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The Specials - Fuori dal comune
from Film n.19
by juliebarreca
della malattia che nel suo terribile avanzare colpisce il nucleo dell’individuo riducendo in polvere la comprensione del proprio essere e della propria personalità.
Da questo momento è possibile tutto e il contrario di tutto: i ricordi si accavallano e si annullano gli uni con gli altri; le immagini di una vita che, pure, è esistita, solida, lineare, si spingono impetuosamente alla ribalta per reclamare il proprio spazio prima che tutto vada in frantumi.
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Chi è quella ragazza che entra dentro casa? Forse la figlia più grande, Anne? No, sarà presto un’infermiera. E quella nuova badante è certo la figlia più piccola, amatissima, così presto e così crudelmente perduta, così presto rimossa per lasciare posto al mistero di dove sia andata, perché è molto meglio il mistero del dolore, meglio non sapere che una sofferenza che possa spezzarti in due. E quell’uomo? Forse il marito di lei? Forse infermiere, aguzzino? Come mai quella porta non si apre più su ambienti ben conosciuti ma su una sorta di labirinto convesso che passo dopo passo riporta al punto di partenza, a sè stessi, alla solitudine della propria nitida stanza, a quella domanda che non si è neppure più in grado di fare o forse non interessa perché la risposta sarebbe terribile? Si è zero, niente, uno stormire di fronde, una foglia che cade dall’albero, un granello di polvere soffiato via.
Naturalmente tutto questo deve essere sostenuto da attori formidabili perché in caso contrario l’impianto registico cadrebbe come un castello di carte.
Tali sono Hopkins e Colman: se continuiamo a cercare gli aggettivi adatti a descrivere la grandezza della recitazione del primo nello scavare entusiasmi, vivacità, depressioni, incomunicabilità e patimenti, è la dimensione raggiunta da Colman che ci ha lasciato senza fiato.
La consapevolezza del proprio dolore per la discesa non più frenabile del padre si unisce alla forza con cui dal fondo dell’animo reclama per sé ancora un pezzo di vita: siamo stati sempre convinti che lacrime e risate facessero parte di una stessa recita ma l’attrice inglese ci coinvolge in una grande emozione che arriva al fondo dell’anima dall’inizio alla fine del film: la sua commozione, la sua gioia, il suo amore per il padre e per la vita, i suoi sguardi gonfi di dolore, di dolcezza e di speranza costituiscono un livello professionale e ispirativo irraggiungibile; creatività ed espressività, vulnerabilità, concentrazione, felicità comunicativa sono le note su cui Colman ha stabilito la sua grandezza d’interprete.
Fabrizio Moresco
di Eric Toledano, Olivier Nakache
Origine: Francia, 2019 Produzione: Nicolas Duval Adassovsky per Quad, Ten Cinema, in coproduzione con Gaumont, TF1 Films Production, Belga Production, 120 Films Regia: Eric Toledano, Olivier Nakache Soggetto e Sceneggiatura: Eric Toledano, Olivier Nakache Interpreti: Vincent Cassel (Bruno), Reda Kateb (Malik), Hélène Vincent (Hélène), Bryan Mialoundama (Dylan), Alban Ivanov (Menahem), Benjamin Lesieur (Joseph), Marco Locatelli (Valentin), Catherine Mouchet (Dott.ssa Ronssin), Frédéric Pierrot (Ispettore IGAS), Suliane Brahim (Ispettrice IGAS), Lyna Khoudri (Ludivine), Aloïse Sauvage (Shirel), Djibril Yoni (Fabrice), Ahmed Abdel-Laoui (Mounir), Darren Muselet (Cédric), Sophie Garric (Eva) Durata: 114’ Distribuzione: Lucky Red Uscita: 18 novembre 2020
U
Una giovane corre tra la folla delle vie di Parigi. Improvvisamente è placcata da Malik che la fa salire su un furgone.
Presso la stazione della Polizia Ferroviaria Bruno ritrova Joseph, un ragazzo autistico che ha tirato il freno d’emergenza. Fuori dai guai, i due scherzano, giunto a casa Joseph si rilassa guardando vecchie réclame di lavatrici, sua madre Hélène insiste nel donare a Bruno una torta.
Alla pista di pattinaggio degli apprendisti, supervisionati da Malik, aiutano persone affette da handicap. Dylan ritarda e viene rimproverato.
In ospedale Bruno conosce Valentin, un giovane con comportamenti autolesionistici, la medica insiste affinché se ne occupi.
In associazione Bruno oltre ai soliti impegni trova il contabile, che lo informa di un imminente controllo governativo. Bruno raggiunge Malik chiedendo un aiuto per Valentin.
L’indomani lo accompagnano ad una seduta di ippoterapia insieme a Dylan, al ritorno in ospedale quest’ultimo complice un qui pro quo conosce Ludivine, un’ortofonista.
L’usuale viavai di una casa-famiglia agli occhi di un nuovo vicino sembra esser un delirio.
Bruno accompagna Joseph ad un colloquio presso un’officina specializzata in lavatrici ottenendo una settimana di prova.
Malik scherza con i suoi tirocinanti esortandoli a migliorarsi, ma questo provoca la dura reazione di Dylan.
