Juggling Magazine #86 - march 2020

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BORIS VECCHIO

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Sin da ragazzo sono stato rapito dalla follia dello spettacolo

foto di Boris Vecchio

e dal desiderio di far parte di questo mondo in prima persona, e che in un secondo momento mi ha portato alla produzione e direzione. Un viaggio che, all’alba dei miei 60 anni, vorrei idealmente provare a dividere in tre parti: l’incontro con il clown, l’esperienza di attore, la stagione della direzione artistica. La prima parte della mia vita professionale è iniziata con uno “schiaffo” che il mondo dello spettacolo mi ha dato senza preavviso nel 1979, quando da un semplice laboratorio di improvvisazione teatrale con Vito Malcangi e Giuliana Manganelli tutto è cominciato. Nel tempo zero di un’idea formo La Mela Magica, compagnia di teatro di strada, clownerie e movimento, ritrovandomi diciannovenne interprete e autore ispirato dai “Los Comediantes”, famosa compagnia catalana di creazioni in spazi pubblici. Erano anni di grande fermento, il teatro di strada stava vivendo uno dei suoi momenti migliori in Italia. Subito creo anche il mio primo spettacolo di Clown Bianca e Nero che, dopo molte date, fu addirittura programmato nel 1982 sul palco centrale del Festival di Sant’Arcangelo, conferendomi a 22 anni un importante riconoscimento. Dai 20 ai 40 anni riconosco un ventennio di importante formazione, incentrato sulla figura del Clown, tra vita e recitazione, con tutto me stesso in scena. Inizia qui anche il mio periodo di studio e lavoro in Francia, a Parigi, dove mi trasferisco nel 1983 per poter approfondire ancora meglio la mia ricerca del proprio clown, seguendo il Metodo Jacques Lecoq, la figura del Buffone con Philippe Gaulier, e il Teatro con Ariane Mnouchkine. Seguono quattro anni in cui mi aggrego alla compagnia di clown e danza di Agnes Constatinoff (diplomata alla scuola Lecoq nel 1976) maturando con più consapevolezza il mio lavoro di ricerca e di qualità artistica, centrando i miei personaggi, avviando le mie riflessioni più profonde sulla figura del clown/attore, riflessioni che ancora oggi ovviamente mi pervadono.

Da qui vengo proiettato nella seconda parte della mia vita. Ancora immerso nel mondo parigino, tra le varie proposte di lavoro ne accetto una da Tonino Conte, fondatore e regista del Teatro della Tosse di Genova. Lì comincio a conoscere il mondo della prosa, del teatro, del palcoscenico, delle compagnie “di giro”. Senza mai abbandonare il tema del clown comincio a lavorare con varie compagnie teatrali, collaborando con colleghi, amici, Maestri del mondo del cinema e del teatro che ancora oggi ricordo: Jean Luis Barrault, Jerome Savary, Dacia Maraini, Peter Greenaway, Claudio Morganti e tanti altri… La terza parte si evolve idealmente nel 1995, anno in cui inauguro la 1° edizione del “Sarabanda Festival”, che andrà avanti fino al 1999, invitando amici e colleghi con i quali condividevo il percorso. Un nome emblematico che poi divenne anche quello dell’associazione nata l’anno successivo. Grazie all’esperienza organizzativa di queste prime edizioni consoliderò negli anni un bagaglio di conoscenze che mi indirizzerà sempre più verso un ruolo di programmatore e direttore, legandomi inoltre definitivamente al mondo del circo contemporaneo, destinato a diventare il mio futuro ambito di lavoro. Dove conobbi il circo? L’ho incontrato all’epoca di Parigi, dove ho conosciuto artisti e amici che già ci lavoravano, condividendo con loro esperienze e lavori. L’incontro con il circo di tradizione è avvenuto invece nel 1987, quando sono stato invitato come clown al Golden Circus di Roma, e dove conobbi tanti artisti, tra i quali il grande Nani Colombaioni. Come programmatore e regista invece, negli anni a seguire entro in contatto con molte organizzazioni internazionali di circo, tra queste in Brasile la Escola Nacional de Circo e la scuola di circo sociale Crescer e Viver, in Francia Jeunes Talents Cirque Europe, in Marocco la National School Circus Shems’y di Salè, e tante altre realtà, grazie a collaborazioni, cooperazioni e progetti che ancora oggi segnano l’attività di Sarabanda. Tra artista, organizzatore e regista si susseguono anni importanti, sul territorio nasce CircoScienza®, un progetto in collaborazione con il Festival della Scienza, attraverso il quale nascono alcune delle mie regie di Teatro-Circo con artisti del calibro di Rita Marcotulli, Alessandro Benvenuti, la compagnia francese Underclouds. Lo spettacolo InVitro09, Francia-Brasile con Archaos e la Escola Nacional de Rio de Janeiro, Tempo non Lineare, Modifiche al Silenzio, OrizzonTale, e molte altre produzioni, per arrivare all’ultimo lavoro nel 2018 di Equilibrio della Bellezza al Festival Teatro sull’Acqua di Arona, con la direzione artistica di Dacia Maraini. Su quest’onda, nel 2000 nasce l’idea di installare uno chapiteau a Genova, ma non fuori dal centro come al solito, bensì nel cuore della città, al Porto Antico. Mi ci vollero due anni per avere il permesso di attuare un intervento del genere in uno spazio pubblico così importante. Nasceva così nel 2001 Circumnavigando Festival Internazionale di Circo Teatro, che quest’anno celebra i suoi primi 20 anni.

con sé un contenuto artistico che si riempie di codici e riferimenti, fatto di drammaturgie e artisti in scena. Un’operazione volta al contemporaneo che ha potuto dare la misura di quanto la creatività circense possa spingersi altrove, senza confini, con un impasto denso tra scrittura, racconto e performance, in bilico tra realtà e immaginazione, sconfinando tra il commovente e profondo mare nero e l’ilarità di una sirena sullo sgabello. Una restituzione del mondo senza filtri, forse solo quello della poesia, ma che sta ad amplificarne il dolore, per uno spettacolo che in città ha diviso il pubblico. “Entusiasti commossi estimatori” verso “scioccati detrattori”,

17JUGGLINGMAGAZINE

2020 NUMERO86MARZO

con la conferma e la certezza che oggi uno spettacolo molto ben architettato come questo possa lanciare al pubblico in maniera diretta ganci che si allamano alle corde più intime di ognuno di noi, germinando emozioni forti, contrastanti.


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