FRINGE
foto di Jane Barlow - PA Images
2/26 AGOSTO, EDIMBURGO (UK) www.edfringe.com
di Raffaele De Ritis Una piéce sulla Brexit o la nuova drammaturgia finlandese? Meglio una selezione dei migliori comici neozelandesi, oppure le paillettes dei transgender di Bangkok. E tra la saga di Games of Throne recitata da un solo attore o le bolle di sapone per adulti? C'é un magnifico Frankenstein adattato in beatbox o uno fatto con video e pupazzi. A Shakespeare in coreano risponde Sir Ian McKellen che fa Gandalf dal vivo. Per i più disimpegnati, si va dal karaoke di massa a tema al Silent Disco Tour con le cuffie in giro per la città. Drammi recitati su autobus, mentalisti in scantinati, motociclisti nel globo in sale da congresso. O tributi in musical a qualunque pop o rock star abbiate amato. A Edimburgo c'é tutto. È qui che in agosto si trasferisce il potere di Hollywood a scovare le future star delle serie tv, o gli agenti teatrali del pianeta a scoprire le nuove piéces. Nel mare di 4.200 spettacoli, con un flusso di due milioni di spettatori in quasi un mese, il più grande appuntamento artistico del mondo ha visto negli ultimi anni imporsi un genere principe: il circo, con rapidità, successo e ricchezza di offerta. Se gli spettacoli di circo puro a Edimburgo sono almeno duecento, sparsi nella sezione “dance/physical theatre/circus”, altrettanti se ne insinuano nelle categorie “comedy”, “cabaret”, “children” nonché in “theatre”, e forse persino in “musical/opera”, “spoken word”. Nel Paese che il circo l'ha creato, esso resta amato, anche nelle sue più fresche declinazioni contemporanee. Il Fringe appare termometro più attendibile delle vetrine continentali a cui siamo abituati: certo per la vastità, ma anche per la caratteristica di rischio imprenditoriale opposto ai nostri contenitori sovvenzionati. Qui si va totalmente a proprio rischio. Di conseguenza, é una gioia ammirare come percorsi di ricerca abbiano come obiettivo il consenso del pubblico, con capacità mature di marketing (mentre impatto popolare e comunicazione restano fragilità importanti di compagnie più vicine a noi). Diverse ma delineabili sono le tendenze. Una é quella del circo di grande o medio formato, in tendone o in sala. Si vedono a Edimburgo compagnie storiche come Circa (con Humans), Race Horse (con il best seller Super Sunday), Recirquel (con due sontuosi titoli: My Land e Paris de Nuit). Poi le
ormai prevedibili creazioni canadesi a tema con Flip Fabrique (Blizzard), Machine de Cirque (La Galerie), comunque di successo se non di sorpresa. Tra l'assenza circense di Francia e Spagna, la novità su grande scala é apparsa con il grandioso Backbone, del collettivo acrobatico australiano Gravity and Other Myths; fertile il
Astley's Place, a cura di Raffaele De Ritis, è una iniziativa del Progetto Quinta Parete
giovanissimo ensemble statunitense di Filament (ancora scolastico), come quello australiano di Casus Circus, con il promettente DNA. Vi sono poi le proposte di formato più intimista, che forse indicano al circo una nuova strada di narrativa visiva, oltre astrattismi concettuali: Ockam's Razor ha sorpreso con This time (quattro personaggi di altrtettante generazioni raccontano la propria famiglia sospesi in aria). Tendenza ricca, i numerosi spettacoli di coppia o trio: la riuscita relazione dei tre forti acrobati australiani di Bromance, o il tocccante Knot, sull'emotività omosessuale dei due protagonisti. Lo show australiano Youk é fatto da un graffiante ensemble tutto orgogliosamente femminile; come il più intimista tedesco Raven. La celebrazione delle diversità é la tematica prepotente di questo Fringe: razziali, di genere, di sessualità, religione, tensioni sociali. Questa sensibilità é ad esempio una delle chiavi del successo dell'unica proposta circense italiana, con le trionfali standing ovations in una grande sala ai Black Blues Brothers di Circo e Dintorni. Ma é evidente anche in una forte tendenza anche qui tutta a guida australiana: il cabaret circense per adulti. Con la scelta di spazi come gli “spiegeltent” (le tende di specchi, ben cinque a Edimburgo), risultano di grande efficacia shows graffianti come Le Coup (della pionieristica Company 2); l'erotismo esplicito di Rouge o quello punk-decadente di Little Death; ma soprattutto lo strepitoso Atomic Saloon Show, ad alto budget e destinato a Las Vegas. Un vero anti-Soleil: tra attrazioni di classe mondiale, lustrini e folli coreografie, un esilarante western comico si permette qualunque trasgressione mai immaginata. Il pubblico e il cast diventano una cosa sola, cancellando ogni inibizione, e restituendo al circo il valore per cui forse é nato: il trionfo dell'istinto umano, libero e felice.
Volete saperne di più su spettacoli e riflessioni intorno al Fringe? Questo e altro ancora sul blog di Astley's Place!
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2019 NUMERO84SETTEMBRE