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ZeroZeroZero

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L’alligatore

L’alligatore

Ancora una volta la televisione pubblica propone una serie attingendo direttamente dalle pagine di successi letterari, ma questa volta l’operazione è molto diversa. I romanzi della serie de l’Alligatore, scritti da Massimo Carlotto vengono affidati a Daniele Vicari che in veste di showrunner e regista, insieme ad Emanuele Scaringi, confezionano un’opera dal taglio innovativo. Un prodotto che si distingue dagli altri della televisione generalista per il suo approccio autoriale mai invadente, ma che si caratterizza nella sua originalità anche perché non strizza l’occhio a quegli elementi di exploitation di cui a volte si fa abuso in tante serie presenti sulle piattaforme online.

Lanciata sulla piattaforma online Raiplay, la serie non ha avuto nella sua messa in onda il successo di ascolti che avrebbe meritato, pur avendo tutte le carte in regola per diventare un vero e proprio cult.

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MArCo MArrApese

di Stefano Sollima, Janus Metz, Pablo Trapero ZEROZEROZERO

Paese: Italia, Francia e Stati Uniti, 2020 Produzione: Cattleya, Bartlebyfilm, Sky Studios, Amazon Studios Regia: Stefano Sollima, Janus Metz, Pablo Trapero Sceneggiatura: Leonardo Fasoli, Mauricio Katz, Stefano Sollima, Max Hurwitz, Maddalena Ravagli (soggetto ZeroZeroZero, scritto da Roberto Saviano) Interpreti: Andrea Riseborough (Emma Lynwood), Dane DeHaan (Chris Lynwood), Giuseppe De Domenico (Stefano La Piana), Adriano Chiaramida (Don Minu La Piana), Harold Torres (Manuel Contreras), Noé Hernández (Varas), Tchéky Karyo (François Salvage), Francesco Colella (Italo Curtiga), Diego Cataño (Chino), Norman Delgadillo (Diego), Nika Perrone (Lucia), Gabriel Byrne (Edward Lynwood), Claudia Pineda (Chiquitita), Érick Israel Consuelo (Moko), Jesús Lozano (Gordo), José Salof (Indio), Flavio Medina (Jacinto Leyra), Víctor Huggo Martín (Enrique Leyra), Seydina Balde (Omar), Nabiha Akkari (Amina) Distribuzione: StudioCanal TV Durata: 50-70 minuti, 8 episodi Uscita: Sky Atlantic, 14 febbraio 2020

EPISODIO 1, IL CARICO

UUn uomo anziano, chiamato Don Minu, sta leggendo i necrologi del giorno su un giornale, all’interno della sua piccola e oscura abitazione. Egli vive sottoterra, in mezzo ai rilievi calabri vicino Gioia Tauro, si sta evidentemente nascondendo da qualcuno. In città è in corso una processione, tutto il paese è in strada e molti dei cittadini riveriscono un giovane uomo, Don Stefano, che si stacca dal corteo e si dirige nel bosco limitrofo. Qui l’uomo incontra Don Minu, uscito dal suo rifugio, che lo saluta con fare affettuoso e si scopre essere suo nonno. Minu convince il nipote a lasciare per poco tempo la città, sebbene egli si dimostri restio all’idea, e i due incontrano altri uomini in un’altra area boschiva. È chiaro che essi fanno parte di un giro malavitoso che ha a che fare col narcotraffico, Don Minu, boss della ‘ndrangheta, promette agli uomini di riportare soldi dopo un periodo di magra. Il clan mafioso ha ordinato un grosso carico di cocaina (5000kg), che porterà nuovo benessere alle loro tasche. Don Minu inizierà a far ritirare il pizzo dai vari membri e commercianti del luogo, per mano di un suo sottoposto, Luciano. Egli è in viaggio proprio con i soldi che sta raccogliendo, quando la sua auto viene fermata da un volto a lui familiare, un tale Nicola, che gli punta la pistola e lo rapisce. Stefano raggiunge Nicola in un’abitazione fuori città e i due iniziano a dar fuoco ai soldi del pizzo, mentre il cadavere di Luciano si trova in mezzo ad un porcile. La scrofa e i maialini lo stanno mangiando e Stefano e Nicola promettono di dar loro da mangiare anche il corpo di Don Minu, vogliono estrometterlo dal comando.

A Monterrey, in Messico, in una fabbrica di peperoncini, è nascosta la sede di imballaggio della cocaina, che viene occultata sul fondo dei barattoli di peperoncini, per poter essere trasportata facilmente via nave: uno di questi carichi è destinato alla ‘ndrangheta. I calabresi non hanno ancora pagato però il carico ordinato ed un uomo sta organizzando, con dei presunti pezzi grossi del cartello, la loro sistemazione in un luogo sicuro. Il suo cellulare è però intercettato da un gruppo di soldati dell’esercito di Monterrey, che lo inseguono dapprima in macchina e poi a piedi all’interno del mercato della città, dove scoppia improvvisamente una sparatoria. Il criminale viene arrestato, dopo un lungo tentativo di fuga, e viene condotto dai militari in un’abitazione semidistrut-

ta fuori dal centro. Uno di loro, di nome Manuel e soprannominato ‘Vampiro’, si mostra sofferente di fronte all’uso che i suoi colleghi fanno della violenza, non sopporta di sentire le grida del narcotrafficante che viene torturato per scoprire dove egli incontrerà i suoi capi. Manuel infatti indossa degli auricolari e ascolta la Parola del Signore (forse si tratta di un canale radio religioso), è un uomo di fede e cerca di isolarsi da quell’ambiente di violenza e sofferenza. I soldati hanno nel frattempo scoperto dove si terrà l’incontro dei capi del narcotraffico, in un ristorante di lusso della città, e vi si appostano pronti ad intervenire. Qui trovano diversi pezzi grossi del cartello, ma, quando i soldati stanno per avviare il blitz, degli informatori mandano i narcos in fuga e nasce una nuova sparatoria, in cui anche la polizia protegge i criminali. Un uomo viene colpito da un proiettile e cade a terra.

