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ITALIANI ALLA EJC/TOULOUSE a cura di LORENZO MASTROPIETRO foto di LUKE BURRAGE www.lukeburrage.com/blog
Affidiamo a Lorenzo Mastropietro, e alle righe di questo suo breve diario, il compito di aprire una finestra sulla vita dei tanti artisti italiani che si sono esibiti alla EJC e/o che si sono trasferiti a Toulouse, trovando lì un luogo e un’accoglienza ottimale per lo sviluppo della loro art. Sulle pagine di jugglingmagazine.it la versione integrale del suo racconto. 1999, Grenoble (Francia), la mia prima EJC. Giocoliere novello e artista di strada alle prime armi, probabilmente la prima volta all’estero nella mia vita, 17 anni, zaino, sacco a pelo e una tenda da 30.000 lire, con la voglia di scoprire e conoscere questo mondo. Alla fine della EJC due cose mi restano bene in testa: la prima era trovare una tenda migliore per la prossima convention, la seconda era questo posto chiamato “Le Lido di Toulouse”. Al gala di quella EJC due numeri avevano segnato in qualche modo tutto il mio percorso artistico: Jive Faury e il duo Les Pas en Rond (Sylvain Cousin e Thomas Le Doze). Entrambi con qualcosa di nuovo e inedito per me, ottimi personaggi al servizio di una tecnica eccellente, e tutti uscivano dalla scuola di circo di Toulouse. L’anno dopo a casa di Claudio Montuori un video di un’altra coppia di giocolieri francesi: Vis a Vis (Vincent Bruel e Lionel About)… anche loro vengono da Toulouse, insomma era chiaro!!! Ssalto nel tempo: 2006, parto da Bruxelles con un gruppo di artisti sudamericani per le audizioni al Lido. L’impatto davanti
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a quella che era allora la sede della scuola, un vecchio cinema di quartiere in parte ristrutturato, non fu proprio esaltante; ma dopo un paio di settimane a Toulouse, superate le audizioni con successo, avevo capito che quello era esattamente il posto dove volevo restare. In quel periodo mi ritrovo con il caro Piergiorgio Milano (il secondo Italiano ad essere entrato alla scuola dopo Claudio Stellato) che, terminata la formazione, mi lascia la sua stanza in affitto e l’onore di essere l’unico Italiano alla scuola. Partirà per il nord europa per dedicarsi al 100% alla danza (bravo Piero). Da quel momento in poi sono passate una marea di cose, incluso crisi artistiche, crisi esistenziali e crisi economiche… Tutti parlano di Toulouse come la città rosa, io all’epoca vedevo tutto nero; la scuola è senza dubbio un’esperienza fantastica, ma anche dura e stancante, per me che a 27 anni sentivo forte l’esigenza di fare anche altro. Ma grazie ai direttori della scuola abbiamo trovato una soluzione che mi permettesse di concludere la formazione e di dedicarmi pienamente anche ai miei progetti… C’è un lato umano molto forte nella vita di tutti i giorni come nella pedagogia stessa della scuola; lo ritengo l’ingrediente fondamentale di questo posto, comprensione e adattamento, nessuno è uguale e non c’è un formula unica che funziona con tutti. Il circo non è un esercito. Durante la scuola ho conosciuto i miei colleghi di lavoro, abbiamo costruito
insieme una compagnia e viaggiato con i nostri progetti; sono riuscito a staccarmi dallo spettacolo di strada che finisce con tre torce - che a volte mi manca - e ho intrapreso un cammino personale e artistico che spero non finisca qui. A Toulouse ho sempre trovato qualcuno disposto ad aiutarmi, come era successo nei miei anni a Carampa (Madrid), praticamente un’altra Famiglia. Mi considero fortunato e non smetterò mai di essere grato alla scuola e alla Grainerie per il loro supporto; un pensiero va a Henri Guichard e a Isabelle Gorsky r.i.p. Di connazionali a Toulouse adesso per fortuna ce ne sono molti e la lista sarebbe lunga, mi fa piacere veder che anche per loro lo sforzo e la determinazione hanno dato ottimi risultati; molti iniziano progetti nuovi o sono già parte del panorama artistico attuale, e questo fa che ci si senta meno soli, e che finalmente sappiamo dove mangiare una buona pizza in Francia! Tutto è iniziato guardando un gala all’EJC nel 99, 15 anni più tardi l’EJC è a Toulouse e la vivo da dentro, aiutando come posso l’organizzazione, trovando anche il tempo per un open stage; è stata un’esperienza forte e toccante: veder nello stesso posto e sotto lo stesso tendone cosi tante persone che hanno contribuito a rendermi quello che sono adesso, insomma ci sono cose che non hanno prezzo. Come in tutte le storie si arriva all’epilogo, e per me è il momento di lasciare Toulouse, mi sposto a Barcellona questo inverno, si chiude un ciclo per aprirne un altro. 7 anni nello stesso posto iniziano ad essere un po’ troppi, e la comodità a volte è nemica di questo mestiere…