MIRABILIA
CIRCONFERENZE ALILUNA, CAMERA DâARIA I FESTIVAL DI DUETTI E ½
31 AGOSTO / 5 SETTEMBRE, CUNEO festivalmirabilia.it
clabili, che considera Coppi un mito e che ne conosce la storia. Anche Monad era una sfida, con due ore di giocolieri che ruotano, con il pubblico che è rimasto fino alla fine della seconda parte, alcuni tornando a vederlo anche la sera successiva! CosĂŹ come per i Lambe Lambe, dove la modalitĂ libera di fruizione dello spettacolo ha introdotto nuove possibilitĂ . E ci sono tanti altri esempi di progetti del genere che hanno avuto uguale successo. Avevamo i concerti gratuiti praticamente vuoti, con gruppi amati dai cunensi, che però hanno deciso di non andare a un concerto con distanziamento e la mascherina. Per la danza e il circo la gente invece è andata, accollandosi il tampone e anche il biglietto. Ci speravamo ma non ci contavamo ed è stato sorprendente. Ă stata in questo senso l'edizione del Festival piĂš bella di tutte, con una partecipazione del pubblico molto consapevole e determinata. Si parla molto di resilienza, ma la resilienza è un pericolo. Non dobbiamo tornare ad una situazione pre-covid, ma imparare da quello che è accaduto. Curare anche altri aspetti del festival, compreso l'offerta di punti ristoro, servizi, la qualitĂ dell'accoglienza. Elaborare soluzioni diverse che chiedano il miglioramento delle relazioni e delle esperienze per pubblico e artisti, senza sacrificarli sullâaltare dei grandi numeri.
di Fabrizio Gavosto foto di Andrea Macchia
ESTATE 2021, RHO, ARLUNO, ARESE (MI) duettiemezzo.it di Loredana Mazzola foto di DissolvenzaLab
LâAss. Duetti e ½, che organizza tre festival nellâhinterland milanese (Circonferenze, Aliluna e Camera dâAria), si è trovata la scorsa estate, come tutti, di fronte ad un bivio: rinunciare ad organizzare eventi o trovare nuove modalitĂ e nuove forme per lo spettacolo di strada. Abbiamo scelto di imboccare la seconda strada, ragionando su scenari giĂ immaginati e sfiorati nel corso del nostro lavoro ma, forse per mancanza di coraggio o di risorse, mai profondamente attuati. In primis la scelta di artisti e spettacoli che, pur mantenendo la loro vocazione di strada, hanno saputo portare la loro ricerca verso lo spettacolo da palco. In secondo luogo la ricerca di spazi non solitamente teatrali, ma che abbiamo potuto riadattare e valorizzare. Un solo esempio significativo: a Rho, al festival Circonferenze, abbiamo riadattato una lunare pista di pattinaggio a scenario di spettacolo con risultati sorprendenti. Grazie alle scelte obbligate indotte dalla pandemia, abbiamo deciso di perseguire unâIdea di Festival con piĂš spettacoli in contemporanea, piĂš luoghi di spettacolo, che piĂš si avvicinava ad un festival vecchia maniera,
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In questi ultimi due anni sono venuti meno i meccanismi di formazione del pubblico, come gli spettacoli per le scuole, e il vivaio di spettatori che stavamo nutrendo si è arrestato. L'abitudine di andare a vedere uno spettacolo dal vivo è calata, e tanti anni di lavoro col pubblico sono stati azzerati. Lâincontro tra artisti e pubblico al festival era minato e abbiamo riflettuto molto sul tema, analizzando il valore di questo incontro e soluzioni alternative. Abbiamo quindi cambiato completamente il concetto di programmazione, non avendo a disposizione lo spazio urbano e l'avvicinamento che implicava, e non potendo contare sull'effetto volano dei grandi spettacoli outdoor. Uno dei principali meccanismi alternativi è stato l'incontro con il progetto artistico e non con lo spettacolo, passando per le residenze e per un incontro con il pubblico piĂš profondo e piĂš legato al territorio. Uno dei lavori piĂš riusciti in assoluto è stato quello di Tommaso Monza. Il suo ambizioso progetto prevedeva 9 danzatori e una corale di anziani in una piccola valle sopra Cuneo. 30 anziani che si sono messi in gioco per creare qualcosa che non avevano mai fatto, con una serie di prove e sperimentazioni in quattro luoghi diversi, dove il pubblico indossava maschere fatte dalla compagnia e diventava esso stesso lo spettacolo, con 100 persone mascherate che seguivano gruppi di danzatori da un luogo all'altro. Uguale risonanza ha avuto lo spettacolo itinerante del Faber Teater, in una cittĂ fatta di ciclisti e di piste ci-
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