Quest’uomo è Edward Lynwood, americano di New Orleans, anch’egli immischiato nel narcotraffico. Edward e la sua famiglia gestiscono trasporti intercontinentali via mare ed occultano la cocaina nei carichi standard, potendo così contare su un ritorno economico enormemente più sostanzioso. La figlia di Edward, Emma, è però contraria a questo rischioso tipo di commercio che sta intraprendendo suo padre e cerca di convincerlo a ritirarsi, invano. Edward ha un altro figlio: Chris è affetto dal morbo di Huntington, una malattia genetica neurodegenerativa che lo porterà progressivamente a perdere il controllo della coordinazione muscolare e infine alla morte, come è accaduto a sua madre. Edward vuole a tutti i costi tutelare il figlio per non fargli vivere la realtà di quel mondo criminale che ha a che fare con l’attività di famiglia, Chris viene tenuto all’oscuro di tutto. Emma e suo padre sono in viaggio per il Messico, a Monterrey incontreranno i capi del cartello per trattare le cifre del trasporto di cocaina oltreoceano. Proprio durante l’incontro al ristorante scoppia la sparatoria con i militari di Monterrey e Edward viene gravemente ferito.

EPISODIO 2, I CIELI SU TAMPICO

Una sera, dal suo nascondiglio sull’Aspromonte, Don Minu nota qualcosa di strano dalle telecamere di sorveglianza piazzate al di fuori dell’ingresso. Degli uomini armati si avvicinano alla sua abitazione, pronti a fare irruzione, dopo aver messo fuorigioco la guardia del boss. Don Minu ha però pronta una via di fuga per le emergenze, spostando le piastrelle del muro della doccia, si apre un cunicolo che conduce ad un’uscita secondaria. Salendo la scaletta della botola in fretta e furia, l’uomo precipita; nonostante ciò riesce a fuggire malconcio dalla casa ormai assediata dalle forze dell’ordine. Minu si dirige quindi stancamente ad una casetta lì vicino nel bosco, nella quale è accolto probabilmente da uno dei suoi sottoposti. Un dottore cura alla buona le fratture subite dal boss, accompagnato da altri loschi figuri che rivelano a Don Minu che c’è una talpa nella loro organizzazione, qualcuno deve aver raccontato alle forze dell’ordine dove si trovava il nascondiglio.

Dopo essere stato colpito, Edward con la figlia viene portato via dal ristorante da un’auto degli uomini dei Leyra, i capi dei narcos, e condotto quindi all’aeroporto. L’indomani mattina Emma ed Edward sono nella loro casa di New Orleans, sono passate diverse ore da quando l’uomo è stato ferito ed infatti egli cade a terra senza vita, prima che la figlia riesca a chiamare i soccorsi. Emma e Chris sono distrutti per la perdita del padre, ma gli intenti della giovane di portare avanti l’attività di famiglia restano saldi, tanto che chiede al fratello di entrare anche lui in affari, mentendo riguardo la volontà del padre che lo voleva fuori dal giro. Di ritorno dal funerale, i fratelli trovano porte e finestre di casa spalancate ed una corona di fiori: Don Stefano si è introdotto nella loro villetta e gli intima con prepotenza di ritirarsi dal commercio di cocaina con la Calabria, lui vuole trattare direttamente con i narcos. In realtà l’intento di Stefano è quello di tagliare i rifornimenti di droga alla ‘ndrangheta, per mettere gli uomini di suo nonno contro di lui, dopo che già qualche giorno prima aveva avvisato le forze dell’ordine sul nascondiglio di Don Minu. È certo che così egli si ritroverà senza alleati. Emma non ha alcuna intenzione di ritirarsi dal traffico, decide quindi di contattare direttamente Don Minu tramite necrologi, come faceva suo padre, e si fa beffe della minaccia ricevuta. Chris all’indomani salperà dal porto di Tampico con il carico di cocaina diretto in Calabria e sarà garante della corretta transazione avvenuta tra messicani e calabresi.

Dopo le due sparatorie avvenute a Monterrey, l’opinione pubblica si scaglia contro l’esercito e addossa su di loro la colpa per la morte di una bambina che è stata colpita da un proiettile al mercato cittadino. Nonostante i Leyra siano fuggiti, l’esercito è riuscito a uccidere al-

cuni loro uomini e a recuperare una grossa somma di contanti. Il sergente Manuel Contreras distribuisce i soldi tra i suoi fedelissimi, come ‘anticipo per il congedo’. Uno di loro si rifiuta di prendere i soldi dei narcos, soldi sporchi, e per questo Manuel si infastidisce molto. Poco dopo il capitano convoca il sergente, rivelandogli la sua preoccupazione per la situazione che sta vivendo il Paese ed è certo che ci sia una talpa nell’esercito che ha avvertito i narcos la sera prima al ristorante. Se il colpevole non dovesse essere scoperto, a pagarla sarebbero tutti gli uomini di Contreras, destinati alla sospensione. Manuel si trova di fronte ad una scelta difficile e rivela la sua natura da doppiogiochista: è lui la talpa dei narcos e non può permettersi la sospensione, per questo sarà necessario sacrificare uno dei suoi uomini. L’apparente natura mite ed incerta del sergente, mostrata durante il blitz al ristorante, rivela in realtà la volontà di non mettersi contro i suoi alleati. Manuel decide quindi di colpire il soldato che aveva rifiutato i soldi, visto anche dai suoi colleghi come un possibile traditore, e lo uccide a sangue freddo in un locale, mietendo anche altre due vittime innocenti. Dopo aver fatto esplodere il locale, ‘Vampiro’ e i suoi portano i cadaveri dinnanzi ad un ponte, dove li appendono con un cartello che rivendica il loro legame con i Leyra. Tutto l’esercito crede nella colpa del giovane innocente, ma uno dei sicari che stava con Manuel viene catturato e rivela sotto tortura che è in partenza una nave che trasporta cocaina verso l’Italia, indicando anche il numero del container che la contiene. L’esercito raggiunge in elicottero la nave in questione, proprio la nave sulla quale si trova Chris Lynwood, e trovano facilmente il container incriminato, scovando anche la droga nascosta nei barattoli di peperoncini. Prima che vengano avvisati i superiori, Manuel ed altri soldati in combutta coi narcos uccidono i membri che hanno trovato la merce: le molteplici talpe dei narcos riescono ad insabbiare gli omicidi e il traffico di droga, ottenendo anche che la nave cambi la sua rotta e prosegua senza GPS.

