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Fellini degli spiriti
from Film n.19
by juliebarreca
boia, che li porta nel covo della sua banda, al cospetto del leader. Qui Figlio viene portato in cella mentre Maria viene probabilmente abusata. Ingabbiato, il ragazzo porge il quaderno al boia e chiede di leggerglielo: lui lo prende e se ne va. Dopo averlo letto, l’uomo ricorda il suo passato da padre e non intende più rispettare l’ordine di uccidere il ragazzo. Il capo però lo punisce.
Al mattino il boia si reca nella cella e, prima di liberare il giovane, legge lui una parte del quaderno (in cui si capisce che il padre lo ha amato ed è stato duro con lui solo per proteggerlo); poi, fa fuori tutta la banda e infine si suicida. Intanto Figlio trova Maria priva di sensi e la porta su una barca per allontanarsi. Qui la ragazza si risveglia e i due si abbracciano.
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L’ L’Italia dispone di un’importante scuderia di autori di graphic novel contemporanei. Tra questi di certo c’è Gipi, pseudonimo di Gian Alfonso Pacinotti, padre del testo omonimo da cui trae ispirazione il nuovo film di Claudio Cupellini, La terra dei figli. Non è un caso che il regista decida di adattare proprio quest’opera: uno dei suoi temi portanti (che nel film viene evidenziato maggiormente) è il rapporto padre-figlio, già affrontato in Una vita tranquilla. Un tema che lo tocca direttamente in quanto padre da non molto tempo.
In questo mondo post-apocalittico, causato da non precisati veleni (che fanno pensare a molte cose del presente come la terra dei fuochi, il COVID-19, eccetera), non esiste società, così come la conosciamo noi, né tantomeno socialità (i rapporti con gli altri si limitano alle transazioni quando non sono espressamente conflittuali) e i figli non fanno più parte dei progetti futuri delle persone (forse per egoismo, dato che le risorse scarseggiano, o forse per spirito protettivo).
Nella pratica di adattamento, Cupellini e gli sceneggiatori Guido Iuculano e Filippo Gravino decidono di modificare l’intreccio in maniera consistente: sebbene la prima parte sia molto fedele, la seconda, parzialmente indotta dalla scelta iniziale di eliminare il secondo figlio dalla sceneggiatura, prende una strada completamente diversa. Questa strada è quella del mistero più assoluto, dell’assenza di ogni riferimento. Mentre nel graphic novel sono presenti indizi che suggeriscono e influenzano una particolare ricezione (per esempio l’utilizzo continuo di termini come ‘giga’ o ‘uberprete’ che fanno pensare a una traslazione della rete Internet nel mondo), qui ogni rimando che possa far percepire allo spettatore il contesto in cui operano gli attori si perde, lasciando libera ogni interpretazione.
Al di là delle differenze però, il film riesce a restituire egregiamente l’essenzialità del fumetto (sia del tratto che dei dialoghi), esasperando i silenzi e dando la giusta importanza al paesaggio (altro grande protagonista). Paesaggio che trasuda desolazione: una caratteristica suggerita dai molti campi lunghi e lunghissimi che inquadrano l’insignificanza dei minuscoli protagonisti (interessante il cortocircuito che si instaura dalla contrapposizione tra campi lunghi e primissimi piani).
In un contesto simile, Figlio intraprende un viaggio di formazione - che lo porterà a scontrarsi con diversi personaggi freaks - innescato dal quaderno del padre, una sorta di macguffin, che assume in sé un simbolismo molto forte: memoria e ricordo - e quindi passato - come vero motore per il futuro. Il passaggio di informazioni da genitore a prole (detta in altri termini: l’educazione) è una di quelle caratteristiche che rende l’essere umano meno animale (che invece, in generale, è costretto a ricominciare ogni volta daccapo) ed è solo attraverso questo rito che Figlio, dalla stato brado in cui è cresciuto, può assumere la consapevolezza necessaria ad accendere quel barlume di speranza nell’avvenire, riassunto dall’intensa scena finale: l’abbraccio tra i due giovani che, pur non conoscendo la società, mettono le basi per costruirne una nuova. Il tutto grazie a un semplice (e scontato per noi) quaderno.
gialloreNzo di Matteo
di Anselma Dell’Olio
Origine: Italia, 2020 Produzione: Mad Entertainment con Rai Cinema Regia: Anselma Dell’Olio Interpreti: Filippo Ascione, Damien Chazelle, William Friedkin, Andrea Minuz, Fiammetta Profili Durata: 100’ Distribuzione: Nexo Digital Uscita: 31 agosto 2020
I
Immagini del funerale del regista: sono ricordati alcuni indizi rivelatori della sua spiritualità. Titoli. Sequenza della partenza di Moraldo da I vitelloni. Fellini in inglese parla dell’imprevedibilità del viaggio.
Esagramma 1 IL CREATIVO
Farinelli suggerisce l’idea di un viaggio all’interno di se stessi. L’arrivo in stazione dal film Roma. Fellini elenca le declinazioni del viaggio nelle sue opere. Mollica ricorda le escursioni in balia del caso. Scene da La dolce vita.
