Film n. 11 luglio/settembre 2019

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va parte il suo stesso fratellastro, Walter Nikolic, rappresentante del sindacato degli scaricatori di porto, suicidatosi nell’ottobre dell’86 a causa dei suoi sensi di colpa e trovato da lei ancora bambina. È certa che facessero parte dell’associazione anche le seguenti persone: Massimo Gherbez, ufficiale della guardia costiera e amico di Walter, suicidatosi in Germania nel 99; Renato Silvestrin, editore e industriale che ormai ha affidato la gestione dei suoi affari al figlio Matteo per via dei suoi problemi di salute. Sa inoltre che la Fenice custodiva maniacalmente il libro sparito dopo il suicidio di Walter e di cui si erano completamente perse le tracce fino al ritrovamento del cadavere di Mauro Brezigar presso l’ex fabbrica di bulloni. Lucia si domanda se sia stato proprio quest’ultimo a ricattare gli altri membri attraverso quel libro, e soprattutto vorrebbe scoprire chi si trova attualmente ai vertici dell’associazione. Interrompe la registrazione non appena riceve il segnale dal tablet del collegamento telefonico appena iniziato da Matteo Silvestrin: vediamo quest’ultimo a bordo della sua auto mentre dice al telefono di essere stato aggredito e contemporaneamente si rigira in una mano la cimice che ha rinvenuto. Silvestrin fornisce delle rapide informazioni sul luogo e l’orario di un incontro, che

Lucia immediatamente considera elementi preziosi per proseguire la sua indagine solitaria. Poco dopo la ritroviamo in auto sotto un diluvio scrosciante, con Leo seduto di fianco. La giovane donna telefona a Paoletto, che percepisce dalla sua voce che qualcosa non va ma lei non spiega nulla e chiude rapidamente la telefonata. Ferma la sua auto nei pressi della Grotta Gigante, completamente deserta a quell’ora, e vi entra accompagnata a sua insaputa soltanto dallo spirito di Cagliostro: facendosi luce con il cellulare inizia a scendere delle ripide scale avvolte dall’oscurità. Contemporaneamente Anna va a casa di Piras per scusarsi con lui per il loro attrito, ma l’uomo non la lascia entrare e sulla porta le dice che non è più tempo di affrontare alcuna cosa insieme e di lasciar fare a lui. Una volta richiusa la porta lei lo vede dall’ampia vetrata allontanarsi di spalle, poi a un tratto voltarsi nella sua direzione: i due si scambiano un lungo sguardo, che lei non immaginerebbe mai essere l’ultimo. Nel frattempo a casa di Eleonora si presenta lo spirito malvagio, della cui presenza non tarda ad accorgersi Vanessa quando vede tremare le luci in camera sua. Istintivamente va dalla madre che scongiura lo spirito di lasciarla in pace e quest’ultimo in risposta all’osservazione della ragazza - convinta che lui non potesse in alcun modo far loro del male - la scaraventa contro una parete, poi concentra tutta la sua energia in modo tale da far provare sia a Eleonora sia a Vanessa una vera e propria sensazione di strangolamento. Vanessa, atterrita e in pericolo di vita, chiama con tutta la forza che le rimane Leo, che finalmente la sente e si precipita lì, intervenendo e scacciando lo spirito di cui apprendiamo il nome: si tratta di Alessandro, l’assassino del padre di Vanessa. Ancora in presenza di Leo, la ragazza telefo52

na a Paoletto e lo informa del fatto che Lucia è in pericolo di vita e che a casa sua ha lasciato delle cose importanti per lui. Il commissario non ci pensa due volte e lo vediamo alla guida della sua auto verso la casa di Lucia, mentre prova a telefonarle ma trova soltanto la segreteria telefonica. Una volta dentro casa raggiunge la camera dove la donna aveva lasciato annotazioni sulla tappezzeria ma quest’ultima è stata vistosamente strappata e del registratore non c’è traccia. Leo è lì con Paoletto e in preda allo sconforto pensa che quest’ultimo sia arrivato davvero troppo tardi. Di lì a non molto il commissario viene raggiunto da una terribile notizia: Stella gli telefona per comunicargli la morte di Piras, ritenuta per il momento un suicidio, cui Paoletto non crede assolutamente. Stella spiega che il corpo dell’uomo è stato trovato nella vasca da bagno di casa sua ed è stato ucciso da un colpo d’arma da fuoco alla testa. In casa di Piras, oltre alla Scientifica che sta facendo i necessari rilevamenti, ci sono Alessi e Jamonte. Alessi dice al vicequestore che in forma cautelare bisogna arrestare la Mayer e lui chiede di poter andare da solo per evitare un eccessivo clamore. Intanto, nella lussuosa residenza dei Silvestrin, il figlio dice al padre che tutto è stato sistemato, secondo il volere di qualcuno di cui non fa il nome; il padre lo guarda con disprezzo, accusandolo di farsi usare come bassa manovalanza e di non avere ereditato nulla della sua tempra. Arrivato nel cuor della notte a casa di Anna, Jamonte la informa della morte del sostituto procuratore Piras, molto probabilmente suicidatosi in casa sua. Anna non ci vorrebbe credere, afferma di essere andata da lui poche ore prima e di averlo visto determinato a scoprire chi lo voleva incastrare. Jamonte le chiede di seguirlo in

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