EPISODIO 3, MIRANDA

I soldati dell’esercito sono di ritorno dalla missione sulla nave dei Lynwood e, dopo aver ucciso altri militari che li attendevano a terra, si dirigono a casa di un membro dei narcos in combutta con Manuel. Quest’ultimo è ricercato dall’esercito, che è stato informato del loro ammutinamento, e vuole parlare direttamente coi Leyra per svincolarsi dal suo vecchio impiego. Manuel dice di seguire la voce di Dio che lo sta guidando verso un piano superiore, piano che incrocia proprio le strade dei due fratelli a capo del narcotraffico messicano. Minacciando il loro sottoposto, egli ottiene di incontrare i Leyra ai quali chiede di poter controllare direttamente con i suoi uomini le piazze di spaccio sparse per il paese. Ovviamente i fratelli sono contrari e lo mettono alla prova, chiedendogli di sacrificare uno dei suoi, ma per contro Manuel risponde aggressivamente puntando loro la pistola.

Intanto sulla nave il capitano è convinto che la nave non potrà proseguire il viaggio verso la Calabria linearmente e pianifica di raggiungere prima il Senegal, da dove poi proseguiranno con una nuova nave non tracciata. Chris in quei giorni, non avendo un compito specifico a bordo, gira per la nave e si imbatte nella sala macchine. Egli si accorge che alcuni cilindri del motore sono stati allentati, molto olio ha cosparso il pavimento, mettendo l’equipaggio a rischio incendio. Il ragazzo sistema quindi i cilindri, ma si accorge poco dopo dalla sala della sorveglianza che un membro dell’equipaggio sta allentando nuovamente i cilindri. Chris si precipita furioso dal colpevole e lo minaccia. L’uomo gli racconta che era stato l’ingegnere capo a ordinargli di fare ciò. Chris corre ad informare il capitano, vuole capire cosa si cela sotto questo tentativo di ammutinamento ed è intenzionato a contattare la sorella. Il capitano si oppone e lo colpisce alla testa, facendolo svenire. Chris si risveglia nella sua cabina, che è stata sigillata per non farlo fuggire, e vede che è stato appiccato un enorme incendio. Il ragazzo, nel tentativo di forzare la maniglia per uscire, stacca un pezzo di ferro dal bagno, ma nel farlo urta accidentalmente le pillole per la sua malattia che finiscono inesorabilmente perse nel water. Egli si fa comunque forza e riesce a fuggire dalla cabina per poi dirigersi a domare l’incendio e sale infine sopracoperta a prendere un po’ d’aria. Chris scorge dal ponte una piccola imbarcazione a bordo della quale si trovano tutti i membri dell’equipaggio in fuga: lo hanno lasciato solo nel bel mezzo

dell’oceano. Qualche giorno prima infatti Stefano aveva corrotto il capitano per convincerlo a non far mai arrivare la nave in Calabria, cosicché Don Minu non avrebbe ricevuto la droga dei messicani.

Al suo ritorno a Gioia Tauro, Stefano scopre che l’amico Nicola, con cui stava tramando l’omicidio del nonno, è scomparso e poco dopo gli uomini di Don Minu gli suonano alla porta: il boss vuole parlare con lui. Appena prima che Stefano lasci casa, la moglie gli mette un cellulare nella giacca, così che in caso di emergenza egli possa contattare i suoi uomini, per poi venire scortato in una casa abbandonata dove sta Don Minu. Egli è sospettoso nei confronti del nipote ed è venuto a conoscenza del suo viaggio in America dai Lynwood, perciò gli chiede spiegazioni. Stefano mal cela i suoi veri intenti e il nonno decide di metterlo alla prova. Essi si dirigono a casa di un membro della ‘ndrangheta fedele a Minu, Don Benedetto, il quale sgozza una scrofa e porge da bere a Stefano il suo sangue, come prova di lealtà. Dopo aver recuperato un po’ di fiducia, Stefano si stacca dal gruppo e chiama la moglie dal bagno di Don Benedetto, per informarla sulla sua posizione e far arrivare i suoi sicari a fare piazza pulita. La guardia dei mafiosi era rimasta in realtà alta, Stefano viene scoperto e Don Minu e i suoi si allontanano dalla casa, per dirigersi al posto in cui è nascosto Nicola. Prima però Don Minu vuole rivelare al nipote come sono andate realmente le cose con il figlio, dato che ha capito che Stefano vuole vendicarlo. Il padre di Stefano, figlio di Minu, molti anni prima aveva mosso guerra all’impero malavitoso di suo padre, il quale non aveva avuto alcuna scelta, se non quella di ucciderlo. Don Minu vuole assolutamente evitare che quella storia si ripeta e da a Stefano un’ultima possibilità di scegliere se stare dalla sua parte o contro di lui, dopo aver dato fuoco all’auto in cui era legato Nicola. Stefano sceglie di stare dalla parte del nonno e, tornati a casa di Don Benedetto, lo informa dell’imminente arrivo dei sicari. Don Minu riesce a fuggire e, per inscenare un fallito inseguimento del nonno, Stefano si spara alla spalla.

