Juggling Magazine, #92 – september 2021

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UNA FORESTA A SCAMPIA! E Scuola di Circo Corsaro

di Maria Teresa Cesaroni e Michele Bandini La riflessione sul tema dello spettacolo di fine anno di Circo Corsaro si è concentrata nel 2021 sulla condizione di vita delle periferie urbane, dove il contatto con la natura è quasi del tutto assente, negato nella cultura, nelle conoscenze, nell’accessibilità. Impegnata da anni per i diritti umani e quelli animali, oltre che su temi che riguardano la crisi ecologica globale, come direttrice di progetto ho sentito quest’anno ancora di più il bisogno di affrontare questa riflessione. Crescere avendo la possibilità di attraversare boschi, valli e giardini o semplicemente un orto, sembra in realtà da considerarsi un privilegio. Dal 2008 Richard Louv nel suo libro “L’ultimo bambino del bosco” parla di disturbo per deficit della natura e da allora a cascata sono nati progetti, movimenti, stili educativi come l’asilo nel bosco e vari altri progetti. Tutte iniziative che rimangono però spesso a beneficio di una classe sociale medio alta, e che ad ogni modo quasi sempre escludono le grandi periferie urbane. Quelle periferie dove spesso le bambine e i bambini hanno difficoltà anche solo a disegnare animali che non siano cani, gatti e animali visti in televisione. Dove la capacità empatica di rapportarsi agli esseri viventi che li circondano è quasi del tutto assente e persino l’erba del prato è vista come una minaccia. In un contesto come quello del quartiere di Scampia, fortemente urbanizzato, in cui non c’è alcun interesse né attenzione per la salvaguardia di un giusto equilibrio tra aree verdi e cemento, in un momento storico di grande riflessione sulla qualità del rapporto tra umanità e natura, in cui la necessità

di un ripensamento in chiave antispecista del nostro agire e intervenire è ormai urgente, a noi di Circo Corsaro è sembrato puntuale e necessario stimolare una riflessione e un interesse alla dimensione naturale. Dimensione che ci chiede di percepirci come animali in un ecositema che noi stessi stiamo mettendo in pericolo. Ed è così che nella dialettica tra urbano ed extraurbano, naturale e artificiale, foresta e città, umano e animale si è inserita la ricerca e il lavoro realizzato con bimb* e ragazz* di Scampia, un progetto di circo sociale dell’apd Circo Corsaro e Fondazione P. Paoletti, realizzato con il sostegno del fondo di beneficienza di Intesa San Paolo. Dalle dinamiche e dai giochi inerenti al mondo degli animali per i più piccol*, fino alle improvvisazioni con i più grandi, sono emersi i temi della tempesta e del sole come metafora di passaggi di stato. Quel turbolento, meraviglioso, straordinario passaggio dalla dimensione dell’infanzia a quella adulta, che è l’adolescenza, in cui gli estremi vorticano senza sosta, dolore e amore, paura e audacia, fragilità e aspirazione alla felicità. Dopo tante dinamiche, improvvisazioni, scoperte e racconti abbiamo perciò immaginato che tra le crepe dell’asfalto in una sola notte, dopo un grandissimo temporale, si potesse scorgere l’apparizione dei fiori. La forza della natura che si riaffaccia tra cielo e terra, una natura che sembra lontana qui

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nel quartiere, l’ombra di una foresta impossibile e invisibile che affonda le sue radici dove ora svettano palazzi, ponti, circonvallazioni, svincoli e intrecci di strade. Le scale che diventano fiumi, le scalinate cascate rigogliose, ed enormi alberi che squarciando l’asfalto si riappropriano della terra oscurando i palazzoni e il grigio del cemento. In una notte Scampia è tornata ad essere una foresta, una memoria che la terra non dimentica e che noi in quanto esseri umani abbiamo il bisogno di coltivare e alimentare, immaginandolo non come il giardino privato che perimetra la nostra casa, ma come quel giardino selvatico alle porte delle case di tutti, quel bosco arcaico dove perdersi per ritrovare se stessi e gli altri. Lo spettacolo si è tenuto nel giugno scorso, in pieno coprifuoco e misure contenitive, sul parcheggio del Teatro Area Nord di Piscinola. In scena più di quaranta partecipanti, un pubblico di centoquaranta persone tra genitori e associazioni del territorio, un’equipe giunta da tutta Italia e il sostegno di amiche e amici che pur da lontano hanno trovato il modo per farci sentire la loro vicinanza ad un percorso nel quale si sono riconosciuti. Vediamo nascere sempre più progetti che intrecciano circo e riflessioni sulla natura e siamo davvero fiduciosi che presto questo possa diventare argomento di dibattiti e formazione anche nel nostro piccolo grande mondo del Circo.


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