citata ricerca Si.S.Sy. in cui si ipotizza un approccio di tipo site-specific per la valorizzazione dei sistemi fortificati intesi come beni culturali, analizzandone il rapporto con il territorio e la storia. All’interno di questa prima parte viene analizzato (capitolo 2) lo stato di fatto della vigente legislazione italiana e i riferimenti europei relativi al concetto di valorizzazione, approfondendo in modo particolare il legame con i concetti di fruizione-fruibilità e tutela. 9


La seconda parte è incentrata sul caso emblematico del territorio di Cavallino Treporti, dotato di un sistema fortificato “diffuso”, caso unico in Europa per densità e tipologie di manufatti bellici disseminati su un’area così definita e sul sistema fortificato veronese, denso di stratificazioni storiche e la cui Cinta Magistrale è stata decretata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Il caso di Cavallino Treporti è significativo soprattutto per il rapporto inversamente proporzionale fra l’estensione comunale e il numero di manufatti bellici, in parte acquisiti dall’Amministrazione Comunale e per buona parte ancora in gestione al Demanio. Su questo caso studio si ipotizza un approccio di valorizzazione funzionale del tipo site specific system, a scala territoriale, tenendo conto delle peculiarità sociali, storiche e urbanistiche del luogo, della vocazione turistica, della realtà economica, culturale e artigianale e delle esperienze nazionali e internazionali analizzate. Tale applicazione, di tipo sperimentale, vuole essere un primo progetto di valorizzazione su base sistemica che mette in relazione l’ambiente naturale e antropizzato con l’uomo e l’arte. Una fase progettuale successiva potrebbe completare il progetto con un piano di gestione e di marketing culturale dedicati. Verona Città Fortificata è un altro caso significativo dal punto di vista storico, urbanistico e sociale. Le costruzioni belliche e le mura storiche veronesi si sono susseguite nei secoli fin dall’epoca romana, fino ai manufatti ottocenteschi. Emblematica è la Cinta Magistrale, lungo la quale sono collocati alcuni manufatti bellici che qui saranno oggetto di studio per l’impostazione di un modello flessibile di valorizzazione ambientale e di gestione.

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Capitolo 1 PROGETTARE LA VALORIZZAZIONE

Come esplicitato in premessa, la valorizzazione degli spazi residui, delle periferie abbandonate, delle archeologie industriali e, come vedremo, dei sistemi fortificati dismessi, può diventare oggetto di progettazione integrata. Tale processo coinvolge ambiti professionali e disciplinari diversi: dall’urbanistica all’architettura, dalla sociologia all’antropologia, dalla tecnologia dei materiali alla tecnologia dei media, ovvero la comunicazione. Infatti, il concetto di valorizzazione che si propone in questo libro si discosta dal solo significato dato dalla normativa italiana, alla quale si rimanda per l’excursus al capitolo successivo e si differenzia anche dal concetto anglosassone di “valorisation” che si riferisce alla valorizzazione economica (intesa come redditività). La valorizzazione in questa sede si connette al concetto di percezione e visibilità. Si tratta di una valorizzazione di tipo visivo, il “mettere in vista, evidenziare, mettere in luce” per attirare l’attenzione sul luogo o sull’evento. In sintesi, si tratta di “comunicare” la presenza (o l’assenza) o la fruibilità valorizzando il soggetto (manufatto, artefatto, spazio, ecc.) visivamente attraverso materiali e tecnologie cromatiche e luminose. Quindi il colore e la luce diventano strumenti di progetto per la valorizzazione percettiva degli spazi. Che si tratti di utilizzare materiali e tecnologie tradizionali o digitali/innovative, è indifferente, la scelta tecnologica dipende da fattori progettuali, economici e ambientali. Ne consegue che la valorizzazione percettiva degli spazi, il comunicare la loro fruibilità e disponibilità, ne incrementa idealmente (e concretamente, nelle intenzioni) la conoscenza, l’uso e le potenzialità economiche. Agli antipodi, tale concetto era stato già precorso per il piano di riqualificazione di Lione, negli anni Novanta del secolo scorso. La riqualificazione degli spazi pubblici era una della quattro linee di azione messe in 12

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IndIrIzzo: via Amalfi, Cà Savio

BATTERIA AMALFI

VIncolo: ??? Interesse culturale: dichiarato

POLVERIERA AMALFI

condIzIone GIurIdIca: proprietà comunale stato: libero IndIrIzzo: Punta Sabbioni, Via Fausta

nota 1: realizzato “Progetto di Valorizzazione della Batteria Amalfi e della Batteria Pisani” progetto definitivo approvato con Delibera G.C. n.192 del 17.11.2015

1915-1917

nota 2: Schede 221-222-223, allegato B, Schede Beni Culturali, P.I. Cavallino Treporti

VIncolo: D.lgs 42/2004, decreto 40459/27079 del 17/09/2010, VIN 4650 (gis Venezia: n.4427/2869) Interesse culturale: dichiarato condIzIone GIurIdIca: proprietà comunale

1928

stato: libero

(ph.© archivio Marco Polo System geie)

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IndIrIzzo: via Vettor Pisani, Cà Savio VIncolo: non presente