EPISODIO 4, IL TRASBORDO

La voce che i Leyra vogliono controllare direttamente le piazze di spaccio attraverso gli uomini di Manuel inizia a girare, anche tra un piccolo gruppo di ragazzi che posseggono il proprio commercio indipendente, al cui capo sta un certo ‘Missionario’. Uno di questi giovanissimi trafficanti viene scoperto una sera dagli uomini di Manuel e, dopo una fuga sui tetti, viene catturato e obbligato a condurli al laboratorio. Manuel vuole dare un chiaro segnale a tutti i piccoli narcos del paese e decide di girare un video intimidatorio che poi pubblicherà su internet. Coi militari occupa il laboratorio e minaccia chiunque abbia intenzione di ribellarsi all’impresa, il video si conclude con l’omicidio del ‘Missionario’ che viene preso a martellate sul petto, fino a sfondarglielo.

I Leyra hanno trovato degli alleati forti e senza scrupoli, che potranno portare loro molti guadagni extra: l’accordo è stato raggiunto e gli uomini dell’impresa vengono lautamente ricompensati. Manuel poco dopo va a trovare la ragazza del commilitone che ha assassinato pochi giorni prima; ella è ovviamente ignara di trovarsi di fronte all’omicida. Manuel le fa le condoglianze per confortarla e le da i soldi dei Leyra che le serviranno per crescere il bambino che porta in grembo. La ragazza è convinta che il padre di suo figlio fosse buono, non avrebbe mai potuto collaborare coi narcos.

Chris si trova solo sulla nave in balia dell’oceano, è disperato, finché una sera vede una luce proveniente da un’altra imbarcazione che egli richiama coi razzi di segnalazione. La nave lo trasporta a terra fino al porto di Dakar, in Senegal. Qui il giovane viene interrogato dalla polizia che è insospettita dal fatto che Chris si trovi a bordo di un mercantile senza equipaggio e vuole indagare, trattenendogli per giunta il carico per i dovuti controlli doganali. In attesa che il carico venga trasferito su un’altra nave per proseguire il viaggio, Chris gira Dakar in cerca di una farmacia per ricomprare le sue pillole, ma, non avendo la ricetta, non può acquistarle. Un ambulante che si trovava nei paraggi, sentendolo sbraitare contro il farmacista, lo guida da uno spacciatore che gli procura delle gocce per i tremori e dell’erba. Nel frattempo Emma raggiunge il fratello a Dakar per sistemare le faccende burocratiche e ingaggia un diplomatico, Omar, che faccia da mediatore con le forze dell’ordine. I Lynwood vorrebbero evitare il controllo doganale che li metterebbe di sicuro nei guai e cercano di convincere la polizia che questo ritardo sulla consegna costerebbe loro molti soldi, ma gli agenti rimangono irremovibili. Omar riesce comunque ad ottenere un incontro con il militare responsabile del controllo, per poter evitare l’ispezione, ma il loro intento è stato scoperto. L’uomo sa bene che non avrebbero avuto tanti problemi a

far ispezionare semplici peperoncini ed è certo che in quei barattoli si nasconda merce illegale. Il responsabile obbliga Emma a lasciare la nave in porto per riparare l’avaria e nel frattempo la polizia doganale avrebbe potuto svolgere i suoi controlli. Intanto Chris, che non crede che Omar possa evitare che la merce venga controllata, escogita un piano alternativo per lasciare Dakar in fretta con la droga. Torna dal pusher e gli chiede una mano per portare via la merce dal porto, dato che l’uomo aveva rivelato il giorno prima di avere lì molte conoscenze. L’uomo accetta, ma nel trasferimento dei barattoli su un nuovo camion, la polizia li scopre e ne consegue un inseguimento condito da una sparatoria. Essi riescono fortunatamente a sfuggire, bloccando la strada agli inseguitori con un camion in fiamme, ma ora i Lynwood devono lasciare al più presto la città. Chris corre ad avvertire la sorella che la polizia li cerca e vengono scortati dal pusher al camion che contiene la cocaina. In cambio dei favori fatti, Chris lascia 50kg di prodotto allo spacciatore, mandando Emma su tutte le furie. Ella lo ritiene un incapace e rivela i reali desideri di Edward riguardo al futuro dell’attività di famiglia, come egli abbia espressamente chiesto che Chris ne rimanesse fuori. Chris è ferito e le dà uno schiaffo. Omar intanto è arrivato con un’auto che guiderà il trasporto della merce fino ad una nuova barca, lontano dal Senegal. Emma vuole sfruttare delle conoscenze che ha a Casablanca, da dove salperanno alla volta di Gioia Tauro. Emma si è anche accorta che Chris inizia ad avere i tremori, sintomo che la malattia si sta presentando in lui, anche se il fratello nega.

EPISODIO 5, SHARIA

Italo e gli altri sicari portano Stefano ferito alla spalla da un medico. Egli sostiene la guerra che l’uomo sta muovendo contro Don Minu e gli fa sapere che molta gente conta su di lui per riportare il benessere a quelle zone, mentre sta ricucendo la ferita, fortunatamente non grave. Stefano, lasciata la casa del dottore, chiama la moglie dicendole di scappare con il figlio insieme a Don Minu, perché le cose si stanno complicando. Il medico si è accorto dal foro del proiettile che Stefano si è sparato da solo e lo fa sapere a Italo.

