Juggling Magazine # 93 - december 2021

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CIRK FANTASTIK 9/19 SETTEMBRE, FIRENZE cirkfantastik.com di Natalia Bavar foto di Monia Pavone Cirk Fantastik canta le storie che hanno necessitĂ  di essere raccontate. Storie che non hanno avuto luoghi per farsi sentire. Abbiamo avuto una visione di bocche con parole che non avevano spazi dove esprimersi e orecchie che cercavano nuovi racconti: circo, teatro, danza, mille storie narrate con molteplici linguaggi che dovevano liberarsi dal vivo e in relazione con il pubblico. Abbiamo pensato tanto a come progettare questa edizione di Fantastik, che partiva con tende a metĂ  capienza, rischi maggiori di quelli giĂ  spinti al limite negli anni precedenti, ma comunque con la volontĂ  e il desiderio di creare un festival ricco di proposte e senza limitarsi nelle scelte artistiche

per sottostare ai maggiori vincoli imposti e incertezze economiche. La prima novità e sorpresa per noi è stata proprio quella di dedicare inconsapevolmente piÚ tempo alla progettazione, a disegnare qualcosa di nuovo, che seguisse due direttrici: creare spazio per artisti e spettacoli che non avevano avuto nell'ultimo anno luoghi dove farsi sentire; esplorare nuovi spazi da trasformare in luoghi di spettacolo, spazi pubblici nel verde utilizzati come arene all'aperto, come alternativa per chi non voleva entrare a vedere uno spettacolo o un concerto al chiuso. La pista di pattinaggio di InStabile è diventata sala teatrale; il Pomario del Castello dell'Acciaiolo a Scandicci ha ospitato spettacoli nel frutteto, abbiamo creato un'arena intorno ai Teatri Mobili di Girovago e Rondella, uno spazio protetto per l'ascolto, ma all'aperto, accanto allo Chapiteau del Teatro nelle Foglie, che comunque ha rivelato la passione del pubblico riempiendo tutte le sere la sala. Un'altra sperimentazione che finalmente abbiamo avviato è stato diminuire il numero di compagnie e dare piÚ tempo ad ogni artista, piÚ respiro tra uno spettacolo e l'altro, meno numeri e piÚ tempo e spazio per ognuno. È stato un festival con piÚ spazio per le relazioni, perchè le compagnie potevano fermarsi piÚ giorni, senza scappare via appena finito lo spettacolo. In generale ci siamo presi piÚ tempo per tutto. L'alto rischio del progetto nel complesso è stato completamente ricompensato dalla relazione umana e collaborativa tra tutti i componenti del festival, artisti, operatori, volontari, amici e anche da un pubblico affezionato, solidale, anticonformista e assetato di spettacoli.

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hanno avuto modo di conoscere l’organizzazione del contest, gli artisti selezionati e i loro spettacoli, e che, a loro volta, hanno supportato il Clown&Clown Festival nella realizzazione di video divulgativi destinati al pubblico presente. Contemporaneamente, si è lavorato anche sull’inclusività: grazie alla collaborazione con ANFFAS Macerata, alcuni ragazzi con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo hanno conosciuto gli artisti del Clown Factor e hanno assistito dal vivo alle esibizioni e, infine, hanno consegnato il premio “Tutti inclusi” - che sarà sicuramente il primo di una lunga serie. Nella nostra visone, questo progetto riformulato in un periodo tanto particolare, è un processo di mutuo arricchimento, un circolo virtuoso che, con un pizzico di lungimiranza e in una prospettiva di più lungo termine, ricadrà positivamente sugli artisti, sul pubblico del ClownFactor e sul Clown&Clown Festival tutto.

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