Tramite disegni e vignette è
introdotto il lato perturbante del viaggio. Marina Cicogna rammenta Federico che si segna nascostamente in aereo. Sequenza del tentato suicidio de Lo sceicco bianco.
Intervistato in spagnolo il regista sostiene l’idea del viaggio come confronto con l’inconscio.
Immagini da La voce della luna. Piovani racconta il timore e la fascinazione legati ad una notte in cui si sono persi, Mollica ricorda le soste contemplative davanti a San Pietro.
Esagramma 19 L’AVVICINAMENTO
Marina Ceratto svela un allontanamento tra Federico e Giulietta dopo La strada. Sequenza della morte di Steiner da La dolce vita.
Testimonianze sul rapporto col professore Bernhard. Disegni e vignette raffiguranti lo studio del medico. Fellini intervistato da Zavoli parla di Jung e delle proprie indagini cinematografiche sulla spiritualità. Porro conferma l’interpretazione di 8½ come una seduta psicanalitica. Sequenze del film e da Giulietta degli spiriti, che segna un ulteriore passo verso l’universo onirico e la sua irriducibilità semantica.
Mollica introduce “Il libro dei sogni”. Un’animazione raffigura il senso di stupore ed estraneità legato al sognare. Lella Ravasi illustra con una vignetta il rapporto con Bernhard.
Altri rievocano l’interesse del riminese con I ching, l’affezione a particolari zone di Roma (Via dei cessati spiriti…) e la frequentazione di sedute spiritiche. Una curiosità che abbracciava l’acido lisergico, gli oroscopi fino alla lettura dei Tarocchi.
Esperienze che si riverseranno in Giulietta degli spiriti. Gina Chioffi in un’intervista di repertorio ipotizza capacità medianiche del regista.
Esagramma 2 IL RICETTIVO - LA GRANDE MADRE
Fellini riguardo la delusione risponde di viverla riuscendo a mettersi di fianco, osservandosi. Secondo la Bentivoglio, il rapporto con la moglie è un riparo intoccabile. Le pellicole riflettono la loro relazione, problematizzandola. Minuz svela l’ispirazione reale dietro la scena del detective in Giulietta degli spiriti.
Fellini sposa la tesi di Jung sulla difficoltà dell’uomo di confrontarsi con la (propria) parte femminile. Alla domanda, cos’è la donna? Federico invita a vivere certi concetti invece di definirli.
Intervistate da Zavoli riguardo al rapporto col regista, le protagoniste dei suoi film rispondono diversamente, riflettendo però il comportamento dei loro ruoli nella finzione.
Toubiana associa Fellini al femminile e alla fecondità.
Esagramma 27 IL NUTRIENTE
Jung svela il suo rapporto con la religione e il sacro. Similmente Fellini sembra restituire la presenza del sacro nel mondo. Padre Arpa delinea il concetto di colpa per il regista e le differenze con la religione. Il gesuita Taddei ricorda l’incomprensione generalizzata riguardo la cristianità ne La dolce vita.
Criticato da opposti fronti per un umanesimo poco idealista, Fellini riesce a dar conto delle manifestazioni del divino, della sua ricerca e necessità. Esempi sono i finali della trilogia della grazia o la sequenza del raccordo anulare di Roma.
Esagramma 61 LA VERITÀ INTERIORE
Fiammetta Profili racconta il decisivo incontro con Rol. Altri episodi riguardo le facoltà medianiche del sensitivo e il rapporto con Fellini. Animazione su Rol che dipinge dirigendo i pennelli. Sequenze di 8½.
Scena di Salvini che parla ai morti da La voce della luna.
Testimonianze sui progetti irrealizzati a causa dei segni avversi medianici. Illustrazioni da Viaggio a Tulum e altra animazione su Rol.
Esagramma 51 IL TUONO
Fellini confessa il suo complesso nei confronti della musica. Scene tratte da Prova d’orchestra. Il film rispecchia l’atmosfera sociale e politica del tempo. Durante le riprese muore Rota, l’interprete musicale delle visioni registiche. Intervista al maestro sul metodo di composizione utilizzato dai due.
La voce della luna segna un allontanamento volontario dall’universo musicale, con i suoi silenzi suggerisce l’avvicinarsi dei protagonisti al trapasso. Fellini confida di sentirsi disperso. Animazione su Federico e Giulietta. La Profili racconta il sogno rivelatore di una infermiera nel giorno della morte della Masina.
Montaggio finale delle scene musicali. Sequenza con nota esplicativa dei numerosi intervistati.
T
Tre anni dopo La lucida follia di Marco Ferreri, documentario che le è valso un David, Anselma Dell’Olio, critica cinematografica, torna alla regia per un film sul regista riminese a cento anni dalla nascita.
Fellini degli spiriti è un’indagine sulla spiritualità in senso lato, presente nelle pellicole e soprattutto nella biografia, tramite la quale si delinea un ritratto del maestro se non proprio innovativo quanto meno preciso e intimo, riuscendo così ad evitare la stereotipizza-