Durante il viaggio verso Casablanca, Chris ammette a Emma che era già da qualche tempo che la malattia gli si era manifestata e aveva iniziato a prendere le pillole per calmare i tremori, ma non aveva detto niente a nessun membro della famiglia per non preoccuparli. Emma si sente in colpa per aver chiesto al fratello di intraprendere tale viaggio, ora che sa dell’inizio della sua malattia. Giunti al deserto, la strada è sbarrata da alcuni uomini armati: sono jihadisti che controllano le strade del deserto, Omar sarà costretto ad un accordo economico con loro per farsi scortare attraverso l’itinerario. I jihadisti ottengono dal patto che i Lynwood cedano loro 100kg di cocaina come saldo. La carovana arriva d’innanzi ad un centro abitato brulicante di soldati islamici, si tratta di una roccaforte jihadista, dove i Lynwood sono costretti a fermarsi. I soldati portano via di forza Chris e successivamente Emma, mentre ad Omar viene intimato di restare in auto. Emma è scortata da un ragazzo dentro un’abitazione in cui si trova una cella, nuovo alloggio della ragazza. Emma non è in realtà totalmente rinchiusa, dato che alcune donne le tengono aperta la porta, cosicché ella possa girare l’edificio alla ricerca del fratello. Mentre vaga curiosando tra le varie stanze, Emma scorge alcuni uomini armati che guardano il telegiornale. Le notizie sono tragiche: dei terroristi islamici hanno attaccato un hotel di Ouagadougou, facendo prigionieri diversi turisti. I jihadisti esultano e ringraziano Allah, sentendo la notizia. Il giorno dopo degli spari in strada svegliano Emma all’interno della cella e all’improvviso Omar si presenta davanti alla porta per portarla in salvo dopo gli ultimi tragici eventi. Egli racconta che le forze speciali francesi hanno lanciato un missile contro un gruppo di jihadisti insieme ai quali stava anche Chris, nessuno di loro è sopravvissuto. Emma è disperata, ma Omar insiste per portarla via da lì, ora che si è presentata per loro un’occasione di fuga, e si dirigono verso i loro mezzi facendosi strada grazie all’aiuto di alcuni uomini armati. Nel tentativo di raggiungere l’auto Omar è colpito al petto da un proiettile, quando improvvisamente Chris giunge in auto alla roccaforte.

Chris il giorno prima aveva lasciato la cittadina insieme ad alcuni jihadisti ed attraversato il deserto. Dopodiché alcuni soldati si erano staccati e diretti verso una missione, probabilmente un combattimento armato, mentre altri, tra cui anche Chris, si avvicinano ad un villaggio. Chris cerca dialogo con uno dei soldati, di nome Brahim, dopo averlo visto salutare il figlio partito con gli altri uomini. Al villaggio gli jihadisti non sono ben accetti e cercano in Chris un alleato per potervisi introdurre. Hanno infatti preparato alcuni documenti falsi che attestano che Chris sia un medico missionario che deve curare i feriti del villaggio. Essendo i suoi accompa-

gnatori anche i soldati riescono ad entrare. Brahim guida Chris verso una capanna ma invece dei malati essi trovano una donna con un bambino appena nato. Brahim aveva inscenato tutto questo per poter incontrare la propria famiglia e vedere il figlioletto. Chris è toccato nel vedere il lato umano di quest’uomo, si rivede nel primogenito di Brahim che è andato in guerra ed inizia quindi a raccontargli della sua malattia. Il giorno successivo i soldati stanno raggiungendo una nuova meta e si fermano nel deserto per pregare Allah, quando un missile precipita su di loro. Chris si salva riparandosi dietro al fuoristrada, ma i jihadisti sono tutti apparentemente morti. Il ragazzo nota che però uno di loro respira ancora, Brahim è sopravvissuto, ma ha urgente bisogno di cure mediche o morirà. I due tornano rapidamente in auto alla roccaforte, dove è in atto la sparatoria. I jihadisti sono grati al giovane per aver salvato Brahim e concedono ai Lynwood di ripartire all’istante. Emma carica Omar ferito in auto e lasciano la roccaforte, ma dopo poco l’uomo si spegne durante il viaggio.

EPISODIO 6, SALVEZZA

Il corpo di Omar viene sepolto nel deserto, subito dopo i Lynwood ripartono con il carico per arrivare a Casablanca, dove Emma ha appuntamento con il contatto che li aiuterà a portare la merce in Calabria.