Il primo giorno di lavoro di Joseph coincide con la visita degli ispettori a sua madre riguardo gli standard dell’associazione di Bruno, che si confida con Malik riguardo i controlli.
Dylan ritarda e dopo un ennesimo scontro se ne va, Malik porta i ragazzi autistici in palestra, ma Valentin ora è solo. Intanto Joseph non riesce a prendere la metro senza tirare l’allarme. Dylan torna sui suoi passi e assiste Valentin, ma questi ha una reazione violenta e lo colpisce.
Bruno ha un appuntamento al buio, che viene interrotto per un’emergenza.
Gli ispettori chiedono a Malik sui rischi del modus operandi di Bruno. Malik risponde ammirandone il coraggio e criticando la selezione dei casi effettuata dalle strutture istituzionali.
Durante una seduta Dylan si riavvicina a Valentin e chiede a Ludivine con un messaggio in codice di uscire.
Di soppiatto Bruno segue Joseph sulla metro, appena quest’ultimo si avvicina al freno d’emergenza è richiamato all’ordine. Valentin, sensibile all’ippoterapia, stabilisce un contatto con Dylan, invece Brigitte una collega di Joseph travisa gli atteggiamenti che il giovane adotta per cercare conforto. Anche Bruno sembra provare interesse per una donna: nel mezzo di un colloquio si imbarazza sotto gli occhi allibiti della segretaria.
Valentin ha una crisi quando Dylan lo riaccompagna in clinica. Bruno e Malik organizzano una gara tra i loro assistenti sui burocratici acronimi sanitari.
Gli ispettori interrogano la dottoressa che ha in cura Valentin. Per lui la degenza straordinaria è giunta al termine, uscirà sotto la supervisione di Dylan. Gli viene preparata un camera.
Al termine del periodo di prova di Joseph il titolare, viste le lamentele di Brigitte, non può assumerlo.
Dylan accudisce Valentin e si scambia messaggi con Ludivine. Bruno tranquillizza la madre di Joseph.
Uscito per fumare Dylan viene lambito da un forno lanciato da Valentin. Torna in camera ma il ragazzo è scomparso. Iniziano le ricerche con Bruno e gli altri. Dylan lo vede camminare su una sopraelevata, viene salvato al volo tra le auto che scorrono veloci.
Ad un controllo Bruno è senza documenti e passa la notte alla stazione di polizia. Malik cerca di scuotere Dylan dal suo torpore.
Gli ispettori contestano a Bruno la mancanza di qualifiche e la fuga di Valentin. Bruno risponde chiedendo loro di assumersi la responsabilità di tutti i casi, anche quelli più gravi.
Ad uno spettacolo di teatro-danza tra il pubblico siedono Malik, Bruno e Hélène, sul palco Joseph danza insieme ad altri. Bruno e Malik fanno rientro nelle proprie case.
Scene quotidiane del lavoro delle associazioni si alternano a stralci del rapporto degli ispettori: Bruno visita un nuovo paziente, Joseph riesce a prendere la metro, Valentin e Dylan fanno colazione. Il dossier si conclude con la raccomandazione di un’autorizzazione provvisoria a carattere eccezionale.
Titoli di coda accompagnati da spezzoni che ritraggono le persone, il cui lavoro ha ispirato il film.
PPrendendo spunto dal lavoro di due associazioni, Silence des Justes e Relais Ile-de-France, che affiancano persone autistiche e formano addetti alla loro assistenza, il duo Nakache-Toledano affrontano il tema dell’assenza della sanità pubblica francese e il contributo delle iniziative private e comunitarie .
Il risultato è un’agiografica commedia drammatica immersa nel sociale, un congegno inesorabile, forte di un sapiente cast, che vede i due protagonisti, Vincent Cassel e Reda Kateb, dividere la scena con altri nomi di spicco, in piccoli ruoli, o esordienti e non professionisti affetti dal deficit, che portano sullo schermo la propria vita e gli sforzi quotidiani.
L’altro polo nevralgico del film è una sceneggiatura ad orologeria, che propone echi tematici tra le situazioni di Joseph, Dylan o Bruno riguardanti i ritardi al lavoro, la ricerca di contatto, i flirts.
Il tema di denuncia sociale è così stemperato nella commedia, ora dalla fin troppo sapiente bravura degli attori (Reda Kateb), ora dalle situazioni (gli sketch tra Joseph e Bruno, il tormentone sugli appuntamenti al buio di quest’ultimo, il malinteso tra Ludivine e Dylan).
Una mescolanza di atmosfere che strizza l’occhio ad altri generi, certe azioni come l’incipit, ad esempio alcuni dialoghi di Bruno e Malik, generano un dubbio sulla moralità dei personaggi richiamando il noir contemporaneo. Rimando confermato dalla cadenza senza tregua della pellicola, generata dall’agenda giornaliera di Bruno assillato dalle chiamate e con l’incombente e decisiva ispezione.
La presenza di persone autistiche richiama il documentario, ma il film non se ne fa carico completamente lasciandole in secondo piano: i punti di vista di Valentin restano episodici e sono resi convenzionalmente. Non è un caso che le sequenze che ritraggono le persone, il cui lavoro ha ispirato il film, siano relegate ai titoli di coda.