Juggling Magazine #60 - september 2013

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FUNAMBOLIKA FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL NUOVO CIRCO VII EDIZIONE, 1/3 LUGLIO, PESCARA www.funambolika.com foto di SILVIA MAZZOTTA

Funambolika è riuscita a imporsi in sette anni come uno dei più solidi appuntamenti italiani del settore in un territorio, la costa abruzzese, in cui da una parte il circo era legato solo alla proposta prevedibile dei tendoni tradizionali; dall’altra facendosi strada all’interno di una incredibile quantità di proposte serali per il tempo libero, e di logiche culturali storicamente non innovative o clientelari. L’area di Pescara in estate vede forse centinaia di manifestazioni artistiche: festival di musica o cinema, le grandi popstar, e in primis il divertimento

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notturno balneare. Difficilissima è dunque la visibilità oltre che la disponibilità del pubblico. In questo panorama, il ruolo di Funambolika (ma anche il rischio) è stato quello di rappresentare forse l’unico elemento di novità e scoperta nel panorama artistico. In sette anni, il pubblico pagante ha potuto scegliere senza conoscere prima il contenuto. E del resto questo è uno dei punti di forza nelle programmazioni di circo contemporaneo: non ha il vantaggio della sicurezza rispetto a celebrità televisive o musicali, ma svolge un ruolo, credo etico, nello stimolo all’intelligenza del pubblico e al suo senso di scoperta, dunque oltre le logiche di mercato dello spettacolo. Il festival resta da sette anni volutamente limitato a tre appuntamenti paganti. Questo sia per i motivi esposti di saturazione delle proposte, sia perché Pescara è una città urbanisticamente dispersiva, in cui sono difficili strategie di diffusione e visibilità urbana come avviene in una logica di festival. I tre territori esplorativi del festival sono quelli della troupe innovativa di medio-grande formato, del recital solista e del gala di numeri classici. In questo credo che Funambolika, senza volerlo, abbia la sua effettiva unicità rispetto ad altre manifestazioni: ignorare di fatto ogni appartenenza concettuale rispetto a “tradizionale” o “contemporaneo”. Questo non solo nelle scelte, ma anche in ciò che “non” si sceglie. Rispetto ad altri festival di circo infatti, Funambolika ha la necessità (anche economica) di raggiungere platee molto ampie: ciascuno degli spettacoli ha un’affluenza che va dalle 800 alle 2.200 persone paganti a sera. Ciò significa che

proposte di ricerca troppo sofisticate lascerebbero il pubblico perplesso quanto esibizioni classiche troppo legate agli stereotipi più sterili del circo. È dunque una operazione di equilibri. L’idea è quella di intercettare anno per anno un patrimonio internazionale di circo “d’arte”, capace di costruire un’estetica del proprio tempo, al tempo stesso ereditando la tradizione popolare del circo: nelle nuove compagnie, nell’arte clownesca ma anche nella logica del numero tradizionale. In quest’ultimo campo, la creazione annuale del Gran Gala du Cirque (che realizziamo assieme ad Alessandro Serena e Circo e Dintorni), è un raro esempio in Italia di serata classica in cui elevatissima performance e compiutezza estetica esaltano il senso di “numero” circense. Tra gli artisti invitati quest’anno, il duo aereo Flight of Passion ha dimostrato il vertice del tipo di lavoro coreografico


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