L’esercito di Manuel sta reclutando uomini per poter effettuare la conquista delle piazze di spaccio di Monterrey e consegnarle ai Leyra. Moltissimi ragazzi vengono sottratti alle loro case per iniziare un vero e proprio addestramento militare in una dismessa fabbrica della città, seguito dagli uomini di Manuel. L’addestramento è durissimo, non c’è pietà alcuna e i più deboli verranno sacrificati; le reclute oltre ad una serrata tabella di marcia, sono costretti a subire continue minacce di morte. Tutti coloro che resistono, vengono arruolati nell’esercito, ognuno con il proprio compito specifico nella conquista armata. Questi uomini si fanno chiamare ‘vampiri’, dal soprannome militare del loro comandante, e si impongono sin da subito con la forza anche sui civili. La loro prima missione consiste nel sequestrare un autobus ed i suoi passeggeri, che vengono giustiziati a sangue freddo per mandare un messaggio alla città della fermezza d’intenti dell’impresa, filmando il tutto e diffondendo il video sul web. La notizia di questi atti terroristici si diffonde immediatamente, al telegiornale non si parla d’altro, e l’impresa occupa con una velocità sorprendente moltissime piazze per consegnarle ai re del narcotraffico di Monterrey. Manuel si reca a casa dei Leyra per fare il resoconto dei progressi, territoriali ed economici, ed ovviamente per riscuotere la paga, ma ci sono stati dei rallentamenti nelle entrate di narcos, dovute ai problemi di consegna ai calabresi. I narcos non possono quindi saldare il conto coi ‘vampiri’ e questo genera molti malumori tra i loro rappresentanti più importanti. Molti infatti già disprezzavano i Leyra, che se ne stavano comodamente in villa ad attendere che altri rischiassero la vita per aumentare i loro profitti, e questa situazione sicuramente non aiutava a placarli. Manuel vuole distrarli da questo problema e li porta al ristorante per festeggiare i loro progressi, qui incontrano i Leyra e nuovamente i soldati non mancano di rimarcare il loro disprezzo. Tornati alla base, il comandante si allontana per andare a trovare Chiquitita , la giovane vedova del militare che egli stesso ha ucciso, della quale egli si continua a prendere cura, aiutandola anche economicamente coi soldi dei narcos. Quella sera Manuel la porta a bere un drink in un locale e poi ballano insieme. A fine serata la ragazza continua a insistere perché le faccia compagnia e Manuel ignora diverse chiamate dai suoi uomini. Una volta lasciata la casa di Chiquitita, Manuel risponde ad una nuova chiamata e viene a sapere che uno dei ‘vampiri’, Indio, è stato colpito dai narcos.

Il tutto era nato da un compito che i narcos avevano dato ai ‘vampiri’: essi dovevano recuperare un carico di armi, proprio poco dopo che Manuel aveva lasciato la base, e così effettuano la missione da soli. Di ritorno alla base il narcos vuole vedere se il carico è completo e inizia ad insultarsi con gli uomini dell’impresa, finché dopo l’ennesima provocazione egli spara a bruciapelo a Indio, causando una brutale sparatoria. Tutti gli uomini dei Leyra rimangono uccisi, ma i ‘vampiri’ non riescono a salvare il fratello: quando Manuel arriva alla base Indio è già morto. Egli decide di portare a casa di Chiquitita i feriti per medicarli, ma la giovane è in procinto di partorire e viene portata dall’amico di corsa in ospedale.

EPISODIO 7, FAMIGLIA

Don Minu, dopo essere scappato dai sicari di Italo, si rifugia in una casa abbandonata, dove rimarrà al sicuro fino a che il nipote non sistemerà la situazione. Stefano intanto si trova insieme ad Italo, che cerca Don Minu insieme ai suoi uomini, avvalendosi dell’aiuto del nipote. Stefano dichiara di non sapere dov’egli si nasconda, ma Italo sa che l’uomo è un doppiogiochista, dopo che il dottore ha rivelato che Stefano si è sparato da solo. Così Italo lo colpisce più volte con una spranga e lo getta ormai svenuto nel porcile, per farlo confessare. Lucia, la moglie di Stefano, nel frattempo è scappata da casa col figlio e si mette in contatto, tramite delle immaginette religiose, con Don Minu, che le manda i figli di Don Benedetto Bellantone a prenderli per portarli in un posto sicuro. I Bellantone hanno però tradito il boss e consegnano Lucia e il bambino agli uomini di Italo, che li rinchiudono, sperando di ottenere informazioni da Stefano. L’uomo, dinnanzi a tanta sofferenza per la famiglia, confessa di sapere dove si trova il carico di cocaina che Italo vuole assolutamente intercettare. Stefano e Italo partono per il Marocco, intenzionati a bloccare la nave che trasporta la cocaina destinata a Don Minu, grazie anche all’aiuto di alcuni loro uomini che si trovano a Casablanca. Uno di loro conosce la posizione dei Lynwood, sanno dove poter trovare Amina, figlia di Yasser, che li condurrà dai fratelli e dal loro carico. Stefano e Italo rapiscono Amina e la obbligano a condurli all’hotel in cui alloggiano Emma e Chris.

Al loro arrivo a Casablanca, Emma e Chris vengono aiutati dagli uomini di Yasser, che spostano i bancali di peperoncini, che verranno caricati su una nuova nave, diretta a Gioia Tauro. Yasser offre nel frattempo un rifugio sicuro ai fratelli e li porta in una stanza d’albergo in cui passeranno un paio di giorni prima della loro partenza, in attesa che vengano preparati i documenti per salpare. Amina verrà da loro il giorno seguente per consegnare questi documenti, oltre alle pillole di Chris, che sta vedendo peggiorare la sua malattia. Quella notte Chris si sente di nuovo male ed inizia ad avere spasmi molto più forti del solito, non riuscendo più a controllare il suo corpo. Il giovane è a pezzi e la sorella vuole a tutti i costi salvarlo: gli propone di vendere l’azienda di famiglia per cercare una cura al suo morbo ma Chris non è d’accordo. Il giorno seguente, come d’accordo, Amina si presenta alla porta della loro camera, con tutto ciò di cui avevano bisogno, mancava solamente d’incontrare il direttore della dogana e poi i Lynwood sarebbero potuti ripartire. Chris va con Amina all’incontro e comincia tra di loro a crearsi un interesse reciproco; i due iniziano a parlare della loro vita e iniziano a conoscersi. Emma, tornato il fratello, si è resa conto che in lui c’è interesse per la ragazza e lo sprona a farsi avanti. Emma crede che Chris dovrebbe godersi di più la vita senza preoccuparsi per il suo difficile futuro, lo invita a uscire di più, così quella sera Chris e Emma vanno ad una festa, invitati da Amina. Tra Chris e Amina scocca subito la scintilla, i due prima ballano insieme e poi si appartano a casa della ragazza. Dopo la notte passata insieme, Chris si sveglia poco prima dell’alba nuovamente in preda agli spasmi. Il giovane è fuori di sé, non ce la fa più a vivere così e lascia bruscamente Amina, tornandosene a piedi in albergo. Emma vedendolo tornare è preoccupata per la sua salute e gli chiede di tornare il prima possibile a New Orleans, mentre lei proseguirà da sola il viaggio in Italia. Chris non riesce più a resistere e ammette con la sorella che sta per morire, Emma promette che si prenderà cura di lui una volta terminata la loro odissea e parte per il porto.

