Juggling Magazine #86 - march 2020

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HORSE DREAMING

TSINGTAO, SHANGDONG, CINA

di Marco Migliavacca Ci siamo lasciati allo spettacolo del Soleil all’EXPO a Milano nel 2015, dove ero il personaggio centrale dello spettacolo. Da lì sono partito in Belgio, lavorando tre anni con Pietro Chiarenza, inanellando 250 repliche con la Compagnia Sprookjes con uno spettacolo di circo teatro per bambini. Nel 2019 Alessandro Serena mi propone una nuova avventura, questa volta in Estremo Oriente, dove una cordata cinese stava producendo uno spettacolo equestre. In Cina il cavallo è molto valorizzato, non solo negli spettacoli, ma anche nello sport, nel teatro. Per questo la regia dello spettacolo e l’addestramento equestre sono stati affidati a Mario Luraschi, tra i massimi esperti nell’utilizzo dei cavalli, con alle spalle più di 400 film negli ultimi 50 anni. Nella sua scuderia a Parigi addestra sia il cavallo sia il cavaliere per il volteggio o per scene con stuntman. Qui in Cina volevano inserire nello spettacolo anche il circo, e per questo hanno commissionato uno chapiteau da 3000 posti, costruito ad hoc per lo spettacolo, allestendolo in una città di villeggiatura per i cinesi, con l’idea di offrire un intrattenimento per la stagione estiva. Circo e Dintorni ha curato il casting, mentre Antonio Giarola ha affiancato Luraschi alla regia, che è arrivato

con 25 cavalli. In seguito sono arrivati i cavalieri, tutti francesi, e gli artisti. Per dare una chiave più occidentale si è deciso di avere artisti non cinesi: 4 acrobati ucraini, 4 percussionisti africani, 4 ragazze italiane per l’acrobatica aerea, e io sono stato scelto come clown dello spettacolo. Lo spettacolo si avvaleva di una produzione gigantesca, e di una tecnologia molto avanzata, con molti effetti speciali, come una scena con la pioggia, una scena con la neve, un cavallo alato, un numero molto pericoloso di cavalli e fuoco. Horse Dreaming racconta di un Pierrot che scendeva dalla luna e sulla terra in-

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contrava per la prima volta l’animale più bello, il cavallo, per poi incontrare anche le persone e innamorarsi degli umani e infine, con nostalgia, ritornare sulla luna. La mia nuova grande esperienza qui, dopo essere stato performer al circo ed attore in teatro, è stata la relazione con i cavalli, con i quali era previsto che interagissi durante lo spettacolo. Così ho ricevuto un training per lavorare con il cavallo e per me è stata un’esperienza incredibile, anche da un punto di vista umano. Altra sfida era affrontare il pubblico cinese, che è un pubblico difficile, e farmi apprezzare come personaggio centrale dello spettacolo. Partito come mimo ho gradualmente inserito l’italiano, un’idea che è piaciuta molto al pubblico, per il quale tutti noi in scena rappresentavamo un cast molto “esotico”. Horse Dreaming è stato inoltre il mio primo lavoro sotto tendone, nonostante 12 anni da artista circense, e averlo fatto in Cina mi ha dato anche la possibilità di apprezzare la loro cultura. Questa prima stagione di Horse Dreaming è stata per la produzione un esperimento, e considerato il grande successo registrato ci sono buone speranze che continui anche l’anno prossimo, pandemie permettendo!

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