Karpòs Magazine - Alimentazione e stili di vita - n. 3 - Luglio 2012

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F OTO S I N T E S I R O B E R TA F I L I P P I

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questi valori fondamentali è il collegamento tra il vino e la sua zona di produzione. Un consumatore consapevole trasforma il vino in un alimento straordinario ma il vino accompagna ancora meglio il pensiero, e pensando col vino s’impara non solo a sorseggiare riflettendo ma anche a riflettere sorseggiando. Il prof. Calò ha concluso con una chiosa: “Tutti sappiamo i danni che provoca il vino a stomaco vuoto, ma ci siamo mai posti l’interrogativo dei danni provocati dal bere vino con testa vuota”. La questione etica è stata ribadita nell’intervento del cav. Paolo Bruni , presidente della Confederazione Generale delle Cooperative Europee. “Abbiamo – ha precisato fin dall’inizio - una responsabilità importante che noi specialisti, tecnici e politici del settore agroalimentare ci siamo presi di fronte a tutti i cittadini: produrre cibo di qualità per tutti e fare uno sforzo affinché la sana alimentazione divenga uno standard riconosciuto e praticato. Sul primo aspetto del problema il nostro sistema ha ben funzionato. Sul secondo ci sono dei ritardi da colmare. I 127 miliardi di fatturato del nostro settore agroalimentare nel 2011 sono una eccellente performance, nonostante un trend in lieve calo del 2011 (-1,5 per cento) che interrompe una progressione positiva che dal 2000 ad oggi ha visto una crescita del +10,4 per cento”. Le latenze e le omissioni sulla corretta informazione, riscontrabili ad ogni livello, sono invece inaccettabili per un Paese come l’Italia che fa della qualità del cibo un valore che trascende la mera alimentazione. “Per esempio – conclude Bruni - sul cibo biologico, nel recente passato, sono state fornite informazioni di dubbia consistenza scientifica, spesso contro l’agricoltura che sfama realmente le persone. Sono errori che potremmo benissimo evitare: va invece riconosciuto al biologico il merito di avere stimolato una coscienza e una sensibilità che ci ha portato ad integrare l’agricoltura tradizionale con l’ottimizzazione dell’utilizzo della chimica. Quindi dovremmo, al posto del fondamentalismo alimentare, praticare l’arte del confronto serio, critico ma anche costruttivo”. Renzo Angelini in sintonia con gli interventi ascoltati ha sottolineato che l’anello mancante della filiera alimentare sembra essere la corretta comunicazione al consumatore. La forte innovazione che ha permesso all’agroalimentare italiano di essere riconosciuto

nel mondo (e spesso imitato) non è percepita dal consumatore italiano e, come tale, non crea valore. A tal riguardo “l’uscita sul mercato di Karpòs – ha detto Angelini – rappresenta un segno di discontinuità con il passato che dovrebbe essere sostenuto da tutta la filiera”. Per la prima volta uno strumento di comunicazione al passo con gli standard editoriali più sofisticati si propone come interfaccia con un pubblico che sarà sempre più interessato a trasformare ciò che mangia in valori cognitivi. “E proprio nella prospettiva di creare valore – ha ribadito il direttore editoriale della rivista - abbiamo privilegiato la parola dei veri esperti ovvero di chi ha dedicato la propria vita allo studio e alla soluzione dei problemi veri. Grazie al loro sapere vorremmo demolire i miti ingannevoli sul naturale e sui luoghi comuni che spadroneggiano tra la gente. Non sarà un lavoro facile ma partire con un network di intelligenze, unite nel raggiungimento di un obiettivo così strategico , è una novità straordinaria in un Paese come il nostro, sempre diviso sulle questioni fondamentali e per questo oggi bisognoso di messaggi positivi”.

Roberta Filippi Giornalista

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