Amina, rapita da Stefano e Italo, conduce i malavitosi alla stanza d’hotel in cui si trova Chris, che viene minacciato per rivelare la posizione del carico. Chris sale in auto con loro e li guida al deposito in cui erano custoditi i barattoli di peperoncini, facendo di tutto per ritardare il loro arrivo, cosicché la nave potesse lasciare in tempo Casablanca. Arrivati al deposito, Stefano non trova nulla, i bancali erano già stati caricati sulla nave e Chris era riuscito nel suo intento di ostacolarli, tanto ormai non aveva più niente da perdere. Stefano è furioso, specie perché Chris continua a farsi gioco di loro, e inizia a colpirlo violentemente, fino a lasciarlo esanime al suolo. Italo ammonisce Stefano: ora l’unica cosa che possono fare è tornare in Calabria ad ammazzare Don Minu, ma devono sbrigarsi a farlo prima che il carico venga consegnato. Gli uomini ripartono rapidamente in auto per tornare a casa e lasciano Chris nel deposito, in una enorme pozza di sangue.

EPISODIO 8, STESSO SANGUE

Chiquitita ha partorito la sua bambina e Manuel rimane al suo fianco durante le prime ore di vita della piccola. Il giovane promette che manderà a Chiquitita del denaro ogni mese, per far sì che ella riesca a crescere la figlia in maniera dignitosa. Manuel però dice addio alle due, ammette alla giovane madre di non essere la brava persona che lei crede, è un uomo pericoloso, soprattutto per la loro incolumità e rivela, prima di salutarle, di aver ammazzato il marito di Chiquitita. Uscendo dall’ospedale ad attenderlo, Manuel trova tutti i suoi soldati, pronti per una nuova ed importante missione. I ‘vampiri’ si dirigono infatti alla villa dei Leyra, nella quale si sta svolgendo una festa piena di bambini. Gli spietati sicari non hanno alcuno scrupolo e aprono il fuoco sulle guardie del corpo dei narcos, per poi introdursi nella loro proprietà. Uno dei due fratelli, Enrique, viene ucciso in giardino, mentre Jacinto si rifugia all’interno della villa, ma viene facilmente scovato dai soldati. Manuel fa allontanare la famiglia dell’uomo e gli propone di raggiungere un accordo per la sua incolumità e quella della famiglia. Jacinto dice di poter dare loro 31 milioni di dollari, soldi ottenuti dalla vendita della cocaina ai Lynwood. Manuel accette e Leyra chiama il contatto per farsi portare il denaro alla villa, ma appena ottiene l’incontro, Manuel gli spara in fronte.

Stefano e Italo sono tornati in Calabria dalla missione di Casablanca e Stefano si appresta ad organizzare l’incontro per uccidere Don Minu, tornando alla fattoria dei Curtiga. I Bellantone, sotto l’ordine di Italo, liberano la famiglia di Stefano; l’uomo può riabbracciare la moglie e il figlio, ma solo per pochi istanti. Stefano è diretto infatti all’incontro col nonno, al quale si presenta da solo, scortato solamente da uno degli uomini del boss. Don Minu si affaccia dal nascondiglio, che pullula di guardie, in compagnia di Emma Lynwood.

Emma, tornata dal porto di Casablanca con Yasser, grazie al quale aveva potuto caricare la nuova nave con la cocaina di Don Minu, non trova Chris in camera d’albergo, ma solamente Amina che è stata legata e imbavagliata in bagno. Emma la libera e si fa raccontare tutto: degli italiani l’hanno rapita e obbligata a portarli da Chris, che poi è stato costretto a condurli al deposito dove si trovava fino a poco prima il carico. Emma raggiunge in compagnia di Yasser il magazzino e vi trova il cadavere martoriato di Chris. La giovane è corrosa dal dolore e dalla sete di vendetta e si metterà in viaggio la mattina seguente per Gioia Tauro. Gli uomini di Don Minu la vengono a prendere, scesa dall’autobus, e la conducono al nascondiglio di Don Minu. Emma gli racconta del tradimento del nipote, che ha cercato di fermare il carico in Marocco, e di come Stefano abbia ucciso Chris; Emma consegnerà al boss il numero del container contenente la cocaina solo in cambio di Stefano. Don Minu promette di risolvere personalmente le cose.

Stefano giunge al cospetto del nonno, ma non vuole ucciderlo, sa di aver sbagliato a mettersi contro di lui e sa anche che per questo dovrà pagare. Consegna la pistola agli scagnozzi di Don Minu e prega il nonno di non punire la sua famiglia per gli errori che ha commesso. Don Minu lo accoltella sotto gli occhi di Emma: egli sta soffrendo molto per questo, ma sa che non aveva scelta di fronte a tale situazione, gli avrebbe permesso di tornare ai vertici del clan mafioso, e chiede perdono a Dio per ciò che è stato costretto a fare. Emma ha ottenuto la sua vendetta e consegna al boss il numero del container. Italo, che nel frattempo è venuto a sapere degli ultimi avvenimenti, racimola il denaro ed i passaporti e si prepara in fretta e furia alla fuga, ma gli uomini di Don Minu sono stati più rapidi di lui e hanno già raggiunto la sua fattoria. Essi ammazzano i Curtiga e liberano Lucia e il bambino. Don Minu ha ottenuto la merce di cui aveva bisogno per ristabilire il suo dominio sull’area e ha riottenuto il rispetto dei suoi compaesani.

