Juggling Magazine, #92 – september 2021

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COLLETTIVO 6TU TRAIETTORIA 45° E Collettivo 6tu

di Rachele Grassi

Foto di Simone Luinetti

Una sera, rientrando a casa da Zoè in Città, arriva la proposta di Alessandro: “Ragazzi…Perché non creiamo un collettivo? Lavoriamo bene insieme. Ci sta, no?”. Eleni risponde: “Sì, ci sta. Proviamoci. Vediamo come va. Anche per me, sì.” Alessandro, Carlos, Eleni, Enano, Rachele e Sara. Italia, Messico, Grecia e Argentina. Siamo sei. Sei discipline differenti. Può funzionare. Ci siamo conosciuti frequentando il percorso formativo per artista di circo contemporaneo presso la Fondazione Cirko Vertigo e alla fine del secondo anno abbiamo conosciuto Simone e Chiara di Circo Zoè, che ci hanno invitati a prendere parte al progetto Zoè in Città. Invito accettato. Abbiamo aiutato nel montaggio dello chapiteau, supportato la logistica e partecipato ai due cabaret creati con Simone, Diego e Chiara insieme a tutti gli artisti che gravitavano intorno al tendone nella settimana dedicata alla creazione dello spettacolo. È stata un’esperienza che ci ha avvicinato molto come gruppo e ci ha convinti a fare un passo avanti in una direzione ben precisa ma allo stesso tempo sconosciuta. Durante le prime videochiamate, a ottobre 2020, abbiamo iniziato a scambiarci idee su una possibile estetica dello spettacolo, sul tema, sulla ricerca di residenze artistiche e sul nostro nome. Su proposta di Enano abbiamo scelto di chiamarci Collettivo 6tu. 6tu, perché quello che vogliamo portare in scena siamo noi stessi e le nostre emozioni, perché crediamo fortemente nella potenzialità di ognuno di noi, e siamo convinti di poter dar vita ad una fusione di sfumature e personalità. Valorizzarle singolarmente e metterle a disposizione dello spettacolo è quello che ci contraddistingue. Abbiamo iniziato a confrontarci sul tema ragionando intorno alla parola “polivalenza”, su quello che rappresenta all’interno del nostro settore, accostandola alla figura dell’artista e sfruttandola nella ricerca di modalità non convenzionali nell’utilizzo dei nostri attrezzi. Nel nostro spettacolo in lavorazione, infatti, ci sono molti momenti condivisi in scena tra corda verticale, corda molle, palo cinese,

cinghie aeree, cerchio aereo e ruota cyr, che richiamano fortemente questo concetto. Abbiamo ragionato poi su tutto ciò che un artista deve saper mettere a punto prima, durante e dopo l’andare in scena: dalla scrittura del dossier, alla scelta delle musiche, fino agli investimenti collettivi in-

dispensabili per lavorare lo spettacolo. Abbiamo riassunto e deciso di rappresentare anche concretamente in scena questa condizione attraverso l’eliminazione delle pareti che solitamente nascondono al pubblico il dietro le quinte, e utilizzato la gestualità tecnica e l’emotività che l’artista vive prima e dopo essere stato sul palco. Il titolo che abbiamo scelto per questa nostra prima creazione è Krama, una parola in greco antico che significa lega, ovvero una combinazione di elementi e metalli diversi che fondendosi danno vita ad un qualcosa di più durevole, acquisendo proprietà che prima, singolarmente, non potevano avere.

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Una parola che sottolinea le combinazioni di attrezzi, emozioni, prospettive e che dona allo spettacolo la qualità del singolo e insieme rafforza il lavoro collettivo di ognuno di noi. Lo spettacolo è ad oggi il risultato di quattro residenze artistiche e coltiva la sua impronta riconoscibile. Il suo scheletro però deve ancora acquisire forza e mobilità, e questo è l’obiettivo dei nostri prossimi mesi. L’idea è quella di cercare spazi e residenze che ci permettano di dedicare tempo al progetto senza bruciare le tappe della creazione. In parallelo, vorremmo costituirci come associazione per poterci sostenere finanziariamente e acquistare tutto il materiale indispensabile per poter rappresentare il nostro spettacolo anche in esterna. Abbiamo tante idee e progetti per il futuro! La volontà è quella di realizzarli percorrendo una traiettoria di 45°, come ci ha consigliato il nostro ex direttore Paolo Stratta. Un percorso che ci faccia crescere un passo alla volta, costantemente, e che ci permetta di arrivare il più lontano possibile.

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