BATTERIA VETTOR PISANI

1909-1912

condIzIone GIurIdIca: proprietà comunale stato: libero

BATTERIA SAN MARCO

nota 1: attualmente in fase di riorganizzazione funzionale degli spazi interni ed esterni. Prevista come nuova destina d’uso “contenitore di eventi” Rif. “Progetto di Valorizzazione della Batteria Amalfi e della Batteria Pisani” progetto definitivo approvato con Delibera G.C. n.192 del 17.11.2015

stato: in uso a privati (Camping Village Mediterraneo)

nota 2: scheda 158, allegato B, Schede Beni Culturali, P.I. Cavallino Treporti

nota: scheda 131, allegato B, Schede Beni Culturali, P.I. Cavallino Treporti

IndIrIzzo: Via della Batterie 38, Cà Vio VIncolo: non presente condIzIone GIurIdIca: proprietà dello Stato

1909-1912

(ph.© archivio Marco Polo System geie)

(ph.© archivio Marco Polo System geie)

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CONCLUSIONI

Dell’ambiente che lo circonda l’uomo percepisce solo la “periferia”, ossia la superficie più esterna: dei manufatti percepisce e apprezza il profilo, le facciate, gli scorci, a malapena i volumi. Il manufatto invece dovrebbe divenire parte integrante del contesto stabilendo con esso un’interazione non solo di tipo visivo ma anche fisico, culturale e quindi di contenuti spesso artistici o di valenza sociale. Dal punto di vista meramente progettuale, il progetto di valorizzazione per i beni culturali può oggi essere investito dalla dimensione innovativa della tecnologia che si caratterizza per diversi temi e scale: l'intervento sul costruito, la rigenerazione urbana e ambientale, la fruizione del territorio, la dimensione culturale dello sviluppo sostenibile. La cultura tecnologica in questo ambito ha da tempo sviluppato gli strumenti conoscitivi per affrontare tale complessità. Un uso appropriato delle tecnologie smart (intese come adattabili, interattive, reversibili) e un approccio innovativo alle tecnologie tradizionali, possono rivelarsi importanti alleati per perseguire un intervento di valorizzazione perseguendo obiettivi di sostenibilità economica ed ambientale. Tale criterio è già applicato in molti ambiti museali e culturali dove al consueto percorso di visita sono affiancati strumenti multimediali che coinvolgono i visitatori in nuove esperienze di fruizione del patrimonio culturale (realtà aumentata, touch screen, interactive screen). Questo approccio può essere portato anche all'esterno dei manufatti, per una migliore interazione e fruizione con il contesto urbano o naturale, attraverso interventi temporanei, a basso impatto ambientale e costruttivo, che sfruttano le potenzialità espressive di strumenti cromatici e luminosi che “mettano in luce”, ovvero che conferiscano visibilità, ai paramenti esterni, alle superfici storiche, ai percorsi che connettono i manufatti. 205


Un siffatto approccio non intacca l’integrità e la memoria storica del Bene, conservando l’identità e dialogando con esso attraverso strumenti contemporanei e temporanei. In quest’ottica il concetto di fruizione dei beni culturali diventa interazione tra le persone e l’ambiente (naturale e antropizzato). Indagare il ruolo delle nuove tecnologie finalizzate alla fruizione dei beni culturali, come quelle strettamente legate al colore e alla luce, fa parte di questo ambito dell’architettura. La fruizione è parte imprescindibile di un processo di valorizzazione ambientale che richiede un approccio sistemico alla progettazione, che parte dal contesto culturale e sociale, tracciando un percorso nell’ambito storico, urbano e costruttivo. Un intervento sistemico richiede un approccio gestionale di ampio respiro, supportato da conoscenze e professionalità specialistiche e allo stesso tempo culturalmente flessibili. E questo oggi pare essere un limite forse più importante dell’incertezza economica degli investimenti richiesti. Il fatto che l’ambito dei sistemi fortificati rientri nel complesso dei Beni Pubblici, complica ulteriormente i processi dal punto di vista meramente burocratico e spesso politico. I casi studio qui analizzati, di Cavallino Treporti e di Verona, sono l’esempio palese della necessità, e mancanza allo stesso tempo, di una visione strategica e sistemica alla valorizzazione. Negli anni trascorsi dall’inizio di questo studio alla sua pubblicazione, si è potuto assistere alla volontà e necessità di intervenire sulla preservazione dei beni, ma la carenza di una visione ad ampio spettro ha condotto a soluzioni e interventi isolati, talvolta in emergenza, che nel futuro non hanno manifestato ricadute di eccellenza nel territorio.

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ALLEGATO 1

Stralci degli strumenti urbanistici in vigore nel Comune di Cavallino Treporti, in relazione al sistema fortificato e alle azioni di intervento previste e concesse. Della relazione di progetto del P.A.T. si riporta per intero lo stralcio dedicato al tema SISTEMA CULTURALE DEI FORTI, DELLE BATTERIE E DELLE TORRI TELEMETRICHE Obiettivi generali per il sistema sono: – valorizzazione strategica dei beni e degli ambiti connessi sia da un punto di vista fisico/funzionale che paesistico/ambientale; – costituzione di un vero e proprio “parco storico diffuso”, a supporto della popolazione residente e della popolazione turistica / escursionistica; – costituzione di un sistema di connessioni a rete, attraverso la valorizzazione delle tracce storiche esistenti. Obiettivi specifici per le subaree definite sono: – per Forte Vecchio si assumono obiettivi e direttive derivanti dal progetto strategico n° 2 – Porta d’Acqua – all’interno del quale è prioritariamente inserito; – per la Batteria Amalfi costituzione di un vero e proprio polo di aggregazione territoriale, in modo da riorganizzare funzionalmente la vasta area interessata, da ottenersi attraverso la confluenza di diverse tipologie d’uso e di frequentazione; – per le torri telemetriche viene posto come obiettivo il recupero fisico / funzionale coordinato delle diverse emergenze, attraverso una attenta 207


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