Emma, prima di tornare a casa, fa tappa a Monterrey per consegnare la seconda rata ai narcos e riceve la chiamata di Jacinto Leyra, prima che egli venisse ucciso. Alla villa dei Leyra, Emma trova uno scenario di guerra: i ‘vampiri’ hanno occupato la proprietà e hanno messo tutti i cadaveri degli ospiti in fila sul vialetto del giardino. La donna incontra Manuel all’interno dell’abitazione e viene fatta sedere su un divano ai cui lati sono adagiati i corpi dei Leyra. Emma non può fare altro che consegnare i soldi ai suoi nuovi soci e commissiona

loro un nuovo carico di 2000kg diretto in Russia. I ‘vampiri’ sono diventati i nuovi narcos della città di Monterrey ed accettano l’incarico.

LLa nuova serie tratta dal romanzo di Roberto Saviano ci racconta nuovamente una realtà nostrana quasi mai trattata da produttori internazionali. Dopo il successo globale di Gomorra, ZeroZeroZero vuole raccontarci una storia di malavita italiana, questa volta ambientata in Calabria. Il presupposto è molto interessante, anche perché la serie vuole mostrare come tutto il processo della produzione e del narcotraffico internazionale siano legati tra loro, rendendo il racconto piuttosto originale e completo. In realtà i protagonisti sono i broker americani che si occupano del trasporto della cocaina oltreoceano, mentre le vicende legate alla ‘ndrangheta fanno da contorno. La storia della famiglia Lynwood risulta piacevole da seguire e molto realistica sotto diversi aspetti, per il viaggio travagliato che i fratelli sono costretti a compiere. I personaggi di Emma e Chris sono ben delineati e coerenti, è resa molto bene l’importanza della loro impresa all’interno del processo complessivo del narcotraffico, cosa che in altri prodotti televisivi è spesso tralasciata. Gli stessi protagonisti sono in grado di generare empatia nello spettatore, subiscono un processo di cambiamento e maturazione in cui lo spettatore può facilmente identificarsi.

Purtroppo però molti sono i punti critici di ZeroZeroZero, a partire dalla scelta di trattare le tre storie in maniera quasi indipendente. I punti di contatto tra venditori, compratori e broker non mancano, spesso questi contatti portano a sviluppi importanti per la trama, ma mostrarle tutte e tre come storie di pari importanza porta ad uno scarso sviluppo delle varie trame. In particolare, le vicende riguardanti Don Minu e Stefano e quelle degli uomini di Manuel, sono poco sviluppate. Per quanto i risvolti delle vicende abbiano un peso narrativo molto alto, nel complessivo viene dedicato pochissimo tempo a queste storie che di conseguenza vengono molto banalizzate. Nello specifico, la storia di Manuel Contreras ha complessivamente uno scarso peso narrativo e viene raccontata in maniera troppo superficiale. Moltissimi sono stati i prodotti televisivi e cinematografici che hanno trattato la tematica del narcotraffico sudamericano, in ZeroZeroZero questo lato è mostrato in maniera non originale e per giunta poco realistica. Non è credibile che un piccolo gruppo di militari corrotti possano obbligare, semplicemente grazie al temperamento violento, dei narcos del peso dei Leyra (almeno da come ci vengono presentati nelle prime puntate) e che addirittura sul finale possano sbaragliare il loro impero della droga, introducendosi con dei ragazzini armati nella loro villa. La scalata sociale di Manuel e dei suoi è eccessivamente semplice e quindi non realistica.

Un altro tasto dolente della serie è l’eccessivo numero di personaggi, mal gestito. Troppe sono infatti quelle figure che si avvicendano durante la narrazione delle tre storie parallele, che spesso hanno una durata breve per la fine che fanno o per il tempo dedicato loro dagli autori. Ci vengono presentati una quantità eccessiva di personaggi che hanno una pressoché nulla definizione caratteriale e degli intenti, anche se dalle azioni dei protagonisti si è portati a pensare che essi fossero realmente importanti. Lo stesso Stefano che costituisce uno dei protagonisti, ci viene mostrato poco, rispetto alla durata complessiva del prodotto, e di lui sappiamo poco o niente, sia per quanto riguarda il suo passato, sia per quanto riguarda la sua persona.

Forse però la più grande pecca di ZeroZeroZero è la linearità del racconto. Il montaggio alternato è praticamente nullo e ne consegue che la storia assume a più riprese dei ritmi eccessivamente lenti, portando lo spettatore a dimenticarsi delle altre vicende aperte. Un po’ più di dinamismo avrebbe reso l’intreccio decisamente più avvincente e meno prevedibile, mantenendo un più alto livello di attenzione. Su tutti è da notare la scelta registica di rappresentare diversi flashback: in alcuni momenti in cui i personaggi di Emma e Chris si vengono a separare per svolgere compiti differenti durante il loro viaggio, viene prima mostrata la totalità delle azioni di un personaggio e poi viene rimostrata la sequenza in cui i due si dividono, per poi affrontare le azioni dell’altro personaggio. Ne consegue che i risultati del flashback diventano prevedibili e che le vicende legate al primo personaggio diventino un po’ confuse. In questo caso un montaggio alternato avrebbe sicuramente reso più interessante e comprensibile il tutto.

Nel complesso quindi ZeroZeroZero, partendo da buoni presupposti come l’internazionalità della produzione e la presenza di un cast multiculturale, risulta agli occhi dello spettatore fin troppo prevedibile e poco originale nelle scelte. Resta comunque un prodotto di qualità, che però lascia lo spettatore un po’ con l’amaro in bocca.

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